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Autore: allegretto    02/01/2016    2 recensioni
Ci vuole un incidente per far sì che tutti si rendano conto di quanto seriamente Jensen stia male. Ma come possono Jared, la famiglia Ackles e i suoi amici aiutarlo, quando lo stesso Jensen rifiuta ogni tipo di aiuto esterno? L'unico modo che essi conoscano, anche a costo di perdere per sempre la stima e l'affetto di questa persona!
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Diciassette

E' quasi sera e Jared si sta rilassando sul divano dopo una breve corsa con i suoi cani nei viali alberati delle colline sopra Los Angeles. Dopo aver preso una bottiglietta d'acqua fresca dal frigorifero, la stappa e la beve lentamente. Poi prende il telecomando, accende la televisione e scorre tutti i canali fino ad arrivare a quelli sportivi, allungando le gambe sul tavolino di cristallo davanti a lui.
“Non vai a farti la doccia, Jared?, chiede Genevieve, arricciando il naso, sentendo gli effluvi acri provenienti dal marito, ancora fradicio di sudore, seduta su una poltrona di fronte al divano.
“Ora mi riposo un po', poi vado in bagno. Sono stanco!”, risponde il giovane, stizzito.
“Stanco di che? Non fai nulla dalla mattina alla sera?!”, sbotta lei, alzandosi in piedi. 
Jared non risponde. Continua a saltellare da un canale all'altro. Improvvisamente un ping risuona nel soggiorno. Jared molla subito il telecomando, infila una mano nella tasca dei pantaloni e tira fuori il cellulare.
“Ah be', si, a parte lo stare tutto il giorno incollato a quell'affare”, sbuffa Genevieve.
“Sono esaurito per dover affrontare tutte le conventions da solo e dover mentire ai fans sulle reali condizioni di Jensen”, replica lui, rispondendo velocemente a una mail.
“Solo? E io chi sono?”, grida lei. 
“Oh, si, tu mi accompagni. E' vero! Ma sei lì solo per pavoneggiarti con il bel spilungone unicamente per farti invidiare da tutte le ragazze che sono a quegli incontri”, risponde Jared, bevendo un'altra sorsata di acqua. “E poi cosa vuoi che faccia? Dirgli la verità?”, aggiunge, poi. Jared si sta arrabbiando. E' proprio stufo di questi continui rimbrotti. “Comunque cosa vuoi? Mi sembra che tu faccia una vita dove non ti manca nulla...”, sbotta, sbattendo la bottiglietta sul tavolino.
“Qual è il mio problema? Adesso ti dico quale è il mio problema. Sei tu! Non facciamo nulla insieme. Dovevamo andare due settimane da mia madre a Sun Valley ma non ci siamo andati perché tu sei impegnato a girare il paese per questi incontri. E se non ti accompagno, poi vengo criticata dalle tue fans perché ti lascio da solo. Poi mi hai promesso che mi avresti accompagnato a San Francisco da mia sorella, ma no, non si può, ci sono gli incontri con i produttori. E ogni dannato momento sei lì a controllare il cellulare, a rispondere al telefono, le email. Di notte, di giorno. Sempre lì a parlare delle condizioni di Jensen. Diavolo, vai fino in bagno con lo smartphone!”, esclama in crescendo lei.
Jared si alza e va verso finestra. Si gira a guardarla e la fulmina con lo sguardo. Non è che non abbia ragione, anzi. Ma è il modo con cui si atteggia. Da martire. E lui non sopporta questo modo di essere.
“Ti avevo detto di andare da tua madre e che poi ti avrei raggiunto. Non c'è bisogno che tu stia qui e non è necessario che viaggiamo insieme. Potresti essere al fresco a Sun Valley tra i tuoi amici, invece di stare qui al caldo e a romperti le scatole. Non hanno senso i tuoi lamenti. E poi continui a non capire che la vita di agi e lussi che stai vivendo ora, dipende esclusivamente dalle condizioni di Jensen. Se lui non torna a lavorare o i produttori non vogliono più continuare con lui, la serie non va avanti e oggigiorno trovare un ruolo da protagonista così ben pagato è quasi un'utopia!”, cerca di spiegare con calma. “Così, scusami, se non sono al tuo fianco ventiquattrore su ventiquattro ma se vuoi continuare a usare le carta American Express Gold, questo è il sacrificio che devi fare”, aggiunge, poi, sarcastico.
Lei sbuffa. 
“E non mi venire a dire che non hai bisogno dei miei soldi, perché i vestiti che ti compri con il piffero che potresti permetterteli con quello che ti passerebbe tua madre!”, aggiunge, poi, Jared.
“Non sono così stronza. Se ti ho sposato è perché il miei sentimenti erano reali”, replica lei, abbattuta.
“Sentimenti a cinque zeri...”, ribatte lui a fil di voce.
“E poi bisognerebbe discutere sul vero motivo per cui tu mi hai sposato.”, afferma lei, incanalandosi in quella che si sta trasformando in una litigata con i fiocchi.
“Oh si, si vede che ti sei laureata a pieni voti in arte drammatica...allora cosa vuoi? Lo scontro? La lite? Il divorzio?”, urla lui, dando un calcio al divano.
Prima che lei possa rispondere, il cellulare di Jared suona. Lui lo afferra e preme il tasto di accettazione della chiamata e vede Genevieve alzare in alto le braccia per la frustrazione e uscire di corsa dalla stanza.
“Pronto?”
“Jared, tesoro, sono Donna. Donna Ackles”
“Ciao, Donna. Come vanno le cose”, la saluta lui.
“Ecco. Appunto. E' questo il motivo per cui ti ho chiamato! Siamo andati a trovare Jensen oggi”, lo informa lei.
“Si? E come lo hai trovato? Ti sembrava in salute?, chiede Jared, eccitato.
“Ahahah, calma, Jared. Ora ti dico tutto. Mi sembra stiano  facendo un ottimo lavoro lì alla clinica. E' ingrassato. E' calmo e rilassato e soprattutto ha passato tutto il tempo a scusarsi per il suo comportamento e a implorare di perdonarlo”, Jared percepisce la felicità nella voce di Donna. 
“E' fantastico, Donna. Sono felice di sentire che i rapporti medici mandatimi dalla clinica erano veritieri. Avevo paura che stessero ingigantendo troppo i miglioramenti di Jensen”
“Credo abbia imparato la lezione, il mio cucciolo”, replica Donna, con la voce colma di emozione.
Jared ghigna. “Non lasciarti scappare quel nomignolo davanti a lui. Sai quanto lo odi”
Donna ridacchia. “Lo so, ma oggi non ha battuto ciglio quando l'ho abbracciato e gliel'ho sussurrato all'orecchio. E' uno dei pochi privilegi che abbiamo noi mamme. Trattare i nostri figli ormai vecchi e con i capelli bianchi come se avessero due o tre anni”, replica lei, estasiata.
“Comunque volevo anche farti sapere che ha chiesto  di te e vuole vederti”, aggiunge poi, parlando in modo quasi timoroso.
“Ah, si?”, chiede lui, sorpreso. “Vuole davvero vedermi ancora?”
“Si. Ha chiesto quasi fin dall'inizio come stavi, cosa facevi, cosa dicevi, eccetera, eccetera. Quasi un monologo di domande con un solo soggetto! Tu!”, esclama con enfasi Donna. “ Vuole vederti per scusarsi con te e sembrava realmente contrito per quello che è successo  l'ultima volta che vi siete visti e vuole parlarti per mettere tutto a posto”, aggiunge. Poi si ferma e aspetta di sentire la reazione di Jared. Ma quando sente che la pausa si protrae, allora riprende: “Jared, se tu preferisci non andarlo a trovare...”
“No, Donna, non è che non voglio andare da lui, ma sono sorpreso di sapere che voglia vedermi dopo quello che mi aveva detto l'ultima volta”
“Capisco Jared, ma devi fidarti di me. Mio figlio è cambiato. In meglio, finalmente. Andarlo a trovare, sarebbe meglio per voi due”
Jared sospira. Ha paura ma andrà comunque. Aspettare non avrebbe senso. “Donna, mi faresti un favore? Chiama la clinica e dì loro che domenica prossima lo andrò a trovare”
“Ma, certamente, caro. Non c'è problema. Un'ultima cosa, però, Jared. Ho bisogno di sapere se...mmh...bè, magari non lo sai neanche tu...”, Donna tenta di spiegare con gran sforzo, 
Jared, incuriosito, chiede: “Che succede Donna?”
“Oh, mariasanta. Che situazione!”, sbotta lei. “Jared, hai, per caso, più visto o sentito Danneel da quando l'hai vista qui?”
Jared, sorpreso, dalla richiesta, risponde subito. “No, Donna, assolutamente no. Almeno non direttamente. Ho incontrato Jason la settimana scorsa e ricevuto un paio di mail da Steve negli ultimi tempi. Perché? Cosa ha combinato di nuovo?”
“Ci sono giunte alcune voci che stia vendendo alcuni oggetti su Ebay e volevo sapere se tu ne sapevi qualcosa e comunque Jensen vuole parlare con lei”
“Ok, Donna. Cercherò di informarmi. Quando torno dalla clinica, vi vengo a trovare così vi aggiornerò sugli sviluppi. Non mi fermerò a lungo. Giusto un paio d'ore e poi tornerò a Los Angeles”
“Non ti preoccupare, Jared. Potrai fermarti qui a dormire prima di ripartire per la California. Ma non è così urgente. Possiamo anche sentirci per telefono”
“Donna, tranquilla! Mi fa piacere. Davvero. Per voi ci sono e ci sarò sempre”, esclama Jared, risoluto.
“Grazie Jared. Sei impagabile. Chiamo subito la clinica e li avverto. Fai buon viaggio. Ci vediamo domenica prossima”, Donna conclude la conversazione. 
Jared rimane fermo, impalato, nel centro della stanza, pensando alle parole della madre di Jensen. 'Così lui ha chiesto di me. Vuole vedermi' Il suo cuore batte all'impazzata. Vorrebbe che fosse già passata una settimana. Due sentimenti però lo torturano: è ansioso di vedere il suo amico, il non aver potuto parlare con lui per due mesi è stato peggio di una tortura. In passato, quando non potevano vedersi, si messagiavano ogni cinque minuti, anche solo per dirsi 'ciao'. Dall'altra parte quello che Jensen ha detto l'ultima volta, pesa come un macigno è ciò lo spaventa più di ogni altra cosa. Potrebbe, nel vederlo dal vero, davanti a sé, riprovare quell'odio sentito prima? Lo avevano ferito quelle parole, è vero. Sa anche che Jensen non intendeva proprio quello, che era stata una reazione a tutto quello che era accaduto. Ma tant'è il timore rimane...
Mentre il suo cervello ripensaa ciò, Jared va verso il computer e inizia a fare la procedura per prenotare il volo ad Austin. Passerà la settimana dai suoi genitori e poi andrà alla clinica. Solo il calore familiare potrà calmarlo. Mentre inveisce sottovoce contro il fuso orario che fgli arà perdere quasi una giornata per andare dai suoi, Genevieve fa la sua comparsa nel salone.
“Parti di nuovo?”, chiede, sedendosi in un poltrona. “Lasciami indovinare...devi vedere di nuovo gli Ackles?”
“Solo uno, questa volta”, Jared replica. “Jensen ha chiesto di vedermi”
“E, ovviamente, tu molli tutto e tutti e corri da lui. Non è vero?”
Jared sospira e cerca di non ribattere. E' stanco di litigare.
“Eh, già. Una scimmia ammaestrata sei!”, sbotta lei. “Basta che quelli schiocchino le dita e tu, puff, sei già lì”, continua lei sullo stesso tono.
“Basta! Finiscila!”, tuona lui, alzandosi in piedi. “Non lo sento da due mesi. Mi manca e quindi andrò a trovarlo, che ti piaccia o meno. Puoi aspettarmi qui, venire con me o andare da tua madre”
“Ti avverto Jared. Se te ne vai, tu potresti rimpiangere questa scelta”, Genevieve lo minaccia. “Sono stufa di dover sempre dividerti con Jensen e la famiglia Ackles o anche peggio, dover dividerti con Jensen e una stanza piena di fans. Tu pensi solo a lui e al lavoro., Io non esisto”, grida lei, sbattendo in terra un vaso di cristallo, dono di nozze.
Jared, abituato ai suoi scatti d'ira, non batte ciglio. Sale in camera sua, mette alcuni indumenti in un borsone, afferra alcuni effetti personali e se li mette in tasca.
Genevieve lo ha seguito. Lui apre la valigetta porta-computer e tira fuori una busta. “ Ci sono tre copie dell'atto di divorzio qui. Firmali tutti e tre e mandali via mail al tuo avvocato. Pensaci bene. Prenditi tutto il tempo che ti occorre. Io non ho fretta. Tieniti la casa. A me non serve. Tanto c'è l'accordo pre-matrimoniale che garantisce i tuoi diritti”, esclama lui, calmo.
“Ma bene”, replica lei palesemente scioccata. “Butti via tutto ciò su cui abbiamo lavorato in questi anni. E come pensi di spiegarlo alla tua famiglia?”
“Neanche cinque minuti fa, mi hai detto che se me andavo, mi avresti chiesto il divorzio. Bene, ti ho evitato la fatica di fare questa scelta. Sono stufo di litigare sempre con te su ogni cosa”, Jared replica stancamente.
“Sinceramente pensavo che avresti capito prima o poi che questo matrimonio era una 'facciata'. Quindi non so bene cosa ti aspettassi da me...Per non parlare di come tu ti sei comportata con le fans o i miei colleghi. E comunque hai firmato una dichiarazione di riservatezza e se non vuoi perdere i soldi, ti consiglio di stare zitta. Ma, ovviamente, non sei così stupida, avevi capito tutto dall'inizio”, continua il giovane, caricando il tono della voce sulla parola 'stupida'
Lei accusa il colpo ma è troppo orgogliosa per dargliela vinta. “Non pensavo che la serie sarebbe andata avanti ancora molto e sinceramente credevo che la tua infatuazione verso Jensen fosse solo una trovata pubblicitaria”, replica lei , con tono incredulo. 
Jared scoppia a ridere. La sua classica risata rimbombante. “Ahaha, pensavi che sarei rimasto seduto sul divano a girarmi i pollici dopo che Supernatural fosse finito? Sono un attore, Genevieve. Sarei andato ovunque per poter lavorare.. E per quello che per me le fans vengono prima di tutto. Sono loro che mi danno la possibilità di vivere così”, esclama, allargando le braccia a indicare la casa e il lusso che lo circonda.
“Va bene, allora”, Genevieve urla. “Torna a vivere con la tua mammina. Torna dal tuo Jensen, che non ci ha pensato due volte a respingerti. Lo farà ancora e tu ti ritroverai con un pugno di mosche in mano”, gli predice lei, continuando a gettare a terra tutte le suppellettili che la circondano. 
Jared sente ribollire la rabbia dentro di sé. Sa che se non uscirà velocemente da quella casa potrebbe pentirsene in futuro. 
E' finita, Gen. Sarà più facile se accetterai la cosa. Firma quei fogli e riprenditi la tua vita. Sai bene quanto me che è quello che vogliamo entrambi”
Jared apre la porta, prende i suoi cani, il borsone e la valigetta e chiude piano la porta, trasalendo però al suono di vetri infranti e oggetti scagliati contro la porta.
Si dirige verso il suo pick-up e dopo aver sistemato le sue cose e i suoi animali, parte, sgommando via, senza rivolgere no sguardo indietro. 

Una settimana è volata via e finalmente giunge la domenica. Jared, impaziente, per tutta la mattinata, giunge al centro di recupero nel primo pomeriggio. Entro a passo sostenuto nella hall della clinica e sorride alla segretaria e dopo aver letto il nome sulla targhetta appesa al camice, la saluta cordialmente.
“Buongiorno, Sheila. Sono qui per visitare Jensen Ackles”
La ragazza alza gli occhi dalla tastiera dove sta scrivendo e gli dice di aspettare un attimo, mentre solleva il ricevitore e parla brevemente con qualcuno.
“Il dottor Thompson la raggiunge subito, signor Padalecki. Nel frattempo può accomodarsi là nella sala d'aspetto”, gli dice lei subito dopo, indicando una serie di divanetti e poltroncine davanti alla sua postazione. 
Jared annuisce e si dirige verso il salottino. Qualche minuto dopo viene raggiunto dal terapeuta di Jensen. 
“Allora come sta il ragazzo?”, chiede  Jared, ansioso. 
Il medico sorride e annuisce. “Sta facendo grandi progressi. E' un ragazzo intelligente che ha capito i propri sbagli e sa che se vuole riacquistare la fiducia delle persone care, deve impegnarsi da ora in poi”
Jared esala un sospiro di contentezza. “Starà bene anche quando uscirà di qui? I produttori della serie sono preoccupati per una possibile ricaduta e quindi vogliono delle garanzie”
“Garanzie non ce ne sono, Jared. Non posso essere sicuro al cento per cento che Jensen non sprofonderà più in questo baratro ma se saranno superati tutti quegli ostacoli che gli impedivano una vita serena, allora potrei sbilanciarmi”
“Tra quanto uscirà?”, chiede Jared, poco dopo.
“Due settimane. Gli diremo dove recarsi per seguire gli incontri dell'Anonima Alcolisti, sia a Los Angeles che a Vancouver. Là troverà tutori che lo seguiranno e gli forniremo una lista di terapeuti.
 Io rimarrò comunque sempre a sua disposizione”, spiega il medico. “Ora vada e si goda alcune ore in sua compagnia. Vedrà da sé i miglioramenti”, aggiunge poi, prima di allontanarsi verso il suo studio.
“Dottore?”, lo richiama Jared. 
“Si?”, si gira lui, sorpreso.
Jared esista un istante. “Jensen riuscirà a ritornare nel mondo reale con tutto quello che ne consegue?”, chiede lui, preoccupato.
“Secondo me, è pronto. Ha compreso i suoi errori e sa quanto bene gli vogliano le persone intorno a lui. Certo la ricaduta può essere dietro l'angolo ma io credo che Lei, Jared, possa essere l'ago della bilancia”, risponde lui, con un sorriso benevolo.
“E io cosa potrei mai fare?”
“Oh, Lei potrà fare molto!”, lo rassicura il dottore. “Sia suo amico e confidente. Deve avere qualcuno con dividere le sue ansie e che possa capirlo anche solo con uno sguardo”, replica il dottor Thompson.
Jared è interdetto. “Ma questo io l'ho sempre fatto e non è mai servito a nulla. Come potrebbe essere utile ora?”
“Si fidi di me, Jared. Jensen fa grande affidamento su di Lei e vuole cambiare la sua vita in un modo che non lo spinga più nel baratro in cui si è cacciato. E' disponibile, Jared?”
Jared non risponde subito. Sa quante parole e gesti siano stati fatti invano con Jensen negli ultimi anni e quanto ciò li abbia allontanati l'uno dall'altro. Ma se lui è veramente cambiato allora si immergerà nella nuova sfida con rinnovata energia ed entusiasmo. “Si, accetto la sfida”, risponde poi, con enfasi.
“Perfetto. In questo modo so che si sistemerà tutto e ora vada così Jensen le parlerà di come ha già iniziato il suo percorso di cambiamento”, esclama lo psicologo, prima di allontanarsi. 

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 Angolo di Allegretto
Eccomi qui con il penultimo capitolo. Ancora un paio di giorni e pubblicherò l'ultimo. Grazie a tutti quelli che leggono, recensiscono e seguono questa storia. Buon Anno a tutti! 



  
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