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Autore: Lady Lara    02/01/2016    7 recensioni
"Anno domini MDCCXXVI XV giorno del V Mese . Diario di bordo .."
L'Irlanda e la Scozia subiscono il dominio dell'Inghilterra e le angherie di RE Guglielmo III. L'eroico pirata Captain Hook combatte la sua guerra personale. Qualcuno gli ha insegnato che si combatte per onore, per giustizia o per amore. Lui sceglierà quale uomo essere.
Chi è Lady Barbra, che lo assolda per una missione in incognito? E la donna che tutti chiamano "La Salvatrice"? Killian Jones è troppo scaltro per non capire che c'è altro oltre le apparenze.
Due anime che sanno leggersi l'un l'altra. Che succederà quando intenti e passione si incontreranno?
"Preferisco non averti che averti una sola volta e perderti per sempre .." Il dolore vissuto che rende oscuri e una nuova luce che permetterà loro di trovarsi ed amarsi anche se sembrava impossibile. Ciò che hanno fatto nella loro vita e ciò che faranno sarà per amore. Solo per amore.
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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XII Capitolo
Il Falco segue la Colomba
 
A volte anche le brevi distanze sembrano chilometri se ti separano da chi ami. Anche se corri velocemente sembra di non arrivare mai, anche se arrivi in un secondo il tempo ti sembra infinito.
 
Emma si era fiondata fuori dalla sua cabina, il cuore stretto da una catena che lo stava stritolando, nel cervello risuonava la frase “Non si riprende”. Quella maledetta gonna le impediva di correre, la sollevò con le mani per rendersi liberi i movimenti. Uscì sopracoperta e vide gli uomini della ciurma chinati intorno al corpo di Killian, disteso a terra, vicino al timone. Spugna la seguiva, ancora con il berretto di lana rossa in una mano.
 
– Killian! Killian! Spostatevi, vi prego facciamolo respirare!
 
Gli uomini all’unisono si spostarono al suo ordine, ognuno con la preoccupazione dipinta sul volto. Emma si inginocchiò accanto al Capitano. Aveva il viso ed il collo arrossati, gli toccò il collo e la fronte, spostandogli il ciuffo dalla fronte bollente e sudata. Scottava molto. La febbre lo stava divorando, da quando stava in quelle condizioni? Per essere svenuto doveva avere una grave infezione in corso.
 
- Dio mio la sua mano! Si deve essere infettata in qualche modo! Maledetto il mio orgoglio e la sua testardaggine. Abbiamo combinato un bel pasticcio! Se solo avessi dato il suggerimento che mi chiedeva Paul l’altro giorno, ora lui non sarebbe su questo tavolato esanime. Sono stata una stupida, se dovesse succedergli qualcosa di male non potrei mai perdonarmelo.
 
Emma pensava questo mentre carezzava la fronte e controllava il battito cardiaco di Killian. Il suo cuore, giovane e forte, aveva il battito irregolare per la febbre da cavallo che lo affliggeva. Il rimorso prese il posto della catena di prima intorno a quello di Emma.
 
– Presto! Prendetelo e portatelo nel suo alloggio, io prendo i Sali!
 
Corse velocemente al grosso scrigno posto nella sua cabina, lo aprì  nella sua parte centrale e rivelò i vari cassettini, cercò febbrilmente i Sali, sembrava non ricordare dove fossero per l’ansia, eccoli, finalmente trovò la boccetta vitrea.
 
Quattro dei pirati portarono il loro Capitano nel suo alloggio e lo depositarono sul letto, adiacente alla parete che divideva la stanza da quella di Emma.
 
Lei si avvicinò velocemente a Killian, aprì la boccetta e l’accostò alle sue narici. Non si riprendeva neppure con i Sali, la cosa era preoccupante. Gli uomini guardavano la scena cercando di stare ad una giusta distanza per permettere i movimenti a quella che per loro era ancora Lady Barbra. 
 
– Il vostro Capitano ha la febbre altissima, ora controllerò la ferita alla mano, temo che possa essersi infettata. Cercherò di medicarla.
 
Si apprestò a fare quanto aveva annunciato. Scostò la striscia di lino che avvolgeva la mano di Killian, era sporca di sangue e siero giallo. Si rese conto che la ferita era effettivamente infettata. Come era successo? Comunque aveva usato il rum per disinfettarsi, lo sentiva da un  residuo del suo odore. Il taglio era abbastanza profondo,  doveva essere suturato da subito, ma quello schiocco zuccone non aveva voluto mostrarle la ferita quando lei lo aveva chiesto. Cosa aveva fatto in quei tre giorni che non lo aveva visto, a parte gridare ordini a destra e a manca, sparare con la pistola e governare la nave? ... I piccioni! Si era accostato ai piccioni?
 
– Eddy, per caso il Capitano ha accudito i piccioni questi giorni?
 
– Si My Lady, ma solo il giorno che me lo avete chiesto, uno dei piccioni gli si era posato sulla mano e inavvertitamente gli ha fatto male con gli artigli, l’ho sentito imprecare è venuto a disinfettarsi. Jefferson lo ha aiutato.
 
 – Avete prima lavato la mano con l’acqua Jefferson?
 
– No My Lady, il Capitano era piuttosto nervoso e non me ne ha dato il tempo, certe volte è intrattabile …
 
- Si lo so … Eddy corri da Paul,  digli di bollire dell’acqua e delle bende. Due di voi, Max … Brontolo e Steve … Bardo, riempite intanto di acqua fredda la tinozza in camera mia, temo che dovremo fare in modo di raffreddare il Capitano in modo drastico.
 
Chi aveva ricevuto ordini iniziò immediatamente ad eseguirli.
 
– Sarà meglio togliere quell’uncino a Killy,  My Lady!
 
– Si Jefferson, pensateci voi a questo, poi dovremo iniziare a svestirlo.
 
Mentre Fox eseguiva, Emma tornò nella sua cabina. Brontolo e Bardo avevano cominciato a versare a turno secchi di acqua fredda nella tinozza da bagno che Emma ancora non aveva avuto occasione di usare. Con l’aiuto di Spugna portò il forziere dei medicinali sulla scrivania di Killian per averlo più a portata di mano. Si procurò la bacinella di peltro smaltato che il Capitano teneva vicino alla porta, con la brocca d’acqua per la sua toeletta, la pose per terra vicino al letto. Con l’aiuto di Jefferson tolse il pastrano, il panciotto e la camicia all’uomo che non sembrava dare segni di vita e restava inerme con la testa ciondolante ad ogni loro movimento per liberarlo dagli abiti.
 Emma dovette riaprire la ferita con un bisturi, che teneva già sterilizzato e custodito nella cassa dei medicinali, la ferita comunque non era chiusa del tutto. Dovette premere il palmo della mano ferita per far fuoriuscire il liquido giallastro che si stava formando, fino a veder uscire il sangue rosso vivo, pulito, che cadde nella bacinella sottostante. Il dolore fece ridestare Killian che, febbricitante e in preda al delirio, cercò di difendersi. Diede un colpo ad Emma facendola cadere all’indietro. Jefferson si buttò su di lui per fermarlo. Per fortuna l’uncino era stato tolto o gli avrebbe cavato un occhio, visto che usò il braccio monco per colpirlo. Il Capitano gridava frasi senza senso. Arrivò anche Jambon con Eddy, portavano l’acqua bollita e le bende. Emma lavò accuratamente la ferita. Doveva suturarla immediatamente, ora che era pulita perfettamente.
 
– Per favore Max, trovate qualcosa da fargli stringere tra i denti, sarà doloroso, la mano è molto infiammata. Mentre io suturo i lembi della ferita mi raccomando Paul e Jefferson tenetelo fermo. Spugna intanto mi aiuterà a tenergli aperta la mano.
Brontolo si tolse la cintura di cuoio dai pantaloni, la piegò più volte e la mise tra i denti del malato.
Non fu facile tenere il Capitano, era una furia e delirando non aveva la coscienza che ciò che stavano facendo era per il suo bene. Occorsero una decina di punti per riunire sia il tessuto sottostante che l’epidermide.
 
– Paul avrò bisogno di un’altra tisana. Sarà un misto di camomilla e altre erbe antidolorifiche. Si addormenterà e intanto faranno effetto i farmaci che gli somministrerò.
 
Dirigendosi verso lo scrigno prese una cannula di vetro, vi inserì un ago ad un’estremità, preparò una polvere bianca, usando un cucchiaio e parte dell’acqua sterile. Risucchiò il tutto con la cannula di vetro aspirando con uno stantuffo inserito dalla parte opposta all’ago.  Trovò la vena del braccio destro di Killian e gli iniettò la sostanza. Notò il tatuaggio all’interno dell’avambraccio, un cuore trafitto da un pugnale e il nome di una donna scritto su di esso. Tutti la guardavano con terrore negli occhi. Pirati, grandi e grossi, spaventati dall’ago di una siringa! Pensò Emma e cercò di tranquillizzarli.
 
– State tranquilli miei signori, sto iniettando del chinino, una dose abbondante per far abbassare la febbre al Capitano Jones, altrimenti oltre a delirare avrà convulsioni che potrebbero danneggiargli il cervello.
 
Jambon portò la tisana con le erbe che Emma gli aveva procurato, melissa camomilla e belladonna, la fecero intiepidire. Emma si mise dietro la schiena nuda di Killian per tenergli la testa e fargli bere la tisana. I pirati continuavano a tenerlo fermo. La tisana fu ingerita in massima parte, anche se un rivolo fuoriuscì dalle sue labbra.
 
 – Dobbiamo agire in modo drastico e accelerare l’effetto del chinino. Toglietegli gli indumenti restanti, avvolgetelo bene nel lenzuolo in modo da non potersi muovere e immergiamolo nella tinozza.
 
 I pirati eseguirono ogni minima disposizione e Killian si ritrovo nel giro di pochi minuti nell’acqua fredda. Urlò, si dimenò, ma dopo il primo impatto si abituò al fresco benefico dell’acqua, si calmò, cominciò a rilassarsi ed il concentrato di camomilla ed erbe calmanti e antidolorifiche iniziarono a donargli una piacevole sonnolenza. Fu riportato sul suo letto, il lenzuolo bagnato fu tolto e venne ricoperto con un altro pulito.
Eddy solitamente si occupava di riassettare la camera del capitano e sapeva dove teneva la biancheria, fu utile ad Emma per destreggiarsi meglio in quella stanza.
 
Finalmente dormiva tranquillo, la febbre si stava abbassando, la sutura era fatta. Ora era necessario medicarla. Emma congedò gli uomini ringraziandoli per la collaborazione. Tutti risposero che era stato un onore e un dovere aiutare il loro Capitano. Ognuno tornò alla sua mansione. Nicodemo e Moscerino avevano intanto accudito al timone e alla vedetta, erano posti che non potevano mai essere abbandonati. Furono scambiati da Spugna e Jefferson che presero il comando della nave e ripresero gli ordini del giorno che Killian aveva disposto quella mattina, gli altri due marinai poterono far visita al Capitano e accertarsi della sua condizione; anche loro erano costernati e riuscirono solo a porgere un inchino di saluto a Lady Barbra che sembrava provata più di loro, si scambiarono un’occhiata e decisero di lasciarli soli. Killian era in ottime mani, non avrebbe potuto desiderarne di migliori!
 
Emma preparò un piccolo impacco di erbe da mettere sulla ferita, un miscuglio fatto con artiglio di diavolo  e aloe per le loro capacità antinfiammatorie e aglio per le proprietà di antibiotico naturale. Sapeva che Killian avrebbe dovuto combattere alcuni giorni. La febbre gli avrebbe dato momenti in cui avrebbe sentito un gran caldo e altri in cui avrebbe tremato per il freddo. Lei sarebbe rimasta al suo fianco, giorno e notte, lo avrebbe vegliato e accudito, avrebbe cambiato la medicazione e avrebbe umettato il suo corpo secondo la necessità. Chiese al cuoco di preparare per pranzo e cena dei brodi di carne.
 
Furono giorni intensi e di preoccupazione, soprattutto i primi tre, in cui la febbre tornò ad alzarsi molto. Killian sopportava bene il chinino, non ebbe effetti collaterali gastrointestinali. Emma era accorta a far si che avesse un continuo ripristino di zuccheri, necessari con l’uso del chinino, la mattina, facendosi sostituire da Eddy o da Paul, andava nel proprio alloggio, si riassettava, controllava la parrucca, si lavava e cambiava, poi di persona preparava la colazione per Killian a base soprattutto di cioccolata calda e più tardi the al limone con miele. La notte vegliava al suo fianco e, nei momenti in cui lo vedeva sentir freddo, aggiungeva coperte e cercava di donargli il calore del suo corpo entrando nel letto, al suo fianco e tenendolo tra le braccia.
 
Quando la febbre si rialzava, sentiva il suo respiro farsi più affannoso, smaniava e cercava di togliersi le lenzuola di dosso per avere refrigerio. Spesso parlava nel sonno, si lamentava, piangeva e chiedeva alla donna del tatuaggio di non lasciarlo. In  un’occasione riaprì gli occhi, si mise a sedere e scambiò Emma per quella donna
 
– Milha, sei tornata … stammi vicino … non te ne andare più!
 
Emma rispose che non se ne sarebbe andata e quando lui le chiese di abbracciarlo e baciarlo, intenerita finse di essere quella donna e lo accontentò, cullandolo tra le braccia mentre lui, più sereno, ricadeva nel sonno e nel sogno.
 
Era nudo sotto le lenzuola, Emma bagnava un panno di lino e lo poneva sulla sua fronte. Con un altro panno, bagnato di acqua fredda, delicatamente gli rinfrescava le braccia, il collo, il torace e le gambe.
 
 
Quanto poteva essere bello e perfetto, anatomicamente, il corpo di un uomo! Nei libri di anatomia di Frate Benedictus aveva studiato e visto che opera d’arte il Signore aveva creato con il corpo umano. Killian era una magnifica creatura. Emma non trovava imperfezioni in lui, almeno nessuna data da madre natura. Di cicatrici sul suo corpo ce ne erano diverse.
Umettandogli il viso aveva tolto il nero con cui il pirata si contornava gli occhi. Aveva pensato che fosse quello a dare profondità al suo sguardo, ma in un’occasione che Killian delirando aveva riaperto gli occhi, si rese conto che erano meravigliosi di suo, bastava la forma stessa ed il colore, di un intenso azzurro, a renderli magnetici, con le lunghe ciglia brune che avrebbero fatto invidia a qualsiasi donna.
Il suo viso, ornato dalla barba di una lieve sfumatura rossa, tra il bruno dei capelli scuri, che contornava il mento ed i baffi che bordavano il suo labbro superiore, aveva tratti regolari che gli conferivano una sembianza virile e un tocco di dolcezza, che tradiva il suo buon cuore. Guardandolo, così indifeso e abbandonato, la notte, tra le sue braccia, vedeva sparire l’irrequieto e tenebroso pirata per lasciare il posto al romantico, idealista e generoso Tenente Killian Jones. Che peccato non averlo conosciuto la sera di quel fatidico suo diciottesimo compleanno. Sua madre aveva visto giusto, Killian era perfetto per lei. Le piaceva tutto di lui,  ogni dettaglio del suo corpo la attirava inspiegabilmente. Il suo bel viso … quella lieve cicatrice che si estendeva quasi orizzontalmente sullo zigomo destro, probabilmente una ferita giovanile, era appena evidente. Il fisico atletico, con i muscoli scolpiti come nella roccia, sodi, forti sotto la pelle tesa e liscia coperta di peluria bruna.
 Umettò lentamente il suo collo, era una carezza che gli stava dedicando e la febbre le stava dando una meravigliosa scusa per toccarlo anche con la mano libera. Le spalle ampie, i pettorali ben sviluppati. Aveva scoperto, sul suo torace, un'altra catenina, più lunga di quella con i due ciondoli che si vedeva di solito sul triangolo di petto che esponeva con la camicia semiaperta. A quella catenina vi era infilato un anello maschile, sicuramente un amuleto o un ricordo affettivo; aveva dovuto togliergli ambedue le collane per evitare che, smaniando, si strozzasse e le aveva depositate sul ripiano del comodino che affiancava il letto. Sulla spalla sinistra aveva scoperto un singolare tatuaggio che si estendeva dalla sommità del deltoide, andando verso il braccio, finendo con una stella più grande delle altre sei; riproduceva la costellazione dell’Orsa Minore; Emma la conosceva bene, l’ultima era la stella Polare  che indicava l’emisfero settentrionale, era importantissima per i marinai e per i viaggiatori in generale. Sicuramente era fondamentale anche per il Capitano Jones che l’aveva voluta incidere sulla sua pelle, chissà per quale motivo? Umettò il suo addome, carezzando contemporaneamente con la mano sinistra i rilievi a tartaruga dei suoi addominali, che gli conferivano un addome piatto, senza un filo di adipe. Le venne spontaneo un confronto con suo marito Neal, completamente l’opposto fisicamente. Scacciò l’immagine di Neal, meno piacevole di quella che aveva davanti. La peluria scura si insinuava, formando una linea centrale sull’addome, verso il basso, riaprendosi sul pube, beh! Anche lì la differenza era notevole! Emozionante la sensazione nel toccare la pelle setosa della sua virilità, che nel sonno subiva un naturale riflesso, presente anche in quel momento. Bene! Era un buon segno! Killian stava guarendo, entro un paio di giorni lo avrebbe fatto risvegliare, smettendo di dargli quella tisana soporifera e antidolorifica. Coprì il suo inguine. L’indomani Eddy l’avrebbe aiutata a rivestirlo con le braghe di lino candido. Lo vide rabbrividire e lo coprì con la coperta. Non sembrò bastare, ne aggiunse un’altra e si sdraiò anche quell’ennesima notte al suo fianco, cullandolo sul seno. Pensò a Hanry, quante volte lo aveva tenuto così, teneramente tra le braccia, quando aveva la febbre. Gli mancava tanto quel dolce piccolo, moro e scarmigliato come Killian! Diede un bacio sulla fronte all’uomo che stava abbracciando, un po’ per lui e un po’ per il ricordo dei bacini che dava a suo figlio, nello stesso modo. Certo non era la stessa cosa, Killian non era un bimbo, lo vedeva bene, era un uomo che le piaceva, l’attirava come nessun altro. Era bello nel corpo e nell’anima, ma sapeva essere autoritario, aveva un carattere forte, passionale, impavido, spesso arrogante e indisponente, sicuramente era anche un buon amante, ma questo non doveva interessarle, gli aveva ricordato di essere sposata, non era il caso di pensare ad una cosa del genere, specialmente ora che era infilata nel suo letto e lo teneva tra le braccia.  Non le importò comunque più di tanto in quel momento, gli fece un’ultima carezza con la mano destra sulla guancia, mentre la sua testa era poggiata sulla porzione scollata del suo seno. Ovviamente era nel suo letto completamente vestita e pronta a scattare in piedi per ogni emergenza. L’unico fastidio era quella odiosa parrucca, che non toglieva da quasi una settimana, sperò di non beccarsi un’allergia per il collante usato. Si addormentò più serena quella notte, lui stava molto meglio.
 
 
Arrivò un nuovo mattino, giugno era arrivato prepotentemente da una settimana. La luce dell’aurora, che accompagnava il sorgere del sole, ora era più precoce la mattina. Inondò l’alloggio, scoprendo un uomo e una donna che abbracciati dormivano sul giaciglio del Capitano.
 
 L’uomo aprì gli occhi, non aveva più la febbre. I suoi occhi, azzurri come il cielo di quel mattino, realizzarono ben presto la situazione. La Principessa Emma dormiva nel suo letto e lui era tra le sue morbide e calde braccia. Sorrise al piacere di quell’abbraccio, alla bellezza del suo volto e vide a totale conferma di ciò che ormai sapeva, alcuni capelli biondi che fuoriuscivano da sotto la parrucca, che nel sonno si era spostata. Le labbra di Emma erano schiuse e si sentiva il suo respiro leggero. Desiderò di svegliarla con un bacio, come la bella addormentata della ballata che avevano suonato insieme, non sapeva quanti giorni prima. Se tutto fosse andato come stava andando, quella sera, si sarebbero risvegliati così come si era svegliato ora, abbracciati nel suo letto e non sarebbe stato l’unico ad essere nudo.
Era presto ancora, perché svegliarla e farla fuggire se vedeva che stava bene? Perché non godere ancora di quel momento raro? La abbracciò meglio, passando piano il braccio destro sotto la schiena di lei, cingendole la vita e chiudendola dentro al cerchio delle sue braccia, sistemando meglio anche il sinistro. Respirò il suo odore, continuando a guardarla, finché dopo una buona mezz’ora lei mosse le palpebre. Killian chiuse gli occhi e finse di dormire, continuando a godere di quel contatto e del calore del suo corpo.
 
Emma si svegliò completamente, il suo primo pensiero fu di voltarsi verso Killian per sentire se era febbricitante. Gli poggiò le labbra sulla fronte e le dita della mano al collo, si rese conto che lui la stava stringendo forte, nonostante dormisse e qualcosa di turgido premeva sulla sua coscia vestita dalla gonna. Disse rivolta a lui:
 
– Bene Capitano stai decisamente meglio, ti lascerò svegliare e potremmo smettere con la tisana.
 
Cercò di staccarsi dalla sua presa, ma sembrava metterci la volontà per non aprire le braccia, non è che stava fingendosi addormentato? Poi lo sentì rilassarsi e lei sgattaiolò fuori dal suo letto. Killian aprì appena un occhio per vedere cosa facesse. Si stava stiracchiando, poi uscì dalla sua stanza. Il Capitano si tolse la coperta di dosso si infilò le braghe e i pantaloni di pelle, prese dall’armadio una camicia ampia di lino bianco, la infilò, ma la lasciò completamente sbottonata. Si rimise sul letto e aspettò di vederla tornare. Aspettò una mezz’ora, poi la porta si aprì e lei apparve come una bella visione, con una tazza di cioccolata fumante. Si bloccò vedendolo sveglio e approssimativamente vestito, i piedi scalzi e le gambe incrociate alla caviglia, la camicia aperta sul petto, le braccia incrociate dietro alla testa. Era una settimana che lo vedeva nudo e dormiva con lui tra le braccia, eppure le fece un effetto incredibile vederlo ora, più coperto ma estremamente sensuale. Sembrava che non fosse mai stato malato, aveva veramente un’ottima ripresa.
 
 – Chiedo scusa, se avessi saputo di trovarti sveglio avrei bussato!
 
– Non hai motivo di scusarti, anzi sono io che ho tutti i motivi per poterti ringraziare Principessa.
 
Emma sentì quell’appellativo pronunciato in modo un po’ diverso dal solito, ma non ci fece caso. Gli porse la tazza di cioccolato che aveva preparato personalmente e, prima di avvicinarla, ruotò il manico della tazza per posizionarlo verso la mano di Killian. Lui notò questa gentile accortezza nei suoi confronti e il calore nel torace tornò a farsi sentire, come quella mattina di pioggia sul ponte del timone.
 
 – Torno tra poco, vorrei farmi un bagno caldo, sono due settimane che non lo faccio e ne sento proprio il bisogno, vado a chiedere a Jambon se è pronta l’acqua calda.
 
Si alzò per andare verso la porta.
 
 – Ho veramente mille motivi per dirti grazie, per tutto ciò che  hai fatto per me in questi giorni Emma, grazie veramente.
 
– Non mi ringraziare Killian, probabilmente tu avresti fatto lo stesso per me!
 
– Si, Emma per te farei qualsiasi cosa …
 
In quel momento, mentre lui la guardava intensamente, lei realizzò che l’aveva chiamata Emma per due volte.
 
– Immaginavo che non sarei riuscita a nascondertelo a lungo e sospettavo che l’avessi già capito, da quando lo sai?
 
Killian si alzò lentamente, ma con agilità, dal letto e le si avvicinò a pochi centimetri
 
– Lo so dal primo momento che i tuoi occhi verdi si sono posati su di me e mi hanno trafitto il cuore … Emma.
 
La prese alla vita con il braccio ancora privo dell’uncino, l’accostò totalmente al suo petto seminudo, le portò la mano destra al viso e le carezzò la guancia imporporata, avvicinò ancora di più le labbra alle sue, guardandola intensamente negli occhi e poi, abbassando le palpebre, unì le labbra a quelle di lei che si aprì a lui come un fiore, lasciando che la sua lingua la cercasse e facendosi trovare, per danzare insieme in un calore voluto, desiderato e sperato da ambedue.
 
Emma adorava il cioccolato, amava i suoi baci, quello era un bacio al gusto di cioccolato, mescolato al sapore di Killian, a al suo, ingredienti di qualità eccellente per un bacio sublime che sarebbe stato impossibile da dimenticare e per questo lo prolungarono, volevano ambedue ritardare il più possibile il momento in cui ne avrebbero sentito la mancanza.
 
Dovettero distaccarsi, controvoglia, Emma fece scivolare le mani dalle spalle di Killian lungo le sue braccia, in un movimento lento, tipico di un’ ultima carezza, mentre Killian allo stesso modo, dalla guancia fece scivolare la mano fasciata, lungo il suo collo, carezzandolo ancora con le nocche. Avevano bussato alla porta, i loro occhi ancora persi da quelli dell’altro. Dissero all’unisono “Avanti” e si sorrisero per averlo detto insieme. Jambon fu felice di vedere il Capitano in piedi e di buona cera, il contatto con Emma effettivamente gli aveva ridato colore alle guance e anche lei sembrava più radiosa con quel sorriso felice sulle labbra. Jambon lo notò e pensò nuovamente alla mela rossa composta da due parti perfettamente combacianti. Era venuto ad avvisare Lady Barbra che l’acqua bollente per il suo bagno era pronta.
 
Emma lasciò Killian nella sua stanza, rivolgendogli un sorriso di commiato e una leggera carezza sulla guancia destra e andò a prepararsi per il suo agognato bagno.
 
Nella tinozza c’era ancora l’acqua usata per Killian, la lasciò, non era sporca e vi fece aggiungere quella bollente. Jambon richiuse la porta dietro di sé, lasciando il secchio ad Emma, che vi rimise dell’acqua miscelata per risciacquarsi dopo i capelli. Versò dei Sali al profumo di fiori di campo e usò sul suo corpo candido un olio alla lavanda. Si immerse in quell’acqua e si rilassò buttando via la stanchezza e le preoccupazioni dei giorni precedenti. Chiuse gli occhi, appoggiandosi alla sponda alta della tinozza lignea e si massaggiò lentamente le membra, il seno, il collo, tornò verso la pancia e si avviò a lavarsi le parti intime, mentre lo faceva non riuscì a non pensare a lui, al bacio di poco prima e al suo tocco meraviglioso della sera in cui si era poi ferito. Perse la cognizione del tempo, si lavò i capelli, finalmente liberati dalla parrucca di Lady Barbra, li districò aiutandosi con una piccola quantità di olio di lavanda e pettinandoli sul seno. Si alzò in fine e si versò l’acqua appena tiepida del secchio, per risciacquarsi.
Non si era accorta dei passi alla porta, ma sentì bussare, rispose semplicemente
 
– Si?
 
Senza rendersi conto che nella fretta di entrare in acqua si era spogliata velocemente e aveva dimenticato di chiudere a chiave la porta.
 
 
Rimasto solo Killian cercò di riprendere il controllo della situazione. Basta pensare ad Emma! Più facile a dirsi che a farsi … Doveva fare il suo dovere adesso. Aveva poltrito troppo a lungo con la febbre. Non si era reso conto di quanto tempo fosse passato e quando Eddy entrò per riassettare la stanza gli confermò che effettivamente era stato senza conoscenza per una settimana buona. Maledizione! Tutto quel tempo per un taglio da idiota?! Doveva controllare la rotta. Jefferson e Jack se la cavavano bene, ma se il loro Capitano non gli dava i dati per la rotta potevano essere stati in serie difficoltà. Si finì di vestire velocemente, non perse tempo con il bistro per gli occhi, prese da uno dei ripiani della libreria la borsa di cuoio marrone che conteneva il sestante e andò sul ponte per controllare la rotta. Jefferson al timone lo salutò sorridendo con la mano alzata a saluto militare, vecchia reminiscenza della Marina Militare. Era felice di rivederlo finalmente in piedi, avevano tutti temuto per la sua vita, tanto era stato grave!
 
Il Capitano poggiò la lente all’occhio destro, regolò lo strumento e dopo poco imprecò. Erano fuori rotta di almeno due giorni, era necessario virare e rimettersi sulla rotta giusta. Apostrofò malamente Jefferson e gridò a Spugna di presentarsi immediatamente sul ponte. In un attimo furono tutti alla sua presenza, a parte Jambon che era in cambusa a preparare per avviare il pranzo. Con i suoi ordini urlati ai sette venti, uniti a colorite imprecazioni, rimise in pari quella settimana di assenza. Quando ebbe finito, ancora con espressione accigliata guardò uno ad uno i suoi uomini. Nonostante i rimproveri, stranamente erano contenti e sorridevano. Ma erano incoscienti o impazziti?! All’improvviso gli gridarono in coro:
 
- Bentornato Killy!
 
 - Naah! Al diavolo ragazzi! Ognuno al suo posto!
 
Rimise il sestante nella cartella di cuoio. Doveva avvisare Emma e aveva trovato un modo per ringraziarla della sua gentilezza per le cure che gli aveva prestato durante tutta quella settimana, Eddy gli aveva raccontato ogni dettaglio di quanto accaduto ed in effetti Emma era stata encomiabile. Si rese conto che tutte le belle parole che Angus  O’ Danag aveva speso per la sua Lady Emma, quando gli aveva parlato di lei alla taverna, corrispondevano alla realtà, non erano esagerazioni di un uomo grato.
 
Andò verso il suo alloggio, gli tornò in mente l’intimità di poco prima, la sua vicinanza ed il suo calore abbracciati nel letto, già sentiva nostalgia di lei ed era a due passi da lui. Erano passate due ore abbondanti, sicuramente aveva finito la sua toeletta. Bussò alla porta, il cuore accelerò i battiti, non vedeva l’ora di rivederla, sentì quel “Si” di risposta, abbassò la maniglia ed aprì la porta.
 
Quello che si mostrò ai suoi occhi fu l’immagine della dea Venere uscita dalle acque.
 
Emma era voltata di tre quarti rispetto alla porta,  seguì, incantato, a bocca aperta, la linea sinuosa del suo profilo, ogni sua curva, dal collo di cigno al seno piccolo ed alto, il ventre piatto, la linea della schiena che finiva con la rotondità dei glutei e meraviglia a completare la perfezione, i suoi lunghissimi capelli biondi, ancora umidi, appena lavati …
 
Emma emise un grido e afferrò il lenzuolo per coprirsi sul davanti. Si drappeggiò alla  meglio il lenzuolo sul seno, senza rendersi conto che ancora era scoperto per una buona porzione 
 
- Che diavolo Killian! Non ti ho dato il permesso di entrare!
 
L’uomo scosse la testa per riprendersi, l’imbarazzo prese il sopravvento, si portò l’indice verso l’orecchio e si grattò la testa girandosi a 90 gradi rispetto ad Emma per distogliere il suo invadente sguardo da lei.
 
– Chiedo scusa ho sentito quel “Si”, mi era sembrato un consenso a farmi entrare … non volevo essere inopportuno ..
 
Emma notò il suo sincero imbarazzo, non stava mentendo, era stata una situazione  casuale, sorrise a vederlo arrossito, si Captain Hook era capace di arrossire! Provò una grande tenerezza per lui, ogni tanto usciva quel lato da ragazzo che lei adorava!
 
Killian non ci mise molto ad uscire dall’imbarazzo
 
  – Per Dio Emma! Sono più di due ore che stai facendo il bagno … pensavo avessi finito! E poi hai lasciato la porta aperta … poteva essere chiunque …
 
 Ora faceva il finto arrabbiato, lei continuava a sorridergli, lui vide della malizia nello sguardo di lei, ridiventò padrone di sé e si mosse con il suo solito sguardo furbo, con un sopracciglio alzato verso di lei che ora, a sua volta iniziò a cambiare il bianco del suo seno e delle guance in roseo. In un secondo le fu a pochi centimetri dal viso
 
 – Ero venuto a dire che in questi giorni di mia … assenza … siamo usciti di rotta di un paio di giorni, quindi vireremo e ci rimetteremo sulla rotta corretta …
 
 - Bene!
 
 – Inoltre penso che dobbiamo parlare e che tu mi debba parecchie spiegazioni …
 
– Bene!
 
 – In più vorrei ringraziarti per le tue cortesi attenzioni di questi giorni e invitarti di nuovo a cena nel mio alloggio …
 
 Lei strinse le labbra con un po’ di disappunto, ricordavano perfettamente la cena precedente e come era finita
 
 - Ti prometto che non finirà come l’ultima volta, sarò un gentiluomo, sempre che non sia tu a pensarla diversamente …
 
Le rivolse un sorriso smagliante e seducente
 
– Mmm …
 
 - Ah! Ultima cosa … potresti venire a cena così?
 
– Cooosìì?!
 
– Nooo … non così … così … volevo dire senza quella parrucca corvina. Non sto invitando Lady Barbra, ho invitato la Principessa Emma Swan. Comunque …
 
Si avvicinò di più e le spostò un ricciolo biondo dietro l’orecchio. E con sguardo ammiccante aggiunse:
 
 - Comunque sarebbe interessante se venissi così … sei bellissima Emma … e il rossore sulla tua pelle ti dona molto …
 
Si voltò e andò via, lasciandola rossa sulle guance che aveva sfiorato con una carezza dicendo le ultime parole.  Sarebbe andata a cena da lui, aveva molto da spiegargli e anche da chiedergli. Le venne una piccola idea dolce per lui, doveva parlarne a Paul, si sarebbe fatta aiutare a preparare una torta al cioccolato, in fin dei conti era ancora convalescente.
 
Killian si chiuse la porta alle spalle e rimase un attimo appoggiato ad essa con le spalle, emise un muto fischio con le labbra, guardò in basso verso il cavallo dei pantaloni, alquanto rigonfio, doveva calmarsi o non arrivava a quella cena. Entrò nella propria stanza, si tolse il pastrano, la camicia di lino bianca e gli stivali. A dorso nudo e scalzo uscì dirigendosi sopracoperta. Un bagno gelato in mare gli avrebbe fatto passare i bollori.
 
Eddy spazzava il ponte, si bloccò esterrefatto nel vedere il suo Capitano dirigersi a quella velocità e seminudo alla balaustra, prese per un braccio Jefferson che, di spalle, stava annodando una cima e lo fece voltare. Non era la prima volta che Killy faceva un tuffo in mare, si allenava spesso anche con il nuoto, almeno due volte a settimana e con la spada tutti i giorni, ma dall’espressione …. Poi si accorse che aveva bisogno più che altro di sfogarsi. Spugna intervenne quando vide Killian pronto per buttarsi
 
– Capitano siete convalescente forse non dovreste, l’avete chiesto a Lady Barbra? 
 
- Non è mia madre ne la mia balia Jack, che diavolo dici! E poi sento una forza da leone in questo momento!
 
 Fox sorrise a sentirlo, certo sicuramente si sentiva un leone!
 
– Ma Capitano, è una zona piena di squali.
 
 – In questo momento Spugna, sarei contento di incontrarne uno, sarebbe lui lo sfortunato.
 
Con queste ultime parole si gettò in acqua con un tuffo da campione. I tre uomini si affacciarono all’unisono preoccupati. Killian era sparito nella profonda acqua blu. I minuti passavano e non riemergeva neppure per respirare. Spugna si tolse il berretto e cominciò a stritolarlo per l’ ansia, Jefferson era strattonato ripetutamente da Eddy e alzava gli occhi al cielo, poi finalmente videro la testa bruna riemergere, i capelli incollati alla fronte.
 
 – Non state lì impalati idioti, lanciatemi una cima!
 
Non se lo fecero ripetere due volte, gli lanciarono la cima come richiesto e lo issarono a bordo. Lo guardarono sorpresi, agganciata all’uncino Killian portava la preda che aveva cercato e pescato, un’enorme aragosta, la cena che avrebbe offerto alla “sua Principessa”.
 
– Eddy portala a Jambon e digli “Cena per due nel mio alloggio”
 
Si voltò verso Jefferson e lo vide fargli l’occhiolino con un’espressione di apprezzamento. Gli lanciò una delle sue occhiate alzando il sopracciglio e tornò verso il suo alloggio, scontrandosi con Emma che con una certa fretta voleva andare a controllare i suoi volatili che non vedeva da una settimana.
 
– Killian sei … sei ..
 
- Nudo o bagnato che ti sorprende di più Swan?
 
 – La tua nudità, per tua informazione non mi sorprende più, dopo una settimana che ti ho davanti. Invece che accidenti hai combinato vorrei proprio saperlo, ti sei tuffato in mare per caso?
 
– Avevo bisogno di un bagno anch’io, non è mica solo una tua prerogativa!...
 
– Sei uno zuccone incosciente Killian Jones, sei ancora convalescente, potevi avere un collasso, ti rendi conto che stavo per perderti? Non so neppure io come sei riuscito a sopravvivere a quell’infezione …
 
Gli occhi di Emma erano furenti e lucidi, sembrava quasi che volesse piangere
 
– Calmati Love! Ti ho già detto che sono bravo a sopravvivere e questa volta avevo un motivo in più per tornare …
 
 - Sparisci dalla mia vista Jones e vai ad asciugarti … prima di prenderti qualche altro malanno!
 
 Andò via come una furia, Killian la seguì con lo sguardo … aveva detto “Stavo per perderti” … il freddo, residuo del bagno, sulla sua pelle sparì in un attimo, al suo posto si stava irradiando il calore che aveva sentito ancora una volta nel petto.
 
Si incrociarono ancora durante la giornata, di solito lo guardava un po’ in cagnesco e in un’occasione gli fece anche la linguaccia, scatenandogli una risata. Non era proprio arrabbiata, cominciava a conoscerla, aveva temuto veramente di perderlo, qualcosa doveva pur significare. La vide fare la spola tra la cambusa ed il suo alloggio diverse volte, portando qualcosa in mano … che stava combinando? Intanto un profumo squisito si propagava dalla cambusa al resto della nave, un odore che gli ricordò la sua casa in Irlanda, la sua famiglia, una carezza ed un bacio di sua madre, i compleanni da bambino. Lei era “casa” si trovò ancora a pensarlo. Decise che quella serata l’avrebbe resa speciale per lei.
 
Jambon prese il necessario per apparecchiare, i due zucconi avrebbero combinato qualche altro danno quella sera? Sperò di no ovviamente. Quando erano insieme si sentiva intorno un’ elettricità incredibile, ormai tutti se ne erano accorti e li guardavano facendo tifo per loro. Jambon sapeva che Jefferson aveva allestito delle scommesse, se Killian lo avesse scoperto!
 
La tavola era impeccabile Paul vide il suo Capitano particolarmente nervoso, sembrava un ragazzino alla prima cotta ed al primo appuntamento, sorrise tra sé. Quella donna era proprio ciò che ci voleva per lui, dopo Milha non lo aveva più visto così felice, anzi per la verità non lo aveva mai visto così felice nemmeno con Milha. Quella sera sembrava un damerino, aveva abbandonato il suo abbigliamento in pelle e indossava sopra la camicia di seta avorio, con una sciarpa al collo della stessa stoffa, un pastrano di broccato color cammello, pantaloni neri aderenti e stivali in cuoio nero. Ben pettinato e con la barba sistemata a puntino.  Veramente un bel giovanotto il suo Capitano. Uscì per controllare i fornelli, l’aragosta era quasi pronta. Si imbattè in Lady Barbra. Oddio! Poco gli mancò all’infarto. Indossava un lungo vestito rosso che le donava molto e i suoi capelli … Signore Santo! Sciolti sulle spalle erano biondi, come biondi? Si incredibilmente biondo oro, era chiaro che fino ad allora aveva indossato una parrucca. Pensò che avesse fatto bene a camuffarsi, già mora aveva conquistato tutti, bionda, così eterea, elegante … gli uomini per resisterle si sarebbero buttati in mare. Fortunato Killian! Pensò. Le fece un inchino
 
– Madame la cena sarà servita tra breve, il Capitano l’attende nel suo alloggio.
 
Bussò alla porta e appena sentì l’invito ad entrare aprì,  Killian era lì, bello come non mai, circondato da un’ innumerevole quantità di candele accese in tanti candelabri che rendevano la stanza estremamente illuminata. L’uomo rimase senza fiato nel vederla, era mai possibile che ogni volta che compariva davanti a lui le sembrasse più bella della volta precedente ?
 
– Qualcosa non và Killian – si preoccupò – non ti piace il mio vestito, hai detto che il rosso mi dona …
 
 - Si l’ho detto, ma sono abbagliato da quanto ti doni in realtà e i tuoi capelli basterebbero già da soli … ad illuminare questa stanza … Benvenuta Principessa Emma Swan Charming Pendràgon alla serata danzante in vostro onore.
 
Fece un profondo inchino e si avvicinò prendendole la mano destra e baciandola.
 
 -Mi presento My Lady: Conte Killian Jones, per servirvi.
 
Emma scoppiò in una risata
 
– Killian una serata danzante?
 
 – My Lady, sei in debito con me di un ballo, sono dodici anni che aspetto che tu possa saldare questo debito. Ora ti ho ritrovata e farò in modo che tu mantenga una promessa che mi è stata negata il giorno del tuo diciottesimo compleanno, ti aspettavo da più di un’ora, non vedevo l’ora di vederti e prenderti tra le braccia, hai tardato a scendere ed il resto lo sai …
 
Ma veramente era tutto vero? Killian ricordava tutto di quel momento? Aveva desiderato conoscerla e ballare con lei? Era vero, ora erano insieme, anche lei lo aveva desiderato tanto, ma anche il suo desiderio era rimasto deluso, ora si poteva realizzare.
 
– Ma non c’è musica, vuoi ballare così?
 
– Dai Swan! Non dirmi che non senti la musica quando sei tra le mie braccia, perché io sento mille cori angelici quando sono con te!
 
Emma rise ancora, sempre esagerato e pieno di sé .
 
– Sei una donna di poca fede Swan, vieni da me, ti prometto che sentirai veramente la musica quando ti prenderò .. tra le braccia.
 
Il suo sguardo malizioso e i suoi doppi sensi, non sarebbe stato lui altrimenti! Emma stette al gioco e mise la sua mano sinistra nella destra di Killian che con il braccio uncinato la prese per la vita. Iniziarono a volteggiare nella stanza e con il loro volteggiare iniziò a sentirsi veramente una struggente musica venire dal soffitto. Emma era meravigliata.
 
– Ti avevo promesso musica, gli angeli dal cielo stanno suonando per noi … se non in altri modi … desidero offrirti il Paradiso così Love …
 
Ci stava riuscendo veramente, Emma si sentì serena, felice, era il Paradiso il suo abbraccio, il suo calore, il suo sorriso solare. Le vennero le lacrime agli occhi, come avrebbe fatto senza tutto questo, quando il loro viaggio sarebbe giunto al termine? Si strinse di più a lui per non mostrargli il viso, non voleva rovinare quel momento facendogli vedere la lacrima che stava rischiando di cadere dalle sue ciglia. Non vide che  Killian chiuse gli occhi quando accostò la guancia alla sua, anche lui sentiva scoppiare il cuore all’idea che non avrebbero avuto un futuro. Ora stavano vivendo il presente e nulla lo avrebbe portato via, il presente apparteneva a loro.
 
Era da tanto tempo che Steve il Bardo non suonava il violino, quella sera aveva avuto occasione di suonare per la donna meravigliosa che aveva salvato il suo Capitano, lo fece con tutto il cuore, sperando che l’amore che vedeva in quei due giovani potesse avere una realizzazione, Killian lo meritava e lei meritava tutto l’amore che traspariva dal suo Capitano. La musica che stava suonando era struggentemente romantica, era quella che lui gli aveva chiesto.
 
La serata continuò con la gustosa cena a base di Aragosta, Killian le confidò che l’aveva pescata con il tuffo della mattina, lei gli sorrise e gli rammentò di quanto comunque fosse stato incosciente. Poi iniziò il momento della verità. Doveva delle spiegazioni a Killian.
 
 – Ti sarai fatte molte domande sui motivi della mia sceneggiata Killian …
 
 - Veramente la domanda che mi viene in mente ora è su tuo marito Emma! Mi chiedo che razza di uomo è uno che lascia che la moglie se ne vada per mare con una masnada di pirati, e che moglie poi, una donna bellissima che può essere un bel bocconcino per chiunque, se fossi stata mia non te lo avrei mai permesso!
 
– Se fossi stata tua sarei stata la moglie di un pirata o sbaglio? Quindi non mi avresti portato con te? Non mi avresti protetta dal resto della masnada?
 
– Sei una principessa! Non avresti mai potuto sposare un pirata!
 
– Cosa ne sai, se io mi fossi innamorata di un uomo, diventato pirata, per l’uomo che è, credi che mi importerebbe il titolo più dell’amore? Se avesse due mani o una, credi che farebbe differenza se io lo amassi? Non mi è mai interessato il mio titolo nobiliare, io sono Emma la principessa come sono Barbra la commerciante. Barbra ed Emma convivono in me. Sono diventata Barbra per essere vicina al mio popolo, avere le sue confidenze, capire quali erano i suoi bisogni e intervenire come Emma. Da Lady Barbra vivo in una casa sulla parte opposta di Storybrook, ho creato una rete di fedelissimi che sanno la verità e sono il mio consiglio. Lady Barbra esiste in quanto esiste Emma Swan. Un passaggio segreto unisce la rocca alla casa. La gente mi vede per strada sia come Emma che come Barbra, per questo parlano di somiglianza tra noi, non sanno che è la stessa persona. L’aiuto che ti ho chiesto per il viaggio da Barbra “la commerciante” è vero, acquisterò merci per Storybrook e rifornirò gli empori che sono miei, ma gestiti dalle famiglie che proteggo come Emma, non lo faccio per lucro, lo faccio per migliorare la qualità della loro  vita e intanto porterò avanti un’altra missione della Principessa Swan. Una missione politica, che da quanto so di te ti sta a cuore e per cui ti chiedo di essere al mio fianco, non come pirata bensì come corsaro.
 
Killian era sbigottito, meravigliato, affascinato. Come lui, Emma non vedeva differenze sociali nelle persone, non teneva a titoli e metteva in primo piano il bene per il prossimo e l’amore, erano i principi che anche sua madre gli aveva insegnato con la religione cattolica. Quanto coraggio e cuore aveva la donna seduta davanti a lui. Quante verità gli aveva rivelato Angus su Barbra ed Emma, quanta ammirazione mostrava quell’uomo, erano la stessa persona
 
– Anche Angus sa la verità?
 
 – Angus è stato il primo a saperlo, è irlandese come te, è stato costretto a fuggire dalla vostra isola o sarebbe morto di fame con i suoi ragazzi, io gli ho affidato la taverna, uno dei miei covi. La causa che perseguiamo è la stessa. Sono anni che trucco i libri contabili per impedire che le tasse esagerate di Re Guglielmo D’Orange affamino la mia gente, mio marito non avrebbe mosso un dito, è un debole, non ha iniziativa, ma si fida di me, appoggia quello che faccio solo perché sa che è giusto, non perché lo condivida veramente, non sarei qui fosse per lui, ma non sarebbe riuscito a fermarmi.
 
– Qual ‘è la tua missione nel Maine Principessa?
 
– Smuovere le coscienze, trovare alleati contro l’Inghilterra, seminare semi nei cuori della gente che possano diventare querce e le querce diventare boschi. Un giorno le Colonie d’America potranno essere libere e indipendenti, non ci saranno più schiavi, con l’Inghilterra ci sarà libero commercio e scambio democratico, ne servi ne padroni. Se non si potrà abbattere la monarchia in Inghilterra almeno che ci sia uno Stuard sul trono, molto cambierebbe, dal Galles alla Scozia, alla tua verde isola e qui.
Andrò da mio padre, la pensa come me, organizzeremo riunioni con la rete che ha costruito anche lui, non vogliamo essere insubordinati, vogliamo la giustizia. Combatti con me come corsaro Killian, smetterai di essere un ricercato e lavorerai per la tua gente! So che è già quello che fai, so che non puoi dirmi di no, cosa mi rispondi Killian? Prenditi tempo se vuoi!
 
– La mia risposta l’avrai subito Emma. Ti seguirò, anche dovessi arrivare ai confini del mondo e del tempo per te e con te, io sarò al tuo fianco, te lo prometto!
 
– Se la tua risposta è questa abbiamo un accordo da stipulare ed io scriverò una lettera di Corsa per te, ne ho l’autorità come Duchessa di Storybrook. Ora penso che possiamo festeggiare con una piccola sorpresa che ti ho preparato.
 
Sparì velocemente dalla porta e altrettanto velocemente ricomparve con una torta al cioccolato e crema. A Killian non parve vero, erano anni che non mangiava un dolce, in effetti l’ultima persona che aveva preparato un dolce per lui era stata sua madre, insieme ad Olivia, la madre di Fox. Sentì ancora il riaccendersi di un calore sempre più familiare nel petto.
 
– Certo Swan se vuoi arrivare al cuore di un uomo passando per il suo stomaco, credo che tu ci possa riuscire, dall’odore penso che sia squisita!
 
Lei sorrise compiaciuta e gliene servì un’abbondante fetta, il resto del dolce l’avrebbero mangiato gli uomini della ciurma, il loro amato Capitano era salvo, fu lui stesso a volerla condividere. Andarono insieme sul ponte, Killian chiamò tutti all’adunata e mangiarono il dolce di Emma accompagnato da una pinta di rum a testa. La meraviglia di quegli uomini quella sera non ebbe paragoni, non solo assaporavano il gusto dei ricordi dell’infanzia, avevano scoperto che Lady Barbra, nascondeva un segreto, svelato ora dai suoi meravigliosi capelli biondi. L’ammirazione ed il rispetto per lei, quando Killian la presentò con il suo vero nome, si mostrò con il silenzio più assoluto, poi all’unisono, si tolsero il cappello, almeno chi lo portava e si inginocchiarono davanti a lei con la mano sul cuore. Nessuno di loro aveva dimenticato le buone maniere galanti del marinaio della Regia Marina che era stato. Killian dichiarò che avrebbero avuto spiegazioni sulla missione che stavano compiendo, il giorno dopo. Si sarebbero riuniti sul ponte alle sei di mattina, molte erano le cose che dovevano sapere ma adesso era un momento da festeggiare.
 
Lasciarono gli uomini a ridere e a finire la torta e l’alcool, loro si spostarono nella parte più alta del ponte della Jolly Roger. Emma si sentiva libera, non aveva più motivo di mentire, era proprio vero, la verità rende liberi. Sorrideva con i capelli smossi dalla brezza notturna. Le stelle brillavano nel velluto nero del cielo. Aveva trovato il suo primo alleato, una persona che sapeva credere nei suoi stessi ideali. La prima parte del suo piano si era realizzata. Killian era l’uomo giusto, come aveva sentito e sperato nel profondo, quando August le aveva riferito chi era il capitano della splendida nave che era approdata al porto di Storybrook.
 
August ora doveva essere informato, l’indomani sarebbe partito il primo piccione sulla via di casa. Emma sapeva cosa doveva scrivere nel messaggio da legare alla sua zampetta.
 
“Il nido è svelato. Il falco segue la colomba”
 
Si voltò verso Killian, scoprendo che la stava guardando. I suoi occhi sfavillavano alle luci delle torce sul ponte, le rivolse il suo sorriso solare. Uomo straordinario! Pensò Emma, con lui al suo fianco si sentiva sicura, nessuno le dava la forza che gli infondeva lui, neppure August che la proteggeva da una vita. Intrecciarono le dita cercandosi contemporaneamente. Fu spontaneo per Emma posargli la mano destra sul petto, fu spontaneo per lui chinare il capo verso di lei che gli diceva “Grazie Killian”, fu ancora più spontaneo unire le loro labbra e perdersi nuovamente nel vortice di un altro bacio al cioccolato, per ritrovarsi a desiderarsi ancora, bruciando insieme su quel ponte, mentre la ciurma brindava alla loro felicità.
 
 
Angolo dell’autrice
Non è finita qui la storia, ancora altro succederà ai nostri eroi. Cosa ne pensate? Quali sono le vostre supposizioni? Se potete fatemi sapere sempre delle vostre emozioni e dei vostri pensieri. Ringrazio chi continua a seguire e a recensire, è bello avere “amici di penna”, mi fa piacere chiamarvi così, come fa piacere ricevere i vostri commenti. Le feste stanno finendo, il 2016 è arrivato, auguro a tutti che vi porti serenità ed esaudisca i vostri desideri. Per me partiranno numerosi impegni e userò molto il mio PC per lavoro, quindi potrei avere meno tempo per divertirmi a scrivere per piacere come ho fatto ultimamente con questa mia prima fan fiction. Niente paura per chi segue fedelmente e si è affezionato alla trama. Ho già tutto in mente e sono intenzionata a portare a termine la storia. Spero di postare se non tutte le settimane almeno ogni due. Controllate anche durante la settimana, potrei farvi delle sorprese, soprattutto se vedrò recensioni nostalgiche. Ancora un saluto a tutti e felice 2016 da Lady Lara
   
 
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