Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: Ramosa12    02/01/2016    6 recensioni
[Nuova Versione][AU]
Percy Jackson è il capo della più pericolosa banda criminale di New York.
Annabeth Chase è la solita ragazza che tutti definirebbero "perfetta".
Ma non è così.
Niente Dei,niente semidei.
Solo loro due con una vita perfetta o almeno così credono.
[Percabeth]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Jason/Piper, Nico/Will, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Rick Riordan; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 

Capitolo 1

 
  New York City,                         
 May 12,2015.                          
 
In quella giornata primaverile di maggio il tempo a New York non era uno dei migliori.
Grossi nuvoloni coprivano il cielo azzurro, attribuendogli un colore grigiastro, la pioggia scendeva fitta e le temperature erano diminuite notevolmente.
Appoggiata  sul davanzale della finestra di un appartamento non poco lontano dal centro vivo della città, c’era una fotografia scattata in un giorno estivo di qualche anno passato.
Ritraeva tre persone.
Tre persone che vivevano una vita felice, spensierata, senza alcun problema grosso.
Tre persone che non conoscevano ancora il dolore.

Una donna, sulla quarantina, abbracciava da dietro due ragazzi che sorridevano.
Il ragazzo, dalla pelle abbronzata e capelli corvini, guardava l’obbiettivo con occhi verdi profondi come gli abissi di un oceano.
La ragazza, invece, aveva più o meno l’età del ragazzo e lunghi capelli rossi incorniciavano il volto candido in cui vi erano stati incastonati due splendidi smeraldi.
Ma le cose erano leggermente cambiate, rispetto a quando i tre avevano scattato quella foto.
Gli smeraldi della ragazza avevano smesso di scintillare, lasciando un vortice di dolore nel cuore del ragazzo e della donna.
Rachel Elizabeth Dare era morta due anni fa segnando definitivamente il cambiamento del suo migliore amico, Percy Jackson.
Il dolore della perdita, prima del padre e successivamente di Rachel, era stato talmente forte da fargli respingere ogni energia positiva che lo toccava.
Abbandonò la scuola che frequentava con la sua migliore amica, navigando in un mare di sofferenza.
E, come ogni ragazzo alla deriva, approdò sull’isola dell’illegalità.
Iniziò a spacciare e, nel giro di un anno, riuscì a crearsi una propria banda criminale formata da ragazzi come lui, da chi cercava di guadagnare qualcosa attraverso atti illegali o chi reclamava l’esigenza di potere.
I mesi passavano e il clan di Percy finalmente fu ritenuto uno dei più pericolosi in giro, soprattutto per la loro giovane età.
Si creò anche una faida con la banda di un certo Luke Castellan, ma il ragazzo riuscì sempre a cavarsela al meglio.
Intanto, però, se la sua vita “lavorativa” procedeva al meglio, quella privata non proseguiva per la via giusta.
Si lasciò andare alle droghe varie, alle serate nelle discoteche e quando la donna sulla quarantina della fotografia, non altro che sua madre e matrigna di Rachel, iniziò a intuire cosa stesse combinando suo figlio decise di andarsene, stanca della situazione, e si trasferì in una località poco distante da New York.
Percy non prese bene la decisione della madre, ma in cuor suo sapeva bene che era tutta colpa sua quella situazione.
Purtroppo il lutto viene elaborato in modo diverso da persona a persona e il ragazzo non aveva intrapreso quello più giusto per condurre una vita "normale".
Quando un cellulare iniziò a squillare il ragazzo, steso sul letto accanto la finestra, si sbrigò a rispondere.
- Jason, dimmi- disse con la voce impastata dal sonno.
Sembrava quasi che la notte prima non avesse per niente dormito.
-Percy, senti, che ne dici se mi vieni a prendere e andiamo insieme alla base?- gli chiese Jason urlando leggermente per farsi sentire dalla confusione dei ragazzi a causa del cambio d’ora.
-Va bene, tra un’ora sono fuori la tua scuola- sbadigliò Percy stiracchiandosi e riattaccando.
Sì alzò dal letto, rinunciando all’idea di dormire almeno per un’ora, e si avvicinò alla fotografia accarezzando con il dorso della mano quelle due donne che erano state le più importanti della sua vita.
Scosse la testa e, afferrando al volo il giubbotto di pelle poggiato su di una poltrona, uscì di casa.
Aprì l’automobile che aveva rubato qualche mese prima e riverniciato di un nero pece e guidò verso la scuola di Jason.
***
Jason Grace era uno dei ragazzi più belli del clan di Percy e la sua bellezza, ovviamente, non veniva ignorata neanche dalle matricole della Goode High School.
Alto, fisico scolpito, occhi azzurro cielo e capelli biondo dorati come un campo di grano.
Soprattutto se a tutto questo si aggiungeva l’idea del cattivo ragazzo che aveva sempre attirato ogni ragazza.
Il problema era forse il suo carattere un po’ troppo protettivo e pignolo e per questo Leo Valdez, un altro ragazzo della banda, gli aveva attribuito il soprannome di “mamma orsa” della comitiva.
Si preoccupava sempre di tutto e tutti, mettendo i suoi amici al primo posto. E Percy lo invidiava per questo aspetto del suo carattere. Cercava, a volte, di essere come lui ma con scarsi risultati.
Parcheggiò di fronte alla scalinata di marmo della scuola aspettando l’arrivo del suo amico, tamburellando le dita sul volante cercando di restare sveglio.
Manca solo qualche minuto, forza Perce” pensò sbadigliando forte.
D’improvviso il suono assordante della campanella svegliò definitivamente il ragazzo e dal finestrino notò tutta l’orda di teen angels, che scendevano le scale.
Il suo sguardo però si soffermò su una ragazza che gli dava le spalle.
Si toccava i capelli biondi, probabilmente commentandone con le amiche che la circondavano mentre con l’altra mano reggeva l’ombrello per ripararsi dalla pioggia.
Proprio in quel momento una di quelle ragazze si accorse dello sguardo perso di Percy e sussurrò all’orecchio della bionda che si girò nella sua direzione per confermare la versione dell’amica. Il ragazzo distolse subito l'attenzione, concentrandola poi sulle sue mani che stringevano forte il volante.
Dallo specchietto laterale continuò ad osservare la ragazza bionda, sentendosi quasi imbarazzato, notando come sorrideva alle amiche, immaginando il suono della sua risata.
-Ehi, Perce, sei vivo?- gli picchiettò la spalla Jason, che si era intanto accomodato sul sedile accanto.
-Mh? Sisi, scusami…- rispose lui risvegliandosi dallo stato di trance.
-Che stai guardando? O meglio dire, chi? - domandò malizioso notando il gruppetto di ragazze che sembravano uscire da una sfilata di moda per la loro bellezza –Ah, Percy, loro non fanno per te- aggiunse poi, rendendosi conto dell'oggetto dell'interesse dell'amico.
-Cosa? E perché?-chiese perplesso il ragazzo continuando ad osservare la ragazza come uno stalker.
-Quelle sono l’opposto di te, di noi- gli disse il biondo – E la bionda, quella di spalle, ha una relazione con Luke Castellan-
- E’ lei Annabeth Chase?- chiese incredulo Percy, sbarrando gli occhi.
Ne aveva sentito parlare molto, negli ultimi giorni, da quando Leo aveva visto Luke al parco con quella ragazza.
- Bella, vero? Non capisco perché non si accorga di quanto stronzo sia quel Castellan- 
- Be', prima o poi dovrà capire pur qualcosa- commentò il ragazzo lanciando un’ultima occhiata alla ragazza.
- Speriamo, amico - gli diede un colpo sulla spalla –Dai, andiamo-
Percy accese il motore e sfrecciò via per le strade bagnate di New York, prima di imbattersi nel traffico tipico di quell’ora. 

 

- Ehi Annabeth, ti sei tagliata i capelli?- domandò Piper McLean, un volta che il suo gruppo di amiche fu fuori i cancelli della sua scuola.
- L’hai notato anche tu? Sì comunque, mi si erano bruciate le punte- le sorrise cordiale Annabeth Chase reggendo con una mano l’ombrello e bloccando con due dita dell’altra mano una ciocca bionda di capelli.
- Stai benissimo, tesoro- commentò Silena Beauregard toccandole i boccoli che incorniciavano il viso abbronzato di Annabeth.
- Grazie mille, Sil- 
- Annabeth quello nell’auto nera ti sta fissando- le sussurrò Piper nell'orecchio.
Annabeth incuriosita si voltò, guardando l’automobile parcheggiata alle sue spalle, facendo però distogliere lo sguardo al ragazzo, imbarazzato come un bambino trovato a mangiare marmellata.
- Sembra carino- disse Silena scostandosi i ciuffi neri che le ricadevano sulla fronte.
- Sto con Luke, non mi interessa molto di come sia- si difese Annabeth lanciando un ultimo sguardo in direzione del ragazzo.
- E’ amico di Jason Grace! Annabeth, lascia Luke e fidanzati con lui, ti prego, così potremo fare le uscite a quattro - esclamò Piper eccitata non appena vide Jason entrare nell’automobile.
- Pips, Grace non fa per te- roteò gli occhi grigi ridendo Annabeth.
- Lo so, ma è così bello!- sospirò.
-Ragazze ora vado, ci vediamo domani- Annabeth si avviò, dopo aver salutato cordialmente le amiche verso la sua automobile.
“Ci mancava solo il traffico” pensò mordendosi il labbro.
Non aveva ancora incontrato Luke, il suo ragazzo, quel giorno.
Forse era malato, o non era potuto venire per qualche motivo che, sinceramente, non si preoccupò più di tanto, visto che era tipico del ragazzo di tanto in tanto assentarsi. 
La loro storia era nata semplicemente per aumentare la loro popolarità, almeno all’ inizio era così, e non provava chissà quale attrazione per Luke.
Ma con i mesi aveva iniziato ad “innamorarsi”.
Osservò l’anellino argentato, su cui vi erano stati incastonati dei piccoli brillantini, che circondava il suo anulare, sorridendo leggermente.
Era stato il suo regalo per il loro terzo mese, passando successivamente una serata magnifica.
Ovviamente non era una relazione stabile, Annabeth era sicura che Luke le nascondesse qualcosa, ma era felice. La sua felicità era più importante di tutto e  le bastava così.
Viveva il presente non pensando al loro futuro e quindi non pensava molto a quando si sarebbero lasciati.
Si legò i lunghi capelli biondi in un chignon ripensando ai complimenti delle sue amiche sul nuovo taglio.
Odiava quelle sceneggiate, odiava tutti quei complimenti e dover ringraziare nei toni più finti di tutti.
Si sentiva finta.
Una barbie fuori luogo e sbagliata.
Lei era l’esatto opposto ma, purtroppo, teneva troppo al giudizio degli altri e preferiva di gran lunga essere in un gruppo così popolare che tra i secchioni.
Quello era il suo posto, poi.
Annabeth non era mai stata una tipa da trucco, borse firmate e profumi importanti, ma aveva imparato a farseli piacere in un modo o nell’altro.
Tamburellò le dita sul volante, ferma ancora nel traffico newyorkese, stanca di stare seduta in quello spazio stretto della sua auto.
Premette leggermente sull’acceleratore sorpassando l’automobile davanti a sé, rimanendo però di nuovo ferma a causa del semaforo.
Osservò le nuvole che coprivano il cielo, dopo un’intera mattinata di pioggia aveva smesso di piovere.
D’improvviso squillò il suo telefono e, per quanto fosse sbagliato rispondere mentre si guidava, accettò la chiamata, visto che il semaforo non sembrava deciso a cambiare colore.
-Annabeth! Dove sei?- domandò la voce di suo padre.
-Ehi, papà, sono bloccata nel traffico. Ma sono quasi a casa, manca poco a Manhattan- 
-Cerca di arrivare prima che puoi, a dopo tesoro- e dopo aver ricambiato il saluto richiuse la chiamata, ricominciando a guidare.
Frederick Chase era forse l’uomo più importante della sua vita.
Era un grande architetto di New York, condividendo il suo lavoro con sua moglie Atena Pallade, e sembrava sempre che gli impegni gli corressero dietro.
Ma Annabeth non aveva mai dato peso di questa cosa, sapeva che lo facevano per lei e i suoi fratelli.
Dopo quasi mezz’ora, Annabeth riuscì ad arrivare finalmente a casa.
-Papà, Mamma, sono a casa!- esclamò non appena aprì la porta di casa.
-Annabeth, eccoti finalmente. Senti, abbiamo avuto una chiamata urgente, il pranzo è sul tavolo, Bobby e Matthew dopo devono andare a calcetto. Se li accompagni mi fai un regalo- l’accolse sua madre, urlando poi - Frederick! Sei pronto?-
In un paio di minuti i suoi genitori uscirono di casa, lasciandola insieme alle due pesti dei gemelli.
-Allora,chi è pronto per la battaglia di cuscini?-

 


Angolo Autrice:


Eccomi qua,come promesso, sono ufficialmente tornata e buon anno a tutti!
Volevo prima di tutto ringraziarvi per chi ha recensito le mie note, e chi non le ha lette faccio un breve riassunto.
Questa è una risivitazione della mia vecchia storia:We aren't perfect.
Ho deciso di lasciare sia il titolo che la trama (che probabilmente cambirò) uguale per ora.
Sono, sinceramente, ancora indecisa sul cancellare la vecchia storia, ma poi si vedrà.
Spero che la nuova versione vi piaccia, ho cercato di finire il primo capitolo più in fretta possibile.
Beh credo che sia meglio terminare qui queste note ahahha.
Buon anno ancora e grazie per aver letto questo stupido capitolo.
Bacioni Ram
 ♡

Ps: vi lascio due gifette(?) come sempre ahahah.
 
 
lei è la mia Annabeth Chase *-*
Niente contro la Daddario  ma non immagino così la mia amata Sapientona.



Per quanto riguarda Percy ho lasciato Logan Lerman.
Anche se neanche lui mi convince molto per il suo ruolo.




 
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Ramosa12