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Autore: _Justadream_    03/01/2016    0 recensioni
"Riuscirai sempre a trovarmi nelle tue parole,è la che vivrò".Questo era ciò che mi aveva detto mia madre prima di lasciarmi in quel terribile giorno.Non avevo mai avuto,prima di allora,un vero e proprio pretesto per pensarci,gente che viene continuamente al mondo e gente che se ne va,in un flusso continuo che non si ferma mai.Ma non per lei.Lei non doveva far parte di quel flusso.Doveva restare qui con me,fin quando ce l'avrei fatta da sola,fin quando sarei stata capace di contare sulle mie forze.E invece no,la morte,ossessionata dagli esseri umani,me l'ha strappata via e trascinata con sé.Non voglio pensare che lei faccia parte di quel flusso o magari,come diceva Foscolo,faccia parte del "nulla eterno".No,non é possibile,lei era troppo unica per far parte di quel gruppo.Lei è con me,nelle mie parole,e sono sicura che un giorno ci rincontreremo di nuovo.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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III Capitolo ~ III Capitolo: Dear Rose not daydream too much

POV di Ian.

Parcheggio la moto nel garage,per poi salire a casa.
<< Ian tesoro sei tu? >> sento la voce lontana di mia madre.
<< si sono io >>
<< tesoro tra mezz'ora torna tuo padre. Mangiamo al suo ritorno va bene? >> aggiunge << si va bene >>.
Salgo le scale in maniera frettolosa,per poi chiudermi nella mia stanza. Mi butto sul letto sfinito.
Sono un coglione!
Mi ero ripromesso che non l'avrei messa in imbarazzo e invece ho fatto tutto il contrario. Tutta colpa della mia bocca che non si fa mai gli affari suoi. Ricordo ancora il terrore nei suoi occhi quando l'ho presa per il braccio costringendola a girarsi. Il perché però non riesco ancora a capirlo.
 Il mio telefono vibra.
 Lo caccio dalla tasca e il biglietto di Isabel cade a terra. Lo raccolgo e lo infilo di nuovo in tasca. Leggo il messaggio. E' da parte di Giona.
 "Mi ha scritto Ashlee,mi ha chiesto se usciamo,tu vuoi?".
 Penso ad oggi, a tutto ciò che è successo. Avrei tante domande da porre a Giona,ma qualcosa mi dice che,nonostante la nostra amicizia,lui rimarrà fedele a sua sorella. Se usciamo con Ashlee ci sarà sicuramente anche Charlotte. Non ho voglia di sentire ancora le sue continue urla.
 La curiosità,di scoprire il segreto, che Rose custodisce tanto gelosamente,mi sta uccidendo.
 Devo staccare un po la spina.
"Si usciamo" scrivo rapidamente a Giona.
Scendo di sotto quando sento il portone sbattere. Trovo mio padre in giacca e cravatta mentre posa la sua ventiquattrore a terra. Mio padre è un importante imprenditore. Guardandolo esteticamente gli assomiglio molto,tranne che per il colore degli occhi: i miei sono verdi come quelli di mia madre,mentre i suoi sono scuri.Mio padre è una persona molto composta e seria.
Tutto l'opposto di me.
 Lui ha già previsto quello che sarà il mio futuro ma io non voglio continuare a portare avanti il suo impero. Non sono fatto per indossare giacche e cravatte. So che lui sa questo, ma la maggior parte delle volte  fa finta di non saperlo,forse perché la speranza,di un mio ripensamento,è ancora viva in lui.
Dopo aver finito di cenare decido di passare a prendere Giona con la mia moto,così come ci eravamo accordati. Arrivato davanti casa sua lo trovo già fuori il portone. Giona è la persona più puntuale che io conosca.
<< Tu come al solito sei sempre in ritardo! >> afferma,dopo essersi messo il casco,e dopo essere salito in moto.
 Arrivati davanti al bar vedo in lontananza Charlotte.
 Quando i nostri occhi si scontrano mi pento immediatamente della mia decisione frettolosa di uscire.
 Leggo ancora rabbia all'interno dei suoi. Per quale motivo sono uscito?.
 << Ciao >> Ashlee saluta me e Giona con fare civettuolo.
 Si capisce lontano un kilometro che è interessata al mio migliore amico,però conoscendo Giona,non penso che la cosa sia ricambiata.
 Entrambi ricambiamo il saluto.
Sento gli occhi di Charlotte su tutto il mio corpo. Per quale cazzo di motivo Giona è voluto uscire con loro? Ricordo ancora come lui,preso dalla felicità,mi abbia detto,dopo che ho chiuso la "storia" con Charlotte,se così possiamo definirla,che non le sopportava entrambe. Mi sembra strano ora questo suo cambio di comportamento nei loro confronti.
 Entrati nel bar cerchiamo con lo sguardo un tavolino a quattro,una volta trovato,intuisco che Ashlee vuole sedersi vicino a Giona,così mi affretto a sedermi vicino a lui.
Non esiste che mi sieda vicino a Charlotte.
 Ashlee mi guarda male,ma poi si siede di fronte a noi,vicino alla sua amica.
 Al tavolo aleggia il silenzio,che viene interrotto solamente dall'arrivo della barista che ci chiede le ordinazioni.
 << Per me un angelo azzurro >> Nessuna esitazione nella sua voce.
 Mi giro immediatamente verso Giona. Ok c'è qualcosa che non va. Se prima avevo qualche sospetto ora ne sono più che sicuro.
 Giona non beve da tantissimo tempo,se non mi sbaglio l'ultima volta che lo ha fatto è stata la sera del funerale della madre.
 Ricordi di quel giorno si susseguono rapidamente nella mia testa.
Non avevo mai visto il mio amico così,Rose era sicuramente più tranquilla quel giorno.Non ha versato nemmeno una lacrima a differenza del fratello.
Quella sera mi ricordo che Giona si ubriacò.
Ricordo perfettamente come,mentre beveva il suo drink,delle lacrime solitarie gli rigavano il volto. Ora per quale motivo sta bevendo?.
Mentre la mia mente è affollata dai pensieri sento una mano prendermi e trascinarmi con forza fuori il locale.
 Una volta fuori il freddo mi investe e mi fa tornare alla realtà.
 Vedo Charlotte davanti a me.
Sembra che voglia uccidermi.
<< Sei un coglione! >> sarà ormai la centesima volta che sento queste parole uscire dalla sua bocca.
<< Ora nemmeno mi saluti? >> aggiunge. Sembra che la rabbia cresca dentro di lei ogni secondo di più.
<< Senti Charlotte questa sera non ho davvero voglia di sentirti >> .La strafottenza che mi ha sempre caratterizzato si manifesta anche in questa situazione.
 << Certo tu non hai mai voglia di sentirmi giusto? >> domanda retorica.
Nella mia mente mi domando ancora perché Giona si stia comportando così.
 << Davvero Charlotte, stasera non sono dell'umore >>
 << DIMMI QUANDO MAI TU LO SEI! >> urla.
Sento la rabbia scorrermi nelle vene.
<< Charlotte davvero finiscila ti conviene! >> la mia suona quasi come una minaccia.
<< Perché mi conviene? che vuoi farmi altrimenti ? >>
 << CAZZO STA ZITTA! DAVVERO NON TI SOPPORTO PIÙ'! >> la rabbia ha preso il sopravvento su di me e inizio ad urlare proprio come lei.
 Siamo avvolti dal silenzio, tanto che si sentono i nostri respiri affannosi. Ci guardiamo negli occhi,rimanendo comunque a debita distanza.
 Sembriamo due leoni che si stanno contendendo la stessa preda.
<< Ian! >> arriva forte e chiaro nelle mie orecchie .
 Vedo Ashlee uscire di corsa dal locale mentre mi cerca con lo sguardo. Appena mi vede mi raggiunge praticamente correndo. Capisco immediatamente che c'è qualcosa che non va,ed entro subito nel panico pensando che la cosa possa riguardare Giona.
<< Scusate ragazzi se vi ho interrotto davvero,ma credo che Giona non stia molto bene >> dopo quelle parole corro immediatamente dentro il locale.
 Lo trovo seduto al tavolo mentre beve il suo drink.
 Ha lo sguardo assente,inoltre i suoi occhi sono lucidi. Sicuramente ha pianto. Sembra che io abbia già vissuto questa scena.
 E' praticamente uguale a quella avvenuta la sera del funerale della madre di Giona.
Mi avvicino cautamente a lui.
<< Ehi Giona che succede? >> domando cercando di rimanere tranquillo
 << Amico mio >> un sorriso sincero gli attraversa il volto quando punta i suoi occhi su di me.
 Si capisce che è ubriaco per fino da come parla.
<< che ne dici se torniamo a casa? >> domando in maniera retorica,anche se opporrà resistenza lo riporterò a casa comunque,non voglio che combini cazzate.
 << NOOOO PER FAVORE! >> la voce gli esce fin troppo alta,tanto che iniziamo ad attirare l'attenzione di tutte le persone all'interno del locale.
<< Giona dai alzati ti riaccompagno a casa >>.
Dopo questa mia affermazione lo vedo intento ad alzarsi e quando capisco che sta per cadere mi appresto subito ad aiutarlo.
Non sono molto bravo ad aiutare gli altri, sopratutto perché, la maggior parte delle volte, quello ubriaco da aiutare sono io.
Metto il braccio di Giona intorno al mio collo,e molto lentamente cerco di raggiungere la porta del locale.
Una volta fuori Asheel corre verso di noi.
 << Come ti senti? >> domanda preoccupata a Giona.
Il mio amico fa qualche smorfia cercando di articolare qualche parola che credo coincida con poco bene.
Charlotte mi guarda ancora indignata e davvero non sono pronto per un'altro round con lei.
<< Lo riporto a casa! >> esclamo allontanandomi da loro.
Trovo non poche difficoltà nel riportare a casa con la moto, una persona praticamente incosciente,o perlomeno non lucida,e quando mi ritrovo davanti casa White quasi non mi sembra vero.
<< Dai Giona siamo quasi arrivati >>.
 Lo aiuto a scendere dalla moto per poi raggiungere molto lentamente il portone di casa sua.
Suono.
Nessuno risponde.
Inizio ad agitarmi e a suonare ripetutamente il campanello.
Mi rendo conto della cazzata che ho fatto solo quando penso che potrebbe aprire il Signor White. Non voglio che veda suo figlio ridotto così.
 Sono deciso a  riportare Giona verso la moto, ma vengo fermato dal cigolio del portone che piano piano si apre.


POV di Rose.

<< Rose che fai li impalata corciati le maniche e vieni ad aiutarci,tu dimmi se devono essere gli uomini a cucinare >> la battuta di Giona mi strappa un sorriso.
Mi avvicino a loro e mi siedo sullo sgabello per guardare meglio cosa stanno preparando.
 << Preferisco guardarvi! >>.
 << Com'è andata dalla psicologa? >> la domanda di mio padre mi coglie leggermente impreparata.
Vediamo come potrei definirla questa seduta con un solo aggettivo?.
<< Bene >>. Bene è sempre la risposta giusta,anche perché se avrei risposto male,sarei costretta a spiegare anche i motivi della mia risposta.
Devo dire che però, tutto sommato questa volta la seduta sia andata meglio rispetto all'altra,a parte per l'episodio con Ian,ma quello è meglio lasciarlo perdere.
 La sicurezza nella mia voce convince perfino mio padre << bene sono contento >>.
Sorride.
 Il suo sorriso così genuino mi era mancato.
<< Preparo la tavola >> affermo prendendo tutto il necessario.
 Una volta che la cena è pronta ci sediamo tutti e tre intorno al tavolo. Giona praticamente mangia come un cavernicolo che si è appena scongelato e non mangia da secoli, mentre mio padre rimane sempre composto.
Osservandoli mi rendo conto solo ora di come seduti al tavolo ci siano tre persone che,nonostante possiedano lo stesso sangue,hanno caratteristiche completamente distinte. << Io esco stasera >> 
Sono così assorta nei miei soliti pensieri che non mi rendo nemmeno conto che Giona si è già alzato, perché ormai ha spazzolato via tutto.
<< Con chi esci? >> domanda pacato mio padre
 << con Ian >>
 Solo il suo nome mi fa ricordare la figura di merda di oggi pomeriggio.
 Giuro non mi farò mai più vedere da lui in quello stato.
Dentro la mia testa ho già deciso di evitare ogni situazione che comporti io ed Ian soli. Non potrei sopportare un confronto con lui,soprattutto non domani.
 << Non tornare tardi Giona,anche perché domani pomeriggio dobbiamo andare alla messa di vostra madre >>.Appunto.
 Cade il gelo.
Sento quasi il freddo entrarmi sotto la pelle e provocarmi inevitabilmente la pelle d'oca.
<< Vado,Ian mi sta aspettando fuori! >> Giona sbatte la porta per poi andarsene.
Riesco a sentire perfino il rombo dalla moto di Ian, e quando lo sento affievolirsi capisco che se ne sono andati. Chissà cosa combineranno stasera quei due idioti da soli!.
La suoneria di un telefono richiama la mia attenzione,penso immediatamente che sia il mio,ma quando lo prendo in mano lo schermo è spento.
 << Pronto >> la voce di mio padre arriva forte e chiara alle mie orecchie.
Mi giro verso di lui, e lo vedo intento in una chiamata,probabilmente di lavoro.
 Decido di sparecchiare e di lavare i piatti come una brava donna di casa.
 Mentre lavo i piatti mio padre entra in cucina richiamandomi << Rose! >> mi giro verso di lui per poterlo guardare negli occhi
 << mi hanno chiamato per un'urgenza di lavoro,starò fuori tutta la notte,se hai bisogno di qualcosa chiamami, mi raccomando fa la brava >>.
Il tono che utilizza per parlarmi è lo stesso che usava quando avevo più o meno 5 anni.A quell'età capitava che rimanessi spesso a casa da sola.Mio fratello giocava a calcio e aveva gli allenamenti,mio padre lavorava fino a tardi e mia madre trascorreva la maggior parte del suo tempo all'ospedale. Io di solito restavo a casa a esercitarmi con il mio pianoforte.
Ormai è da molto tempo che non lo uso.
 Rimane lì fermo,immobile,proprio come l'ho lasciato l'ultima volta che l'ho suonato.
 << Starò bene papà,non preoccuparti ormai sono abbastanza grande da cavarmela da sola >>
 << va bene Rose,cercherò di tornare il prima possibile >> lo vedo infilarsi a fatica il giubbotto
 << va bene ciao >> lo saluto con la mano prima che lui esca dalla porta.
 Ho la casa tutta libera,tutta per me, è da tanto che desideravo ciò,eppure ora come ora non so davvero che cosa fare.
 Sento una suoneria e questa volta sono più che sicura che sia il mio telefono.
 << Pronto >>
 << Rose! >> la voce squillante di Mary risuona perfino dal telefono
 << ehi come mai mi hai chiamato? E' successo qualcosa? >>
 << ehi tranquilla,non agitarti,va tutto bene,volevo solamente sentire la voce dalla mia amica >>
 << oh che dolce che sei Mary >>
<< non prendermi per il culo Rose >>.
 Dopo un minuto di silenzio la voce di Mary richiama la mia attenzione << com' è andata dalla psicologa? >>
<< questa volta tutto bene,a parte per il fatto che Ian stesse per scoprire tutto >>
<< Ian? Ian Harrison? Quell'Ian? >>
<< si certo, chi altro potrebbe essere sennò? >>
 << che ci faceva con te? >>
 << è una lunga storia che ti racconterò domani mattina >>
In sottofondo sento la voce di Vicky, la sorella più piccola di Mary.
 << va bene dai,ora vado,mia sorella sta rompendo perché vuole guardare la tv,ci vediamo domani Rose >> dopo averla salutata chiudo la chiamata.
 Penso e ripenso a cosa potrei fare,poi mi viene un'idea geniale.
Vedrò un film.
 Mi avvicino alla mensola dove sono custoditi tutti i film della famiglia White.
 Titanic l'ho visto un milione di volte.Ho cercato il tuo nome l'ho visto la settimana scorsa con Mary.Non è mai troppo tardi,è il mio film preferito,ma anche questo l'ho visto un'infinità di volte,tanto che le prime scene le so quasi a memoria. Slevin: patto criminale è il preferito di Giona.
 Scarto film ormai da minuti fin quando non trovo uno che sembra soddisfare le mie richieste.
The counjuring: l'evocazione. Un bel film Horror perfetto.
Dopo essermi fatta i pop corn mi sdraio sul divano. Con una coperta mi copro,perché so già che tra poco inizierò a sentire freddo. Schiaccio play sul telecomando e la musichetta iniziale inonda l'intero salone.
<< AIUTO! >> la ragazza del film urla a squarcia gola. Sono concentratissima a guardare il film.
 Questa è la parte culminante.
 Sento suonare alla porta e per lo spavento sobbalzo facendo cadere a terra quei pochi pop corn che sono rimasti dentro la ciotola.
 Non voglio aprire,sono sola se fosse qualcuno che non conosco? Oppure peggio ancora se molti anni fa, anche nel mio giardino,si fosse impiccata una presunta strega professando amore per satana e ora fosse tornata per tormentarmi,come succede alla famiglia nel film?.
Io non apro nemmeno morta!.
 Giona ha le chiavi quindi sarebbe entrato,lo stesso mio padre. Chi è che viene qui a mezzanotte?.
Capisco solo ora che è stata una pessima idea vedere un film horror da sola.
Il campanello suona di nuovo,questa volta ripetutamente e più forte.
 Davvero me la sto facendo sotto dalla paura.
 Mi avvicino al portone. Prendo la prima cosa che trovo li vicino. Un ombrello andrà bene.
 Molto lentamente apro la porta,tenendo ben saldo l'ombrello in modo che se nel caso ne avessi bisogno potrei usarlo per difendermi.
 Mi sarei aspettata di vedere di tutto tranne Ian di spalle che aiuta mio fratello a reggersi in piedi.
 Probabilmente ha sentito che ho aperto la porta e si è subito girato.
 << Ian, ma che diavolo..? >>
 << tuo padre dov'è? >> domanda velocemente
 << è a lavoro,perché che succede? >> la preoccupazione nella mia voce è percepile
 << niente di grave, tuo fratello si è ubriacato e l'ho riportato a casa. Aiutami a portarlo in camera >>.
 A quelle parole mi avvicino immediatamente a lui per aiutarlo,lasciando cadere a terra l'ombrello che avevo in mano.
<< Mi spieghi che cosa ci facevi con un ombrello in mano? Tu apri sempre così la porta alle persone? >>
 << alle persone che suonano a casa mia a mezzanotte si! >>.
 Io e Ian insieme aiutiamo Giona a salire le scale fino a quando non lo portiamo in camera sua.
 Nemmeno il tempo di adagiarlo sul letto che lui già russa come un ghiro.
 Decido di scendere sotto per prendergli un bicchiere d'acqua e poggiarglielo sul comodino. Almeno se dovesse svegliarsi troverà l'acqua. Entro nella stanza per poggiare il bicchiere e vedo Ian seduto sulla sedia delle scrivania.Guarda mio fratello con sguardo assente e sembra non accorgersi nemmeno della mia presenza.
Dopo aver poggiato il bicchiere fisso Ian per qualche istante,ma lui rimane lo stesso imbambolato a guardare mio fratello.
 Che cavolo starà pensando?
 In questo momento vorrei avere il super potere di leggergli nella mente.
Decido di rompere il silenzio.
 << Hai intenzione di rimanere lì seduto per sempre? >>
 << anche se fosse c'è qualche problema? >>
 << OH no fa pure! Aspetta che ti crescano i capelli bianchi e magari ti cresca anche il cervello nel frattempo >>.
 Ok,la seconda parte della frase potevo risparmiarmela, ma non lo sopporto proprio per niente,spero non mi abbia sentito e mentre faccio per andarmene sento lui che si alza. Sento i suoi passi che mi seguono, mi da una spallata e mi supera.
Scende velocemente le scale.
Così tanto velocemente che ora sono io che cerco di fare del mio meglio per stargli dietro.
 Apre il portone con la mano sinistra,mentre con l'altra finisce di infilarsi il giubbotto di pelle da motociclista,che a suo dire fa molto "bad boy",e sbatte dietro di se il portone di casa mia,lasciando solo l'eco della botta che risuona nella mia testa.
Non si è nemmeno degnato di salutare.Bah.Questo qui è completamente fuori di testa,ma che razza di comportamento è questo?
 Risalgo le scale per assicurarmi che quell'idiota non abbia svegliato Giona. Giuro che se lo ha svegliato domani mi sente.
 Per fortuna è ancora lì che dorme profondamente, e proprio mentre chiudo la porta della camera di mio fratello per tornare a vedere il film ecco di nuovo che suona il campanello.
 Ok, prima erano Ian e Giona, e se adesso fosse davvero la strega morta nel mio giardino?
Cazzo Rose torna in te,mi ricorda la mia fastidiosa coscienza.
La zittisco e scendo al piano di sotto.
Con o senza ombrello?
 Non ho neppure il tempo di riflettere che sento imprecare dall'altra parte della porta.
<< Apri questa cazzo di porta >>.
 Mmh è di nuovo quel cretino di Ian, che diamine vuole adesso?.
 Apro la porta, forse troppo lentamente perché lui la spinge verso di me.
<< Rose ti sei superata questa volta! Niente ombrelli, pentole o scolapasta come armatura! >> afferma con un ghigno.
 << Credi di essere spiritoso vero? >>
 << non lo credo,lo sono >>. Ecco che di nuovo il suo ego torna a farsi sentire.
 << Hai bisogno di qualcosa? >> dico cercando di restare il più calma possibile. Respira Rose. Respira.
 Vedo Ian che si avvicina a me,è praticamente a 5 centimetri dal mio volto,sono come bloccata.
Le gambe non reagiscono più,come tutto il mio corpo.
Si avvicina ancora un po, fermando per qualche istante il mio respiro.
 La vocina dentro di me?. Beh sembra essere K.O. anche lei proprio quando invece dovrebbe aiutarmi.
 Che cazzo sta succedendo?
Ed ecco che...
si abbassa e raccoglie il casco.
<< Avevo dimenticato questo, non fantasticare troppo mia cara Rose >> dice picchiettandomi con l'indice il naso,uscendo subito dopo chiudendo il portone.
 Rimango in trance finché non sento il rombo della moto di Ian allontanarsi.
 Che idiota che sono!.
 Mi schiaffeggio la fronte da sola, cercando di riprendermi e maledizione a me risveglio anche la vocina fastidiosa nella mia testa che mentre mi dirigo in salotto non fa altro che ricordarmi di quanto sono stata patetica poco fa nel rimanere lì, ferma, imbambolata.
Cavolo Rose che ti è preso!?
 Tu lo odi! Lo odi!.
Mmh. Ok ho capito lo odio.
 Metto di nuovo play, il film va avanti ma la mia testa è ancora ferma lì davanti al portone, a quando Ian mi ha fatto credere che...
 Che cosa Rose? Che ti ha fatto credere? Un bel niente, lui stava solo raccogliendo il suo casco.
 Decido di fermare il film, perché non ha alcun senso continuare a vederlo se i miei pensieri sono altrove!.
 Spengo la tv e chiudo il portone di casa. Non si sa mai.
Salgo al piano di sopra ed entro in camera mia.
Dopo essermi fatta una doccia per schiarirmi un po le idee e per evitare di svegliarmi  prima domani mattina.
Metto il pigiama e mi infilo sotto le coperte.
Il silenzio mi avvolge e riesce a far tacere anche tutti i miei pensieri, sia di stasera che per tutto il da farsi di domani e crollo, anche io, nel sonno.

Angolo personale: La storia vi sta piacendo? Fatemelo sapere nei vostri commenti un bacio
                                                                                                                                                
~ A ~








  
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