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Autore: TheGirlOfTheSand    04/01/2016    1 recensioni
Suna è una grande metropoli: all'avanguardia, fiorente ed economicamente stabile. Si è ripresa subito dopo una guerra che l'aveva quasi distrutta, tutta tranne un piccolo quartiere di periferia: Konoha. Il Quartiere è un luogo buio, povero e ricco di criminalità. E' qui che vive Sakura, con Naruto, Sasuke, Ino..e molti altri ragazzi,che come loro sono cresciuti troppo in fretta e in modo sbagliato. A Konoha ognuno ha la sua storia da raccontare, ma c'è qualcosa che accomuna tutto e tutti: un profondo senso di abbattimento e un'incolmabile mancanza di speranza.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Gaara/Matsuri, Hinata/Naruto, Neji/TenTen, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Itachi si lasciò cadere pesantemente sul sedile dell'autobus, esalando un sospiro stanco; si passò una mano sugli occhi solcati da due occhiaie violacee e guardò fuori dal finestrino, mentre il mezzo iniziava a muoversi.
In quei giorni non aveva dormito molto, quel lavoro non era stato troppo impegnativo, ma lo aveva sfiancato più del previsto. Nonostante ciò sorrise compiaciuto, constatando il leggero rigonfiamento nella tasca interna della giacca: quel compito aveva dato i suoi frutti..
 
*flashback*
"Stia tranquillo, le assicuro che avrà i suoi soldi appena terminata la commissione. In contanti".
Hidan lo guardava sorridendo benevolmente, forse in modo un po' forzato, mentre si passava una mano sui capelli platinati.
L'Uchiha era il suo 'fornitore' più fidato, probabilmente anche il migliore: in quell'occasione gli serviva la sua esperienza.
"Ho detto che puoi darmi del tu, Hidan. Odio le formalità"
"Come vuoi, Itachi. Comunque sia, accetti?"
Soppesò un attimo la sua proposta, pensandoci bene.
Aveva bisogno di quei soldi  che, anche se non erano poi così tanti, avrebbero dato a lui e Sasuke un po' di respiro; quel compito non sembrava però una passeggiata, forse era un po' più difficile rispetto ai semplici lavoretti che faceva di solito.
Spostò lo sguardo pece in quello stranamente violaceo dell'uomo davanti a lui:
"Ok, accetto"
L'altro si alzò sollevato e si aprì in un largo sorriso più rilassato, per poi offrirgli la mano. 
Rispose alla stretta mantenendo la sua maschera di apatia e chiese ulteriori dettagli sul suo lavoro.
"Come avrai capito, la macchina in questione non è in sé di un grande valore, ma è l'unico modello qui in città che ha tutti i pezzi che mi servono. Purtroppo per te, questa macchina è proprietà di un uomo abbastanza ricco e conosciuto, qui a Suna..potresti incontrare qualche difficoltà ad arrivare al garage".
Annuì leggermente, prendendo la parola:
"Da quello che hai detto,immagino ci sia un sistema di sorveglianza per la casa e.."
Hidan liquidò le sue parole con un gesto della mano mentre gli rispondeva, prendendo quello che sembrava un cellulare da un cassetto della scrivania.
"Questo aggeggio" disse mostrandoglielo "sarà in grado di interferire con le eventuali telecamere e di aprire sia il portellone del garage che il cancello, permettendoti così di uscire. Il tutto utilizzando una semplicissima applicazione da me ideata." concluse con una punta di orgoglio, consegnandoglielo.
"Ho capito. Devo portare con me qualcuno?"
L'altro alzò le spalle, incrociando le mani sotto il mento.
"Solo se lo ritieni necessario, dimmi se ti serve qualcuno dei miei uomini"
Scosse la testa facendo ondeggiare i capelli neri raccolti in una coda bassa e prese il cellulare che Hidan gli aveva consegnato, alzandosi poi dalla poltroncina sulla quale era seduto; si avviò verso la porta dando le spalle al suo interlocutore, fermandosi poi con una mano sopra la maniglia.
"Sia chiaro, Hidan: voglio i miei soldi.."
"Non appena terminato il lavoro, non preoccuparti" concluse l'altro al posto suo, sorridendo.
Abbassò la maniglia e attraversò l'officina del platinato, riconoscendo sugli scaffali diversi pezzi di carrozzeria di alcune delle macchine che aveva rubato in precedenza.
Salutò alcuni dipendenti che aveva avuto modo di conoscere nell'ultimo periodo e aprì la porta che dava sull'esterno:
faceva abbastanza freddo e il cielo era coperto da una coltre di nuvole grigie, ma le strade di Suna erano caotiche e affollate come al solito, i negozi erano aperti e gremiti di gente, con le loro luci illuminavano la strada mentre il chiacchiericcio delle persone riempiva l'ambiente dando un senso di serenità e spensieratezza.
Si incamminò, decidendo che avrebbe agito quella stessa notte..
*fine flashback*
 
Successivamente era andato nella via dove si trovava l'abitazione dell'uomo, per farsi un'idea delle strade e delle possibili scappatoie; aveva analizzato bene il luogo e individuato le telecamere esterne, aspettando poi che il proprietario rientrasse e parcheggiasse la macchina in garage.
L'operazione era stata, contro le sue aspettative, relativamente semplice:
aveva manomesso le telecamere con il programma datogli da Hidan e aveva scavalcato il cancello d'entrata, dirigendosi poi verso il garage; era entrato, aveva preso la macchina ed infine era uscito il più silenziosamente possibile, senza che nessuno si accorgesse di niente.
Aveva guidato la macchina fino all'officina di Hidan che, come promesso, gli aveva subito consegnato i soldi.
Accennò ancora uno dei suoi rari sorrisi, mentre ripensava al momento in cui aveva intascato i suoi 20 000$; certo, non era una somma spropositata, ma per uno del Quartiere era più che sufficiente..magari avrebbe anche messo a posto quel dannato riscaldamento che non voleva saperne di funzionare, facendo congelare sia lui che Sasuke.
Già, Sasuke..non era più facile mentirgli come quando era bambino, ora anche lui si poneva delle domande e cercava di capire dove prendesse i soldi che portava a casa dopo essere stato assente per qualche giorno. Però non poteva dirgli la verità..certo, anche il suo fratellino era cresciuto nel Quartiere, sapeva come andavano le cose e non escludeva che avesse quasi sicuramente già rubato, ma quello che faceva lui era diverso.
'Vorrei un futuro migliore per te, fratellino.. '
Ridestato dai suoi pensieri, si accorse che il pullman era vuoto ed era arrivato al capolinea; così con un altro sospiro si alzò e si diresse verso le porte scorrevoli mentre l'autista, avendo inteso da dove venisse, gli scoccava uno sguardo sospettoso e contrariato; lo ignorò scendendo dal mezzo e guardò la strada buia che si allungava davanti a lui, scorgendo il Confine e, ancora oltre, il suo quartiere.
Iniziò a camminare, con la prospettiva di una passeggiata notturna lunga diversi chilometri che si apriva davanti a lui.
 
***
Camminava frettolosamente cercando di scaldarsi almeno un minimo: ormai faceva freddo, specialmente di notte. Nonostante ciò sembrava che le nuvole si stessero diradando.
Teneva le mani in tasca, stringendo nella destra il sacchettino di plastica contenente quello che aveva comprato solo una decina di minuti prima.
Attraversò la strada e svoltò a destra, percorrendo quel centinaio di metri che lo separavano dalla sua meta; si fermò sulla soglia e batté due volte il pugno contro il legno della porta. Aspettò un minuto e, non ottenendo risposta, bussò ancora più insistentemente; dopo qualche secondo sentì un rumore di passi strascicati provenire dall'interno e poi un colpo sordo, seguito dal rumore di qualcosa che si frantumava a terra, mentre una voce impastata dal sonno imprecava ad alta voce.
Sorrise divertito, rimettendo le mani in tasca.
Poco dopo sentì una chiave girare nella toppa, facendo scattare la serratura arrugginita, mentre la porta si apriva lentamente rivelando l'immagine di un ragazzo poco più alto di lui, con gli occhi  semichiusi e i capelli dello stesso colore dei suoi completamente scompigliati. Era vestito con dei pantaloni di una tuta e una vecchia t-shirt e lo guardava con espressione confusa e contrariata.
"Hei Sasori" disse con tono pacato, guardando il suo gemello e sfoggiando un sorriso innocente ma leggermente divertito.
L'altro sospiró passandosi una mano nei capelli rossi, per poi appoggiarsi allo stipite della porta e iniziando a parlare:
"Gaara" disse con voce assonnata "dammi un fottuto motivo per cui tu abbia dovuto svegliarmi nel mezzo della notte".
Aprì bocca per parlare, ma l'altro lo precedette:
"E uno per cui non dovrei ucciderti" aggiunse sbadigliando.
"Prima fammi entrare, sto congelando"
Sasori sospirò, per poi spostarsi e farlo passare. Passò oltre i pezzi di vetro sparsi per terra di quello che probabilmente era un posacenere e poi si guardò intorno:
la casa del suo gemello consisteva in una stanza abbastanza spaziosa con un divano-letto, un tavolo di legno e qualche sedia. In un angolo c'era una piccola cucina con di fianco una finestra, per terra era steso un tappeto strappato e pieno di buchi con sopra un tavolino basso, alle pareti erano appese alcune cornici ricoperte di polvere mentre una piccola porticina portava al bagno. Non c'era arredamento inutile e il tutto era abbastanza anonimo e vecchio, ma comunque ordinato.
Sentì lo sguardo dell'altro posarsi si di lui e si girò a guardarlo, incrociando le mani dietro la schiena.
"Ho roba buona da fumare, direi che è un buon motivo" disse sorridendo, per poi sventolargli il sacchettino con l'erba davanti al viso.
Sasori assottigliò gli occhi guardandolo storto, ma infine sorrise di rimando.
"Oh, va al diavolo.." disse, sedendosi sul divano e invitandolo a fare lo stesso mentre trascinava verso di sé il tavolino.
Gaara si avvicinò e si sedette di fianco al gemello, posando il sacchetto e tutto l'occorrente sul tavolino.
Iniziarono a tritare la marijuana.
"Era da un po' che non fumavamo insieme" gli disse Sasori.
"Lo so"
"Avevi da fare?"
"Si"
"Con quella ragazzina di cui mi hai parl.."
"Si"
Sasori sospirò, infondo Gaara non era mai stato di tante parole.
"E non ti ha ancora detto perc.."
"No. Ha detto che me lo racconterà" rispose l'altro, preparando la cartina. posizionò il filtro e l'erba, inziando a rollare, leccando poi il bordo della cartina per riuscire ad incollarlo. Guardò il risultato soddisfatto, per poi spostare lo sguardo sul ragazzo di fianco a lui.
"E tu? Che hai fatto?"
Sasori alzó le spalle, girando la testa in direzione dell'amico e scontrandosi con le sue iridi acquamarina.
"Niente, a parte il solito..andare in giro, bere un po' e fumare.." disse, riportando lo sguardo sulla canna.
"Da solo?"
Sasori si bloccò, indeciso, e smise di rollare, fissando lo sguardo sul pavimento. Poteva davvero dirlo a Gaara? Infondo era il suo Gemello, lo conosceva da sempre..ma poteva contare sul fatto che non lo avrebbe giudicato o allontanato per quello che, probabilmente, provava per un ragazzo? Magari gli avrebbe fatto bene parlarne con quello che per lui era come un fratello, ma neanche lui capiva bene cosa gli stesse succedendo..gli sembrava tutto dannatamente incasinato.
"C'è qualcosa che non va?" Gaara lo guardava con un sopracciglio alzato, confuso da quell'atteggiamento.
Si riscosse e finì di rollare, incollando anche lui la cartina come fatto in precedenza dall'amico. Poi si decise a rispondere:
"Con Deidara.." disse titubante.
"E quindi dove sta il problema?"
Gaara rimase stupito di vedere, per la prima volta in vita sua, Sasori arrossire: le guance avevano preso una quasi impercettibile sfumatura rosata, mentre teneva insistentemente lo sguardo a terra.
Di solito la faccia dell'amico era come la sua: una maschera di apatia. Certo, loro due non avevano ancora raggiunto il livello di inespressività di Sasuke o tanto meno di Itachi, ma erano comunque poche le volte in cui manifestavano qualcosa apertamente..come adesso.
Poi, gli venne l'illuminazione:
"Be', direi che non siete semplici amici" commentò con leggerezza, ma comunque mantenendo un tono serio.
"E invece si" ribatté l'altro con tono secco. Poco dopo però prese un profondo respiro, continuando: "ma non ti nego che con lui vorrei essere qualcosa di più.."
Gaara sorrise, posandogli una mano sulla spalla.
"E quindi? Non c'è nessun problema, io accetto le tue scelte e le supporto" disse, cercando di fargli capire che lui ci sarebbe sempre e comunque stato.
"Ma io non so cosa provo. É così..strano"
"Ti sembra strano, probabilmente perché è una sensazione nuova. Ma ricordati: 'diverso' o 'strano' non sono sinonimi di 'sbagliato'".
Sasori annuì, grato all'amico per quelle poche, ma efficaci, parole di comprensione e conforto.
"Ma adesso" continuò Gaara alzando la voce "rilassati un po' e non ci pensare" concluse, prendendo dalle mani dell'amico la canna e accendendogliela, poi sentì Sasori ridere mentre si accendeva anche la sua. Iniziarono a fumare insieme.
"Allora? Com'è?" chiese dopo un po', mentre le pareti della stanza diventavano stranamente oblique.
"Davvero niente male.."
La voce di Sasori gli arrivò distorta e ovattata, mentre la stanza sembrava ingrandirsi lentamente; si rilassò completamente reclinando la testa all'indietro sul divano ed espirò l'ennesima boccata di fumo, mentre un odore leggermente dolciastro si diffondeva nella stanza.
 
***
Orochimaru era alla finestra del suo covo principale: un vecchio magazzino abbandonato, edificato su una collina fuori città che permetteva di avere una bella visuale dell'ambiente circostante. Aveva le mani incrociate dietro la schiena, intento a contemplare Suna.
Il magazzino alle sue spalle avrebbe probabilmente provocato stupore, so non ribrezzo, a parecchi abitanti della città:
era avvolto in una perenne semioscurità che rendeva il tutto abbastanza tetro. Lungo le pareti erano disposti diversi scaffali, sui quali si trovavano barattoli di diversa grandezza contenti specifiche sostanze di colori differenti; su una vecchia scrivania di legno erano sparsi numerosi fogli pieni di appunti e correzioni, illuminati da una vecchia lampada da lettura che emanava una tremolante luce gialla. Più o meno al centro della stanza, su un tavolino basso con le ruote, c'erano numerosi oggetti messi alla rinfusa: alcune siringhe, diverse scatole, pillole e altri strumenti chirurgici e di fianco al tavolino, un corpo giaceva senza vita su un piccolo letto d'ospedale, coperto da un telo bianco.
Dopo qualche minuto di silenziosa contemplazione, sentì il cigolio della porta alle sue spalle.
"Signore" disse una voce a lui conosciuta.
"Dimmi, Kabuto"
"Non abbiamo ancora trovato la ragazzina dell'altra notte.." 
Si girò lentamente verso il suo apprendista fissandolo con le iridi giallastre, simili a quelle di un serpente.
Kabuto deglutì, ma continuò a parlare:
"Sono sicuro che la troveremo presto, quel quartiere non è poi così grande"
"Lo spero".
Il grigio spostò lo sguardo sul telo bianco.
"Un altro esperimento non riuscito.." commentò Orochimaru con leggerezza "il corpo non ha retto alla sostanza, ma ormai ci sono vicino".
"Ce la farà sicuramente, signore"
"Ovviamente. Ma adesso porta fuori il lettino, liberati del corpo e comincia ad organizzare data e incontro del prossimo torneo. Ah, e voglio essere lasciato in pace fino a domani mattina"
Kabuto annuì e si avviò a passi svelti verso il lettino, cominciando a poi spingerlo verso l'uscio; si girò e piegò leggermente la testa in segno rispetto prima di uscire, chiuse poi la porta, lasciando l'uomo solo.
Orochimaru si avvicinò agli scaffali, accarezzandone il bordo con le dita di quelle mani che provocavano tanto ribrezzo in chi le stringeva, causando un leggero stridio provocato dalle unghie a contatto con il metallo; camminò a passi lenti e misurati verso la finestra, tornando ad osservare fuori.
In quel momento Suna dormiva e i negozi erano al buio, le abitazioni erano al buio, e l'unico movimento era qualche persona fuori da uno dei pochi bar ancora aperti, che con le luci al neon creavano aloni di diversi colori nelle strade.
Da quella finestra contemplava con occhi affettuosi la città sottostante, indifesa e immersa in quell'adorabile oscurità; certo, non era ancora la sua città, ma presto lo sarebbe stata.
Sorrise scoprendo una fila di denti bianchi, dritti ma un po' aguzzi e si inumidì le labbra con la lingua; si lisciò poi una ciocca  degli untuosi capelli neri che gli ricadevano sulle spalle, arrivando a metà schiena.
Dopo tutto, l'inizio era stato quasi perfetto.
 
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Saalve a tutti, sono TheGirlOfTheSand.
Vi chiedo scusa se ci ho messo un po' più del solito ad aggiornare ma..finalmente ce l'ho fatta,  e quindi ecco qui il decimo capitolo! Spero come al solito che sia di vostro gradimento e vorrei chiedervi un graande favore: vorrei ricevere qualche recensione in più dato che non so se la storia vi stia piacendo, quindi se potete spendere un po' del vostro tempo, scrivendo anche solo poche righe, ve ne sarei grata.
Detto questo ho finito, aggiungo solo che forse riesco ad aggiornare domani, ma comunque sia..al prossimo capitolo!
   
 
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