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Autore: miss dark    11/03/2009    3 recensioni
Una ragazza innamorata del suo migliore amico.
Lui non ricambia, non subito.
Potranno mai avere una storia, o entrerà qualcun altro nella loro vita?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mai Più Noi - Capitolo 21

CAPITOLO 21

 

Giulia e Sara camminavano per le vie del centro città, commentando i vestiti delle vetrine.

Erano uscite da appena mezz’ora, ma Sara aveva già quattro sacchetti nelle mani e aveva affidato all’amica il trasporto di un piccolo sacchettino blu.

Si sfogava comprando: acquistava tanti bei vestiti, preziosi gioielli e scarpe costose, li indossava una volta e poi li chiudeva in sacchi neri che si accumulavano nel suo armadio. Rinchiudeva stoffe pregiate e cuoi ricercati in grossi sacchetti che poi gettava nella spazzatura.

Questo, Giulia non lo sapeva. Non capiva dove finissero tutti gli oggetti che l’amica comprava, ma non gliel’aveva mai chiesto.

Sapeva che la bionda non comprava per bisogno, ma per vezzo. Era il difetto più grande di Sara. Un’abitudine malsana e consumista, che Giulia detestava mutamente e a cui asseriva a fatica per mantenere un clima sereno nella loro amicizia.

Ora, comunque, camminavano per le vie del centro; ognuna con i propri pensieri in mente, entrambe con lo stesso discorso in bocca.

Parlavano tranquillamente di ciò che era successo a scuola da quando Sara era scappata quando, ad un tratto, la bionda ammutolì e, osservando l’amica, disse

- Me lo merito, Giuli.

La mora, che ancora sorrideva allegra, mutò la propria espressione in uno sguardo interrogativo.

- Ti meriti cosa?

Sara arrestò il passo.

- Che Michele si sia arrabbiato con me.

L’altra ragazza sbuffò esasperata dagli eccessivi sensi di colpa dell’amica.

- E perché mai lo meriteresti?

- L’ho tradito.

Giulia sobbalzò e la sua espressione divenne prima indignata e poi delusa.

- Perché? Perché hai fatto una cosa del genere?

- Io…io non me ne sono resa conto. Non capivo quello che mi accadeva intorno ed ero tanto triste.

- Ma queste non sono motivazioni, diamine! Avevi un ragazzo stupendo e lo hai tradito perché eri triste?

- Non ti arrabbiare con me Giuli…

- E con chi mi devo arrabbiare?!

- Va bene, sgridami per ogni singola cosa che faccio! Su, tirami uno schiaffo!

Giulia poggiò il sacchetto che aveva tra le mani e si avvicinò a Sara.

- Ogni singola cosa, Sara? Un tradimento non è “ogni singola cosa”! Ricordi quanto sei stata male quando abbiamo telefonato a Michele e hai scoperto che era a casa di Mariangela? Ricordi quanto hai pianto?

- Si…me lo ricordo.

Giulia manteneva un tono di voce abbastanza alto, mentre Sara sussurrava appena.

- Ecco! E allora perché hai voluto infliggere lo stesso dolore alla persona che amavi?

- Mi hanno obbligata, Giulia…

Quell’affermazione spiazzò la mora.

- In che senso?

- Mi hanno violentata, Giuli…non so come sia successo. Non ricordo bene quello che è accaduto quella sera.

L’amica non disse una parola e gettò le braccia al collo della bionda.

- Scusami! Non dovevo arrabbiarmi in questo modo. Avrei dovuto restare calma e ascoltare tutta la storia. Oddio, Sara! Ma ti rendi conto?!

Sciolse l’abbraccio e la osservò negli occhi.

- Cioè, conosci quello che potrebbe accadere dopo una cosa del genere?

- Si…lo so…

- Oh, Sara…

Si abbracciarono di nuovo.

- Andiamo a casa, per favore…

Mentre le due si avviavano per ritornare a casa di Sara, il cellulare di Giulia vibrò nella sua borsa.

Lo estrasse e lesse l’avviso dell’arrivo di un nuovo messaggio.

- …Dev’essere Lorenzo…

- Lorenzo? Chi è?

LORENZO:

Capisco, Giulia.

Capisco che nella tua vita ci sia sempre

un problema di troppo.

Capisco, anche, che fra di noi ci sarà sempre un problema.

Se non sarà tuo, sarà mio.

Abbiamo età troppo diverse e vite opposte.

Forse s’incontreranno, un giorno, e diventeranno parallele.

Attenderò quel giorno, ma, per ora,

è meglio così.

Non è un addio, ma un arrivederci

a presto, spero!

- Ehi…chi è?!

- Era qualcuno che avrebbe potuto aiutarmi a ricominciare, ma, ora, è tutto finito. Di nuovo.

 

La campanella della fine delle lezioni squillò, vibrando con forza maggiore di qualsiasi altra.

Daniele uscì dalla classe col capo chino verso il pavimento.

Stava ancora pensando a lei.

A Giulia.

Pensava a lei giorno e notte.

Pensava ai momenti che avevano trascorso insieme.

E più pensava a quello che avevano fatto insieme, più sentiva di allontanarsi da lei.

Era esausto.

Sfiancato dal dover rimanere aggrappato ad un passato che lo faceva soffrire e di non vedere un presente che lo soddisfacesse.

Stava percorrendo i corridoi della scuola e ripercorse mentalmente le ultime settimane trascorse all’interno di quelle mura.

Erano stati giorni difficili, faticosi e dolorosi. Il pensiero di doverne affrontare un altro l’indomani lo rendeva ancora più stanco ed insoddisfatto.

L’idea di dover varcare quella soglia con la stessa malinconia pesava sul suo animo più di qualsiasi altro macigno.

Quella vita, quel prototipo di verità che ogni giorno era costretto a vivere, gli stava stretto, non conteneva tutte le sensazioni che lui provava. Avrebbe desiderato crearsi una vita con le sue mani, per poterne essere soddisfatto o, perlomeno, per sapere a chi reclamare la sua insoddisfazione.

Era difficile sopravvivere al mondo e alle sue avversità.

Era complicato farlo con qualcuno affianco e risultava quasi impossibile farlo da soli.

Non aveva nessuno che lo prendesse per mano e che lo guidasse verso una nuova gioia.

Camminava per le strade di Torino e non era diretto a casa. Non era diretto in alcun luogo. Stava, semplicemente, camminando, quando una mano amica gli si posò sulla spalla.

- Ciao!

Daniele si voltò di scatto, preso alla sprovvista da una voce tanto familiare quanto inaspettata.

- Fede?

- Certo! Chi altro avrebbe voglia di seguirti per tutta Torino, solo per assicurarsi che tu non faccia pazzie?!

Daniele abbozzò un sorriso divertito.

- Hai ancora voglia di starmi dietro dopo il modo in cui ti ho trattato oggi?

Federico rifletté sulla domanda che l’amico gli aveva appena posto.

- Beh…oggi non avevo nulla da fare…

Daniele, preso da un impeto di irrefrenabile allegria, strinse l’amico in un caloroso abbraccio.

- Ehi…Fede…grazie.

 

 

 

___________________________________________

 

Eccomi qua. Finalmente, direte voi! Finalmente, lo dico anche io!

Ho avuto il "coraggio" di prendere di nuovo in mano questa storia, che ormai va più lenta di una lumaca ferma, e di scrivere un nuovo capitolo. Anche l'ultimo capitolo, il finale, è già scritto. Non mi soddisfa per niente ed ero abbastanza tendente al pubblicarlo assieme a questo, ma poi ho riveduto la mia idea e ho pensato di pubblicarli uno vicino all'altro, magari a distanza di due o tre giorni.

 

Dunque, chiudiamo la parte sugli inutili preamboli, e passiamo al mio commentino piccino picciò.

Bene, devo dire che, rileggendo il capitolo, mi sono stupita molto nel vedere il mio entusiamsmo riguardo ad esso calare a picco. Al fondo del capitolo precedente avevo detto che mi aveva soddisfatto molto, mentre, adesso, non riesco a ritrovare quei punti che tanto mi avevano reso orgogliosa di lui.

Ma va beh, fa niente.

A me piace molto il finale, mentre ho trovato abbastanza ripetitiva la parte iniziale del pezzo di Daniele. Ed è proprio questo fattore, la ripetitività, che mi ha spinta a scrivere subito anche l'ultimo capitolo, in modo da terminare, finalmente, questa storia.

Nel corso di essa ho visto un'evoluzione nella mia scrittura, ma non nella trama e visto che l'ispirazione a riguardo è morta definitivamente, ho deciso di darci un taglio.

 

Ma non importa, rinviamo queste parole all'ultimo capitolo e passiamo ai ringraziamenti.

Come sempre ringrazio coloro che hanno recensito il precedente capitolo (Neverwinter e Vampire Berry): grazie ragazze, ancora non mi avete abbandonato e ve ne sono grata! Fra un po' porrò fine alle vostre agonie e questa storia avrà la sua fine! Spero avrete la pazienza di attendere il mio sprint finale...

 

Al prossimo capitolo, allora,

vostra

Miss Dark

  
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