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Autore: Niruh    04/01/2016    1 recensioni
Andrea ha 23 anni e una vita monotona tra università, amici e bar in cui lavora per mantenersi lontano da casa. Un giorno però nel suo locale entra Vanessa, una ragazza solitaria dai tratti delicati e orientali. Vanessa è talmente persa nel suo mondo e così poco consapevole della propria bellezza che Andrea se ne innamora all'istante, ma sa così poco di lei che quando scompare per l’ennesima volta può solo aspettarla, o no?
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Tè al Ginseng

Prologo

Quando la vide per la prima volta, Vanessa leggeva un libro dalla copertina consumata ed addentava piccoli dolcetti giapponesi. Con il tempo Andrea avrebbe imparato che li amava quasi quanto la lettura; eppure in quelle poche ore primaverili, tra le sue dita, non riusciva a cogliere con lo sguardo nient’altro che piccole palline di zucchero viscoso.
Gli sembrava che la lettura la coinvolgesse talmente tanto da farle perdere il contatto con la realtà. A volte lui la osservava nei momenti di tensione, mentre i suoi occhi scuri saettavano tra quelle pagine ingiallite. Si limitava a muovere la mano e posarsi il mignolo sulle labbra, come se volesse evitare una qualche fuga emotiva.
La prima volta che rivolse la parola ad Andrea fu per chiedergli se servivano tè al ginseng. Lui, in realtà, non sapeva nemmeno cosa fosse, così rimase vari secondi in silenzio per poi scuotere la testa e dirle che avevano solo del tè solubile. Quella fu l’unica volta che la vide abbassare il capo non per dedicarsi alla lettura, tanto che i capelli rossi le coprirono il volto nascondendolo alla sua vista. Non ritornò nemmeno al suo posto per ricominciare a leggere, ma lo fece lì, in piedi davanti al bancone.
Nei mesi seguenti era sempre lì con quel maledetto libro, nello stesso silenzioso angolino.
Per tanto tempo ordinò il tè scialbo del locale, ma non lo bevve mai; lo ordinava solo per poter rimanere nel locale.
Ad Andrea, infondo, non dispiaceva avere compagnia durante le giornate di pioggia; anche se era una compagnia così silenziosa.
E fu così che passarono altri giorni ed altri mesi; il freddo lasciava spazio al caldo e l’angolino iniziò a ricevere piccoli raggi di luce. Ma ormai lei non veniva più e quel posto rimaneva isolato come prima, dimenticato da tutti.
Andrea la vide tornare dopo molto tempo. Quasi non la si riconosceva con i capelli corti neri e lo sguardo attento. Sembrava essere tornata alla realtà, come se avesse buttato quel suo adorato libro per strada ed avesse deciso di ricominciare a vivere.
Tra tutti gli sguardi ammiccanti degli uomini nel locale quello di Andrea però non c’era . Lui aveva visto qualcosa in lei la prima volta, mentre le pagine venivano sfogliate e i dolcetti divorati. Ora aveva davanti a sé una donna diversa, dall’aria cupa e misteriosa, non trascurata e sognante.
Arrivò al bancone in fretta e lui si asciugò le mani tremando; sembrava un ragazzino al primo lavoro.
“Un caffè, grazie” gli disse con tranquillità, ma lui, così attento a lei, riuscì a cogliere un tono diverso anche nella sua voce.
Le preparò il caffè con molta attenzione, più di quanta ne avrebbe usata per gli altri clienti; tuttavia sentiva di aver sbagliato qualcosa, di aver perso l’occasione della sua vita in quel tè di tanto tempo prima.
Vanessa consumò il suo caffè e gli lasciò una piccola mancia, e così fece ancora per i giorni seguenti. Ad Andrea non sembrava vero di aspettare il suo arrivo con trepidazione. Voleva sapere tutto di lei, così cercava di cogliere tutto quello che poteva nei pochi minuti in cui gli rivolgeva la parola.
Uno dei giorni prima di Natale la vide entrare nel locale con un piccolo sacchettino tra le mani. Non ci fece caso più di tanto, sarebbe potuto tranquillamente essere un regalo per qualche amico o familiare. Però lei aveva un’aria strana, e quello lo capì subito. Non solo perché non ordinò il solito caffè, ma anche per il fatto che andò a sedersi nell’inospitale angolino. Era tornata per un attimo nel passato con quel sacchettino tra le mani. Fece un paio di sospiri e poi ne cacciò un libro. Era il suo libro. E, per Andrea, il suo momento.
Corse in cucina e afferrò i filtri per il tè al ginseng che aveva comprato qualche giorno prima. Era andato al negozio orientale e si era fatto consigliare dal proprietario per non sbagliare. Tornò al bancone e ne mise uno in una tazza d’acqua calda. Poi alzò gli occhi e la vide accarezzare la copertina consumata del libro e passare le dita sul dorso, la parte forse più delicata essendo attaccata per miracolo.
Si avvicinò piano con la tazza e la posò sul tavolino di fronte a lei, ma quella ragazza non aveva occhi che per quel libro. Andrea riusciva persino a sentirne l’odore, di zucchero e marmellata, come se non fosse mai sfuggito dalle sue mani, nemmeno dopo tanto tempo.
Quando lei alzò lo sguardo, notò lui e poi la tazza e Andrea fu contento che non fosse stato il contrario. Lei aveva gli occhi talmente lucidi e la pelle bianchissima. Andrea non sapeva cosa fare, si considerava una frana in tutto: nella studio, nel lavoro, negli affetti. Ma a parte tutto sentiva di essere nel posto giusto.
Si sedette vicino a lei e prese coraggio per un bel po’ di volte, ma alla fine distolse lo sguardo verso una delle pareti. Solo dopo un po’ di tempo sentì un lieve contatto sulla mano. Era quella di Vanessa, calda e timorosa, che gli chiedeva di starle vicino.
“Grazie” sussurrò tra le labbra. E lui capì di essere davvero nel posto giusto.




Note dell'autore:
Ciao a tutti. Questo prologo è stato recuperato da un mio vecchio hard disk. E' bastato un attimo per ricordare i vari elementi che mi avevano portato a scriverlo e così ho deciso di continuare questa storia. Dal primo capitolo in poi la storia prenderà la sua piega da commedia. Oscillerà infatti tra sentimentale e commedia. Spero vi piaccia.
  
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