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Autore: ChibiMorag    04/01/2016    2 recensioni
DALLA STORIA
"Cosa?"
"Beh, sai di biscotti." Harry lo fissò un attimo, poi sorrise.
“Anche tu” Un attimo di silenzio, poi…
Salve, una piccola serie senza troppe pretese, tre capitoletti in tutto, l'ideale se volete annegare nel fluff... siate clementi, lov ya!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Questa è la fine dell'ennesima storia... Spero tanto vi piaccia, mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate e scusate se sono così frugale nelle note, sono a Milano a casa di mio zio per qualche tempo e son sempre di corsa!

Enjoy :)

 
CAP. 3
 
“Tra poche ore torneranno tutti” aveva esordito Harry, continuando a carezzare ritmicamente i capelli biondi di Draco. Non poteva credere che fossero già passate due settimane. Due brevi, intense settimane di idillio, fatte di sorrisi nascosti, di frecciatine non più maligne, ma giocose, tanto per mantenere le apparenze, perché nessuno deve sapere. Due settimane a fingere di ignorarsi, a prendersi la mano quando non c’era nessuno, facile perché tanto il Castello a Natale era sempre vuoto, due settimane di baci rubati, di notte, nel loro posto. Perché era quello che quella cucina era diventata per loro: un luogo totalmente “loro”, un rifugio nel quale nascondersi, nel quale amarsi. Harry rabbrividiva ogni volta che ci pensava. Lo amava? Amava quel Serpeverde pazzo, egocentrico, nevrotico, bellissimo, divertente, intell… ogni volta si rispondeva da solo.

Draco nel frattempo taceva, limitandosi a starsene rannicchiato contro il petto del moro quasi a volerci entrare dentro. Temeva l’inizio delle lezioni come nient’altro. Prima delle vacanze aveva vissuto come in un limbo, solo con la sua disperazione ed il suo senso di colpa, con l’unico sporadico appoggio del suo amico Blaise, che comunque non capiva, non poteva capire. Lui non c’era stato. Non era stato in mezzo all’orrore, non era stato in mezzo alla guerra! Stava crollando, ed ecco all’improvviso la svolta. All'improvviso, ecco Harry. Erano anni ormai che desiderava che il moro lo notasse, che potessero essere finalmente qualcosa insieme e ora stava accadendo. E davvero, lui ne era felice, ma… era giusto? Lui lo sapeva, sapeva cosa pensavano tutti di lui, dalla fine della Guerra. Eccolo, il razzista, il Mangiamorte, eccolo l’inetto, lo stupido Malfoy, troppo codardo per fare una scelta e troppo debole per scappare. Davvero voleva condannare anche Harry a sopportare tutto quello?

Non ne avevano mai parlato. Non avevano mai messo le cose in chiaro riguardo a loro due, a quella strana bellissima cosa che era nata in quel periodo e ancora una volta Draco non riusciva a tirar fuori il coraggio ed affrontare quello che sarebbe successo. Toccò ancora ad Harry parlare.

“T-tu… ecco, tu cosa vuoi?” Cosa voleva? Draco voleva Harry, ovviamente, ma l’altro avrebbe continuato a volerlo? Quando tutto si fosse fatto reale, una volta usciti dalla loro dorata bolla natalizia, avrebbero retto? Questo era ciò che Draco avrebbe voluto dire, e invece stette zitto, stringendo soltanto la presa sulla maglietta leggera del ragazzo e tentando di ghignare in una pallida imitazione del sé stesso di prima.

“Tu?” replicò Draco, sollevando la testa per fissarlo negli occhi e facendolo arrossire.

“… io-” Andiamo… e tutto il coraggio Grifondoro che si era sempre vantato di possedere dov’era ora? Harry chiuse gli occhi, soffiando un’unica parola, il cuore che sembrava voler scappare via lontano dal torace, magari per raggiungere quello del Serpeverde, altrettanto agitato “Voglio te” sussurrò arrossendo e facendo sgranare gli occhi al biondo.

“Sei sicuro? Lo sai, ci odieranno…” rispose Draco con la voce che già tremava, odiandosi con tutto sé stesso per lo sguardo lievemente ferito che l’altro gli rivolse, ma determinato a fargli capire che non sarebbe stato affatto facile. “Loro non capirebbero, inizierebbero a parlare e-”

“Ho capito. Grazie tante.” Lo bloccò improvvisamente freddo l’altro. “Se la tua stupidissima reputazione o il tuo nome o che so io sono più importanti di tutto questo non c’è proprio bisogno che dici altro. Che idiota che sono…” disse, la rabbia nella voce ora percepibile. Si alzò di scatto, girandosi dall’altra parte per evitare di guardarlo in faccia.

“COSA? No! Stupido di un Grifondoro vieni qua! Non intendevo quello” sbottò Draco alzandosi a sua volta e bloccandolo prendendogli un polso.

“Ah sì? E allora cosa?” ribatté acido Harry, deluso. E pensare che era pronto ad affrontare i suoi amici, per quel… quel… no, non ce la faceva. Vedendolo tacere lo strattonò ancora, liberando il proprio polso dalla sua stretta e fece per andarsene, bloccato poi dal corpo del biondo che lo abbracciò da dietro, nascondendo il viso arrossato nell’incavo del suo collo.

“Era la tua, la reputazione che volevo mantenere, stupido.” Mormorò posandogli un morbido bacio sul collo prima di continuare “Tu… tu sei Harry Potter, cavolo! Qua siamo io e te, ma là fuori tu sei il Salvatore, l’Eroe, mentre io… Sarò sempre e soltanto questo” continuò con lo stesso tono basso, lasciandolo per prendersi il braccio sinistro, il braccio del Marchio. Ormai era quasi svanito, una cicatrice rossastra dalla forma spaventosa, ma nulla avrebbe fatto sparire il suo significato. Harry si voltò e lo abbracciò stretto, per poi sollevare il braccio pallido dell’altro e baciarlo castamente, senza mai staccare gli occhi da quelli stupefatti del biondo.

“Non è un simbolo o un nome a fare di noi quel che siamo. Una volta un uomo che stimo molto mi disse ‘Il mondo non è diviso tra brave persone e Mangiamorte. Tutti abbiamo sia luce che oscurità dentro di noi, sta a noi decidere da che parte stare., Non avevo neanche quindici anni, ma non lo dimenticherò mai. Tu non sei cattivo, e lo capiranno anche gli altri, basterà mostrarglielo!” disse, per poi stampargli un bacio sulle labbra.

“Ha-hai ragione. Harry, io-” rispose Draco, gli occhi lucidi per l’emozione. “La mia, di luce… Sei tu” sussurrò nascondendosi di nuovo contro il suo collo ed Harry gli baciò i capelli, sussurrandogli lieve “Io… ti amo” e stringendolo ancora di più forte contro di sé. “Anche io, anche io ti amo…” rispose Draco, alzando il viso arrossato e baciandolo dolcemente sulle labbra.

***

“Sicuro?”

“Sicuro.”

Harry afferrò la mano di Draco, nel freddo del cortile della scuola. Meglio mettere le cose in chiaro sin da subito, quindi avrebbero aspettato le carrozze insieme. Blaise Zabini era accanto a loro, a pochi passi di distanza, e li fissava compiaciuto. Harry aveva scoperto che lui sapeva già tutto e che era davvero, davvero soddisfatto di come erano andate le cose. Così la smetterà di assillarmi con tutti quei Potter di qua, Potter di là gli aveva detto, facendogli l’occhiolino, ed Harry era scoppiato a ridere abbracciando il biondino che malediceva il compagno. Adesso toccava agli altri. Ecco le carrozze. Draco gli strinse la mano in un gesto di conforto ed entrambi si stamparono un sorriso sul volto, pronti al patibolo.

“Ronald… siamo arrivati” sussurrò Hermione svegliando il suo ragazzo con un bacio. Ron allungò una mano, ancora ad occhi chiusi, e le carezzò una guancia, stringendosela addosso incurante degli sguardi di Neville, Ginny e Luna che stavano seduti con lui.

“Ronald!” esclamò Hermione, spostandosi e svegliandolo definitivamente. Neville aprì la portiera e scese, bloccandosi con gli occhi spalancati appena qualche passo avanti. Si affacciarono pian piano tutti gli altri, inizialmente confusi e via via più sconcertati non appena si rendevano conto di quello che stava succedendo, finché non scese Hermione. Si guardò intorno, poi occhieggiò il motivo di tanto scalpore e partì a passo di carica verso la coppia che, terrorizzata dal suo cipiglio, la fissava immobile.

“Harry James Potter!” urlò, poi arrivata accanto all’amico lo squadrò e con voce critica fece “Da quanto va avanti questa cosa?”

“D-da un paio di settimane…” sussurrò esterrefatto Harry.

“E tu, signorino, hai intenzioni serie?” si rivolse a Draco con quel suo cipiglio da generale, al che il biondo scattò sull’attenti, esclamando “Signorsì, serissime, signora!”. Hermione sgranò gli occhi, per un attimo senza parole, poi si riprese e stritolò entrambi in un abbraccio, esclamando “Finalmente! Sono mesi che Harry ti sbava dietro!” facendo ghignare il biondo, che sussurrò malizioso un “Ah, davvero?” e facendo arrossire scandalosamente il povero Harry.

“Senza che parli tu, lo so benissimo che hai una cotta per lui dal terzo anno!” replicò “Non per niente mi hanno definita Strega Più Brillante Della Mia Età!” e fu il turno di Draco di avvampare, scostandosi leggermente dagli altri con aria imbronciata. Harry si avvicinò a lui di nuovo sorridendo leggermente, emozionato, poi lo prese per un braccio e lo baciò davanti a tutti, incurante dei commenti che sarebbero potuti nascere.

 

***

 

“Come ti senti Ron?” chiese Harry, sentendosi ancora lievemente in colpa, affacciato al baldacchino dell’infermeria di Hogwarts.

“Già, Ronnie, come stai? Passata la paura?” lo sbeffeggiò Malfoy con sguardo innocente, appoggiato al petto del suo ragazzo e disegnando linee immaginarie con le dita lungo le sue braccia, beccandosi un pizzicotto ammonitore da Harry sul fianco. Draco soffiò infastidito e lo graffiò leggermente sul braccio, allora Harry arricciò il naso ridacchiando e sussurrandogli “Sembri un gatto, così” e dandogli un piccolo bacio sulla guancia, totalmente dimentico di Ronald, che si profuse in una serie di smorfie disgustate. Draco miagolò piano ed Harry gli sorrise, per poi affondare una mano tra i suoi capelli ed attirarlo a sé per un umido bacio.

“E ora basta! Non vorrete farmi svenire ancora? Prendetevi una camera, miseriaccia!” urlò Ronald, ormai giunto al limite della sopportazione, facendo ridacchiare ancora di più il Serpeverde, che morse il labbro inferiore ad Harry facendolo mugolare piano, prima di staccarsi con uno schiocco e sussurrare “Non sia mai detto, Ronnie, ma grazie per il consiglio, la camera ce la prenderemo a breve di sicuro!”

“Ora basta, micio” gli mormorò all’orecchio Harry facendolo rabbrividire. “Scusa Ron, hai ragione… Solo-”

“Sì, per me è okay amico… Basta che non limonate mai più davanti a me! Ora sciò, via!” li scacciò sorridendo bonario “E dì a Herm di venire subito qua, che sto tanto male e ho bisogno di assistenza!” continuò ridendo.

“Riferirò!” urlò di rimando Harry, già nel corridoio, ridendo felice.

Senza preavviso Draco gli si gettò addosso, baciandolo euforico. “È andata” sussurrò contro le sue labbra prima di coinvolgerlo in un bacio da togliere il fiato. “Ti amo” gli disse Harry, posando la fronte sulla sua e fissandolo con quegli occhi dal colore così sconvolgente.

“Ti amo, Harry” replicò lui, sorridendogli.

*50 anni dopo*

Harry fissava la sbiadita foto incantata replicare infinite volte la stessa sequenza di movimenti. Lui e Draco, nei corridoi di Hogwarts, di profilo, che si sorridevano complici prima di strofinare le punte dei loro nasi l’una contro l’altra. Non si erano nemmeno resi conto che Denis Canon stava scattando finché non se l’erano ritrovata stampata sul Profeta, la mattina seguente. Nella foto il biondo gli sussurrava qualcosa, vedeva chiaramente le sue labbra sottili muoversi, ma per quanto si sforzasse di ricordare non riusciva proprio a farsi venire in mente cosa potesse essere.

“Ancora con quella vecchia foto, tesoro?” una mano gli si posò sulla spalla, stringendo amorevolmente ed Harry si girò. Gli anni erano passati per tutti, compreso suo marito, ma per lui restava ancora bellissimo. I capelli ora erano bianchi e la pelle non più liscia, ma ad Harry non importava. Gli occhi, quelle bellissime iridi argentee, erano sempre gli stessi.

“Draco… Guarda” gli disse, facendogli spazio sul divanetto della loro casa. L’uomo si sedette accanto a lui e gli prese la mano, sorridendo malinconico.

“Com’eravamo giovani…” mormorò. Harry lo abbracciò piano, dicendogli “Per me sei sempre un uomo straordinariamente affascinante, signor Potter-Malfoy”

“Ma davvero, signor Malfoy-Potter?” sorrise l’altro improvvisamente giocoso. Harry annuì sorridendo, poi tornò serio.

“Chissà cosa mi stavi dicendo, qui” cambiò discorso.

“Ovvio, Potter… ti dicevo che ti amo.”




 

 THE END

 
   
 
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