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Autore: afiree_love    06/01/2016    1 recensioni
Irene è una ragazza come tante: adora passare del tempo con i suoi amici, ascoltare musica, guardare telefilm e correre. La sua vita,però, ha un totale cambiamento quando i suoi genitori decidono di trasferirsi in America, paese completamente diverso dall'Italia. Irene è costretta a cominciare una nuova vita e ad abbandonare il suo migliore amico Gabriele. Riuscirà a trovare la felicità lontana da lui?
Questa è la prima storia che scrivo, spero di non essere troppo ridicola :)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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La sveglia suona e appena sento il suo suono elettronico mi rendo conto che non sono nella mia solita stanza, tappezzata di foto con Gabriele e dei suoi magnifici disegni. No, sono nella mia nuova camera, così spoglia e vuota da far paura. Devo proprio decorarla per bene. Mi alzo dal letto a baldacchino e vado nel mio bagno (sì, solo mio) e faccio una doccia veloce. Indosso dei pantaloncini, una canottiera e le mie scarpe da tennis; lego i miei lunghi capelli lisci in una coda di cavallo e mi preparo per correre. É l'unico modo che ho per sfogarmi e concedermi del tempo per me stessa. Scendo le scale e vado in cucina dove ci sono i miei genitori che stanno facendo colazione. Li osservo da lontano e vedo come si scambiano e sorrisi e come sono felici, forse dopo troppo tempo, e capisco che abbiano scelto di trasferirsi per ricominciare, per dimenticare una parte di vita troppo dolorosa e ingiusta. "Buongiorno" li saluto, cercando di sorridere. "Buongiorno a te" risponde mio padre, dandomi un bacio sulla fronte. "Vuoi andare a correre? Ieri ho visto che dietro l'angolo c'è un parco, potresti andare lì" mi dice mia madre mentre mi versa del caffè sulla tazzina. "Grazie mamma, ma sai bene che non mi serve un parco per correre" le rispondo bevendo di fretta il mio caffè. "Lo so, ma è il posto ideale per sgranchirsi le gambe. Nel nostro vecchio paesino non c'era nessun parco, ora qui sei libera di volare" sorrido alla sua affermazione "hai ragione, è ora di esplorare nuovi posti" scherzo mentre prendo il mio iPod dal tavolo. "Dovrei tornare tra un'ora, ci vediamo più tardi" li saluto. "Stai attenta e non perderti" mi raccomanda mio padre prima che io esca; "tranquillo, ho il telefono in tasca" urlo prima di sbattere la porta di casa. Il mio iPod comincia a suonare e sento le note di "Broken" dei "Lifehouse", mi guardo attorno e cerco di abituarmi al nuovo paesaggio che avrà la mia vita. Vedo case americane molto simili alle nostre, un uomo che porta a spasso il suo cane, una donna in vestaglia che ritira la posta e decido che sembra essere tutto normale, gli americani si comportano come gli italiani,almeno di prima mattina. Stringo la mia coda e esco dal cancello della mia nuova casa, comincio a correre sul marciapiede e svoltato l'angolo spero di trovare il parco che ama tanto mia madre. Aumento la velocità della mia corsa e in poco tempo mi ritrovo nel famoso parco. Non è nulla di speciale, ci sono alberi, panchine, giochi per bambini e molte persone che corrono come me. È una cosa molto strana; nel mio vecchio paese ero l'unica che corresse per le strade e mi piaceva per questo: non c'era la possibilità di incontrare nessuno, ero solo io con il mio fiato corto e miei pensieri rumorosi. A volte poteva capitare che Gabriele venisse con me, ma lui la mattina preferiva dormire e così correva più di sera. Le corse con lui sono la cosa che mi mancheranno di più. Pensando a Gabriele, le mie gambe tremano e così mi fermo. Riprendo fiato e mi siedo su una panchina vuota,prendo il mio telefono e lo accendo sperando di trovare un messaggio di risposta da Gabriele. Digito il mio pin e sento subito il suono di una notifica. "Non può essere peggio di un'Italia senza di te. Chiamami appena puoi". Lo leggo e rileggo, sento già troppo la mancanza del mio miglior amico, di quel ragazzo che avrebbe fatto qualsiasi cosa per me. È difficile concepire una vita senza di lui, in cui non corriamo insieme verso un futuro sempre più spaventoso. Mi alzo dalla panchina umida, cambio canzone e penso che Gabriele ed io saremo uniti per sempre, non importa quanto lontano viviamo.
   
 
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