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Autore: MaxB    06/01/2016    5 recensioni
Raccolta di one-shots e mini-long basate su immagini di Rboz e Blanania, che mi hanno dato l'autorizzazione. Gajevy totale con accenni ad altre coppie.
Elenco dei capitoli per genere o caratteristiche:
- Serie di immagini: 1, 6, 8, 9, 14
- Immagini singole o a coppie: 2, 5, 7, 12, 18, 19, 23, 24
- Drammatiche: 3, 13
- AU: 5, 15, 18, 19, 20, 22, 24
- Pirates AU: 10, 11 (conclusa)
- School AU: 4, 15, 20
- Council Gajevy: 16, 21
- Gajevy Week 2015: 17
Scrittura e disegno sono due forme d'arte che se accoppiate fanno scintille!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden, Pantherlily, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta, Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Real Member (Council Gajevy 2)

Disegnatrice: Rboz
Universo: Fairy Tail
Caratteri: IC
Genere: fluff; romantico
Personaggi: Gajeel Redfox; Levy McGarden; Pantherlily; Jet e Droy; vari
Coppie: GxL;
Rating: verde
POV: esterno
Lettura: /
Contestualizzazione: fine Tartaros Arc
Avvertimenti:spoiler!; storia basata sul possibile svolgimento delle avventure nel Concilio.

 
Riassunto capitolo 1: dopo lo scioglimento di Fairy Tail, i membri della gilda si dividono e ognuno prende la propria strada. Levy e Gajeel si salutano, osservando anche la rottura definitiva del Team Shadow Gear. Ma la promessa di rivedersi è presente nei loro cuori ogni giorno della loro vita grazie ai pegni che Gajeel e Levy si sono scambiati.
 Un paio di mesi dopo, Levy era entrata nel Concilio per le sue doti intellettuali, scoprendo che non sarebbe stata sola in quella nuova avventura…

 
- Gajeel ho finito di studiare. Sono pronta per il test – comunicò Levy, occhiali per la lettura veloce sulla punta del naso e capelli legati in un’austera coda di cavallo.
Il ragazzo sollevò la testa e si concesse alcuni attimi di osservazione: qualche ciocca ribelle le ricadeva lungo la guancia in morbide onde, segno che era stata talmente impegnata da non farci nemmeno caso. Adorava il suo look da studiosa modello, ne aveva avuto un assaggio quando aveva cercato, e trovato, il modo per neutralizzare le rune di Freed, durante la parata di Phantasia. L’aveva colpito, soprattutto per la sua bellezza, ma anche per il modo in cui era in grado di cambiare: da tenera e innocente partecipante della gara femminile a macchina da guerra dalla conoscenza così profonda da poter tener testa ai comandanti di tutto il Concilio. Indossava una maglia blu e nera che le copriva anche il sedere e dei pantaloni attillati neri infilati dentro a degli stivaletti marroni di cuoio. Lo stile era proprio lo stesso di quella volta, quando però la maglia era arancione e nel suo cuore abitava solo l’urgenza del momento e la necessità di fargli capire quanto lui, Gajeel, fosse importante in quel frangente. Aveva dovuto abbandonare i suoi amati vestitini perché… be’, chi andava in giro con simili abiti nel Concilio? Le uniche donne che vi lavoravano erano segretarie obese costrette dietro scrivanie minuscole o esseri dal sesso non facilmente identificabile, che si rivelavano donne solo quando le si vedeva dirigersi verso il bagno femminile. Non sorprendeva che Levy fosse stata subissata di giovani uomini che cercavano di attaccare bottone praticamente in ogni corridoio. O meglio, lo sarebbe stata se un certo quasi-capitano non fosse stato con lei…
Si schiarì la gola. – Innanzi tutto, Capitano, Miss McGarden – l’ammonì con severità.
Levy strinse le labbra e assottigliò gli occhi, fissandolo con malanimo sotto le lunga ciglia che sbattevano dolcemente quando batteva le palpebre. Suo malgrado, annuì.
E Gajeel ghignò. L’aveva rivista solo tre giorni prima, quando era arrivata in veste di novizia che doveva essere iniziata alle abitudini del Concilio proprio da lui. Esattamente due giorni dopo, ossia il giorno prima a livello temporale di narrazione, era stato nominato Capitano dell’Unità di esecuzione della Detenzione. La cerimonia era stata pacata e fredda, come ogni cosa lì al Concilio, regolata da rigide regole che prevedevano un giuramento, una firma e un pranzo con i membri della propria unità. Su richiesta del neo capitano, aveva partecipato anche Levy, per osservare i costumi della sua nuova casa. Scusa banale. Ciò non toglieva nulla al fatto che Gajeel era davvero capitano di una così importante area dell’organizzazione, con Lily come vicecapitano, ovviamente, e tiranneggiava Levy rammentandole ogni due minuti che lui era il capo, lui aveva il potere e lui comandava, e lei doveva rendergli gli onori del caso e chiamarlo Capitano Redfox. Ci mancava solo che gli chiedesse di sussurrarglielo all’orecchio!
- Bene, Capitano – ringhiò sommessamente Levy. – Ho finito di studiare e sono pronta per il test.
- Nessuno si è mai studiato i due libri obbligatori di Storia del Concilio, il manuale di mille pagine con le regole dell’organizzazione, la planimetria del quartier generale e i nomi di tutti i capitani e i vicecapitani dei diversi reparti in meno di tre giorni! – disse Lily in tono reverenziale.
Levy sorrise lievemente, felice di rivedere il suo amato gatto. Non proprio suo…
Lily, a quanto pareva, nel mese di lontananza si era allenato così duramente da riuscire a mantenere la sua forma originaria di Edoras per un giorno intero. E siccome nessuno tendeva a prenderlo seriamente se restava piccolo e si spacciava per il vicecapitano, aveva dovuto per forza di cose iniziare a mantenerla ogni volta che non era da solo con Gajeel.
- Gamberetto nemmeno io ho studiato quella roba in tre giorni! – esclamò Gajeel.
- Tu non l’hai proprio studiata, ho fatto io per entrambi – borbottò Lily.
Levy si chinò sulla scrivania dietro alla quale Gajeel era seduto, analizzando, o fingendo di farlo, alcune scartoffie riguardanti querele per arresti ingiustificati. Ed era capitano solo dal giorno prima.
- Miss McGarden, se non le dispiace… - sussurrò lei ad un soffio dal suo viso.
A quel gioco potevano giocare in due, ad armi pari a giudicare dal modo in cui Gajeel deglutiva a vuoto.
- Comunque, io l’ho fatto. Sono pronta per il test e per la nomina a qualsiasi mansione e livello vorrai assegnarmi.
- Corri troppo – intervenne Gajeel, ritrovando l’uso della parola. – Oggi pomeriggio e per altri due giorni, fino alla fine della settimana, dovrai assistere all’azione della mia Unità. La mia unità – ripeté, pavoneggiandosi per la sua nomina. Levy roteò gli occhi e Lily gli tirò un pugno. – Solo allora ti dirò cosa devi fare.
- Bene. E il test?
- L’hai passato – riferì Gajeel alzandosi. Detestava guardarla dal basso: quando la sovrastava poteva osservarla mentre allungava il collo per cercare di essere alla sua altezza. Adorabile.
- Ma io non ho fatto nulla… - mormorò lei, basita e in preda alla più completa confusione.
- Levy sappiamo quali sono le tue capacità. Nessuno qui ha mai studiato tutta quella solfa in tre giorni. A dire il vero, penso che a parte te, me e pochi altri, i membri del Concilio abbiamo saltato la teoria a piè pari. Quindi non abbiamo motivo di perdere tempo facendoti apporre crocette su un foglio pieno di domande a cui saprai rispondere ad occhi chiusi. Piuttosto, andiamo a pranzo insieme e poi ti mostriamo la parte divertente del lavoro – spiegò Lily sorridendo.
Levy ricambiò il sorriso, arrossendo leggermente per la lusinga. Poi fissò Gajeel. – Posso smetterla di chiamarti Capitano? – domandò facendo il broncio.
Spiazzato, Gajeel arrossì e distolse lo sguardo repentinamente. – Va bene – borbottò con un tono ricco di sconfitta e astio.
Soddisfatta, Levy fece per allontanarsi.
- Dove vai? – la bloccò Gajeel, preoccupato. L’avrebbero assediata appena uscita dalla stanza.
- A cambiarmi – rispose lei pacatamente.
- No! Devi venire con noi. Non puoi cambiarti! – le disse in tono concitato.
Quella maglia le metteva in mostra così bene il lato B…
- Ma…
- Niente ma, così va bene. A pranzo, sto morendo di fame! – esclamò prendendo Levy per la vita in maniera troppo possessiva e trascinandola in mensa, sordo alle sue proteste.
Sospirando, Lily si alzò e mise un po’ di ordine prima di seguirli.
Se quei due non combinavano nulla proprio in quel periodo in cui potevano lavorare insieme al Concilio, ci avrebbe pensato lui a sistemarli.
 
- Voglio solo mangiare – farfugliò Gajeel, con la bocca piena, per la milionesima volta.
In tre si erano seduti al tavolo della mensa, in tre. Quando era ancora mezza vuota.
Dunque, perché ora c’erano quindici ragazzoni ben piantati di età compresa tra i ventidue e i trent’anni seduti su un tavolo da otto posti a flirtare con Levy fingendo di dover mangiare?
- Capitano, quando facciamo quella prova di forza come allenamento? Sono certo di poter battere tutti grazie agli esercizi che ho fatto per mesi – disse il più sbruffone dei membri del suo reparto. Venticinque anni, vanesio come pochi, i muscoli tonici e l’abbronzatura erano solo una finzione per atteggiarsi da gran divo. Aveva preso a malapena la sufficienza in tutte le prove che Gajeel aveva fatto fare in veste di vicecapitano. – E Levy potrebbe tenere i punteggi. È così brava in queste cose. E magari mettere le coccarde sul petto dei vincitori. Capitano, seriamente, potrei addirittura battere lei.
Le posate vennero violentemente sbattute sul tavolo mentre Lily continuava a mangiare tranquillamente la sua insalata di kiwi. Ma a Levy non sfuggì la vena pulsante sulla fronte del compagno, i pugni contratti, troppo contratti per essere un semplice riflesso nervoso, gli occhi iniettati di sangue e la mascella serrata.
Lo bloccò prima di far scoppiare una rissa: in qualità di comandante non poteva dare una così negativa impressione di sé. – Non credo che lei possa battere il capitano. Lo conosco bene e, be’, non è battibile semplicemente grazie ad un po’ di allenamento in casa e pillole proteiche.
- Lo vedremo – sghignazzò il ragazzo, sedendosi sul tavolo, fregandosene dei vassoi di chi usava la copertura del cibo per mascherare il desiderio di parlare con l’unica donna appetibile del Concilio.
- Quando lo vedrai sarà troppo tardi – lo ammonì Lily, senza guardarlo.
Levy accarezzò il braccio di Gajeel, che chinò la testa per osservarla: gli stava sorridendo dolcemente, con quegli occhioni che invece che assottigliarsi, sembravano ingrandirsi quando era felice. – Gajeel andiamo a fare la parte pratica della mia iniziazione?
Il ragazzo ghignò e lanciò un’occhiata di vittoria allo sbruffone che aveva perso il sorriso. Il tavolo si era fatto improvvisamente silenzioso.
Alzandosi, il capitano disse: - Signori, vado a sbrigare alcune noiose, noiosissime -, Levy gli tirò una gomitata risentita, facendolo ridacchiare, - faccende burocratiche. Voi fareste meglio ad allenarvi perché chi prende meno di tre quarti del punteggio viene rimandato a casa – avvisò fissando una persona in particolare.
Senza aspettare risposta o osservare le bocche spalancate di quegli spocchiosi ragazzetti che non avevano mai nemmeno preso il settanta percento del totale nei test, Gajeel trascinò via Levy e Lily.
 
- Quindi li boccerai tutti? – chiese Levy ridacchiando.
- Non valgono nulla, fidati. Gli unici quattro che hanno buoni punteggi sono quelli che promuoverò. Agli altri farò fare un po’ di gavetta in archivio, o li spedirò in mensa o a pulire i bagni.
- Sadico – commentò Lily svolazzando, lieto di essere solo con loro per poter stare nella sue forma meno dispendiosa di energia.
- Farai fare anche a me la gavetta? – chiese Levy innocentemente.
Stavano passeggiando nel boschetto che circondava la fortezza del Concilio, lontani da sguardi indiscreti o chiacchiere, che avevano già iniziato a diffondersi. Insomma, l’arrivo di Levy, il fatto che fosse di Fairy Tail come Gajeel, che dovesse fare il tirocinio sotto la sua direttiva… non c’era nessuno divertimento lì, qualcosa bisognava pure fare. Per cui i gossip e i flirt stavano prendendo piede come la notizia di una nuova guerra in lacrima-visione.
- A te no… Guarda – la chiamò fermandosi. – Questi meli tra poco daranno le mele più buone della zona. Il Concilio organizza ogni anni una raccolta con l’aiuto di membri di diversi reparti. Potremmo partecipare.
Lily lo guardò come se avesse appena detto di preferire i perizomi e i reggiseni imbottiti ai boxer. Raccogliere le mele? La vicinanza di Levy gli aveva dato una scarica di zucchero eccessiva nelle vene.
- Oh… okay – acconsentì lei, un po’ stranita. – Ma allora a che settore mi destinerai? Gli archivi mi sembrano adatti.
- No. Sarai nel gruppo di supporto strategico del mio reparto, l’Unità Informativa. A dire il vero lavora un po’ per tutti, però noi ci conosciamo… e siamo abituati a lavorare insieme per cui saremo avvantaggiati.
Lily represse una risatina, che però non sfuggì all’udito finissimo di Gajeel.
- Vuoi lottare, gatto?
- Mi sembri tanto Salamander. Cos’è, senti la sua mancanza? – lo schernì il compagno.
A Levy erano mancate quelle baruffe. Li lasciò bisticciare a picchiarsi per alcuni minuti, prima di interromperli.
- Qui dobbiamo preparare il percorso per domani?
- Sì. Tu occupati della griglia di valutazione – la istruì Gajeel.
I tre erano sbucati in un piccolo spiazzo in mezzo al bosco dove un tempo probabilmente sorgevano le fondamenta di una casa colonica. Muri diroccati e rovine fatiscenti occupavano la radura, rendendo il posto un perfetto percorso ad ostacoli.
- Solo le schede e la parte di valutazione? – chiese Levy, fissandosi le mani. Aveva indossato i suoi guanti marroni per i lavori manuali sopra a delle bende per tenere le dita asciutte. Pensava di dover svolgere del lavoro pratico, del resto era parte del suo allenamento, ma Gajeel sembrava di un’altra opinione.
- Sì. Io e Lily organizziamo lo spazio – rispose afferrando la giacca del Concilio che portava sempre appresso in veste di capitano. Con un unico e fluido movimento se la tolse dalle spalle, dov’era drappeggiata, e la tirò sul muro di pietre distrutto dal tempo.
Con un cenno del capo Levy si sedette ai piedi della fondamenta e tirò fuori il libro e i fogli che si era portata dietro. Erano un volume e degli appunti sulle classificazioni degli allenamenti e le griglie di valutazione. Doveva inventare un nuovo sistema per assegnare i voti in base al tipo di percorso ideato da Gajeel.
Non disponibilePer parecchi minuti rimase così concentrata da non accorgersi nemmeno delle discussioni tra Gajeel e Lily riguardo al miglior metodo di organizzazione degli ostacoli. Poi, reclinando la testa e sospirando, si rese conto di avere la schiena appoggiata alla giacca di Gajeel. Senza pensare, controllò i suoi compagni e, trovandoli assorti in una conversazione animata a pochi passi da lei, si mise la giacca sulle spalle e sulla schiena e ne strinse il bavero al collo, arrossendo constatando come il tessuto fosse impregnato del suo odore. Sorrise notando quanto la taglia fosse immensa per lei, e per un attimo si dimenticò del libro aperto sulle sue gambe piegate o dei fogli stesi di fianco a lei, e si immaginò di essere fra le braccia di Gajeel. Si era ripromessa di non pensare certe cose, di non illudersi dopo quello che era successo, perché non era effettivamente successo nulla. Gli aveva fatto una respirazione bocca a bocca e basta. Non era stato un bacio. Non era stato niente. Zero. Quindi perché soffrire inutilmente? Le piaceva la sua compagnia, tutto lì.
Ma se era solo quello, perché sentiva il suo cuore implorarla di correre da lui e lasciarsi abbracciare veramente?
No, doveva smetterla. Doveva togliersi quella giacca. Se Gajeel lo avesse scoperto…
- Levy abbiamo finito! – la chiamò Lily da lontano, avvicinandosi in volo.
Nel panico, la ragazza decise che se avesse fatto finta di dormire, avrebbero pensato che avesse avuto freddo, invece di fraintendere. Sì, doveva fingere di dormire. Appoggiò la testa al muro e calmò il respiro, sperando che le guance non fossero rosse.
- Gamber…!
- SH! Dorme! – sibilò Lily, zittendolo. Raccattò i fogli e li mise delicatamente in mezzo al libro, attento a non svegliare la compagna.
Poi porse tutto a Gajeel e sussurrò: - Dev’essersi coperta quando ha iniziato a soffiare il vento. Reggi questi mentre la porto.
Un’ombra la sovrastò e Levy capì che il gatto si era trasformato per poterla prendere in braccio.
Però le sue mani non arrivarono mai a sfiorarla.
- Faccio io – gli intimò Gajeel.
Con una botta gli schiaffò il libro sul petto e si chinò prendendo Levy in braccio, che fece appello a tutte le sue doti di attrice per sembrare addormentata.
- Dev’essersi stancata troppo studiando così tanto. Dovresti farle un massaggio tornata in camera – buttò lì Lily, ridacchiando.
- Tsk, come se me lo lasciasse fare.
- Se non osi non puoi saperlo.
- Smettila gatto! Mi arrangio da solo.
- Allora forse tra quarant’anni capirai che lei ricambi i tuoi sentimenti.
- Domani fai il percorso con gli altri – ringhiò stringendo Levy al petto, come per proteggerla dalla sua stessa rabbia. – E licenzio pure te se non hai buoni risultati.
Nessuno lo vide, ma Lily roteò gli occhi, disperato.
La ragazza, invece, nascose il sorriso nella giacca e si accoccolò contro il suo petto, lasciandosi cullare dal ritmo cadenzato delle falcate di Gajeel e abbandonandosi al sonno.
 
I giorni successivi furono molto frenetici. Dai risultati del percorso fu evidente che i marmocchi barbuti che avevano fatto gli smargiassi erano delle pappe molli e che l’unità di Esecuzione della Detenzione doveva essere quasi interamente riorganizzata. Solo quei quattro che Gajeel aveva previsto passarono il test, insieme a Lily, che ottenne il massimo dei voti e tirò un gancio al capitano per avergli davvero fatto fare quella cosa.
Così Levy, Gajeel e Lily avevano dovuto reclutare altri membri e avevano passato quasi tutti i giorni insieme. Poi il capitano aveva dovuto far fare un po’ di pratica alla novizia, per cui, solo per il gusto di vederla in calzoncini da ginnastica, l’aveva fatta allenare con corsa ed esercizi vari per testare le sue abilità e decidere a quale settore destinarla. Inutile dire che una folla di uomini si era accalcata alle finestre che davano sul giardino per osservare la scena, con conseguente fuga di tutti quando il capitano si era messo ad urlare, minacciare e trasformare le braccia in seghe elettriche. Il tutto quando Levy, impegnata nella corse nel sottobosco, non assisteva.
Avevano fatto colazione, pranzato e cenato sempre insieme e le voci su una storia segreta si erano intensificate. E i leggeri flirt tra i due non facevano nulla per fermare quelle voci.
Finalmente, domenica, era il giorno del responso: Levy doveva ricevere il nominativo della squadra a cui appartenere su una busta firmata dal Consiglio superiore, grazie ai referti di Gajeel.
Era una mattinata tranquilla e i tre compagni stavano aspettando nel giardino sul retro dell’edificio. Alle loro spalle c’era un laghetto sul quale il cielo terso si specchiava come una fanciulla innamorata. Levy indossava gli stessi pantaloni bianchi di sempre, ma aveva cambiato maglia e indossava una canottiera nera a collo alto, più o meno simile alla maglia che Gajeel portava sotto la giacca, con il colletto aperto. Dei comodi pantaloni che sembravano quelli di Lily, chiari, larghi e con una fascia in vita, erano ben visibili grazie al fatto che, come sempre, la giacca del Concilio non era stata indossata come si conveniva. Gajeel aspettava con le mani ben calcate in tasca, per nulla ansioso per il responso. Del resto, lui sapeva a cosa era destinata Levy.
Finalmente un membro del reparto informativo consegnò a Levy una lettera e Lily, sdraiato a terra sull’erba, sorrise.
Con il cuore palpitante e le mani sudate, Levy aprì la busta lanciando uno sguardo angosciato a Gajeel, che cercò di trasmetterle fiducia. Senza indugiare lesse la missiva e sorrise sempre di più, felice della sua destinazione. Unità Informativa, come quel ragazzo che le aveva consegnato la busta. Carica di vicecapitano. Doveva dare supporto più o meno a tutti i reparti, da quello giuridico all’esercito, con particolare collaborazione con l’unità del capitano Redfox. Avrebbe dovuto cercare quante più informazioni possibili su ogni missione che i settori avrebbero dovuto portare a termine, assicurandosi della sicurezza delle esecuzioni e della tutela dell’integrità del Concilio. Era un’area fondamentale.
- Grazie – disse, rivolgendosi a Gajeel. – Era quello che volevo.
- Lo so – rispose lui, ghignando. – E io accontento i miei uomini. Be’, quelli che se lo meritano – si corresse grattandosi la nuca.
Poi si alzò e le porse una giacca. – Ora sei a tutti gli effetti membro del Concilio, per cui, a te l’onore.
Le porse l’indumento, osservando di sfuggita che Lily gli stava facendo l’occhiolino da complice.
Levy prese con deferenza la giacca e, dopo averla osservata con stupore, fece per infilare la mano nella manica.
- No aspetta, mettila come me. È più da duri – la fermò bloccandole il polso.
Levy gli sorrise chiudendo gli occhioni che luccicavano di felicità. Gajeel le lasciò la mano e lei si drappeggiò la giacca sulla spalle, lasciando in mostra pantaloni e canottiera. Arrossì; si sentiva leggermente in imbarazzo ad indossarla proprio come faceva lui. Come se fossero una coppia…
Non disponibileLa sua forte mano le diede qualche leggera pacca sulla schiena. – Stai bene. È così che dovresti indossarla – ammise ghignando. Aveva una panoramica perfetta sulle sue gambe, che la veste altrimenti avrebbe coperto, e quindi anche sul suo lato B.
Levy si sistemò meglio le spalle. – Eheh… - ridacchiò, un po’ a disagio. Quello non era esattamente in suo stile. – Pensi di sì?
- Tsk, ovvio – borbottò lui senza perdere il buonumore. Fermò la mano e la lasciò appoggiata alla sua schiena mentre Lily sorrideva.
Gajeel si schiarì la voce dopo alcuni attimi di silenzio. – E adesso, vicecapitano, che ne direbbe di…?
- Vicecapitano McGarden! – chiamò a gran voce un uomo più vecchio di Levy correndo per il giardino. Aveva il fiatone. – Il capitano della sua unità vuole vederla per assegnarle un compito. Capitano Redfox, sembra che dovrà collaborare anche lei.
Gajeel grugnì un assenso, seppur riluttante, e Levy sorrise affabilmente. – Grazie mille, arriviamo subito.
L’uomo ammiccò, sorpreso dal sorriso dolce di quella splendida creatura, e si allontanò barcollando guardandosi alle spalle alcune volte.
- Dicevi?
- Uh? – domandò Gajeel mentre Lily gli si affiancava.
- Mi stavi proponendo di… - disse lasciando la frase in sospeso.
- Andare a lavorare allegramente – concluse lui con l’umore nero.
Si avviò insieme al suo compagno e a metà strada le domandò da sopra la spalla: - Ceni con noi questa sera?
Levy sorrise e annuì, stringendosi nella giacca.
Le aveva detto che stava bene…
Però non le piaceva proprio così. Ridacchiando, la indossò come si conveniva ed entrò.
Aveva del lavoro da sbrigare in tempo per la cena.
 
 
MaxBarbie’s
Saaaaalve. Sono la befana e ho finito da poco di lavorare ahahah. Questo è un capitoletto di passaggio che spiega come si svolgono le cose all’interno del Concilio, ovviamente secondo il mio punto di vista.
Gajeel e la gelosia saranno amici inseparabili, dato che Levy è bellissima e donne all’interno del Concilio ce ne sono poche. Ho messo un mini riassunto all’inizio, visto che è passato molto tempo da quando ho postato il primo.
Alla prossima e grazie in anticipo perché mi seguite sempre e mi date tanta gioia.
MaxB
 
Ah, sì, MaxB è il nuovo nik. Non cambia niente sostanzialmente. E non so nemmeno quando me lo cambieranno, ho inviato la richiesta due volte per ora ahahah.
 
 
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