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Autore: Biohazard    06/01/2016    2 recensioni
Uno scintillio poco lontano catturò la sua attenzione. Tenendo i sensi all’erta, si diresse verso quel luccichio dorato, domandandosi di cosa potesse trattarsi. Mano a mano che si avvicinava, la curiosità lasciò lo spazio allo stupore: si trattava di un albero, un albero d’oro. Harry era totalmente rapito da quell’immagine, allungò le dita per poterlo toccare, ma in quel momento una voce risuonò direttamente dentro la sua testa.
“Aiutami.”
Genere: Avventura, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Il trio protagonista, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Il Castello di Cristallo
 


 
Se qualcuno avesse mai detto ad Harry che un giorno avrebbe cenato a casa di Malfoy insieme a Blaise Zabini e Pansy Parkinson, probabilmente avrebbe riso in faccia al malcapitato. Lui, Ron e Hermione si erano materializzati davanti alla tenuta di Malfoy alle otto in punto, seguendo le indicazioni che il Serpeverde gli aveva spedito via gufo all’albergo.
Se fosse stato per Harry e Ron si sarebbero presentati con mezz’ora di ritardo pur di irritare il padrone, ma Hermione li aveva redarguiti, affermando che sarebbe stato da maleducati presentarsi in ritardo e che dovevano cercare di capovolgere la situazione a loro vantaggio.
Una volta giunti all’ingresso, un piccolo elfo domestico, Pixie, aveva preso i loro soprabiti e li aveva poi scortati in sala da pranzo, con sommo disappunto di Hermione.
In perfetto stile Malfoy, la villa era lussuosa oltre misura, con pavimenti in marmo, tappeti pregiati e intagli arabescati; gli spazi erano molto ampi e tutti finemente arredati. Arrivati in sala da pranzo, trovarono i tre Serpeverde seduti su alcune poltrone vicine al camino, sorseggiando sicuramente qualche liquore di vecchia annata estremamente costoso.
“I cliché non fanno che susseguirsi.” Pensò Harry tra sé e sé.
“Ben arrivati.” Li accolse Malfoy da perfetto padrone di casa. “Desiderate qualcosa da bere?”
“No, grazie. Siamo apposto così.” Rispose Harry a nome del gruppo, sapendo che Hermione dopo quell’epica sbronza di qualche anno prima era diventata completamente astemia e Ron aveva l’espressione di chi sta per essere avvelenato da un momento all’altro
“Allora possiamo accomodarci a tavola.” Con un gesto elegante, Malfoy fece cenno agli ospiti di accomodarsi al grande tavolo. Ron e Harry guardarono preoccupati il numero interminabile di posate ed Hermione gli sussurrò di cominciare dall’esterno. I commensali preso posto, disponendosi dirimpetto gli uni agli altri. Grifondoro da una parte e Serpeverde dall’altra. Un classico.
Con sommo orrore di Harry, Malfoy prese posto esattamente davanti a lui, mentre Ron e Hermione erano alle prese con Zabini e Parkinson.
La cena si svolse in maniera civile, con sommo stupore di Harry, che insieme a Ron avevano preventivato sarebbero finiti a fare il tiro al piattello con il servizio pregiato di Malfoy. Invece, a parte diverse frecciatine da parte del Serpeverde e l’aria schifata della Parkinson davanti a modi poco galanti di Ron nei confronti del cibo – ottimo per altro – era andato tutto bene. Anzi, Zabini e Hermione erano finiti a conversare su alcune riforme ministeriali. Harry era rimasto quasi sempre in silenzio, ascoltando le diverse argomentazioni, anche perché non sapeva che cosa dire. Se doveva essere sincero, si sentiva in imbarazzo e la cosa che più lo infastidiva era che Malfoy sembrava essersene accorto, ma del resto che poteva dire dopo sette anni di odio repentino e altri sette passati senza neanche rivolgersi la parola? Intavolare una conversazione formale con domande del tipo “Come va?” o “Come stanno i tuoi?” gli sembrava incredibilmente stupido. Tuttavia troppo spesso aveva sorpreso Malfoy a fissarlo e a costringerlo a spostare lo sguardo sul piatto o verso gli altri invitati. Chissà cosa gli passava per la testa. Forse anche lui si stava domandando per quale stupido scherzo del destino fosse finito in quella situazione. Una volta che il dolce fu servito e tutti furono a pancia piena, Malfoy invitò l’intero gruppo ad accomodarsi in biblioteca.
“Mi stavo cominciando a domandare quando saremo arrivati al punto.” Sussurrò Ron ad Harry “Questa cena, per quanto deliziosa, mi ha messo i brividi. Stare al tavolo con Malfoy è stato qualcosa di irreale.”
“A chi lo dici.” Concordò Harry, puntando gli occhi sulla schiena di Malfoy, con la spiacevole sensazione che quella storia non si sarebbe risolta tanto facilmente.
Hermione lanciò un gridolino emozionato non appena messo piede in biblioteca. Per un’amante dei libri come lei, quel posto era un vero e proprio paradiso: scaffali di libri fino al soffitto ricoprivano le pareti della stanza ed alcuni di quei tomi davano l’idea di essere veramente molto antichi. Zabini indicò un grosso tavolo su cui erano aperti diversi volumi dallo spessore piuttosto impegnativo.
“Allora credo che sia arrivato il momento di fare chiarezza sulla faccenda” esordì Zabini “Come ha già intuito la Granger, dopo le vostre reazioni, Draco e Potter sono stati contattati attraverso visioni differenti. Draco ha visto l’abbazia e il lago di Comper. Presumo che anche Potter abbia avuto la stessa visione sulla chiesa, ma poi ha parlato dell’albero d’oro.”
“Beh, sì.” Esordì Harry “Ero nel mio ufficio quando mi sono ritrovato catapultato in una radura con un albero d’oro e qualcuno che chiedeva aiuto, senza contare quella specie di visione onirica in cui si parlava di pietre, castelli e un calice delle anime. Insieme a Ron e Hermione abbiamo cercato per tutto il pomeriggio nella biblioteca ministeriale, ma non abbiamo trovato il benché minimo indizio. Una volta a casa ho avuto un’intuizione: se nei libri di magia non avevamo trovato nulla, forse occorreva cercare da qualche altra parte. Ecco perché ho provato a lanciare una ricerca su Google ed sono saltato fuori la foresta di Brocéliande e tutto il resto.”
“Google che?” domandò perplessa la Parkinson.
“Mai sentito parlare di internet? È una cosa che hanno inventato i babbani da poco e posso garantirvi che è incredibilmente utile.” Spiegò Harry con entusiasmo. Entusiasmo che fu immediatamente spazzato via dall’espressione di disapprovazione dei tre Serpeverde e dopo un profondo respiro, Harry continuò “Invece voi cosa avete scoperto? Zabini ha parlato di un lago, ma la filastrocca non dice nulla al riguardo.”
“Esatto, il lago di Comper, che se non sbaglio si affaccia proprio sull’albergo in cui alloggiate.” Spiegò Malfoy pungente.
Ron alzò gli occhi al cielo e stava per ribattere qualcosa, ma Hermione lo bloccò con una poco delicata gomitata nelle costole. Zabini, sogghignando di fronte al gesto della Grifondoro, indicò qualcosa sulla pagina di uno dei libri. Con grande stupore, i tre amici videro che si trattava di un vecchio libro di leggende babbane. Sulle vecchie pagine ingiallite dal tempo, c’era l’immagine di un castello che si affacciava sulle rive di un lago.
“Quindi?” domandò Ron, stizzito.
“Quindi è evidente Weasley, che sei in grado di perderti anche in un bicchier d’acqua.” Ribatté Pansy, che nel frattempo si era comodamente seduta una splendida poltrona di pelle nera. Harry guardò meglio l’immagine e se si osservava con attenzione la figura, si notava che la superficie del lago non rifletteva l’immagine del castello, o meglio un castello c’era, ma completamente bianco, quasi fosse fatto di ghiaccio.
“Ron, guarda bene!”
“Accidenti, hai ragione!”
Harry alzò interrogativamente lo sguardo verso Malfoy.
“Quello che vedete nel riflesso è il castello della fata del lago, Viviana, donatole dal Merlino in persona.”
“Viviana? Vorrai dire Morgana!”
“No, hai capito perfettamente Weasley. Viviana, la donna amata da Merlino e a cui il mago donò un castello incantato, affinché fosse nascosto alla vista di tutti.”
Al quel punto Hermione scattò in piedi.
“Ma sui i libri di storia ufficiali, questa donna non è mai stata menzionata.”
“Esatto Granger, come al solito hai fatto i compiti, ma in questo caso, e mi duole ammetterlo, è stato Potter ad avere la giusta intuizione. Nei libri di storia della magia, non troverai mai alcun riferimento su questa donna. Cosa credi? Anche noi siamo partiti prima dalla nostra storia, ma dopo molte ricerche infruttuose, ci siamo dovuti recare anche alla biblioteca babbana di Londra.”
Harry ascoltava pensieroso e gli veniva da ridere al pensiero di Malfoy nella Londra babbana.
“Lì abbiamo trovato i riferimenti che cercavamo, ma non era abbastanza e così abbiamo deciso che dovevamo raggiungere la Francia per avere maggiori indizi. Una volta qui abbiamo raggiunto subito il castello di Comper sulla riva del lago, che per altro adesso ospita “le Centre de l’Imaginaire Arthurien”, associazione che ha una fornitissima libreria sulle leggende arturiane e organizza mostre e conferenze dedicate alle leggende di Artù.”
“E' lì che avete preso i libri?” domandò Hermione con una strana espressione negli occhi, decisamente poco rassicurante “Sembrano molto antichi, non credo che permettano a tutti di portarseli a casa.”
“Sempre perspicace Granger.” Disse Pansy, alzandosi.
“Pansy, attenta a quello che dici!” la redarguì Zabini.
“Sì, beh, quegli stupidi babbani continuavano a non volerci dare i libri!”
“Cosa avete fatto?” domandò Ron, scattando immediatamente come una molla.
“Nulla di grave Weasley, stai tranquillo.” Aggiunse Malfoy, mellifluo.
“Tranquillo? Avete praticato della magia illegale su dei babbani! Se lo venisse a sapere l’ufficio della Cooperazione magica Internazionale…”
“Ma non lo verrà a sapere.” Ribatté Zabini pacato “Ai babbani non è stato fatto nulla di male. Tuttavia, prima che potessimo fare qualcosa, Pansy ha lanciato sul custode un incantesimo Confundus sul e ha preso i libri.”
“Diciamo che li avete rubati!”
“Non ti permettere Weasley!” strillò Pansy “Io lo definirei un prestito forzoso e comunque abbiamo intenzione di restituirli, una volta che non ne avremo più bisogno.”
“Sarà meglio per voi!”
“Sennò Granger?” la schernì Pansy.
“Okay! Ora basta!” Harry prese posizione, prima che gli incantesimi iniziassero a volare per la stanza. “Premetto che non voglio assolutamente giustificare il loro comportamento,” esordì immediatamente sotto lo sguardo accusatorio di Ron e Hermione “ma da quello che ho capito nessuno si è fatto male e soprattutto, ora che lo sappiamo, faremo in modo che mantengano i loro buoni propositi sulla restituzione del maltolto.” Aggiunse, puntando gli occhi su Malfoy.
“Beh, Potter, tutti questi anni all’ufficio Auror hanno decisamente affinato le tue abilità diplomatiche. Ne sono stupito.”
“Mai quanto me allo scoprire che ti sei avventurato nella Londra babbana.”
“Non che ci sia andato di mia spontanea volontà. Una situazione drastica, impone misure drastiche.”
“Ehm-ehm” Zabini tentò di attirare l’attenzione su di sé in perfetto stile Umbridge “Dire che sia il caso di andare avanti con le nostre scoperte. Si sta facendo tardi e abbiamo ancora un mucchio di cose di cui discutere.”
I tre Grifondoro annuirono, prendendo nuovamente posto intorno al tavolo insieme a Zabini e Malfoy, mentre Pansy si sedeva nuovamente sul divanetto, iniziando a limarsi le unghie del tutto disinteressata alla faccenda. Hermione scosse il capo con disapprovazione.
“Blaise ha ragione, stiamo perdendo tempo. Dunque, come stavo dicendo, prima di venire interrotto, sui libri di storia della magia non troverete mai alcun indizio riguardo a Viviana, nemmeno nei più antichi registri di Hogwarts. Non posso sapere se sia o meno la verità, ma stando al libro, Merlino incontrò Viviana presso la fontana di Barenton, detta anche fontana della giovinezza.”
Oltre il castello di cristallo, la valle degli amanti e la fontana della giovinezza, si aprirà la strada per la foresta incantata.”
“Esatto Granger, ma all’indovinello ci arriveremo tra poco. Merlino comprese fin da subito il potenziale magico della ragazza e proprio per questo la istruì egli stesso e alla fine se ne innamorò. La strega Morgana, acerrima rivale dello stregone, usò il suo amore contro di lui, assunse le sembianze di Viviana e con l’inganno si fece rivelare la più pericolosa delle sue magie quella che permette di imprigionare senza sbarre, mura o catene. Una volta ottenute le nove frasi dell’incantesimo, Morgana rinchiuse il mago e Viviana, in questo modo divenne la strega oscura più potente del suo tempo.”
“Ma tutti questi fatti non hanno alcun reale fondamento storico, sono leggende babbane!” esclamò Hermione.
“Sono più che d’accordo con te Granger e anch’io, se mi avessero raccontato questa storia, avrei preso il mago che mi stava parlando per matto, ma dopo essermi visto piombare Draco in casa che farneticava come un matto riguardo una voce nella sua testa, una lago incantato e una chiesa spaventosa, beh, sto cominciando a ricredermi su molte cose.” Ron scoppiò a ridere, mentre Malfoy lanciò un’occhiata omicida all’amico.
“Grazie della sintesi Blaise.”
“Quindi voi credete a tutto questo?” chiese Hermione scettica.
“Beh, non vedo molte altre soluzioni.” Harry afferrò uno dei libri iniziando a sfogliarlo “Abbiamo cercato in tutti i libri di Storia della Magia e come ci ha più volte spiegato molti dei libri riguardanti quel periodo storico furono distrutti durante l’Inquisizione e…” Il Grifondoro si bloccò, come colpito da un fulmine.
“Correggetemi se sbaglio…”
“Sicuramente e con piacere Potter!”
“Piantala Malfoy! Stavo dicendo, Merlino era un sostenitore dei rapporti con i babbani e…”
“Già, che smacco per l’erede di Serpeverde nevvero?” lo interruppe di nuovo Pansy.
“Cosa hai detto?” Harry scattò come una molla.
“Merlino era il pronipote di Salazar Serpeverde.”
Il Grifondoro lanciò uno sguardo a Hermione per cercare conferma e l’amica guardava la Serpeverde con sufficienza.
“Conosco anch’io questa storia, ma anche qui non c’è alcun fondamento comprovato.”
“Questo perché le altre case hanno sempre tentato di nascondere la verità per invidia.” Ribatté Pansy, offesa da quell’affermazione.
“Questo è assolutamente assurdo!”
“Sarà anche assurdo ma è la verità!”
“Hermione, il legame!”
La ragazza alzò lo sguardo verso il suo migliore amico, comprendendo il significato di quelle parole.
“Dopo tutti questi anni?” sussurrò Ron.
“Che cosa state dicendo?” Malfoy aveva gli occhi puntati su Harry.
“Quando siamo arrivati e poi vi abbiamo incontrati, non ho fatto altro che domandarmi perché proprio io fossi stato scelto e la Parkinson mi ha appena dato la risposta, anche se non riesco ancora a crederci.”
I tre Serpeverde si guardavano confusi.
“Tu non sei l’erede di Serpeverde e…” un lampo di comprensione illuminò gli occhi di Malfoy, mentre Harry terminava la frase.
“Io no, Voldemort lo era.”





NdA:// Salve salvino cari lettori! Allora, finalmente abbiamo un po' di informazioni succulente. Spero che questi capitoli prettamente nozionistici non vi annoino, ma sono necessari per capire la trama, ma non temete tra due capitoli al massimo si parte all'avventura. Oltre al potervi annoiare, le spiegazioni si capiscono bene, oppure devo semplificare un attimo? Non vorrei farvi perdere il filo del discorso :). Mi sarebbe piaciuto fare il capitolo un po' più lungo, ma l'ansia da pubblicazione ha preso il sopravvento, così ho deciso di lasciarlo un po' più corto per poter pubblicare, altrimenti lo so che ci avrei impiegato un'eternità.
Grazie a tutti voi che leggete, recensite e avete messo la storia tra le seguite/preferite.
P.s Il capitolo non è betato se ci sono errori, segnalateli. Grazie mille, bacioni!
 
  
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