Il
coraggio di andare fino in fondo
Levi
era in piedi.
Sembrava quasi inghiottito dalla semi oscurità della stanza.
Dritto e immobile, guardava Eren dormire.
Il ragazzo era morbidamente adagiato a bocconi sul letto, il lenzuolo gli
scopriva la schiena ambrata e muscolosa fino alla vita. Il capo era girato di tre
quarti di lato, le labbra morbide e carnose erano semi schiuse. Respirava
pesantemente, a bocca aperta.
Dormiva sereno e beato.
Del resto quella era la prima notte dopo la gloriosa battaglia finale contro
gli ultimi titani.
I giganti erano stati tutti sconfitti. L’indomani, avrebbero cominciato
l’abbattimento delle mura, la gabbia sarebbe stata aperta e tutti loro
sarebbero stati finalmente liberi, per sempre.
Levi non aveva alcuna fretta.
Si concesse il tempo di osservarlo, sebbene lo stesse facendo con il suo solito
freddo distacco. Lo guardava dormire mentre silenzioso e felpato,
si avvicinava al bordo del letto.
Non voleva svegliarlo, non prima di essersi messo sopra di lui. Preferiva così.
Il suo cuore batteva appena un po’ più forte ma dal suo volto, non traspariva,
come sempre, nessuna emozione. I suoi occhi erano due schegge di
ghiaccio: freddi ed imperturbabili. Il grigio ardesia dell’iride sembrava diventato
quasi blu notte, da quanto era fosco e cupo.
Osservò a lungo la curva del collo del ragazzo, poi posò lo sguardo sulla nuca,
che era come carezzata da alcune ciocche dispettose e spettinate, che comunque
la lasciavano esposta alla sua visuale. Era come un invito muto, quasi il richiamo
di una sirena: sono qui, pronta per te…
Levi ne fu quasi come turbato, chiuse gli occhi e sospirò appena.
Sarebbe andato fino in fondo, di questo ne era stato certo fin dal momento in
cui era entrato in quella camera, dove aveva trovato il ragazzo che
placidamente dormiva.
Non indugiò oltre, era tempo di agire.
Si chinò lentamente su di lui, poi con uno scatto felino gli montò a cavalcioni
sulla schiena e lo afferrò saldamente alla base del collo, immobilizzandolo con
una sola mano.
Fu in quel preciso istante che Eren confuso si svegliò.
«Ma che... » succede? - avrebbe voluto
terminare di dire il ragazzo.
Non fece in tempo.
Rapido e letale come sempre, Levi aveva estratto la spada e con un solo colpo,
lo aveva decapitato.
La testa era rotolata via, per terra, mentre un bel po’ di sangue era schizzato
in aria, sporcando il bianco immacolato del letto di spruzzi rosso vermiglio. Come
un tela astratta dai toni accessi e scarlatti.
Il corpo mozzato del ragazzo titano era rimasto inerme, sotto quello Levi. Solo
un filo di fumo e qualche lapillo, si erano levati incerti verso il soffitto.
Questa volta non ci fu nessuna rigenerazione. Come sempre il capitano era stato
rapido e chirurgico, letale e spietato, come con ogni gigante che aveva ucciso
nella sua lunga carriera militare.
Appuratane con certezza la morte, si alzò dal tronco del corpo di Eren e cominciò
a pulire metodicamente la spada, con un lembo del lenzuolo.
Dritto in piedi. Impassibile, con calma, controllato e freddo, non smise finché
ogni più piccola traccia di liquido ematico non fu ripulita dalla sua lama
affilata.
Fu solo allora che si girò e guardò la testa mozza del ragazzo, con gli occhi
sbarrati che sembravano guardarlo interrogativamente, con incredulo terrore, che
si era come impresso nelle iridi verdi, anche se sapeva che ormai Eren non
poteva di certo più vedere niente e nessuno.
Sospirò appena.
Non gli piaceva uccidere. Uno poi che era stato un suo sottoposto ancora meno,
ma sapeva che andava fatto. Nessun titan shifter poteva restare in vita. La guerra
era finita e non sarebbe dovuta mai più ricominciare. Questi erano stati gli ordini e
lui, da bravo soldato qual era, come sempre li aveva eseguiti, senza fiatare,
con la sua solita fredda determinazione.
Senza guardarsi mai indietro, senza nessun rimorso, senza nessun rimpianto.
Non provava quasi niente, se non fastidio, un sentimento che gli era ormai
compagno da anni.
Uscì dalla stanza e rinfoderò la spada.
Era finita.
Per sempre.
Ehemmmm è quella disgraziata dell’autrice che vi
parla.
Vi prego non uccidetemi, e non usate insulti troppo cattivi!
Ma mi è scappata così, ogni tanto la perfidia o se preferite, in questo caso la Isaymamamite, si
impossessa di me e mi fa scrivere queste cose molto cattive…
E comunque a mia discolpa posso dire che SNK tira fuori la mia parte peggiore:
dark, angst e anche lievemente splatter, e che comunque, se ci si pensa, potrebbe anche essere una cosa plausibile, che pensino a
terminare ogni traccia di giganti e titan shifters *autrice che si arrampica
malamente sugli specchi*
Caro Isayama tu tanto non mi leggerai mai così sono tranquilla che non farai MAI
una cosa simile VERO????
E niente, grazie a chiunque abbia letto e a chi vorrà lasciarmi un commento, o
anche un insulto xD (no dai non fatelo che son sensibile! :P ) mi rimetto
sempre al vostro buon cuore
Scherzi a parte spero che questa mia idea vi sia piaciuta. È nata da un’intuizione fulminea e l’ho buttata
giù così come mi è balenata per la testa, insomma cotta e mangiata come si dice
Eren scusami! *.* ma all’ispirazione non si comanda, quando arriva, comanda
lei! :P
Mi raccomando se volete prendermi a pomodorate usate sono pomodori belli maturi e verdura di stagione! *.*
Disclaimer: Levi e Eren non mi appartengono, ma sono proprietà di Hajime Isayama.