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Autore: Cicciolgeiri    12/03/2009    2 recensioni
"Guardo mio...figlio, la sua forza, la sua bontà, la luce che irradia ovunque. E ciò non fa che rafforzare, più di ogni altra cosa, la speranza, la fede. Come è possibile che non esista qualcosa di più, per uno come Edward?"
E se quello che hai sempre sperato, un'altra possibilità, esistesse davvero? Fic ambientata dopo Breakin Down, senza alcuno scopo di lucro. Recensite in tanti.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Faceva caldo, la gola era asciutta, dovevo bere, ma non riuscivo a muovermi. Era come se fossi rimasta senza respirare per un’eternità. La testa mi ronzava, avevo sicuramente sognato. Il solito incubo che cercava di riemergere dai ricordi di quel sonno agitato. Doveva per forza essere stata colpa del pollo avariato che avevo mangiato il giorno prima. Pensai: “Del resto, c’era da aspettarselo da una con il mio curriculum, solo io potevo intossicarmi con del cibo avariato durante il mio viaggio di nozze”. Mi sentivo stordita e indolenzita dalla testa ai piedi e poi c’era quell’incubo che mi aveva tormentata tutta la notte: ero incinta; un figlio mio e di Edward. Un figlio che sentivo di amare, ma che mi stava uccidendo lentamente: mentre lui cresceva, io diventavo sempre più fragile, come un giunco piegato dalla forza del vento, ma non potevo lo stesso permettere gli facessero del male, dovevo lottare per difenderlo da tutti, ma la cosa che mi lasciava senza fiato era che dovevo difenderlo persino da Edward. Lo volevo a tutti i costi; in quel torpore e quella nebbia il momento del parto, tremendo e bellissimo.
Una bambina, avevo avuto una bambina stupenda, ma la sua nascita mi stava uccidendo, stavo scivolando via , sempre più giù, fino quasi a non sentirmi, a non esserci . Il sogno era terminato con me che mi svegliavo trasformata in vampira. Strano sogno, nuovo rispetto a quelli che mi tormentavano di solito. Decisi che avrei provato ad alzarmi. Forse se avessi fatto una doccia… Dovetti desistere, mi sentivo come se mi avessero preso a bastonate, ogni movimento era un dolore lancinante alle costole. Mi sdraiai nuovamente: ci avrei riprovato più tardi. Chissà dove era Edward? Le orecchie mi fischiavano, non riuscivo a sentire niente e mi bruciavano gli occhi. Accesi la luce e ci volle un po’ per rendermi conto di cosa avessi intorno. Rimasi senza parole. Dov’ero? Non mi sembrava di conoscere quella stanza e dove era andato Edward? Perché ero lì?
Ad un tratto avvertii al mio fianco la sua presenza, era lui, accanto a me, ma perché non mi diceva niente e stava fermo immobile? Chiedendo aiuto a tutta la mia forza di volontà ceraci di sporgermi verso di lui.
Lo vedevo, era lui o almeno mi sembrava lo fosse. Era …era… stentavo a riconoscerlo. Aveva gli occhi chiusi, respirava a fatica. I capelli madidi di sudore sulla fronte, ma Edward non poteva sudare, eppure era lui. Lo vedevo: i suoi lineamenti bellissimi erano meno duri, meno marmorei, la sua pelle morbida e…calda, in effetti troppo calda. Come era possibile, sembrava avesse la febbre alta, ed ero certa, quelli come lui non si ammalavano mai.
Ad un tratto, tutto mi fu chiaro. Come un lampo nella mia mente. Non avevo sognato, lo avevamo fatto, era successo davvero, ero tornata quella che ero.
Rimasi a guardarlo, era bellissimo e umano come me, ma perché sembrava stare così male? Lo chiamai, cercando di scuoterlo, ma niente non mi rispondeva e respirava sempre più a fatica, tremava in preda alla febbre. Stava veramente male!
Mi sollevai e scesi dal letto, trascinando il mio corpo alla ricerca del telefono; dovevo avvisare Carlisle. Come mai non era già qui? Perché Alice non li aveva avvertiti? Perchè non ci aveva avvisati tutti del pericolo che stava per correre Edward?
Accidenti! Dov’era quel maledetto telefono? Sentivo il respiro di Edward diventare sempre più faticoso. Si lamentava, stava delirando, ma non riuscivo a capire cosa dicesse.
Finalmente lo trovai, lo presi e tornai da lui, non riuscivo a vedere i numeri sul display, mi sentivo gli occhi in fiamme. In qualche modo dovevo avvertire Carlisle, lui sapeva sicuramente cosa bisognava fare per aiutarlo.
Ad un tratto fui assalita dal panico: e se anche loro stavano come Edward? Ecco perché forse, ancora non era arrivato nessuno. Forse, non era stata Alice a non aver visto niente.
Cominciai a piangere disperata e a chiamare mio marito, per cercare di destarlo da quello stato d’incoscienza, ma fu tutto inutile: niente, non mi sentiva.
Ad un tratto , mi sentii chiamare e mi parve di riconoscere la voce d Jake.
“Bella. Bella dove sei? Rispondi” Urlava.
“Sono qui Jake” Cercai di rispondere, ma la voce uscì a fatica.
“Bella, ti prego dimmi che stai bene!” Lo sentivo, era sopraffatto dalla paura, riprovai e questa volta la voce fu più chiara.
“Qui Jake, in camera da letto” Entrò di corsa e rimase senza parole. Lo vedevo era impietrito, come di ghiaccio. “Sei proprio tu, Bella?”
“Sì, Jake, sono proprio io , ma ti prego aiutami: Edward sta male” Rimase come se avesse ricevuto un pugno in faccia.
“Male?” Disse “Ma quelli come lui non possono ammalarsi e poi come è possibile che tu…Bella, ma che cavolo sta succedendo, cos’è, un sogno? Un’allucinazione?”
Lo vedevo: era sotto shock.
“Poi ti spiego, Jake. Ora mi devi aiutare, devi andare a casa Cullen e avvisare Carlisle che Edward sta tanto male. Ti prego non metterti a discutere: ti spiegherò tutto dopo. Ora non c’è tempo da perdere. Presto vai. Corri!” Esitò per un istante.
“Ma lui…non sembra più come prima ora sembra come me e te. Bella, tu devi darmi delle spiegazioni appena ritorno!” Disse in modo brusco e corse via.
Rimasi vicino ad Edward e gli presi la mano, la sentii morbida e caldissima tra le mie e lui tremò leggermente a quel tocco. Mi aveva sentita? Ero disperata. Non sapevo cosa fare. Lo vedevo lì, immobile e indifeso, con il suo sogno che si era avverato e lui che ora era in pericolo, e io non potevo fare niente per aiutarlo, se non piangere. Ripensai a tutte le volte che mi aveva salvata e adesso io non ero in grado di fare niente se non aspettare e disperarmi, sperando con ogni fibra del mio ritrovato corpo di non perderlo. A quel pensiero, sentii venire meno le poche forze che avevo e lottai con tutta me stessa per non svenire: “Respira, Bella, respira!” mi ripetevo “Non puoi lasciarlo da solo: resisti. Avrai tempo per svenire dopo!”
Tra le mani il suo biglietto che avevo trovato sul tavolo della camera, sotto la lampada:

AMORE MIO,
Quando leggerai questo biglietto sari già sveglia,
bellissima e fragile come ti ho conosciuta,
Io sarò lì con te, e starò solo dormendo; non ti
preoccupare, ma soprattutto non fare gesti estremi.
Prenditi cura di me e come sempre:

TI AMO
Edward


CIAUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!!!!!! Cm al solito ringrazio di cuore tutti quelli che hanno recensito (G-R-A-Z-I-EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!) e tutti quelli che leggono anche senza recensire ^^ Tanti baci e continuate a seguire, mi raccomando!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!^^
  
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