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Autore: BonesCia    07/01/2016    2 recensioni
Un viaggio... una destinazione...
...Il dove?... Non si sa...
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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On the Road


CAPITOLO 1 

 

La mia è una piccola storia come tutte le altre, nulla di particolare… solo, un piccolo viaggio in macchina che mi porta a pensare e ogni qualvolta la mia testa va in confusione miscelando passato…

                                                 e

                                                           … presente.

Oggi non so dove sono diretta, so solo che da qui,  inizierà il mio viaggio verso casa.

Un luogo che non ho mai desiderato.

Siamo  pronti per partire, usciamo di casa e ci infiliamo in macchina.

Io come sempre salgo sul sedile di dietro nonostante tutto siamo solo io e lui.

Mio padre inserisce la chiave nel quadro della macchina, mette in moto e si parte.

Ogni
volta che viaggiamo, mio padre non fiata mai, ascolta la musica perché sa che io volgo lo sguardo verso il finestrino e mi perdo nell’abisso della mia testa, quindi parlare con me è come parlare al muro.

 Tolgo il mio fidato mp3 dalla tasca dei  jeans, prendo le cuffie dallo zainetto e, scacco matto… volume al massimo e i ricordi iniziano a riaffiorare mentre le case  scorrono davanti a me.


***

Sapete… Quando mi perdo nei miei ricordi, ripenso sempre a quando ho ricevuto un libro per Natale che parla di un gatto nero cieco che, per sopravvivere, la veterinaria gli ha dovuto togliere gli occhi... questo mi ha fatto ricordare due storie particolari che ho letto sul web , The Black Cat in quanto il gatto era nero e Il Club dei Suicidi perché nella storia c'è un ragazzo dagli occhi felini anche lui cieco.

Ma a dirla tutta quello che mi  ha colpito di più e mi ha fatto collegare a Black Cat,  è stata  la collana che ho ricevuto insieme a quel libro. Era una collana con un ciondolo dai bordi dorati con una perla nera al centro. Quella stessa perla che  simboleggia in realtà quello che è, un diamante nella storia, posto nell'occhio destro della Gioconda. Facendomi poi compagnia per tutta la durata della storia.

 

Poi rammento anche quando un giorno sono entrata  in un negozio di profumi e fragranze, ritrovandomi davanti un profumo  posto all'interno di un libro dalla copertina rigida di colore lilla.  Quel profumo era di magnolia, questo mi ha riportato a pensare  ad un'altra storia, sempre letta in rete , dal titolo Profumo di Magnolia, vi invito a leggerlo così come le altre storie da me citate!
Il cielo intanto inizia a tingersi di rosso mi distrae portandomi a capire che il sole si sta preparando a tramontare regalando uno dei migliori spettacoli.
Mi viene da ripensare a un banner che ho fatto settimane fa per un mio amico. Per realizzarlo ho utilizzato colori caldi simili al cielo che sto ammirando.

 
Cosa dire ancora... ah sì, in quarto superiore se non erro... o forse al terzo, scusate per i vuoti di memoria... ahahah già ventuno anni stare così immagino ai cinquanta, mi ritroverò chiusa in una casa di cura ahahahaha... ma tornando a noi... sono stata a Londra per circa un mese. Cosa ho capito di quel viaggio? Che non amo le grandi città e che ero circondata da persone, in quel caso le mie compagne, che non apprezzavano quella piccola arte e la storia che essa ci offriva.

Anche questo viaggio lo associo ad una storia che ho letto, Our Little Brother nonostante tutto la storia é ambientata a Seul ma, c'è anche quel piccolo tocco londinese.

É strano pensare che associo tante cose a queste storie, ed é anche strano come alcune storie, ti coinvolgono così tanto da associarle costantemente ad ogni cosa che fai.

Respiro profondamente.

Esco e girando per varie bancarelle natalizie l'unica cosa che cerco è, un ciondolo a forma di gatto e di colore nero... e a me, non piacciono molto i gatti.

 

Il gatto nero mi riporta indietro nel tempo, per la precisione a tre anni fa quando, mi sono trasferita a Pisa per iniziare la mia nuova avventura universitaria.

Condividevo un appartamento con degli amici, all'inizio ero molto entusiasta di stare con loro ma, andando avanti con i mesi, le cose cambiarono... questo non è il punto centrale della storia, come stavo dicendo vivevo in una casa e un giorno, quando iniziò a piovere con i miei coinquilini sentimmo graffiare e miagolare dietro la porta di casa, senza esitare l'aprimmo e... un gatto nero tutto bagnato senza permesso entrò in casa nostra iniziando a lasciare piccole goccie d'acqua su tutto il pavimento, andando poi nella mia stanza che condividevo con un'amica.

Dopo aver perlustrato la casa, si posizionò davanti la porta facendoci capire che voleva uscire e noi, assecondammo la sua richiesta.

I giorni passavano e ogni volta che pioveva il gatto si presentava puntualmente dietro la portar e noi, lo facevamo entrare. Tutti  si erano abituati alla sua presenza in casa e, ripeto che io non amo i gatti  ma nonostante tutto, quel piccolo esserino entrava sempre in camera mia, saliva e dormiva sempre sul mio letto e quando voleva andarsene veniva sempre da ME, io che non la ignoravo e non la coccolavo come facevano gli altri.

Una volta mi beccai la febbre, rimasi sdraiata a letto per una giornata intera e, sapete cos'è successo?

La gatta entrò in camera sedendosi all'angolo dei miei piedi e pian piano si avvicinò al mio cuscino per poi sdraiarsi al mio fianco.

Io per tutto il tempo tenni gli occhi chiusi percependo ogni suo singolo movimento.

Fu proprio in quell'occasione che mi legai a Gocciola. Così si chiamava.

Ed ecco che un altro racconto riaffiora e svanisce allo stesso tempo nella mia testa.

 

I miei pensieri sono confusi e si accavallano con altri fino a farmi scoppiare la testa.

 

Quando mi  soffermo a pensare vorrei scappare... mi rinchiudo in quel riccio che nessuno può varcare senza il mio permesso.

Guardo oltre me e le nuvole.

Penso alle persone che ho conosciuto in questi anni e a quello che mi hanno insegnato... penso a chi far rimanere e chi lasciar andare, soprattutto nel periodo natalizio penso a quanto famiglie e a quante persone passeranno il Natale a casa da soli mentre noi ci lamentiamo ogni secondo di non voler andare in casa d'altri o di aver passato delle vacanze noiose... capisco che in fondo lamentarsi non serve a nulla... che ci sono persone sole ed io ne conosco tante, conosco una ragazza che ha lasciato il proprio paese per vivere meglio e scappare dalle ingiustizie.

Scappare dall'attuale Iran e lasciare tutto non é una cosa da pochi ed io, mi son ritrovata a confrontarmi con una cultura diversa conoscendo questa ragazza o persona (per non ripetere sempre ragazza).

Ho capito che il mio lamento era solo un capriccio... che i miei problemi infondo, non erano così gravi e che... quello che per noi é un semplice fiore... un colore... un gesto o una parola per loro… è un qualcosa di più profondo.

Mio padre prende una buca ed il pensiero svanisce di nuovo nel nulla.

Il viaggio continua ed il sole è tramontato ed io mi perdo in quei colori caldi e sfumati, una meraviglia che solo il cielo può regalarti.

Allungo la mano verso il finestrino facendo finta di dipingere quello spettacolo chiudo gli occhi e...

"Dove sei con chi sei Babbo Natale! Ho bisogno di vederti... di cercarti di parlarti... ma ti trovo un giorno solo quando… ".

Una canzoncina a me familiare inizia a riaffiorare nella mia testa.

Era la canzoncina che cantavamo  sempre con mio fratello quando eravamo piccoli.

Ricordo che mio padre un giorno, tornò a casa con una cassetta che narrava una storia sul Natale. Noi eravamo contenti, per la prima volta potevamo ascoltare delle canzoni natalizie e non erano delle canzoni comuni, in realtà era una storia che parlava di Babbo Natale accompagnata da canzoni, ripeto,  non comuni.

Sorrido ripensando a quei giorni... sorrido ripensando a quell'innocenza che avevamo... e che adesso è, raro trovarla.

Riapro gli occhi, ci sono le stelle a farmi compagnia, il viaggio é ancora lungo ed io... non so dove sono diretta. So solo che vorrei andarmene in Alaska per vivere in una casetta, sapete quelle case lungo i porti, dove ogni mattina ti svegli e i tuoi occhi possono ammirare l’alba? Ecco... vorrei vivere lì. Dove  ogni cosa, in quel bianco, sembra puro e sentire l’aria fresca accarezzarmi il viso così da completamente in una nuova vita.

 

L'auto si ferma... il viaggio termina e la mia testa non smette di viaggiare tra passato e presente... nonostante io ora, prosegua lungo la via della mia vita reale.

   
 
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