CAPITOLO 1
La
mia è una piccola storia come tutte le altre, nulla di
particolare…
solo, un piccolo viaggio in macchina che mi porta a pensare e ogni
qualvolta la
mia testa va in confusione miscelando passato…
e
… presente.
Oggi non so dove sono diretta, so solo che da qui,
inizierà il mio viaggio verso casa.
Un luogo che non ho mai desiderato.
Siamo pronti per
partire, usciamo di
casa e ci infiliamo in macchina.
Io
come sempre salgo sul sedile di dietro nonostante tutto siamo solo io e
lui.
Mio padre inserisce la chiave nel quadro della macchina, mette in moto
e si
parte.
Ogni volta
che
viaggiamo, mio padre non
fiata mai, ascolta
la
musica perché sa che io volgo lo sguardo verso il
finestrino e mi perdo nell’abisso della mia testa, quindi
parlare con me è come
parlare al muro.
Tolgo il mio fidato mp3
dalla tasca
dei jeans, prendo
le cuffie dallo
zainetto e, scacco matto… volume al massimo e i ricordi
iniziano a riaffiorare
mentre le case scorrono
davanti a me.
***
Sapete…
Quando
mi perdo nei miei
ricordi, ripenso sempre a quando ho
ricevuto un libro
per Natale che parla di un gatto nero cieco che, per sopravvivere, la
veterinaria gli ha dovuto togliere gli occhi... questo mi ha fatto
ricordare
due storie particolari che ho letto sul web , The Black Cat in quanto il
gatto era
nero e Il Club dei Suicidi
perché
nella storia c'è un ragazzo dagli occhi felini anche lui
cieco.
Ma
a dirla tutta quello che mi ha colpito di
più e mi ha fatto collegare a
Black
Cat, è
stata la collana che ho ricevuto insieme a
quel libro. Era una
collana con un ciondolo dai bordi dorati con una perla nera al centro.
Quella
stessa perla che simboleggia
in realtà
quello che è,
un
diamante nella storia,
posto nell'occhio
destro della Gioconda. Facendomi poi compagnia per tutta
la durata della
storia.
Poi
rammento
anche
quando un giorno sono entrata in un negozio di profumi e
fragranze,
ritrovandomi davanti un
profumo posto
all'interno di un libro dalla copertina
rigida di colore lilla. Quel
profumo era
di magnolia, questo mi ha riportato
a
pensare ad un'altra
storia, sempre letta
in rete , dal
titolo Profumo
di Magnolia, vi invito a leggerlo così
come le
altre storie da me citate!
Il cielo intanto inizia a tingersi di rosso mi distrae portandomi a
capire che
il sole si sta preparando a tramontare regalando uno dei migliori
spettacoli.
Mi viene da ripensare
a un banner che ho fatto
settimane fa per un mio amico. Per realizzarlo ho utilizzato colori
caldi
simili al cielo che sto ammirando.
Cosa dire ancora... ah sì, in quarto superiore se non
erro... o forse al terzo,
scusate per i vuoti di memoria... ahahah già ventuno anni
stare così immagino
ai cinquanta, mi ritroverò chiusa in una casa di cura
ahahahaha... ma tornando
a noi... sono stata a Londra per circa un mese. Cosa ho capito di quel
viaggio?
Che non amo le grandi città e che ero circondata da persone,
in quel caso le
mie compagne, che non apprezzavano quella piccola arte e la storia che
essa ci
offriva.
Anche
questo viaggio lo associo ad
una storia che ho letto,
Our Little
Brother nonostante tutto la storia é
ambientata a Seul ma, c'è anche quel
piccolo tocco londinese.
É
strano pensare che associo tante
cose a queste storie, ed é anche strano come alcune storie,
ti coinvolgono così
tanto da associarle costantemente ad ogni cosa che fai.
Respiro
profondamente.
Esco
e girando per varie bancarelle
natalizie l'unica cosa che cerco è, un ciondolo a forma di
gatto e di colore
nero... e a me, non piacciono molto i gatti.
Il
gatto nero mi riporta indietro nel
tempo, per la precisione a tre anni fa quando, mi sono trasferita a
Pisa per
iniziare la mia nuova avventura universitaria.
Condividevo
un appartamento con degli
amici, all'inizio ero molto entusiasta di stare con loro ma, andando
avanti con
i mesi, le cose cambiarono... questo non è il punto centrale
della storia, come
stavo dicendo vivevo in una casa e un giorno, quando iniziò
a piovere con i miei
coinquilini sentimmo graffiare e miagolare dietro la porta di casa,
senza
esitare l'aprimmo e... un gatto nero tutto bagnato senza permesso
entrò in casa
nostra iniziando a lasciare piccole goccie d'acqua su tutto il
pavimento,
andando poi nella mia stanza che condividevo con un'amica.
Dopo
aver perlustrato la casa,
si posizionò davanti la porta facendoci capire che voleva
uscire e noi,
assecondammo la sua richiesta.
I
giorni passavano e ogni volta che
pioveva il gatto si presentava puntualmente dietro la portar e noi, lo
facevamo
entrare. Tutti si
erano abituati alla
sua presenza in casa e, ripeto che io non amo i gatti
ma nonostante tutto, quel piccolo esserino
entrava sempre in camera mia, saliva e dormiva sempre sul mio letto e
quando
voleva andarsene veniva sempre da ME, io che non la ignoravo e non la
coccolavo
come facevano gli altri.
Una
volta mi beccai la febbre, rimasi
sdraiata a letto per una giornata intera e, sapete cos'è
successo?
La
gatta entrò in camera sedendosi
all'angolo dei miei piedi e pian piano si avvicinò al mio
cuscino per poi
sdraiarsi al mio fianco.
Io
per tutto il tempo tenni gli occhi
chiusi percependo ogni suo singolo movimento.
Fu
proprio in quell'occasione che mi
legai a Gocciola. Così si chiamava.
Ed
ecco che un altro racconto
riaffiora e svanisce allo stesso tempo nella mia testa.
I
miei pensieri sono confusi e si
accavallano con altri fino a farmi scoppiare la testa.
Quando
mi soffermo a
pensare vorrei scappare... mi
rinchiudo in quel riccio che nessuno può varcare senza il
mio permesso.
Guardo oltre me e le nuvole.
Penso
alle persone che ho conosciuto
in questi anni e a quello che mi hanno insegnato... penso a chi far
rimanere e
chi lasciar andare, soprattutto nel periodo natalizio penso a quanto
famiglie e
a quante persone passeranno il Natale a casa da soli mentre noi ci
lamentiamo
ogni secondo di non voler andare in casa d'altri o di aver passato
delle
vacanze noiose... capisco che in fondo lamentarsi non serve a nulla...
che ci
sono persone sole ed io ne conosco tante, conosco una ragazza che ha
lasciato
il proprio paese per vivere meglio e scappare dalle ingiustizie.
Scappare
dall'attuale Iran e lasciare
tutto non é una cosa da pochi ed io, mi son ritrovata a
confrontarmi con una
cultura diversa conoscendo questa ragazza o persona (per non ripetere
sempre
ragazza).
Ho
capito che il mio lamento era solo
un capriccio... che i miei problemi infondo, non erano così
gravi e che...
quello che per noi é un semplice fiore... un colore... un
gesto o una parola
per loro… è un qualcosa di più
profondo.
Mio
padre prende una buca ed il
pensiero svanisce di nuovo nel nulla.
Il
viaggio continua ed il sole è
tramontato ed io mi perdo in quei colori caldi e sfumati, una
meraviglia che
solo il cielo può regalarti.
Allungo
la mano verso il finestrino
facendo finta di dipingere quello spettacolo chiudo gli occhi e...
"Dove
sei con chi sei Babbo Natale! Ho bisogno di
vederti... di cercarti di parlarti... ma ti trovo un giorno solo
quando…
".
Una
canzoncina a me familiare inizia
a riaffiorare nella mia testa.
Era
la canzoncina che cantavamo sempre
con mio fratello quando eravamo
piccoli.
Ricordo
che mio padre un giorno,
tornò a casa con una cassetta che narrava una storia sul
Natale. Noi eravamo
contenti, per la prima volta potevamo ascoltare delle canzoni natalizie
e non
erano delle canzoni comuni, in realtà era una storia che
parlava di Babbo
Natale accompagnata da canzoni, ripeto,
non comuni.
Sorrido
ripensando a quei giorni...
sorrido ripensando a quell'innocenza che avevamo... e che adesso
è, raro
trovarla.
Riapro
gli occhi, ci sono le stelle a
farmi compagnia, il viaggio é ancora lungo ed io... non so
dove sono diretta.
So solo che vorrei andarmene in Alaska per vivere in una casetta,
sapete quelle
case lungo i porti, dove ogni mattina ti svegli e i tuoi occhi possono
ammirare
l’alba? Ecco... vorrei vivere lì. Dove
ogni cosa, in quel bianco, sembra puro e sentire
l’aria fresca
accarezzarmi il viso così da completamente in una nuova
vita.
L'auto si ferma... il viaggio termina e la mia testa non smette di viaggiare tra passato e presente... nonostante io ora, prosegua lungo la via della mia vita reale.