Erano entrambi nel lettone della stanza del tedesco; lui, sveglio già da un po', osservava dolcemente -cosa insolita da parte sua- l'italiano, che a differenza del primo tardava a svegliarsi. Si era buttato nel letto del suo 'Doitsu' dopo aver avuto uno dei suoi soliti incubi, ai quali Ludwig ormai si era abituato; non lo buttava più a calci fuori, come una delle prime volte, quando credette che qualcuno lo stesse assalendo.

Suona la sveglia.

"Feli... Feliciano...- scuotendogli il braccio, tentava invano di svegliarlo- Forza, dai! Avevi detto tu che stamattina ci saremmo impegnati!"
"Veeee...." Niente. Non si svegliava. E questo era l'unico monosillabo che era capace di produrre.

Intanto stava passando tempo prezioso e il ragazzo, stufo di dover ripetere quella scena ogni santa mattina, iniziava a perdere la calma.
Così alzatosi dal letto decise di andare a prendere uno dei suoi fischietti ad uso militare, intento più che mai a farne uso.

1...2...3... fischiò.

Un suono stridente ruppe il silenzio di quella graziosa abitazione.

"AAAAAAAHHH!!!! - il giovane si alzò di botto - SONO I TEDESCHI, SONO I TEDESCHI!!" ripeteva urlando, ancora in stato di trance; nel frattempo nascondendosi sotto più coperte che poteva.
"Io sono un tedesco, idiota!"

Passò qualche minuto prima che riaquistasse i sensi, e decidesse di uscire dalla sua fortezza di coperte e cuscini. Risultò sorpreso di vedere l'unica persona con la quale conversava ogni giorno.

"Ah eri tu, Lud!" - " Beh allora posso dormire ancora un po'...."
"FELICIANO! Alzati da questo letto immediatamente!!"
"BWAAA ok, ok va bene!!"

Spaventato ed infreddolito (come si sa, è una dura prova togliersi da sotto le coperte), si affrettò ad eseguire gli ordini. Ma in fin dei conti tutto questo faceva parte della loro routine mattutina.



-IL TEMPO PASSA-


Avevano appena finito di fare colazione entrambi; caffè e biscotti erano un buon inizio di giornata dopotutto.

"Allora Lud... da dove vogliamo cominciare le ricerche?" adesso era carico, come la sera precedente.
"Non so... avevo pensato di contattare Antonio e Francis... in fondo loro formavano un trio molto unito, forse sanno ancora qualcosa di Gilbert."

Il compagno accettò la proposta. Iniziò a dirigersi verso il salone, mentre l'altro lo avrebbe raggiunto più tardi; nel frattempo stava finendo di pulire la tavola e lavare le tazze appena utilizzate.
Dopo una decina di minuti passati a cercare tra mobili e scaffali vari, Feliciano riuscì a ricavare da un vecchio elenco telefonico i loro numeri: iniziarono dal francese.


"Allô? C'est qui?"
"Err, buongiorno Francis, sono Ludwig"
"Lud, buongiorno! Da quanto tempo! Cosa ti ha spinto a chiamarmi? - la sua voce, melodiosa come al solito, poneva di buon umore - Aah ho capito, ho capito... vuoi qualche consiglio in amore, eh?"
"Ehm non proprio. E' una questione un po' più seria."
"Uh cosa, cosa? Si tratta forse di matrimonio?"
"No!- con un tono secco smontò le strane idee el francese- Io e Feliciano ci stiamo dando da fare per cercare di rintracciare mio fratello, Gilbert. Te lo ricordi?"
"Hon hon hon certo che me lo ricordo! Ricordo bene anche tutte le serate passate insieme con lui ed Antonio... ah bei vecchi tempi!"
"Dunque... tu sai qualcosa di lui? Di dove si possa trovare ora?"
"Mi dispiace, ma no. Più che me penso che lui sarebbe stato interessato a lasciare sue tracce a te, non credi? Ti voleva un gran bene... mi ricordo giurò di non volerti mai abbandonare."
"Va bene, non ho bisogno di frasi strappalacrime. Ad ogni modo grazie lo stesso."
"Di nulla, il fratellone è sempre disponibile!"
"D'accordo... allora grazie, ciao."



"Allora, allora??" Feliciano, impaziente com'era, attendeva di sapere l'esito della chiamata.
"Purtroppo niente. Ora chiamo Antonio, ma non ho molte aspettative nemmeno da lui."

L'entusiasmo del tedesco si stava lentamente fermando. Era palese in fondo, la questione era impossibile. Si stava giusto facendo trasportare da un'onda vana di incoraggiamento trasmessagli dall'amico. In fin dei conti però non aveva perso del tutto la speranza, perchè decise di provare anche con lo spagnolo.


"¿Diga?"
"Antonio buongiorno, sono Ludwig."
"Oh ciao Ludwig! Come stai? Come vanno le cose?"

E da qui partì una delle interminabili conversazioni, che solo l'allegro iberico era capace di intrattenere.Tipiche di un incontro tra conoscenze di vecchia data: ci si chiede di tutto e di più, senza der peso realmente a ciò che ti viene risposto, tutto per il puro sfizio di una chiaccherata dopo tanto tempo. Il tedesco capì che doveva interromperlo lui.

"... e non solo, dopo mi ha detto anche-"
"Senti Antonio, è davvero molto interessante sentire di quando hai cercato di far ballare a Lovino la Macarena, ma ti ho chiamato per un altro motivo." e il meridionale si accorse di aver sbagliato il punto della conversazione. "Sto cercando di rimettermi sulle tracce di mio fratello Gilbert. Sai ancora qualcosa di lui?"
"Uh no, non so proprio... sono desolato."
"Fa niente allora, grazie lo stesso."
"Però forse... potresti chiedere a Ivan, o Felix. Dopotutto loro hanno guadagnato i suoi territori."
"Sì, hai ragione! Proverò a contattare entrambi. Grazie mille."



"... sembri molto felice" Feliciano guardava la sua faccia stupito. Era un po' che Ludwig faceva faccie strane.
Lui rise e gli spiegò cosa gli aveva suggerito Antonio.

"Sai Lud... non credevo avresti davvero seguito la mia idea... voglio dire, tu sei sempre 'NO FELICIANO' 'impossibile!'" rise anche lui.

Si fissaro un attimo.

"Sì, ok. Ma chi ce li ha i loro numeri di telefono?"
"Pensavo ce li avessi tu, Feliciano. Hai i numeri di tutti tu!"
"...che si fa?"
"Mi sa che siamo un po' sconnessi dall'Europa centro-orientale."


Il giro di telefonate sapevano che non avrebbe portato a nulla. Il numero di Felix lo sapeva solamente Toris, il cui numero lo conoscevano solamente gli altri baltici e Ivan, e il numero di quest'ultimo era esclusivo della sorella Natasha, la quale mai e poi mai l'avrebbe ceduto. Era una cerchia chiusa la loro.

"Sai che ti dico Lud? Andiamo in Polonia!"
"Cosa?!"
"Bisogna visitare il luogo stesso per sapere se ci sono tracce di tuo fratello! E poi è anche una buona occasione per visitare Varsavia, dicono sia molto bella!"
"Beh ecco... non è che io e Felix siamo in così buoni rapporti, non credo poi un viaggio sia una buona idea, costa troppo e utilizzeremmo troppo tempo! Io ho dei lavori da fare qua, non posso permettermi addirittura di farmi un viaggio di piacere! Non capisco come fai a vedere tutto in maniera così semplice! E poi devo ancora-"
"Ludwig." il suo tono si era fatto serio ancora una volta. Il ragazzo germanico non era l'unico ad essere diverso dal solito.

Con rossore in faccia, tipico dell'imbarazzo, Ludwig chiese scusa.

"Hai ragione, ho accettato di darci da fare e adesso andiamo fino in fondo. Mio fratello è più importante."
 


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Salve :3
Nonostante le vacanze natalizie ci ho messo più di una settimana per scrivere questo capitolo ; _ ;
Ad ogni modo spero la trama vi stia interessando e sia almeno in minima parte divertente (?)
Forse ho inserito troppe virgole in certe parti e in altre troppe poche...spero solo non disturbino la lettura >.<
E poi il prossimo capitolo sarà sul viaggio in Polonia.... mi dovrò documentare un bel po' :)
Grazie per aver letto! <3