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Autore: alaskha    08/01/2016    1 recensioni
Luke, Calum e Corinne sono diversi da Lydia, Brian, Nina e Ashton, completamente. Loro hanno tatuaggi, piercing, una sigaretta sempre tra le labbra e Michael Clifford ogni fine settimana gli procura l’erba migliore di Manhattan. I gemelli Payton e i loro amici invece hanno famiglie alla moda, un futuro strutturato alla perfezione e alle feste bevono solo e rigorosamente champagne.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2.



 
Il lucidalabbra, ovviamente Chanel, che le ha regalato Nina, fa troppo barbie per Lydia, ma è in ritardo e non ha fatto in tempo ad infilare nella sua Stella McCartney il suo rossetto di sempre, per cui si ritrova a truccarsi con un regalo della sua migliore amica non ancora scartato e lasciato in macchina da chissà quanto tempo. Si studia attentamente le labbra nello specchietto del guidatore, sulla sua Spider rossa. Si sistema la frangia e fa finta di essere perfettamente in orario, chiudendo la portiera con naturalezza e camminando sicura sulle sue Nike rocherun nere fino all’entrata della Dalton High School. Sente gli occhi di alcuni ragazzi addosso, probabilmente atleti e primini, ma lei è dell’ultimo anno, non ha tempo per nessuno e allora sorride compiaciuta, chiudendosi il portone del liceo dietro le spalle. Storia antica alla prima ora è una palla assurda, ma Lydia non può saltare ancora quella lezione, ‘che la Cox potrebbe bocciarla davvero. Sbuffa e, arrivata davanti all’aula, si sistema il cappottino nero e neanche bussa, entra spedita.
“Oh, ben trovata signorina Payton – commenta sarcasticamente Anne Cox, l’insegnante di storia, imbottigliata in un abito nero – come mai ci onora della sua presenza? Con venti minuti di ritardo, per giunta”
Lydia rotea gli occhi al cielo, ‘che no, lei e la Cox non hanno mai avuto un gran rapporto. Così picchietta la sua Nike sul pavimento ed inarca le sopracciglia, infastidita.
“Buongiorno anche a lei, professoressa – cinguetta – mi sono svegliata tardi e non sono riuscita a truccarmi a casa, così ho dovuto improvvisare in macchina e immagino che lei lo sappia, quanto sia difficile applicarsi del lucidalabbra su una Spider! Ah no, aspetti.. – fa lei, fingendosi dispiaciuta – lei è solo un insegnante” conclude il tutto con un sorriso, sotto le risatine di alcuni dei suoi compagni.
“Prenda posto, signorina Payton” ribatte la Cox, dura.
Lydia fa un cenno con il capo e raggiunge il banco vuoto in penultima fila, affianco al suo migliore amico Ashton Irwin.
“Svegliata male, principessa?” le chiede, sottovoce, con gli occhi puntati sulla lavagna. O forse sul culo della Cox, Lydia non lo vuole sapere, ‘che in quel caso dovrebbe correre in bagno a vomitare la sua colazione.
“Non me ne parlare – fa lei – Brian non mi ha svegliata”
Lydia sta trafficando nella sua borsa, appoggiata sul banco, quando Ashton si volta con il viso verso di lei, inarcando le sopracciglia, mentre la squadra.
“Non ti ha svegliata o – inizia – dopo la ventesima volta che ti ha chiamata, si è stancato, e se ne è andato senza d te?”
“Non sarebbe uno stronzo comunque?” domanda la bionda, retorica.
Ash ride, ‘che la sua migliore amica non cambierà mai, e torna a copiare gli appunti che la Cox sta scrivendo in merito alla guerra civile americana. Lydia già non ne può più, allora mette mano al suo blackberry, sicura di trovarci un messaggino di Nina. E infatti, le scappa una risatina, ‘che la Howard le sta descrivendo l’outfit del giorno di Corinne Butler. Quando Lydia fa per rispondere, sente uno sguardo addosso, una presenza affianco a lei ed un tacco dodici picchiettare sul pavimento. Alza di poco la testa e vede la professoressa Cox proprio davanti a lei, con le braccia conserte sotto il seno ed un sopracciglio inarcato.
“Bene, signorina Payton, ho già chiuso un occhio per il suo ennesimo ritardo – dice, autoritaria, tornando alla lavagna – ma un uso improprio di un dispositivo cellulare in orario scolastico, le garantisce due ore di punizione, oggi pomeriggio”
Lydia apre la bocca per parlare, ma all’ultimo si limita a sbuffare ed appoggiare le spalle allo schienale della sedia.
“Sei nei guai, bambina” fa Ash, scrivendo come un forsennato sul suo dannato quaderno rosso.
“Che palle” sussurra, imbronciata.
Due ore di punizione per Lydia Payton sono due ore di tortura bella e buona. Resta in silenzio per il resto della lezione, cercando almeno dieci modi per mandare in rovina quella gatta morta della Cox ed undici per dimenticarsi di tutta quella faccenda.
 
 
 
“Amore, ma dove vai?”
Lydia sta sfrecciando tra i corridoi, quando sente quella voce che la chiama ed un braccio forte che l’afferra per la vita.
“Joe! – fa poi, felice di vederlo – in realtà stavo andando all’aula della detenzione, sai, la Cox mi ha messa in punizione, stamattina”
“Punizione? – chiede lui, confuso – ma tu non finisci mai in punizione”
“Già – considera la sua ragazza – non me ne parlare, non voglio neanche pensare alle persone con cui dovrò condividere l’ossigeno”
Joe abbozza una risata, e la vista di entrambi viene offuscata dai boccoli castani di Nina Howard, che con la sua scia di Chanel N. 5, inebria la sua migliore amica ed il suo fidanzato.
“Che fate fermi in mezzo al corridoio?” s’informa, con un sopracciglio inarcato.
“Lydia è in punizione” dice Joe.
“La Cox è una zitella frustrata, non farci caso tesoro, prenoto un tavolo al Marc Jacobs per stasera alle otto e mezza, ceniamo insieme”
Lydia sorride, ‘che la sua migliore amica sa sempre cosa fare.
“Beh, amore, tu sei in ritardo, giusto? – comincia Joseph – e tu Nina hai bisogno di un passaggio, non è vero?”
“In effetti sì..”
Lydia guarda Nina sporgere le labbra, e: “D’accordo, ci vediamo dopo, ciao ragazzi”.
Li lascia lì, a dirigersi verso il Range Rover di Joe, mentre lei cammina verso quella maledetta aula. Spalanca la porta ancora una volta senza bussare, sbuffa e guarda un insegnante che non conosce seduto alla cattedra. Finge un sorriso e firma quel foglio sudicio con la sua elegante calligrafia. Non guarda neanche da chi sono occupati i banchi e appena ne nota uno libero, ci fionda sopra la sua Stella McCartney blu cobalto.
Apre un libro a caso e fa finta di concentrarci su quella che forse è geografia, quando: “Perché ti hanno punita?”.
Lydia conosce quella voce, e non può credere di essersi seduta davvero affianco a lui. Volta il viso verso di lui, che la sta già osservando di sottecchi.
“Che t’importa?” gli risponde, brusca.
Lui soffoca una risatina e Lydia lo fulmina con lo sguardo, esattamente come avrebbe voluto fare qualche sera fa. Lo osserva meglio: indossa una felpa nera, su una maglietta bianca con una stampa che non riesce a vedere, degli skinny jeans neri e neanche a dirlo, un paio di Vans.
“Allora sai parlare” considera lui, riferendosi al suo silenzio al ristorante.
“Certo, ma io faccio un’accurata selezione, prima di dare corda a tutti i degenerati che mi rivolgono parola” risponde, con un sorriso beffardo ad incorniciarle il bel viso.
Il ragazzo fa un’espressione quasi compiaciuta, come se quella sua reazione non se la sarebbe mai aspettata, ma comunque ne rimane colpito.
“Sono Luke – fa poi, appoggiando un gomito al banco e continuando a guardarla – Luke Hemmings”
“Hai commesso il tuo primo sbaglio, Luke Hemmings”
“Sarebbe?”
“Ora che ci conosciamo, ti farà più male se non ti rivolgerò la parola”
Luke inarca le sopracciglia, forse pensando a cosa risponderle, dopodiché si lascia andare ad una risatina, che costa ai due la prima occhiataccia da parte dell’insegnante alla cattedra.
“Ho visto la tua foto appesa al muro, prima – comincia, sottovoce – voi creature monodimensionali andate al ballo di primavera tra di voi, vero?”
Lydia lo guarda, con la sua matita in bocca e la frangia bionda un po’ a nascondergli gli occhi chiari. Pensa alla sua foto, quella di Nina, quella di Joe, di Ashton e di altri appese al muro, come candidati a re e regine del ballo, poi distende le labbra in un sorrisino.
“Tu ed i tuoi compari credete di essere tanto diversi da noi, ma in realtà, Hemmings, non c’è poi tutta questa differenza, pensaci – accavalla le gambe e si avvicina un po’ a lui – state sempre tra di voi, ci denigrate e credete di essere i migliori, l’unica differenza risiede nel fatto che noi non ci limitiamo ad esserne convinti, noi sappiamo per certo di essere meglio di voi”
Quello a ghignare adesso è Luke, che avvicina ancora di più il viso a quello della bionda. Gioca un po’ con l’anellino nero che porta al labbro e, compiaciuto, osserva lo sguardo di Lydia posizionato esattamente all’altezza della sua bocca.
“Eres muy sexy cuando dices estas mentiras”
“Y tu te quedas un pendejo”
Luke esibisce una delle sue espressioni compiaciute migliori, non aspettandosi che Lydia, al suo spagnolo, avrebbe risposto.
“Tata messicana?”
“Argentina” ribatte Lydia.
L’insegnante intima loro di fare silenzio, per la seconda volta e, la bionda, mima con le dita di cucirsi le labbra. Mentre Luke la sta ancora guardando.
“Perché ti hanno punita? – ripete – non si vede tutti i giorni una principessina come te, da queste parti”
“Sono arrivata in ritardo e la Cox mi ha beccata con il cellulare - dice, tornando a guardarlo – e tu? Ti sei scopato l’insegnante?”
Luke si stringe nelle spalle, ghignando, ancora.
“No, le ho mandate tutte in bianco” scherza.
“E allora?”
“Fumavo in bagno” dice, come se fosse la normalità.
“Che cattivo ragazzo..”
Lydia finge un tono innocente, mentre l’insegnante tuona un: “Silenzio!”, e allora Luke apre il suo libro di matematica, fingendo di prestare attenzione. Quando gli occhi del professore non sono più su di loro, il ragazzo le scocca un occhiolino e: “Puoi giurarci, cenerentola”.
 
Le due ore di punizione passano e, quando la campanella suona, Lydia può giurare di aver sentito gli angeli del paradiso intonare l’alleluia. Si alza velocemente, recupera la sua Stella McCartney e fa per allontanarsi una volta per tutte, ma Luke la ferma, tirandola per la manica della sua giacca Versace.
“La rovini, così, che vuoi ancora?”
Luke la guarda, sconcertato, avrebbe voglia di dirle che è solo una ragazzina viziata, ma se l’ha fermata c’è un motivo. Se Luke Hemmings Gaviria fa qualcosa, c’è sempre un motivo.
“Volevo solo dirti che spero vinca tu”
“Ma che diavolo dici?”
Lydia non ci sta capendo nulla, e allora Luke le si avvicina un po’. La bionda s’irrigidisce, che la vicinanza con quel ragazzo le sta facendo andare a fuoco le guance.
“Per le elezioni, quella stronzata di re e regina del ballo” le spiega lui, in un sussurro.
“Dovrei ringraziarti?”
Luke annuisce e se possibile, fa ancora qualche passo verso di lei, chinandosi con le labbra a sfiorarle l’orecchio. Lydia trasalisce, mentre sente il respiro caldo del ragazzo sulla sua pelle.
“Tu sei la meno peggio, tra tutte quelle vipere, almeno credo”
La bionda apre la bocca per rispondere, ma una voce alta e prorompente interrompe l’incontro ravvicinato dei due.
“Luke, te la dai una mossa?”
Corinne Butler sta picchiettando impazientemente lo stivaletto nero borchiato sul pavimento, appoggiata di sbieco allo stipite della porta dell’aula della detenzione. Luke si volta verso la mora, con naturalezza, come se non fosse successo nulla. Liquida Lydia con un saluto al generale e un: “Ci vediamo, cenerentola”, per poi dirigersi verso Corinne che, quasi con ribrezzo, squadra la Payton da capo a piedi.
“È tutto tuo, sta’ tranquilla” la rassicura, lei.
Corinne abbozza una risata ironica, ‘che la Butler a quelli come lei non gliela rivolge nemmeno, la parola. Allora Luke le cinge le spalle con un braccio, lasciandole un bacio all’angolo della bocca, mentre Lydia osserva la scena roteando gli occhi al cielo.
“Perché parlavi con quella?” sente dire a Corinne, mentre la indica, di spalle.
Guarda le spalle di Luke alzarsi lievemente, con menefreghismo e le ultime parole che sente dalla sua voce, prima di vederli sparire entrambi, sono: “Ma quella chi? Andiamo, va’”.
Lydia non sa come si sente, se offesa, arrabbiata, presa in giro o infastidita, anche se probabilmente si sente in tutti questi modi, lei sa solo che ha bisogno di un caffè forte e di una bella sbronza di tequila con Nina.
 
 
 
Corinne Butler odia il Marc Jacobs e così le persone che lo frequentano. Riesce a scorgere i capelli perfettamente in piega di Nina Howard, la giacca Valentino di Joe Witcher, gli occhiali da vista di Brian Payton ed il sorriso di Ashton Irwin è così smagliante che la infastidisce. Quelli proprio non li sopporta, lei con i suoi capelli neri al naturale, i tatuaggi a decorarle la pelle chiara e le Lucky Strike che pendono dalla tasca della sua salopette di jeans.
"Potete dirmi per quale cazzo di motivo siamo venuti qui?" sbotta, verso i suoi amici.
Calum Hood ha i gomiti appoggiati al bancone del Marc Jacobs, una sigaretta appena fatta da lui stesso dietro l'orecchio ed indossa una canottiera larga, nera. Si volta verso la sua amica, porgendole il suo White Russian.
"Sta arrivando Mike" le dice poi.
Corinne afferra il bicchiere e ci poggia sopra le labbra colorate di rosso, 'che la Butler non indosserá Chanel e Versace, ma sa il fatto suo comunque e questo lo sanno tutti i ragazzi dell'Upper East Side. 
"D'accordo, ma perchè proprio qui? - continua, come una bellissima
bimba imbronciata, giocando con la cannuccia del drink di Calum, ormai suo - odio questo posto!"
"Chiedi ad Hemmings" fa Hood, stringendosi appena nelle spalle.
Corinne guarda ancora dritto davanti a sè, notando Lydia Payton con il suo abito svolazzante ed un paio di Louboutin, che torna dalla toilette. Con un movimento meccanico, scatta con lo sguardo verso Luke, seduto affianco a Calum, e come volevasi dimostrare, trova i suoi occhi azzurri puntati sulla Payton, mentre vuota con fare esperto un bicchiere di Bayleis Irish Cream. 
"Terra chiama Hemmings - fa lei, alzandosi dal suo sgabello per raggiungere quello affianco al suo amico - che hai da fissare la Payton?"
Corinne ridacchia, mentre guarda Luke scuotere subito la testa e puntare lo sguardo su di lei, questa volta.
"Io non fisso nessuno, piantala Corinne" fa lui, risentito.
La Butler inarca un sopracciglio, scettica.
"Ti ho visto parlare con lei, oggi - comincia - sembravate parecchio intimi"
"Ma chi? Gaviria e la Payton? - s'intromette Calum - amico, fidati di uno che non capisce un cazzo, una come lei non te la darà mai, okay? Quelli scopano solo tra di loro"
Luke lo sta guardando un pó sconcertato e Corinne ha già tra le labbra una Lucky Strike, mentre annuisce, d'accordo con Calum.
"Tu sei malato" sostiene infine.
"E tu un coglione" ribatte il suo migliore amico.
Corinne ride di quei discorsi a cui è tanto abituata e: "Io vado a fumarmi una sigaretta, è appena arrivato Mike, fate le cose come si deve".
"Attenta bambola - le intima Luke, all'orecchio, cingendole le spalle - questo posto è pieno di pervertiti coi soldi e fidati, non c'è niente di peggio"
"Lo sai bene, eh Hemmings?" 
Corinne gli lascia un bacio sul collo, mentre lui ridacchia divertito, nonostante tutto. Si allontana verso l'area fumatori del Marc Jacobs e, dopo essersi appoggiata con la schiena al muro, fa per cercare il suo accendino nelle tasche di jeans. Dopo qualche secondo vede proprio di fronte a lei la fiamma di un Bic verde scuro, sorretto dalla mano di qualcuno. Alza lo sguardo, per incontrare lo sguardo del gentile possessore di quell'accendino o, come l'avrebbe detto Luke, per scoprire quale "pervertito coi soldi", stesse per molestarla. Corinne si lascia sfuggire un sorriso furbo, quando vede quei grandi occhi ridenti.
"Ti ringrazio, Ashton Irwin"
Il ragazzo sorride, vagamente sorpreso, o forse sta solo fingendo.
"Conosci il mio nome? Dovrei sentirmi lusingato, forse?"
"No - fa Corinne, sbuffando un pó di fumo e scuotendo la testa - mi sembra inutile presentarsi, io so qual'è il tuo nome e tu sai qual'è il mio, quindi, sarebbe solo una perdita di tempo"
Ashton annuisce, 'che lui è sempre rimasto colpito da quegli occhi blu e da quella sicurezza che Corinne Butler ostenta così bene. 
"Hai ragione, Corinne Butler"
La mora non sa se ridere oppure no, forse è troppo, 'che lei ed Ashton Irwin non hanno mai realmente parlato perchè Corinne lo sa, che sono troppo diversi.
"Che ci fai qui? Non vi ho mai visti da queste parti" continua poi lui.
"Non lo so - ammette - Luke ci ci ha trascinati senza uno straccio di spiegazione, e quindi, eccoci qui"
Corinne fa dei cerchi con il fumo, ed Ashton rimane incantato sulle sue labbra per un secondo, prima di riprendere il filo del discorso.
"Ma da quanto state insieme tu ed Hemmings? Nessuno ha mai visto uno dei due senza l'altro, cos'è, siete tipo promessi sposi?"
Corinne ride, spegnendo il mozzicone di sigaretta sotto la sua Air force nera, con un'eleganza tale da non passare inosservata. Infatti Ashton la sta fissando con occhi sognanti, quando lei gli posa una mano sul viso ed avvicina le labbra al suo orecchio.
"Nessuno sa niente, Ashton Irwin"
Corinne fa per lasciarlo lì, in balia del suo profumo di mare, sale e rose rosse, ma mentre indietreggia per tornare dentro dai suoi amici, si scontra con qualcuno.
"Scusami, non stavo guardando dove andavo!" si affretta la Butler.
"Ma certo, come l'altro giorno a scuola, giusto?" domanda Lydia.
Corinne ghigna, non appena si rende conto di chi ha incidentalmente colpito. 
"Ritiro le scuse, Payton - fa, incrociando le braccia sotto il seno - tu ed i tuoi modi da stronza non ve le meritate affatto"
"Non m'importa assolutamente nulla di te e di quello che dici, Corinne Butler, le tue scuse valgono meno di zero"
Corinne alza un sopracciglio, con le guance che le ribollono di rabbia ma, per fortuna, Ashton si mette in mezzo prima che possa accadere qualsiasi cosa. 
"Ragazze, basta”
Lydia lancia uno sguardo ad Ashton, che lo intercetta subito e con gli occhi la prega di chiuderla davvero, lì.
"Al diavolo" fa poi la bionda, rientrando, ma neanche a dirlo, va a sbattere contro qualcuno, che prima che possa cadere rovinosamente a terra, l'afferra prontamente.
"Ma che diavolo avete, tutti? - sbotta Lydia, sistemandosi le pieghe del vestito - non vi hanno insegnato a guardare dove mettete i piedi?"
"Oh, bonita, mi dispiace" 
Lydia alza la testa, quando sente quella voce. Gli occhi azzurri di entrambi s'incontrano, e Luke accenna un sorriso.
"Non fa niente" dice allora lei, sbrigativa. 
"Come mai qui? - s'informa lui - Witcher ti permette addirittura di andare al bagno senza di lui?"
Lydia stringe le labbra, risentita, 'che lei con Luke Hemmings Gaviria ci ha parlato solo una volta in vita sua e adesso le sta addirittura facendo la
morale su come la tratta il suo fidanzato.
"E tu? Dovresti assicurarti che la tua ragazza conosca le buone maniere"
Luke inarca le sopracciglia, confuso, 'che sì conosce le voci che girano su lui e Corinne Butler, ma perchè Lydia Payton le sta dicendo una cosa del genere?
"Gelosa, cenerentola?"
"Che c'entra adesso?"
"Non hai detto no, peró"
Lydia sta per perdere le staffe, ed a Luke la sua espressione arrabbiata fa ridere. Le scosta leggermente la frangia dalla fronte, con le dita. La bionda non si sarebbe mai aspettata un tocco così delicato e rimane un pó spiazzata, da quel gesto.
"Hai degli occhi davvero belli, cenerentola, non dovresti coprirli con i capelli"
Lydia boccheggia, davanti al mezzo sorriso di Luke Hemmings.
"Ti ho lasciato ancora senza parole?" continua lui.
"Tesoro? - la voce di Nina Howard si frappone tra i due, ed eccola che compare al fianco della sua migliore amica - ma che fai qui? Joe ti sta cercando, vieni"
"Sì, sì arrivo.."
Luke la guarda andare via, mentre Nina le cinge le spalle con un braccio e: "Ma che facevi con quello? Dio mio, non dovresti farti vedere con gente del genere!".
Ma Lydia non dice nulla, che le dita di Luke Hemmings Gaviria sulla sua fronte sembra abbiano lasciato dei segni permanenti non solo sulla sua pelle.






 

#thebeginning

ciao donne! come va? io sempre bene
ho appena passato la serata sul divano, con mia mamma, la coperta, il the caldo e masterchef. dicesi la vita mondana di una diciannovenne milanese.
comunque, vi ringrazio per essere passati dalla mia storia, tanto per dire, ci tengo molto. sembrerà una cosa scontata, ma voglio metterci davvero anima e cuore.
"should envy us" è una canzone che io amo e adoro immensamente, mi ha dato l'ispirazione per il titolo e credo sia davvero un capolavoro.
detto questo, come vi sembrano i miei personaggi? il divario tra i due gruppi è sempre più evidente, anche se, vivendo nell'upper east side, Luke e compagnia non sono di certo dei poveracci. il fatto è che Lydia e Brian, Ash e Joe amano questa loro condizione e ci sguazzano dentro, mentre gli altri no, per motivi diversi che scoprirete andando avanti con la storia.
i due mondi vengono a contatto, ma non corre di certo buon sangue. bene, io mi sto facendo paura da sola ed ho anche un sacco di sonno. approfitto per dire a Giulia che mi ha abbandonato e per andarmene, qui vi lascio Lydia, Corinne, Brian, Nina ed anche Joe. vi amo già immensamente.
alla prossima.
Alaskha

 
 



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