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Autore: TonyCocchi    13/03/2009    4 recensioni
Cosa sarebbe successo se Tayuya non fosse morta e fosse stata portata a Konoha? Leggete e saprete! (Crack-Pairing)
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shikamaru Nara, Tayuya
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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shikatayu10

Ciao a tutti! Quest’anno la mia scuola non ha proprio voglia di farsi frequentare: ha preso altri tre giorni di chiusura per controlli all’edificio! Beh, meglio per me, ih ih! In questo modo infatti posso cominciare prima a lavorare a questo nuovo capitolo, il decimo! Stiamo procedendo abbastanza bene direi, anche se voi del pubblico fate sentire la vostra voce poco e in modo tardivo… Ne ho dovuti aspettare di commenti prima che qualcuno dicesse qualcosa sulla crisi di Shikamaru! Mi ero impegnato così tanto per approfondire la sua introspezione ç__ç (Mewanna, grazie ^__^) So che è seccante commentare, che non si sa che dire, ma io quando lo faccio almeno un pensierino sulle scene migliori lo faccio… Vabbé, basta lagnarsi ora, ho una fic da portare avanti! U__U

Shikamaru deve ora fare i conti con i suoi amici: e non tutti sono dei tipi indulgenti! Tuttavia questo arrivo potrebbe avere dei piacevoli risvolti… Buona lettura!

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

 

 

 

 “TI HA DATO DI VOLTA IL CERVELLONE, EH?”

“AHIA! Molla l’orecchio Ino!”

“Uh uh uh uh!”

“E tu che hai da ridere, eh?” inveì il proprietario dell’orecchio stritolato contro un certo medico che medico non sembrava e non era. La cosa peggiore era che rideva anche Makoto accanto a lui (anche se cercava di contenersi e copriva la boccuccia), per non parlare di quello scemo di Kiba; gli altri fissavano attoniti la scena senza sghignazzarci su.

“Mentre lui e i suoi amici si chiariscono un po’ io vado un po’ da Tayuya.”

Così dicendo, l’infermiera si accomiatò, salutando il falso-collega con un gesto della mano.

“Va bene.” rispose quello seguendola un attimo con lo sguardo. Nella direzione opposta il dibattito tra quel gruppetto di genin si accingeva ad entrare nel vivo: da parte sua sarebbe rimasto lì appoggiato al muro, senza intervenire per il momento.

“Ino-chan, forse gli stai facendo male…” disse Hinata levandosi in difesa del Nara.

“Forse?” commentò questi…

“Dai, lascia almeno che si spieghi.”

“Ma è chiaro che deve spiegare!”

“Beh” –intervenne Sakura- “Allora lo farà sicuramente meglio e più volentieri senza che gli strapazzi l’orecchio.”

-Sigh, tanto scommetto me l’ha già sformato!-

E quell’idiota di Kiba continuava a ridere sotto le zanne… Akamaru non era con lui quella volta: per lui era in programma ancora un bel po’ di riposo e lo aveva lasciato nella sua cuccia.

“Allora…” –fece una volta liberato dalla poderosa strizzata- “Se ci spostiamo da un’altra parte vi dico tutto, và bene?”

Lanciò un’occhiatina all’ANBU che scosse beffardo il capo: non gli andava che quella conversazione continuasse sotto gli occhi e a portata d’orecchi di quel pennuto antipatico! Inoltre, per ciò che doveva dire, preferiva non restare troppo vicino camera sua. Così, intanto che Tayuya era affidata a Makoto e quel bellimbusto corviforme del “dottor Tori”, si spostarono nel vicino corridoio perpendicolare a quello per consentire al “beccato” di togliersi il peso del suo recente oscurantismo!

 

Sakura si distrasse solo un attimo ad osservare un bell’uccello dal piumaggio screziato posatosi sul ramo dell’albero poco più in basso del davanzale a cui era affacciata, mentre Shikamaru concludeva la sua spiegazione.

“Le cose stanno più o meno così.”

Ino lo guardava nera in volto: era l’unica a rivolgergli quel tipo di sguardo ma era più che sufficiente. L’aveva presa proprio male: era evidente si sentisse tradita e trascurata.

“Non posso crederci… Ma come hai potuto fare una cosa del genere? Beh, a loro posso anche capire…” –disse rivolgendosi a Neji, Hinata e Sakura- “Ma a me a Choji? Siamo i tuoi compagni di squadra! Ci conosciamo da anni e hai avuto la faccia tosta di non dirci in che pasticcio eri stato coinvolto?”

Choji, ormai abbastanza in forma da salire le due rampe di scale fino a quel piano, la interruppe: “Ino, Shikamaru non ha fatto altro che obbedire agli ordini dell’Hokage: lui non poteva dirci nulla.” fece comprensivo.

“Io dico che hai agito bene” –parlò improvvisamente il serafico Neji Hyuga, per la prima volta da quando avevano iniziato!- “Faccende tanto delicate richiedono segretezza: se la notizia fosse trapelata avrebbe potuto scatenarsi il panico per l’ospedale; inoltre per evitare che lei stessa sospettasse o scoprisse qualcosa e tentasse la fuga bisogna prendere misure precauzionali, come affidarla appunto a poche persone fidate e tenerla sotto strettissima sorveglianza.”

Ino ridacchiò: “Lui una persona fidata? Mi meraviglio che abbia retto!”

“P-però…” –balbettò Hinata- “Mi dispiace per lei: non bastava avesse perso tutti i ricordi, si sarà sentita prigioniera.”

Che differenza che c’era tra i due Hyuga!

“Umpf! Hinata, lei è una prigioniera” –ribadì altezzoso il cugino- “Tutto sommato le è andata bene, l’Hokage è stata buona: avrebbe dovuto tenerla in un luogo più sicuro di un ospedale.”

-Tsk, mi sembra di sentir parlare l’uccellaccio!- pensò Shikamaru, ma del resto Neji era un ottimo ninja e in quanto tale ligio e distaccato.

Kiba, che stava giusto di fianco Neji, incrociò le braccia stizzito a quel tono così insensibile: “Tsk, ma dico, non hai almeno un po’ di pietà per quella poveretta? Pensa a tutto quello che ha passato!”

In fin dei conti quella di Tayuya era una storia commovente (Shikamaru in un certo senso, raccontando, aveva fatto in modo di presentarla così…).

“Devo ricordarti che grazie a quella “poveretta” per poco non ci rimettevi la vita?” rispose quello a tono!

“Eeeeehm…” fece l’Inuzuka grattandosi una guancia, colto in fallo!

Neji, ancora reduce da un bel buco nella spalla, era ancora in ospedale a riposo e quindi in vestaglia.

“E quando l’hai scoperta non ti dico che faccia hai fatto!” rincarò intanto Sakura.

“Ehi, era prima di sapere un po’ meglio come stavano le cose! E poi io con quella ci ho combattuto: non è comprensibile che sia rimasto “un tantino” shockato a rivederla viva e vegeta e nel mio villaggio?”

Il ragazzo coi tatuaggi si avvicinò a Shikamaru e gli poggiò solidale una mano sulla spalla: “Non oso pensare come sia stato per te, amico.”

“Scommetto di aver fatto una faccia simile alla tua quando l’Hokage mi ha portato a vederla. Comunque, mi pareva di averti detto che non è stato poi così seccante alla fin fine…”

Ino buttò fuori due colpetti di tosse, al che il Nara roteò in alto gli occhi: non aveva ancora finito di lamentarsi!

“Tornando a noi, Shikamaru, sei stato mostruosamente insensibile con me e Choji! Non era chiaro che avremmo mantenuto il segreto?”

“Umpf, si certo, poi si sa come và a finire: lo si dice solo a una persona come non facesse differenza, si dice anche a quella persona di non dirlo a nessuno…”

“E in breve tempo lo sanno tutti quanti, eh eh eh!” concluse Choji.

Risuonò in quell’istante un doppio (SDONG!)… Sakura, Hinata e Neji riaprirono gli occhi e videro Shikamaru e Choji distesi per terra con un bernoccolo fumante in testa.

“STATE INSINUANDO CHE SONO UNA PETTEGOLA??? ALLORA???”

“Sigh, aiuto Shikamaru!”

Ma l’altro era troppo distrutto emotivamente per reagire.

“Questa storia ha proprio dell’incredibile” –commentò la rosa- “Una ninja di Orochimaru in fin di vita che viene salvata dai suoi nemici, perde la memoria e diventa…”

“Buona?” suggerì la Hyuga.
”Ih ih ih, già! E come non bastasse le mettono vicino proprio il ninja che l’ha affrontata direttamente.”

“Che sfiga” intercalò Kiba, ma più che la sfiga si doveva incolpare quella maliziosa del Quinto!

“A momenti era più credibile che Tayuya fosse la fidanzata segreta di Shikamaru!” la battuta di Ino suscitò l’ilarità, più o meno contenuta, delle ragazze.

“Che c’è Hinata?” chiese Sakura, notando l’aria contrita assunta improvvisamente da questa.

“Ehm, no, niente…” –tuttavia, dicendosi che trovare la forza di esprimersi in una discussione rientrava nel suo programma per “cambiare”, parlò- “Stavo di nuovo pensando a quella ragazza: persino noi sappiamo più di lei sul suo conto, è davvero crudele.”

(ZAC!)

Un kunai con attaccato un bigliettino con su scritto “senso di colpa” colpì Shikamaru, ancora per terra, proprio al centro della fronte: -SIGH! Perché proprio tu devi essere quella che rigira il coltello nella piaga, Hinata?”

“Ma cosa dici, Hinata?” –alzò la voce il suo compagno di team- “Vorresti le si dicesse la verità? Sarebbe un cosa da pazzi!”

Hinata, colpita e affondata, si ritirò nel suo guscio.

“Beh, già regalarle un flauto quando si sa che è la sua arma non è stata una mossa da intelligenti, vero, “Genio”?”

Shikamaru grugnì seccato!

“Ehi, guarda che suona divinamente, io l’ho ascoltata!” gli ribatté Ino.

“Però quando ieri sera dopo che ti ho detto di chi si trattava non eri più tanto contenta di ascoltarla.”

“Eeeehm…”

Intanto Choji si era ripreso. Il compagno invece stranamente, benché non fosse ko, rifiutava di alzarsi…

“Io l’ho ribadisco” –fece ancora Neji- “Ora che la sua salute è migliorate e che, come ha detto Shikamaru, comincia a ricordare qualcosa in più, non dovrebbe più trovarsi qui. Il villaggio sta lasciandosi sfuggire un ottimo informatore su Orochimaru e Sasuke.”

Kiba, fattosi serio, assentì col capo, anche se con un ombra di dubbio negli occhi.

“Beh, in ogni caso, non è una decisione che compete noi.” fece notare Choji, riferendosi chiaramente all’Hokage.

Sakura mise le mani dietro la schiena e guardò i compagni: “Beh, ora che noi sappiamo… cosa si fa?”

I quattro si guardarono tra loro senza rispondere.

Nel frattempo, per tutto il frattempo, Shikamaru aveva approfittato della comodità del lindo pavimento per ragionare un po’.

 

-Che seccatura: la mia coscienza non la smette di darmi motivi per vergognarmi.-

Nella sua immobilità, all’infuori di qualche battito di ciglia, la sua espressione non era dispiaciuta o infuriata, ma piuttosto tranquilla e assorta, quasi neutra.

-In tutta questa storia non faccio altro che passare per uno sporco bugiardo, davanti a me stesso e agli altri. Ho mentito a Tayuya e non trovo la forza di smettere, ho mentito ai miei compagni ed anche ai miei amici più stretti, e l’ho fatto senza particolari difficoltà. Non faccio altro che imbrogliare tutti da un po’ di tempo a questa parte.-

 

-Sono veramente stufo di mentire.-

 

-Ho nascosto a me stesso di essere diventato amico di Tayuya, e c’è voluto che il cornacchia mi facesse una sonora ramanzina prima di decidermi a mettere da parte le paure e regalarle quel flauto; mettere da parte le paure… Tsk, non ce l’ho fatta ancora.

Ho nascosto Tayuya alla vera sé stessa e al resto del mondo, fino ad ora; sempre per paura le ho impedito di gioire appieno degli importanti dettagli che le riaffioravano ogni tanto inventando storie e prendendo tempo, ho contribuito a tenerla chiusa in quella gabbietta con quattro angoli che chiamano stanza senza contatti con il mondo in cui voleva con tutto il cuore tornare, ho lasciato che si accontentasse di avere me, soltanto me (riuscendoci tra l’altro!)… fino ad ora. Fino ad ora ho fatto così.-

 

-Ora sono stufo.-

 

Appoggiò i palmi e tirò su il busto. Dal basso all’alto li guardò, come il verme che un po’ era stato e un po’ gli ordini lo avevano costretto ad essere. Ma ora, dopo tutti i momenti passati con lei, non doveva più esserlo!

Aveva fatto tanto per lei, forse abbastanza da compensare le sue mancanze o forse no, ed era arrivato il momento di decidersi a fare ancora di più.

“Beh, ora che noi sappiamo… cosa si fa?”

Gli altri quattro si guardarono tra loro senza rispondere.

Un “Umpf!” proveniente dal basso richiamò la loro attenzione.

“Ora che sapete che lei c’è… che ne direste di conoscerla?”

L’espressione sulle loro facce non aveva prezzo!

 

“C-che-che!?!?!?” balbettò Kiba neanche fosse la sua amica dagli occhi bianchi.

“Vuoi che noi… andiamo da lei?” disse Sakura.

“Beh, sempre non ci vediate nulla di male.”

“Sicuro che non sia il tuo cervello a stare male?” lo schernì Neji.

Si rimise in piedi: “Dico sul serio: fate tanto gli increduli, gli spaventati e gli sputasentenze…” –l’ultimo epiteto si riferiva chiaramente allo Hyuga!- “Perché allora non vi accertate della cosa di persona?”

“Ma io credevo che fosse un segreto.”

“Bah, per favore, Choji, ora che lo avete scoperto non lo è chiaramente più: e poi l’Hokage ultimamente le ha giusto detto di vedere gente, umpf! Hinata, tu che ne dici?”

Chiamata il causa all’improvviso lei trasalì un secondo: “Ehm…… Perché no?”

“M-ma Hinata!”

Prima che Kiba continuasse, il Nara si rivolse alla sua migliore amica: “Ino, tu un po’ la conosci già, giusto? L’hai anche salutata prima.”

“Certo, sono quella che l’ha scoperta.”

Ovviamente avevano costretto Shikamaru a raccontare ma a lui non si era detto nulla di come era venuto tutto a galla: che crudeli, neanche lui volesse sapere dove aveva sbagliato!

“Ci siamo presentate, sono stata un po’ in camera sua e mi ha fatto ascoltare qualcosa… A parte qualche stranezza…” –la fortissima stretta di mano- “mi è parsa una tipa a posto!”

Ino, convinta, sorrise e si rivolse agli altri: “Che ne dite? Non volete conoscere la ragazza per cui Shikamaru ha snobbato tutto il resto? Ih ih ih!”

“EHI!”

Choji guardò l’amico non gradire quella frase: -Intanto è vero: hai persino fatto su e giù tra la mia camera e il secondo piano quel giorno per lei, ancora non ci credo!-

Kiba deglutì: “Tu… ci garantisci che non si corrono rischi?”

Sempre il solito! Faceva tanto lo spaccone, ma poi era pronto a rintanare la coda tra le gambe!

Choji rise: “Non hai sentito? È diventata una pacioccona, e poi non ti riconoscerebbe.”

“Non è che poi torna normale proprio quando vedrà me, Choji o Neji?”

“Bah, ormai comincio a credere che cose simili accadano solo nei film o nei fumetti: non è rinsavita vedendo me, non è rinsavita quando le ho dato il flauto, non è rinsavita quando ha scoperto di poter…”

Si interruppe prima di svelare che era di nuovo in grado di scatenare illusioni!

“Insomma, sta pur sicuro che “normale” non ci torna più.”

Al massimo le sarebbero rientrati in mente dei brutti ricordi, era ormai convinto. Non che fosse qualcosa di meno terribile…

“Oh, beh, in tal caso…”

Hinata, fiduciosa, e curiosa, rise dei timori del compagno e seguì Ino, Sakura che avevano deciso di andare a fare conoscenza con la misteriosa rossina.

“Ehi, aspettate!” fece venendole dietro.

Neji, che fino alla fine era rimasto in disparte, anche se con serissimi dubbi su quella “visita di cortesia”, fu l’ultimo a muoversi dal suo posto.

“Bah, vediamo un po’…”

La decisione di Shikamaru poteva far storcere il naso. Ma mai come quella volta, il giovane era convinto di ciò che faceva; finalmente la pressione su di lui si allentava, inoltre dopo aver tanto parlato di Choji e di Ino era pure il caso li conoscesse, no?

Tuttavia, superate le titubanze del gruppetto degli “scopritori”, c’era ancora un ostacolo da superare… e bello alto!

Il caro ANBU-falco naturalmente, che si era parato di fronte a loro non appena avevano voltato l’angolo ed erano tornati nel corridoio con la camera di Tayuya.

“Fermi un po’.”

Shikamaru lanciò uno sbuffo epico!

“Sappi che, per motivi di sicurezza ho ascoltato la vostra conversazione, ed ho fatto bene a quanto pare.” gli disse quello puntandogli contro il nasone a becco.

“Ma lei chi è? Non ha dei pazienti da curare anziché impicciarsi nei fatti altrui?” sbraitò Ino sentendolo!

“Ma è veramente un medico?” chiese Hinata, insospettita dall’aspetto poco raccomandabile di quel perticone!

“Non lo è” –le rispose subito suo cugino- “Scommetto che è uno degli ANBU posti di sorveglianza, vero?”
“Corretto.” –si limitò a dire quello- “E così avresti intenzione di portare i tuoi compagni da Tayuya?”

“Non si era detto di darle maggiore contatto col mondo?”

“Certo, se il “mondo” in questione non è al corrente della sua vera identità.”

Il pensiero che attraversò la loro mente in quel momento fu più o meno uguale per tutti…

Choji: -Che antipatico!-

Sakura: -Mi fa venire i brividi questo qui!-

Ino: -Non lo sopporto!-

Hinata: -È… un tantino… odioso.-

Neji: -Non lo conosco, ma non mi suona molto…-

L’ANBU aggrottò le ciglia: “Shikamaru, non era previsto che ti facessi beccare, e questa missione, nonostante tutto, ha ancora un certo grado di segretezza.”

“E come la mettiamo quindi?” gli chiese stufo.
Inaspettatamente, quello formò un sigillo: ”Beh, a conti fatti, penso che la prassi sia cancellare la loro memoria.”

“CHE?!?!?” gridarono gli interessati all’unisono!

Shikamaru invece si batté una mano in fronte: “Ma che bravo, dillo proprio davanti a loro!”

“Ascolta, non so quanto ci si possa fidare di loro, però…”

“Però un corno! Io non mi faccio fare il lavaggio del cervello da nessuno!” protestò Kiba mostrando le zanne, ma bastò una storta occhiata da avvoltoio dell’ANBU per rimetterlo in riga!

-Cavoli, quello sguardo faceva paura!-

In quel momento, attirata dalle loro voci, Makoto li raggiunse per ascoltare.

Anche Sakura si fece avanti: “Lei non può farci questo!

Lui si zittì un attimo, grattandosi pensoso il mento: Ma io non vi impedirò di vederla dopo: se vi cancello la memoria di lei come sottoposta di Orochimaru e questo bamboccio qui vi dice che è una sua amica  o inventa una qualche balla il gioco è fatto.”

“Oh, in tal caso…” commentò costipato l’Inuzuka!

“Senti, Uccellaccio del malaugurio, nessuno di loro ha in mente di andare a sbandierare la presenza di Tayuya ai quattro venti, vero?”

“Ma si! Ih ih ih, non diremo niente di niente, vero ragazzi?” fece Ino sudando parecchio.

“E poi Tayuya ha già incontrato Ino: se le cancelli la memoria si chiederà come mai non la riconosce.”

“Già, già!” arrancò la biondina…

“Inoltre Neji e Kiba la conoscono da tanto tempo quanto me: a meno di non rimandarli a casa, se la vedono saremo al punto di partenza.”

“Allora mandali a casa.”

“……………”

Calò un imbarazzante silenzio, costellato di sguardi furiosi verso quel dannato uccellaccio! Ma per fortuna, una mano amica venne loro in aiuto!

La suddetta mano infatti si poggiò sull’alta spalla di Kunio, facendogli girare il capo…

“Andiamo, Kunio-san!”

Infermiera Makoto alla riscossa!

“Mi sembri un po’ troppo fissato con questa cosa del cancellare memoria!” lo sgridò lei come una maestria, mettendo anche i pugni sui fianchi!

“Sono le regole!”

“Fai uno strappo! Ne hai già fatti da quando sei qui, no?”

“Umpf!”

“Mendokuse! Perché devi sempre rendere tutto difficile e noioso? Ormai che rischio c’è? L’unico è che vedendo Neji e Kiba si risvegli abbastanza da permettere a voi di spremerle informazioni utili, e non è quello che volevi?”

“Ma non avevi detto che non…”

Hinata, Sakura e Ino lo circondarono e lo assalirono con un forte: “SHHHHH!!!”

“Kunio-san, lascia che vadano: a Tayuya farà certamente piacere.”

Kunio parve sciogliersi: “… Senti, non lo metto in dubbio, ma…”

“Sono certa che l’Hokage sarebbe d’accordo: sono amici di Shikamaru dopotutto.”

“Ehm…” L’ANBU sembrava ora meno saldo!

“Non posso permetterlo! Non basta una raccomandazione per garantire che questi “amici” terranno chiuso il becco!”

-Senti chi parla di “becco”…-

“Facciamo così: l’Hokage è qui di turno stamattina, chiediamo a lei e se non sarà d’accordo… farai quello che devi fare. Cosa vuoi che ti costi accertarti un attimo?”

“Bah…”

“Mentre ci pensi, noi andiamo.” disse però il Nara con strafottenza!

“EHI! Aspettate un attimo!”

Ma, con Shikamaru in testa, Ino, Choji, Hinata, Sakura e Neji furono ben felici di ignorarlo e passargli avanti.

“Ma… ma…”

“Ih ih ih!”

“Makoto…” –ringhiò Kunio nervosamente- “Tsk! E sia! Tanto finché non passa troppo tempo la tecnica di cancellazione sarà ancora efficace.”

“Uh, la smetti con questa storia? Quante volte ti ho detto che devi cercare di essere meno burbero e farti meno problemi? Shikamaru-kun ha proprio ragione, sai?”

“… Sigh!”

Ormai il suo charme su quell’infermiera pareva irrimediabilmente compromesso…

-Accidenti a quel moccioso, ora anche i compagni in visita… Stiamo a vedere e incrociamo le dita.-

 

“Chi sono quelli?” si chiese, sbirciando dall’angolo della porta quei ragazzi che insieme a Shikamaru parlottavano con il dottor Tori… C’era un po’ di chiasso in corridoio e non riusciva a sentire purtroppo. Sembrava che il medico non fosse d’accordo su qualcosa, Makoto invece era chiaramente schierata dalla parte dei suoi “avversari”!

“Uh, vengono da questa parte!”

Corse subito a sedersi sul letto, chiedendosi se stessero puntando proprio lì da lei.

-Sono un po’ emozionata… Stai calma, fa finta di niente e sii gentile, ma soprattutto pensa quando parli! Sigh, ci proverò…-

Con Ino, un po’ perché era solo lei, un po’ per il modo bizzarro in cui si erano incontrate, era stato facile; vedersi arrivare senza preavviso un intero gruppetto la metteva un po’ in imbarazzo!

TOC TOC!

“Si può?” fece Shikamaru.

“Prego.” esclamò, pronta a fingersi sorpresa.

“Rieccoci!” urlò quasi la bionda Yamanaka; insieme a lei entrarono anche Choji e Sakura. Gli altri tre usarono maggiore circospezione, però anche loro sbirciarono interessati da fuori, prima di decidersi ad arrivare almeno sulla porta. Kiba in particolare sembrava guardingo (aveva anche le orecchie un po’ drizzate!), Hinata era timida come sempre, Neji era abbastanza tranquillo, anche se la situazione metteva un po’ a disagio anche lui. Nel frattempo, erano cominciati chiacchiere, saluti e presentazioni!

Tayuya si era alzata ed aveva osato un passetto verso di loro.

“Spero non ti spiaccia se ho portato un po’ di gente.” cominciò Shikamaru, grattandosi la nuca, ma con aria allegra.

Ino di riamando gli fece l’occhiolino: “Già, non è che secchiamo?”

“No, no, affatto!” rispose educata la rossa, aggiustandosi anche il camice da ricoverata (si vedeva che ci teneva a far bella impressione!)!

-Non agitarti! Trova un argomento di conversazione, su!-

Era da parecchio tempo che non trattava con gli altri (altri che non dovessero starle vicino per forza si intende), da più di quanto… potesse ricordare… Ecco perché era un po’ arrugginita, ma con un po’ della sua solita, brillante sincerità ce l’avrebbe fatta!

“Come stai Ino? Il corso per ninja medici?”

“Oh, tutto benissimo! E a proposito del corso, lei è la mia compagna…”

“Ehm-ehm!” Sakura, finse due colpetti di tosse…

“La mia senpai, nonché migliore amica (nonché spocchiosa della fronte enorme, grrrrr!), Sakura Haruno!”

Si fece avanti: “È un piacere conoscerti.”

“P-piacere mio!” disse rispondendo all’inchino.

Ino poi subito si aggrappò alla spalla di Choji: “E questo qui invece è nientemeno che il terzo membro del grande team Ino-Shika-Cho!”

“Choji Akimichi, piacere!”

“Ma certo, Choji! Ciao! Shikamaru ha parlato anche di te ovviamente!”

“Ah, si? Eh eh… Eh?”

La rossa, finita la frase aveva cominciato a guardare Choji con aria assorta, come volesse imprimersi la sua immagine nella mente fin nei minimi particolari.

“Ehm…”

Diede un ultima occhiata verso il “centro” e scoppiò in una risatina: “Certo che Shikamaru non è affatto bravo con le descrizioni: tu sei assolutamente in forma perfetta! E dire che ti aveva dipinto come un mangione grosso quanto un bufalo grasso!”

(CIAFF!)… La mano aperta di Shikamaru contro la sua stessa fronte!

“Eh eh eh eh… eh eh...” La risata di Choji aveva un che di isterico… persino il gocciolone dietro la sua testa aveva una vena esplosa per la rabbia! Ovviamente l’Akimichi si ritrovò ben presto a fissare il suo “amico” stringendo il pugno…

-Che gli prende?- pensò Tayuya –E cos’è questo sibilo?-

Era Kiba che cercava disperatamente di non morire dalle risate.

“K-Kiba-kun, per favore…”

Neji lo guardò come un mentecatto.

Tayuya, non capendo, pensò di fare qualche altro complimento: “Hai un figurino degno di un attore, Choji!”

Lui arrossì: “Eh eh, grazie.”

Al che Ino punzecchiò con l’unghia appuntita la spalla di Choji: “Ih ih ih, io che ti avevo detto?”

“Beh, Shikamaru, non devo più prendere per oro colato tutto quello che dici, ih ih ih! Anche Ino non è affatto un’antipatica nevrotica!”

“GRRRRRRRR!!!”

“GRRRRRRRR!!!”

E gli sguardi imbufaliti e i denti stretti fino a stridere dei suoi due compagni fecero venire a Shikamaru dei seri dubbi sulla sua idea…

“Sigh…”

“Ih ih ih ih!” ovviamente Sakura, dopo quella sua ultima uscita, se la rideva di gusto!

“Ehm, cosa gli prende?” le chiese d’un tratto: ovviamente voleva spiegazioni sul perché due membri del “grande team” Ino-Shika-Cho guardavano il terzo come volessero strangolarlo!

“Oh, non farci caso, sono questioni delicate! (Vera Sakura: Ih ih ih, cominci già a piacermi! Ben ti sta, Porcellina!) Ino poi è particolarmente incline a perdere le staffe, ma mi auguro di riuscire, in quanto sua senpai, ad insegnarle la calma e le virtù necessarie ad essere un buon ninja medico.”

L’orecchio della bionda tremolò e subito lasciò perdere Shikamaru.

-IO INCLINE ALLA RABBIA?!?!? COME SE TU FOSSI UN ANGIOLETTO!-

“Sembri molto esperta.”

“Oh, non lo sono più di tanto: ho anch’io molta strada da fare, tanto da studiare…”

-Ma sentitela! Ora torna modesta! Quanto vorrei renderti pan per focaccia!-

Tayuya sorrise: “Vedendoti però mi dai proprio l’impressione di una che non teme lo studio!”

Sakura ghignò lusingata: “Ah, si?”

“Beh, so che una fronte spaziosa è sinonimo di intelligenza, e la tua è così grande!”

“……………”

Diventò pallida e, mentre teneva ancora il naso puntato all’insù, nessuno vedeva il tic all’occhio!

-AH AH AH AH AH! GIUSTIZIA è SFATTA, SENPAI DEI MIEI STIVALI! AH AH!”

Shikamaru, nella sua mente, fece osservazioni sulla scena…

-Roba da pazzi: sono appena arrivati ed ha già lanciato una frecciata a ciascuno di loro! Il bello è che neanche possono dirle nulla, ingenua com’è. Non credo che neanche gli altri tre verranno risparmiati, ma dovevo prevederlo.-

Del resto però, si disse il ragazzo, per quanto sempre fuori luogo, Tayuya nei riguardi di Choji ed Ino era la voce della verità! Poi Sakura se l’era andata a cercare con le sue vanterie a scapito di Ino, e così lei era stata quella diavoletta col visino innocente pronta a riportarla giù all’umiltà.

-Umpf, Tayuya sei grande: è uno spasso vederti socializzare!-

In senso buono ovviamente: non perché era ridicola o inadeguata, ma perché pensava fosse davvero irresistibile con quella sua inconscia faccia tosta!

Tayuya lanciò un’occhiata a Shikamaru: -Perché Sakura non si muove più? Aiutami Shikamaru, sto andando bene o no?-

Lui semplicemente le rivolse uno sguardo incoraggiante che seppe assolvere al suo compito!

“Che ne dite?” chiese sottovoce Kiba agli altri due rimasti sulla porta.

“Dico che forse ha ancora qualche rotella fuoriposto.” commentò Neji.

“Beh, in ogni caso, non sembra proprio ci sia nulla da temere.”

Uno dei suoi vispi occhietti castani inquadrò i tre dietro le spalle di Choji ed Ino. Si erano tenuti in disparte, ma non poteva essere così scortese da ignorarli ancora. Inoltre non era solo per educazione che non vedeva l’ora di conoscere anche loro! Così, fu lei a farsi avanti, sfoggiando uno dei pacati e rassicuranti risolini.

“Comunque se volete entrate pure, la mia stanza è la vostra stanza, eh eh eh!”

-Su Tayuya, non stai andando malissimo. Ricorda: sorridi, sii educata, sii calorosa, ma ovviamente presta attenzione a quello che dici! Uh, speriamo in bene: non vorrei fare qualche figuraccia!-

Chiamati in causa, Hinata, il cugino e il compagno rimasero un attimo spiazzati.

“Ciao, finalmente vi fate vedere… OPS!”

“Uh?” -il suo migliore amico, preoccupatosi, le si avvicinò- “Tayuya cosa…”

“V-v-v-vi chiedo scusa! Accidenti, non me ne ero accorta!”

La rossa si inchinò mortificata, senza che nessuno dei presenti ne capisse il motivo.

“Non avevo visto che siete ciechi… VISTO!?!?!? Oh, no! Di nuovo!”

SDONG!

Hinata e Neji si guardarono come per confermare la loro contemporanea intuizione…

-“Finalmente vi fate vedere”- ripensò il Nara –Ora ho capito!-

Com’era timorosa nell’urtare gli altri! Non voleva che i due “ciechi” pensassero che quella fosse una specie di battutaccia per sfotterli!

“Sul serio, ancora mille scuse!”

“Ma… ma… ma noi…” - “NOI NON SIAMO CIECHI!” chiarirono prima l’una e poi l’altro!

Tayuya si portò una mano sul mento: “Ah, no? Quindi quegli occhi strani… Ops…”

Dopo quell’ennesimo colpo, Kiba stava quasi per soffocare tanto rideva!

-Mannaggia a me e alla mia linguaccia! In un modo o nell’altro devo sempre dire cavolate, sigh!-

Ma mentre già si disperava, una voce affabile, anche se un po’ fioca, le fece rialzare il capo: “Lascia stare, non è nulla! Il mio nome è Hinata Hyuga.”

-Meno male che questa tipa qui sembra essere comprensiva!-

“Io sono Tayuya, piacere!”

“Lui invece e mio cugino Neji.”

-Mamma mia, avrei detto che un po’ si somigliavano ma questo qui è un po’ troppo costipato per i miei gusti!-

Neji infatti non aprì bocca, salutò chinando semplicemente il capo in avanti; nel suo sguardo c’era un che di sospettoso che, non comprendendolo, quasi la ferì…

-Beh, dimentichiamoci del resto e salutiamo anche l’ultimo: meno male che questo sembra un bel po’ più allegro!-

Kiba si asciugò veloce le lacrime dagli occhi, e si schiarì la voce prima di parlare: “Kiba Inuzuka!”

“Tayuya!”

Vedendolo come un ragazzo per così dire “alla mano”, decise anche di porgergli la mano. Kiba, con qualche iniziale riluttanza la strinse.

“Eh eh eh, fa uno strano effetto stringere la mano a…”

“Uh?”

-!!!-

(STOMP!)

La suola della scarpa di Ino ridusse all’istante le dita del suo piede sinistro allo spessore di una frittella. Giusto in tempo!

-Che ha ora? Forse non dovevo stringergli la mano…-

Ma non era solo l’improvviso quanto strano aggravarsi del suo stato di salute ad interessarle…

Aveva anche fatto una faccia strana all’inizio, guardando la mano che gli porgeva…

-Che stava per dire?-

Come avesse espresso a voce i suoi pensieri, Sakura rispose, distogliendo la sua attenzione e facendola così voltare da Kiba: “Stava per dire che gli fa uno strano effetto stringere la mano a… una rossa naturale! Sai, qui al nostro villaggio non ce ne sono affatto e lui ha sempre desiderato vederne una! Giusto, Kiba?”

“G-g-giusto!”

Ino gli si avvicinò: “Che idiota che sei!”

“Mi ero accorto da solo che mi stavo tradendo, infatti mi ero già fermato, non c’era bisogno del pestone!”

“Umpf! Ringrazia che ci ho pensato io e non Choji!”

“Bah!”

Tayuya guardò intorno a sé: l’ultima volta che si era sentita circondata era stata quando si era risvegliata quella sera, al suo arrivo, ma l’effetto stavolta era completamente diverso. Nessuno di quei ragazzi le sembrava aggressivo, opprimente, soffocante, come lo furono allora gli ANBU con la loro sola presenza. Qualcuno pareva un tantino più freddo degli altri, ma a parte quello si sentiva bene in mezzo a loro ed era contenta fossero lì.

-Che strana sensazione: è come se tutto questo fosse nuovo… Come se fino ad adesso coloro che mi stavano intorno non fossero mai entrati in sintonia con me.-

Si poggiò una mano in testa… “Mi fa piacere conoscervi.”

-Hai fatto proprio bene, grazie!-

-Umpf, ho fatto proprio bene.-

“Beh, spero di risultarvi simpatica anch’io.”

All’unisono, Sakura e Ino dissero, guardandosi beffarde: “Oh, certo che si…”

“Non stiamo un po’ stretti tutti qui dentro?”

“Kiba, ha ragione.” –disse Shikamaru- “Sapete, ieri l’Hokage è venuta a visitarla ed ora che sa di nuovo reggersi in piedi le ha giusto detto di fare un po’ di moto.”

“Oh, congratulazioni per la tua guarigione.”

“Grazie… Hinata, giusto? Beh, avevo giusto in programma di sgranchirmi un po’ le gambe finalmente.”

“Allora l’accompagniamo, giusto?” fece Ino, e tutti naturalmente furono d’accordo!

Tayuya, colma di gioia, riuscì a spiaccicare con difficoltà un altro “Grazie!”.

“Ho fatto molte gaffe secondo te?” chiese nell’orecchio dell’amico mentre gli altri iniziavano ad uscire. Questi fece spallucce.

“No.”

“Ih ih!”

Ma arrivata anche lei sulla soglia della porta, tornò indietro.

“Cosa c’è?” domandò Sakura.

“Nulla, arrivo subito.”

Non vista, alzò il cuscino e nascose sotto il camice il suo flauto traverso: -Dopo voglio suonare qualcosa per loro!-

Infilò un paio di sandali che le aveva portato Makoto e corse oltre quell’uscio che per più di una settimana aveva segnato il confine tra lei e il resto. Che cosa buffa, pensò, da quella stanza era uscita prima per la finestra che per la porta!

Da una finestra, anche se piccola, si ammira molto di più che da una porta grandissima: lei aveva visto, le era piaciuto e ci si era tuffata, estasiata. Adesso però meglio prendersela con più calma, e cominciare a fare come tutte le persone normali, e poi era più comodo così!

“Eccomi!”

Il giro poteva iniziare, ma qualcos altro distolse la sua attenzione.

“Che le prende?” sussurrò qualcuno.

Tayuya si era avvicinata alle finestre e si era sporta un po’ con la testa fuori. Vedendola Kiba fece a Neji il segno “è fuori di testa” e l’altro parve d’accordo, con disappunto degli altri. Non volendo interromperla, tacitamente concordarono per aspettare si prendesse il suo tempo.

-Quanto è luminoso da questa parte.-

 

Da quella parte, la direzione del sole, si vedeva il cortile, i due alberi, le panchine con i pazienti seduti a riposare, l’altra ala, la gente alle finestre, ogni tanto un uccello anche non alzando lo sguardo più in alto del tetto…

La sua camera affacciava ad ovest, quelle finestre ad est. Chiunque altro non avrebbe notato alcuna differenza, e visto niente di cui stupirsi, lei no: la luce del mattino, da quel lato, era molto più intensa, più bella. E lei ci faceva caso.

La luce del pomeriggio che pur splendeva ogni giorno dal suo non più unico spiraglio sul mondo non era nulla al confronto.

-Mi sono persa tutto questo finora?-

Si allontanò dal davanzale.

“Scusate, mi ero un attimo incantata, eh eh! Vogliamo andare?”

“Umpf, ma se stiamo aspettando solo te?”

Tayuya si strinse nelle spalle in segno di scusa.

Dopodiché, cercando di tenersi ancora un po’ vicina ad Ino e Shikamaru, quelli che conosceva un tantino meglio, si unì al gruppetto.

 

“Ma davvero?”

La reazione dell’Hokage al rapporto dell’ANBU fu decisamente blanda. Al momento stava percorrendo il corridoio tappa per tappa, camera per camera, per controllare i vari pazienti, seguita ovviamente da Shizune e Ton Ton.

Il soldato rimase un po’ interdetto: dopo quel “Ma davvero?”, già di per sé pronunciato in maniera sbrigativa, l’Hokage era seriamente intenzionata a fare come non ci fosse, e a continuare ad occuparsi della paziente.

“Ti fa male qui?”

“No…”

Kunio guardò Shizune e questa scrollò le spalle: non c’era altro da fare che aspettare che finisse quindi. In cinque minuti, l’Hokage spiegò la situazione, prescrisse una cura, le strinse la mano per farle coraggio, e solo allora Kunio e Shizune la seguirono fuori in corridoio.

“Dunque, signora Hokage?”

“Dunque cosa?”

“Devo intendere che per lei è tutto a posto?”

“… Eh, no che non è tutto a posto!”

Kunio interpretò quelle parole di disappunto aspettandosi qualche provvedimento, ma poi capì che non erano riferite alla questione da lui avanzata! Tsunade infatti aveva fermato un uomo, circa quaranta anni, che camminava lento e male con l’ausilio di un bastone: era un ninja recentemente ferito in missione a cui purtroppo il congedo anticipato era dato come garantito.

Suscitando l’apprensione di questi, la donna lo scrutò torva un po’ di secondi, poi con un calcetto gli tolse il bastone! Tenendolo su per la spalla lo girò e…

“KYA!” … ed assestò con tutte le sue forze un colpo col taglio della mano nella zona lombare-bassa!

“OUCH!”

“Umpf!”

“AHIIIII!”

“……”

“OINK!”

L’uomo, lasciategli le spalle, nello stupore generale si tenne su sulle sue stesse gambe, e poi euforico spiccò un balzo di almeno cinque metri rimbalzando con entrambi i piedi contro un muro!

“Grazie! Grazie, signora Hokage!”

“Strabiliante, signorina!” –Shizune era a bocca aperta- “Il primario di ortopedia l’aveva dato per finito! Non sapevo fosse anche in grado di eseguire “interventi” di questo genere.”

“Ho letto di questa procedura ieri sera in un libro e volevo provarci.”

“CHEEEE!?!?!? Signorina, ma è matta?!?!? Per certe cose si richiede predisposizione e tanta pratica prima di tentare! Avrebbe potuto ridurlo su una sedia a rotelle!”

Tsunade si sgranchì la spalla: “Umpf, possibile che ancora mi sottovaluti, Shizune?”

Shizune, con le lacrimone agli occhi: -Signorina la prego! Da quando è riuscita nell’intervento a Rock Lee è diventata un po’ troppo sicura di sé!-

“Ad ogni modo, Kunio, chi sarebbero questi ragazzi?”

-Era ora che si ricordasse che ci sono anch’io.-

“Credo di averli intravisti all’ingresso, signorina: c’era Sakura accompagnata da Ino, Kiba Inuzuka e Hinata Hyuga.”

“Ah, ma guarda!” –se anche per un attimo aveva preso la cosa sul serio, si rassicurò subito- “Che sorpresa. Effettivamente non avevo pensato a coinvolgere anche loro, almeno non così presto.”

“Posso lasciarli fare dunque?”

“Certo Kunio, grazie comunque per avermi avvisato prima di frullargli il cervello.”

“Ehm, si figuri… Prendo congedo.”

Nel tornare sui suoi passi, l’occhio gli cadde sul cortile: erano lì. Decise di scendere, mentre dietro di lui anche Tsunade e Shizune cominciarono ad osservare.

 

“Alla fine avevi ragione tu.” disse a Makoto.

“Spero tu non ti sia risentito.” gli rispose.

“Umpf, alla fine è stato meglio per tutti.” –Se fossi andato fino in fondo l’Hokage si sarebbe infuriata con me e mi hanno raccontato cosa significhi…- “In questa storia non c’è proprio posto per i fiscalisti come me.” sospirò Kunio rassegnatosi ormai.

I due erano al piano terra, davanti uno delle larghe porte del cortile, sul cui lato opposto un gruppetto di ragazzi faceva conoscenza!

“È stata dura per tutti, non solo per te. Non buttarti giù, dai.”

“Umpf, guardali, fosse dipeso da me non saremmo mai giunti a questo punto.”

“… Beh, invece ci siamo, è questo l’importante. Non devi rimproverarti se sei abituato a fare le cose in un modo, questa… “missione” fuori dal comune richiedeva appunto misure fuori dal comune.”

Come che un ben noto menefreghista mettesse in discussione sé stesso fino a concedere un’altra occasione a chi ha fatto del male, cosa che gli esseri umani dovrebbero fare più spesso.

“……”

I due girarono il capo verso il volto dell’altro per un po’.

 

 

Non fu tutto semplice, specie con una lingua sciolta, a volte veritiera a volte equivocante, come la sua. Inoltre il rischio che provocasse, inconsapevolmente, chilometrali code di paglia ai suoi interlocutori era alto in quel frangente, dato di chi si trattava!

“Allora, come và la vita?” –chiese mentre esplorava i corridoi- “La vita da ninja ovvio, dev’essere parecchio eccitante.” –seguendo il consiglio di Shikamaru fingeva di non aver ancora riacquisito quella parte della propria identità- “Successo nulla di interessante negli ultimi tempi?”

Choji, Kiba e Neji si guardarono ed iniziarono a colare fiumi di sudore.

“Oh, niente di particolare…” fece il primo.

“Calma piatta ultimamente…” fece il secondo.

“Già.” finì il terzo.

Assecondando il desiderio di lei di esplorare quel posto, l’accompagnarono per un lungo giro. Poté fare tante delle cose, in apparenza sciocche e banali, che era stata ansiosa di fare dal giorno prima: percorrere i lunghi corridoi, osservare la vista delle finestre, vedere i medici e gli inservienti al lavoro, le infermiere stressarsi ma non demordere spinte dalla buona volontà, ed anche medici, inservienti e infermiere meno “professionali”, meno umanitari e più perdigiorno, non necessariamente tutto insieme (perché al mondo ci sono anche quelli… purtroppo…); e poi ancora sporsi sulla tromba delle scale e guardare all’ingiù fino al piano terra, cercare invano di pronunciare velocemente termini medici di reparto tipo “otorinolaringoiatria” e poi scendere giù nel bel giardino-cortile… Fare tutto questo in compagnia lo rese ancora più bello che farlo da sola, o da sola insieme a Shikamaru (con tutto l’affetto possibile per lui!).

In fin dei conti, non ebbe di fatto alcun problema “serio” con nessuno di loro, e per ognuno di loro aveva di che dire in positivo.

Ammirava Sakura per l’aria responsabile ed acuta, oltre che grintosa, che emanava senza però scialare in altezzosità (non ne aveva più il coraggio…).

Kiba di carattere le era abbastanza vicino e, a parte un po’ di gelo all’inizio da parte di questi, le piaceva scherzarci, anche se i tatuaggi in faccia li trovava un po’ da cafoni…

Hinata trovava fosse, a modo suo, simpatica, oltre che caruccia: le veniva quasi voglia di carezzarla!

Riguardo Neji, non parlarono molto, ma meditò più volte sulla possibilità di dirle che pensava fosse decisamente belloccio; e ci andò anche vicina!

Curiosamente, quelli che preferiva erano proprio quei due grandi amici di cui aveva tanto sentito parlare.

Ino aveva fascino ed era sbarazzina e gioviale, come lei una volta superate le prime paure. Infine…

“TI PIACE IL MAIALE ARROSTO!?!?!?!?”

“LO ADORO!!!”

E, guardandosi con occhi sbrilluccicosi, fecero partire un “gustoso” dibattito da cui si esclusero per un po’ da tutti gli altri.

Il trio Ino-Shika-Cho era così eterogeneo eppure così unito… A un certo punto si staccarono un po’ dal gruppo e lei li osservò di nascosto dagli altri: Ino e Choji minacciavano Shikamaru di vendicarsi per le sue “descrizioni” raccontandole qualcosa successa un capodanno che avevano solo cinque anni, non capì molto bene… Ma alla fine se li ingraziò con una cena e la promessa di mettere il suo cervello a servizio di lei per darle una mano con gli studi che stava affrontando. Le spiaceva un po’ per Shikamaru, ma si vedeva che Choji ed Ino non avevano mai avuto serie intenzioni di spifferare e che il suo migliore amico avrebbe fatto quelle cose per loro volentieri (la cena pagata a Choji un po’ meno…). Si era infatti detto che, anche se non aveva propriamente sparlato tanto in negativo alle loro spalle, una punizione un po’ la meritava.

Come già detto però anche l’intesa con gli altri fu soddisfacente.

Shikamaru non fu molto attivo se non per rassicurarla un po’ con la sua presenza. Si concesse dello spazio, lasciò liberamente il campo agli altri perché lei imparasse a fare a meno di lui: riteneva fosse perfettamente in grado di piacere agli altri così com’era, per questo si intromise poco nelle discussioni, anche per far sì che fossero Sakura, Ino e gli altri a farsi avanti con lei: non doveva essere qualcosa di unilaterale!

Giunti in cortile al termine del giretto, Shikamaru si sdraiò comodamente sull’erba, mentre poco più in là, seduta su quella stessa panchina sotto l’albero su cui lui e Tsunade avevano parlato il giorno prima, Tayuya stava proponendo di far ascoltare loro qualcosa col flauto.

In quel mentre, Makoto e Kunio distolsero lo sguardo dall’altro e tornarono a guardare quella luminosa scena prima di tornare ciascuno ai propri affari.

 

Una cavalletta atterrò tra i fili d’erba vicino al suo orecchio destro. Infastidito, la scacciò muovendo la mano e si girò sul fianco dall’altra parte. Che noia gli insetti molesti… Ed ecco arrivare quasi subito un altro suono “molesto”; aprì gli occhi e vide Tayuya che aveva cominciato ad esibirsi davanti al suo nuovo pubblico: i suoi nuovi amici.

“Umpf!”

-Sapevo ce l’avresti fatta. Te li ho portati proprio per questo. Puoi avere altro oltre a me: tanti amici che ti vengano a trovare, che ti parlino, che ti facciano sentire di nuovo accettata. Io non riesco e non credo ce la farò mai a trovare il fegato di rivelarti ciò che so su di te, non posso farci niente. Ma visto che ti sei ritrovata a far parte del mio mondo, se come dice quella vecchia del Quinto devo farmi più scrupoli di coscienza nei tuoi confronti, il minimo che posso fare per rimediare è condividerlo con te un po’ più che con una scacchiera ed un gatto poltrone.

Del resto, io sono anche parecchio responsabile di quella “bottarella” che ti ha resa così: mettermi al tuo capezzale è stato un altro modo per “rimediare”.-
E rimediare all’incidente più grosso, la loro battaglia, aveva messo ben più che una pietra sopra al loro passato!

-Ti auguro che con qualche amico in più la tua vita migliori ancora… Che bei discorsi che faccio, perché i migliori me li tengo per me nella mia testa? Bah!-

Fu tentato di alzarsi e seguire le note con più attenzione… ma il terreno lì era bello morbido, così si ridistese!

♪♫♪♫

♫♪♫♪

Aveva davvero talento nell’infondere nella musica la sua anima; far provare a chi ascoltava, nel profondo, ciò che sentiva lei o che comunque voleva trasmettere. Accordi, sonorità, scale non avevano segreti, sapeva esattamente quale usare e quanto fiato mettere in ciascuno per fare della melodia un’estensione senza parole della sua voce. Quella volta era determinata a dare il meglio il sé!

-All’inizio eravamo tutti un po’ tesi… si, anche voi, ih ih! Però adesso persino Neji ascolta la mia musica con un mezzo sorriso, che trionfo! Sebbene fossi estranea mi avete da subito trattato come vostra pari, come un’amica. Vi devo molto per questa giornata, e spero di vedervi ancora un sacco in futuro!-

Con la coda dell’occhio guardo alla sua destra un istante…

-Ce n’è voluto di tempo… Ci sarà stato qualcosa che ti ha impedito di farli venire prima? Non so, ma non fa niente. Prima mi dai un gioco appassionante, poi un gattone da coccolare, poi un flauto… ed ora anche degli amici.-

Li adocchiò uno per uno: Sakura, Neji, Choji, Ino, Hinata, Kiba… e con Shikamaru erano sette, come le note… che combinazione!

-Se non potessi mai più ricordare, mi accontenterei di restare qui… con tutti voi… con te… il più a lungo possibile!-

♪♫♪♫

Kiba scattò in piedi ed ululò, in barba alle regole del buon comportamento in ospedale: “Wow! Brava! Non ci capisco un pelo di musica, ma mi sei piaciuta!”

“Umpf, che vi avevo detto?” Ino si comportava quasi fosse la mecenate scopritrice di quella talentuosa flautista!

“V-vi è piaciuto? Vi è piaciuto davvero? Non è che lo dite solo per farmi contenta, vero?”

“Perché dovremmo?” –disse Hinata- “Sei brava sul serio!”

Andò in brodo di giuggiole!

“Ah ah ah! Grazie, troppo buoni!”

Kiba, a bassa voce con Neji, faceva anche altre considerazioni: “Ma ti rendi conto che è quella stessa mezza pazza di quella volta? Era così una rompiscatole e guarda ora!”

“S-sono anche a vostra disposizione per qualsiasi cosa vogliate sentire, qualunque genere di pezzo, basta chiedere e per il vostro piacere lo eseguirò! Ih ih ih!”

-Ehi, ti stai gasando troppo ragazza, su respira profondamente.- si disse per darsi un freno. Chissà però cosa avrebbe potuto creare se avesse usato quel suo “nuovo” potere: -Scommetto che alle feste andavo per la maggiore! Ah… però ancora mi chiedo chi fosse il mio precedente pubblico…-

-!!!-

 

Cinque persone. Inclusa lei. Spalla contro spalla, nessuno guardava l’altro negli occhi. Tentare di concentrarsi e capire era futile, era come se l’immagine vorticasse e in ogni caso corpi e volti erano colorati d’oscurità. Uno era davvero imponente, un altro sembrava quasi avere… due teste!? E quante mani aveva il tipo alla sue sinistra!? Da che film horror erano mai usciti quelli, e perché era lì vestita in quel modo ridicolo?

Ciò che la inquietò di più, prima di concludere il viaggio e tornare, erano quei due grandi occhi gialli, già visti, apertisi alle spalle del quintetto, iniettati di sangue…

“Tayuya?”

“Gn!” abbassò la testa ed iniziò a grattarsi furiosamente in un punto…

“Cos’era un insetto?” domandò Kiba, mentre tutti si stringevano intorno a lei.

“Tranquilli è tutto ok, davvero: è solo un prurito ricorrente, passa sempre, eh eh eh!”

Qualcuno però ricollegò in fretta quel prurito alla causa; e la vide anche: mentre spostava la mano, e si riaggiustava il camice sul collo, tre segni nerissimi dalla forma a zig-zag facevano capolino tra le sciolte dita, gelate improvvisamente come il resto del corpo, tranne proprio quel punto che aveva avvertito avvampare.

“Sakura? Tutto a posto?”

“S-si… si…”

Ma la vista del segno maledetto aveva provocato in lei un ricordo spiacevole…

 

-Sasuke…-

Le fece anche ripensare a qualcun altro.

 

Si alzò dalla panca: “Ma… Shikamaru sta davvero dormendo?”

“Si.” le rispose.

“RAZZA DI MALEDUCATO!” -imprecò la Yamanaka- “Vuoi offendere Tayuya per caso? La sua musica è dunque noiosa?”

“No, è rilassante. Che male c’è poi se me la sento da qui?”

Ino rimboccò gli scaldamuscoli bianchi che teneva agli avambracci, ma Tayuya l’afferrò prima che facesse pazzie: “Và tutto bene, và tutto bene, davvero! È uno a cui piace mettersi comodo e poi lo so che gli è piaciuta.”

“Già!” –ridacchiò Akimichi- “Sennò non avrebbe mica riposato così bene! Eh eh!”

Risero tutti! Aveva proprio la faccia da buon riposo in effetti!

“Tayuya, io ho una cosa da fare: devo parlare con l’Hokage prima che lasci l’ospedale; casomai a dopo!”

Lei unì pollice e indice a cerchio in segno di ok: “Nessun problema: se il dovere chiama… A dopo!”

“A dopo, Sakura!”

“A dopo, ragazzi.”

Dopo il saluto generalizzato di rito, si affrettò a rientrare.

Non era però dalla sua maestra che si stava dirigendo la rosa.

Era rimasta sconvolta sin da subito. Eppure era stata brava a contenere le proprie emozioni per tutto il tempo. Ma quando aveva visto il segno maledetto farle male, aveva subito ricordato quel giorno nella foresta della morte, quando tutti i guai avevano avuto inizio, per lei e il ragazzo che amava; non ce l’aveva fatta più e si era subito svelata con la sua aria sconvolta, trapelata con meno evidenza durante la spiegazione di Shikamaru.

“Ovviamente è stato subito chiaro a tutti che da lei potevano ottenere informazioni su Orochimaru, indicazioni dei nascondigli e quindi riaprire la caccia a Sasuke con buone possibilità di riuscita.”

Il suo cuore però non si era fatto pietra. Era comunque umana, e in cuor suo malediceva ancora in quel momento quell’amnesia che pareva tagliare una seconda volta i ponti tra lei e Sasuke; ma l’amnesia, non la ragazza, che per quanto ne sapeva era solo uno strumento agli ordini di quel maledetto che glielo aveva portato via... Vederla ridotta in quello stato, così fragile e impotente spegneva all’istante ogni possibile astio nei suoi confronti; ma poi come portare astio da una tipa così?

Appena avrebbe potuto ne avrebbe parlato con Tsunade, ma ora c’era qualcun altro che aveva tutto il diritto di essere avvisato di quella, non ancora del tutto abbandonata, inaspettata fortuna. Ino non si era presa la briga di pensare anche a lui, e non credeva che nessuno (a parte qualcuna…) ritenesse opportuno sapesse: una mina vagante come lui avrebbe fatto troppo rumore quando mai come adesso erano necessari calma e raziocinio… Ma come poteva lei, amica e compagna di squadra, con i suoi stessi obiettivi, non dirgli nulla?

Bussò: “Naruto? Posso entrare?”

 

“Io sto entrando, eh? Spero tu non sia in mutande…”

In mutande non lo era, in compenso aveva già un piede appoggiato sul davanzale e le mani ai lati per darsi lo slancio.

“Eh? Sakura-chan!” si girò e vedendola se ne rallegrò immediatamente.

“AAAAAAARGH! NARUTO, DI NUOVO!!!”

… lei vedendolo rischiò una crisi di nervi!

Naruto con un saltello scese giù dalla finestra e a braccia aperte si fiondò sulla sua “amata”: “Saku…”

SDENG!

“AHIA!”

“BRUTTO TESTONE!” –urlò massaggiandosi le nocche della mano destra- “Stavi cercando di nuovo di scappare!”

“Sigh, non picchiarmi!”

E con quello erano già arrivati a sei i tentativi di fuga!

“Volevo solo andare da Ichiraku a mangiare e poi sarei tornato, lo giuro! Mi manca!”

“Sei senza speranza… E poi volevi andare da Ichiraku in pigiama?”

“Beh, non è colpa mia se mi hanno tolto i vestiti.”

“Si che lo è: te li hanno tolti proprio per impedire che andassi da qualche parte, ma tu andresti in giro anche in costume da bagno piuttosto che restare qui, vero?”

“Ih ih ih!”

Sakura scosse il capo. Era veramente ammirevole la sua determinazione, se solo fosse stato un pochino più maturo…

“Comunque visto che hai una grande voglia d’andartene, sappi che domani ti dimettono.”

“Dici sul serio!?!?!”

“Me l’ha detto ieri la maestra.”

“Ah, grazie nonnina! Era proprio ora!”

“NON CHIAMARLA COSì! Piuttosto, sei disposto ad aspettare qui ancora un po’, fino a domani?”

“Visto che me lo chiedi tu, Sakura-chan… Và bene, aspetterò prima di tornare da Teuchi: dopo aver assaggiato il cibo dell’ospedale mai come adesso ho bisogno della sua cucina, sigh! Meno male che ieri mi hai lasciato in camera quella porzione con miso, grazie, era deliziosa!”

“Uh? Di che parli? Io non ti ho portato nessun ramen.”

“Cosa? Ero convinto che fossi stata tu!”
“Ma quando mai!?”

Naruto cadde in depressione: aveva creduto sul serio che la sua dolce Sakura-chan si fosse interessata a lui…

“Ma allora chi è stato?”

“Mhmm…” Lei un sospetto lo aveva…

 

“Etciù!”

“Salute, Hinata.”

“Grazie, Kiba.”

“Raffreddore?” chiese Neji; ma Tayuya doveva dire la sua ovviamente…

“Uh uh uh, o forse è qualcuno che ti sta pensando? Magari qualcuno che ti piace!”

“C-c-come!? N-no… Beh… io…”

Kiba ridacchiò canzonatorio: “Ehi, Hinata, e se fosse proprio lui?”

Tayuya drizzò le orecchie: “Lui chi?”

“N-N-NESSUNO!”

Ormai in confidenza, la cinse con un braccio: “Ah ah ah, è timida e non vuol parlarne! Sei proprio carina, sai Hinata?”

“Umpf……”

 

“Grazie per essere venuta ad avvisarmi Sakura: domani sarò libero!”

Sakura si prese un braccio dietro la schiena e chiamò a raccolta il suo coraggio…

“Naruto, senti, ti dovrei dire una cosa.”

“……”

Vedendolo spalancare gli occhi e arrossire si prodigò subito a smontarlo senza pietà: “Non mi sto certo dichiarando a te, idiota!”

“SIGH!”

Accantonato subito l’equivoco, Naruto poté subito vedere dalla sua titubanza che era qualcosa di importante.

“Dai, Sakura, di cosa si tratta?”

“Vedi… Devi sapere che…”

“……”

 

!

 

 

Risollevandosi dallo sconforto in cui era caduto, Shikamaru riesce a riscattarsi rigirando la frittata a suo favore, o meglio, in favore di Tayuya. La rossa è entusiasta dei suoi nuovi amici e le note che escono dal suo flauto la dicono lunga su questo. Ma proprio nel momento in cui sembrava tutto potesse accomodarsi, ecco che l’arrivo del ninja più imprevedibile di Konoha, più per precauzione che per cattiveria tenuto fuori fino ad adesso, preannuncia altri sconvolgimenti. Tayuya riuscirà a diventare anche sua amica? Ma nella testa del biondino prima ancora che lei, c’è chi le si nasconde dietro… Wow, che bella conclusione-anticipazione di fine capitolo che ho scritto! XD Spero vi siate divertiti con questo capitolo dai toni più lievi, perché adesso…

A presto, cari lettori, commentate! ^__^

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

  
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