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Autore: Hi Im a Kupo    09/01/2016    4 recensioni
Il ricordo dei giorni passati con i tre pirati è ancora vivido nella mia mente, fin troppo, tanto da non esserci stato un solo giorno in cui non abbia pensato a loro.
I primi tempi dopo la separazione, beh, un inferno. Alternavo momenti di serenità a momenti di tristezza improvvisi, che scaturivano appena vedevo qualche cosa di anche solo vagamente riconducibile a loro.
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La giornata in spiaggia è tranquillamente proseguita in un alternarsi di risate e di bagni a mare (per quanto riguarda i non possessori di frutti) durante i quali ho avuto la possibilità di applicarmi in entusiasmanti tuffi grazie all'aiuto di Franky. Ora, ormai in fronte ad uno spettacolare tramonto che si riflette sull'orizzonte marino, ci siamo accampati tutti insieme su dei teli godendo di una deliziosa cena al sacco preparata dal cuoco di bordo, Sanji.

Non posso negare di essere rimasta stupita dall'abbondanza di cibo estratta da quei piccoli cestini, tanta da occupare buona parte di un ennesimo telo da spiaggia messo al centro del nostro improvvisato accampamento.

“Complimenti allo Chef” mugolo con la bocca piena di cibo, puntando felicemente il pollice alzato verso il cuoco. Io, che mi sono sempre definita una persona dai gusti difficili, non sono ancora riuscita a trovare qualcosa di spiacevole tra tutto quel ben di dio che mi si presenta a disposizione.

“I complimenti di una così bella donna sono la migliore paga all'impegno, mia adorata”

Tiro le labbra in un imbarazzato sorriso mentre mi porto il dorso della mano ad asciugarmi una goccia del sugo di contorno che mi sta scivolando lungo la linea del mento.

“Oh signore..” ridacchio svuotando gradualmente le guance piene di delizioso mangiare “Non capisco dove tu mi veda bella, soprattutto ora.”

Le labbra imbrattate di briciole e sugo, che ha raggiunto persino la punta del naso, non mi danno esattamente un'aria regale, anzi, al massimo posso sembrare un bambino alle prese con le prime pappe.

“Non posso che vedere la realtà di quello che sei” il ragazzo si avvicina a me, sporgendosi per prendermi la mano e dedicarsi ad un romantico baciamano galante, incrociando gli occhi coi miei.

Non posso che sentirmi in imbarazzo davanti a tale smanceria, nonostante essa sia completamente ignorata dal resto della ciurma, abituati al curioso comportamento del cuoco, ad eccetto di Zoro che ci guarda con un ghigno fin troppo furbo.

“Ehi, sopracciglia a ricciolo.” mi volto anche io verso lo spadaccino, precedendo di poco il biondo, già pronto a ribattere a tale affermazione del compagno “io ti avevo avvisato.”

Guardo confusa Zoro, mentre realizzo fin troppo lentamente le parole che ho appena udito.

“Cosa vuoi, testa d'alga?” ringhia Sanji, mollando la mia mano per gonfiare il petto contro l'altro ragazzo, come un gallo che difende la propria autorità nel pollaio.

Ghigna il primo, concedendo come risposta un breve cenno della testa ad indicare oltre le nostre spalle.

Un brivido mi scorre rapido lungo la colonna vertebrale appena intuisco il significato delle sue parole, ed una curiosa sensazione di vuoto mi dilaga nello stomaco, contraendolo.

Ogni respiro che compio mi sembra freddo e fin troppo rumoroso, confuso con il battito del mio cuore che rimbomba sempre più forte nelle mie orecchie.

Ho capito ormai chi si trova dietro di me, a pochi passi da me, ma è come se non riuscissi ad accettare la verità dei fatti. Così tante volte ho sognato, immaginato, di poterlo abbracciare ancora, ed ora che è qui non riesco a togliermi dalla mente l'ottenebrante paura che sia ancora solo un'illusione.

Stringo i pugni, mentre mi mordo con forza un labbro imponendomi di non voltarmi, continuando ad osservare con sguardo vacuo gli altri ragazzi della ciurma, ancora inconsci della situazione attuale. Aguzzo l'udito, rimanendo in ascolto anche del più piccolo rumore di un respiro o di passi, ma l'unica cosa che riesco a sentire è il pompare sempre più rapido del sangue nelle mie vene. Nonostante tutto, so che è lì. Una parte di me è sicura della sua presenza, del suo essere realmente qualche metro poco più in là, oltre la mia schiena, ma l'altra parte, quella diventata dubbiosa delle mie certezze dopo il tempo passato a crederci ciecamente, lasciandomi travolgere troppo spesso dall'impeto delle emozioni, resta restia all'idea di girarsi ed assicurarsi che non sia soltanto un altro flebile sogno.

Vedo Rufy sollevare lo sguardo sentendosi i miei occhi pesargli addosso, ma spostarlo subito oltre le mie spalle ed allargarsi in un sorriso felice. Un fremito mi scuote dall'interno mentre la voce di Cappello di Paglia mi rimbomba nelle orecchie.

“Ehy Traffy!”

Il capitano si sbraccia in un eccessivo saluto, masticando malamente le parole a causa della bocca estremamente piena, seguito poi dal più moderato saluto del resto della ciurma verso la medesima persona. Ogni singola voce che pronuncia il suo nome rinnova i brividi sulla mia pelle, causando l'appesantirsi istintivo del morso sulle mie labbra in un tentativo, alquanto vano, di tenere a bada le mie emozioni.

“Che fate lì? Unitevi!”

Brooke sorride, accompagno dalla sua curiosa risata, ed io incentro il mio sguardo sulle sue orbite vuote sforzandomi, per non so quale motivo, di trovarle più interessanti che la voglia di voltarmi di scatto ed abbandonarmi agli istinti. Gli hanno parlato, l'hanno visto, è reale, ed è lì, ma io ancora stento a trovare il coraggio di accertarmene di persona. Ho troppa paura di voltarmi e di vedere l'ennesima persona dalle sembianze anche minimamente simili a lui che ammacchi per l'ennesima volta la speranza che conservo dentro di me di rivederlo ancora.

“Voi andate, io devo prima fare una cosa”

Sento dei passi, e vedo poco dopo passarmi a fianco quelli che dovevano essere Bepo, Shachi e Penguin andarsi a sedere su un telo lasciato libero da Robin, spostatasi a fianco a Nami. Sono della sua ciurma, sono reali, deve esserlo per forza anche lui, ma nonostante tutto non riesco a trovare la forza di girarmi ed affrontare le mie paure.

Eppure questa è la sua voce, la riconosco, me la ricordo bene. Il suo tono profondo e intrigante che mi riempie la testa, come mai ha fatto prima d'ora, mi smuove qualcosa dentro. Fanculo alla paura, fanculo alla prudenza, fanculo a tutto.

Mi volto di scatto, dando ora il viso a ciò a cui prima davo la schiena, mordendomi le labbra con più foga quando vedo lui davanti a me.

Il vero lui.

Il mio lui.

Sento gli occhi gonfiarsi del peso delle emozioni confuse e contrastanti che sto provando, le quali gravano fastidiosamente sul mio condotto lacrimale, suscitando la nascita di timide lacrime che ricaccio indietro prima che mi bagnino la pelle.

Mi alzo, facendo peso sul braccio, senza ascoltare più niente e nessuno, neanche il sorpreso “dove vai?” di Rufy, taciuto malamente dalle ragazze della ciurma, cominciando a camminare verso il Chirurgo della Morte. Avanzo ricoprendo quei pochi pochi metri che ci separano senza neanche accorgermene, ritrovandomi improvvisamente a qualche passo da lui. Mi fermo.

“Ciao”

Lo saluto, non so neanche io perché lo faccio, senza riuscire più a muovere neanche di mezzo centimetro le mie gambe. Mi perdo a fissare i suoi occhi grigi, glaciali, così tanto da quasi non accorgermi delle poche sillabe che mi rivolge, incrinando le labbra sottili in un ghigno cosi sexy.

“Ciao” mi risponde, sollevando appena un angolo della bocca in un accenno di sorriso.

“Mi sei mancato” lo guardo senza riuscire a smettere, quasi impaurita dal fatto che potrebbe sparire tra un battito di ciglia e l'altro. È lì, davanti a me, con le sue mani nelle tasche dei jeans stretti e la felpa morbida a coprirgli il petto, il pizzetto ispido ad incorniciargli il viso ed i capelli spettinati. Ancora mi sembra irreale avercelo davanti.

“Lo so”

Mi risponde col suo tono calcolato, mostrandomi un ghigno furbo mentre mi fissa negli occhi con quel suo sguardo indecifrabile. Accenno una risata in seguito alla sua risposta, per poi mordermi un labbro dolcemente e portare le braccia al petto, incrociandole.

“Ed io, non ti sono mancata?”

A questo punto non riesco a smettere di sorridere mentre siamo li fermi, a pochi passi di distanza, a fissarci negli occhi quasi sospettosi senza avere il coraggio, o forse la voglia, di eliminare lo spazio che ci separa.

“Tsk” sbuffa il ragazzo, senza togliersi il ghigno beffardo dalla faccia, inclinando il viso giusto un po', per osservarmi meglio.

“Ah, bene”

Modifico il tono di voce, scurendolo quel tanto che basta per dare un impressione offesa mentre il mio stomaco non la smette di contrarsi, neanche ci fosse dentro un bufalo impazzito.

“Se le cose stanno così, non hai detto che avevi qualcosa da fare? Buona serata, Trafalgar Law” sollevo un sopracciglio mentre pronuncio la prima parte della frase, osservandolo freddamente, per poi dargli le spalle e cominciare a camminare verso il resto della ciurma, ancora seduti sui teli a ridere e scherzare allegramente.

Riesco a fare appena un passo in quella direzione, prima di sentire un movimento veloce oltre la mia schiena, una presa decisa su una mia spalla che mi induce a voltarmi di colpo, e delle labbra schiantarsi contro le mie. Spalanco gli occhi, sorpresa, per poi chiuderli e sollevare le braccia a cingere il ragazzo di fronte a me, avvicinandomici il più possibile a lui, giusto per il gusto di sentirlo più vicino. Anche lui mi avvolge con le sue, facendo scorrere una mano lungo la schiena per poi farla incastrare tra i miei capelli e premere di più la mia testa contro la sua, approfondendo il bacio.

Si sposta, ci stacchiamo. Io ho ancora il fiato corto, che maschero con brevi ma regolari respiri mentre lo guardo sollevare un lato delle labbra in un sorriso tra il furbo ed il soddisfatto.

“Ora ho fatto, possiamo andare”

Rido, ma anche avesse detto qualsiasi altra cosa l'avrei fatto lo stesso poiché il mio cervello pare essere completamente andato in modalità risparmio energetico, da non farmi desiderare altro che lasciarmi andare e ridere, felice come non ero da un po'.

“Tsk” sbuffo divertita, voltandomi con decisione per tornare a camminare verso i ragazzi “me lo ricordavo meglio, sei fuori allenamento Dottore”

Ghigno, mentre gli do la schiena aumentando il passo per fiondarmi a prendere l'ultimo salatino rimasto sul piattino al centro della combriccola, scambiandomi con Rufy uno sguardo di sfida.

Lo sento accennare una risata, mentre col suo solito passo calmo e calcolato mi segue, raggiungendo i suoi più fidati compagni al fianco del resto della ciurma di Cappello di Paglia.

Ci scambiamo uno sguardo segreto, dai due lati opposti di quella sorta di cerchio formato da teli da spiaggia, che senza bisogno di parole mi causa l'aumentare esponenziale di brividi sulla schiena. Prima avevo mentito, in effetti. Non avevo mai ricevuto un bacio migliore di quello di stasera, e solo il pensiero mi smuove qualcosa di indefinito dello stomaco.

“Era mio il salatino, Gin!” mugola Rufy con la bocca ancora piena, distogliendomi dai miei pensieri.

“Ma se te li sei mangiati tutti tu!” lo riprende Usop, guardando sconsolato il suo piatto vuoto da cui il capitano ha appena rubato gli ultimi pezzi di focaccia, che ora gli riempiono interamente la cavità orale, rendendo quasi indecifrabili le parole che pronuncia.

“La prossima volta ti sbrighi” lo sfotto io, portandomi una mano davanti alla bocca per evitare a tutti la visuale del cibo mezzo masticato e mezzo no, con tono saccente. Rido, vedendo l'espressione afflitta del capitano, che prova a consolarsi tentando di rapire i rimasugli dal piatto di Nami, minacciato immediatamente di morte dalla piratessa stessa.

Guardo ancora di nascosto Law, sorridendo tra me e me, prima di essere richiamata da Chopper con l'intento di chiedermi di passargli l'acqua. Mentre mi perdo a ridere e scherzare col resto della ciurma, a cuor leggero senza più la più minima preoccupazione, mi rendo conto di quanto, realmente, ora io sia felice.

 

 

   
 
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