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Autore: Viandante88    13/03/2009    2 recensioni
E se tra noi realmente esistessero persone 'diverse'? E se i così detti vampiri vivessero tra noi normalmente e non fossero desiderosi di sangue umano, ma bensì golosi di aglio e di tutti i cibi umani? Un sogno, un destino. Sarà Ginevra a far scoprire la verità ad un nuovo compagno, che si accorgerà ben presto di non essere ciò che sempre ha creduto. Buona lettura!
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7: UNA NUOVA CONOSCENZA.

La pietra continuava ad emanare luce, una luce bianca e molto forte.
Istintivamente la lasciai cadere a terra e appena toccò il suolo quella luminescenza cessò.
Io e Damian ci guardammo negli occhi increduli per ciò che era accaduto, ma nessuno dei due proferì parola.
Lui aveva ancora in mano la fotografia e sembrava sconvolto, gli occhi spalancati dalla sorpresa.
Non sapevo cosa dire, qualsiasi cosa mi veniva in mente sembrava fuori luogo.
"Che cosa diamine vuol dire tutto questo..." Damian tremava confuso.
Sembrava di essere finiti in uno di quei film Fantasy, solo che questa era la realtà, per quanto sconvolgente.

Improvvisamente sentimmo bussare alla porta di ingresso del negozio insistentemente.
Quel rumore mi fece sobbalzare e Damian è come se si stesse risvegliando in quel momento.
Si guardò l'orologio al polso:
"Sono già le tre.." disse sussurrando.
Senza che ce ne fossimo accorti era passata un'ora da quando eravamo saliti nella stanza.
Si alzò e scosse la testa poi scese di sotto senza dirmi nulla, come se nemmeno si ricordasse della mia presenza.
Prima di raggiungerlo mi misi la pietra in tasca che appena la toccai si riaccese magicamente per poi ' spegnersi' una volta lasciata,
richiusi il baule e scesi.
Damian era poggiato al bancone ancora con quella fotografia tra le mani, incantato.
Nel negozio c'era un cliente, un ragazzo alto dai capelli mori che girava tra gli scaffali incuriosito. Probabilmente era lui che aveva bussato.
Mi avvicinai e aspettai che mi notasse, non volevo farlo spaventare visto come era impegnato ad osservare quella foto.
"Davvero non capisco Ginevra..." Cominciò a parlare sotto voce.
"Questa foto risale a quando ero appena nato... Ma mio nonno qui dimostra venti anni si e no, mentre mia nonna almeno una cinquantina
se non di più... Come può essere che dopo solo 17 anni lui ne dimostri quasi settanta... E' tutto così incasinato!"
Si portò una mano sulla fronte stringendosi i capelli e poggiandosi  nuovamente al bancone.
Ero dispiaciuta, non sopportavo di vederlo così ed in parte era colpa mia.
"Ti chiedo scusa Damian.." Abbassai la testa colpevole. Lui alzò lo sguardo:
"Per cosa Ginevra? Tu non ti devi scusare." Mi disse lui stranito.
"Si invece! Non capisci? Se io mi fossi allontanata come ti aveva detto tuo nonno, se non mi fossi intromessa nella tua vita
perchè non volevo starti lontana, ora tutto sarebbe a posto e tu non staresti così..."
Mi veniva da piangere, ma non volevo farlo, strinsi i pugni.
Lui mi poggiò una mano sulla spalla e con l'altra mi sollevò il mento delicatamente, poi mi sorrise:
"Hey, non è colpa tua... Anzi è merito tuo! Senza te non sarei mai riuscito a scoprire cosa mi stesse nascondendo mio nonno...
Tu Ginevra mi hai dato coraggio e ti ringrazio per questo.."
Ogni volta che pronunciava il mio nome venivo percorsa da brividi e il cuore cominciava a battere più forte.
"Allora ti sei convinta?" continuò lui in attesa di una risposta.
Io annuì rispondendo al suo sorriso. Ci guardammo negli occhi, l'uno perso nell'altra.
Improvvisamente udimmo una risata provenire dalle nostre spalle.

Era quel ragazzo, il cliente. Poggiato con una mano ad uno scaffale e l'altra davanti alla bocca per trattenersi.
Lo guardammo irritati e perplessi.
"Ahahahahahah! Scu-scusate non fate ahahah caso a me! ahahah!" continuò a ridere questa volta portandosi la mano alla pancia piegandosi in avanti.
Mi accigliai: "Come sarebbe a dire scusa? NON FATE CASO A ME?! Come cavolo facciamo a non darti peso se ridi in quel modo?!"
Esplosi estremamante infastidita.
Lui si bloccò all'istante e mi osservò perplesso per quella reazione.
"Però bel caratterino la tua ragazza amico... e anche molto carina..." Si avvicinò al bancone.
"Che cosa vuoi?" Damian mi si mise davanti come per difendermi. Io arrosì meccanicamente.
Lui sorrise: "Solo darti delle risposte Damian Dragomir, proprio come vuoi tu.." guardò prima lui e poi me.
"Tu chi sei? Come fai a sapere il mio nome?" Era sempre più sospettoso nei riguardi di quella persona, e io non ero da meno.
Lo guardavamo entrambi accigliati.
Quel sorriso non scomparve dal suo viso.
"Avete ragione, sono stato meleducato, i miei genitori sarebbero rammaricati dalla mia scortesia,
il mio nome è Mirko Drakul, principe della Romania, nonchè figlio di Re Gheorghe Vlad Drakul."
E così dicendo fece un inchino da manuale, degno di un nobile, se avesse avuto un mantello sarebbe stato perfetto.
L'eleganza con cui lo fece mi stupì. Dalla prima impressione che avevo avuto nei suoi confronti lo avrei più considerato un villano,
non certo un principe! Diventai rossa, ne ero rimasta affascinata.
Damian lo notò e si infastidì ulteriormente:
"Hey si può sapere chi credi di prendere in giro! Guarda che lo so benissimo che in Romania non c'è una monarchia!
Esclamò voltandosi verso di lui.
Io guardai Damian..' Già, ha ragione lui..' pensai tra me portandomi l'indice al mento pensierosa.
Mirko invece rimase ammutolito. E guardò Damian come se stesse scherzando, era allibito.

"Io, io non posso credere che tu... no, no aspetta..." Si interruppe per un attimo mettendosi una mano sul viso come per ragionare.
Poi rialzò il capo e si prese il mento tra l'indice e il pollice accigliandosi:
"Davvero vuoi farmi credere... che tu sei all'oscuro di ogni cosa?..." Era come sorpreso ma divertito allo stesso tempo.
Rimanemmo tutti in silenzio in attesa di una risposta, quando la porta si aprì..
"Che cosa stà succedendo qui?!" esclamò il nonno infastidito guardando me. Poi girò lo sguardo e spalncò gli occhi inginocchiandosi a terra.
Io aprì la bocca stupita.
"Nonno ma che..."
Portò poi la faccia verso il pavimento:
"Pricipe Drakul, è un vero onore averla qui tra noi."


RINGRAZIAMENTI:
*Grazie mille pacci! Sono tanto tanto contenta che ti piaccia questa storia! Graziee!
*Grazie davvero bella95! Non sai quanto mi fanno piacere le tue continue recensioni, grazie perchè mi sostieni sempre!
 Ringrazio poi tutti quelli che leggono questa ff, spero questo capitolo vi piacerà! Fatemi sapere!
 Grazieeeee!
 Baci!
  
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