Tratto dal testo:
Snape si protese sul tavolo, con uno scintillio brillante negli occhi di pece: “Considera la mia persona: la sorte che mi è toccata è quella di non servire né la Luce, né l’Oscurità. La mia vita scorre ugualmente nel rimpianto, nell’espiazione costante di vecchi errori.
Nella tua vecchia realtà avevo rivelato la Profezia, decretando il fatto che Voldemort ti perseguitasse, ma in fondo non è quello che ho fatto anche qui, seppur in modo differente? Posso dire che nella mia vita sono cambiati dei dettagli, ma sostanzialmente la struttura portante non cambierà mai.
Il nostro destino è uno solo, è una cornice immutabile all’interno della quale la nostra libertà è unicamente quella di poter fare le nostre scelte all’interno di un percorso tracciato. […]
Perché la nostra storia, in fondo, è come un serpente che si morde la coda. Un gigantesco Uroboro”