Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Ricorda la storia  |       
Autore: Maggie_Lullaby    13/03/2009    16 recensioni
Lexi è una sedicenne testarda e dalla lingua affilata che vive in un mondo tutto suo pieno di ideali e stili di vita.
Maggie è una ragazza timida a innocente, incapace di dire di no e di vivere tranquillamente la sua vita.
Maryl è una ventenne che aspira a una grande carriera, ma è bloccata da un padre testardo e da due sorelle che hanno bisogno di lei.
La vita di tre sorelle si mescola a quella dei Jonas Brothers
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Brothers&Sisters'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Bene sono tornata con questa nuova long dopo “S.O.S.”. Spero vi piaccia, mi è venuta in mente mentre pensavo a come allungare la mia scorsa FF.


Brothers and Sisters


Questa FF è dedicata a tutte

coloro che hanno seguito

S.O.S. e ai Jonas Brothers, che

mi accompagnano sempre quando

scrivo, con la loro fantastica musica

Capitolo 1. Sisters


Avete mai sentito parlare della legge che vieta atti osceni in pubblico?, pensò Lexi incrociando le braccia al petto e guardando con odio la coppia che, da quando era salita sull'autobus, non faceva altro che scambiarsi effusioni che non potevano essere tecnicamente definite “innocenti”.

La ragazza che non faceva altro che baciare il suo ragazzo iniziò a baciargli il collo e lui la strinse a sé cingendola con un braccio intorno alla vita.

Oh ma per favore!, sbottò Lexi.

L'autobus frenò bruscamente e la troia tutta trucco, mini gonna e top si trovò in precario equilibrio a causa dei tacchi a spillo che sfioravano i dieci centimetri.

La ragazza fu costretta a smettere di pomiciare con il ragazzo dai grossi occhiali da sole e cappellino da baseball.

Lexi guardò fuori dalla finestrino del mezzo pubblico e osservò con un cipiglio da saputella le nuvole nere piene di pioggia.

Manco ci fosse il sole!, pensò la ragazza.

Lexi strinse a sé la sua borsa a tracolla e vi cercò un libro da leggere per ignorare la coppietta felice.

La borsa era piena di ogni genere di cosa, dalla carta di una merendina biologica a un volantino di una parata per difendere i panda dall'estinzione.

Cercando un libro che non fosse quello di scuola trovò anche un Cd dei Beatles che credeva di aver perso e una foto di Bob Dylan in bianco e nero.

Alla fine riuscì a trovare una copia di una vecchia edizione di un libro di Agatha Christie “Dieci piccoli indiani” uno dei suoi libri preferiti oltre a “Eva Luna” di Isabel Allende.

Tirò su il libro fino all'altezza degli occhi per cercare di ignorare la coppietta.

Piuttosto inutile dato che la giovane donna stava emettendo strane risa che fecero girare metà dell'autobus verso di loro.

Ma d'altronde era inutile prendersela con il mondo.

Non era colpa di quella coppietta tutt'altro che invisibile se l'avevano sospesa per la terza volta dall'inizio dell'anno scolastico.

No, la colpa era di quello stupido di preside che non capiva ciò che Lexi voleva, anzi doveva fare. Come quasi ogni volta al mese la ragazza aveva organizzato, insieme al resto del suo gruppo di fedeli volontari, una campagna di protesta contro l'abbattimento della foresta pluviale, che il preside Hanson non aveva apprezzato e di conseguenza ogni studente che si era ritrovato a protestare era stato sospeso per un'intera settimana.

Suo padre non avrebbe apprezzato un altra sospensione, ora le avrebbe vietato di uscire di casa per almeno un mese.

Lexi sospirò, un altra delle sue campagne era miseramente fallita.

Prima quella contro lo sfruttamento di minori, poi quella contro lo scioglimento dei ghiacci perenni e infine l'ultima quella contro l'abbattimento della foresta pluviale.

La coppia continuava a ridere allegra, inutile cercare di concentrarsi.

Lexi chiuse il libro e si alzò per dirigersi verso di loro.


Contemplare un addio

non basterà

il bisogno di un viaggio

è paura e coraggio

(Salutandoti affogo, Tiziano Ferro)


Il rumore delle scarpe da ginnastica di Maggie risuonarono con tonfi sordi nel silenzio naturale dell'atrio della biblioteca quasi del tutto vuoto.

La ragazza si scostò i capelli castani bagnati dal viso e fece per dirigersi verso il suo solito posto nell'angolo più nascosto della stanza per leggersi un libro.

Si distrasse solo quando una voce la chiamò.

- Maggie! - la salutò un'anziana signora dal retro del bancone della direzione.

La ragazza sorrise e si avvicinò con passo silenzioso verso la donna.

- Ciao Theresa! - la salutò la ragazza.

L'anziana signora le fece un sorriso dolce.

- Ciao Maggie, come stai? - chiese.

- Bene – rispose la giovane, - tu come stai, Terry?

- Oh bene, bene – disse Theresa, - domenica ci sarà il battesimo di Oliver.

- Sono contenta – sorrise Maggie.

La bibliotecaria fece un sorriso debole.

- Ecco Maggie, Sarah si è ammalata e non potrà sostituirmi domenica, non è che … che potresti sostituirmi tu? Lo so che è la tua giornata libera, ma non potresti farmi questo favore? - domandò l'anziana.

Maggie si morse il labbro inferiore, domenica era il suo unico giorno libero.

- Non c'è problema Theresa, ti sostituisco volentieri – rispose la ragazza incapace di dire di no.

Terry le fece un sorriso riconoscente.

- Grazie, Maggie sei un amore! - squittì la donna, - mercoledì poi faccio io il tuo turno.

- Non ce né bisogno! - disse subito Maggie.

- Insisto – la supplicò la bibliotecaria, - ora vai, ti ho già lasciato i tuoi libri sul tavolo.

Maggie si voltò e guardò il tavolo pieno di libri di ogni genere, poi seguì con lo sguardo il posto che di solito occupava e si stupì di trovarlo occupato.

Sulla poltrona era seduto un ragazzo con il viso chino su un grosso libro.

- Chi è? - domandò Maggie.

Theresa seguì lo sguardo della giovane.

- Ah, non lo so – rispose, - si è registrato a questa biblioteca via internet, non ho mai parlato con lui. E' venuto qui solo un paio di volte e si è subito messo a leggere, se ne va sempre dopo un paio d'ore.

Rivolse a Maggie un occhiata curiosa.

- Sarà uno di quei soliti ragazzi che vengono in biblioteca per rimorchiare, a quanto pare le ragazze intellettuali piacciono – guardò la giovane negli occhi, - non lasciarti abbindolare da questi ragazzi.

Maggie sorrise imbarazzata.

- Figurati! - disse imbarazzata, - Terry non dire certe cose, non ho mai avuto un ragazzo in sedici anni di vita.

- Certo, fra il volontariato e il lavoro qui in biblioteca è un miracolo che tu sia riuscita a stare con la tua famiglia! - esclamò la bibliotecaria.

Maggie abbassò il viso rosso di vergogna.

- Ora vai! - le ordinò Theresa con un sorriso.

Maggie si morse il labbro inferiore e si diresse verso il tavolo dove si trovavano i suoi libri.


Bella come una mattina

d'acqua cristallina

come una finestra

che mi illumina il cuscino

(Bella, Jovanotti)


Ma perchè diavolo tutto deve essere così maledettamente difficile?, pensò Maryl prendendo la borsa dal banco dell'università.

Perchè aveva scelto legge? Perchè fra tutte le scelte possibili? Ah certo perchè era un idiota.

Maryl si aggiustò la gonna beige e la camicetta di seta bianca per poi infilarsi un golfino di cachemire.

Diede una leggera rassettata ai capelli biondo cenere attentamente stirati per evitare i riccioli che tanto detestava e si diresse fuori dall'aula seguendo i suoi compagni.

Maryl camminò lungo il corridoio gremito di studenti e raggiunse il suo armadietto.

Cercò di darsi un contegno appoggiando in modo elegante gli occhiali sugli occhi e scuotendo la lunga chioma.

Non fu una novità che, come tutti i giorni, alcuni ragazzi si voltarono a guardarla ammirati.

Maryl sorrise compiaciuta e mise i suoi libri nell'armadietto d'acciaio.

- Ehi Maryl! - la chiamò una voce maschile.

Oh non di nuovo!, pensò la ragazza disperata.

- Ciao Matt! - lo salutò Maryl con un sorrisetto falso.

Un ragazzo esile, dai capelli a spazzola e gli occhi coperti da un paio di grossi occhiali alla Harry Potter le stava vicino appoggiandosi disinvolto all'armadietto affianco a quello di Maryl.

- Ehilà bellissima! - disse Matt, - come stai?

Come se ti importasse, rifletté Maryl.

- Bene! - annuì allegra. - Meglio di così!

Matt la guardò con l'aria di chi la sa lunga.

- Davvero? Com'è andato l'esame? - domandò il ragazzo.

- Bene – mentì lei.

- Sul serio? - chiese il giovane uomo.

- Ah, ah – rispose lei distratta.

Matt la guardò curioso.

- Sicura? - chiese.

- Saprò com'è andato il mio esame, Matt – ringhiò Maryl.

- Okay, okay – disse lui alzando le mani in segno de resa, - non ti scaldare!

Maryl lo ignorò e fece per andarsene ma Matt le prese la mano.

- Ehi, aspetta! - disse, - scusa se ti ho offeso, d'altronde tu sei una delle migliori studentesse di questa scuola.

Ero, lo corresse mentalmente la ragazza.

- Si, ehm, grazie Matt – disse Maryl abbassando lo sguardo.

Matt ridacchiò.

Maryl fece di nuovo per andarsene ma fu di nuovo bloccata dal ragazzo.

- Che vuoi Matt? - chiese irritata.

- Ecco mi chiedevo se … - iniziò.

Come mai tutto a un tratto si era fatto timido?

- Ti va di prendere un caffè con me più tardi? - chiese lui cercando di sembrare disinvolto.

No, non di nuovo.

- Matt quante altre volte dobbiamo parlarne? - domandò Maryl stufa.

Era la quarta volta che la invitava per un caffè, in una settimana.

Insomma uno dovrebbe aver capito dopo il terzo rifiuto, no?

- Beh pensavo che avessi cambiato idea – disse lui con un sorriso.

- In un giorno? - chiese Maryl.

Matt rimase zitto.

- Devo andare a casa, ci vediamo a lezione Matt – disse la ragazza, prese il suo cappotto e il suo ombrello per uscire dall'università.


Continua ...

  
Leggi le 16 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: Maggie_Lullaby