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Autore: Piumadoro    10/01/2016    2 recensioni
"I malandrini tornano ad Hogwarts per il terzo storico anno. Riusciranno a non raderla al suolo? Questo sarà un anno particolarmente movimentato. Tanti segreti verranno svelati...."
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Giunse il sabato sera e Remus andò a letto presto sfinito dall’imminente arrivo, la notte seguente, del suo “Piccolo Problema Peloso”. Gli altri Malandrini rimasero in Sala Comune e ovviamente invece di studiare cominciarono a parlare d’altro.
“Non so cosa fare per Pasqua.” Sbuffò Star.
“Di solito chiedi sempre il nostro aiuto per Pasqua.” Fece Sirius sarcastico gettandosi su un divanetto da poco libero.
“Non è vero, non ho chiesto mai il vostr… non riconosco più il tuo tono scherzoso Sirius, il che è grave.” Si sorprese la ragazza sedendosi fra le gambe di James in una poltrona.
“Allora, cosa credi che faranno le uova di Pasqua quest’anno?” Le chiese suo fratello abbracciandola con dolcezza e sprofondando il viso tra i suoi lunghi capelli morbidi e mossi.
Star rise piano accarezzandogli la testa. “Come mai così affettuoso questa sera?”
“E’ da tanto che non dormiamo assieme, sorellina, ho bisogno di coccole…” Mormorò lui senza alzare il volto.
“Lily ti sta guardando.” Disse la ragazza per creare una qualche reazione che non ci fu.
“Mi guardi pure, so di essere irresistibile.” Borbottò.
“Bolide amico, sei proprio in carenza d’affetto! Arriva un treno carico d’amore solo per te!” Scherzò Sirius aprendo le braccia e gettandosi sui due fratelli.
“Ah, smettila!” Gridò James cercando di scacciarlo via.
“Ci vogliamo tanto bene!” Urlò invece Star contribuendo a rendere l’abraccio più stretto e caloroso. I pochi studenti ancora presenti in Sala Comune si voltarono a guardarli sorridendo.
“Non vi credevo capaci di così tanto amore…” Ridacchiò Alice passando lì accanto con Lily e le altre.
Sirius si rizzò in piedi, la mani in tasca e l’aspetto di un ragazzo più maturo e esperto di calde passioni. “Voi, signorine, ignorate quanto amore possa farvi provare, sta tutto a voi. Se me ne date la possibilità ve lo dimostrerò.”
“Si certo, Black, torna a amoreggiare con il tuo amico Potter.” Lo prese in giro la rossa.
Le labbra del ragazzo si piegarono nel suo tipico sorrisetto che aveva un accenno di sarcasmo e divertimento nascosti da pura sensualità. Star e James si scambiarono uno sguardo d’intesa ammirato. Il loro amico si pose di fronte a Lily sovrastandola di alcuni centimetri, si chinò quindi leggermente su di lei per avvicinare il volto al suo. “Torno volentieri ad amoreggiare, vuoi unirti anche tu alla nostra piccola orgia? Puoi portare anche le tue amiche, io ho amore per tutte voi e per molte di più.” Sussurrò lui con un che di intrigante.
“Neanche morta Black!” Esclamò la rossa arrossendo e balzando indietro per allontanarsi da Sirius.
Il ragazzo sorrise ancora di più raddrizzandosi e osservò Lily trascinare via le sue amiche verso il dormitorio, Mary però si girò indietro verso di lui facendogli l’occhiolino.
Sirius si ributtò sul divano soddisfatto.
“Complimenti, accalappia donne che non sei altro.” Fece Star divertita.
“Faccio solo il minimo, potrei far innamorare di me chiunque senza fatica, infondo basta solo che mi guardino.” Si vantò il ragazzo con tono scherzoso.
“Senti, sono io il più bello qui, chiaro?” Sbottò James alzando ancora la testa ma senza mai lasciare sua sorella.
“Come vuoi. Andiamo a letto, su.” Decise la ragazza alzandosi.
Suo fratello si profuse in un lungo sospiro lamentoso ma dovette per forza riemergere dalla poltrona, salutare Star e andare in dormitorio con Sirius.
I due ragazzi trovarono Peter profondamente addormentato mentre Remus li fissò entrare stralunato con il diario di Star tra le mani.
“Oh.” Mormorò James. “Cosa hai letto?”
“Lei… è stata… lui… ci ha veramente… sai cosa le ha fatto?” Balbettò Remus.
“Di che parla?” Chiese Sirius preoccupato.
“E’ una cosa di tempo fa.” James si sedette ai piedi del letto dell’amico che pallido lo fissava e anche Sirius sentì il bisogno di sedersi. “Si, John ha veramente cercato di fare sesso con la nostra Star. Non mi ha mai raccontato i dettagli, ovviamente. Lì ci sono?” Chiese poi accennando al diario.
“All’inizio no. C’era solo scritto ‘prima volta, fa paura’ e poi via così senza nessun altro accenno, solo il numero e il sentimento, non capivo nemmeno di che cosa stesse parlando. Alla quinta è esplosa e ha scritto molto.” Remus prese un profondo respiro e posò la vita scritta della sua amica nel fondo del cassetto. “Lo lascerò sempre qui, in caso vogliate leggerlo.”
James annuì e andò a letto mentre Sirius continuò a guardare in basso per alcuni secondi prima di seguire l’esempio dell’amico. Remus si addormentò quasi subito e i due ragazzi rimasero i soli svegli.
“Hai intenzione di restare alzato tutta la notte a pensare a Star?” Sbottò James.
“Credo di sì.” Sirius si avvicinò alla finestra per guardare le stelle in cielo.
“Allora scendiamo di nuovo in Sala Comune che così non disturbiamo Remus e possiamo parlare d’altro e distrarci un po’.” Propose il ragazzo balzando in piedi.
 
 
……..
 
Star provò a dormire ma le venne difficile così afferrò il diario di sua madre e scese in Sala Comune per poterlo leggere al sicuro e lontano da possibili sguardi indiscreti.
Appena posò il piede sul primo scalino che dava alla sala riconobbe subito le voci di James e Sirius, si diede una mossa e con rapidi e allegri passi fu nuovamente tra le braccia di suo fratello come poche ore prima.
“Che ci fate ancora alzati?” Chiese sorpresa.
“Parlavamo dei the Doors.” Spiegò Sirius stiracchiandosi bene nel divano.
“Mentre tu perché sei qui?” Le domandò James stringandola a sé.
“Volevo leggere questo.” Rispose al ragazza con sincerità sventolando il diario. “Era di mia madre, a quanto pare, sono arrivata poco dopo il girono in cui ha conosciuto mio padre, che si chiamava John White, quindi White non è il cognome di mia madre. In ogni caso loro due sembrano davvero innamorati se solo non fosse che mia madre racconta tutto esagerandolo, in più pare che tutti le portino un rispetto assurdo come se fosse una specie di regina sovrana del mondo intero. In più non parla solo di abiti e balli come credevo ma anche di duri e severi allenamenti che la portano a compiere imprese veramente degne di nota, era molto forte, sia nelle arti magiche che nel combattimento con o senza armi in più studiava molto e le veniva tutto bene.”
“Come te.” Notò Sirius. “A proposito, ti sei resa conto di essere diventata molto più forte per quanto riguarda la magia, insomma stai migliorando a vista d’occhio, sai fare cose fortissime senza quasi il minimo sforzo.”
“Si, ci ho fatto caso un paio di volte ma ho deciso di non pensarci e semplicemente di fare le cose come se fosse naturale saperle fare. Non rompetemi questo sogno, vi prego.” Sospirò la ragazza.
“Certo che no!” Esclamò suo fratello. “Se vuoi puoi stare qui con noi a leggere, non ti disturberemo, staremo in religioso silenzio.”
Star ci pensò su. “Resterò qui, ma voi continuate a parlare d’altro vi prego. Credo che mi sentirei meglio.”
I due ragazzi sorrisero e ricominciarono a parlare di musica Babbana e altre cose finché poco alla volta non si addormentarono tutti e tre.
 
…………..
 
Il mattino seguente Star riuscì a svegliare i suoi amici prima che cominciassero ad arrivare i primi studenti, risalirono tutti nel dormitorio maschile e dormirono ancora per molto tempo.
“Senti, che ne dici se per oggi dimentichi questo stupido diario e mentre io e James controlliamo che Remus  stia tranquillo tu ti prendi un bel giorno di libertà e passi un po’ di tempo con la Evans e le altre ragazze?” Le suggerì Sirius mentre cercava qualcosa da mettersi.
“Già, magari cogli l’occasione per raccontare qualcosa di mitico su di me alla Evans.” Concordò James.
“Ci vuoi proprio provare, Ramoso!” Scherzò Sirius.
La ragazza sospirò smettendo di ascoltare il battibecco dei due e dopo aver frugato per qualche secondo nel baule di suo fratello si infilò un paio di James a vita alta.
“E quelli perché erano lì? Non sono miei!” Si stupì James lasciando perdere l’amico.
“Lo so, ho messo un po’ dei miei pantaloni nel tuo baule per questi casi, voi ragazzi non avete un grasso fondoschiena come me.” Sbottò lei passando poi al baule di Sirius alla ricerca di qualche maglia rock.
“Più che grasso io direi formoso e femminile. Grasso non ti si addice, alcune ragazze potrebbero ucciderti per il fatto che tu ti consideri grassa, vuol dire che loro sono enormi balene.” La rimproverò James.
“Sei scortese.” Sbuffò la ragazza infilandosi una maglia nera con dei the Doors.
“Credo che il tuo culo sia stupendo e quella maglia è un cimelio. La perdita di Jim Morrison è ciò che di più triste sia accaduto l’anno scorso e noi non lo abbiamo nemmeno onorato, e ora i the Doors sono finiti. Finiti!” Commentò Sirius in un crescendo di tristezza.
“Si che lo abbiamo onorato, al concerto di Natale! Ricordi? Comunque mi prendo anche questa.” Star afferrò anche la giacca in pelle di Sirius e le All Star nere di James. “Non solo sono più bassa di voi ma fra un po’ non mi andranno neppure bene le vostre scarpe!”
I due sospirarono. Erano solo un paio di centimetri più alti della loro amica e le loro scarpe le erano più larghe perché aveva dei piedini graziosi e sottili ma discutere era inutile.
“Bene, ora vai a farti un giro e metti quella maglia dentro quei jeans altrimenti che li metti alti a fare? E poi ti fanno risaltare la vita sottile.” Le ordinò Sirius spingendola con gentilezza verso l’uscita.
Star si sistemò gli abiti come richiesto non senza una linguaccia  e poi tornò indietro veloce per baciare Remus sulla fronte. Una volta di nuovo in Sala Comune si stupì della sua fortuna dato che proprio in quel momento Lily e le altre stavano per uscire dal buco del ritratto, le seguì veloce e le fermò chiamandole in corridoio.
“Hei! Posso passare un po’ di tempo con voi oggi? Vi disturbo?”
“Certo che no!” Rispose Emmeline gentile.
“In più devi raccontarci molte cose su una certa notte.” Aggiunse Mary.
“Quei vestiti, poi, sono di Sirius?” Chiese Alice curiosa.
“Ragazze!” Si scioccò Marlene.
“Stavamo andando a fare una passeggiata.” Spiegò Lily ignorando le altre. “Unisciti pure a noi se vuoi.”
“Frase che detta davanti a Sirius lo farebbe scaturire in un sorriso perverso livello 200, ma … volentieri!” Replicò Star sorridente. Le ragazze risero e si incamminarono tutte assieme.
“Sul serio però, dicci qualcosa…” Insistette Mary.
“Sul fatto che James e Sirius erano semplicemente venuti a controllarmi per via di Belladonna e poi è successo un casino oppure sul fatto che si, rubo i vestiti di Sirius perché suo zio è un figone americano nel cuore?” Chiese Star scherzosa.
“Oh, magari puoi dirci perché Sophia e Ann giurano che Sirius era a letto con te.” Continuò Alice.
“Per lo stesso motivo per cui lo sarebbe stato James se solo non si fosse addormentato per terra invece di controllarmi. Dai forza, fate le vostre supposizioni, le avete fatte anche con James e ora siamo fratello e sorella. Quindi, Alice, come va con Frank Paciock?”
La ragazza arrossì. “Come fai a saperlo?”
“Ho parlato con lui in biblioteca, è carino, vi vedete da quanto? Due mesi?” Spiegò la mora.
“Si, quasi tre. Ma i pettegolezzi passano anche attraverso i ragazzi?” Si stupì Alice.
Star rise. “No, meglio! I ragazzi passano solo informazioni certe! Solo che hanno poca memoria e spesso considerano poco importanti le cose molto importanti.”
“Oh, questo me lo devo ricordare…” Borbottò Alice.
“Comunque credo che stiate molto bene assieme.” Concluse la Malandrina.
“Allora, la squadra è pronta per l’ultima partita della stagione?” Cambiò rapidamente argomento Mary.
Star sorrise, due domeniche dopo Pasqua Grifondoro avrebbe giocato contro Tassorosso concludendo la gara alla Coppa di Quidditch. Grifondoro aveva un distacco di soli 70 punti da Corvonero momentaneamente in vetta alla classifica, solo 80 punti e la vittoria era loro. La squadra era preparata e carica. “Credo che andrà bene!” Assicurò. “Tutti si sono allenati molto, soprattutto James. E’ molto migliorato, ed è così impegnato che non riesce più a pensare a nessunissimo scherzo. In più prende dei buonissimi voti in classe.”
“Già, infatti il primo aprile è un classico esempio di quanto si stia concentrando.” Sbuffò la rossa.
“Oh, ma dai! Vi siete divertite anche voi!” Ribatté la mora.
“Comunque chi vi ha insegnato a suonare così bene tutti insieme?” Chiese Emmeline a bruciapelo. Oramai erano fuori dal castello e la fresca e frizzante aria primaverile solleticava il buon umore mentre i tiepidi raggi del sole scaldavano i loro visi.
“Mio padre. Bhe, e prima … sapevamo già un po’ strimpellare, in più credo che nessuno possa fallire in niente, finché ci credo.” Rispose Star allegra.
“Uhm, che strana fiducia.” Commentò Marlene.
“Lo so.” La Malandrina si sedette all’ombra di un albero osservando il Lago Nero. “Che ci vuoi fare… hei! E se le uova di Pasqua potessero…?!?!?!” La ragazza scattò in piedi. “Perfetto!”
Le sue amiche risero allegre a quella scena e poi si sedettero accanto a lei parlando del più e del meno e di altre cose da ragazze come i ragazzi.
 
…………
 
Poco prima di cena Star ritornò nel dormitorio dei ragazzi e si buttò sul letto di James stranamente vuoto.
“Mio fratello?” Chiese a Sirius che staccò il naso da delle pagine di un volume che pareva molto antico. “E’ un libro quello?” Corresse la domanda stupida.
“Si. E non fare quell’aria stralunata, senza offesa Lunastorta.” Dal suo letto Remus mugolò qualcosa con poche energie. “Tuo fratello si sta facendo una doccia e io si, sto leggendo, uno dei libri di scuola, esatto.”
“Non sembra un libro di scuola.” Insistette la ragazza.
“Beh, è un approfondimento, per la verifica di lunedì.” Sirius fece spallucce.
“La verifica su Storia della Magia? Sirius, sul serio?” Si sbalordì lei.
Il ragazzo annuì tornando a leggere ma lei lo abbracciò con così tanta foga che in campo avrebbero fischiato fallo. “Splendido! Mi piace quando vi impegnate negli studi, beh, tu almeno ti stai impegnando…”
“Anche James, ha appena finito.” Spiegò Sirius.
Star sorrise e tirò fuori dalla borsa un famoso diario rossastro incominciando a leggere di nuovo.
“L’hai quasi finito.” Notò lui.
“Già, mia madre è incinta da un pezzo. E si sta nascondendo da mio padre, non vuole che lui lo sappia perché vuole abbandonarmi, lo ha già deciso. Sta solo cercando il luogo giusto, magari dove rischio di non sopravvivere. Sta depistando mio padre in tutti i modi, e lui ci prova a trovarmi. Forse ho ancora una speranza, forse mia madre è riuscita a cancellare benissimo le mie tracce…” La voce della ragazza si spense.
“Eppure?” James se ne stava sulla soglia del bagno con l’asciugamano intorno alla vita e la fissava con i suoi intensi occhi nocciola.
“Eppure lui è stato un osso duro fin ora. Con tutto quello che sta accadendo, dovrebbe avermi già trovato.” Spiegò lei.
Un silenzio tombale calò nella stanza.
“Continua a leggere.” Le ordinò semplicemente James cominciando poi a vestirsi.
Star eseguì a testa bassa sfogliando flebilmente le pagine. Dopo essersi cambiato suo fratello si mise seduto dietro di lei circondandola con le braccia, Sirius cercò di concentrarsi sulla sua lettura senza risultato e Remus si tirò su mille volte a controllare la ragazza nonostante la stanchezza.
Più i minuti passavano più il tempo sembrava solidificarsi scorrendo terribilmente lento, scandito solo dal girare delle pagine. Piano, poco per volta, finché Star non fece sobbalzare tutti chiudendo di scatto il diario.
“Star?” La chiamò piano James stringendo di più l’abbraccio.
Dopo qualche secondo la ragazzi si staccò per vedere suo fratello in viso, prese un profondo respiro. I suoi occhi blu cobalto erano terribilmente tristi, sembravano spenti, solo una piccola luce morente si allungava ancora per cercare di emergere ma anche quella stava annegando in tutto quel dolore. “Mio padre è morto. Mia madre l’ha ucciso. Solo a qualche chilometro da me. Appena dopo il parto. Il dodici dicembre 1959. Lo ha ucciso perché lui voleva prendermi con sé. Mentre lei… lei voleva lasciarmi sola.” Annunciò la ragazza con un tono spaventosamente fermo. I suoi occhi divennero più scuri e per un attimo bruciarono di una luce  fondamentalmente sbagliata. Era vendetta, ed era spaventosa oltre che inadeguata a quel viso. Non andava bene.
“Gioia.” Mormorò Sirius.
Lei si voltò a guardarlo e quella luce si spense lasciando spazio al solito blu cobalto, immenso, puro, bello.
Presero tutti un respiro profondo.
“Beh, sei più giovane di me, allora.” Commentò Sirius. “Io sono nato il tre novembre 1959.”
All’improvviso la ragazza si ricordò della promessa che i Malandrini le avevano fatto all’inizio dell’anno. Non conosceva i loro compleanni perché lei non ne aveva uno. Era giunto il momento.
“Io il ventisette marzo del ’70.” James sorrise. “Non ci credo, sei più grande di me! Non potrò più chiamarti sorellina!”
“Ma tu sarai il mio fratellino!” Finalmente anche Star si aprì in un sorriso e una piccola risata seguì a ruota.
“A-ha! Non sono il più piccolo! Dieci marzo 1970!” Esclamò vittorioso Remus, cosa che gli costò un po’ di sofferenza.
“Vi ringrazio, ragazzi.” Sussurrò lei afferrando i due sani e trascinandoli sul letto di Remus per poterli abbracciare tutti insieme.
 
 
 
……………..
 
Quella notte uscire fu piuttosto semplice. Niente Auror e i controlli erano tornati alla normalità, sembrava che Silente si fosse dato un bel da fare per tranquillizzare tutti. Come se Belladonna fosse morta, il problema risolto e nulla fosse accaduto. A Star aveva detto che il Ministero, come il Ministro, erano inclini a credere che il peggio fosse passato in ogni caso. A nessuno piacciono le brutte notizie. Si vive meglio immaginando che tutto vada bene. “Ed è per questo…” le aveva confidato il preside “…che tutti saranno presi alla sprovvista dalla prima emergenza, noi invece dobbiamo essere pronti. Anche se per un bel po’ non sentiremo più parlare di Belladonna. Ci saranno altre minacce. Preparati.”
Perfettamente invisibile grazie al suo incantesimo di Disillusione Star seguiva le caviglie dei suoi due migliori amici stretti sotto il Mantello dell’Invisibilità ridacchiando per i bisticci sussurrati dei due che rendevano quasi inutili tutte le forme precauzionali che avevano preso per non farsi scoprire.
Si bloccarono tutti di colpo in completo silenzio quando Mrs Purr passò qualche corridoio più avanti.
“Ecco, avete visto? Tutta colpa vostra, vedete di fare un po’ meno casino.” Li rimproverò allegra la ragazza dando un piccolo colpetto con la mano nel punto dove più o meno doveva trovarsi il fondoschiena di James.
Uscirono dal castello in gran fretta e senza nemmeno un bisbiglio, corsero fino al platano picchiatore e lì poterono smettere di essere invisibili.
“Star, non che la cosa non mi abbia fatto piacere ma quello era il mio culo!” Scherzò Sirius.
Lei rise. “Ops, pensavo fosse quello di mio fratello! Capita! Ora andiamo!”
Dopo la solita preparazione Piumadoro entrò nella Stamberga subito seguita dei suoi amici e un’altra Luna Piena iniziò.
 
…….
 
Il mattino seguente, quando Star stava per andarsene prima che arrivasse Madama Chips, Remus la bloccò pregandola di nascondersi e restare lì. Star diventò invisibile giusto in tempo; Madama Chips entrò nella stanza e controllò Remus.
“Mi pare che vada molto bene, signor Lupin.”
“Lo so… sto migliorando… ma dice che potrei restare un po’ qui? Non mi sento abbastanza in forze da poter andare a lezione.” La pregò il ragazzo esibendo uno sguardo terribilmente dolce.
“Ma certo! Potrei accompagnarla anche in infermeria se preferisce, è più caldo e …” Propose la donna ma venne interrotta. “Oh, no! Va bene qui. Grazie.”
“Bene allora… faccia attenzione nel ritorno.” Madama Chips si alzò un poco sorpresa ed uscì dalla stanza.
“Sei strano, Rem. Sicuro che sia tutto a posto? Di solito odi che io e gli altri perdiamo le lezioni…” Star ricomparve nuovamente.
“Si, tutto bene. Tranquilla.”
La ragazza fece spallucce. “Ok, allora andiamo a svegliare quei due poltroni.”
“Si, andiamo!” Remus si alzò in piedi molto in fretta per le sue condizioni ma vacillò solo un po’ prima di precedere la sua amica verso la stanza delle scintille. Lui aprì la porta spostandosi subito di lato.
“SORPRESA!” Gridarono insieme i tre ragazzi. “BUON COMPLEANNO STAR!”
La giovane sorrise davanti ad un tavolino mal concio con sopra una tovaglia fiorita e tanto cibo Babbano terribilmente semplice come patatine, cioccolatini, panini e caramelle e poi altre bevande Babbane in bottiglia.
“Oh, grazie! Ma… i vostri compleanni? Non abbiamo festeggiato nemmeno quelli, e tutta questa roba?!” Star si guardò intorno smarrita.
“Non ti preoccupare, stiamo festeggiando anche i nostri compleanni, fidati.” Cercò di rasserenarla Sirius porgendole una bottiglia di vetro contenente un liquido scuro dai riflessi colo caramello ramato.
La ragazza lo accetto ma prima di bere squadrò il suo amico. “Cos’è?”
“Coca-Cola, fidati, è peggio della Scolampezzo poi non potrai più farne a meno.”
Star bevve e parve gradire molto ma James la distrasse porgendole un pennello intriso di vernice blu cobalto. Ognuno prese un pennello con del colore e si avvicinarono insieme alla parete. James scrisse “Ramoso 27-03-60” in un bel verde bosco, Sirius aggiunse il suo nome di malandrino e la sua data di nascita in un bel rosso accesso, Remus fece lo stesso con un dorato-ambrato come i suoi occhi e poi toccò a Star.
“Ora la parete è ancora più bella.” Sospirò lei una volta finito.
“Sei del Saggittario, io sono Scorpione… buffo. James è Ariete e Remus Pesci.” Commentò Sirius.
“Un giorno mi spiegherai perché per te è così tanto buffo. Sappilo.” Replicò Star la quale si stava già ingozzando di cioccolata in compagnia di Remus.
“Ah, cioccolata, molto meglio.” Sospirò il ragazzo.
“Oh, no, ti ho contagiato!” Esclamò Star.
“Nessun problema! Amo il cioccolato e lo amavo già… forse meno… Non è importante!” Remus si gettò nuovamente sul buffet e ne riemerse con dei bellissimi baffi di cioccolata.
“Arriva il dolce!” Annunciò James portando in trionfo una torta molto semplice con sopra scritto “BUON COMPLEANNO STAR”.
“Avevate detto che era il compleanno di tutti ma qui ogni cosa recita solo il mio nome!” Sbottò la ragazza.
“Non è vero!” La zittì Sirius.
“E’ solo perché sei la nostra stella preferita. E anche perché vedere un’altra volta il mio nome fatto di glassa su una torta mi manderebbe in manicomio.” Spiegò James sorridendo e passandosi una mano tra i capeli.
“Come vuoi…” Mugugnò lei.
“Dia spegni le candele!” La incitò Remus.
“Quattordici…” Mormorò la ragazza.
“Eh già, gli anni passano, eh? Oh, non dimenticarti di esprimere un desiderio!” Le ricordò James.
“Un desiderio?” Chiese Star.
“Si, quando spegni le candele al tuo compleanno puoi esprimere un desiderio, dicono che si avvererà…” Raccontò Remus.
“Oh, come le stelle cadenti?” Domandò lei sospettosa.
“Più o meno… ma devi spegnerle tutte in un soffio.” Rise Sirius.
La ragazza prese un gran respiro e poi soffiò sulla torta spegnando tutte le candele in un sol colpo.
“Oh, guarda…” Commentò subito dopo. “Il mio desiderio si è avverato, vuoi siete ancora qui.”
James non poté fare a meno di abbracciarla mollando in malo modo la torta tra le mani del suo amico dagli occhi grigi. “E ci resteremo per molto tempo.”
 
 
……….
 
Spiegare ai professori perché avevano perso le prime tre ore di lezione non fu facile per i Malandrini, Remus escluso, ma alla fine riuscirono a convincerli che si erano semplicemente addormentati nel parco dopo una passeggiata alquanto mattutina.
Finita la faticosa giornata scolastica i tre dovettero affrettarsi ad andare ad allenamento e una volta concluso anche quello si radunarono in Sala Comune per fare i compiti.
La Sala si svuotò rapidamente quella sera. Presto rimasero solo loro e qualche tizzone di fuoco.
“Credo sia ora di andare a letto.” Annunciò Star alzandosi in piedi. James le afferrò un polso con gentilezza. “Oh, no. Tu vieni con me.” Le impose con un sorriso sfilando il Mantello dell’Invisibilità dalla borsa.
 Dopo aver salutato i loro amici fratello e sorella si dileguarono nei corridoio scarsamente illuminati e districandosi pian piano e silenziosamente in quel labirinto di scale e arazzi giunsero alla loro torre.
James spalancò le finestre e lasciò che l’aria fresca e energica della primavera occupasse la stanza. La luce lunare anche se molta non era abbastanza per il ragazzo il quale accese molte candele rivelando quindici pacchi regalo di diverse misure.
“Jame…” Mormorò Star.
“Sono tutti per te. Uno per ogni anno di vita in cui non hai festeggiato il tuo compleanno, la tua nasciata compresa.” Le spiegò.
“Non avresti dovuto!” Protestò debolmente lei.
“Già, e tu non avresti dovuto diventare mia sorella, ma eccoci qui, quindi tanto vale che ne usufruisci, giusto?”
La ragazza sbuffò e si sedette a terra, suo fratello la imitò porgendole un piccolo pacchettino quadrato. Lei lo aprì e vi trovò dentro delle piccole scarpette da neonato confezionate all’uncinetto, erano blu cobalto.
“Di solito per le bambine sono rosa ma credo che ti sarebbero state meglio queste. Alcuni sono anche da parte dei nostri genitori e parenti vari, sono stato molto aiutato. Quelle le ha fatte nonna Lea.” Svelò James.
“Sono bellissime.” Disse la ragazza semplicemente poggiandole a terra acconto ad un bigliettino di auguri che recitava tanta felicità per la nuova nascita.
Per il suo primo anno ricevette un maglioncino molto carino. A due anni pareva essere abbastanza grande per un pigiama non intero seguito subito da un delizioso vestitino blu notte l’anno successivo. Compiuti quattro anni fu l’ora della prima salopette tutta blu cobalto. Per i cinque una bambola di pezza dai capelli corvini e gli occhi azzurri. A sei anni ti viziano molto con un peluche morbidissimo a forma di piccolo panda. Sette anni; comincia la scuola e quindi una bella penna con un grazioso quaderno era proprio quel che ci voleva. Per gli otto ricevette dei pastelli stupendi. A nove giunse il momento di imparare a dipingere con le tempere su tela. L’anno dopo l’arte le piaceva molto dato che giunsero anche gli acquerelli e molti altri piccoli e utili oggettini per dipingere e scrivere. Le fu regalato, per gli undici anni, un bel libro che sembrava essere un romanzo rosa per bambine. Al compimento dei dodici era già ad Hogwarts e l’album di fotografie scattate quell’anno non poteva mancare. Giunse un altro libro con un bel paio di orecchini di perla per i tredici anni.
Infine James le passò l’ultimo pacchetto regalo. “Nonna Lea dice che in alcuni paesi soprattutto in Italia è normale regalare una cosa simile ad un neonato ma dato che abbiamo scoperto il tuo vero nome solo ora…”
Star sfilò da una piccola bustina regalo una fine catenina d’oro che si interrompeva lasciando spazio ad una placchetta dorata per poi ricominciare, era un bracciale stupendo e l’elegante incisione portava scritto “Star Gioia Potter”. La ragazza alzò gli occhi cobalto su quelli nocciola di suo fratello che nel frattempo la stava aiutando a chiudere il braccialetto attorno al polso. “Sei un enorme, gigantesco, infinitamente grande e profondamente…” cominciò ad inveire lei ma rimase presto senza parole sensate. “Cielo! Mi sento scombussolata come un pennuto nell’oceano o un pesce nel cielo!” Star sospirò più volte e poi abbracciò il ragazzo. “Grazie Jame…” gli sussurrò all’orecchio. “Ti amo.”
 
 
………….
 
Nessuna settimana trascorse più in fretta di quella antecedente alla Pasqua quell’anno. Star era in panico completo per metà del tempo e non solo perché non aveva la più pallida idea di che cosa fare per Pasqua ma anche perché i suoi amici dovevano affrontare moltissimi test che continuavano a prendere sottogamba.
“Ti ripeto che ho tutto sotto controllo! Sei asfissiante!” Le ripeté iris per la millesima volta il giovedì sera.
“Non so cosa voglia dire asfissiante e non voglio saperlo. Domani potresti essere chiamato ad esporre in Trasfigurazione e abbiamo il test di Cura delle Creature Magiche… che probabilmente sarà un tentativo di ucciderci, come sempre.” Insistette la ragazza.
“James! Di a TUA sorella di lasciarmi in pace che so quello che faccio.” Sbottò Sirius stendendosi su un divanetto.
“Star…” Cominciò James sedendosi su una poltrona.
“Non ci provare nemmeno! Dovresti studiare pure tu!” Lo zittì lei.
“Sono un genio in Trasfigurazione… e anche nella sopravvivenza ai test di Kettleburn.” Sospirò James.
“Io non so più che fare con voi!” Si arrese Star.
“Benvenuta nel club.” Mugugnò Remus alzando appena la testa dal libro di Trasfigurazione.
“Bene, me ne vado a letto!” Decretò allora la ragazza procedendo a  grandi falcate verso il dormitorio.
“Dai Star!” Le gridò dietro Sirius ma non ebbe alcun effetto.
“Credo che questa volta l’abbiate fatta un po’ arrabbiare…” Notò Remus staccando finalmente gli occhi dal testo scolastico.
“No, sta solo andando a cercare un’idea per Pasqua.” Spiegò James tranquillo. “Però hai ragione, è un tanto preoccupata per il nostro rendimento scolastico, dovremmo metterci a studiare sul serio…” Il ragazzo fece una pausa di riflessione e poi incrociò gli occhi di Sirius. “Ci impegneremo di più… quando gli esami saranno più vicini.”
 
 
………
 
 
Nel pieno della notte Star sentì Lily svegliarsi di soprassalto e aprì gli occhi senza però muoversi. Vide la sua amica mettersi a sedere e sospirare.
“Problemi?” Le chiese incuriosita.
“No…si…non proprio, solo… beh, ne avrei parlato con Sev ma lui oggi è uscito con i suoi amici quindi aspetterò domani, tutto bene.” Rispose la rossa in confusione.
“Potevi parlarne con Alice e le altre…”
“No, non voglio farle intristire per nulla…”
“Allora puoi parlarne a me.”
“Siamo in piena notte, sveglieremo le altre.”
“Non credo, non se usciamo.” Propose Star.
“Vuoi che venga in giro per i corridoi di notte con te?!” Si scandalizzò Lily.
“Lo hai già fatto e non pareva che ti fosse dispiaciuto così tanto, inoltre era stata una tua idea o sbaglio?” Le ricordò la mora.
La rossa arrossì sbuffando e si alzò in fretta per vestirsi mentre Star rimase tranquilla con la maglia del pigiama infilando solo i soliti pantaloncini vita alta.
“Esci sempre così di notte?” Sussurrò Lily..
“O così, o con la salopette e semplicemente in pigiama.” Rispose Star precedendola per la seconda volta fuori dal dormitorio.
Uscirono dalla torre e camminarono per un po’ al buoi prima che Lily cominciasse a parlare. “Mi distacco sempre di più da mia sorella Petunia e questo fa male.”
“E non ti fa male vedere Severus con certe compagnie?” Le chiese schietta la mora.
“Scusa? Non capisco. Ha solo trovato degli amici, come io ho trovato delle amiche.”
“Non è proprio la stessa cosa, tu hai trovato ottime amiche i suoi amici invece… non importa, mi dispiace per te e tua sorella deve essere molto dura.”
La rossa si fermò qualche secondo. “lo è. E tu che mi dici?”
“Io? Beh, belladonna mi ha dato il diario di mia madre grazie al quale ho scoperto che lei si chiamava Rose e mio padre John White, è una famiglia purosangue piuttosto famosa a detta di Sirius ma non è quella a darmi tutto questo potere quindi dovrei rintracciare il cognome di mia madre per capire qualcosa intanto so che sono nata il dodici dicembre del ’59 che è già tanto.“ Rispose quella tutto d’un fiato lasciando la sua amica un po’ scioccata.
“Bene… auguri in ritardo allora.” Fece lily ma ancora una scintilla di tristezza era viva nei suoi occhi.
Così star cominciò a cantare abbozzando qualche passo e cercando di trascinare anche lei.
“You know I can be found
Sitting home all alone
If you can't come around
At least please telephone 
Don't be cruel to a heart that's true        
 
Baby, if I made you mad          
For something I might have said  
Please, let's forget the past       
The future looks bright ahead     
Don't be cruel to a heart that's true        
I don't want no other love      
Baby it's just you I'm thinking of.”
 
Lily rise leggermente cercando di non far troppo rumore. “Anche questa canzone te la canta tuo fratello?”
“Si, l’ha tirata fuori un girono in cui ho deciso di arrabbiarmi un po’ con lui. E’ Don’t be Cruel di Elvis ovviamente.”
“Vi piace molto Elvis Presley.”
“A chi non piace il re?”
“Giusto.” Concordò Lily. “Continui a cantare?”
Star sorrise.
 
“Don't stop thinking of me   
Don't make me feel this way
Come on over here and love me
You know what I want you to say
Don't be cruel to a heart that's true        
Why should we be apart ?       
I really love you baby, cross my heart          
 
Let's walk up to the preacher
And let us say I do
Then you'll know you'll have me
And I'll know that I'll have you
Don't be cruel to a heart that's true        
I don't want no other love      
Baby it's just you I'm thinking of
 
Don't be cruel to a heart that's true        
Don't be cruel to a heart that's true        
I don't want no other love      
Baby it's just you I'm thinking of.”
 
“E’ proprio una bella canzone.” Le concesse la rossa.
“Certamente lo è ma ora…” La mora le prese una mano senza smettere di sorridere. “…ora è meglio se corriamo.”
Lily non fece in tempo a replicare che si ritrovò a scappare da qualcosa o qualcuno guidata dall’amica che espertamente passava su e giù per le scale usando passaggi segreti e altre scorciatoie per farle arrivare entrambe sane e salve alla torre.
“Da chi stavamo…?” Cercò di chiedere la ragazza con il fiatone una volta al sicuro in sala comune.
“Da un prefetto.” Rispose Star ridendo e contagiando anche la sua compagna di avventure. Le due ragazze passarono ancora un po’ di tempo a parlare del più e del meno raggomitolate in un divano accanto alle braci quasi spente del camino e poi si decisero ad andare a dormire.
 
 
………….
 
Finalmente arrivò la domenica di Pasqua e nel dormitorio maschile del terzo anno il primo ad aprire gli occhi fu James che nel cercare gli occhiali sul comodino trovò anche qualcos’altro. Una volta messo a fuoco il piccolo ovetto rosso e oro rimase ad osservarlo per un po’ di tempo insicuro sul da farsi.
Sirius si alzò in piedi dopo un po’ rigirando tra le mani un ovetto blu cobalto e rosso. “Ciao Fratello. Che dici ci fidiamo di romperli?”
“Fossi in voi aspetterei la dimostrazione pratica di Star, non si sa mai cosa potrebbe accadere.” Sbadigliò Remus cominciando a vestirsi e tenendo sempre sott’occhio l’ovetto che aveva trovato all’interno del suo baule come per paura che potesse esplodere da un momento all’altro.
Una volta vestito James scosse Peter prendendolo per una spalla e il poveretto si svegliò con un aria piuttosto persa. “Trova il tuo uovo e preparati.” Gli consigliò il ragazzo occhialuto.
Scesero in Sala Comune tutti insieme e lì si era già radunata la maggior parte della casa, tutti nel vederli sollevarono le loro uova in attesa di istruzioni ma i Malandrini non aprirono bocca. In cima alle scale dei dormitori femminili apparve Star con un ovetto blu cobalto. “Hei, Jame!” Grido la ragazza. “Fammi un favore, Sali uno scalino e aziona lo scivolo.”
“Neanche morto!” Le urlò in risposta suo fratello.
“Codardo.” Sbuffò semplicemente lei. Il ragazzo le lanciò uno sguardo omicida e si rimboccò le maniche avvicinandosi alle scale, saltò sul primo scalino e poi scese immediatamente mettendosi a distanza di sicurezza, le scale si fusero in uno scivolo di pietra suonando l’allarme, attirando così l’attenzione di tutti, e Star gettò a terra il suo piccolo uovo che si ruppe creando una bolla spessa e blu cobalto, la ragazza la modello a suo piacimento finché non divenne una sfera abbastanza grande da contenerla fatto questo prese la rincorsa e vi saltò dentro. “Arrivo!” Gridò, la sfera si solidificò trattenendola al suo interno e rotolando lungo lo scivolo, una volta fermatasi contro un divanetto Star batté due volte le mani e la bolla attorno a lei scoppiò lasciandola libera. “E buona Pasqua a tutti!” Augurò dopodiché ruppe un altro uovo lanciò la bolla contro suo fratello al quale scoppiò in faccia infine con un sorriso enorme lasciò cadere a terra un altro uovo gridò “BOING” e iniziò far rimbalzare la bolla per poi lanciarla, la sfera si comportò come una pallina di gomma super rimbalzante rischiando di schiacciare qualcuno. In pochi minuti l’intere Sala Comune si trasformo in un disastro pieno di palline rimbalzanti e bolle che scoppiavano addosso a  tutti tanto che alcuni usarono il proprio uovo per creare una sfera solida in cui mettersi al sicuro.
I Malandrini uscirono dalla sala un po’ sconvolti ma sicuramente divertiti come alcuni altri studenti. Presto i mille usi delle uova si sparsero in giro per il castello e la maggior parte uscì nel parco dove vi era più spazio per rotolare.
“Ok, quest’idea e fantastica.” Si complimentò James con sua sorella a colazione mentre tentavano di non essere travolti da sfere, bolle e palline.
“Piace anche a me.” Le confidò Remus.
“Allora sono felice!” Sorrise lei tuffandosi in un muffin al cioccolato.
“Star?” Lily si avvicinò al loro tavolo in compagnia di Alice. “Sei stata tu?”
“Sono nei guai?” Chiese la mora.
“No, cioè… non credo… è forte… a suo modo.” Balbettò la rossa.
“Sta cercando di dirti che è un idea meravigliosamente fantastica!” Le venne in aiuto Alice sprizzante di energia.
“Ho usato meno parole per lo stesso risultato…” Borbottò James poggiandosi la mano su un orecchio apparentemente ferito dal tono della ragazza.
“Ovvio, sei un ragazzo, voi usate sempre meno parole possibili.” Lo rimbeccò Alice.
“Ok, beh, grazie…” Mormorò Star sorridendo.
“E’ una mia impressione, Evans, o ti stai lasciando trascinare dall’entusiasmo di Star per le pazzie?” Commentò Sirius.
“Non mi sto lasciando trascinare da niente!” Sbottò quella offesa.
“Non direi, ricordiamo tutti come eri messa il giovedì mattina, mi sbaglio o Vitious ti ha pure ripreso perché stavi per addormentarti in classe?” Replicò Sirius.
“Taci Ziriuz!” Lo zittì Star prima che Lily potesse replicare. “E’ stata una bellissima serata tra donne. Grazie a entrambe, spero vi divertiate, ciao!” Afferrò il concetto e trascinò via la sua amica.
“Tragedia evitata.” Notò Remus.
“Confermo.” Sospirò Star. “E tu, Felpato, potresti essere meno…?”
“Meno divertente, affascinante, magnifico, stupendo e geniale? No, mi dispiace.” Il ragazzo si chinò verso di lei sporgendosi sopra il tavolo. “E, dolcezza, non storpiare mai più il mio nome.”
“Meno odioso. E tu, non chiamarmi dolcezza.” Ribatté Star alzandosi in piedi per fronteggiarlo, i loro visi erano estremamente vicini e i due si stavano fulminando con lo sguardo. All’improvviso Sirius si lasciò sfuggire il suo solito mezzo sorriso e Star lo spinse a sedere borbottando qualcosa come “Idiota.” entrambi ricominciarono poi a mangiare tranquilli.
James fece spallucce. “Voi due siete così strani…”
“Per gli dei del Rock! Taci!” Sbraitarono all’unisono Black e White.
“Oh, hai messo il bracciale d’oro!” Se ne uscì Remus all’improvviso indicando il polso della sua amica.
“Eh già, avete ottimi gusti voi ragazzi, lo metto sempre, mi piace molto, è così carino e c’è incisa anche la mai data di nascita dietro la placchetta in piccolino, è così grazioso, una libellula spargi fiori!” Cantilenò la ragazza tutto d’un fiato cominciando poi a fissare il soffitto.
“E’ partita di nuovo per il mondo degli unicorni rosa!” Scherzò Sirius.
“Azzurri, per favore.” Puntualizzò lei.
“Azzurri, giusto!” Concordò il ragazzo con un pizzico di sarcasmo. “Comunque ovviamente il braccialetto l’ho scelto io, sono l’unico con abbastanza gusto e quella che indossi è la mia maglia dei Rolling Stones?”
“Hai appena detto che hai buon gusto, giusto? Quindi se indosso i tuoi vestiti ho un buon gusto anche io, vero? Argomento concluso, usciamo devo provare una cosa…” Star si alzò in piedi di scattò afferrando una decina di uova lungo il percorso fino al parco seguita dai Malandrini troppo intenti a schivare le bolle colorate per far altro.
Una volta all’esterno milioni di sfere di mille colori e con mille utilizzi viaggiavano ovunque a mille velocità differenti.
“Un bel casino.” Si complimentò con sé stessa la ragazza rompendo poi un ovetto, plasmò la bolla finché non riuscì a contenerla e poi gridò BOING.
“So che sarà una brutta idea…” Si disperò Remus in anticipo mentre gli altri due ragazzi imitarono la loro amica che cominciò a saltare ovunque rimbalzando all’impazzata seguita da James e Sirius anche loro nelle bolle e da Remus terribilmente preoccupato per la vita degli studenti che i suoi amici stavano rischiando di spiaccicare.
Remus raggiunse gli altri Malandrini in riva al lago dove quelli erano appena usciti dalle bolle un po’ storditi e con la testa che girava. “E’ stato mitico!” Si esaltò James.
“Non fatelo mai più!” Li pregò Remus.
“Andiamo in cima alla salita e rotoliamo giù fino al lago, tutti nella stessa bolla!” Gridò Star esaltata.
“Si!” Urlarono James e Sirius afferrando Remus e trascinandolo con loro.
Entrarono tutti e quattro in una gigantesca bolla e rotolarono con essa lungo la discesa fermandosi poco prima del lago in un groviglio di braccia e gambe si districarono alla svelta e ripartirono.
Per tutta la mattinata gli studenti si sfogarono al massimo e nessuno cercò di fermarli. Dopo pranzo i più stanchi si fermarono in qualche angolo ad osservare gli altri così Star spiegò loro un altro utilizzo della bolla.
“Sei pronta?” Chiese ad una ragazza che aveva voglia di leggere in pace all’aperto e alla quale aveva fatto prendere dei morbidi cuscini e un libro. Prese un uovo lo ruppe e le creò una sfera. “Ora entraci tenendoti stretta tutto quanto.” La ragazza obbedì. “E adesso dì su.”
“Su…” Sussurrò appena la ragazzina del primo anno, la sfera si sollevò lentamente portandola in alto.
“E ora di stop.” Le consigliò Star quando la vide a circa due metri d’altezza, la ragazza eseguì ancora una volte e la sfera si fermò in aria. “Ora puoi sistemarti come vuoi e leggere, e quando vuoi scendere basta che dici giù. Tutto qui, buon divertimento!”
La Malandrina si riunì con i suoi amici e ricominciò a divertirsi con loro finché Lily e le altre ragazze non passarono loro accanto proprio mentre stavano per entrare nell’ennesima bolla rotolante.
“Hei, com’è?” Chiese Star. Le ragazze le sorrisero.
“Sei un genio!” Si complimentò Mary. “Non sai con quanti meravigliosi ragazzi ho potuto restare sola in una bolla!”
“Mary!” La rimproverò Emmeline.
“E’ vero!” Si difese la bionda.
“Ah, fantastico. Ehi Lily fai un giro con me?” Propose Star indicando la bolla appena creata. La rossa fece spallucce e acconsentì entrandoci. Con un gesto fulmineo la mora afferrò suo fratello gettandolo all’interno della sfera e poi le diede una spinta. Lily gridò qualche minaccia ormai incomprensibile mentre rotolava con James. Le ragazze la fissarono come se avesse appena firmato la sua condanna a morte mentre Sirius le diede un’occhiata ammirata.
“Lo so, non mi parlerà mai più… ma ne è valsa la pena, io sono dalla parte di mio fratello!” Spiegò quella allargando le braccia.
“Credo che Lily vi ucciderà entrambi sterminando così i Potter.” Suppose Remus.
Dalla riva del Lago provenne un grido femminile. “Mai e poi mai Potter! Tu morirai per questo Potter due!” Lily risaliva la collina con una luce omicida negli occhi. “Ma che ti è saltato in mente! Credo fossimo amiche! Rinchiudermi con quel Potter!”
“Ops, errore mio!” Star lanciò un ovetto a terra tuffandosi alla svelta in una sfera e partendo a  rimbalzare via il più lontano possibile.
Quando i Malandrini si riunirono al pontile, nascosti da occhi indiscreti o fiammeggianti James abbracciò sua sorella con calore.
“Sei un piccolo genio!”
“Ma che cosa lei hai fatto?” Chiese Sirius.
“Ovviamente l’ho scopata, in meno di quattro secondi, in una palla rotolante a velocità impazzita.” Commentò sarcastico James passandosi una mano tra i capelli.
“Se ci sei riuscito sul serio tanto di capello!” lo prese in giro Sirius fingendosi serio.
“Ragazzi!” Li bloccò Remus.
“Ok, veramente James dimmi che non hai sprecato l’occasione che ti ho dato grazie alla quale dovrò ricominciare a creare un rapporto con la mia unica confidente di sesso femminile.” Borbottò Star ridendo.
“L’ho solo circondata con le braccia tenendole rigide per non schiacciarla.” Raccontò il ragazzo.
“Ottimo.” Decretò sua sorella.
“E poi le ho chiesto di uscire con me all’ultima uscita ad Hogsmeade a maggio.” Continuò lui.
Tutti e tre i suoi amici si accasciarono a terra esasperati. “Sei un disastro, fratello.” Commentò Sirius.
 
…………..
 
Per tutta la cena Lily cercò intensamente di uccidere con lo sguardo i due Potter. Fortunatamente non vi riuscì. E quando Silente si alzò in piedi per augurare a tutti la buona notte i Malandrini balzarono in piedi sul tavolo, Remus compreso, afferrarono delle uova, corsero sul tavolo fino all’uscita e aprirono il portone di quercia uscendo all’aria aperta con una folla di studenti sorpresi e professori inferociti alle spalle.
“Se mi uccidono per questo io uccido voi, lo giuro!” Gridò Remus.
“Nessuno ti ucciderà finché io sarò in vita.” Lo rassicurò Star facendogli un occhiolino poi lasciò cadere tre uova dietro di se gridando “Sbrilluccicate!” le bolle che scaturirono dalle uova si illuminarono volteggiando allegre e colorate a circa un metro sopra il suolo. Molti studenti che li seguivano li imitarono liberando moltissime bolle colorate. I Malandrini nel frattempo erano entrati due a due in due sfere luminescenti e stavano rotolando verso il lago finendoci dentro e galleggiando sulla superficie dell’acqua. Eppure le bolle non sembravano essere totalmente impermeabili dato che presto i ragazzi cominciarono a spruzzarsi a vicenda con dell’acqua raccogliendola da sotto i loro piedi e lanciandola nella sfera degli “avversari” che diventava così molto scivolosa.
Presto molti ragazzi e ragazze seguirono il loro esempio e il Lago Nero si trasformò in un luccicante e colorato campo di battaglia all’ultimo spruzzo.
“Credo che dovresti perdonarla.” Suggerì Marlene a Lily mentre erano sulle rive del lago ad osservare la maggior parte dei loro compagni darsi battaglia.
“No.” Sbuffò la rossa.
“Io credo di si.” Provò Alice mentre insieme a Mary la raggiungeva entrambe erano bagnate dagli schizzi e la bionda teneva in mano  un foglietto di carta blu cobalto.
“Cos’è?” Chiese Emmeline.
“Le scuse di Star.” Spiegò Mary consegnandolo alla sua amica dagli occhi verdi.
“Non le leggerò.” Decretò Lily.
“Credo dovresti.” Insistette Alice. “Fallo per me!”
La rossa sospirò ed aprì il foglietto leggendo ad alta voce. “Sono seriamente molto dispiaciuta per ciò che ho fatto, era solo uno scherzetto infantile, ora puoi vendicarti. Devi semplicemente dire POP! Varrà più volte.” Dopo un altro sospiro la ragazza intascò con violenza il bigliettino. “Sul serio?! E dovrei fidarmi?! Magari mi ritrovo chissà dove con chissà chi!”
“Credo che dovresti darle un po’ di fiducia. Ti prego!” La supplicò Marlene.
“Ok, ok!” Lily prese un bel respiro e disse “POP” quasi al centro del lago una bolla scoppiò e James e Star finirono in acqua. I due furono quasi sommersi dalle altre bolle e raggiunsero la riva a fatica tra le risate generali e ridendo a loro volta. Star cercò con lo sguardo una chioma rossa e quando la trovò le fece un occhiolino.
“Si, credo che potrei perdonarla, forse.” Sorrise Lily attendendo poi che i due fratelli entrassero in altre bolle per farle scoppiare di nuovo.
Intanto Sirius cominciò a cantare.
“I never met a girl who makes me feel the way that you do. (You're alright)
Whenever I'm asked who makes my dreams real, I say that you do. (You're outta sight)

So, fee-fi-fo-fum
Look out baby, 'cause here I come.

And I'm bringing you a love that's true.
So get ready, so get ready.
I'm gonna try to make you love me too.
So get ready, so get ready 'cause here I come.

(Get ready 'cause here I come) I'm on my way.

(Get ready 'cause here I come)”
“Sul serio Felpato! I The Temptations?” Lo prese in giro James.
Ma Star seguì l’esempio dell’amico.
“If you wanna play hide and seek with love, let me remind you (It's alright)
But the lovin' you're gonna miss and the time it take to find you (It's outta sight)

So, fiddley-dee, fiddley-dum
Look out baby, 'cause here I come.

And I'm bringing you a love that's true.
So get ready, so get ready.
I'm gonna try to make you love me too.
So get ready, so get ready 'cause here I come.

(Get ready 'cause here I come) I'm on my way.

(Get ready 'cause here I come)
(Ger ready)”

Ben presto anche James dovette arrendersi e cantare con I suoi amici trascinando pure Remus, si trovavano tutti nella stessa sfera.

“If all my friends should want you too, I'll understand it. (Be alright)
I hope I get to you before they do, the way I planned it. (Be outta sight)

So tiddley-dee, tiddley-dum
Look out baby, 'cause here I come.

And I'm bringing you a love that's true.
So get ready, so get ready.
I'm gonna try to make you love me too.
So get ready, so get ready 'cause here I come.

(Get ready 'cause here I come) I'm on my way.

(Get ready 'cause here I come)
(Get ready 'cause here I come-a)
(Get ready)”

Stavano per cominciare una nuova canzone quando la bolla scoppiò e i ragazzi caddero nuovamente in acqua. La fantastica serata si prolungò ancora per un paio d’ore e molte altre volte James e Star finirono in acqua o a terra. Finché Silente non decise che era davvero tardi e obbligò tutti ad andare a letto.
Nella dormitorio femminile da quarto anno mentre le ragazze si preparavano per andare a dormire asciugandosi alla meglio Lily si avvicinò a Star. “Perdonata, per questa volta. Ma non azzardare mai più a fare così!”
Con una risata generale tutte si infilarono a letto, Star sfilò un certo diario da sotto il cuscino, lo guardò un po’ di volte e poi lo gettò dentro il baule facendo in modo che finisse sul fondo, tornò a stendersi e guardò fuori dalla finestra dove le stelle brillavano. “Spero che tu ora sia in un posto migliore, papà.” Mormorò al cielo.
 
 
 
***********
 
Bingo! Ci sono, dai, ho finito Pasqua…. E si, dai…. È solo un po’ tardi… ma mò ce la faccio, eh!
Ciao ciao
  
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