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Autore: claws    10/01/2016    0 recensioni
Quattro drabble e qualche verso di una poesia per parlare del mare, di due donne e della specie umana (e di qualche altra specie).
L’era della pirateria finirà: per il mondo sarà trascorso solo un minuto.
[≈400 parole in totale]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hina, Tashiji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Humans of Can Do'
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Élan (Elän)







Da un principio così semplice infinite forme,

bellissime e meravigliose, si svilupparono e ancora si sviluppano








In due anni ogni vita cambia. Cambiano le abitudini, anche se può sembrare un controsenso; si possono rimettere i piedi a terra, nel proprio paese natio, e scoprire che il vecchio fabbro è morto e che suo figlio ha ora due figli; alcuni regni cadono e altri vengono fondati; delle isole vengono inghiottite dal mare e altre sorgono dalla lava di un vulcano.

Presto o tardi ci si chiede—dove sono i punti fermi, in un mondo in movimento?


Entrambe hanno capito che la stabilità – confortante, forse effimera?, ma liberatoria – proviene da due spiriti: il proprio e quello del mare.



[La vita che chiami vita qui si conserva
solo come memoria disseccata, muto sguardo
di fossile o carbone, minerale.]



Tashigi sta ancora cercando la propria forza. Si allena più di tutti gli altri – migliora più di tutti gli altri, sulla nave.

Sa di non aver trovato il proprio limite quando, all’orizzonte, pensa di vedere un’isola e, sporgendosi dal parapetto, capisce di aver davanti un ammasso di rifiuti galleggianti, incollati tra loro sul liscio nero del mare come il rigurgito di un mulinello.

Il cuore le si stringe in una tenaglia mostruosa e sa di non avere ancora la fermezza che ci si aspetta da una perfetta spadaccina. Vi farà rimedio.

Le spade piangono, entrambi gli spiriti piangono con loro.





Una delle meraviglie del mare sono gli animali che lo abitano. Essendo una protetta del Diavolo, Hina prova profonda nostalgia per i tempi in cui poteva ancora nuotare. È una nostalgia buona: una voglia struggente che si abbina alla perfezione al sapore di una sigaretta – meglio ancora se nella scia della nave ci sono dei delfini che si rincorrono nel tramonto delle isole estive, oppure dei beluga che nuotano a pelo dell’acqua presso le isole dell’inverno.

Quando vede un’orca nuotare su un fianco e sollevare una pinna sopra l’acqua—

La strada del mare (e della giustizia) scelse lei o viceversa?



[Le montagne parlano la lingua del mare e delle stelle, (...)
un’altra lingua in cui ogni cosa è uguale
e necessaria, esatta e inessenziale; e tutto varia
col variare del tutto.]



Anche quando gli spiriti di Tashigi e Hina sono in contemplazione del mare, in nessun modo le due donne sono immobili: in ogni secondo delle loro vite entrambe si raddrizzano e dondolano sul filo dell’equilibrio.

Riconoscono nel mare una voce media, né positiva né negativa; il ventre dell’oceano è come il loro grembo, lo sanno, lo hanno imparato – guardandolo e lasciandosi cullare sulle onde, in tempesta o in bonaccia.

Il mare sopravvivrà a loro.

Nonostante gli esseri umani si stiano impegnando nel distruggerlo, l’oceano non si farà sopraffare. L’era della pirateria finirà: per il mondo sarà trascorso solo un minuto.





(WE WERE HERE!)

























Note Autrice:

Volevo parlare in modo delicato del problema dei rifiuti (vero che voi lettori fate la raccolta differenziata, vero?) e in modo altrettanto delicato della bellezza del mare, senza perdermi in troppe parole, come invece faccio di solito. E anche parlare delle donne, perché gli ultimi fatti sui giornali mi riempiono di rabbia e stupore per un sacco di motivi.

Poi, amando tanto tanto Tashigi e Hina, non potevo non parlare di loro. Non sono anche loro forme bellissime e meravigliose?!

Spiego il titolo: élan in inglese vuol dire “energia, entusiasmo”. È un vigore spirituale (per me lo è soprattutto per i colori e i suoni) che credo che le nostre due marine abbiano – anche se in queste drabble vengono colte in un momento di contemplazione, i loro cuori sono in continuo movimento, alla ricerca di una stabilità che non è stare fermi, ma è qualcosa come continuare a muoversi per rimanere in equilibrio. Elän, invece, in finlandese vuol dire “io sono vivo, io vivo”. (Non chiedetemi perché sto studiacchiando finlandese.) Le due parole non hanno la stessa origine, vi prego di tenerne conto: però il fatto che abbiano suoni simili mi ha subito colpito molto.

Il primo sottotitolo è una citazione dal libro L’origine delle specie di Darwin, tradotto da me (quindi in maniera tutt’altro che impeccabile); le parti tra parentesi quadre sono citazioni di una poesia di Fabio Pusterla, intitolata Sette frammenti dalla terra di nessuno, VI.

L’ultimissima frase è una citazione dalla canzone The Greatest Show On Earth, dei Nightwish.

Vi ringrazio per aver letto! C:

claws_Jo





Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Eiichiro Oda; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

  
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