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Autore: CrisNialler    10/01/2016    2 recensioni
Sentii dei rumori di passi dietro di me. Erano degli zombie? Speravo solo non fossero i miei amici, non potevano vedermi così, ero scappata proprio per questo: morire da sola. Ma no, dietro di me non c'erano i miei amici: c'era l'uomo spietato che aspettavo con ansia, solo che non mi uccise come desideravo.
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon, Nuovo personaggio, Rick Grimes, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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“Civilization is held together by duct tape and spit,
and I'm worried
 about the duct tape.”

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"Meno ti agiti e meno ti farà male."

Questa frase mi risuonava nelle orecchie mentre disinfettava la mia pelle.
Commisi il grande errore di guardare lì dove mi faceva male perché avevano asportato un quadrato di pelle, proprio sul morso, lasciando solamente metà dell'arcata superiore che lo zombie mi aveva regalato.
Sbiancai -ancora di più- alla vista dei muscoli tesi sotto la ferita e il sangue che mi sporcava l'intero braccio.
Ricoprirono la ferita con una garza medica ponendo la pelle asportata, che aveva un clorito violaceo per l'infezione, su un piattino trasparente. La pelle era pronta per essere analizzata con il microscopio che, da quanto avevo capito in base alle numerose sparizioni dei due, si trovava in un'altra stanza.

 

Resisti, resisti.
Dio, no! Non dovevo resistere dovevo solo scappare al più presto. Sarebbe successo ora, o, letteralmente, mai più.

Aspettai che Clide andasse via sbattendosi alle spalle la pesante porta scura, per fare la mia mossa.
"Devo andare in bagno." dissi cercando di stringere le gambe facendo capire il mio problema.
Il ragazzo borbottò qualcosa per poi rivolgersi a me "Ci sei andata poco fa, questo non è un albergo."
"Lo avevo notato."
"Perspicace, quindi sai anche la risposta."
"L'ultima volta non ne avevo bisogno ed era.. Erano comunque 5 ore fa."
Parlare mi risultava difficile, non potevo farcela davvero.
Sbuffò imprecando, ma comunque cadendo nella mia trappola: mi slegò.
Tremante poggiai i piedi sul pavimento, ma la debolezza e il formicolio delle gambe mi costrinsero a fermarmi.
Devi farcela.

"Ora sbrigati, però." mi strattonò e caddi, provocando il lui risate fredde e in me forte dolore alle braccia, anch'esse addormentate.
Sentii il corpo del ragazzo avvicinarsi, accovacciarsi vicino a me. Mi spostò i capelli da un orecchio sussurrandomi qualcosa che suonava come un "Manca poco" alla quale non prestai attenzione in quanto tutto il mio corpo era occupato nel nascondere l'arma che avrei utilizzato per ucciderlo.

 

Durante l'operazione per asportarmi la pelle nessuno dei due aveva raccolto un bisturi caduto dal piatto di metallo sul quale poggiavano tutti gli strumenti che stavano usando. Avevo riposto tutta la mia attenzione, e speranza, su quell'attrezzo: non ero del tutto sicura fosse di cosa fosse, ma qualcosa di appuntito era caduto, ed era la mia unica salvezza.
Ora, stringendolo nelle mani, mi sembrava così potente e perfetto. Era un bisturi vecchio, grezzo ma tagliente.

"Non.. Non lo hai ancora capito, vero?" Gli chiesi sorridendo tra il dolore che continuavo a provare.
"Cosa, signorina?" Mi rispose toccandomi oscenamente il fondoschiena da sopra i pantaloni verdi.
"Che io non morirò qui!"
Con un colpo di fianchi riuscii ad allungare abbastanza il braccio da recidergli la carotide.

 

Lui borbottò qualcosa con le mani che cercavano un modo di fermare il sangue che scendeva copioso e la bocca che non riusciva a contenere quello che la riempiva.
Sorrisi alla scena.
Stava agonizzando al suolo quando provò, nonostante tutto a fermarmi dal prendere la katana per finirlo del tutto. Si aggrappò alla gamba del pantalone e io lo strattonai debolmente.

 

Con due grandi falciate sicure afferrai la mia arma che quasi mi trasmise forza, riempendomi i muscoli di adrenalina. La sfoderai, la lama era scura e rovinata, ma perfetta in quel momento.

Un rumore alle mie spalle mi fece scattare: la porta si era aperta e davanti ad essa c'era Clide, che con un sorriso soddisfatto osservava l'ormai cadavere del suo giovane assistente.

 

Appena provai ad avanzare verso di lui, con la katana pronta a colpire, mi puntò contro una pistola. Non mi fermò: non avevo nulla da perdere, ero già morta.
Premette il grilletto, sparando alla mia gamba, ma non fu un proiettile a colpirmi. La pistola era a tranquillante che nel colpirmi alla coscia diffuse immediatamente il suo contenuto nel mio corpo.
Caddi al suolo, come una bambola dagli arti rotti, abbandonando la presa sulla katana.
Con gli occhi bagnati dalle lacrime e offuscati dal vicino sonno forzato riuscii a vedere l'uomo avvicinarsi lentamente a me. Poggiò le grandi mani sulla mia fronte, borbottando qualcosa.
"Dove pensavi di andare?" Mi chiese calmo.
"P.. Perché mi fai questo?" sputai con l'ultimo briciolo di lucidità.
"Perché? Perché tu, bambina, sei
immune."
 

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Tadataaaaa
PLOT TWIST ASF
fatemi sapere cosa a va o cosa non va in questa storia perchè 
senza commenti, senza sapere se effettivamente piace a qualcuno
ho sempre meno voglia di scrivere :( x

 

  
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