Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Edson_Giosa_Coboio    10/01/2016    1 recensioni
Cosa faresti se un giorno scoprissi che il tuo corpo è scrigno di verità sepolte da migliaia di anni, se nel tuo Dna si celasse ciò che ti renderà un grande e potente... Re?
::
Bastarono pochi clic, e Per potè ottenere la frase che desiderava scoprire.
“Re dei Normanni”.
Per si guardò il petto nudo, sbalordito, in cerca di risposte, ripetendo ancora una volta la domanda che da ore ed ore gli baluginava in mente.
“Cosa diavolo vuol dire tutto questo?”
::
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Gregory Developmental Rd
Conjuboy, Queensland
210/07/15
Ore 17:20

 
‘Vua cùa càc thô dân’
 
“You were working as a waitress in a cocktail bar
When I met you
I took you out, I shook you up and turned you around
Turned you into someone new”
“Papà, ti prego!”.
Zayden McPaddon era un ragazzo di diciassette anni dalla corporatura esile, la pelle mulatta e una straordinaria avversione per i viaggi in macchina col padre, le canzoni delle band preferite di suo padre e le doti canore del padre.
Un viaggio di mille miglia nel bel mezzo dell’Australia orientale passato ad ascoltare brani dei Depeche Mode e degli Human League rasentava la sua rappresentazione del concetto di “inferno”. Per non parlare del fatto che il signor Brandon McPaddon dovesse avere per forza ugola e corde vocali di diamanti, vista la loro incredibile resistenza: Zayden era l’unico spettatore non pagante di una performance live senza eguali, che durava oramai da una dozzina di ore complessive.
“Ti prego, spiegami come fai ad andare avanti con queste melodie dozzinali per tutto il viaggio” disse il ragazzo in un sospiro di noia mista a impazienza. “Ah figliolo, mi piange il cuore a vedere che non apprezzi la grande musica… vedi Zay, questi sono gruppi che hanno fatto la storia, sono gruppi ch… DON'T YOU WANT ME BABY! DON'T YOU WANT ME OH!! DON'T YOU WANT ME BABY!!! DON'T YOU WANT ME OOOOHHH!!!!”. il signor McPaddon aveva sentito l’arrivo del ritornello della canzone ed era ricominciato lo show, accompagnato con suonate di clacson a ritmo di musica. “Oh papà dai, c’è l’automobilista dietro di noi che ha già tirato fuori il braccio”.
“E va bene, e va bene, ora magari abbassiamo un po’ il volume, ecco qua… Ora Zay, per favore, dai un’occhiata alla mappa: non dovrebbe mancare molto a Port Douglas. Tuo nonno non vede l’ora di vederti, sai? Ha chiesto espressamente che venissi anche tu con me”.
“Beh, direi che farsi sentire dopo 13 anni è proprio una genialata, da parte sua. Non vedo l’ora che mi dica che sono cresciuto dall’ultima volta che mi ha visto” fu il commento infastidito di Zayden. “Oh Zay andiamo, per l’ultima volta: tuo nonno è un uomo di mondo, uno spirito libero. Che io sappia era da cinque anni che non tornava in Australia, pensati. E’ fatto così, lo sai: dopo l’incidente alla mamma, sai…”.
 
L’incidente. Zayden aveva un unico, indelebile ricordo fulmineo di quella giornata: loro tre che attraversavano la strada, lui che, ai primi tentativi di corsa sfuggiva al controllo dei suoi, la macchina che sopraggiungeva a folle velocità, il volo di sua madre per spostarlo dalla traiettoria del veicolo impazzito… Poi basta, null’altro: era venuto a sapere che il pirata della strada era scappato e che non era più stato rintracciato, e che sua madre era già in coma quando l’ambulanza era arrivata, in quel maledetto limbo che era divenuto la sua casa in tutti questi anni, con l’ospedale Saint Lucy di Sydney che era divenuto una seconda abitazione anche per Zayden e suo padre.
Zayden si sforzò di ricacciare indietro cattivi pensieri: erano l’ultima cosa che gli serviva. “Scusami papà, dev’essere il viaggio, così lungo. Poi, è la prima volta che siamo così distanti da mamma”.
Il signor McPaddon si voltò a guardare il giovane per un istante. “Zay, fidati: un viaggio del genere non ci può che far bene. Era ora che facessimo qualcosa assieme di così bello ed avventuroso!” disse, mollando un buffetto sulla guancia al suo unico figlio. “Lo so papà, hai ragione” rispose Zayden. “Io… io ci proverò a godermi questo viaggio, ecco”. “Oh, questo è il mio ragazzo! Questo è lo spirito giusto!”.
“Però ti prego non venirmi a dire che due giornate interamente spese in macchina sono qualcosa di ‘avventuroso’” disse il ragazzo, rifilando un pugnetto al braccio del padre più vicino. “Ehi ehi, piano Maciste, o spezzerai un osso a tuo padre, eheh. Guarda che altrimenti cambi tu tutte le marce fino a Port Douglas, signorsì” disse il signor McPaddon sghignazzando. “Ecco un cartello, vediamo cosa dice… ‘Conjuboy’, è nella mappa figliolo?”. Dopo una breve ricerca, Zayden trovò il pallino nella cartina “beh papà, ci sono una buona notizia ed una notizia meno buona: quella buona è che, per esserci nella mappa, c’è; quella meno buona, è che non siamo più sull’Autostrada Litorale, ma in pieno entroterra del Queensland, più precisamente nella strada statale 63” concluse, con aria divertita. “Come? No, non può essere! Fa’ un po’ vedere, tienimi il volante un attimo… oh, per la miseria. Io e il mio maledetto senso dell’orientamento! Perché nel Queensland le strade sono tutte uguali? In effetti era da un po’ che non si vedeva più l’oceano…” Dopo circa una ventina di chilometri, i McPaddon si fermarono ad una roadhouse.
“Oh, avevo giusto un languorino…” disse il padre di Zayden, spegnendo la macchina e scendendo. Il ragazzo rimase al proprio posto.
“Papà, vai pure dentro te intanto, arrivo subito”.
“Come vuoi, ma vorrà dire che mi prenderò io la bistecca più grossa” urlò il signor McPaddon, improvvisando una goffa corsa verso la locanda.
Rimasto da solo nella vettura, Zayden potè togliersi la maglietta dei Sydney Wanderers che indossava, e controllarsi il petto, dove ad attenderlo c’erano le lettere che aveva trovato quella mattina, al risveglio in macchina.
 
‘Vua cùa càc thô dân’
 
Zayden non poteva certo dirsi un esperto di vietnamita, ma il traduttore online aveva tradotto per lui senza alcun problema, rivelandogli lingua (appunto, il vietnamita) e il significato di quelle parole, che lo aveva tormentato per tutto il giorno:
 
‘Re degli Aborigeni’
 
come se non bastasse, Zayden si sentì improvvisamente rizzare i peli alla nuca. Era stata una ‘dote’ che lo aveva sempre accompagnato, da quando era piccolo, e che voleva dire solo una cosa: qualcuno lo stava fissando.
 
                                                                        >>>>>><<<<<<<
 
Rimase nell’ombra, fra i cespugli, ad osservare il ragazzo nella macchina. Poco prima, Zayden aveva iniziato a guardarsi attorno con aria spaurita, irrequieta.
“Ma certo: i suoi Sensi l’hanno avvertito della mia presenza”.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Edson_Giosa_Coboio