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Autore: eleanor89    13/03/2009    4 recensioni
Camminarono fianco a fianco in silenzio, lei che stringeva al petto un grosso libro ora, con la coda rossa che dondolava ad ogni suo passo, e gli occhiali che non potevano nascondere gli occhi arrossati dal pianto.
Probabilmente causato dalle grida di Sakura.
Come minimo lei sapeva tutto, a differenza sua. Del passato tragico di quella ragazza, dei suoi problemi a scuola dovuti al suo caratteraccio, di come quel gruppo di teppisti l'avesse provocata esattamente al momento sbagliato, quando stava per perdere il controllo già da sola, Dio solo sapeva perché, e così via.
«Come sta la tua mano, Aburame-san?» domandò all'improvviso la ragazza.
Shino spostò gli occhi su di lei, senza voltare il viso.
«E tu che ne sai?»
«Ho gli occhi, e ci vedo.»
[Shino/Shiho; InoShika?]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Shino Aburame
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Da leggere per comprendere questa storia: questo è un extra di una storia che ho intenzione di scrivere, e che non darà molto spazio a Shino o Shiho

Da leggere per comprendere questa storia: questo è un extra di una storia che ho intenzione di scrivere, e che non darà molto spazio a Shino o Shiho. Per una volta ho pensato di guardare i fatti con gli occhi di un non-protagonista della storia, di uno che non è in mezzo ai guai, a cui non sta per succedere nulla di particolare né è successo. Il tipico amico degli amici del protagonista, se vogliamo. Ecco perché non mi soffermerò a spiegare cosa diavolo sia accaduto prima durante la storia, o che fine facciano gli altri.

Il protagonista è Shino, punto. La co-protagonista Shiho.

Perché io sono una mosca bianca e non riesco ad immaginare lei con Shikamaru o Ino con altri ragazzi, però mi piace comunque fare le coppie di personaggi e non potevo lasciarli soli. E' stato un casino riuscire comunque a scrivere di uno Shino, e ci sono tre storie con incipit diversi nel mio pc tutte ShinoShiho che son morte strada facendo XD

Comunque, tanto per non lasciarvi a bocca asciutta, posso dirvi che c'è appena stata una rissa di Sakura-Ino- Hinata contro un gruppo di ragazzi/e della loro scuola che le hanno attaccate, perché ce l'avevano con Sakura. E che Sakura ha dato talmente di matto da rischiare seriamente di uccidere qualcuno, dato che aveva già una crisi di suo. E' ovviamente AU. E Shiho è in classe con loro tre, mentre Moegi è una loro Kohai.

 

Si ringrazia la Luly e CodeVeronica per il titolo, che mi ha fatto dannare più della storia  XD

 

 

 

Omake.

Lost moments after a punch-up.

 

 

 

 

Shino vide Sakura cadere a terra in ginocchio, con il sangue che scivolava lentamente sul suo viso e le sue spalle, e l'uniforme già inzuppata.

Accanto a lei zoppicò Ino, con la borsa a tracolla ancora su una spalla e le lacrime agli occhi.

Naruto, steso a terra, il lungo giaccone da teppista mancato scomposto sotto di sé e un rivolo di sangue giù per le labbra, la guardava tenendo gli occhi puntati più in alto possibile e la testa leggermente piegata indietro, e mormorando piano qualcosa, troppo piano perché potesse udirlo. Dovette aver funzionato, perché Sakura lasciò finalmente cadere la spranga e riprese a respirare.

«Ma che... diavolo è successo?» ansimò Kiba accanto a lui, pallido come un cencio e con gli occhi sempre su Hinata, che era rimasta in piedi, i lunghi capelli neri sospinti dal vento contro le sue esili spalle, e l'espressione dura e inflessibile che aveva avuto per tutto il tempo.

«L'aveva detto... Ino l'aveva detto... che Sakura avrebbe perso il controllo...» mormorò Shikamaru, lasciandogli andare il braccio e andando verso le ragazze con studiata calma, per evitare di farle scattare ancora.

Shino alzò gli occhi al cielo, grigio in modo fastidioso, e sospirò.

Poi ricordò le ragazze dietro la recinzione, e guardò verso di loro.

La prima, probabilmente alle elementari o massimo al primo anno delle medie, stringeva con forza i rombi di ferro e piangeva, probabilmente priva di voce. Del resto aveva urlato per tutto il tempo, cercando di fermare la sua sempai. La seconda, lunghi capelli rossi raccolti a coda e spessi occhiali da vista, era rimasta muta, e continuava a guardare oltre lui. Seguendo i suoi occhi vide Shikamaru aiutare Ino a restare in piedi, mentre questa a malapena lo guardava.

Shino pensò che probabilmente quella ragazza aveva una cotta per Shikamaru. Anche Ino l'aveva, e a lui sembrava assurdo che gli altri non se ne fossero accorti, ma aveva imparato da tempo che spesso ciò che a lui sembrava ovvio per gli altri non lo era affatto. Quella ragazza coi capelli rossi era una specie di genio, a quel che aveva raccontato Sakura, quando? Due giorni prima, ma sembravano due anni, dopo tutto quello che era successo. Un genio, eppure probabilmente era anche una delle solite oche che giravano intorno a Shikamaru, o agli Uchiha, e via dicendo. La cosa gli diede noia, senza che ne sapesse il perché. Di lei non sapeva molto, sebbene la notasse spesso accanto a loro, oppure in biblioteca le rare volte in cui erano andati a trovare Hinata o Sakura, e tutto ciò che immaginava di lei non coincideva con l'idea di oca, ma anche se si fosse sbagliato non si trattava di nulla di importante, quindi, perché?

Si rese conto di una fastidiosa sensazione di dolore alla mano solo in quel momento, e abbassando lo sguardo notò che si era sporcato parecchio di sangue anche lui. Ricordò il riflesso che lo aveva portato a stringere direttamente la lama del coltello che puntava alle spalle di Shikamaru, sebbene loro non c'entrassero nulla, e l'espressione terrorizzata dell'altro mentre lo mandava a sbattere a terra, al sicuro dalle ragazze.

Nessuno se n'era accorto, e non vide il motivo per informarli ora, così mise la mano in tasca e semplicemente s'incamminò, mentre sentiva Itachi al telefono chiamare un'ambulanza.

Un passo dopo l'altro, ben presto le voci dei suoi amici sparirono, e lui poté riprendere a respirare e pensare normalmente, ancora scosso. Che lo reputassero poco umano o meno era pur sempre solo un ragazzo, e vede la furia distruttrice di quelle tre lo aveva lasciato annichilito, come anche le grida strazianti di Sakura mentre questa perdeva il controllo.

Ora riusciva a vedere la realtà delle cose. Le conoscevano da anni, eppure non si erano mai accorti dei loro segreti, dei fantasmi terribili del loro passato, e lui, sebbene non si sentisse particolarmente in colpa, aveva la sensazione di esserne escluso.

Naruto sapeva, sapeva sempre tutto.

Shikamaru e Choji sarebbero stati informati da Ino, di sicuro. Hinata non parlava mai molto, ma Kiba forse avrebbe potuto costringerla a farlo se fossero stati soli. Ed in un modo o nell'altro, lui sarebbe stato comunque escluso, come se non fosse parte del gruppo.

Dei passi veloci alle sue spalle lo fecero voltare, e si ritrovò davanti la ragazza dai capelli rossi che aveva una cotta per Shikamaru.

Questa rallentò, e gli porse un ombrello. Il suo ombrello.

«Lo aveva tirato fuori quel tuo amico, ricordi? E tu lo hai lasciato a terra...» spiegò lei.

«Ah. Grazie.» disse Shino, allungando il braccio per prenderlo.

«Posso fare la strada di casa con te?»

La mano di Shino si fermò a mezz'aria per qualche secondo.

«Come vuoi... ragazzina.»

Doveva essersi parecchio spaventata se cercava la sua compagnia, e Shino non poteva darle torto.

Camminarono fianco a fianco in silenzio, lei che stringeva al petto un grosso libro ora, con la coda rossa che dondolava ad ogni suo passo, e gli occhiali che non potevano nascondere gli occhi arrossati dal pianto. Probabilmente causato dalle grida di Sakura.

Come minimo lei sapeva tutto, a differenza sua. Del passato tragico di quella ragazza, dei suoi problemi a scuola dovuti al suo caratteraccio, di come quel gruppo di teppisti l'avesse provocata esattamente al momento sbagliato, quando stava per perdere il controllo già da sola, Dio solo sapeva perché, e così via.

«Come sta la tua mano, Aburame-san?» domandò all'improvviso la ragazza.

Shino spostò gli occhi su di lei, senza voltare il viso.

«E tu che ne sai?»

«Ho gli occhi, e ci vedo.»

Shino sospirò. Se l'aveva visto era solo perché trovandosi dietro Shikamaru era al centro del suo campo visivo. «Sai chi siamo noi? Il gruppo di ragazzi che era vicino a te poco fa?»

«Teppisti, se non erro. O almeno, Uzumaki si diverte a chiamarvi così, ma non credo che Shikamaru-san sia d'accordo. A scuola comunque tutti sanno chi siete, conoscendo bene Yamanaka, Hyuga e Haruno.»

«Ecco. E non hai paura a parlare con me?» domandò, desiderando che lo lasciasse in pace. Era già abbastanza imbarazzante aver agito in modo impulsivo come avrebbe fatto Kiba e perlopiù inutilmente, senza che qualcuno lo rimarcasse a voce.

«Non particolarmente.» rispose lei serena.

Stavolta Shino si voltò a guardarla apertamente.

«Mi riesce difficile aver paura di qualcuno che per poco non si fa accoltellare per un amico, e che neppure lo dice all'amico in questione per averne gloria.» spiegò Shiho, con un sorriso timido.

Shino sbuffò. «Un idiota, insomma.»

Lei parve stupita: «Perché mai?»

«Non è il genere di cosa che faccio di solito.» borbottò infastidito.

«Bugiardo...» mormorò la ragazza.

«Come scusa?» non si trattenne lui, stupito che lei ancora continuasse a chiacchierare pacificamente. Lei sussultò imbarazzata, poi si costrinse a rispondere:

«E' esattamente il genere di cose che fai di solito, e sempre senza farti vedere. Io però ti ho visto.»

Shino si fermò, e la guardò dritto negli occhi, sebbene due paia di lenti li separassero riusciva a vederne la determinazione nel renderlo un amico virtuoso.

«Credo che tu ti confonda con Naruto.»

«Ti ho osservato bene, perché ti ammiro molto.»

Il pensiero principale di Shino fu “Chi è questa pazza?” ma si trattenne dal chiederlo, memore delle volte in cui Naruto lo aveva espresso rivolto a lui.

«Ammiri me? Ripeto, ti confondi con Naruto.»

«Oh, ammiro molto anche Uzumaki.» si affrettò a concordare lei, «E Shikamaru-san. Siete tre persone molto diverse, ma vi accomuna il fatto che per gli amici facciate di tutto. Chi più rumorosamente, chi meno. Ammiro te, Aburame, perché nonostante tu non ti trovi a tuo agio in mezzo al caos proprio come me, nonostante tu sia silenzioso e ti si consideri diverso, proprio come me, riesci comunque a far parte di un gruppo come il loro, e senza lasciare che questo ti cambi o ti nasconda al resto del mondo...» la voce le sfumò nel rimpianto, mentre considerava il modo in cui lei veniva sepolta dalla folla, «... Spero, un giorno, di poter essere un'amica come lo sei tu. Anche mantenendo i miei gusti ed i miei modi di fare, vorrei davvero riuscirci. E magari fermare un coltello con le mie mani.» aggiunse, a metà tra l'ammirato e lo scherzoso, col viso ormai scarlatto di imbarazzo.

Shino era in realtà abbastanza imbarazzato a sua volta, ma aveva dalla sua gli occhiali scuri e il giaccone con cappuccio a nascondergli il viso nell'ombra, quindi si trovava in vantaggio e poté ragionare con più calma sulle sue parole. Non si riconosceva molto in quella descrizione, ma doveva ammettere che non era male.

«E nonostante tutto, ne so quanto te se non meno di ciò che è successo oggi. Delle cause che hanno spinto Sakura a reagire in quel modo.» provò a dire, leggermente offeso al ricordo.

Shiho sorrise, «Perché non provi a tornare indietro e chiedere? O ascoltare, se ti viene meglio.»

Il ragazzo restò senza idee su come protestare, e alzò nuovamente lo sguardo al cielo.

Nonostante il grigiore, nonostante il freddo, un coleottero tagliò quel tratto di cielo, infondendogli un po' più di allegria. Strano a dirsi, ma gli insetti gli davano sempre sensazioni positive.

«Verrà dal cortile della scuola?» domandò Shiho, che aveva seguito il suo sguardo.

«E io come dovrei saperlo?» ribatté Shino, alzando le spalle.

«Beh, tu sei l'esperto, no?»

I due si guardarono. Poi Shino aggrottò la fronte, e infine aprì bocca.

«Tu non abiti da questo lato della città, vero?»

Lei sorrise furbescamente. «Non esattamente.» Evitò di sottolineare che abitava dal lato estremamente opposto, e che se alle volte era finita da quella parte era stato perché seguiva Shikamaru incuriosita, e capitava spesso quindi anche vicino a casa sua, di Kiba, di Choji e così via.

Era un po' imbarazzante quella parte.

Ciò che Shiho non si aspettava era che Shino ricambiasse il sorriso. Nascosto dal colletto, ma appena visibile, ed il suo cuore cominciò inaspettatamente a battere più veloce, perché sapeva bene che quel ragazzo era famoso per essere impassibile sempre e comunque.

«Torno indietro.»

Il sorriso di Shiho si ampliò mentre lui si voltava ancora. Abituata com'era a sentirsi frustrata aveva notato subito che la sua testa era bassa e i passi strascicati mentre si allontanava dagli amici. Qualunque fosse stata la causa, doveva essere riuscita a sollevargli di nuovo l'umore.

«Allora ci vediamo in giro.» azzardò lei, fermandosi e guardando la sua schiena allontanarsi.

«O alla vecchia rimessa.»

«Come?»

«Lo sai.»

Sapeva eccome che la vecchia rimessa era il loro punto d'incontro, come anche il locale di Ichiraku poco più avanti. Si poteva dire che la piazza intera appartenesse al loro gruppo.

«Sì ma...» cominciò confusa.

«Dì che ti ho invitata io.» la interruppe Shino.

«Oh. Ah, sì.» farfugliò.

«E non sei così lontana dall'esserlo come dici.» aggiunse, poco prima di svoltare l'angolo.

«Essere cosa?» domandò lei, alzando la voce perché la sentisse.

«Un'amica, Shiho.» rispose lui, sparendo alla sua vista.

Shiho restò di stucco.

Poi si rese conto che in quella breve loro conversazione non gli aveva mai detto il proprio nome.

«Shiho-sempai!» la riscosse dai suoi pensieri Moegi, che evidentemente si era accorta solo dopo un po' che era sparita, ancora sotto shock. «Mi stavo preoccupando!»

«Oh. Scusami.» rispose lei, tornando ad essere la solita silenziosa Shiho. Moegi cominciò a parlare a ruota libera, gesticolando, e lei si lasciò cullare dal suono delle sue parole appena sotto i suoi pensieri.

Era stata la prima volta in cui aveva agito così impulsivamente, correndo dietro a Shino invece che andare verso Shikamaru e informarsi su come stavano le ragazze, troppo preoccupata per l'Aburame, che vedeva sempre estraniarsi dal gruppo. Erano così belli assieme, che le faceva male il pensiero che neppure si rendessero conto di ciò che avevano. E poi, tutte le volte che provava ad immaginarsi in quel gruppo, non poteva fare a meno di vedersi come quel ragazzo.

E chissà, magari aveva ragione lui, lei era migliore di quanto pensasse...

«Moegi.» disse all'improvviso, e l'altra si zittì. «Domani andremo alla vecchia rimessa a chiedere ad Haruno e le altre come stanno.» dichiarò. Poi sorrise ancora.

 

«Shino, sei un coglione! Mi è preso un colpo!» lo aggredì Kiba all'istante.

«Amico, quando decidi di sparire come al solito, avverti se è in momenti come questo.» lo rimproverò bonariamente Choji.

«Qualcun altro deve salire in ambulanza?» domandò un paramedico in quel momento, mentre Hinata si stringeva nella giacca di Naruto e guardava anche lei Shino con apprensione.

«Ehi, la storia che Ino raccontava per prenderci per il... cioè, che noi pensavamo avesse raccontato per prenderci per il culo, ricordi? Quella storiella con la principessa e il gatto, e cose così... probabilmente era tutta una metafora, ed era la storia di Sakura, sai?» lo informò Kiba, dimentico di averlo appena insultato, «Shino, mi ascolti?»

«Io.» annunciò Shino, sollevando la mano ferita che ancora teneva in tasca all'indirizzo dei paramedici. «... Credo di dover venire anche io.»

«Che cazz...» cominciò Kiba.

«Coltello. Il tipo biondo.» rispose semplicemente lui, telegrafico.

«Shino, sei un coglione.» ripeté l'altro, seccato per nascondere la preoccupazione.

«Ne parliamo dopo. Dai, Shino, vieni.» lo invitò Shikamaru serio, con un cenno della mano. «Poi ti spieghiamo tutto.»

Shino lo guardò per un momento. Se non avesse messo quella mano in mezzo, ora Shikamaru sarebbe potuto essere morto.

«Siamo un gruppo, no?» mugugnò così poco convinto, ricordando le parole di Shiho.

Shikamaru spalancò gli occhi, poi il viso si illuminò di un fugace sorriso sorpreso. «Sì, certo che lo siamo.»

Kiba, alle spalle di Shino, si voltò verso il paramedico: «Credo abbia battuto anche la testa, può fare un controllo poi?»

«Kiba, ti ucciderò il cane.» lo avvertì con calma glaciale Shino.

«Lontano da Akamaru! Mostro!»

Shino salì in ambulanza, nascondendo un altro sorriso. E sedendosi accanto a Ino, sdraiata e fin troppo cosciente sul lettino, che chiacchierava con l'autista, porse una mano al paramedico che voleva medicarlo subito, e chiudendo gli occhi si concesse di ripensare per un momento a quel sorriso timido e a quelle belle parole che mai nessuno gli aveva detto.

E si chiese se avrebbe mai rivisto così da vicino quella ragazza.

Era sicuro di sì.

 

 

 

 

 

 

 

 

Shino, che sappiamo essere uno che se la prende facilmente, si sentiva escluso XD Shiho se n'è accorta e lo capisce bene, così gli è corsa dietro.

In realtà, dato che Shino compare sempre nelle mie storie e che spesso dimentico Sai, non è proprio lui che se la dovrebbe prendere XD

Inutile parlare del futuro ShinoShiho in questa storia, si intuisce già. Ahh, se Kiba lo sapesse, gli perdonerebbe tutto XD

A tutte le varie coleottere!

 

   
 
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