La neve scendeva lenta e copiosa fuori da quella finestra, imbiancando la strada di un soffice e sottilissimo strato. L'arredamento della casa era privo di colori caldi e, forse, era proprio questo a renderlo ancora più freddo e triste.
Il cuore di Misty batteva all'impazzata, così forte che ogni singolo battito rimbombava violentemente e faceva quasi male al petto. Da piccola ci aveva tanto fantasticato, ma erano fantasie innocenti, le sue. Perciò non si spiegava come fosse possibile che si fosse ritrovata a dare il suo primo bacio schiacciata contro ad una porta e per niente innocentemente a Drew, il suo gemello. Era un bacio avido, avido d'un amore intenso. Niente sesso: per loro, quello era già tanto. Era un'emozione unica, di una profondità smisurata… Perché, per gli altri, il loro rapporto era sbagliato? Cosa c'era, di sbagliato, nel provare un affetto così grande e nell'avere il bisogno di manifestarlo? Era un bisogno compulsivo, disperato, come se quei baci fossero il loro prezioso ossigeno.
Era così piacevole sentire il tenue calore che partiva dalle loro labbra diffondendosi in tutto il corpo ed affondare le mani gelide nei suoi capelli, folti ed incredibilmente soffici… Se ne attorcigliò una ciocca sul dito. Li adorava, i suoi capelli, verdi come l'erba mossa dal vento che insieme ai fiori copriva i prati più rigogliosi. Ancora non riusciva a metabolizzare che sarebbe andato al fronte, lasciandola sola. Sentiva di non poter vivere senza di lui, che la sua mancanza l'avrebbe lentamente uccisa dentro più di quanto avrebbero potuto fare mille pallottole. Perciò, finché era ancora lì, voleva sentirlo vicino a sé il più possibile, anche se ciò significava infrangere le regole. Forse era proprio quella consapevolezza ad aver dato loro la scarica di coraggio che in quei diciannove anni non avevano mai avuto.
Percorse il suo collo con le mani, scendendo, fino ad aggrapparsi saldamente alla stoffa del suo maglione. Lui, quasi senza rendersene conto, prese a slacciarle lentamente i primi bottoni della camicia bianca abbinata alla gonna bordeaux a ruota che indossava. Il cuore di lei perse bruscamente un battito e aprì gli occhi, sorpresa. Fu quello a far riprendere coscienza a Drew della situazione. Evitò il suo sguardo e, quando fece per tirarsi indietro, lei s'interruppe, allentando la presa sulle sue spalle.
Il verde si lasciò placidamente cadere in ginocchio. Cosa diavolo stava per fare? Si morse un labbro e la abbracciò di botto in vita, forte. Era il suo modo per chiederle perdono per essersi quasi spinto tanto in là. Teneva a lei più che a chiunque altra persona al mondo. Era per lei, solo e unicamente per lei e per la sua incolumità, se trovava la forza di combattere ogni giorno. Sentiva un senso di vergogna così tremendo che, pur di liberarsene, avrebbe voluto piantarsi un coltello nel petto. Ancora non poteva crederci.
La rossa sospirò e riprese ad accarezzargli teneramente i capelli, sorridendo. Andava bene così, era sufficiente, doveva accontentarsi. Non sentiva imbarazzo, soltanto una felicità crescente. Per una sera avevano deciso di abbandonarsi all'istinto. Senza pensare alle conseguenze, senza pensare a nulla, soltanto a ciò che desideravano, perché sentivano di desiderarlo entrambi. Non c'era stato nemmeno bisogno di dirlo: i loro identici occhi smeraldini erano stati capaci d'intendersi alla perfezione, più di quanto mille parole avrebbero potuto fare. Ed era stato bello, davvero bello… Come un sogno. Un sogno piccolo che, nel suo piccolo, si era avverato.
– A C., sperando di non rattristarla e di farle capire che la storia che sta condividendo non andrà dimenticata.
Questa vecchia flash dedicata a un'amica speciale, che però l'ha già letta in passato. Mi sembrava triste lasciarla chiusa nel computer (anche se non shippo molto la coppia) e spero che qualcun altro l'abbia apprezzata, perché ci misi molto impegno nello scriverla.
Il genere Guerra è dovuto al fatto che si accenna che Drew debba partire per il fronte.
Nient'altro da dire. Alla prossima!