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Autore: Shayleen Fairchild    13/01/2016    2 recensioni
Shadowhunters and Downwolders, la vostra amica Shayleen è tornata a sottoporvi una nuova storia. Si tratta della mia prima long, spero che questo piccolo estratto dal primo capitolo vi incuriosisca. Se così sarà, ci vediamo dentro. ;)
Dal primo capitolo:
Il maggiore dei fratelli Lightwood stava semplicemente avendo un incubo, un incubo che stava scavando dentro di lui una terribile voragine lasciandogli una sensazione di perdita, di solitudine, come se qualcosa gli fosse stato strappato via dal petto, lasciandolo sanguinante e incompleto. Si svegliò di soprassalto mettendosi a sedere sul letto ormai completamente disfatto e cercando di riprendere a respirare in maniera normale anziché con l’affanno, come se avesse appena corso o combattuto una decina di battaglie senza fermarsi. Si portò una mano sul cuore, socchiudendo gli occhi, ma non riusciva a far passare quella brutta sensazione. “Probabilmente è solo un residuo del sogno”, si disse.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Assemblea e nuove conoscenze
L’Assemblea era cominciata da pochissimi minuti e Alec vide due Fratelli Silenti sedersi nelle prime file, lateralmente. Al momento Jia Penhallow stava raccontando a tutti quello che è successo nelle settimane precedenti.
-Due settimane fa questi demoni, di cui adesso conosciamo il nome e che vi rivelerò tra un po’, hanno attaccato tre città, contemporaneamente. Dublino, Roma e Seattle, probabilmente stanno cercando qualcosa che queste città custodiscono. Credo che sia qualcosa di antico però, qualcosa di cui forse nemmeno gli Enclavi di quelle città sono a conoscenza. È per questo che oggi qui ho convocato anche i Sommi Stregoni delle tre città. Magari voi potreste sapere qualcosa e vi preghiamo, onorando i nostri Accordi, di dirci tutto quello che potreste sapere.- Jia si prese un momento di pausa e guardò tutta la sala attorno a sé, prima di riprendere. –Qualche giorno fa, il rappresentante dei Figli di Lilith, nonché Sommo Stregone di Brooklyn, Magnus Bane era stato catturato da questi demoni. In un colloquio con me e l’Inquisitore ha rivelato che siano stati quattro di quei demoni a fare irruzione nel suo appartamento per portarlo via. A scoprire la sua assenza, a sole poche ore, è stato uno Shadowhunters dell’Enclave di New York...- A quel momento Alec si sentì trattenere il fiato, decidendo però di non abbassare lo sguardo, tenendolo fisso su Magnus. -...Alexander Lightwood. Alexander insieme ai fratelli, Isabelle e Jace, e a Clarissa Fairchild, con l’aiuto di tre Nascosti, di cui, un lupo del branco di Lucian, Luke Garroway, un lupo del Praetor Lupus e un vampiro, il Diurno, hanno fatto di tutto per trovare Magnus e perfino fatto irruzione nella loro tana a New York, per portare Magnus a casa. Alexander e la sua squadra, hanno scoperto, grazie anche alle ricerche di Magnus Bane, che questi demoni che ci stanno dando tanti problemi, sono chiamati Alleanza di Sokovas.- Alec sperò di non essere arrossito alle parole di Jia, soprattutto quando aveva messo lui a capo della squadra che aveva salvato Magnus.
-Non abbiamo mai sentito questi demoni, non è che stanno sbagliando? Stiamo parlando di un ragazzino appena diventato uno Shadowhunter adulto e una squadra di bambini.- Urlò un uomo, abbastanza in là con gli anni, dal fondo della sala. Vide Jia che stava per parlare e Magnus alzarsi.
-Console Penhallow, permette?- Sentì chiede dalla voce di Magnus, una voce così solenne e formale che sentiva solo in queste Assemblee.
-Certo, Magnus, parla pure.- Disse Jia, annuendo e facendo un passo indietro, sedendosi sulla sua sedia.
-Non capisco cosa abbiate tanto da obiettare. Vorrei ricordarvi che suddetti “bambini” vi hanno, CI hanno fornito un incommensurabile aiuto. Clarissa Fairchild ci ha fornito le rune dell’Alleanza per combattere la Guerra Mortale. Jace e Isabelle Lightwood hanno combattuto contro il figlio demoniaco di Valentine Morgestern. E Alexander Lightwood ha combattuto valorosamente al mio stesso fianco nella suddetta Guerra, e per quanto giovane possa essere, per quanto giovani tutti loro possano essere, meritano il vostro rispetto come qualunque altro membro di questa sala.- Alec vide Magnus che gli rivolgeva un sorrisino velocissimo, prima di riprendere a parlare a tutta la sala. –Per quanto riguarda le ricerche su quei demoni. Non si sono sbagliati per nulla, perché hanno trovato tutti nei miei appunti, sono stato io a scoprire questi demoni.- Vide Magnus guardare Jia, come per chiederle il permesso di continuare e essere lui a spiegare quella parte e vide Jia annuire, così riconcentrò la sua attenzione su Magnus. –Questi demoni esistono, ma non sono mai venuti in questa dimensione. Hanno vissuto sempre ad Edom, per migliaia e migliaia di anni. Lilith stessa per mezzo del suo potere, diede loro vita dalla sua disperazione, li creò per poterne fare i suoi fedeli servitori e soldati, ma loro cercarono di ribellarsi e Lilith li maledisse, asservendoli a lei e impedendo loro di uscire da Edom. Io stesso non riuscivo a comprendere come fosse possibile che si fossero liberati, ma la risposta mi è arrivata mentre ero imprigionato. Quei demoni probabilmente non avevano idea che io capissi la loro lingua, perché parlavano tranquillamente. Sentii dire ad uno di loro che Asmodeo li aveva liberati per una missione, purtroppo non hanno mai parlato di quale missione fosse, quindi deduco che tutti i demoni conoscano i piani.-
-Ma come hai fatto a liberarti? Se sono demoni mandati da Asmodeo, uno dei Fati, doveva essere impossibile.- Urlò una donna, una Shadowhunter, seduta in mezzo a così tanta altra gente che Alec non la vide.
-Non mi sono liberato da solo, io non ho fatto proprio nulla. Ero in gabbia e spossato perché avevo dovuto curarmi da delle profonde lacerazioni subite da quei demoni. Avevo visto solo venti di loro, ed era un misero numero, considerando che normalmente ne avevo visti aggirarsi per quella sala, dalla ottantina in su. Non stavo guardando, all’improvviso sentii un grido e vidi diciassette di loro e un altro scomparve davanti ai miei occhi, poco dopo, vidi Simon, il vampiro Diurno, Jace, Isabelle, Clarissa e i due lupi scendere dalla parete di roccia a cui si accedeva.-
-Sempre pensato che il maggiore dei figli di Robert non fosse all’altezza dei suoi fratelli.- Sentì dire Alec da una voce di un uomo, un vecchio, seduto proprio quattro panche avanti a lui, abbassò lo sguardo, ma sentì la voce di Magnus.
-Alexander Lightwood, invece di scendere insieme agli altri, è rimasto sull’altura, è vero. Da lì sopra gli ho visto far fuori sei o sette demoni con arco e frecce runate. Ho vissuto tanti, tantissimi anni, ma non ho mai visto quella precisione, in nessuno.- Disse Magnus, solennemente, mentre Isabelle dava una gomitata sulle costole al fratello, sorridendogli maliziosa.
-Ovvio che lo difendi.- Mormorò un altro uomo, facendo fare una smorfia a Robert.
-Magnus non ha nessun bisogno di difendere mio figlio. Alec è un ottimo tiratore, lo è sempre stato. Non vedo perché bisogna tirare fuori argomenti che non sono rilevanti al momento.- Alec rimase enormemente sorpreso dalle parole di sua madre, che si era alzata per difenderlo. Maryse, seduta dopo Clary, accanto a Jocelyn, si voltò verso di lui e gli sorrise dolcemente, sorriso che lui ricambiò. –L’abilità con l’arco è nel sangue dei Lightwood!- Esclamò poi, tornando a sedersi e Alec guardò poi il resto della sala e vide il viso di suo padre contratto in una smorfia e quello di Jia, Magnus e Luke in un sorriso.
-Perdonami una cosa Magnus, come hanno fatto a sopravvivere tranquillamente ai graffi degli artigli dei demoni?- Chiese Jia, guardando prima lo stregone e poi verso i ragazzi.
-Colpa mia Console Penhallow, ieri ho dimenticato a riferire che Clarissa Fairchild ha ideato una runa che rende la pelle più dura, facendo in modo che siano gli artigli dei demoni a rompersi. Purtroppo però posso dirvi che non durano a lungo quanto la runa della forza o le altre, svanisce molto più in fretta.- Rispose Magnus, prendendosi tutte le colpe e Alec sentì addosso gli occhi della madre, che lo guardavano curiosi. Lui la guardò dispiaciuto e le mimò uno “Scusami.” Maryse semplicemente annuì e tornò a seguire l’Assemblea.
-È già un ottimo inizio. Comunque, ora che abbiamo chiarito questo, vorrei parlare con gli Stregoni delle città attaccate, per vedere se sanno qualcosa. Cominciamo da Liam Saol, Sommo Stregone di Dublino. Liam, vorresti venire qui per favore?- Jia chiamò uno dei primi stregoni e Alec vide che si trattava di un uomo, che aveva smesso di invecchiare verso i 35 anni, perché quelli erano quelli che dimostrava. Portava i capelli castano talmente chiaro tendente al biondo, niente di strano, ma poco dopo Alec vide il suo marchio da Stregone: aveva le mani palmate. Vide l’uomo avvicinarsi al palchetto dove stavano i Seggi dei rappresentanti e quelli di Console e Inquisitore.
-Si, Console Penhallow?- Chiese quell’uomo con un forte accento straniero.
-Dimmi Liam, non è che per caso tu sai se nella tua città ci sia qualcosa che potesse interessare all’Alleanza di Sokovas?- Chiese Jia, formalmente, guardando direttamente lo stregone davanti a lei.
-No, mi dispiace. Ma a Dublino siamo a conoscenza di una leggenda. Uno strumento demoniaco si troverebbe nascosto da qualche parte nel mondo, purtroppo non si è a conoscenza se sia reale o no. Si tratterebbe di una pietra nera, traslucida con delle venature rosse al suo interno. Si dice che sia un oggetto di grande potere, ma non so dirvi altro.- Alle parole dello stregone, Alec puntò di scatto lo sguardo verso Magnus, ma vide il suo Stregone intento a fissare lo stregone proveniente da Dublino.
-Console Penhallow, permette che io mi avvicini?- Sentì Alec chiedere ad una voce, delicata, come quella di una donna.
-Certo Seraphine, vieni pure!- Le rispose Jia. –Lei è Seraphine, Sommo Stregone di Seattle.- Aggiunse poi, per delucidare la sala. Alec vide una donna dalla pelle pallida e lunghi capelli castani, ondulati che dondolavano mentre camminava, così come la sua coda da ghepardo.
-Io posso dirvi qualcosa in più su quella pietra. Quando Seattle è stata attaccata ho iniziato a fare delle ricerche, ho sentito anche io di questa pietra, ma ho sentito anche che potrebbe essere parte di un antico rituale. È una pietra proveniente da Edom stesso, anzi forse creato proprio da Asmodeo in persona, per poter rendere più potente un incantesimo, come un catalizzatore.-  Spiegò la ragazza con la coda, Seraphine, e Alec cominciò a preoccuparsi ancora di più, considerato anche quello che gli aveva detto Magnus. Cercò con lo sguardo gli occhi verde-oro dello Stregone e stavolta li incrociò e lui annuì, come a volergli far capire che erano arrivati alla stessa conclusione: quella pietra avrebbe dovuto potenziare l’incantesimo che quei demoni volevano che Magnus compisse.
-Sai dove si potesse trovare?- Chiese Magnus, dopo aver distolto lo sguardo da Alec, guardando ora Seraphine.
-Purtroppo si dice che sia collocata in Europa, ma non ho scoperto altro.- Ammise la ragazza, dispiaciuta.
-Hai fatto molto, non preoccuparti!- Le rispose Jia, facendole cenno che poteva pure accomodarsi. –Ashwini Shade, Sommo Stregone di Roma, hai qualcosa da aggiungere?- Chiese poi Jia e Alec vide la ragazza dai capelli e occhi viola, che andava verso il console.
-Veramente si, Console.- Disse la ragazza, guardando Magnus per un istante e poi il console. –Purtroppo ho scoperto troppo tardi questa leggenda, perché Seraphine ha ragione, dalle mie ricerche anche io ho scoperto che la pietra era nascosta in Europa, precisamente in Italia. L’abbiamo localizzata, dieci giorni dopo l’attacco alla città, siamo andate a controllare, se era possibile recuperarla e metterla al sicuro. Ma purtroppo arrivate lì abbiamo avuto una brutta sorpresa. Credo che i demoni l’abbiano trovata.- Spiegò la ragazza, guardandola ora, più attentamente, poté notare una certa somiglianza di tratti con Magnus. Quasi provenissero da posti simili, aveva la pelle caramellata anche lei, ma molto più chiara di quella del suo Stregone, e da come era girata poté notare gli occhi leggermente a mandorla.
-Non è stata assolutamente colpa tua Ashwini... Si è sempre pensato fosse una leggenda e prima di quegli attacchi nessuno ha mai parlato di questa pietra. Non prenderti colpe che nessuno ti attribuisce.- Le disse sorridendole, quasi dolcemente. Alec vide la ragazza annuire appena e andare a sedere accanto a una ragazza, la Shadowhunter che aveva visto prima, con lunghi capelli castano chiaro, raccolti in una coda alta. Nel momento in cui la giovane stregona le si sedette vicino, Alec vide la giovane Shadowhunter posare una mano su quella della sua amica e sorriderle dolcemente.
–Sappiamo che questi demoni hanno preso questa pietra, ma non sappiamo cosa vogliano esattamente. Mi rivolgo ora a voi, Fratello Enoch e Fratello Zaccaria, potete provare a scoprire qualcosa in più?- Chiese Jia, guardando i due Fratelli Silenti.
-Possiamo fare delle ricerche nei nostri archivi.- Alec sentì la voce di uno dei due e a giudicare dalla freddezza tipica dei Fratelli, doveva essere stato Fratello Enoch a parlare.
-Bene, vi ringrazio. Al momento non c’è molto da discutere, l’unica cosa che possiamo fare per ora, sono ricerche.- Disse il Console, voltandosi verso i seggi dei rappresentanti. –Chiedo anche a voi, di riferirci qualsiasi cosa di cui siate a conoscenza o di cui veniate a conoscenza su questa pietra..- Alec era sicuro che Jia sapesse che era come parlare solo con Raphael e Luke, ma al momento sembrò non curarsene troppo, forse avrebbero parlato lei e Robert da soli con Meliorn.
Tutti i membri del consiglio cominciarono ad alzarsi e Alec insieme a Jace, Izzy e Clary uscirono fuori dalla sala, fermandosi poco distanti da lì.
-Credono che Magnus ti difenda solo perché state insieme? Raziel che odio quando la gente è così ottusa.- Disse Isabelle quasi con stizza e Alec le sorrise dolcemente.
-La gente invidiosa direbbe di tutto per screditare qualcuno.- Sentì ribattere da una voce sconosciuta, una ragazza. Si voltò e incontrò degli occhi verde chiaro con una sfumatura caramello accanto alla pupilla, occhi che appartenevano alla Shadowhunter accanto a cui si era seduta Ashwini. –Arya Rosewood. Perdonate l’intrusione!- Disse poi, presentandosi e sorridendo loro. Accanto a lei infatti, c’era la stregona, che sembrava ancora provata da quello che aveva raccontato a Jia.
-Alexander Lightwood.- Disse lui, ricambiando gentilmente il sorriso e indicando poi gli altri accanto a se, uno per volta. –E loro sono mia sorella Isabelle, mio fratello Jace e la sua ragazza Clary.-
-Avete nomi particolari per essere italiane.- Disse Izzy, guardando le due ragazze che sorrisero a quelle parole.
-Io sono nata in India, ho viaggiato tanto, vissuto a Londra e poi in Italia, dopo l’ex Sommo Stregone mi ha fatto da maestro per un po’, indicandomi poi come suo successore, anche se a volte non me lo sento proprio addosso.- Disse Ashwini, svelando che ciò che Alec aveva pensato era stato giusto, anche Magnus era nato da quelle parti.
-Ash è sempre così, si sminuisce, ma è bravissima come “Sommo Stregone”.- Disse l’altra ragazza, Arya, che sembrava avere molta confidenza con l’altra ragazza. –Io invece sono nata qui ad Idris, ma quando i miei genitori sono morti durante una missione, io sono stata mandata a Roma da una loro parente.- Spiegò lei, ancora con un po’ di dolore nella voce.
-Ci dispiace.- Le disse sinceramente Clary, sorridendole con dolcezza. Cosa che fece sorridere anche Arya e questo rese il cuore di Alec un po’ più leggero, sentiva una particolare simpatia per quella ragazza e gli dispiaceva per quello che aveva passato.
-Vedo che avete già fatto conoscenza!- Sentì la voce di Magnus e si voltò, sorridendogli, vedendolo andare verso di lui e sistemarsi al suo fianco.
-Giusto in questo momento.- Rispose Izzy con un sorriso. –Grazie per averci difeso.- Aggiunse poi, guardando Magnus negli occhi. Lui fece semplicemente un sorriso e spostò lo sguardo su tutti loro.
-Sono noiosi a chiamarvi ancora bambini dopo tutto quello che avete fatto!- Disse con un sorriso sulle labbra, rivolgendosi poi a guardare le ragazze italiane. –Ash, tu puoi stare alla casa che mi hanno assegnato, e Arya, se non vuoi tornare alla casa dei tuoi, puoi venire anche tu.- Le disse Magnus con dolcezza.
-Ti ringrazio Magnus sei gentilissimo ma credo di dover andare a casa!- Rispose Arya, sorridendogli, nonostante Alec sapeva dovesse provare un po’ di dolore a voler tornare nella casa dei suoi genitori.
-Declino anche io l’offerta, se non ti spiace, vorrei starle vicina!- Disse Ash facendo sorridere tutti e più di chiunque altro la ragazza al suo fianco.
-L’offerta sarà comunque valida, se doveste cambiare idea per qualsiasi motivo. O potete anche solo venirmi a trovare!- Disse Magnus con il suo solito sorriso contagioso. –Potrei perfino insegnarvi a valorizzare i vostri meravigliosi occhi.- Disse loro, facendo sorridere le ragazze, mentre Alec scuoteva il capo con un sorrisino sul viso.
-Magari passeremo, più tardi!- Propose Ash, sorridendo e salutando tutti, andando via con Arya che alzò una mano e sorrise loro per salutarli.
-Andiamo anche noi, ragazzi?- Chiese Izzy, guardando i fratelli e Clary. Jace e Clary semplicemente annuirono e Izzy si voltò a guardare Alec.
-Io vorrei parlare con lui, Isabelle, credi che sia possibile?- Le chiese Magnus, sorridendole.
-Assolutamente, non vedo il problema. Ci vediamo dopo, fratellone.- Rispose Isabelle, sorridendo loro, facendo anche un mezzo sorrisetto malizioso.
-Andiamo a casa.- Gli sussurrò Magnus e Alec capì che quella volta Isabelle aveva seriamente sbagliato, Magnus voleva davvero parlare con lui di quello che era successo in riunione. Lui semplicemente annuì e Magnus lo precedette lungo la via per andare alla casa che gli avevano assegnato. Alec gli si affiancò, camminando accanto a lui, perso nei suoi pensieri, come sicuramente era anche Magnus. Quando lo stregone aprì la porta ed entrò, Alec lo seguì e si trovò a sorridere quando Chairman salutò prima il suo padrone e amico e poi Alec.
-Non ho visto Catarina.- Disse Alec, seguendo Magnus in salotto e sedendosi al suo fianco sul divano.
-C’era bisogno di lei a New York.- Rispose semplicemente Magnus, lasciandosi andare contro lo schienale del divano. –Se prima ero preoccupato, ora sono terrorizzato, Alec.- Aggiunse in un sussurro.
A quelle parole Alec gli scivolò più vicino e passò un braccio sulle sue spalle. –Lo so, lo capisco. È stato un colpo sapere di quella pietra.- Sussurrò, guardandolo però dolcemente per farlo calmare un po’.
-Un catalizzatore magico creato da Asmodeo in persona. Sappiamo entrambi che avrebbe dovuto potenziare la mia magia. Per quello aveva rapito me. Suo catalizzatore, suo figlio, sarebbe stato il top.- Disse Magnus, prendendo una mano di Alec tra le proprie e intrecciando le loro dita, come se quel semplice gesto potesse cancellare le sue preoccupazioni.
-Ma ti abbiamo portato via da là. E non possono prenderti di nuovo. Qui sei al sicuro! Non lascerò che ti facciano del male!- Gli disse Alec, posando poi un bacio sulle sue labbra, dolcemente, sentendo quelle di Magnus che si modellavano con le sue, sentendole morbide e dolci, come sempre.
Quando si staccarono, Magnus aveva gli occhi un po’ più liquidi e lo guardava con tutto l’amore che provava per lui. –Resti con me?- Si sentì chiedere dal suo stregone. Lui non avrebbe mai potuto dire di no, mai avrebbe voluto, così semplicemente annuì e lasciò che Magnus lo guidasse di sopra.
 
Avevano passato il resto della mattinata ad amarsi ed erano scesi solo per pranzare. Subito dopo pranzo avevano fatto una doccia e già ora si erano diretti nel giardino sul retro della casa. Alec aveva chiesto a Magnus se poteva esercitarsi con l’arco e il suo stregone aveva solo sorriso e gli aveva fatto comparire arco e faretra in mano. In giardino aveva creato poi dei bersagli fissi e alcuni mobili, il più lontano possibile. In fondo lui si sarebbe goduto la vista del suo Alec che tirava, dei suoi muscoli sotto sforzo e dei suoi meravigliosi occhi concentrati sul bersaglio.
-Mamma oggi ha detto che il tiro con l’arco è un’abilità nel sangue dei Lightwood... io non ci avevo mai pensato!- Disse Alec, mentre incoccava una freccia, mirando prima al bersaglio fermo.
-Li ho conosciuti due Lightwood, tanto tempo fa. E se non erro era Gabriel quello che tirava con l’arco, il tuo antenato!- Gli rispose Magnus, sdraiato su una coperta messa sul prato, insieme a Chairman.
-No, aspetta... Tu hai conosciuto Gabriel e Gideon Lightwood?- Gli chiese Alec, dopo aver scoccato la freccia, girandosi a guardarlo con un’espressione di pura sorpresa sul viso.
-Non è che li conoscessi proprio, diciamo che li conoscevo tramite Will.- Alec a sentire quel nome si fece curioso e lo incitò a continuare con uno sguardo. –La sorella di Will è la Cecily che ha sposato Gabriel. Il motivo principale per cui tu hai gli occhi azzurri e i capelli neri, derivano dagli Herondale.- Gli spiegò Magnus con un dolce sorriso derivante sicuramente dai ricordi.
-Oh Raziel, non riesco a crederci.- Sussurrò Alec, sorpreso, incoccando però un’altra freccia, mirando al bersaglio in movimento. Rimase con il fiato sospeso e sentì Magnus fare lo stesso, per poi sorridere quando la freccia colpì il centro del bersaglio. –Ora dimmi che Gabriel sapeva farlo, su!- Disse a Magnus, ridendo.
-Non credo proprio! Ma tu sei strepitoso, Fiorellino!- Disse Magnus quasi saltando su e correndo da lui per baciarlo, Alec accolse con piacere quel bacio e lo strinse a se con un braccio, tenendo l’arco con l’altro.
Vennero interrotti dal campanello che suonava e Alec si staccò sorridendogli. –Vai, potrebbero essere Ash e Arya!- Sentì un bacio a stampo e poi vide Magnus sparire dentro la casa. Sorridendo si voltò e incoccò un’altra freccia, mirando all’altro bersaglio mobile e quando colpì il centro sorrise orgoglioso.
-OH MIO RAZIEL, ma sei bravissimo!- Sentì dire dalla voce di Arya, che in due secondi era corsa accanto a lui e gli sorrideva con ammirazione.
-Ecco io... Grazie Arya!- Rispose Alec, portandosi una mano alla nuca, sperando di non essere arrossito.
-Mi insegni?- Chiese lei, con gli occhi che brillavano e per poco non si metteva a saltellare sul posto.
-Non vi disturba?- Chiese Alec, guardando Magnus e Ash, sorridendo alla ragazza, salutandola.
-No, noi parliamo di magia e ragazzi!- Gli rispose Ash, facendogli l’occhiolino e facendo ridere praticamente tutti.
-Magnus, fai comparire un arco per Arya, per favore?- Gli chiese Alec, guardandolo con un sorriso. E in nemmeno un minuto Arya aveva un arco adatto alla sua altezza e alla sua corporatura.
Passarono il pomeriggio così, Alec che spiegava ad Arya come mettersi e come prendere al meglio la mira per un lancio perfetto, mentre Magnus e Ash discutevano seriamente di magia e ragazzi, accarezzando Chairman, che sbuffava appena quando Ash faceva qualche apprezzamento su Alec, che invece faceva ridere Magnus.




L’angolino di Shayleen:
Ed eccomi di nuovo qui.. a propinarvi l’ennesimo capitolo di questa long che è stato un po’ un esperimento per me, ma che mi sono divertita tantissimo a scrivere. Mi ha coinvolto tantissimo e mi dispiace un po’ vedere che le visite calano di capitolo in capitolo. Sinceramente posso anche capirlo, però non pensavo di essere così pessima… ;(
Anyway.. non credo ci siamo molto da dire riguardo al capitolo, parla da solo. E soprattutto io non voglio star qui ad annoiarvi. Voglio ringraziare tutte quelle meravigliose persone che silenziosamente continuano a seguire la mia storia. Mi dispiace se non vi ha preso come ha preso a me, mentre la scrivevo.
Quindi... niente, mi fermo qui perché correggere un capitolo all’una di notte ti manda gli occhi ad Edom.
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento e accetto critiche e suggerimenti di qualsiasi tipo.
Che Raziel vi benedica tutti!
Shayleen <3
 
   
 
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