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Autore: Inquisitor95    13/01/2016    1 recensioni
L'ultimo anno scolastico: il più memorabile, il più tormentato e difficile da affrontare. Nove ragazzi decidono di andare per il fine settimana nella baita di montagna sul Crow's Peak vicino Seattle. La notte di Halloween non è mai stata così divertente per loro, tuttavia qualcosa turberà la loro notte che si trasformerà in un incubo ad occhi aperti nel quale la paura sarà l'elemento base.
[Storia Interattiva]
Genere: Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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13.

Inseguimento






Serena
Sentiero del capanno – 3.10



-Sono sola... sono fottutamente da sola! Tutti mi hanno abbandonata... probabilmente saranno morti tutti!- il ricordo di Ben continua a tormentarmi, sento un rumore e mi alzo dalla mia posizione: mi trovo seduta praticamente sul porticato della piccola capanna del guardiacaccia; dopo che ho urlato aiuto ho aspettato che qualcuno accorresse in mio soccorso, ma pare che sia stato tutto inutile visto che sono sola. -E se fossi davvero rimasta l'ultima in vita?-
Non avrei come scappare! Osservo la neve che cade sempre più velocemente sul manto bianco già esistente, ho un brivido di freddo e mi sfrego le mani lungo le braccia per farmi un po' di calore.
Non ho nulla con me... né il cellulare, né i miei attrezzi da disegno: se proprio dovessi scegliere un modo per morire vorrei farlo mentre disegno, è la cosa che mi rende più felice in questo momento.
Chiudo gli occhi invocando i miei amici, cercandoli in mezzo alla montagna ma non trovo nessuno, sento solo echi di passi che potrebbero appartenere benissimo a un cervo o un qualunque animale.
Penso ad Ingrid, è l'unica che vorrei effettivamente con me adesso, Blair e io un tempo eravamo amiche ma spero proprio che si stia divertendo insieme a quel fusto di James! Mi piacerebbe anche essere con Alex... ho chiesto a Sam di cercarlo e probabilmente così facendo l'ho mandato a morire, probabilmente è morto e Alex è scomparso con quella puttana di Violet, spero proprio che sia morta così avrò il giocatore di football tutto per me, sempre se sia vivo!
-Ingrid, dove sei?- analizzo l'ultimo ricordo che ho di lei, dev'essere fuggita con... Nicole suppongo visto che James e Blair se n'erano andati via, io ero con Ben che...
Non voglio pensare nuovamente al sangue del ragazzo che bagna il terreno, ci sto male e vorrei aver potuto fare qualcosa per aiutarlo ma sono stata troppo debole!
Nella mia mente cerco ancora Ingrid e con gli occhi chiusi quasi la vedo: urla come se fosse in pericolo, cerca di divincolarsi, ha il viso deturpato dall'orrore e paonazzo, gli occhi le diventano rossi così come i segni delle mani che si stringono attorno al suo collo, l'immagine che ho nella mente cambia ed è come se fossi io Ingrid, le mie mani cercano di fermare un aggressore vestito di nero, cerco di colpire una ferita che ha nella spalla e poi con le ultime forze che ho cerco di togliere il passamontagna che indossa, continua a restare tutto nero, forse perché ormai muoio.
Mi alzo di scatto: mi sento così persa e confusa, una sensazione che non ho provato ma che so essere stata descritta alla perfezione da Blair quando mi ha parlato della mia morte per via dell'assassino. Ho appena avuto una visione? Non ne sono certa ma perché che non c'è altra spiegazione per quello che ho appena visto!
« Chi c'è? » chiede qualcuno improvvisamente, salto in aria e getto un urlo che però esce come un rantolo roco; alzo le mani visto che qualcuno mi punta la pistola contro, si tratta della poliziotta che volevo seguire quando ero andata con Ingrid verso la chiesetta nel bosco. « Sei tu... » mi ha riconosciuta e non so se essere felice di questo.
L'ultimo ricordo che ho della poliziotta è quando sono stata chiusa nella casa e nella mia camera, ha bussato alla porta chiedendo se qualcuno fosse in casa ma non ho risposto. « Sono Serena... » non penso che le importi il mio nome ma lo dico lo stesso perché comincio ad avere paura.
« Sono l'Agente Hills. » mi fa un leggero sorriso, esalta molto la sua bellezza e il suo viso è contornato da capelli rossi e corti, i suoi occhi sono quasi penetranti, sarebbe una perfetta modella per uno dei demoni da disegnare!
« Cosa ci fa lei qui? » chiedo coraggiosamente.
Lei sembra voler fare la misteriosa, poi però finalmente parla. « Sto seguendo delle tracce riguardo un pazzo assassino su questa montagna. Pare che abbiate scelto il momento sbagliato per le vostre vacanze! » dice lei, tiene ancora la pistola in mano e mi chiedo se sia carica.
« Quel mostro ci ha inseguiti! Lei dov'era per tutto questo tempo!? » chiedo urlando, se lei fosse intervenuta probabilmente Ben sarebbe ancora vivo, ma se io le avessi aperto la porta... forse è colpa mia!
« Non è il momento per le tue sciocchezze, ragazzina. Questo assassino è molto pericoloso e ha ucciso molte persone, se non ve ne andrete presto morirete anche voi! » mi risponde, la cosa non mi fa per niente sentire bene.
« Sappiamo che l'assassino è pericoloso! E... » non posso dirle delle visioni, probabilmente mi prenderebbe per una pazza e penserebbe che sto delirando. « Che cos'ha scoperto? » i suoi occhi si abbassano e scuote il viso.
« Nulla purtroppo. È sfuggente e ciò mi fa pensare che siano due in realtà, ho trovato la loro tana ma erano già fuggiti e non c'erano indizi all'interno. » fa un pausa lunga. « Pensavo di cercare il guardiacaccia ma se tu sei qua fuori penso lui non sia dentro e ciò mi fa venire dei dubbi... »
« Che intende...? » chiedo, la poliziotta comincia a muoversi, mi spingo da sola nel seguirla, magari restando con lei sarò al sicuro dal pericolo, sembra cazzuta!
« Prima seguivo una traccia col mio compagno di squadra. Sembrava portare ad un posto immerso nel bosco... sapevate che qui c'è una vecchia segheria del milleottocento? » scuoto il viso, non conosco nulla di questo posto se non il nome e il fatto che ci siano delle baite. « Pare che il nostro assassino o i nostri assassini abbiano trovato il modo di adibirla a nascondiglio. » dice lei. Sono interessata a questa storia e voglio indagare come farebbe un agente.
« Vengo con lei! »
« Se vuoi, dobbiamo passare per la piccola chiesa nel bosco, non sarà molto distante poi... » mi sento gelare il sangue nelle vene, Ben mi aveva detto di stare lontana dalla chiesa, cosa devo fare adesso? Se seguirò la poliziotta finirò proprio dove mi era stato detto di non andare, ma se non lo faccio resterò nuovamente da sola visto che la donna non potrà rinunciare alla propria missione. « Allora? Che vuoi fare? Vieni con me o no? » chiede infine.



Blair
Sentiero per la centrale – 3.30



Io e James siamo fianco a fianco, tengo la torcia che illumina il sentiero mentre lui stringe la pistola trovata nella baita degli Williams, da un lato mi sento sicura ma dall'altro ho una brutta sensazione per l'arma; abbiamo lasciato Sam e Alex nella casa, sono felice di questo perché penso che i due ragazzi siano al sicuro, non so però quando Sam potrà essere felice di essere solo con quello stronzo! Mi chiedo che cosa abbia passato Sam con quel mostro di Alex.
Continuiamo ad avanzare finché non sentiamo degli echi nel bosco, sembrano dei ruggiti.
Dubito che un animale possa fare tanto rumore e subito sentiamo un urlo nel bosco, non riesco a capire da dove venga ma sembra umano.
« Lo hai sentito anche tu? » chiedo, è chiaro che James è preoccupato visto come stringe i denti e come contrae la mascella, ha il viso teso e non risponde subito.
« Credo si tratti di quel mostro nell'hotel abbandonato. » dice lui, sta parlando di quello che hanno visto Sam e Alex, anzi, solo Alex ha visto questa creatura dal vivo, io però l'ho vista nelle visioni della nostra morte.
« Tutto questo non ha senso! » mi fermo di botto quando arriviamo al centro dell'incrocio, il cadavere del lupo di cui mi hanno parlato Sam e Alex è ancora là, immerso in un lago di sangue. « La visione che ho avuto di te, quella del mostro e dei trucioli di legno... » misteriosa come le altre.
« Siamo in una montagna, immersi nel bosco. Può esserci legno ovunque, non ricordi nessun dettaglio del luogo? Anche il più insignificante magari... » non so se James sia più preoccupato per la visione o per ciò che potrebbe fare, sacrificarsi per me... non voglio che lo faccia! Non voglio che muoia per me, anzi, nessuno di noi dovrebbe morire qui.
« No, non ricordo altro. » dico, subito segue un lungo attimo di silenzio nel quale nessuno dei due riesce a parlare, io e James siamo soli, quasi abbandonati a noi stessi.
« Continuiamo... se ci soffermiamo sulle visioni impazziremo! » aggiungo dopo, stando alle parole dell'indiano potremmo anche sbagliare: rivelandoci le visioni ci condanniamo ma finora non è morto nessuno; o almeno non abbiamo la certezza che Violet sia morta, spero solo che Alex e Sam ne vengano a capo in qualche modo.
Restiamo pochi istanti in silenzio e James poi sussurra qualcosa in tono abbastanza vago. « Hai notato che Sam aveva addosso la giacca di Alex? » chiede, in effetti sì ma ci penso solo ora, prima ero più preoccupata per le condizioni del mio amico. -Che ci faceva Sam con quella giacca?-
« Sì e no, a cosa stavi pensando? » chiedo io incuriosita da ciò che intende dire, è raro che James esterni i propri pensieri perciò voglio sapere a cosa sta alludendo.
« Magari tra quei due c'è del feeling adesso. » scoppio a ridere visto quanto sia assurda l'idea, James sorride in risposta al mio divertimento, è felice nel vedermi più serena, e in effetti è così che mi sento ora che sono con lui!
« Sarebbero proprio una coppia divertente! » ammetto.
Arriviamo ben presto alla centrale elettrica che si trova circondata dalle pareti col filo spinato, sembra operativa in quanto vedo luci e sento dei suoni che indicano che è in funzione, nonostante questo però James fa segno di seguirlo verso sinistra e gli resto dietro: fiancheggiamo una grande struttura che penso sia il palazzo principale e arriviamo in un condotto nascosto tra la neve.
A protezione di questo enorme tubo c'è però una grata che permette l'ingresso solo a persone minute, solo io potrei entrare all'interno della struttura e questo significherebbe che io e James dovremmo separarci almeno per adesso.
« Da questo punto è passata Nicole, ma non ho idea di cosa ci sia dentro. E non ti lascerò entrare da sola! » dice James, sospiro in quanto non possiamo permetterci di perdere tempo e cercare altre soluzioni all'ingresso.
« James, per favore. Sai bene che finché restiamo insieme sei in pericolo! » sto parlando della visione. « Forse questa è un'occasione per separarci, forse è meglio che... » mi interrompe e non mi dà la possibilità di continuare.
« Non ti lascio andare da sola! Anche se dovessi farmi a quadretti per passare attraverso la grata ma ti seguirò se hai intenzione di passare per questa via! » non posso oppormi in alcun modo, sono quindi costretta a rinunciare all'ingresso immediato all'interno della centrale, serve un'altra via.
« Hai qualche altra idea? Magari quando sei stato qui con Nicole... » non conosco la struttura e non ho idea di come potrebbero essere costruite le centrali elettriche, James però annuisce come se avesse già un'idea in mente.
« Potrebbe esserci un passaggio di servizio o un condotto dell'aria dal quale passare... » annuisco e decido di seguirlo, ci spostiamo entrambi fiancheggiando la struttura e cercando anche la più assurda delle ipotesi per poter entrare.
Arriviamo al retro della struttura senza aver trovato nulla che possa esserci d'aiuto quando finalmente vedo una soluzione e la indico a James. « Che ne dici di arrampicarci un po'? » chiedo; il ragazzo si volta verso il punto che indico: si tratta di un albero pieno di neve, ci sono degli incavi scavati nella corteccia e i miei occhi proseguono sui rami dell'albero che sembra collegarsi ad una finestra aperta.
« Non posso crederci... » dice lui con un leggero sorriso, mi guarda con un bagliore negli occhi. « Non pensavo fossi così avventurosa, mi piace. » continua, sorrido piuttosto imbarazzata, con la mente penso ancora a quel momento prima di entrare nella baita, quando io e lui ci stavamo quasi per baciare e mi sento arrossire.
James va avanti e comincia a scalare il tronco dell'albero, io sono appena dietro di lui: non ricordo di aver mai scalato una superficie così ma da piccola i miei genitori mi portavano al parco giochi ed ero abbastanza giocherellona, è come se stessi riscoprendo quell'abilità persa: piego le ginocchia e mi aiuto con la mano di James, l'altra si aggrappa ai rami dell'albero e insieme riusciamo a salire fino al ramo che come un artiglio sembra entrare all'interno della struttura.
Getto un leggero sguardo verso il basso e scopro che siamo almeno a cinque metri d'altezza, non è poi così alto ma ho paura che cadendo potrei farmi male; James al mio fianco è rannicchiato quasi schiacciato dalla chioma dell'albero, è stretto a me e sento il calore del suo corpo, alzo il viso nuovamente così da incrociare il suo poco più in alto rispetto al mio e chinato così da riuscire a guardarmi.
« Credo che dovremmo muoverci ed entrare... » dico imbarazzata, non sono mai stata così tante volte al suo fianco, le nostre labbra quasi si toccano e lui si limita a sorridere, socchiude gli occhi e sospira annuendo.
« Vado io, così posso prenderti se stai per cadere. » l'idea che mi si figura nella mente mi spaventa ma lui già si sta spostando verso la struttura, striscia sul ramo e lo sento lamentarsi, lo guardo preoccupata e noto che si è graffiato la mano con la superficie a scaglie dell'albero.
È molto più veloce di me e riesce ad entrare attraverso la finestra aperta, si guarda in giro ma non trova nulla e mi fa segnale di poterlo raggiungere: mi trovo sospesa nel vuoto praticamente, percorro il ramo dell'albero e ho come la sensazione che si stia per spezzare ma proseguo lo stesso, un suono echeggia nel bosco, come se qualcosa stesse correndo e mi costringo e fermarmi. James però mi fa un cenno e riprendo la mia strada, all'ultimo istante mi trovo davanti la finestra e il ramo si spezza sotto il mio peso.
Sto per cadere giù, non c'è nulla che mi sostiene quando James riesce a prendermi per il braccio, stringe con forza e provo dolore ma non sarà mai lo stesso del cadere da questa altezza. « Ti tengo io! Resta calma e immobile e vedrai che ti porto su! » mantiene un tono calmo e mi sento tranquilla, mi tira con sé con leggerezza e infine riesco a darmi una spinta per entrare dentro la finestra, James dà un'ultima spinta e questo mi fa letteralmente volare indietro con lui; cade di schiena e io sopra, quasi gli do una testata sul naso ma entrambi siamo illesi e dentro la centrale.
« C'è mancato poco... » dico io, abbiamo i respiri pesanti e la mia mano accarezza istintivamente il viso di James, è ruvido per via della barba che sta crescendo ed è freddo vista la bassa temperatura esterna.
« Blair, io sento che... » lo interrompo subito! Scatto in piedi e guardo la porta d'ingresso di questa stanza, da qualche parte nella centrale ho sentito un suono, il rumore di un vetro che si infrangeva. Non siamo soli qua dentro!
« C'è qualcosa... » dico spaventata, James si alza dietro di me e punta la pistola in avanti, faccio luce con la torcia che riprendo in mano. « Non hai sentito...? » dalla sua espressione capisco che non ha sentito, forse sono io che l'ho immaginato anche se dentro di me sento che qualcuno ci osserva.
Avanziamo all'interno della struttura entrando nella rete di corridoi, una mappa appesa alla parete indica il punto di sicurezza più vicino, io sono però interessata a sapere dove posso contattare qualcuno per aiuto e vedo che c'è una stanza addetta alle comunicazioni radio.
Si trova dall'altro lato della centrale e questo significa che dobbiamo andare proprio dove ho sentito il suono del vetro rompersi alcuni minuti fa.
« Va bene, è su questo piano ma dobbiamo andare dall'altro lato della centrale. Non dovrebbe essere un problema... » James studia la struttura, o almeno il piano che abbiamo a disposizione: si tratta di due rettangoli messi insieme, siamo proprio nell'angolo nel quale queste due forme si uniscono.
« James... ho una brutta sensazione! » dico finalmente, il ragazzo si volta e mi guarda con i suoi occhi chiari e penetranti come il ghiaccio; si morde le labbra come se stesse pensando a cosa dirmi, riflettendo sul da farsi.
« Vuoi andare via? » chiede, lo guardo stranito: non pensavo che avrebbe potuto chiedermi qualcosa del genere, una parte di me sente che c'è qualcosa qui.
« Ho solo una brutta sensazione; ho sentito un rumore e in tutta la foresta ci sono... strani suoni, lo so! » faccio una pausa, se dovessimo andare via non avremmo l'occasione di chiedere aiuto, ed è proprio per questo motivo che siamo venuti qua: contattare qualcuno per aiutare tutti noi!
« Possiamo andare via se vuoi, ma dobbiamo chiedere aiuto a qualcuno... e ormai che siamo qui... » sono immersa nel dubbio, non so cosa voglio fare; James mi sta completamente dicendo che sono libera di scegliere e io non me ne sento in grado: o andiamo via da qui cercando un'altra soluzione per chiamare aiuto, oppure facciamo proprio quello per cui siamo qui, renderci utili!



Nicole
Tana dell'assassino – 2.55



Non sono sicura che scendere nelle profondità dell'oscurità sia saggio, specie se questo potrebbe portarci all'interno della rete del bunker sotterraneo; tuttavia l'espressione di Ingrid è traumatizzante: chiaramente ha paura di qualcosa, che intenda dirmi che l'assassino è l'agente?
Non sono sicura di questo ma non ho altro da fare: stringo gli appunti al mio petto e insieme alla mia compagna ci spostiamo verso il passaggio, accendo la torcia che ho portato con me da casa e vedo subito un pulsante che chiuderà l'ingresso alle nostre spalle.
Lo premo e l'attimo seguente siamo nel buio totale. Siamo solo io e Ingrid che però non resta ferma, si sposta continuando a scendere per il passaggio e io mi muovo con lei, ben presto vediamo solo i muri di cemento armato e sentiamo solo il leggero movimento delle pale dei condotti dell'aria, mi chiedo come mai siano funzionanti ma ringrazio il cielo e quindi non mi ci soffermo molto.
« Perché non mi hai fatto aprire all'agente? Avrebbe potuto aiutarci, non credi? » chiedo rivolgendomi ad Ingrid.
Scuote il viso ripetutamente. « Penso che sia uno degli assassini. » la sua motivazione quale sarebbe? Perché un agente dovrebbe fare una cosa simile? E per cosa poi? Sono dubbi che spero potremo risolvere scendendo qui.
Il passaggio non accenna e smettere di scendere per molto tempo, sento quasi le gambe tremarmi: dopo la corsa sono stanca ma sono tranquilla sapendo che per ora siamo al sicuro. O almeno lo spero: non ho idea di dove questi passaggi conducano e potrebbero portarci anche in qualche nascondiglio segreto dove l'assassino ci sta aspettando.
« Immagino che qua sotto non ci sarà campo... » dice Ingrid quando mi appresto a controllare se ci sono chiamate o messaggi, è l'unico modo che abbiamo per restare in contatto con gli altri ma ha ragione e per di più il cellulare ha la batteria quasi scarica; la verità è che sono preoccupata.
« Ci speravo comunque, dopo che il pazzo assassino ci ha sparato addosso magari Ben mi avrebbe mandato un messaggio se era al sicuro. Mi chiedo dove siano finiti gli altri, non penso se la passino bene. »
Le mie parole rendono Ingrid più silenziosa, da qualche parte entra una folata di vento gelida e penso che siamo finalmente vicine ad un uscita, tuttavia il complicato intrico di corridoi non ci permette di uscire! Giriamo per non so quanto tempo, parecchi minuti ormai quando entriamo finalmente in una nuova stanza, anzi, la prima che incontriamo da quando siamo scese qua sotto.
La porta di questa sala è aperta e di forma ovale, quasi come quelle dei sottomarini ho paura di aprirla.
Ci sono alcune luci all'interno, si trattano di lampade alte che fanno luce bianca. Guardo i mobili stranita, è come se fosse un salottino d'attesa, con tanto di angolo bar lontano da noi.
« Cos'è questo posto!? » chiede Ingrid, vorrei avere una risposta, ma suppongo sia un altro dei nascondigli degli assassini, dall'altro lato c'è una porta aperta, è molto larga, più di quella dove siamo entrate noi ma ha lo stesso aspetto.
« Cerchiamo qualche indizio allora... » visto che siamo qui non abbiamo molto altro da fare, la poliziotta neanche ci avrà seguito quindi apparentemente siamo solo io e Ingrid.
Non c'è molto in giro, mi avvicino soprattutto ai mobili del salotto mentre Ingrid cerca all'angolo bar, è davvero assurdo questo posto e questo mi rende ancora più interessata alla ricerca di indizi, la prima cosa che attira la mia attenzione è un cellulare! Che sia quello dell'assassino? Lo prendo in mano e lo giro, premo il pulsante per riuscire a sbloccarlo ma c'è un codice di sicurezza che lo blocca.
« Ingrid? Sei un'esperta della tecnologia, dimmi che te ne intendi di telefoni! » dico chiamandola, la ragazza si avvicina e prende il cellulare in mano, ci giocherella un po'.
« Ci sto cinque minuti al massimo! » sospiro, è un bene che sia qui con Ingrid, non sono sicura che altri sarebbero riusciti in quello che lei sta facendo adesso. Aspetto il tempo necessario e poi mi passa nuovamente il cellulare, privato della sua password e posso esplorarne i contenuti.
Purtroppo però non ci sono numeri registrati, solo chiamate a persone e in particolare allo stesso numero, non ci sono foto o immagini e capisco che questo è un cellulare che collega i due assassini direttamente, mi chiedo però perché sia qui.
« Ci sono dei messaggi di stanotte... » dico meravigliata andando a leggere i pochi messaggi, si tratta di una conversazione con qualcuno, probabilmente tra l'assassino e l'altro? Leggo nella mente il dialogo:
-21.05- Faremo la cosa giusta, lo facciamo sempre e stanotte proteggeremo ciò che hai abbandonato, codardo.
-21.10- Con chi sto parlando?
-21.15- Sono tuo fratello! Stanotte massacreremo i tuoi piccoli raggi di luce, li faremo a pezzi! Così come tu ne sei andato di casa, distruggendo la famiglia, adesso noi ti porteremo via i ragazzi che tanto ti ostini a considerare come tuoi illegittimi figli! Non sei il padre di nessuno!
-21.40- Ho scelto di andarmene! Sappi che se continuerai a mandarmi queste minacce chiamerò la polizia, John.
-21.50- Sono così tranquilli nella loro casa, ho persino visto uno dei due Williams; chi vuoi che faccio a pezzi per primo? Forse la puttanella della scuola!
-21.55- Questa discussione finisce qui, fai loro del male e giuro che ti ammazzo!
« Non capisco di che sta parlando... » non ci capisco nulla, John... è un nome familiare ma non riesco a dargli un volto; lascio il cellulare dove l'ho trovato e continuo la ricerca fino a trovare un registratore portatile.
Riavvolgo qualunque registrazione ci sia stata messa e metto il play permettendo anche ad Ingrid di sentire. « Vedi August, se c'è una cosa che non hai mai capito di noi, è quanto fossimo legati gli uni agli altri. Noi ti abbiamo sempre amato a differenza dei nostri genitori; siamo tutti e tre riuniti per la cena di Norman con la puttana, e sto pensando: » la voce si interrompe per prendere un respiro per poi urlare con forza al registratore. « Perché non sei tornato quando Norman è stato male dopo l'incidente!? Perché non ti sei fatto più sentire!? I tuoi fratelli avevano bisogno del loro fratello maggiore, Io avevo bisogno di te! » tremo violentemente, mi scivola il registratore via dalla mano.
Conoscono quella voce, non posso non sapere di chi sia!
« Non è possibile... » dico sussurrandolo appena, Ingrid mi guarda, non capisce di cosa sia spaventata ma io lo so!
« Che succede? » chiede lei.
« Si tratta del guardiacaccia! Deve aver ucciso Violet, oh mio Dio no! » la mia amica, la mia migliore amica è morta, fatta a pezzi e divorata da... scuoto il viso più volte mentre le lacrime scendono da sole, lo stomaco mi fa male quasi come se dovessi vomitare e la testa mi scoppia.
« Nicole, ti prego sta' zitta! » continua a ripetermi Ingrid nel tentativo di ridurmi al silenzio, getto un urlo di disperazione mentre lei mi asciuga le lacrime, poi un rumore echeggia alle nostre spalle proprio dalla porta dalla quale siamo entrare nella stanza e vedo l'ombra di qualcuno che corre via, non ho potuto vedere chi era però!
Dev'essere il guardiacaccia! Ho solo pochi istanti di rabbia per decidere cosa fare e nel frattempo prendo un pezzo di ferro che trovo per terra, poi corro contro di lui sentendo i suoi passi sempre più lontani, solo ora vedo altri passaggi da dove siamo passati e spero di prendere quello dell'assassino ma arrivata la bivio mi fermo: ho lasciato Ingrid da sola e dovrei tornare da lei... tuttavia non saprei come visto quante volte ho svoltato per i corridoi, mi sono persa!
Non mi resta altro che andare a destra, sento dei passi che echeggiano e suppongo siano dell'assassino; nella via di sinistra invece sento solo un pesante silenzio, minaccioso ma incredibilmente mi sembra più sicuro.
Una delle due vie mi porterà da Ingrid o dall'assassino che sta cercando di uscire dal bunker.



Alex
Baita degli Williams – 3.25



« Ti senti meglio? Prima non avevi una bella cera. » dico portando a Sam un bicchiere d'acqua, è ancora disteso sul divano ma nel momento in cui mi avvicino a lui sembra volersi sedere e lo aiuto nel farlo.
« Sì, sto bene. » fa una pausa e ne approfitta per bere l'acqua, mi siedo al suo fianco e sento la sua gamba premere contro la mia: sono nella confusione più totale perché non so che mi sia preso prima, nel bosco... « Meglio andare al piano di sopra, dobbiamo scoprire cos'è successo a Violet. »
« Aspetta! » Sam si ferma mentre si alza e mi rivolge uno sguardo confuso, anch'io mi metto in piedi e alzo un braccio nel tentativo di toccare la sua spalla ma mi fermo a mezz'aria. « So che non è il solo motivo per il quale sei voluto restare da solo con me qua in casa. » dico, Sam sbuffa e si volta.
« Se pensi che voglia fare sesso con te adesso puoi andartene via; non ho intenzione di... » lo interrompo prima che possa continuare perché chiaramente ha frainteso le mie parole e ciò di cui penso voglia parlarmi.
« Parlavo del bacio! Non dirmi che non ci hai pensato... » il silenzio scende tra noi due e la casa sembra più silenziosa e spaventosa che mai nonostante le luci accese.
« Dovresti essere tu a parlarne e... non capisco perché lo hai fatto, cosa significa e... mi lascia confuso, tutto qua! » comincia a salire le scale e io gli sono subito dietro di un gradino, mi preoccupo perché barcolla un po' e immagino che la gamba continui a fargli male visto come si muove.
« Che posso dirti di più? Ti ho dato un bacio, volevo farlo. Non... credo sia necessario spiegarti il perché! » cerco di essere elusivo, per un breve istante mi sono sentito diverso, quando l'ho visto sano e salvo... preoccupato per me e ancora vicino ho provato qualcosa... di forte per lui!
« Come ti pare... allora non credo sia necessario parlarne. » dice con leggerezza, superiamo la prima rampa di scale e siamo quasi al pianerottolo dove vediamo la porta fuori dai cardini; sento una morsa allo stomaco per come mi sento!
« Blair e James avevano ragione... » dice Sam, è il primo ad arrivare davanti la porta della stanza, mi ci affaccio subito dopo e resto paralizzato alla vista della scena della battaglia: ci sono due metà di un ramo per terra e ricordo chiaramente che Violet aveva rischiato la vita per prenderlo!
« Cazzo... » cado sulle ginocchia con un tonfo, c'è del sangue intorno e sono sicuro che Violet sia stata presa dall'assassino, che abbia magari combattuto ma temo che alla fine lui l'abbia presa. Che sia viva o no... non riesco a pensarci! « Non può essere vero... »
Sento Sam chinarsi al mio fianco, mi appoggia una mano sulla spalla con delicatezza, è un tocco molto diverso da quello che Violet mi riservava, quello del ragazzo è più amorevole. « Alex... forse c'è speranza, non sappiamo se l'abbia catturata, e se avesse combattuto e poi è scappata? »
Le parole di Sam echeggiano nella mia testa: potrebbe aver combattuto e forse è fuggita, magari ha chiuso la porta all'assassino che l'ha sfondata quando è rimasto dentro, questo spiegherebbe lo stato della stanza. Ma dov'è fuggita?
Ritorno in piedi e seguo ancora Sam che controlla le stanze del piano superiore una per una, non sembrano esserci cambiamenti con l'eccezione di un dettaglio troppo atipico: la scala della soffitta è aperta e permette l'ingresso a qualcuno, sui pioli c'è del rosso, capisco subito che è sangue!
« Non credo sia saggio andare avanti. » dice Sam, il problema è che ho bisogno di vederlo con i miei occhi, se è successo qualcosa a Violet devo saperlo! Ignoro quindi le parole del ragazzo e salgo le scale cercando di non toccare il sangue che sembra ormai asciutto e secco.
Entro nella soffitta e Sam sceglie comunque di seguirmi e grazie a lui riesco a vedere cosa posso trovare visto che ha la torcia: c'è solo polvere, mobili coperti e strani oggetti, cammino quasi girando intorno e immaginando il percorso che avrebbe potuto fare Violet quando sul pavimento vedo una larga macchia di sangue secco.
Non ho più da sperare, sono certo che Violet sia morta ormai!
« Alex... mi dispiace! » le sue scuse non possono ridarmi indietro Violet, sento lo stomaco stringersi e mi volto verso Sam che mi abbraccia inaspettatamente, vorrei piangere ma mi hanno sempre insegnato che un vero uomo non piange, non si lascia abbattere da nulla, neanche dalla morte.
L'abbraccio di Sam però è piacevole, caldo e soffice e automaticamente lo stringo tra le mie braccia; provo qualcosa di strano per lui, posso dire di amare Violet, ma Sam mi fa sentire qualcosa di strano e nuovo... e immagino sia per il fatto che non ho mai visto un ragazzo in questo modo.
« Devo uscire! Devo cercare il bastardo che ha fatto questo a Violet! » dico quando Sam si separa, nella sua espressione leggo una strana paura, forse ha paura di restare solo in casa ma voglio illudermi che sia preoccupato per me. È incredibile come abbia rivalutato ogni aspetto di questo ragazzo!
« Sei forse impazzito!? Capisco che vuoi vendicarti ma non puoi correre in giro per i boschi e... » lo interrompo nuovamente, proprio come prima con un bacio, stavolta però le mie mani stringono le sue come se potessi tenerlo incatenato, poi premo le labbra con forza e le sue parole non vengono pronunciate, ancora una volta posso sentire il suo sapore, ed è dolce proprio come quello di una ragazza.
« Smettila di baciarmi! » dice lui staccandosi con forza da me, resto quasi insoddisfatto, come se mi mancasse aria a causa di quel momento spezzato. « Che ti prende!? » chiede in un primo istante e poi se ne va via, scende le scale ma lo seguo senza pensarci due volte.
« Non sai cosa significa vivere in questo modo! » dico alzando la voce, è già davanti alle scale che portano al piano inferiore e mi affretto ad inseguirlo. « Nascondere ciò che si prova, tu sei abituato a fare la checca davanti a tutti, io ho dovuto soffocare qualunque pensiero e qualunque sentimento per poter vivere tranquillamente! »
Si ferma al centro del salotto e posso finalmente raggiungerlo, respiro lentamente per la corsa attraverso le scale così da recuperare il fiato e parlare nuovamente ma lui si volta, inclina il viso appena e parla: « Avresti potuto dirmelo invece di rovinarmi la vita! » sono le ultime parole che riesco a sentire prima che un urlo echeggi in mezzo al bosco, non so perché ma penso si tratti di Violet.
Comincio a correre nonostante le urla di Sam che mi chiede dove stia andando, le sue parole mi echeggiano nella mente come un martello, il ricordo di Violet scema in mezzo alla nube di fumo che si crea, distruggo la serratura della porta principale e corro in mezzo alla neve cercando di arrivare a quella voce che ha urlato, non so esattamente da dove venga ma credo sia vicina alla vecchia chiesa nel bosco.
Per un lungo tratto di strada mi trovo da solo, circondato dalla natura tetra e malvagia e più volte i rami degli alberi mi colpiscono in viso sporcandomi con la terra e la nvece che li ricopre, poi arrivo in uno spiazzo circolare con una struttura di pannelli di ferro, non ho ben chiaro di cosa si tratti ma c'è un camion con dei lunghi tronchi d'albero che sembrano dover essere scaricati all'interno della struttura.
Dovrebbe essere... una segheria! Qualcuno poi segue i miei passi, lo sento arrivare e tengo il coltellaccio alto così da potermi difendere in qualunque istante. È dietro di me!
Sam spunta dalla boscaglia con un balzo contro di me e faccio in tempo a gettare il coltellaccio per evitare di ammazzarlo, lo tengo fermo prima che cada a terra. « Perché cazzo mi hai seguito!? Dovevi stare a casa! »
« Io... » non riesce a rispondere in quanto un rumore echeggia, è come un ruggito e riconosco lo stesso suono della creatura famelica che ho visto nell'hotel. Sembra vicino a noi, nel bosco da qualche parte quindi prendo Sam per la mano e lo tiro via dimenticandomi di tutto il resto.
Sam oppone prima resistenza visto che recupera il coltellaccio caduto a terra e poi corre anche lui stringendomi la mano, l'unico posto sicuro al momento è la segheria, ci avviciniamo quindi al camion con i tronchi ed entriamo da quella grande porta trovandoci quindi in un magazzino con altri tronchi accatastati; mi guardo indietro aspettandomi che il mostro compaia improvvisamente e quindi entro ancora più dentro la struttura del legno trovandomi in un corridoio.
Ci fermiamo pochi istanti e vedo porte e finestrelle ovunque in questi corridoi, ci sono varie stanze con prodotti di lucidatura e vernici. « Che dobbiamo fare!? » chiede il ragazzo, non so cosa dirgli visto che siamo in trappola, sentiamo dei passi veloci, qualcuno che corre tra i corridoi e vedo un movimento in un'altra stanza, dall'ombra sembrava che quella persona tenesse un fucile tra le mani.
« Vieni con me! » devo portare al sicuro Sam, ci spostiamo quindi restando abbassati e guardandoci intorno: non siamo solo inseguiti dalla creatura ma siamo anche finiti nella tana dei due assassini che ci danno la caccia!
Siamo in un corridoio vuoto quando sento un rumore alle nostre spalle e qualcuno che continua a correre. Sam punta la torcia in avanti ma gli trema il braccio quindi sono io a prendere l'oggetto luminoso e vedo due figure che corrono contro di noi, un ragazzo e una ragazza: Blair e James.
« E voi cosa ci fate qui? » è come in un film commedia, tutti a quattro diciamo la stessa identica frase nello stesso momento e questo non ci fa ridere però.
« Non c'è tempo per spiegarvi, ci sta inseguendo! » urla Blair, sembra chiaramente preoccupata, mi chiedo se allora non fossero state sue le urla che ho sentito ed inseguito.
Tutti e quattro ci mettiamo a correre dell'altro lato verso uno dei tanti corridoi che ci fanno entrare nella struttura e buttiamo giù la porta che ci blocca; siamo sempre più dentro la segheria e ci troviamo in una stanza con una scrivania.
Mi volto a destra e sinistra così da poter trovare una via di fuga: ci sono delle scale che portano al piano superiore della centrale e posso vedere un cartello con scritto “Modellamento e taglio”; in opposizione alle scale ci sono dei corridoi che sembrano portare nell'ala degli uffici e nelle sale di archiviazione della segheria; superando la larga scrivania potremmo arrivare ad una porta dal quale posso vedere una grande sala con un manto marrone sul pavimento, suppongo sia la sala centrale e potremmo scappare dall'uscita principale; quasi affiancando quella stanza c'è un corridoio che porta ad un'uscita attraverso uno dei magazzini di merci e materiali della struttura. È questione di fortuna adesso!
  
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