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Autore: ARed    13/01/2016    2 recensioni
Bella ed Edward sono una famosa coppia di attori, famosi per essere i protagonisti di una delle saghe di più successo degli ultimi anni.
Sono felici e innamorati, ma qualcuno gli vede come delle semplici macchine da soldi. Persone senza scrupoli, a cui non importerà nulla di far soffrire i due protagonisti, colpiti da un tradimento che come un fulmine a ciel sereno gli separerà.
“Era un inferno che visto dall’esterno poteva sembrare il paradiso”
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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QUIETE
Dovevo andare sul set, era giorno di riprese. Mi vestì e cercai di far passare le occhiaie per stanchezza, le truccatrici, poi, avrebbero fatto il miracolo. Almeno, era ciò che speravo.
Chiamai anche i miei genitori, gli raccontai tutto e pregai loro di non venire a Los Angeles. Erano sconvolti, infuriati e delusi come lo era anche Jake.
Rose ed Alice, lo vedevo erano preoccupate,  si proposero di accompagnarmi agli Studios, ma rifiutai. Avevo bisogno della quiete della mia 500, di rimanere da sola, di lasciare i problemi fuori, non  volevo portare la mia vita privata sul set. 
Ed eccomi agli Studios, il mio posto naturale, dove mi sentivo a mio agio. Sempre a casa.
Le make-up artist, come speravo, fecero il miracolo. Anche se le mie lacrime minacciavano di uscire e rovinare tutto. Dovevo solo resistere, solo resistere, in pubblico. Avrei lasciato che il dolore mi travolgesse, di nuovo, quando mi sarei ritrovata nella mia 500.
Fingere sul set non mi era difficile, cercai di evitare tutti, il più possibile, tranne Sam, la mia assistente. Più volte mi chiese se stavo bene, se mi era successo qualcosa, se era successo qualcosa a .. a lui. 
Le dissi che avevo dormito male a causa di un mal di testa, non so  se l’aveva bevuta, all’apparenza sembrava di si.
<< Bella, sei strana oggi>>, mi disse Sam all’ora di pranzo. 
<< Perché?>>, cercai di essere il più spontanea possibile.
<< Perché hai davanti a te un Chickenburger, che non hai nemmeno degnato di uno sguardo, quando di solito lo divori ancor prima che io cominci a mangiare il mio>>, in effetti non mi ero neanche accorta del panino, avevo lo stomaco chiuso, il solo pensiero di mangiarlo mi faceva venire la nausea. E aveva ragione Sam, di solito lo avrei divorato come se non ci fosse un domani.
<< Ho mangiato tanto a colazione, non ho fame>>, come scusa non faceva una piega.
<< Ah, contenta tu. Posso?>>, indicò il Chickenburger.
<< Certo>> , e glielo passai.
La fortuna quel giorno era dalla mia parte, le scene che io e Riley dovevamo fare erano le parti più drammatiche del film, non mi fu difficile immedesimarmi.
La giornata sul set passò velocemente, quasi non me ne accorsi. Si avvicinava, lentamente la parte della giornata che più temevo, la notte. Il rimanere sola con i miei incubi mi terrorizzava, ma non avrei chiesto a nessuno di dormire con me , non avrei condiviso con nessuno il mio dolore. Non volevo far soffrire altra gente per colpa sua.
Quando mi rifugiai nell'abitacolo della mia 500 il dolore esplose e mi squarciò il petto, avevo resistito a lungo e ora ne pagavo le conseguenze.
Mentre mi dirigevo all'appartamento passai davanti a Magnolia Bakery, la mia pasticceria preferita, decisi di prendere i dolci preferiti di Rose ed Alice. Io avevo lo stomaco chiuso, ma loro avrebbero apprezzato, erano due golosone.
Mi asciugai le lacrime e mi misi i Ray Ban scuri, ora dovevo resistete solo per una manciata di minuti, potevo farcela. Appena scesi dalla macchina due ragazze mi si avvicinarono, erano due fan. 
Erano giovani, non dimostravano più di quindici anni, belle, spensierate. Avrei fatto scambio con una di loro subito, se solo fosse stato possibile.
<< Oh, mio Dio! Bella!>>. Disse quella più alta, sul punto di piangere.
<< Possiamo farci una foto? Un selfie>>, chiese la seconda, con un sorriso contagioso.
Non ero certo in vena di fare foto, non ero una di quelle che uscivano bene sempre, non ero una modella super figa. Non volevo sorridere, sarebbe stato un sorrisi falso, ma non mi potevo rifiutare. Era grazie a loro se avevo realizzato il mio sogno, dovevo ad ognuno di loro molto più di una foto.
<< Si, certo>>, risposi e i loro volti si illuminarono.
Feci una foto con ciascuna delle due e poi un selfie tutte assieme. Loro felici, io nascosta dai miei Ray Ban. Le salutai ed entrai a prendere i dolci. Tornare dalle ragazze mi faceva paura, con loro non potevo recitare. Appena sola il dolore tornò, mi squarciava il petto e io non sapevo come difendermi.
Attorno a me tutto sembrava così calmo, normale, tutti ignoravano l'inferno che mi bruciava dentro. Dovevo godermi quella quiete esterna, perché, da li a qualche giorno, quelle maledette foto sarebbero state pubblicate e l'inferno sarebbe scoppiato anche al di fuori me. Travolgendomi completamente rendendomi in mille brandelli.
Appena uscita dalla pasticceria corsi in macchina, nel mio rifugio, senza musica, mi dava fastidio.
Erano passate ventiquattro ore, ma il tutto mi sembrava lontano. Come se non fosse mai successo, illusione, perché il dolore mi colpì forte, per farmi capire che era tutto maledettamente vero. 
Quando tornai a casa trovai Rose al telefono, Alice preparava la cena. Era dal giorno prima che non mangiavo, ma non avevo fame.
<< È appena tornata>>, e mise giù.
Era al telefono con lui. Gli avevo detto di non cercarmi, perché continuava a farmi del male?
Se voleva sapere come stavo, beh, più o meno come l’ultima volta che l’avevo visto.
Rose mi guardò dispiaciuta, lei non aveva colpa.
<< Buonasera, ho preso il dolce>>, dissi con falso entusiasmo. Mi sorrisero.
<< Ciao Bella>>, Rose si avvicinò e mi strinse in un abbraccio, io rimasi immobile e le lacrime tornarono.
<< Mi dispiace, ma è tutto il giorno che chiama, è preoccupato>>.
Ora si preoccupava pure! Non poteva pensarci prima di portarsi  letto quella li?! E anche la rabbia mi travolse.
Non volevo che le disturbasse per una cosa che riguardava solo me e lui. L’avrei chiamato, dopo.
<< Alice ha chiamato anche te?>>.
<< Si, ma non gli ho risposto!>>, aveva disturbato anche lei. Mi lanciò un’occhiata d’intesa.
<< Grazie>>, ed era sincero.
<< Questi pasticcini mi reclamano, su mettiamoci a tavola>>, intervenne Rose per alleggerire la situazione.
<< Ho fatto le lasagne, non le puoi rifiutare>>. Era il mio piatto preferito, ma non avevo fame. Avrei finto, resistito, per un po’. Non era difficile fingere, le lasagne di Alice erano le migliori, qui a Los Angeles.
<< Non vedo l’ora. Vado a cambiarmi>>, ne avrei approfitto per chiamare lui e calmarmi. 
<< Non tardare o Rose si mangia tutto!>>, Rose  le lanciò un’occhiataccia, << Hey, non è vero. Ma sbrigati>>. Posai il vassoio di dolci sul tavolo e andai nella mia stanza.
Avevo spento l’ IPhone, quando lo riaccesi notai che avevo un casino di chiamate perse da mamma, papà e Jake. Mandai a tutti loro lo stesso messaggio:
Scusa se non ti ho risposto ma sono stata sul set tutto il giorno, 
ora sono a casa. Sto bene. Bella 
Di lui nessuna, ma dovevo chiamarlo e dirgli di lasciare in pace Rose e Alice.
Rispose subito, << Bella, amore, finalmente>>, sentire la sua voce mi fece male, un altro violento colpo al petto. Non riuscivo a parlare.
<< Senti.. non disturbare più Rose e Alice. Ricordati hai promesso di non cercarmi>>.
<< Mi dispiace, io.. voglio solo sapere che.. stai bene>>.
<< Non cercarmi>>, non riuscivo a dirgli altro, perché, se solo il mio corpo avesse deciso di collaborare, lo avrei riempito di insulti fino a farlo annegare nelle mie stesse lacrime.
<< Perdonami, ti prego..>>, non ce la facevo più, conclusi la chiamata. 
Pochi secondi dopo chiamò Sam, che diavolo voleva? Decisi di rispondere.
<< Bella? Come stai? Perché non mi hai detto nulla?>>.
<< Di cosa?>>, lo sapevo benissimo di cosa. 
<< Che Edward..>>, 
<< Sto bene..>>, mi affrettai a dirle non le volevo sentire quelle parole.
<< Ecco perché oggi eri così strana>>. Chi glielo aveva detto, sicuramente lui. 
<< Come l’hai saputo?>>.
<< Us Weekly, mi ha appena inviato la copertina in uscita domani..>>. Domani? Sarebbe esploso tutto l’indomani? No, non così presto.
<< Sei sicura che esca domani?>>.
<< Si, non possiamo fare nulla per evitarlo>>, avrebbero fatto lo scoop dell’anno, ed io .. meglio non pensarci.
<< Te la invio>>.
<< No>>, quasi lo urlai, << Non le voglio vedere>>, le avevo già viste, mi avevano già distrutta.
<< Scusami. Ma domani non uscire di casa>>.
<< Questo è impossibile Sam, devo andare sul set>>, la mia vita privata non avrebbe coinvolto il mio lavoro. Anche se la cosa, lo sapevo, era inevitabile.
<< Parlo io con la produzione, dimmi dove sei>>.
<< Nel mio ex-appartamento>>.
<< Bene, manderò li due bodyguard, domani mattina>>. Che cosa? Barricata in casa. No! Sapevo che per un po’ non sarei riuscita a fare mezzo passo fuori, e che tutti mi avrebbero cercata. Ma non volevo sentirmi in prigione, per un crimine che non avevo commesso io.
<< Sam, per favore non lo fare. Ti prometto che starò in casa, ma non mi portare qui i due monster>>, la pregai, ma la conoscevo era testarda. Difficile farle cambiare idea.
<< Invece si! Fine della discussione. Ora ti lascio, mi devo organizzare. Ci sono le ragazze con te, non sei sola, vero?>>.
<< Si.. buonanotte Sam>>.

<< Buonanotte, e stai tranquilla va tutto bene>>. Decisi di mettermi i leggings neri e una maglietta bianca, cercai di pensare che andasse tutto bene, che il giorno dopo la notizia passasse sotto tono.
Quanto mancava allo scoppio? Nove o dieci ore di quiete, e poi.. Boom!
Mi sarei ritrovata nell’occhio del ciclone, mi avrebbe travolta, resa a pezzi. Se ne uscivo viva potevo considerarmi miracolata.
Ci sedemmo a tavola, nessuna parlava. Loro mangiavano, io volevo ma avevo lo stomaco chiuso. 
<< Bella, mangia>>.
<< Si>>, erano preoccupate, dovevo sforzarmi di più, avrei mangiato. Anche se, poi il mio stomaco avrebbe rigettato tutto.
<< Non hai toccato cibo, tesoro. Da quand’è che non mangi?>>.
<< Da oggi a pranzo>>, mentì.
<< E ora sono le otto, mangia. Non mi vorrai dire che le mie lasagne non ti piacciono! Mi offendi se non le mangi! >>, non volevo offenderla e cominciai a mangiare.
Era dal pomeriggio precedente che non mangiavo, temevo di dover correre in bagno da un momento all’altro, ma il mio stomaco e il mio palato apprezzarono molto le lasagne di Alice.
<< Alice, davvero, erano squisite>>, avevo finito tutto, non si poteva lamentare.
<< Sono Miss Lasagna 2015, non dimenticarlo!>>. 
Le aiutai a sparecchiare e a mettere tutto nella lavastoviglie. La quiete che mi circondava in quel momento, stava per svanire, sarei esplosa e non volevo farlo davanti a loro due.
<< Ragazze sono stanca, vado a dormire. Buonanotte>>.
<< Sei sicura di volere rimanere da sola?>>.
<< Si Rose>>, e le lasciai, preoccupate, in sala. In quel momento avrei tanto voluto avere Coco, l’avrei coccolata tutta la notte. Tanto non avrei chiuso occhio.
Mi misi a letto, ancora vestita, le lacrime e il dolore mi travolsero. Perché faceva così male?  Milioni di persone al mondo erano state tradite, e se ne erano fatte una ragione ma io mi sentivo morire. 
Non so se per il dolore o per la stanchezza, ma crollai in un sonno agitato.
Stavo entrando nella stanza mia e di Edward, sentivo delle voci, riconoscevo la sua voce e l’altra, chi era?
Entrai in camera e gli vidi, loro due nel nostro letto; facevano l’amore, in casa mia. No! No! Basta non ce la facevo più. Gli sentivo ridere, ridere di me..
<< No! No!>>, mi sveglia in lacrime, tremavo. Qualcuno mi strinse forte.
<< Shhh, tesoro calmati>>, ero sfinita erano le quattro del mattino. 
<< Stavo urlando, vero?>>, perché diavolo ero venuta qui?
<< Va tutto bene, non ti preoccupare>>. Nulla andava, bene la mia vita era andata in frantumi e stavo rovinando la vita anche alle mie amiche.
Rimasi li, tremavo, piangevo, il mio petto era ormai squarciato a metà e faceva male. Quanto dolore poteva contenere un essere umano, prima di esplodere?
E questo era solo l’inizio, mancavano poche ore, e poi..  


Grazie a tutte voi che avete cominciato a leggere il mio racconto, spero che continui a piacervi, fatemi sapere cosa ne pensate.
un abbraccio, AlmaRed
A martedì..


   
 
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