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Autore: kannuki    15/03/2005    3 recensioni
"Ognuno è libero di fare quel che più gli aggrada a questo mondo. Ad esempio io stendo demoni: piccoli diavoletti viscidini con le codine e le corna. Quando dice bene. Adesso c'è questa ragazza Tentata dal diavolo... suona isterico, ma è la pura verità. Devo farle da balia per un pò. Bah, almeno è carina, educata e mi da del lei...a saperla prendere, una così"
Genere: Azione, Drammatico, Romantico, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Mano Sinistra di Dio'
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“Safyia

“Safyia! Hai finito di fare la doccia?”

La voce della donna risuonò ovattata, dietro la porta di legno bianco. Il getto d’acqua scrosciava addosso alla ragazza che sorrideva estatica. Aprì un occhio e lo richiuse “Non disturbarmi, sto troppo bene, per uscire da qui.”

La donna sospirò con le mani sui fianchi. Sempre la solita svogliata! “Ha chiamato Olivia, mi ha pregato di farti sapere che la festa è stata spostata di un’ora. Quando ti deciderai a resuscitare, falle uno squillo.

“Ok, ma” urlò la ragazza afferrando la spugna a forma di tartaruga e gettandoci sopra una dose abbondante di bagnoschiuma.

Con questo profumino, non saprai resistermi, caro mio!

Con la mente rivolta alla serata che si preannunciava bollente, Safyia decise vestito, accessori e tattica per conquistare Malcolm in meno di un secondo.

Quello rosso scollato, non ci sono dubbi! Pensò risciacquandosi con cura.

Si guardò allo specchio rigirandosi da tutti i lati. Come diceva sempre Olivia, Safyia aveva il sole addosso. Sorrise lanciando un bacio all’amica del cuore e aggrottò al tempo stesso le sopracciglia, alla vista di un mezzo centimetro di cellulite nell’interno coscia!

O mio dio!”  esclamò orripilata “sto ingrassando! Mamma! Da domani dieta ferrea!” urlò aprendo appena la porta. La donna, sdraiata su divano a leggere un libro, la sentì e sorrise.

 

La solita dieta che durava due giorni a dir tanto!

 

Richiuse la porta per non disperdere il gradevole calore che le accarezzava la pelle naturalmente dorata e si scrutò per dieci minuti buoni il viso, alla ricerca d’eventuali rughette.

Quella è d’espressione, ne sono sicura…ma dov’e’la crema?!

Frugò nell’armadietto sempre tenendosi d’occhio, con i lunghi capelli neri arrotolati e tenuti fermi da un mollettone carminio a forma di farfalla.

I suoi occhi neri sotto le lunghe ciglia anch’esse scure, soppesarono con cura ogni singolo centimetro della sua affascinante e, diciamocelo spudoratamente, fichissima figura. Pattinando con le dita scivolose di crema su ogni singolo poro, notò un riflesso nello specchio che non doveva esserci. Si voltò, scrutando la porta del bagno socchiusa.

Safyia la richiuse con un certo nervosismo. Odiava le porte aperte a metà…le dava un senso di incompiutezza che non riusciva a spiegarsi.

Sciolse i capelli preparandosi mentalmente ad una lotta all’ultimo sangue con quella capigliatura ribelle che non le permetteva di rilassarsi da 25 anni a quella parte e afferrò spazzola e pettine, decisa a presentarsi alla festa con l’ultimo look di JLo. Con un ghigno rivolto al riccioletto che andava formandosi per l’umidità del bagno, attaccò la piastra alla presa della corrente e accese il phon, sperando di non far saltare la corrente come l’ultima volta, quando aveva messo in funzione contemporaneamente la tv, il  computer e la lavatrice.

Può capitare! Si disse scusandosi per i disastri che combinava continuamente dentro casa, con le amiche e all’università…come quando aveva gettato addosso al professore il caffè bollente, inciampandogli addosso e facendogli cadere tutte le dispense appena ritirate dalla copisteria, macchiandole irrimediabilmente.

Alzò un sopracciglio al ricordo e fece una smorfietta divertita. Capita!

 

Un cigolio lento la fece voltare.

Vide la porta del bagno aprirsi da sola e impallidì, sentendo qualcosa di negativo che la sfiorava.

Con i brividi addosso e i capelli alla base della nuca rizzati, si appoggiò al lavabo, spegnendo il phon.

“Mamma!” chiamò allarmata “mamma!” urlò di nuovo arretrando verso la cabina di vetro della doccia.

C’era qualcosa...qualcosa che si stava avvicinando…

 

Guardò nello specchio. L’immagine distorta del muro e della porta la fece sbiancare “mamma!!”

Gridò agitata. Quando la donna aprì la porta del tutto, Safyia lanciò un urlo strozzato, vedendo il riflesso di un essere abominevole sulle spalle della madre che le accarezzava la testa e la sua lunga lingua blu che le strusciava lentamente la guancia.

“Stalle lontano!” urlò con le lacrime agli occhi lanciandogli contro la piastra rovente che teneva ancora in mano.

“Safyia!” esclamò la donna agitata, scansandosi contro la parete per evitare il ferro caldo. La piastra rimbalzò e colpì l’essere che lanciò un grido roco e disumano che agghiacciò il sangue della giovane.

La ragazza si lanciò contro la donna e la tirò a se, vedendo l’essere che si dimenava, con il muso bestiale ustionato da un lato. L’occhio colava in una melma verdastra che le provocò una sensazione di vomito. La fissò con odio. Safyia rabbrividì stringendo forte gli occhi e stringendo contro di se la mandre che balbettava. Quando li riaprì non c’era più.

“Safyia! Che significa tutto questo? Sei impazzita?!” la sgridò la donna strappandosi con difficoltà dalla sua presa.

“Non l’hai visto?! Non l’hai visto?! Urlò con quanto fiato aveva “quel mostro! Quel mostro schifoso!”

La donna la guardò con gli occhi sgranati. “Tesoro..” Mormorò allungando una mano e toccandole i capelli..

Numerose ciocchette bianche le ricaddero fra le dita. Safyia le guardò incredula, con il cuore che sembrava volesse esploderle nel petto.

O…dio…” sussurrò mentre la madre la stringeva e cercava invano di trovare una spiegazione razionale all’accaduto.  

 

 

Suor Concepta si svegliò di soprassalto, urlando e facendo accorrere le novizie. Scostò leggermente la veste dal corpo accaldato e le rassicurò, affermando di aver avuto un semplice incubo.

Quando rimase sola, uscì dalla sua stanzetta semplice ed essenziale e si recò nell’atrio della Casa della Misericordia, componendo un numero velocemente.

“Ne ho trovata un’altra…è stata attaccata stanotte. Si, una ragazza molto giovane…”

Restò in ascolto per molto tempo, segnando mentalmente nomi e luoghi. Attaccò con timore, facendosi il segno della croce e mormorando una preghiera per la sua povera anima.

 

L’avevano trovata prima Loro.

Questo non era certo un bene.

 

 

Chiesa di Saint Augustine. Dall’altra parte della città.

 

“Bella Johnny. Ne ho steso un altro”

 

La mia voce risuona nella chiesa interrompendo le preghiere del prete. Si fa il segno della croce continuando a mormorare l’orazione fra i denti. Si alza a fatica…è così vecchio, non riesco a credere a quanti lavori si dedichi ancora.

Padre John mi viene incontro osservando con malcelata irritazione il mio cappotto lungo… che vuole, è l’ultima moda!!

Lo guardo annoiato. Sta per farmi la sua solita ramanzina. Mi fissa un po’ troppo a lungo negli occhi e fa una croce davanti a me, posandomi una mano sulla testa.

Ancora! I miei poveri capelli non trovano pace stasera!

“Sei stato bravo” afferma con voce bassa e stanca.

Tutto qui?

“Stai bene?”

Resto sorpreso per la domanda. Annuisco allargando le braccia per dargli modo di osservare il mio corpo illeso.

Sta per dirmi qualcosa me lo sento… e sono sicuro che non mi piacerà.

“Siediti, Adrien” mormora indicandomi la panca sulla quale mi lascio cadere pesantemente.

La vodka chiama, sii coinciso!

Si porta le mani sulle gambe coperte dalla lunga veste nera e sospira più volte. “Si è aperto un Portale..

Come se fosse una novità! Sbuffo allungandomi sulla panca scomoda. “E allora?”

“Un Corruttore è riuscito a passare.”

Ah…pensò con aria preoccupata. Un cazzone da niente, quel tipo. 

 

Un Corruttore è uno a cui daresti fuoco all’istante. Quel bastardo linguacciuto scova i poveracci che fanno il mio stesso lavoro e cerca di deviarli dalla retta via…in pratica li ammazza succhiandogli il cervello, compreso di midollo spinale. È la parte più succosa secondo loro…che schifo! Da quando lo so, non mangio più l’osso buco.

 

Certo che ce ne sono altri, di Guardiani! Che credevate, che fossi l’unico a pattugliare la città? Non scherziamo, ce ne sono un bel po’…francamente non ne conosco neanche uno. E’ vietato avere rapporti  interpersonali. C’è una specie di Legge ipercazzuta sull’argomento che vi racconterò in seguito. 

 

Guardo padre John che si tormenta le mani “e dove lo trovo sto tipo?” domando leggermente incazzato.

La serata alcolica sta andando a farsi fottere e non riuscirò a fare un salto da Kob, se mi spediscono lontano...e ne ho estremo bisogno, dopo la serata.

 

“Non lo sappiamo.”

 

E ti pareva! Fosse mai una cosa semplice! “Allora me ne torno a casa.” Esclamo alzandomi di scatto e stirandomi pigramente.

Il prete mi guarda seccato: che pretende, che setacci tutta la città da solo alla ricerca di un eventuale linguone che starà vagando chissà dove?

Se quella ragazza muore perchè non puoi fare a meno di andarti ad ubriacare in quel postaccio da quattro soldi, ti resterà sulla coscienza!”

 

Il mio occhio sinistro si socchiude impercettibilmente e un risolino aleggia sulle labbra serrate.

Amico, hai detto la parola magica!

 

“Ha attaccato una ragazza?” domando vagamente con aria distratta…falso come Giuda!

Padre John non sorride.”Suor Concepta ha avuto una visione in sogno e mi ha subito telefonato. Sembra che sia stata attaccata nella propria abitazione.

E credete che sia ancora viva?” domando leggermente scettico, con tutte le fantasie di conquista che evaporano come una goccia d’acqua sull’asfalto bollente. Se è una Guardiana, posso dire addio ai sogni di un eventuale tete-a-tete con la madamigella in pericolo.

“Si”

Mh…forti questi. Credono sempre alle visioni della vecchia mummietta. Non che ne abbia mai sbagliata una, in effetti!

“Domattina ci farò un salto, basta che mi diate l’indirizzo” borbotto con aria annoiata. Giro le spalle sentendomi osservato. Ha capito dove sto andando?

“Quella roba ti ucciderà” mi dice con voce grave.

Sorrido fra me e me…come se non lo sapessi.

  
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