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Autore: Ice_DP    14/01/2016    2 recensioni
Tutti sanno che Portuguese D. Ace, prima di diventare il comandante in seconda della flotta di Barbabianca, ha cercato in tutti i modi di farlo fuori. Non ha risparmiato nemmeno la scelta più assurda che potesse venirgli in mente, architettando in ogni dettaglio i suoi piani, con i quali ha attentato alla vita del capitano della flotta più potente del mondo.
Inutile dire che tutti, dal primo all'ultimo, hanno fallito miseramente.
Tra avvelenamenti, oggetti volanti non ben identificati e tentativi di buttarlo in mare, alla fine Ace scoprirà che c'è un modo più semplice per poterlo annientare definitivamente.
[Comunicazione di servizio: molti capitoli potranno risultare stupidi oltre ogni misura ed aspettativa, andando oltre a qualsiasi soglia di logica e decenza]
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Barba bianca, Ciurma di Barbabianca, Portuguese D. Ace
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le imbarazzanti avventure di Ace'
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100 modi per uccidere Barbabianca


#13 Maledizioni a caso

 

Che l’enorme ciurma di Barbabianca non fosse completamente sana di mente, lo sapevano in molti; ma che addirittura questo branco di energumeni credesse a fenomeni paranormali era ancora più incredibilmente stupido.

Quando l’omone che era considerato il capitano, aveva dato l’ordine di attraccare nell’isola in cui si trovavano in quel momento, si levarono grida di approvazione e di gioia.

A quanto Ace aveva appreso, quell’isola era una tappa abituale; non appena ne avevano l’occasione, vi sbarcavano senza alcun ripensamento, anche più volte durante l’anno.

Che cosa avesse di speciale, Ace non lo capì finché non sentì farneticare due membri su ciò che avevano intenzione di fare di lì a poco.

“Dai Gin, vieni anche tu alla casa dei fantasmi! Lo sai che ci si diverte sempre!”

“Mi hai convinto! Quelle presenze mi fanno sempre accapponare la pelle!”

-Intelligenti!- pensò Ace ironico. Come cavolo si poteva credere a certe baggianate?

Decise comunque che era il caso di sgranchirsi un po’ le gambe, non sapendo bene quando avrebbe di nuovo avuto l’opportunità di scendere sulla terraferma.

Raggiunse la via principale del paese guardandosi intorno con fare sospettoso; tutti i negozi riportavano insegne e nomi che evocavano fantasmi, zombie, vampiri, sangue e qualsiasi cosa che appartenesse più all’altro mondo che a questo.

Incuriosito, Ace si avvicinò ad una vetrina che esponeva delle strane sfere di cristallo di tutte le forme e colori, accanto ad un gigantesco cartello con la scritta SALDI.

“Io non credo a queste cose…ma tentar non nuoce…” disse a bassa voce e un po’ perplesso, cercando di convincersi che forse quello era davvero l’unico modo per poter far fuori il vecchio.

Lo accolse una donna col naso bitorzoluto, le mani nodose e la gobba nascosta sotto una maglia giallo canarino; non proprio quello che si definisce un bello spettacolo. Lo guardò con una luce sinistra negli occhi; inquietante.

“Siediti caro, so già cosa vuoi chiedermi, ed io ho la soluzione giusta per te!” stridette con una voce metallica.

Ace si sentì sollevato dal non dover raccontare nulla della sua vicenda, pensando che forse non tutte le dicerie su quell’ambiente fossero false.

“Adesso concentrati e visualizza il tuo obiettivo!”

Detto fatto, nulla di più semplice; la faccia enorme di Barbabianca lo accolse non appena chiuse gli occhi.

Sentì la tizia ripetere frasi senza senso alcuno, ma che assomigliavano tremendamente ad una maledizione.

Uscì poco dopo, felice e contento ma soprattutto convinto che la vecchia gli avesse tolto il gravoso compito di uccidere il capitano.

Corse sulla Moby in preda ad una cieca curiosità; voleva vedere come sarebbe stato dilaniato il corpo del vecchiaccio dopo quello sproloquio.

Ma trovò una brutta sorpresa.

“Guarararararara, ma guarda che bella!” tuonò il capitano, sotto lo sguardo incredulo di Ace. Non era possibile, non poteva essere vero, stava certamente sognando! Ma che diavolo aveva combinato quella vecchiaccia?!

Il capitano si guardava compiaciuto il mento, dove era cresciuta una folta barba bianca che si stava lisciando.

“Ora si che posso tenere fede al mio nome, guarararararara!”

 

 

 

ANGOLO DELLA DEMENZA

Miei prodi, sono riuscita a tornare anche qui, finalmente. Porto con me una brutta notizia: ho perso la mia preziosa tabella con tutti gli spunti per i capitoli di questa raccolta *tristità a palate*. Sono riuscita a recuperarli fino al 32 più o meno, ma prometto che mi impegnerò a ricordarmeli tutti. Mannaggia al mio hard disk che si è fritto *altra tristità a palate*

Scusate la mia assenza, ma è davvero un bruttissimo e incasinato periodo, che spero finisca presto.

Spero anche che questo capitolo sia piaciuto, personalmente io mi sono divertita un sacco a scriverlo e anche ad immaginarmelo!

Ringrazio tutti coloro che mi seguono e quelli che mi seguiranno ancora nonostante questa mia lunga assenza. Sappiate che mi fate un piacere immenso con tutti i vostri commenti!

Alla prossima!

Peace & Love!

   
 
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