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Autore: LullabyPotter    15/01/2016    2 recensioni
«Ho perso tanto e guadagnato tanto. Non so se questa è la volontà del Creatore, di Andraste o la mia. Forse di nessuno, o forse di tutte e tre le cose. So solo che se adesso mollo e me ne vado, le vite che sono state spezzate saranno state vane. E io non posso permettere che la gente muoia per una causa persa.» Elyanne aveva uno sguardo che Xiric non aveva mai visto nella sua amica. Era qualcosa di più che determinata: aveva deciso la sua via, e intendeva seguirla fino in fondo.
«Così parla un capo» le disse, dandole un pugno amichevole sulla spalla. Elyanne si lasciò andare in un sorriso.

Trevelyan!Centric | Lavellan!Centric | Cullen/Trevelyan | Lavellan/Josephine |
Revisione effettuata in data 10/04/2016
_Eagle ||
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Cullen, Inquisitore, Josephine Montilyet, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The first time
 
Furono giorni intensi, quelli successivi alla rinascita dell’Inquisizione. Elyanne conobbe i suoi consiglieri e il loro ruolo: Leliana, la Capospia, che già aveva incontrato; Cullen Rutherford, il Comandante delle truppe, con cui aveva parlato andando al Tempio delle Sacre Ceneri e che Xiric continuava a chiamare “biondino”; e Josephine Montilyet, l’Ambasciatrice erede di una casata nobile di Antiva. Trevelyan non aveva potuto fare a meno di notare l’occhiata che Xiric aveva lanciato alla giovane Antivana: dire che l’aveva colpita era sicuramente un eufemismo.
L’elfa non era prevista nell’entourage ristretto di Elyanne, ma Trevelyan non avrebbe mai permesso che ella rimanesse fuori dalla Sala di Guerra. Era la sua amica più cara, la sua confidente e la sua guardia del corpo; inoltre, Cullen stesso consigliò a Cassandra di non lasciarla fuori: dopo ciò cui aveva assistito mentre Elyanne era priva di sensi, aveva capito che era meglio assecondarla.
Furono giorni di pianificazione, di scelte, di messaggi, di addestramento e di ricerca. Il talento con l’arco di Elyanne venne studiato da Cullen e Leliana, che notarono subito una certa influenza elfica nella sua tecnica, spiegata solo quando Elyanne disse che era stata Xiric a insegnarle le basi della disciplina.
Mentre l’elfa si era ambientata subito, quasi come se fosse nata nell’Inquisizione, Trevelyan aveva sempre quella sensazione, l’idea di non riuscire a fare abbastanza. Di non essere la persona adatta.
Eppure, in qualche modo Haven stava diventando casa sua molto più della tenuta dei Trevelyan ad Ostwick. Lì poteva essere solo Elyanne, e difatti aveva chiesto a chiunque le parlasse di non usare appellativi: Dama le era sempre stata stretto, mentre ad “Araldo” non ci avrebbe mai fatto l’abitudine. Perlomeno, i suoi consiglieri avevano accettato di buon grado l’idea di chiamarla per nome, sebbene Cullen, a volte, cadesse ancora nella formalità.
Aveva cominciato anche a conoscere un po’ meglio Solas e Varric. Quest’ultimo l’aveva avvicinata una notte che era sola, perché si era svegliata che il sole non era ancora sorto e non era riuscita a trovare di nuovo il sonno.
Elyanne si era seduta su un muretto e dondolava le gambe, immersa nei suoi pensieri, quando il nano si era affiancato. «Ora che Cassandra non è nei paraggi, vuoi dirmi come ti senti?» le aveva chiesto.
Trevelyan si era voltata verso di lui, sorpresa. «Perché ti interessa?»
«Sei passata da essere il nemico numero uno del Thedas a guida per gli eserciti dei fedeli» Varric scrollò le spalle. «Qualcuno deve pur preoccuparsi di cosa ti passi per la testa. Qualcuno che non sia la tua amica inquietante, intendo».
«Xiric non è inquietante» Elyanne fece una smorfia, arricciando il naso e cercando di trattenere un sorriso.
«Per chi non la conosce, sì. Quasi tutti sappiamo cosa ha fatto ai tre che sono entrati nella casa dove riposavi».
«È solo molto... protettiva» replicò Elyanne.
Varric rise. «L’ho notato».
Anche gli angoli della bocca di Trevelyan si alzarono, ma per qualche istante rimase in silenzio. Era grata a Varric per la sua domanda, in fondo. Era la prima persona, esclusa Xiric, che si preoccupasse di cosa pensava di tutto quello che stava succedendo. «Sto bene. Credo» non suonava convincente nemmeno alle sue orecchie.
Varric, difatti, aveva assunto un’espressione dubbiosa. «Non sembra. Te ne vai in giro con una tale faccia da funerale...» Elyanne gli lanciò una smorfia. «Senza contare che sei sveglia a quest’ora».
«Anche tu lo sei» replicò Trevelyan, osservandolo con ovvietà.
«Ma io non sono l’Araldo di Andraste»
Si guardarono per diversi istanti, Varric sorridendo ed Elyanne con un’espressione perplessa. Alla fine, entrambi scossero la testa.
«Sono state spezzate troppe vite su quella montagna. Ecco a cosa penso. Tra le altre cose» una delle tante aggiunse tra sé e sé, senza dar voce a quel pensiero. Sapeva che l’Inquisizione avrebbe portato altre perdite, e la cosa non le piaceva. E cosa sarebbe successo, quando anche lei fosse stata costretta a uccidere? Preferiva non pensarci. Le sue frecce avevano sempre trafitto solo piccoli animali, bersagli di legno e demoni. Non si era mai ritrovata a combattere contro un essere umano. «Perché sei rimasto?» chiese ad un tratto al nano. «Cassandra ti ha dato la possibilità di andartene: tu che potevi, perché non l’hai fatto?»
Varric scrollò di nuovo le spalle. «Mi sono sempre considerato mediamente egoista e irresponsabile, ma in questo caso...» fece una pausa, come se stesse pensando alla risposta. «Sono giorni che osserviamo il Varco rigurgitare demoni e solo-il-Creatore-sa-cosa. Su quella montagna sono morti in migliaia. Persino io non posso fare finta di niente, nascondermi e aspettare che tutto si risolva da sé» scosse la testa, per la seconda volta. «Fossi in te, però, me ne andrei alla prima occasione utile. Ho scritto abbastanza tragedie per sapere come andrà a finire».
«Quel Varco va chiuso» replicò Elyanne. «E devo farlo io. Non posso permettere che qualcuno muoia per cercare di portare a termine quello che è una mia responsabilità, mentre io mi nascondo e aspetto che tutto si risolva da sé».
«Touché» replicò il nano. «cerca solo di non farti ammazzare tu».
Elyanne gli rivolse un piccolo sorriso.
Rimase seduta su quel muretto a lungo, parlando con Varric. Scoprì che era davvero bravo a raccontare storie, tanto che era in grado di incantarla senza mai annoiarla. Lei, che la biblioteca della tenuta la conosceva ormai a memoria, si ritrovava a bocca aperta davanti alle storie fantastiche di Varric, e promise a se stessa che avrebbe letto i suoi libri. Stavano ancora parlando, quando Xiric arrivò, il sole ormai alto nel cielo.
Cassandra le stava aspettando all’ingresso della chiesa, e con loro si avviò verso la Sala di Guerra. Mentre attraversavano la navata, Elyanne sentì lo sguardo della Cercatrice su di sé. «Ti dà fastidio?»
Trevelyan non rispose subito. Guardò la sua mano sinistra, la luce costante del marchio che sembrava ricambiare quello sguardo. «A volte» rispose, infine. «ma è sopportabile. Vorrei solo sapere cos’è, e come è finito sulla mia mano».
«Lo scopriremo» replicò la Cercatrice. «Si è stabilizzato, e con esso il Varco. Questa è già una cosa di per sé importante. Ad ogni modo, Solas consiglia di riprovarci al più presto, a patto che il marchio diventi più forte».
«Un potere forte come quello che ha creato il Varco... non sarà facile ottenerlo» commentò Xiric, incrociando le braccia al petto. «Senza contare che non conosciamo i rischi. Non sappiamo nemmeno da dove arriva».
Elyanne concordava con Xiric, ma sapeva che Cassandra aveva ragione. Ora come ora, il marchio era inutile. Qualunque cosa comportasse, doveva rinforzare il marchio per poter chiudere il Varco che ancora squarciava il cielo.
«Hai in mente qualcosa?» chiese alla Cercatrice, flettendo le dita. Nonostante tutto, sentiva una strana sensazione di calore in quella mano.
«Sì» rispose solo Cassandra, riprendendo a camminare verso la Sala di Guerra. Quando entrarono, come sempre, Cullen, Josephine e Leliana li stavano aspettando.
Il Comandante era chino su una mappa del Thedas, e si raddrizzò non appena entrarono; Josephine stava scrivendo qualcosa sulla sua scrivania portatile, completa di candela che sembrava non sciogliersi mai; Leliana stava semplicemente silente, in un angolo, come sempre.
 Xiric notò come lo sguardo della sua amica indugiasse su Cullen per qualche istante, più di quanto fosse necessario, e non riuscì a trattenere un sorriso. Dovette mordersi la lingua per evitare di fare commenti e tenerli per un momento più propizio.
«Abbiamo ricevuto un dispaccio da Redcliffe» annunciò Leliana, uscendo dal suo angolo e avvicinandosi al tavolo. «La Venerata Madre Giselle chiede di parlare con te» continuò, rivolgendosi ad Elyanne. «Si scusa per non essere venuta ad Haven di persona, ma dice di non potersi allontanare da Redcliffe a causa dei numerosi profughi e feriti che deve aiutare ogni giorno».
«Quindi si va a Redcliffe?» domandò Elyanne.
Cullen annuì. «Mentre sei lì, pensavamo che potresti aumentare l’influenza dell’Inquisizione».
«Purtroppo, la gente ancora non si fida di noi» si intromise Josephine. «e senza il sostegno della Chiesa, sarà difficile trovare degli alleati. Ma se vedessero te, l’Araldo di Andraste in persona... potrebbero essere più propensi ad ascoltare quello che hai da dire».
Elyanne annuì. «Trovare Madre Giselle e cercare di convincere la gente che non siamo una banda di matti allo sbando».
«Una passeggiata» commentò Xiric, ironica.
«C’è altro?» domandò Trevelyan, osservando Cassandra, memore del discorso fatto nella navata.
«Sì» rispose infatti la Cercatrice. «come ti ho detto, il tuo marchio ha bisogno di più potere per sigillare il Varco».
«E questo significa che dobbiamo entrare in contatto con i maghi ribelli» continuò Leliana.
«Non sono d’accordo» si intromise Cullen. «I Templari sono più che sufficienti».
Xiric aggrottò la fronte. «Voi sapete come infondere più potere in quel marchio, Comandante?» Elyanne non poté fare a meno di notare il tono tutt’altro che amichevole dell’elfa. Sapeva quanto lei odiasse la mentalità dei Templari, e quanto la facesse alterare la loro dipendenza dal lyrium. «Ci serve una quantità sufficiente di magia in quel marchio, per avere una qualche speranza di distruggere quell’affare in cielo».
«Potrebbe distruggerci» replicò lui, spostando la sua attenzione su Xiric. «I Templari possono indebolire abbastanza il Varco da...»
«Sono solo congetture» lo interruppe Leliana, calma.
«Io ero un Templare. So di cosa sono capaci».
«Sfortunatamente» Elyanne fu lieta che Josephine si fosse intromessa. «né i maghi né i Templari ci ascolteranno. La Chiesa ha denunciato l’Inquisizione e, in particolare, te» indicò Elyanne con la penna d’oca che teneva in mano.
«Mi credono ancora colpevole» sospirò Trevelyan.
«Purtroppo, sì. Ecco perché il tuo viaggio a Redcliffe potrebbe rivelarsi essenziale» rispose Josephine. «Madre Giselle potrebbe avere utili consigli per aiutarci».
«Perfetto. Quando devo partire?»
«Fammi un cenno quando sei pronta» replicò Cassandra. «Ci aggiorneremo non appena sarai di ritorno».
Si scambiarono cenni d’assenso e cominciarono ad uscire. Mentre Elyanne era sulla porta, però, la voce del Comandante la richiamò. «Aral-Elyanne?» non si era ancora abituato a chiamarla per nome. «Avrei bisogno di parlarti un momento».
Trevelyan rientrò nel locale, non dopo aver visto l’occhiata che Xiric le aveva lanciato. Sapeva che quando sarebbe uscita, la sua amica non si sarebbe più trattenuta. Oltre che chiederle un resoconto completo, parola per parola, di tutto ciò che si erano detti.
Elyanne scosse la testa mentre anche Leliana e Josephine lasciavano la Sala di Guerra.
Quando rimasero finalmente soli, e la porta si chiuse con un leggero tonfo, Trevelyan guardò il Comandante, in attesa.
Cullen si portò una mano al collo, cercando le parole con cui cominciare il discorso. «Al Circolo di Kirkwall conobbi tuo fratello Edian» disse infine. Ad Elyanne si formò un grosso nodo all’altezza dello stomaco: non sentiva suo fratello da poco dopo la rivolta di Kirkwall, quando gli era stata concessa una breve licenza per tornare a casa. «Siamo rimasti in buoni rapporti e poco prima del Conclave ricevetti questa» Trevelyan non si era resa conto di quando il Comandante avesse estratto la lettera che ora le porgeva. «Mi chiese di riferirti un messaggio» la appoggiò sul tavolo, sopra la mappa.
«Quale?» chiese Elyanne, senza prenderla.
«È scritto lì. Prendila, è più per te che per me» Cullen la avvicinò ancora a lei.
La rossa la fissò per diversi istanti. Perché Edian non aveva scritto direttamente a lei, qualunque cosa volesse dirle? In realtà conosceva la risposta: lei non aveva nemmeno aperto le sue lettere da quando era tornato a Kirkwall.
Afferrò la lettera con mano tremante, mentre il motivo per cui non parlava con suo fratello da almeno due anni le rimbombava in testa. Due anni. Le sembrava un secolo, visto tutto quello che era successo.
«Grazie, Comandante» disse, senza dispiegare il foglio.
«Dovere» rispose lui, con un cenno del capo.
Quando Elyanne uscì, Xiric la stava aspettando appoggiata al muro. Era già pronta ad esternare qualche battuta, ma vedendo l’espressione dell’amica cambiò idea. «È successo qualcosa?»
Elyanne sospirò. «Questa è una lettera di Edian».
«E perché ce l’aveva Coso Templare lì dentro?» domandò l’elfa, beccandosi un’occhiataccia da parte dell’amica.
«A quanto pare, mio fratello gli chiese di riferirmi un messaggio» rispose, ignorando deliberatamente la battuta di Xiric.
«Oh»
Elyanne rimase a fissare la lettera ripiegata che aveva tra le mani, sentendo gli occhi dell’amica su di sé. Quest’ultima sapeva bene perché la rossa faticasse ad aprire quella lettera: era lei il soggetto del litigio che aveva coinvolto i fratelli Trevelyan due anni prima.
Edian, memore di ciò che era successo a Kirkwall, quando aveva scoperto che Elyanne frequentava una maga eretica era andato su tutte le furie. Aveva parlato di quanto fossero pericolosi i maghi, che avrebbe dovuto denunciarla tempo prima, che il suo posto era in un Circolo con gli altri maghi. Dal canto suo, Elyanne era rimasta ferma sulla sua posizione: Xiric non era un pericolo per lei più di quanto lo fosse Edian stesso. Non credeva che mandarla in un Circolo sarebbe stato saggio e, visto ciò che era successo a Kirkwall, non aveva tutti i torti. Qualche giorno dopo, Edian se ne era andato per tornare in servizio in città, e da allora Elyanne aveva sue notizie solo dalle occasionali lettere che mandava a casa ai genitori.
«Stai bene?» la voce di Xiric arrivò alle orecchie di Elyanne ovattata e lontana.
«No» replicò. Mise la lettera in una tasca della giubba, e cominciò a camminare attraverso la navata. «Andiamo. Meglio non rimandare ulteriormente la partenza per Redcliffe».
Xiric aggrottò la fronte. «Non vuoi leggere quello che ti ha scritto Edian?»
«Non ora» rispose la rossa. Sembrava arrabbiata, e Xiric decise di non andare oltre con le domande. Dovevano andare nelle Terre Centrali, dove la situazione tra i maghi e i Templari non era delle migliori, ed Elyanne era già abbastanza distratta.
Cassandra si stava allenando con dei fantocci, quando venne raggiunta dalle due. Elyanne indossava la nuova giubba che il fabbro di Haven aveva fatto per lei e portava il suo arco a tracolla, insieme a una faretra colma di frecce agganciata sulla schiena. Da dietro le spalle di Xiric, invece, spuntava la staffa da maga.
«Siete pronte?» chiese la Cercatrice. Al cenno di assenso di Elyanne, Cassandra rinfoderò la spada. «Andiamo, allora. L’esploratrice Harding sarà già sul posto, ma prima arriviamo, prima incontriamo Madre Giselle» mentre andavano verso le porte della cittadella, Elyanne notò che Varric e Solas le stavano aspettando. «Hanno entrambi insistito per venire con noi» sospirò Cassandra. Non sembrava molto felice della prospettiva.
«Bianca non vedeva l’ora di infilzare ancora qualcosa» commentò Varric, con un sorriso sghembo disegnato sulle labbra. Cassandra fece uno strano verso in risposta, ma non commentò.
Raggiunsero le Terre Centrali circa una settimana dopo. L’esploratrice Harding, una nana dagli ambrati occhi attenti, era qualche giorno avanti a loro e quando arrivarono aveva già organizzato un accampamento completamente funzionante. Fu lei a fare rapporto ad Elyanne quando giunsero all’accampamento. «Benvenuta nelle Terre Centrali, Araldo».
La rossa decise di sorvolare sul titolo. Non poteva certo pretendere che la chiamassero tutti per nome. «Com’è la situazione?»
«La stiamo gestendo bene, ma tra i maghi e i Templari la tensione è al massimo. Entrambe le fazioni attaccano a vista, senza fare distinzioni tra chi è un nemico e chi no. Fate attenzione, quando girate per queste terre».
«E Madre Giselle?» domandò di nuovo Elyanne.
«L’abbiamo trovata al Crocevia, sta assistendo i feriti. Si rifiuta di lasciare il posto, per il momento, asserendo che quelle persone hanno bisogno di lei. E, se posso, devo ammettere che ha ragione» concluse, con una piccola smorfia.
«Grazie, esploratrice Harding».
«Faccio solo il mio lavoro, Araldo».
Decisero di rimanere nell’accampamento e avviarsi solo l’indomani, per riposarsi dal viaggio. Elyanne aveva una sorta di nodo all’altezza dello stomaco, e non poteva dire di non sapere perché. La faretra che portava sulle spalle sembrava contenere pietre, invece che frecce, ed era consapevole che la sensazione non era dovuta alla stanchezza.
Il giorno dopo, prima di partire, l’esploratrice Harding li avvisò di fare attenzione anche agli squarci: sapevano che se ne erano aperti diversi nella regione. Elyanne decise di non rivelare che avrebbe preferito combattere i demoni dell’Oblio piuttosto che trovarsi davanti un mago o un Templare impazziti.
L’accampamento era già sparito dalla loro vista, quando si imbatterono in un gruppo di Templari che combattevano contro degli eretici. Elyanne non seppe dire cosa accadde in quel momento, perché effettivamente i suoi compagni se la stavano cavando egregiamente nella battaglia. Lei, invece, aveva l’arco in mano e la freccia già incoccata, ma sentiva i rumori provenire lontani, ovattati, come se si fosse trovata sott’acqua. Xiric aveva fatto in modo che nessuno si avvicinasse a lei, per evitarle di scoccare quella freccia. Eppure, quando Elyanne notò il Templare che si lanciava verso l’elfa e quest’ultima impegnata contro un altro nemico, la rossa non ci pensò su e tese la corda, inspirando. Non dovette nemmeno prendere la mira: come sempre, sapeva dove voleva mandare la freccia, e dove puntare l’arco per far sì che seguisse esattamente la traiettoria che lei voleva.
Fece fare al gomito un piccolo scatto, girandolo in modo tale che non venisse colpito dalla corda, e infine rilasciò le dita, svuotando i polmoni. La corda tornò al suo posto con un suono vibrante, mentre la freccia partiva verso il suo bersaglio. Non sbagliò nemmeno questa volta.
Una sola freccia, esattamente in mezzo agli occhi del Templare che cadde all’indietro, morto prima ancora di toccare terra. Tutti gli altri si fermarono, perché ormai non c’erano più nemici.
Xiric guardò il Templare per un solo istante, prima di capire. Si voltò verso Elyanne, che era ancora in posizione. Sembrava una statua.
Ad un tratto, sembrò riprendere vita. L’arco le cadde di mano, toccando terra con un tonfo. E quando gli occhi viola di Elyanne incontrarono quelli verdi di Xiric, l’elfa scattò.
Strinse l’amica a sé, che affondò il viso nella sua spalla e soffocò un urlo. Le mani di Elyanne strinsero l’armatura leggera dell’amica, mentre altre urla tentavano di uscirle dalla gola e venivano soffocate dal tessuto. Aveva appena ucciso un uomo, aveva scoccato una freccia e aveva stroncato la sua vita, senza nemmeno pensarci.
La mano di Xiric le accarezzava i capelli, passando sopra il piccolo codino che era solita farsi; la sua voce era solo un sussurro nell’orecchio dell’amica. «Va tutto bene, Ma’lin1» le diceva, anche se sapeva che era una bugia. Nella mente di Elyanne, nulla in quel momento andava bene.
Aveva appena ucciso un uomo, per la prima volta.
 

1Dall’elfico: mio sangue.

»Note dell'autrice

In realtà ho una sola cosa da dirvi: se per caso conoscete le tempistiche di spostamento, spiegatemele. Perché io sono andata a occhio usando una mappa, ma non sono precisissime, quindi se qualcuno è più ferrato di me mi corregga senza problemi xD
Questo a parte, non linciatemi per eventuali errori: ho aggiornato senza rileggere quindi ci sarà sicuramente roba da sistemare, ma sto già prendendo appunti anche sui capitoli precedenti per una prima revisione. Quindi, se trovate cose da mettere a posto ditemelo XD
Buona lettura 


_Eagle ||
  
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