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Autore: lxuryslxuis    15/01/2016    0 recensioni
Harry e Louis sono gli esatti opposti, ma si attraggono
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Yaoi | Personaggi: Altri, Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Ti prego Harry!- Niall continuava a tormentarmi ripetendo la stessa frase e con tono petulante mentre mi seguiva per tutta la stanza. Voleva che lo accompagnassi a una stupida cena di lavoro di suo padre ma io non ne avevo davvero voglia, stare in mezzo a tutte quelle persone perfette, ricche e con la puzza sotto il naso. -Niall no, e comunque non mi sentirei a mio agio- cercai di convincerlo. -Ma poi, non puoi semplicemente fingerti malato?- Mi fermai guardandolo con le mani sui fianchi. Lui si buttò sul letto con la testa tra le mani. -Non è stupido, se ne accorgerebbe subito se mentissi- si sdraiò sul materasso con le braccia e le gambe aperte. -Morirò, me lo sento- disse fingendo di piangere. -Niall- lo ripresi ridendo. -È una cena, non stai andando in guerra- mi sedetti sul letto vicino a lui. Si mise composto vicino a me mentre seguivo ogni suo movimento. -Si ma se venissi tu a farmi compagnia sarei più tranquillo- ritentò. -Cosa cambia se vengo o no- sbuffai alzandomi e andando in cucina a prendere un bicchiere d'acqua. Mi seguì fin giù continuando a brontolare. -Perché non mi annoierò e so di avere una persona normale al mio fianco- disse sedendosi sul tavolo con un sorrisino e la faccia da angelo. -Oh andiamo- risposi poggiando il bicchiere nel lavello e spostandomi in salotto. -Harry, so come sono queste cose, non è la prima volta che partecipo- scese dal tavolo e mi bloccò per le spalle girandomi obbligandomi a guardarlo. -Ti prego- disse quasi mettendosi in ginocchio. -Solo questo favore e non ti chiederò più niente- disse mettendosi una mano sul cuore. -OK va bene- conclusi sbuffando e incrociando le braccia. -Oh dio grazie!- mi si buttò addosso abbracciandomi e baciandomi ripetutamente la fronte. -Sei un angelo mandato da Dio- ripeteva. -Basta Niall- lo bloccai ridendo. -Si scusa- disse sistemandosi il colletto della polo che indossava e raddrizzandosi. -A che ora devo essere pronto?- domandai Niall che era già davanti alla porta di ingresso per uscire. -Per le 19.30 al ristorante La Rotonde- mi ingozzai un po' con la saliva a sentire il nome. -Wo, già il posto mi fa venire un po' d'ansia- dissi tossendo un po'. -Non ti preoccupare, sarà divertente- disse Niall ridendo e facendomi l'occhiolino. -Grazie Harry- mi ringraziò di nuovo prima di andarsene. -Sparisci- dissi di rimando salendo le scale. **** -Stai scherzando spero- Liam mi stava facendo la ramanzina tramite telefono perché gli avevo detto che non sarei andato alla cena di lavoro. -No, Liam, ti sembra che stia scherzando?- dissi per l'ennesima volta scocciato. -Il capo ci vuole tutti presenti e il tuo nome è nella lista dei dipendenti, quindi devi essere presente- continuava a ripetermi con tono da papino serio. -Saranno le solite cagate che ci dice ogni anno, non sarà importante- gli risposi mentre sistemavo delle cose sulla scrivania. -Oh sì che sarà importante e tu ci verrai o ti prenderai una bella sgridata quando ti presenterai in ufficio- parole su parole. -Se ti dico che verrò starai zitto?- gli dissi sbuffando sdraiandomi a pancia in su con un braccio dietro la nuca. -Sarò muto come un pesce- mi rispose immediatamente. -Si ci vediamo stasera Liam- riattaccai non mi prima che mi salutasse e chiusi gli occhi per qualche minuto. **** Stavo provando a chiamare Niall da non so quante ore, ma il signorino non si degnava di rispondermi. Ero al centro commerciale che giravo per negozi come un cretino cercando di farmi un'idea su come mi sarei dovuto vestire. Voglio dire, non ho mai partecipato a queste cose e l'unica volta che mi sono vestito elegante è stato a una recita di quinta elementare, sotto minaccia pure. Sentì il telefono vibrare e grazie al cielo era lui. -Alla buon ora- incominciai così la chiamata con Niall. -Scusami amico, mio padre mi sta facendo provare una miriade di vestiti e preferirei veramente essere morto- lo sentì sbruffare e risi immaginando la sua faccia in queste momento. -Dimmi tutto- riprese poi. -È proprio dei vestiti che devo parlarti- continuai fermandomi davanti a una vetrina e guardando le varie giacche e cravatte. -Come ci si veste a eventi del genere?- chiesi dopo qualche secondo con tono quasi disperato. -Harry- incominciò con tono deciso. -Una giacca, una cravatta, camicia bianca e pantaloni eleganti- sembrava una lista davvero lunga anche se in realtà erano due cose messe in croce. -Ok vado allora- risposi cercando di tenere a mente tutto. -E pettinati bene- aggiunse ancora. -OK- stavo per attaccare e. -Anche un po' di profumo- aggiunse ancora. -Sia mai che trovi quello giusto- sentivo nel tono un pizzico di malizia. -Ciao Niall- chiusi la chiamata ridendo e entrai nel negozio in cui mi ero fermato precedentemente. -Forza Harry, non è difficile- dissi sussurrando a me stesso e facendo dei saltelli come da riscaldamento. Lo sapevo che non dovevo andarci. Ero davanti allo specchio con questo stupido abito addosso che mi pizzicava ovunque. Ora capisco perché Niall preferirebbe crepare. -Harry!- ci mancava mia madre che non aspettava altro di vedermi vestito elegante. Bussava con insistenza alla porta che avevo chiuso a chiave proprio per ritardare questo momento ma. -Mamma non ho nessuno intenzione di farmi vedere in questo stato- risposi petulante mentre mi tiravo giù la giacca o allargavo la cravatta. -Prima o poi dovrai uscire e poi sarai sicuramente bellissimo- disse bussando ancora. -Avanti, apri- sembrò quasi un ordine, quindi strisciando i piedi andai ad aprire la porta. -Non ridere, ti prego- feci a mia madre con gli occhi praticamente socchiusi. Li riaprì quando non sentì alcuna risposta o reazione da parte sua. -Non dirmi che stai piangendo?- dissi ridendo con mia davanti con le mani che coprivano la bocca e gli occhi lucidi. -Oh no, è solo che in questa camera c'è molta polvere e tu sai che sono allergica- disse dirigendomi di nuovo verso lo specchio posizionandosi di fianco a me. -Il mio bambino- -Sei bellissimo- riprese dandomi un bacio sulla guancia. -Ora vattene- mi stava spingendo fuori dalla porta facendomi il solito discorso di stare attento e bla bla. Ora ero fuori di casa con un sorriso enorme perché mi sentivo pronto e carico e il sorriso ora era sparito. Come ci vado al ristorante. La mia menta vola subito alla mia bicicletta ma era una possibilità scartata perché vestito così come potevo pedalare. Ci pensai bene e mi resi conto che non c'era altra soluzione. Un vento della madonna, macchine che mi passavano vicino e mancava poco che mi mettevano sotto, insomma, gira e rigira sono arrivato davanti a sto maledetto ristorante con sta bici mezza scassata. Scesi dalla bici e mi sistemai un po' i capelli e la giacca, entrai al La Rotonde e quello che mi si presentò davanti fu strabiliante.
  
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