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Autore: depryscalisina    15/03/2009    0 recensioni
Non eravamo estremamente intelligenti, non sempre simpatici o divertenti, assolutamente spericolati e con assennatezza pari allo 0. Eravamo la 3D, né più né meno. Eravamo la classe in 3D, la puoi guardare da tutti i punti di vita e poi decidere qual è il profilo migliore. Avremmo trascorso quei 3 giorni di fine Aprile a Trieste. Il nostro pullman da Pescara stava per partire e alle 6.30 eravamo già tutti pronti, sembravamo tutti carichi e scansavamo il sonno, anche se le occhiaie c’erano e come. Sistemato il mio trolley blu comprato apposta per l’occasione, presi posto vicino a Elisabetta, con di fronte Lucrezia e Valentina, incominciando a parlare di cosa avremmo fatto in questi giorni. L’avventura aveva inizio. (CAPITOLO 1)
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VENTO DI TRIESTE

VENTO DI TRIESTE

 

 

CAPITOLO 1: IL PROFILO MIGLIORE

 

 

Non eravamo estremamente intelligenti, non sempre simpatici o divertenti, assolutamente spericolati e con assennatezza pari allo 0. Eravamo la 3D, né più né meno. Eravamo la classe in 3D, la puoi guardare da tutti i punti di vita e poi decidere qual è il profilo migliore. Eravamo diciassette, eppure alla gita finale, quella che avrebbe dovuto racchiudere in 3 giorni tutta l’essenza di tre anni di medie, partecipammo solo in nove. E, non perché tra i nove c’ero anch’io, vi parteciparono i migliori. Nove, cinque maschi e quattro femmine.

I maschi erano Camillo, il re della classe, capelli corti e neri con un ciuffetto bianco, ricordo di quando in prima si era colorato con il bianchetto; Luca, il braccio destro del re, capelli ricci corti e neri, un po’ rozzo e anche abbastanza ignorante, però era simpatico; Stefano, biondo, occhi azzurri, chi non perderebbe la testa con uno così? Le ragazze della 2 lo consideravano un figo da paura, ma per noi ragazze della 3D, Stefano era come un fratello; Simone, occhi neri e capelli biondi, sembrava all’apparenza il più intelligente, ma anche lui dava il suo contributo. Infine c’era Filippo, non lo conoscevo estremamente bene, era l’ultimo arrivato. Era entrato in seconda, ma più che passargli le frasi di latino o ritrovarci a ridere delle battute di Camillo, non avevamo fatto. Sapevo poche cose su di lui: che tifava inter e che era stato bocciato in 2 e per questo era venuto nella nostra classe, eppure quando si sfiorava l’argomento, sembrava afflitto. Non se ne vantava di certo, e al suo posto neanche io lo farei. Fisicamente non mi piaceva. Aveva dei lunghi capelli ricci e castani, detto così potrebbe essere paragonato a Sirius Black, ma non aveva quell’innata eleganza e carisma.

Ma perché perdere tempo a parlare di esseri così sottosviluppati quando ci sono anche delle ragazze? Eravamo 4, io, Elisabetta, Lucrezia e Valentina. Elisabetta era la mia migliore amica, praticamente parlavamo di tutto e di lei sapevo ogni singola cosa. Aveva lunghi capelli neri e occhi dello stesso colore, piuttosto magra e piuttosto altina. Lucrezia aveva gli occhi e i capelli castano chiaro, portava gli occhiali ed era emo. Era molto magra e alta quasi come me. La conoscevo dalla scuola materna ed eravamo praticamente cresciute assieme. Valentina, invece, era la più bassa tra noi ed era anche lei piuttosto magra. Aveva occhi e capelli castano scuro. Era l’anima del gruppo, vivace e allegra. Infine c’ero io. Non ero brutta, ma neanche bella. Ero semplicemente io, Martina. Occhi castani e capelli castani, una carnagione chiarissima, più alta delle mie compagne e con qualche chilo in più, che però riuscivo a mascherare. Portavo gli occhiali, ma i qualche modo mi stavano bene,  anzi mi rendevano il viso più interessante, non lo so. Da piccola ero molto timida e riservata, ma ora mi riesco ad aprire con tutti, anche con chi non conosco bene. Non avevo grossi problemi e più che altro ero io a consigliare gli altri.

Avremmo trascorso quei 3 giorni di fine Aprile a Trieste. Il nostro pullman da Pescara stava per partire e alle 6.30 eravamo già tutti pronti, sembravamo tutti carichi e scansavamo il sonno, anche se le occhiaie c’erano e come. Sistemato il mio trolley blu comprato apposta per l’occasione, presi posto vicino a Elisabetta, con di fronte Lucrezia e Valentina, incominciando a parlare di cosa avremmo fatto in questi giorni. L’avventura aveva inizio.

 

 

NOTE DELL’AUTORE:

Ciao a tutti! Questa è la mia storia e prende spunto da una storia vera… E’ una storia a più capitoli. Se vi è piaciuta lasciatemi un commento o magari ditemi in cosa devo migliorare!

  
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