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Autore: Laky099    16/01/2016    5 recensioni
Il mondo, già devastato dalla terza guerra mondiale, si trova a vivere un ulteriore guerra volta al predominio religioso. Mentre gli scontri tra cristiani, islamici, buddisti, shintoisti, seguaci del dio Azatoth e di altre antiche religioni giungono al culmine, i leader di tutte le fazioni ricevono le istruzioni per compiere un rituale attraverso il quale evocare sulla terra il loro Dio, coinvolgendo gli dei in una guerra planetaria dalle proporzioni inaudite.
[La storia ha vari POV, che ruoteranno di capitolo in capitolo]
Genere: Azione, Dark, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6 - Harumi - Aberrazione

 


Il cadavere di Shinji giaceva esanime ai piedi di Harumi, che lo guardò con disprezzo. Non provava nulla. Nè tristezza nè rabbia, nè gioia nè dolore.
È sorprendentemente facile uccidere qualcuno pensò deluso.
-Bravo Haru!- esclamò morte, tornato al suo aspetto di cipolla -se non fossi intervenuto saremmo stati brutalmente uccisi da Amaterasu!-
-È, pardon, era così forte?-
-Si. Ma più che altro è che...io sono senza dubbio più bello che abile nel combattimento-
-E sei una cipolla-
-Appunto-
Un attimo di silenzio interruppe la loro conversazione, mentre procedevano verso quella che avevano deciso essere la loro meta, ovvero la base degli islamici.
-Stanno succedendo cose strane lì- aveva spiegato Morte, senza spiegare come avesse ottenuto quelle informazioni.
-Hai un piano?-
-Per affrontare gli islamici, dici?- rispose Morte -Certo. Sono convinto che quando arriveremo lì non faremo alcuna fatica ad entrare dalla porta principale-
-Sei pazzo?- gridò Harumi -Cioè si, ma diamine... ci faranno a pezzi! Sei sicuro di poter affrontare Mohamed poi?-
-Mohamed non combatterà, ha preferito darsi alla macchia. Potrei anche mieterlo ora come ora, non opporrebbe alcuna resistenza. Ma non ho interesse a farlo-
-Perchè?- chiese Harumi
-Perchè non sono una montagna. Se ci tiene, sarà lui a venire!-
Dopo circa un'ora di cammino, i due giunsero alla base degli islamici. Era una sorta di moschea ricca di decorazioni curvilinee dai contorni bianchi e la struttura grigiastra. Alla base della stessa sorgeva quello che pareva essere un piccolo bazar, dal quale si propagava un fumo nero e denso.
-Cosa...- borbottò Harumi, ma decise di accellerare il passo.
Quando giunse in loco, vide di fronte a sè uno spettacolo orribile. L'intera area era disseminata di corpi. Erano ancora caldi, col denso sangue vermiglio che ancora fluiva dalle loro teste mozzate o dai moncherini delle braccia. Un lezzo insopportabile si levava metifico da essi, accompagnato dallo sfrigolio delle fiamme che inalzavano una cortina di fumo dalla parte occidentale del bazar. Harumi si mise le mani davanti al volto. Era abituato alla guerra, al sangue ed alla violenza. Ma mai si era arrivato a tanto. Interi ruscelli di sangue sgorgavano rossi e folli dai canali, bagnando la sabbia che si fece scarlatta, mentre un silenzio innaturale permetteva al leggero venticello di suonare note nefaste, simili a quelle di un organo. Erano almeno due, se non tre centinaia di corpi, tutti orrendamente mutilati e dileggiati anche dopo il trapasso. Una tale aberrazione non poteva rispondere all'uomo.
Cosa diavolo è successo qui? si chiese Harumi, senza osservare la scena per un istante più del necessario
Morte ridacchiò. Sembrava nervoso ed osservava la scena come se fosse stato colto dalla sindrome di Stendhal. Nè sembrava allo stesso tempo rapito e disgustato, come se guardasse uno di quei dipinti orridi ma tanto ben realizzati da incutere terrore.
-Ho un sospetto- disse
-Ovvero?-
-Devo chiedere a chi ne sa più di me. Ma ora allonataniamoci-
I due camminarono per un paio di minuti, non tanto per sfuggire ad eventuali minacce quanto per evitare ad Harumi di osservare quella orribile scena.
-Fermiamoci qui- disse -devo convococare i testimoni-
-Testimoni?- chiese perplesso.
-Ti ricordo che sono io la morte. Nessuno può morire se non per mano mia o del mio esercito-
-Esercito?-
-Certo! Secondo te chi ha mietuto al posto mio da quando stiamo viaggiando insieme?-
Harumi dovette riconoscere che era un punto valido.
Morte ghignò allegramente. Saltò giù dalla spalla di Harumi, sulla quale amava viaggiare, ed improvvisò una strana e goffa danza. Il ragazzo, del tutto impossibilitato nello stupirsi di qualcosa dopo quanto aveva vissuto negli ultimi giorni, lo guardò sorridendo.
Quando Morte ebbe concluso la sua buffa interpretazione, a metà tra una Haka ed un rituale sciamanico, si fermò di colpo, assumendo una posa plastica ed in precario equilibrio.
-Era necessario il balletto?- chiese Harumi, affascinato ed allo stesso inquietato dall' interpretazione.
-Nemmeno un po'- ribattè morte -ma prima che i cristiani me li facessero sterminare tutti ho studiato i balli tribali dell'Oceania. È davvero un peccato che quasi tutte le isole siano state fatte affondare! Comunque, Haru, ti presento... Le armate della morte!" gridò con la sua vocetta stridula.
-Non sei credibile in quella forma, Morte- scherzò.
-Dannazione!-
Di colpo un tumulto scosse il terreno e il mietitore, senza motivo apparente, assunse l'aspetto di una sorta di albero i cui rami formavano due robuste braccia. Cinque piantine, poco più alte di una paio di centimetri, sbucarono da terra. Da sotto di loro, con cinque sonori pop,comparsero altrettante buffe creature.
Avevano tutte e cinque piccoli corpicini che sembravano esser fatti di stoffa logora e sporca, alti sì e no trenta centimetri. Ma a distinugerli l'un dall'altro erano le loro strane teste. Il primo l' aveva a forma di zucca, simile a quelle che si intagliavano nei primi decenni del duemila durante una antica festività chiamata Halloween. Il secondo, al quale il capo si staccò subito dopo esser comparso da terra, aveva la forma di pomodoro con due piccoli occhietti neri e zanne affilate. La terza, che sembrava più calma degli altri, aveva la forma di un frutto d'aglio con due buffi occhi gialli ed un colorito rossastro che pareva darle un'aria di delicatezza e femminilità. Gli ultimi due, infine, sembravano essere i capi: il primo era una sorta di melanzana dallo sguardo triste, di un brutto viola spento mentre la seconda, simile ad una cipolla e con la bocca che le spaccava letteralmente in due parti la testa, sembrava decisamente più pimpante. A giudicare dal fatto che questi due si tenessero per mano, Harumi dedusse che fossero in qualche modo compagni.
-Un umano!- gridò il pomodoro con entusiasmo.
-Uccidiamolo!- gridò un altro elemento di quel buffo quintetto, senza che Harumi riuscisse a capire chi.
-All'attacco!- il coro unanime rivelò chiaramente le loro intenzioni, ma prima che potessero muoversi Morte li bloccò con la falce.
-Ferme, Mandragole. Lui è Harumi. È amico, non dovete ucciderlo- disse con tono deciso. La sua voce parve quasi seria.
-Ehi, guardate!- disse il pomodoro, riuscendo a spiccare rispetto al baccano che producevano tutti insieme -ha la mano maledetta!-
Tutti e cinque guardarono Harumi come ammaliati. Il ragazzo, dal canto suo, si rese conto di aver sbagliato in precedenza: Morte non avrebbe mai smesso di stupirlo.
-Madragole!- gridò la melanzana -riunione!-
I cinque si chiusero in un cerchio, bisbigliando fra di loro qualcosa che però fu incomprensibile per le orecchie di tutti.
-Tranquillo fanno sempre così- spiegò Morte.
-Immagino li abbia scelti tu stesso, vero?- chiese Harumi, che osservava la piccola riunione con interesse.
-No, li ho proprio creati. Sono tanti piccoli efficentissimi mietitori! Lavorano tanto e riposano poco, in più non devo nemmeno pagarli, sai? Un' innaffiatina ogni tanto e sono contenti. Per fortuna gli ortaggi non hanno sindacati!-
Harumi, nonostante non avesse nemmeno idea di che cosa un sindacato fosse, decise di annuire e sorridere fingendo di aver capito. Morte parve compiaciuto.
I cinque, di colpo, si girarono a fissare il ragazzo, dopodichè lo circondarono con un movimento fulmineo e preciso. -Benvenuto fra noi, fratello!- gridò la donna-cipolla.
I cinque lo avvicinarono con grida gioiose e strani canti che, nonostante la pessima voce della zucca, risultarono davvero gradevoli, quasi ammalianti.
-Haru, ti presento i miei aiutanti: Zuccastella, Capitan Pomodoro, Mandraprix ed i due generali, Regina Cipolla e suo marito Re Alraune. Sono coloro che uccidono quando non lavoro. Mi raccomando, Haru, la Regina Cipolla è moglie di Re Alraune, non ti venisse in mente di fare il provolone con lei. Ne porto ancora le ferite-
Re Alraune, di tutta risposta, li guardò entrambi con uno sguardo torvo.
-N-no, figurati- rispose il ragazzo.
-Mandragole!- gridò, interrompendo i festeggiamenti in onore di Harumi -chi è stato?-
-Non ne abbiamo idea, boss- rispose Capitan Pomodoro, che a differenza degli altri aveva una voce baritonale ed assurdamente profonda -è stato troppo veloce! Sono piovuti tentacoli dal cielo ed hanno stritolato tutti. Abbiamo potuto mietere molti di loro solo dopo che venissero letteralmente strappati in due-
-I-io, v-veramente...- borbottò Mandraprinx, grattandosi uno spicchio della testa -i-io ho visto una n-neb...-
-Ancora con quella scemenza? Stai zitta scema!- le gridò Zuccastella -te la sei immaginata la nebbia violacea-
Una lacrima sgorgò dall'occhio di Mandraprix, che corse nella buca dalla quale era comparsa. Prima che potesse andarsene, Morte la bloccò.
-Una nebbia viola?- le chiese
-S-si...- rispose lei, asciugandosi le lacrime.
-Zuccastella, sei un cretino ed uno screanzato. Non ho dubbi sul perchè quella zucchina dell'orto nord ti abbia rifiutato! Grazie Mandraprix, sei stata utilissima- disse, accarezzandole il "viso" con il suo ramo/braccio.
-Bene ragazzi, tornate al lavoro. Io ed il nostro nuovo amico abbiamo da fare. Ci aggiorniamo!-
I cinque annuirono e tornanarono nelle buche dalle quali erano comparsi, non prima di aver abbracciato uno per uno il loro nuovo compagno. La Regina Cipolla, in particolare, baciò con fervore la guancia del ragazzo dopo essersi arrampicata su di lui. La cosa costò ad Harumi una seconda occhiataccia da parte di Re Alraune.
-Posso rimanere tuo alleato senza diventare un ortaggio, vero? Avrei qualche riserva al riguardo- scherzò Harumi.
Morte si incupì. Dopo esser tornato ad essere una cipolla, cominciò a camminare in direzione ovest della base degli islamici, con piccola nuvoletta grigia che fluttuava sopra di lui.
-Capisco- disse con voce piatta. Sembrava esserci rimasto molto male.
-Chi pensi sia stato?- chiese Harumi.
-Non penso, ne sono sicuro. Si tratta di Nyarlatrop.. Nyarkaphtot... Nyar... Nyarlacoso. Perchè i dei di quel pantheon devono avere nomi così impronunciabili?-
Harumi fece spallucce.
-Quindi Mohamed è stato sconfitto?- chiese
-Forse. È un ragazzo sveglio, molto sveglio, ma in battaglia non è granchè. Nyarlacoso, al contrario, è devastante. Hai potuto vederlo tu stesso-
-Tanto forte da non accorgerti che è dietro di te- disse una voce fredda, proveniente da chissà dove. Harumi si voltò e vide un uomo alto e magro con un libro rilegato in pelle fra le mani.
Il Necronomicon! dedusse Harumi, chiedendosi anche da dove fosse comparso.
Morte assunse l'aspetto del tristo mietitore, lo stesso che aveva assunto per impressionarlo quando si incontrarono. Si lanciò all'assalto, ma la sua falciata venne deviata da una sorta di barriera invisibile.
-Aegis Azatoth ftangh!- gridò l'uomo.
Dal cielo apparve un tentacolo che cercò di afferrare Morte, che schivò il colpo con una piroetta. In quel momento, l' interecessore intonò una sorta di cantilena
-Il Dio dormiente balla folle
Dell'universo è il ventre molle
Flauti blafemi lo cullano ogni istante
Suona per lui, oh Caos Strisciante!-

Il tentacolo esplose, facendo volare via morte, e si ricompose esattamente dietro ad Harumi.
-Khleertejty mulkhgi R'lieh- biascicò l'orrida divinità.
Improvvisamente Harumi avvertì un dolore inumano allo stomaco. Si sentì come se allo stesso tempo lo stesso bruciando vivo, tagliando e pestando con una mazza. Si tastò lo stomaco, ma non trovò nulla se non un tentacolo di Nyarlathotep che lo bucava da parte a parte. Harumi chiuse gli occhi e pensò intensamente al suo ultimo giorno, cercando di mantenersi lucido nonostante il dolore. Vomitò sangue, molto sangue e si sentì cadere a terra. Guardava il cielo, che aveva assunto una tonalità rossastra nel suo miscuglio tra il tramonto ed il fumo dell'incendio.
-Harumiii!- sentì gridare. Era Morte. Sul volto del ragazzo comparve una sorta di smorfia, un sorriso appena abbozzato. Il tono con cui il mietitore aveva gridato era saturo di disperazione.
Grazie di tutto, Morte! Pensò. Il dolore sparì, dimenticato e rimosso in un angolo del cervello che pareva non volerlo accettare. Infine tutto, lentamente, svanì nel nero.



*Un biscotto a chi riesce a capire da cosa sono ispirate (ma anche quasi copiate ad essere sinceri) le Mandragole :D
**Se ci sono fan di Lovecraft, beh, battete un colpo


**Vi lascio il link della mia pagina su FB, cosicchè possiate rimanere aggiornati su questa storia o su altre OS che scriverò in futuro. Se vi va di fare un salto... beh mi farebbe piacere (y) ----> Laky099 EFP su Facebook

 

   
 
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