Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Hyperion_    17/01/2016    1 recensioni
Lily Luna Potter non era mai stata come il resto della sua famiglia: lo si era capito sin da quando a soli 6 anni continuava a chiedere a suo padre di ripeterle la storia di Severus. Sin da quando a 7 anni aveva affermato con sicurezza che Silente fosse un vecchio rimbambito. Sin da quando a 9 anni quando suo fratello James tornò a casa dopo il primo anno ad Hogwarts tutto orgoglioso di essere Grifondoro gli scoppiò a ridere in faccia facendogli i complimenti perchè sarebbe stato uguale al resto della famiglia. Lily Luna Potter decisamente era diversa.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Camminava il più velocemente possibile verso l’ufficio della preside, si chiedeva continuamente se era possibile che i suoi genitori fossero lì solamente per qualche litigio tra cugini. Le pareva così strano, non si erano mai intromessi.
Si trovò di fronte alla porta che avrebbe segnato la sua morte in meno che non si dica, aprì lentamente e cautamente la porta pronta a tutto.
“Lily, Albus!” sentì esclamare sua madre.
C’era qualcosa di strano: Ginny piangeva disperata tra le braccia del marito.
Tutti gli scenari più terribili le passarono per la mente, e ora che diavolo succedeva?
Pensò subito a qualcuno della sua enorme famiglia ferito, o peggio morto. Senti suo fratello chiedere spiegazioni ma era una voce lontana, si sentiva così lontana.
I suoni si mischiavano, delle macchioline nere le invadevano la vista. Pensò di svenire.
Invece si riprese quasi immediatamente, due respiri profondi e la vista si era schiarita e i suoni erano tornati a volumi normali: non era lei che aveva bisogno d’aiuto, doveva esser forte viste le condizioni di sua mamma.
“Qualcuno vuole spiegarci cosa diavolo succede?” ripeté con tono isterico suo fratello.
Lily seguiva la situazione senza fiatare, aspettando una risposta alle domande implicite in quella stanza.
Dopo alcuni istanti intervenne la preside “Stiamo aspettando suo fratello James, signorino Potter”  e sospirò dispiaciuta per quella che da li a poco sarebbe stata una famiglia distrutta.
Albus non disse più nulla.
Pochi minuti dopo si sentirono delle risate e James entrò nell’ufficio allegro, non fece in tempo a fare due passi che la sua espressione da felice si trasformò in tesa.
“Che succede?” chiese immediatamente preoccupato.
“Ragazzi” iniziò Ginny singhiozzante “c’è stato un attacco” ma non riuscì mai a concludere la frase che Lily fece la domanda temuta da tutti “Chi?”
Albus e James trattennero il fiato in attesa di quella risposta che nessuno avrebbe voluto sentire
“Teddy” rispose tra i singhiozzi la loro mamma.
Lily sentì che tutta l’aria nei suoi polmoni veniva risucchiata da una forza esterna, le mancava il fiato.
Teddy, il nome del suo fratellastro si ripeteva continuamente nella sua mente senza riuscire a realizzare veramente quello che aveva appena sentito.
 
Lily aveva 11 anni e da li a poco sarebbe andata ad Hogwarts.
Aveva paura, già alla sua tenera età sapeva di essere diversa, sapeva che avrebbe combinato un disastro.
Teddy le si avvicinò, si sedé sull’altalena accanto alla sua e le chiese
“Allora cos’è che non va Lily?”
Teddy era più grande di lei e capiva sempre quando c’era qualcosa che non andava, Lily si era spesso chiesta se riuscisse a leggerle nella mente.
“Sono diversa” gli rispose semplicemente, sicura che tanto lui avrebbe capito.
E anche quella volta, come tutte quelle precedenti, Teddy capì.
“Sai Lily, questa non forzatamente è una cosa brutta. Essere diversi equivale ad essere speciali e chi non vorrebbe essere speciale? Poi te dai! Sei la più speciale tra gli speciali, con questi tuoi occhioni furbi e la tua buffa espressione”
“Non mi abbandonerai Teddy?” gli chiese con voce piccola.
“Lo sai che lo farò, dovrò farlo” le rispose mesto lui
“Ah già, Victoire” pensò Lily
 
Le parole di Teddy erano state decisive quando il capello le aveva chiesto di scegliere tra Grifondoro e Serpeverde e ironico a dirsi le avevano dato il coraggio di scegliere di essere diversa.
Le venne quasi da ridere al pensiero della frase appena formulata: insomma coraggio e serpeverde non sono due parole che si accomunano facilmente.
Poi le tornò in mente di Teddy e la stanza iniziò a diventare soffocante, sentì la necessità di uscire.
Senza dire una sola parola corse fuori dalla stanza lasciando dietro di se la porta spalancata. Corse e respirò profondamente cercando quell’aria che sentiva mancare. Si diresse verso la torre d’astronomia sperando in un po’ di pace, quando aprì la porta le arrivò una ventata di aria fresca che le donò un poco di solievo.
Si diresse verso il muretto e ci si sedette con le gambe a penzoloni nel vuoto, si sentiva così libera da qualsiasi brutto pensiero lì. Era come stare in un’ altra dimensione.
Chiuse gli occhi e fece dei bei respiri, continuò così per un bel pezzo disperata all’idea di aprire gli occhi e tornare ad una realtà in cui non voleva stare.
Ad una realtà in cui non sapeva in che condizioni fosse Teddy: se ferito o morto.
Si era addormentata lì Lily, in quella torre di astronomia che sapeva di tristezza e amarezza, aveva passato lì tutto il resto della giornata sperando di non esser disturbata da nessuno. Nonostante i mille interrogativi voleva star sola, senza venire a conoscenza di quelle risposte che le avrebbero solo fatto male. Aveva passato lì la sua giornata e quando si era sentita stanca si era accucciata in un angolo e si era addormentata, come una bambina.
Furono i raggi di sole a svegliare Lily, che come tutte le mattine illuminarono quella tetra torre. Si svegliò tutta intorpidita e ci mise pochi secondi a ricordare dove si trovava e per quale motivo.
Si sentì svenire. I ricordi, il dolore, tutto ciò che era legato a Teddy la sopraffece in un istante facendole quasi perdere l’equilibrio per via del peso che portavano con loro.
Respirò profondamente cercando di non avere una crisi di panico, era l’ultima cosa che le serviva. Si avviò lentamente verso la porta constatando di esser riuscita a ristabilire l’equilibrio e il controllo delle sue emozioni. Scese le scale e arrivata nel corridoio si guardò attorno sollevata nel non vedere nessuno.
Doveva essere davvero presto, e viste le sue condizioni ringraziava Merlino, Morgana o chi per loro di non doversi scontrare con nessuno.
Senza pensarci su andò verso il bagno di Mirtilla Malcontenta, nella convinzione che li sicuro non ci sarebbe stato nessuno. Quando vide la porta del bagno del secondo piano ci si fiondò e una volta entrata e specchiatasi si fiondò in un cubicolo. Era decisamente orrenda: aveva i capelli sconvolti, gli occhi stanchi e il trucco completamente sbaffato. Nessuno l’avrebbe dovuta vedere in quelle condizioni, avrebbero pensato che fosse umana e assolutamente non doveva succedere, l’avrebbero presa di mira ancor di più.
Stava quasi per uscire per lavarsi la faccia quando sentì la porta aprirsi di colpo. Chiuse di scatto la porticina di legno sperando in tutte le lingue del mondo di non esser stata vista. Si mise una mano sulla bocca per tentare di far sentire il meno possibile il suo respiro affannoso.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Hyperion_