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Autore: Sonza    16/03/2005    9 recensioni
Che cosa ho fatto? Che cosa ho fatto io, con queste mani? Non essendone minimamente conscio ho commesso il crimine più grande della mia vita, per il quale non esiste alcuna pena sufficiente che io possa scontare. Probabilmente fu così 500 anni fa…. …ma ora sento una voce…di chi è? Una voce che non ho mai sentito ma che mi pare di conoscere, dolce, ma allo stesso tempo decisa e dura. Vedo una persona, una ragazza. Capelli biondi, splendono come il sole…e i suoi occhi, i suoi occhi …oh, no, non mi dite che…
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sha Gojio, Genjo Sanzo Hoshi, Gokugakuji, Kogaiji, Kanzeon Bosatsu, Cho Hakkai, Son Goku, Lirin, Yaone
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Shunrei S

Shunrei Sanzo

Di Sonza

Capitolo 1

 

 

Premessa: questa fanfic è spoiler per quelli che stanno seguendo Sayuki solo da mercoledì 9 marzo.. L’argomento di questa fanfic non ha quasi niente a che vedere con il titolo che le ho dato: infatti Shunrei, la ragazza che ha la mania di fare il bucato e che si vede nel 4 episodio di Saiyuki (trasmesso l’altro ieri) non rientra nella storia. In seguito capirete il senso, ma non voglio spoilerare niente.

Con questo vi lascio alla lettura: i discorsi fra i trattini e i pensieri fra le virgolette.

 

 

Avevano viaggiato tutto il giorno, trascorso ore interminabili su quella jeep e ora erano tutti stanchi, stanchi morti, e ognuno lo dava a vedere a modo suo. Mentre Sanzo si accendeva seccamente l’ennesima sigaretta, Hakkai seguitava a guidare non facendo trasparire come al solito la sua stanchezza ma continuando ad avere quell’espressione calma e sorridente che lo contraddistinguevano. Ai sedili posteriori la situazione non era così calma e tranquilla, dato che Goku stava nuovamente esprimendo la sua fame…

- Eehi, Sanzo io sto morendo di fame! Hakkai, quanto manca per arrivare? -

…. E Gojyo nuovamente lo zittiva.

- Ehi, scimmia, vedi di piantarla con questa lagna, la tua voce è più seccante di questo caldo infernale! -

Nonostante ormai fosse il tramonto il caldo non accennava a finire, l’afa era insopportabile e rendeva l’aria irrespirabile. Ma, pensava Sanzo, se ci si dovevano mettere anche quei due idioti…

- Non chiamarmi scimmia, pervertito di un kappa! -

- Scimmia idiota ti suona meglio per caso?! -

- Quante volte ti avrò detto di non chiamarmi così! Insomma Hakkai quanto manca ancora al prossimo villaggio? Io non ce la faccio più a stare dietro con questo qui, e poi sto morendo di fame! -

- Se non ti va di stare qui dietro perché non scendi e ti fai la strada a piedi? Almeno non occuperesti tutto questo spazio e finalmente ci sarebbe un po’ di silenzio. -

- E mi dici come farei a corrervi dietro, kappa idiota? -

- Eeh? Chi sarebbe l’idiota ora?? -

- Tu, razza di kappa rimbambito! E poi adesso sei tu che stai facendo tanto chiasso. -

- Adesso non scaricare le colpe sugli altri, chi è che fino a un momento fa si lamentava per la fame, senza contare i perenni brontolii del tuo stomaco da scimmia che ogni giorno dobbiamo sopportare. -

- Aah, maledetto, questa me la paghi! Io ti distruggo! -

- E io ti disintegro! -

- Ti distruggo! -

- Ti disintegro! -

- Ti distruggo! -

- Ti disintegro! -

- VOLETE STARE ZITTI UNA BUONA VOLTA, RAZZA DI IDIOTI CHE NON SIETE ALTRO? – gridò un certo bonzo molto irritato puntando la W&S contro i  due litiganti.

- S..si….si smettiamo subito! - dissero i due ragazzi che dallo spavento si erano anche abbracciati, ignorando la totale mancanza di spazio tanto lamentata prima.

- Eheh, calmatevi ragazzi - Si intromise Hakkai, rimasto zitto fino ad allora - Stando a quanto riportato sulla mappa il prossimo centro abitato è a soli 10 minuti da qui. -

- Ma Hakkai, è da tutto il giorno che dici sempre la stessa cosa! - si lamentò Goku.

- Ehm….davvero? – Hakkai assunse un’espressione spaesata combinata con il suo solito sorriso - beh, ad ogni modo ora penso proprio di non sbagliarmi. Guardate qui. - il ragazzo tirò fuori una carta del posto - La mappa indica che proprio alla fine di questa foresta ci sarà un villaggio. Vedrete, tra meno di un quarto d’ora non solo saremo già arrivati ma avremo anche trovato una sistemazione per la notte. -

- Aaah speriamo davvero! Cibo, cibo, cibo….- Goku già si pregustava mentalmente tutti i cibi che avrebbe mangiato una volta arrivati.

- Che ottimismo! Proprio non riuscirò mai a capirti Hakkai! - Gojyo. in realtà non ci sperava molto. Da tutti quegli anni aveva imparato che l’amico in generale era affidabile ma tranne per una cosa, che appunto era la questione del senso dell’orientamento.

- Se fossi in te non ne sarei così sicuro…- Disse il biondo accennando a un gruppo di demoni che ostacolava loro il passaggio.

 

- Dove credete di andare, stranieri? Sappiamo che avete uno dei sutra dell’origine celeste, consegnatecelo immediatamente o altrimenti sarà la vostra fine! - minacciò uno dei demoni.

I quattro, per niente spaventati:

 

Goku: dei demoni!

 

Hakkai: e non hanno un aspetto molto amichevole, non trovate?

 

Gojyo: dei sicari di Kogaiji?

 

Sanzo: qualcosa mi dice di no

 

Hakkai: allora, che ne dite, ragazzi?

 

Sanzo: mi sembrano deboli, solo una perdita di tempo. Muoviamoci con loro e andiamo.

 

Goku: uffa però. Ehi, voi, si può sapere perché ci attaccate sempre nei momenti meno adatti?

 

- Chee?? Ci state prendenendo in giro? Noi non ce ne andremo finché non ci darete quel dannato sutra, avete capito? All’attacco! -

I demoni cominciarono ad attaccare il gruppo, e, come avevano pensato, questi non erano molto forti, e così non fu difficile per loro liberarsene.

- Oh, ma quanto sono deboli – disse Gojyo dando una gomitata ad uno e atterrandone un altro - Più di quanto mi aspettassi! -

- Gojyo, non è carino offendere il proprio avversario – lo ammonì Hakkai lanciando un’ondata di energia contro un gruppetto di demoni - Dico bene Sanzo? -

- Tsk, che seccatura! - gli rispose, occupato com’era a sparare a destra e a sinistra.

- E per giunta con tutto questo movimento mi sta aumentando la fame! - Aggiunse Goku. combattendo con il suo nyoibò.

- Zitto e combatti! - ordinò il biondo.

Sconfiggerli fu questione di pochi minuti per i quattro ragazzi. Alla fine non ne rimase nessuno. Ci fu un lungo silenzio, ormai erano convinti di aver finito li.  

 

“Strano, ne avevo contati 50 esatti” pensò Sanzo.

 

Improvvisamente uno di loro, il capo, uscì allo scoperto dal suo nascondiglio e si diresse velocemente verso Goku, che in quel momento era distratto dal combattimento con l’ultimo demone sconfitto, e quindi non si rese conto dell’imminente pericolo, a differenza dei compagni, che percependo l’aura maligna avvicinarsi rapidamente cercarono di avvertirlo.

 

- Attento Goku!! -esclamò Hakkai.

- Alle tue spalle! - lo avvertì Gojyo.

 

Goku si voltò, ma ormai era troppo tardi per fare qualsiasi cosa, cercare di evitare il colpo sarebbe stato ormai impossibile e contrattaccare meno che mai.

 

Tutto sembrò rallentarsi, il tempo pareva fermo, quei brevi ma lunghi istanti, interminabili ma allo stesso tempo inesorabili. Goku si preparò dunque a ricevere un colpo che perfino per lui, Seiten Taisei, una creatura eretica dagli smisurati poteri sarebbe stato fatale, nonostante la  relativa debolezza dell’avversario. Chiuse gli occhi e si portò le braccia alla testa in un disperato tentativo di ripararsi.

 

Hakkai: GOKUU!!!!!

 

“Di solito una persona prima di morire ripensa alla sua vita….

 

Gojyo: GOKUU!!!

 

….ma in questo momento la mia mente è libera, non riesco a pensare a niente…

 

(silenzio)

 

Che sia veramente la fine, la mia fine?...”

 

Ma il colpo non arrivò mai a lui. Dopo qualche attimo Goku riaprì gli occhi e constatò l’accaduto. Sanzo aveva bloccato l’attacco dell’avversario scagliandolo a terra. Gli aveva puntato la shoreiju e con tutta calma gli stava parlando:

- Non così in fretta. E ora parla, chi sei e cosa volete da noi? Perché vi interessa tanto il sutra? -

Ma il demone, gli rispose con parole che mai si sarebbe aspettato di sentire

- Tu, dannato,chi ti credi di essere, ad affrontare con così tanta spavalderia l’ira dei demoni? Sembra che nulla ti possa fare paura o annientare, ma io lo sento, sento l’odore del tuo miserabile sangue da umano, che presto scorrerà. Noi eravamo una tribù di demoni dalle capacità divinatorie, io più di tutti le posseggo e raramente mi sbaglio. Se fossi in te non mi sentirei tanto sicuro, la fine ti è prossima, si avvicina inarrestabile, ahahahaBANG…….. -

Sanzo con un solo, preciso colpo della W&S interruppe quelle chiacchiere tanto fastidiose. “ Capacità divinatorie? Demoni di basso rango, tuttavia percepivo un’aura strana, mai sentita…”

 

- Se non avevi intenzione di parlare potevi dirlo subito, senza farmi perdere ulteriore tempo in chiacchiere. -

 

Hakkai e Gojyo, che erano rimasti immobili ad assistere alla scena si precipitarono dai loro compagni.

- Tutto bene Goku? e tu Sanzo? - Chiese Hakkai preoccupato.

- Non ti preoccupare, Hakkai, - lo rassicurò Gojyo dimostrando molto poco interesse per i due, nonostante in realtà si fosse preso un bello spavento - questi due non morirebbero così facilmente. Ma che diavolo stava dicendo quel tipo? La tua fine è vicina? Quante stupidaggini! - Disse divertito. Proprio non riusciva a immaginare quel bonzo indemoniato ucciso da qualcuno, e il fatto che un demone di così bassa leva lo avesse minacciato in quel modo non poteva far altro che suonare ridicolo alle sue orecchie.

- Già…. - Sanzo si fece scuro in volto, e assunse un aspetto riflessivo.

-….stupidaggini-   

 

Si voltò verso Goku e, cambiando espressione all’istante disse:

- Quanto a te vedi di stare più attento, scimmia! Non ci sarò sempre io a toglierti dagli impicci, non avrò certo il tempo di pensare sempre ad un moccioso come te! -

Il tutto con lo sguardo più gelido che poté fare.

 

Goku non sapeva cosa rispondere, si aspettava un rimprovero, qualche cosa, sapeva come era fatto Sanzo Chinò semplicemente la testa e non riuscendo a ribattere disse solo:

- S..scusami Sanzo, ti prometto che starò più attento. -

 

Rendendosi conto dell’aria tesa che stava correndo tra i compagni Hakkai decise di intervenire.

- Bene, ora che tutto si è risolto direi che ce ne possiamo andare. -

- Finalmente, era ora. Avevo anche finito le sigarette e un certo bonzo corrotto non me ne voleva offrire neanche una. Che crudele! -

- Vuoi morire??! Andiamo! -

I tre si avviarono ma Goku rimaneva fermo con il capo abbassato.

- Che cosa ti succede Goku?- Hakkai sembrava vagamente preoccupato.

- Ehi scimmia, ma non stavi morendo di fame? Guarda che ti lasciamo qui. - Gli urlò Gojyo, senza nemmeno voltarsi.

- N..no no aspettatemi arrivo subito. -

Disse, e correndo raggiunse i compagni.

 

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I quattro finalmente riuscirono a raggiungere il villaggio. Un villaggio come tanti, se non pressoché uguale a tutti quelli visitati precedentemente. Alle volte si aveva la sensazione di non stare viaggiando, ma di capitare sempre per gli stessi posti. La gente era sempre la stessa, e così erano le anomalie diffuse nel Togenkyo. Ormai avranno sentito centinaia di storie di demoni che avendo perso il loro io attaccavano gli umani, perfino coloro che fino a poco tempo prima gli erano stati amici, se non addirittura familiari. E così come ogni volta fin dal loro arrivo in città avevano sentito strane voci su avvenimenti ormai all’ordine del giorno, alcune delle quali riguardavano anche gli stessi demoni sconfitti da loro pochi minuti prima.

Ma ora non avevano ne tempo ne tantomeno voglia di pensare a tutto questo.

 

- E così come immaginavamo non siamo arrivati entro quei famosi 15 minuti.- disse Gojyo. 

- Ehm, temo proprio di no, ma la visita di cortesia fuori programma non era stata contata nei miei calcoli.- rispose Hakkai quasi in tono si scusa.

- Poco importa, dato che ora siamo qui. Inoltre abbiamo trovato una locanda con ristorante e quattro camere singole, per cui non vedo dove sia il problema. - disse  Sanzo. leggendo il giornale nell’attesa che le portate venissero servite in tavola.

- Non hai tutti i torti - Ammise Gojyo “è mai possibile che quel bonzo corrotto si debba arrabbiare sempre e solo con me e Goku ma mai con Hakkai?” - piuttosto, Goku è da tanto che non ti sento lamentarti per la fame. Ti senti bene? -

Goku pensava, pensava ancora agli avvenimenti del pomeriggio. Quello sguardo gelido, quelle parole taglienti…

- Ehi, sto parlando con te scimmia! -

- ….che….ah, scusa Gojyo non ti stavo ascoltando….ehi, a chi hai dato della scimmia?! - E la scenetta del pomeriggio si ripeté, più o meno identica alla precedente, tra promesse di distruzione e disintegramento e harisenate varie.

“Goku sembra che si sia ripreso un po’, meno male” Hakkai aveva notato l’espressione di sconforto alle parole di Sanzo, e probabilmente era il solo ad avere percepito lo stato d’animo del ragazzino. Per fortuna che ora era riuscito a distrarsi e adesso che erano arrivati i pasti si stava strafogando di tutte le portate, tra le sgridate di Sanzo e le contese con Gojyo per le pietanze.

Quei tre non sarebbero mai cambiati, erano proprio dei tipi incorreggibili. Ma almeno tutto era ritornato alla normalità.

 

Proprio tutto?

 

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Goku era steso nel letto al buio, illuminato solo dalla luce della luna. Era la prima volta da molto tempo che avevano una stanza ognuno per se, molte volte avevano dovuto dormire in coppie se non addirittura tutti insieme. Altre volte, come la notte precedente non trovando locande o comunque sistemazioni per la notte erano stati costretti a dormire nella jeep.

Ma in fondo a lui non dispiaceva affatto dormire in compagnia, anzi, stare da solo a volte gli dava pure fastidio, nonostante fosse un ragazzino che esprimeva i suoi pensieri apertamente e con sincerità mai avrebbe detto che in realtà la compagnia non gli pesava affatto, anche se in fondo immaginava che fosse così un po’ per tutti, se no per quale motivo si sarebbero messi in viaggio per mesi e mesi? Goku non riusciva a credere che fosse solo un obbligo di una qualche divinità risiedente in un certo paradiso celeste. O forse era un regno?

 

Ma quella notte non era così, quella notte avrebbe dato qualsiasi cosa pur di stare da solo, pur di smettere di dover fingere anche durante il sonno uno stato d’animo che ora non possedeva, da solo a pensare e a riflettere, nonostante non fosse affatto il tipo (e se ne rendeva conto pure lui) da pensare alle cose complicate a cui pensavano i suoi compagni.

 

Proprio non li capiva certe vote, ai suoi occhi erano troppo complicati, per lui, che prendeva la vita in modo semplice, senza tante complicazioni. Non capiva per esempio come Hakkai potesse sempre essere così calmo e tranquillo in ogni situazione, come Gojyo potesse essere sempre così noioso, o così ossessionato da certi temi di natura non proprio casta, ma soprattutto non capiva Sanzo in nessun modo. Non capiva il suo perenne cattivo umore, non capiva come potesse arrabbiarsi sempre per così poco, non riusciva a comprendere assolutamente niente di lui, per Goku lui era sempre stato un grande enigma, probabilmente perché rappresentava l’esatto contrario di lui. Non capiva neppure le sue abitudini quotidiane, come leggere quel noiosissimo giornale o riuscire a tirare avanti la mattina con solo un caffé. Ma ormai era abituato a questi comportamenti per lui incongruenti, e quasi non ci faceva più caso. Lui rimaneva sempre e comunque Sanzo, il suo sole, la persona che più contava al mondo per lui, e lui avrebbe sempre continuato a volergli molto bene, nonostante la sua adorazione incondizionata non fosse minimamente ricambiata, da nessun gesto o parola.

 

Però non poteva di certo biasimarlo per il suo comportamento di quel pomeriggio, sebbene le sue parole e il suo sguardo sembravano esageratamente duri aveva tutto il diritto di essere arrabbiato con lui. Pensieri contrastanti si affollarono nella sua mente. chi era più in torto? Lui o Sanzo?

 

Vedi di stare più attento… Non ci sarò sempre io a toglierti dagli impicci…non avrò certo il tempo di pensare sempre a te….” Quelle parole gli risuonavano nella testa, e non riusciva proprio a dimenticarsele, non gli davano pace e toglievano il sonno. Come poteva essere stato così stupido? Come poteva essere sempre e solo un peso per Sanzo? Era ovvio che era lui quello che aveva sbagliato.

…Non ci sarò sempre io a toglierti dagli impicci…

 

Avrebbe voluto aiutarlo invece, lui l’aveva liberato tanto tempo prima, e l’ultima cosa che avrebbe voluto era essere un peso per lui, un totale fallimento tanto da fargli pentire di averlo tirato fuori da quella prigione. Quella prigione…la cosa che più temeva, poiché simboleggiava il freddo, la solitudine, l’abbandono. In fondo al cuore sentiva che Sanzo non l’avrebbe mai riportato li, si diceva di non dover farsi tutti quei problemi, di non doversi preoccupare. Però…da cosa derivava quella sicurezza? Sanzo aveva mai avuto bisogno di lui? O piuttosto era sempre lui ad avere bisogno di lui?

…non avrò certo il tempo di pensare a te...”

 

Basta! Aveva deciso. Da quel momento si sarebbe impegnato di più, non si sarebbe più comportato da moccioso. Doveva crescere, quella frase gliel’aveva detta un po’ di tempo prima ma gli era ugualmente rimasta impressa. Non si sarebbe più permesso di avere un comportamento rimproverabile dal suo maestro. Avrebbe fatto le sue scelte con più sicurezza, senza dover sempre dipendere dagli altri. Era una promessa, e l’avrebbe mantenuta, fosse stata l’ultima cosa che avrebbe fatto!

Piuttosto ora doveva proprio smettere di pensare e cercare di prendere sonno. Altrimenti come avrebbe fatto poi a dimostrare tutta la sua forza con un bel paio di occhiaie e un sonno da far crollare un oni?

 

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Quella fu una notte insonne anche per Sanzo, ma per altri motivi, legati soprattutto al suo cattivo umore di sempre ma anche allo scontro di quel pomeriggio. Si accese l’ennesima sigaretta, seduto accanto alla finestra. Già, perché quel caldo infernale non era calato neanche ora che era notte, e l’unico sollievo era una lieve brezza appena percettibile dalla finestra.

Quel demone emanava un aura insolita, che non aveva mai sentito. Un demone dalla forza ridotta ma dalle capacità spirituali senza dubbio molto accentuate. E quelle parole….quelle parole non gli davano pace. Si rendeva conto benissimo che quello era solo un miserabile essere e di minacce di morte nella sua vita ne aveva ricevute eccome, e una più o meno ormai non faceva più differenza. Ma quella volta era diverso, quella volta sentiva che c’era qualcosa di diverso. Ma in fondo, si chiese, perché preoccuparsi per una cosa che è ovviamente irrilevante? Si stava facendo troppi problemi, forse stava diventando come il suo compagno Hakkai, e nonostante egli fosse ammirabile sotto molti aspetti assomigliargli sarebbe stata una delle ultime cose al mondo che avrebbe desiderato.

I suoi pensieri furono interrotti da un lieve bussare alla porta della sua camera.

- Sanzo, posso entrare?

Sanzo neanche rispose, “Toh, si parla del diavolo, per così dire…” e Hakkai prese questo silenzio come una risposta affermativa ed entrò. 

- Perdonami se sono entrato senza aspettare una tua risposta, anche se non me ne aspettavo una, sinceramente. Non mi sorprende trovarti ancora sveglio a quest’ora. Immagino che neanche tu riesca a prendere sonno. -

- E’ solo che questa notte fa un caldo insopportabile. -

- Già, hai ragione, e non accenna a diminuire. -

- Inoltre questa è davvero una notte troppo luminosa. -

- Su questo proprio non posso darti torto. -

Hakkai si sedette vicino a lui e continuò con un sussurro.

- Questa luna…sembra quasi che ci segua. Notti sempre uguali dovunque andiamo. I giorni si assomiglino così tanto fra loro… -

- Come dici?- domandò il bonzo.

- Io? No, no niente di importante, pensavo solo ad alta voce. -

Sanzo, ignorandolo disse, riprendendo l’argomento di prima: - Vivere sempre le stesse situazioni è alquanto squallido. -

- Però è naturale che tanti giorni si assomiglino fra loro. Ormai sono 3 anni e mezzo che siamo in viaggio. -

 

Già, tre anni. E sei mesi da quando avevano sconfitto il loro ultimo nemico, Homura eppure Sanzo non sapeva se dire che era sembrata un’eternità o i giorni erano volati, perché i giorni davvero erano tutti così dannatamente uguali, senza mai un cambiamento ormai da mesi.

 

In effetti, se ci riflettevano, l’eliminazione di Homura era per loro diventato l’obiettivo principale, tanto da far quasi dimenticare il loro scopo originario, quello di impedire la resurrezione di Gyumao. Eppure, nonostante fossero passati mesi da quel giorno ancora non succedeva niente, e il loro viaggio non sembrava dover volgere al termine. Come era possibile che fossero stati capaci di sconfiggere il dio della guerra ma che si dovessero dilungare tanto con dei comuni demoni quali erano Kogaiji e il suo gruppo,?

A questo molto spesso in notti del genere capitava di pensare, probabilmente non solo a lui ma anche a tutto il resto del gruppo.

 

- E avrai notato anche tu che questo villaggio ha una storia molto simile a quella di tutti gli altri. - riprese Hakkai.

- Ormai in ogni angolo del Togenkyo si è diffusa la furia che colpisce i demoni e li spinge ad attaccare gli umani. Demoni proprio come quelli di oggi. -

- Eppure quei demoni avevano qualcosa di particolare. E te ne sei accorto anche tu, dico bene? -

- Diciamo pure di si. Soprattutto il loro capo: quel demone aveva un nonsochè di strano. Gli altri in realtà erano solo semplici marionette ai suoi ordini.- Quanto detestava le persone che si lasciavano comandare a bacchetta da qualcuno.

- Senza contare le sue strane parole, una minaccia…-

- Di quella non mi preoccupo affatto, ormai sono parecchi i demoni che mi vorrebbero morto...ma al contrario alla fine sono loro che muoiono. - rispose giustamente Sanzo.   

- Eheh già, non saprei darti torto. - Hakkai ritenendo che quello era il momento per parlare di quella questione: - Tuttavia…-

-Tuttavia? -

- C’era un’altra cosa di cui ti volevo parlare. -

Hakkai fece una breve pausa e continuò: - Si tratta di Goku. stasera a cena aveva un’aria così colpevole…ed è naturale che si senta così, dopo quello che è successo questo pomeriggio. Non credi di essere stato un po’ troppo duro con lui? -

- Le scimmie vanno educate, e non fanno eccezione le stupide scimmie. Se non imparerà a badare a se stesso da solo non potrà certo pretendere l’aiuto altrui. La forza di certo non gli manca, ma se compensata dalla sua poca intelligenza a ben poco servirebbe. -

- Forse è come dici tu, comunque sia faresti meglio ad andarci più cauto con lui. Le ferite che in questo modo riceverà gli faranno male, ma mai quanto le tue parole, Sanzo. sai bene cosa tu rappresenti per lui. E l’ultima cosa che vorrei sono dei dissapori nel nostro gruppo.

Ma forse, non sono io a doverti dire ciò che devi fare. Non è compito dello zio educare i bambini, non ho ragione, signor tutore?- Disse sdrammatizzando - Però ti prego di riflettere su quello che ti ho detto, va bene? -

- Tsk, siete tutti dei grandi impiccioni, neanche tu fai differenza.- possibile che li dentro mai nessuno si facesse gli affari propri?

- Eheh, immaginavo la tua risposta. Comunque, ora devo proprio tornare nella mia camera, non vorrei tenere sveglio il venerabile Sanzo con le mie chiacchiere da poco, dico bene? -

- Sbaglio o il tuo carattere sta peggiorando, Hakkai?-

- Non saprei…beh, buonanotte allora. -

- Tsk. -

 

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Regno celeste, palazzo di Kanzeon Bosatsu

 

In un palazzo riccamente decorato, dai toni chiari e delicati, color pastello, precisamente nel giardino che dava ad un laghetto dalle acque cristalline, seduta sul suo solito trono, stava Kanzeon Bosatsu, intenta ad osservare coloro che per lei erano la più divertente attrazione da 500 anni. Aveva un’aria pensierosa, in mano un candido fiore di loto.

- Dunque dunque…- pensava sfogliandolo lentamente – E così troveresti noioso tutto quello che ora ti circonda, caro nipote? - Konzen non era cambiato per niente, Kanzeon si ricordava perfettamente di quando egli viveva nel regno celeste, secoli prima, la sua aria annoiata e superiore a tutto ciò che succedeva…del resto non riusciva a biasimarlo, dal momento che perfino la dea trovasse alquanto noioso tutto ciò. In fondo erano stati pur sempre parenti, anche se a Konzen sicuramente non piacesse affatto l’idea. Qualche cosa dovevano pur avere in comune, nonostante la dea fosse più che convinta che non esistesse essere capace di eguagliarla in tutto il mondo, lei, l’onnipotente dea dell’amore e della misericordia.

 

- Povero sciocco….- sussurrò osservando il fiore che man mano perdeva i suoi petali fra le sue mani.

-…ancora non sai cosa ti aspetta….-

 

Interessante, un demone dalle capacità divinatorie, questa poi…. Eppure quell’essere non stava solo farneticando parole senza senso, fosse solo il caso o una vera e propria preveggenza era in realtà di poco rilievo. E probabilmente non era l’unica ad essersi accorta del turbamento del diretto interessato, a quanto vedeva dalla conversazione notturna alla locanda.

- Kanzeon Bosatsu, finalmente vi ho trovata, vi ho cercato dappertutto. Ma…si può sapere che cosa state facendo? -

- Non lo vedi, Jiroshin, controllo la situazione nel mondo terrestre. Nonostante ormai non ci sia più un pericolo imminente come quello di pochi mesi fa è sempre opportuno vedere che combinano quelli laggiù, chissà che mai potrebbero combinare durante la nostra assenza…-

- Però….- riprese timidamente il vecchio - Con tutto il rispetto, Kanzeon Bosatsu, controllare è bene, ma, se mi è permesso dirlo, a me sembra che non facciate altro che osservarli. State trascurando i vostri impegni nonché lavori che è compito vostro svolgere…-

- I miei impegni, dici?- Lo interruppe - Mio caro Jiroshin, ti sei mai chiesto quali siano i reali compiti di una divinità? Eppure, mi sembrava di avertelo già spiegato, tempo fa. -

- Beh, ecco…-

La dea si alzò dal suo trono: - Il ruolo di noi dei è quello di guidare gli uomini a quello che sarà il loro cammino, il loro destino. Senza ombra di dubbio sono loro in realtà a costruirsi il loro futuro, quindi questo compito è più una formalità, ma da molti esseri umani è interpretata come la totale protezione dai pericoli quali la morte, un’interpretazione delle cose senza dubbio sbagliata. Comunque sia, mi pare di svolgerlo più che bene questo mio compito, dal momento che non faccio altro che seguire e informarmi sui fatti del mondo terrestre. -

Cambiando espressione continuò: - E poi…-

- E poi…? -

- Di sicuro qualcosa è imminente, i fatti parlano chiaro. E ad essere sincera ormai ero preparata al fatto che potesse avvenire una cosa del genere- Kanzeon liquidò in fretta la domanda. -

- A che cosa vi state riferendo? Parlate, Kanzeon Bosatsu. -

- Mah, chi può dirlo….- disse la dea con un sorriso misterioso ed enigmatico - Per il momento limitiamoci ad osservare, quello che dovrà succedere succederà. Come ho già detto il destino dipende solo da loro. -

- Sarà come dite voi, mia signora. - disse un Jiroshin ormai abituato da molto tempo ad annuire alle affermazioni della dea.

 

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La notte passò in fretta, e la mattina arrivò, un’altra “splendida” giornata di sole li attendeva.

 

- Buongiorno a tutti ragazzi!. Spero che abbiate dormito bene. - Hakkai, come ogni mattina dimostrava il suo solito buonumore.

- Buongiorno! Benissimo, mi sento esplodere di energia- mentì Goku dopo la nottataccia che per lui si poteva definire insonne nonostante dopo pochi minuti dalla sua silenziosa promessa fosse piombato nel mondo dei sogni come se niente fosse.

Un buonumore che faceva molto da contrasto con quello di un’altra persona.

- Mai dormito peggio. - Sanzo come sempre non si faceva troppi problemi ad esprimere quello che pensava veramente.

- Posso dire di averla passata molto bene, quantomeno in buona compagnia…- Gojyo assunse un’aria maliziosa.

- Non abbiamo bisogno di inutili precisazioni, Gojyo.- disse Sanzo seccamente.

- Quanto siamo duri questa mattina- replicò Gojyo.

- Bene, sono contento che abbiate tutti dormito bene. - interruppe Hakkai - E per riprendere le energie ho ordinato in anticipo un abbondante menù per colazione…-

- Hakkai sei stato a dir poco geniale! -  Goku aveva gli occhi che gli brillavano - Allora cosa stiamo aspettando? Andiamo, altrimenti si raffredderà tutto!!!! -

- Ehi! Dove corri, dannata scimmia! Non ti vorrai arraffare tutto spero!- gli urlò dietro il kappa.

- Tanto non mi prendi Gojyo!-

- Fermatiiii!!!! Ehi, ti ho detto di fermarti, mi hai sentito??!!!

Sanzo, rimasto ancora nelle scale si portò una mano alla fronte in segno di rassegnazione, accanto a Hakkai che come sempre si limitò a sorridere – Eh sì, bisogna proprio dire che non mancano di energie. - e Sanzo:

- Che razza di idioti, uno più stupido dell’altro! -

 

E così una mattina come tante era cominciata

- Aaaahh, quanto cibo dall’aspetto invitante! Buon appetito!! -

- Ehi, stupida scimmia, lasciane anche a me! Dà qua -

- Ridammele subito, quelle ciambelle erano mie! -

- Ci risiamo! Quante volte ti devo dire che quello che c’è in tavola non è solo tuo! Scrivici il nome se ci tieni tanto…-

- Ti ho detto mille volte che non si può scrivere il nome sul cibo! E poi quelle è ovvio che sono mie, lo sai benissimo che le ciambelle sono il mio cibo preferito! -

- Per te praticamente tutto è il tuo cibo preferito, ti mangeresti pure la spazzatura scimmia tritarifiuti! Stamattina dovrai accontentarti dei cereali. -

- Questa me la paghi! Brutto pervertito di un kappa!

- come hai detto?! -

- hai sentito benissimo! -

- osi sfidarmi stupida scimmia! -

- non chiedo di meglio kappa pervertito! -

- ti aspetto fuori allora! -

- ragazzi, calmatevi, Goku, non si parla con la bocca piena…-

- kappa! -

- scimmia! -

- kap..-

- FATE SILENZIO!! -

- ma Sanzo, Gojyo si è mangiato le mie ciambelleee! -

- SE NON LA PIANTATE IMMEDIATAMENTE CON LE VOSTRE STUPIDAGGINI GIURO CHE VI AMMAZZO!! E ORA FINITE DI MANGIARE E ANDIAMO!! -

- ma San..-

BANG BANG BANG

- Ok, abbiamo capito, finiamo subito!!! -

 

Già, proprio una mattinata come tante altre.

 

Dopo pochi minuti, il gruppo finalmente raggiunse la jeep e ricominciò il suo viaggio.

- Bene, - cominciò Hakkai - Oggi dovremmo percorrere una buona parte di strada che ieri non abbiamo percorso. Possiamo prendere la svolta a sinistra che ci condurrà in un altro villaggio però, dato che ci siamo abbastanza ripresi stanotte proporrei di prendere quest’altra strada senza alcuna pausa nel tragitto che ci porterà molto più lontano, che ne dite? -

- A che serve chiederlo, tanto sei tu che tieni il volante. - Gojyo ormai si era rassegnato. Tanto ormai dovunque andassero che importava ormai? Prima o poi sarebbero arrivati a destinazione.

- Tsk, fate come volete. - Sanzo non si poneva neanche problemi del genere.

- Ma questo significa niente villaggi, niente locande e niente cibo! Avete pensato alle scorte alimentari?- Goku invece era a dir poco disperato.

- Possibile che tu non riesca a pensare ad altro? E poi da quando che usi parole complicate come “scorte alimentari”?- lo schernì Gojyo.

- Stai insinuando che non saprei parlare, eh?! Parla, dannato kappa! -

- Sto solo dicendo la verità, e sarebbe che sei solo un moccioso che deve crescere, stupido moccioso di una scimmia! -

 

“….un moccioso come te…”

 

A Goku tornarono in mente le parole del bonzo del giorno prima. Possibile che perfino quel senza cervello di Gojyo dovesse ricordargliele? Dopo che ci aveva messo così tanto per non pensarci.

Però aveva ragione, avevano ragione, lui e Sanzo. era proprio un moccioso.

Non ribatté e si fece scuro in volto. Gojyo stava per aggiungere qualcos’altro, ma Hakkai gli lanciò un’occhiata di rimprovero che lo bloccò all’istante. Per Gojyo nessuno poteva farlo sentire in colpa quanto Hakkai, e così fu questa volta: non poteva negare però che, nonostante fosse un suo caro amico e l’unico “sano di mente” in quel gruppo, non riuscisse a sopportare questa sua capacità. L’atmosfera era ritornata ad essere tesa come il pomeriggio precedente, tanto da indurlo a desiderare che succedesse qualche cosa, qualsiasi cosa che smuovesse la situazione.

 

Con una brusca frenata Hakkai fermò improvvisamente la jeep, tanto da far sobbalzare non solo i due occupanti dei posti posteriori ma anche Sanzo, che era rimasto placidamente a leggere il giornale ignorando i battibecchi dei compagni.

 

- Ma che diavolo ti prende Hakkai??! vuoi farci ammazzare tutti??!! - Già Gojyo era seccato di suo, e ora l’artefice di quella silenziosa predica quasi lo spediva all’altro mondo.

In effetti neanche lui era esattamente “sano di mente”…

 

Anche Goku, ripresosi dalle parole del rosso non si trattenne dal far notare il suo disappunto per la brusca frenata. Ma Hakkai alle proteste dei due:

- Direi che a questa domanda c’è un motivo più che valido. -

A pochi metri di distanza vi erano quattro persone, demoni per la precisione che avevano tutta l’aria di stare aspettando proprio loro: un giovane dai lunghi capelli rossi, e al suo fianco una ragazzina dagli occhi verdi, un altro ragazzo molto alto e dalla robusta corporatura e un’affascinante signorina dai lunghi capelli viola.

 

- Kogaiji!-

- Ancora voi!-

 

- Dirvi il motivo della nostra venuta qui è ormai superfluo.- Disse il ragazzo dai capelli rossi - Quindi consegnateci il sutra senza troppe esitazioni. -

- Sono spiacente, ma credo che anche dirvi la nostra risposta sarebbe alquanto inutile, dal momento che la conoscete già. – la risposta di Sanzo era categorica. Ancora altri seccatori. Possibile che non si stancassero mai?

- Se la mettete così allora preparatevi a combattere! Non vi lasceremo tregua!! – urlò la ragazzina. Lirin era davvero in ottima forma.

- Si, combattiamo. - disse il suo corrispondente al maschile.

Lo scontro iniziò e come sempre tra le solite coppie Goku e Kogaiji…

- Ti renderò tutti i colpi dell’ultima volta con il 120% degli interessi! -

- Non illuderti, perché stavolta la vittoria sarà nostra! -

…Gojyo e Dokugakuji…

- Mi sembri fuori forma, eh Gojyo, non è che fumi troppo? -

- Mi riempie il cuore di gioia vedere che il tuo amore fraterno non è cambiato, D. -

…Hakkai e Yaone…

- Noto con piacere che si è ripresa bene dall’ultima volta, signorina Yaone. -

- Sono contenta che anche voi state bene signor Hakkai.-

…e Sanzo e Lirin.

- Allora occhi suadenti, attaccami pure quando vuoi! -

- Ma lasciami stare, stupida! -

- Ehiii!!! Ti ho detto di attaccarmi!! Guarda che sto facendo sul serio! -

La battaglia iniziò, e fu arduamente combattuta da entrambe le parti, nonostante il caldo soffocante che era ritornato. Infatti doveva essere ormai quasi mezzogiorno, e il sole era alto in cielo. Continuando così sarebbero arrostiti ancor prima di finire il loro scontro.

La situazione non sembrava volgere favorevole per nessuno dei due gruppi, che si equivalevano in tutto e per tutto, e lo scontro si protrasse ancora a lungo. A quanto pareva i membri del gruppo di Kogaiji si erano dati da fare in quegli ultimi mesi. Ormai erano tutti già esausti, e davano i primi segni di stanchezza. Tutti si rendevano conto che avrebbero dovuto fare qualcosa per cambiare la situazione.

 

Ci pensò anche Kogaiji: egli aveva attaccato il gruppo di Sanzo solo una volta, circa due mesi prima. E come al solito non avevano potuto finire il loro scontro perché interrotti da esterni.

Non erano mai riusciti a porre fine a quella questione, e ora che non sembrava dovessero subentrare demoni o divinità ad interromperli non aveva intenzione di perdere ne tanto meno di lasciarseli sfuggire.

 

Ormai non era più questione di doveri, di rispetto per la madre, sigillata da quella maledetta donna; a lui non importava del sutra in se. Quello che voleva era eliminare quel gruppo tanto scomodo che si opponeva a loro, la cui presenza e vittorie era un insulto alle loro capacità. E soprattutto Son Goku. Quello che voleva era combattere per se stesso, l’aveva capito molto tempo fa.

 

E durante quei lunghi mesi, per riuscire nell’intento si era preparato duramente, aveva fatto sacrifici. Si era perfino messo nelle mani di quel professore che tanto detestava e di cui si fidava poco. Però se quello era l’unico modo di diventare più forte e batterli, allora non si sarebbe posto tanti problemi.

 

Quel giorno, mentre camminava per un corridoio del castello si era scontrato con lui – ah, principe Kogaiji! Quale onore- aveva detto con falsa riverenza, facendo inchinare perfino il coniglietto di peluche che portava sempre con se.

– Ni Jyeni. Che cosa vuoi da me-

- Suvvia, perché fate quella faccia così imbronciata? Non vi dona affatto, principe. - Quel tono irrisorio era troppo per lui.

- Ti stai prendendo gioco di me?? - Kogaiji iniziava davvero ad infuriarsi e ad alzare la voce.

- Io? Non mi sognerei mai di farlo. Piuttosto, siete di cattivo umore oggi. E’ per la sconfitta con il gruppo di Sanzo, dico bene? - Le sue parole erano taglienti, ma veritiere. Non solo erano stati di nuovo sconfitti ma a ricordarglielo c’era quella sottospecie di scienziato pazzo.

- Fa silenzio! -

- Non dovete essere così scortese con me. In fondo noi siamo dalla stessa parte. Lavoriamo tutti e due per sua maestà Gyokumen Koshu, e abbiamo entrambi lo stesso scopo, correggetemi se sbaglio.- disse enfatizzando quel “lavoriamo”.

- Non osare paragonarmi a te, io non lavoro per quella donna. - Ora stava davvero esagerando. Quell’insolente…

- Che strano, a me era parso il contrario. - Disse ironicamente e con un falso sorriso – Qualunque sia il vostro pensiero al riguardo il vostro compito è di recuperare il sutra e di sconfiggere il gruppo di Sanzo, nonostante sua maestà Gyokumen Koshu vi abbia esentato dall’incarico. Dunque io non posso far altro che aiutarvi, sempre che lo vogliate e che accettate la mia umile richiesta di potervi essere d’aiuto. -

Che diavolo stava dicendo quel tipo? - Spiegati meglio. -

- Ecco…guarda caso in laboratorio ho qualcosa che fa proprio al caso vostro, se volete seguirmi ve lo illustrerò molto volentieri.- in realtà più che una proposta era come se sapesse già che Kogaiji avrebbe accettato.

In effetti il principe, non sapendo che altro fare ritenne che la scelta giusta fosse seguire quell’uomo. Dopotutto forse stava dicendo il vero, dopotutto forse l’avrebbe potuto davvero aiutare.

- Questo - disse mostrandoglielo - è l’oggetto di cui vi parlavo. Non ha paragoni….la sua forza è a dir poco eccezionale, se mi è concesso darmi questo vanto, dal momento che lo creato io stesso, con le mie mani. Prendete, ma fate attenzione. E’ un oggetto in fase di collaudo, dovrò ancora osservarne gli sviluppi. -

- Mi stai forse dicendo che vuoi fare di me la tua cavia?! - Quello era troppo! No, ridursi a questo proprio no!

- Non usiamo termini così rudi…in qualche modo dovrei sperimentarlo ancora, e se ci pensate bene la cosa potrà far comodo sia a voi che a me. Ma se non avete intenzione di usarlo allora…-

- E va bene, dammelo. - Che cosa poteva fare ormai il principe? - Ma spiegami esattamente cosa sarebbe, quali sarebbero i suoi poteri. -

- Come ho già detto è un prodotto in fase di collaudo, non posso dirvi alcuna informazione precisa, e il poco che so potrebbe rivelarsi errato. - Kogaiji in quel momento non riuscì a decifrare le sue parole, se stesse dicendo il vero o e in realtà ne sapesse di più di quanto volesse dare a vedere.  

- L’unico avvertimento che vi posso dare è di non coinvolgere altre persone…specialmente se avete un legame con loro….non si sa mai…ricordate?

Non bisogna allontanarsi dalle cose a noi care…

Dokugakji…Yaone…

…Lirin….

- Non mi lasciate scelta, sono costretto a fare sul serio. - ormai Kogaiji aveva preso la sua decisione - Yaone, riporta subito Lirin al castello. -

- Ai vostri ordini, principe Kogaiji! -

- Ehi, ma io non voglio tornare a casa! Il divertimento sta cominciando solo adesso! Perché mi trattate sempre come una bambina?! -

- Lirin, fa come ti ho detto. Potrebbe essere pericoloso - Kogaiji apparve deciso e con un’aria insolita e decisa, che non ammetteva repliche, e la bambina capì che l’unica cosa da fare in quel momento era obbedire al fratello.

- Uff…e va bene. – Disse, non senza una nota di stizza.

- Venite, signorina Lirin. -

- Eccomi. -

E così Lirin e Yaone scomparvero dal campo. Ora restavano solo Kogaiji e Dokugakuji.

- Kogaiji….-

- Poteva essere pericoloso per lei, cerca di capirmi. - Perdere se stesso era un conto, ma non avrebbe mai permesso che sua sorella rimanesse coinvolta in qualche cosa che neanche lui stesso conosceva. E tantomeno Yaone. Però neanche Dokugakuji.

- Non avrai intenzione di….-

- Non ci resta altro da fare Doku, e potrebbe essere pericoloso anche per me. Se non vuoi rimanerne coinvolto sei libero di andartene. - Non poteva costringerlo a rimanere, non voleva che succedesse qualcosa anche a lui. Tuttavia, voleva, quasi sperava che almeno lui rimanesse.

- Lo sai benissimo, Kogaiji, che non potrei mai farlo. - Aveva giurato che l’avrebbe seguito dovunque, qualunque cosa avrebbe fatto, non si sarebbe ritirato indietro proprio ora - Allora fai quello che ritieni giusto, non sarò io ad ostacolarti. -

- Dokugakuji…..-

 

Così dicendo cominciò a pronunciare formule magiche incomprensibili. I quattro avversari guardavano la scena attoniti. Sapevano che quello voleva dire una sola cosa. 

- Sta richiamando…-

-…un demone d’evocazione! -

- Certo, è proprio così, ma non è sempre lo stesso demone. – li avvisò Dokugakuji. – Vi consiglio vivamente di stare attenti. -

Infatti la formula ad un certo punto cambiò le parole, Kogaiji incominciò ad alzare la voce fino a quasi gridare. Dalle sue mani veniva sprigionata una grande forza demoniaca, una luce nera che si ingrandiva sempre più apparve. Quando fu abbastanza grande, pronunciò la formula finale. Finalmente il demone uscì. Era gigantesco, dall’aspetto minaccioso, indubbiamente diverso dagli altri che Kogaiji aveva evocato fino ad allora.

 

- Si può sapere che diavolo è quello? -

- E’ diverso da quelli delle altre volte. -

- E più forte, si direbbe. -

- Non ha per niente un bell’aspetto! -

 

Il demone si gettò sui quattro, che, con questo nuovo avversario da battere erano di molto svantaggiati.

Più di una volta tentarono a turno di batterlo, con il solo risultato di rimanere feriti e quindi di accentuare il notevole svantaggio e peggiorare la loro situazione.

- Questo demone d’evocazione è più resistente degli altri, sia nella forza di attacco e difesa, sia nella sua durata. -

 

“Così non va, continuando ad attaccare diminuiamo la nostra difesa e ne veniamo debilitati. Tuttavia, se dovessimo solo difenderci non risolveremmo niente, e continueremo così per ore, però non vedo altra alternativa”

 

Intanto il demone stava per ritornare all’attacco, nel tentativo di sferrare un potente colpo che avrebbe spazzato via i quattro.

- Mettetevi dietro di me, ragazzi! - Ordinò Hakkai, che fece scudo con una barriera protettiva. Una mossa efficace, ma che prosciugò il ragazzo di tutte le sue forze, tale era la potenza dell’attacco. Barcollò e quasi cadde a terra.

- Oh, no, Hakkai tutto bene? - ma era evidente che non era così. Ora non potevano neanche più fare affidamento su una tecnica difensiva, l’unica cosa che potevano fare era contrattaccare.

- Ci penso io! - Gojyo andò contro il nemico nel tentativo di fermarlo, ma quello respinse e lo buttò pesantemente a terra, distruggendogli anche la sua arma. Ormai rimanevano solo Sanzo e Goku.

Il bonzo non poteva fare molto con la shoreiju, che, a quanto pareva non aveva effetto sul demone. D’altra parte usare il sutra sarebbe stato rischioso, poiché avrebbe facilitato Kogaiji nell’intento di rubarglielo. Nonostante fosse sicuro dell’inutilità dell’attacco sparò due colpi contro l’avversario, che, infastidito, lo colpì duramente.

Nel frattempo si era rialzato Gojyo e lo stava di nuovo attaccando nonostante fosse disarmato, e come prevedibile fu nuovamente scagliato a terra.

Goku rimaneva fermo, immobile, a guardare la scena. I suoi compagni, Sanzo, Gojyo, Hakkai, tutti stavano combattendo.

Combattevano ben sapendo che lottare era vano, ma incapaci di arrendersi al nemico. Anche lui voleva combattere, ma sapeva bene che la sua forza non sarebbe bastata. Doveva assolutamente fare qualcosa, cambiare strategia. E c’era solo un modo per avere una minima possibilità di vittoria.

Si portò le mani al dispositivo di controllo, ma con titubanza. Sapeva che non doveva avvisare i compagni, altrimenti l’avrebbero fermato. Però sapeva che, una volta trasformato avrebbe perso il controllo, e poi chissà cosa sarebbe stato capace di fare…

 

“Quanto a te vedi di stare più attento, scimmia! Non ci sarò sempre io a toglierti dagli impicci, non avrò certo il tempo di pensare sempre ad un moccioso come te! “

 

“Sto solo dicendo la verità, e sarebbe che sei solo un moccioso che deve crescere.”

 

Aveva forse dimenticato la promessa che aveva fatto a se stesso la notte prima? No, certo che no, non l’aveva dimenticata e l’avrebbe mantenuta. Con un gesto deciso si tolse il dispositivo.

I compagni, come per istinto si voltarono tutti verso di lui.

- NON FARLO GOKU!! - Ma ormai era troppo tardi, e fecero solo in tempo a vedere il dispositivo dorato che cadeva a terra. Il ragazzino si stava già trasformando, e dopo pochi istanti al suo posto vi era un demone, orecchie a punta, zanne e artigli. La sua espressione era cambiata: non era più quella di Goku, innocente ragazzino in quel momento impaurito, ma sul suo volto si dipingeva un ghigno di demone assetato di sangue.

 

Era diventato Seiten Taisei.

 

- Si è trasformato…come l’altra volta. - Kogaiji iniziò a temere il peggio.

Il ricordo di una delle ultime volte era ancora vivido nella mente di Kogaiji. Una disfatta completa, un’umiliante sconfitta. Il giovane principe cominciò ad essere teso e a temere il peggio, ma decise di tentare di attaccare lo stesso l’eretico.

- Demone d’evocazione…vai all’attacco! -

L’enorme demone si lanciò contro Goku, che ne venne inghiottito completamente. Sembrava la fine per lui, ma dall’interno del corpo del demone uscirono dei bagliori e la creatura si dissolse. Dal polverone uscì solo Goku, per niente ferito, pronto ad attaccare il prossimo nemico.

Ora Kogaiji era con le spalle al muro, sapeva di non poter più evocare altri demoni, dato che avrebbe dovuto riprendersi almeno per qualche ora dall’ultima evocazione. Ormai non sapeva più cosa potesse fare per sconfiggere il nemico, resosi così incredibilmente forte. Ma di scappare non aveva la minima intenzione.

Piuttosto la morte.

In quel momento Goku sparì dalla vista sei presenti, e prima che Kogaiji se ne potesse rendere conto, gli fu davanti e lo colpì violentemente sbalzandolo a parecchi metri di distanza. Il colpo fu tanto forte che quasi Kogaiji non riuscì a risollevarsi da terra. Gli aveva rotto parecchie costole, ma che importava ormai. Decise di dare il tutto per tutto. Si lanciò contro Goku, ma, sia per l’indebolimento, sia per l’enorme divario di forza, venne nuovamente colpito, e scagliato al suolo, e stavolta non riuscì più ad alzarsi.

- Ko! Lascia stare, ci penso io - Dokugakuji si era messo in difesa del principe, ma neanche lui riuscì a fare di meglio, e, ricevuto un colpo altrettanto violento ricadde poco distante da Kogaiji.

I tre compagni del ragazzino intanto erano rimasti a guardare attoniti: intervenire sarebbe servito a ben poco, senza contare che poi avrebbe lasciato perdere Kogaiji e si sarebbe concentrato su di loro.

- Quella stupida scimmia, quando fa di testa sua non fa altro che combinare guai….-

Intanto Goku aveva preso a colpire Dokugakuji ripetutamente.

- Però non ha avuto altra scelta…riconoscerai che non c’era altro modo di eliminare quel demone. - Hakkai riusciva a capire perfettamente il motivo più profondo per il quale il ragazzino aveva agito in quel modo.

- Già, ma adesso chi lo ferma più? -

 

- Adesso stai esagerando. Stupida  scimmia!!! -

 

Al sentire quell’appellattivo, nonostante incosciente, Goku si fermò e si voltò verso chi l’aveva chiamato. Sanzo lo fissava, per niente spaventato, con aria di sfida.

Goku allora si lanciò contro il gruppo di quelli che sarebbero dovuti essere i suoi amici. Dokugakuji intanto, approfittando della breve tregua, e capendo che non avrebbero potuto niente contro quella smisurata forza decise che era ora di andarsene. Prese in braccio Kogaiji, nonostante fosse molto debole e riuscisse a malapena a reggersi in piedi e sparì dal campo di battaglia

 

“Credetemi, principe, questa decisione pesa anche a me.”

 

Sanzo evitò abilmente i colpi di Goku. Quella scimmia stava diventando troppo prevedibile, non era possibile che non fosse migliorata minimamente in quegli ultimi mesi.

Però improvvisamente si fermò. Lo guardò negli occhi. Stava sorridendo.

Prima che potesse rendersi conto di ciò che stava succedendo Goku lo colpì in pieno stomaco. Un fiotto di sangue iniziò a scendere dalle labbra del bonzo.

- Oh, no Sanzo!!- aveva gridato Hakkai.

- Stupido, battiti con me, se ne hai il coraggio!! - Gojyo lo sfidò per attrarre l’attenzione del giovane demone.

Goku non se lo fece ripetere e così come aveva colpito Sanzo colpì anche Gojyo, che ricadde pesantemente a terra

- Gojyo!!! - Hakkai era ancora provato dall’attacco del demone evocato respinto dalla sua barriera. Ma non poteva non fare niente, essere inutile in quel momento. Metterlo a terra per Goku non fu difficile

 

- Vuoi continuare ancora per molto, razza di idiota? -

 

Sanzo si era rialzato. Anche lui aveva risentito molto del colpo, sarebbe bastato poco per batterlo. Ma l’ultima cosa che avrebbe voluto fare era darlo a vedere a quello stupido. Che avesse perso il controllo o no restava sempre lui, e cioè uno stupido. Non poteva farsi malmenare da un’idiota da quel livello.

 

- Sanzo! non provocarlo!! -

- Sanzo, stai attento!! -

 

Ormai però Goku aveva deciso che sarebbe diventato la sua prossima vittima. Prese lo slancio e andò verso di lui. Lo colpì nello stesso punto della prima volta.

 

Ma una luce si sprigionò dalla testa di Goku.

 

Infatti Sanzo in quel breve attimo prima di perdere le forze per il colpo di Goku, era riuscito a prendergli la fronte con una mano e rimettergli il dispositivo di controllo. Il demone si ritrasformò quindi nel ragazzino di sempre, perse quell’espressione che così poco gli apparteneva e perse conoscenza.

 

- Ce l’ha fatta! -

 

Ma in quel momento Sanzo, cadde a terra con un tonfo, nonostante avesse fermato quella furia era stato comunque colpito. Il sangue scorreva copioso dal suo ventre.

- S…stupida scimm…- ma la frase gli morì in gola.

- Sanzo!!!SANZO!!! -

-Sanzo, Goku, state bene?-

Gojyo e Hakkai, nonostante fossero anch’essi malconci corsero subito dai compagni inermi.

- Goku sta bene, ha solo perso conoscenza. E Sanzo?.

Hakkai risollevò da terra preoccupato.

- La sua ferita è molto grave e ha colpito dei punti vitali. -

- Allora cosa aspetti a richiuderla?!! - urlò un Gojyo molto agitato.

Hakkai distolse lo sguardo dal bonzo e fissò Gojyo negli occhi

- Sarebbe inutile ormai. -

- Che cosa? -

- Si….ormai non avrebbe più effetto. -

- Ma che stai dicendo? Sei forse ammattito, Hakkai.??!! -

Hakkai inspirò a fondo prima di dire quelle parole, parole tanto pesanti da dire, che mai si sarebbe sognato di dover pronunciare.

- E’ morto, Gojyo. Sanzo è morto. -

Gojyo si interruppe di colpo. Morto? Morto? MORTO?

- Andiamo Hakkai non è possibile, non può essere vero. -

- Non respira più, e il suo battito cardiaco è assente. Ormai non c’è più niente da fare. -

 

“Un momento?”

 

“tu, dannato,chi ti credi di essere, ad affrontare con così tanta spavalderia l’ira dei demoni?”

 

“Cosa sono queste parole?”

 

“Sembra che nulla ti possa fare paura o annientare, ma io lo sento, sento l’odore del tuo miserabile sangue da umano, che presto scorrerà”.

 

“Perché mi ritornano in mente tanto prepotentemente”

 

“Noi eravamo una tribù di demoni dalle capacità divinatorie, io più di tutti le posseggo e raramente mi sbaglio.”

 

Parole che non sapevo di saper a memoria. “Che cosa sta succedendo?”

 

“Se fossi in te non mi sentirei tanto sicuro, la fine ti è prossima, si avvicina inarrestabile, ahahahaBANG……..“

 

“Ma certo”

 

Quella profezia…

 

- Stai pensando anche tu a quello che sto pensando io, vero? - Hakkai interruppe i pensieri del rosso.

- E’ tutto….- riuscì solo a dire.

- E’ tutto come aveva detto quel demone.- Hakkai finì la frase al posto suo. - Non era una semplice minaccia, a quanto pare. -

 

Gojyo ricordò le parole poco convinte del bonzo “stupidaggini”. E si era trovato a pensare che era divertente e insulso. Sanzo ucciso, per carità! Sanzo morto? Sanzo era morto??

 

Si sentiva qualche cosa, ma che cosa. Un’enorme forza che gli faceva dimenticare tutto il dolore che stava provando, che ogni movimento era una terribile agonia…

 

- Avanti razza di bonzo corrotto che non sei altro, svegliati, svegliati!!! - Gojyo aveva afferrato Sanzo per la tunica e lo stava scuotendo con forza. Non poteva essere vero, tutto questo non poteva essere vero. Ma alla fine la testa bionda ricadde inerme da un lato. Aveva quell’espressione così seria e fredda, faceva quasi pensare che fosse solo addormentato. Ma ormai da quel sonno non avrebbe mai potuto svegliarsi.

 

- Calmati Gojyo. agitandoci non risolveremo la situazione. - Il caldo era sempre più opprimente e per Hakkai era sempre più difficile rimanere cosciente e a sangue freddo. Anche lui in quel momento avrebbe voluto fare qualcosa, si sarebbe comportato come il compagno, ma sapeva di non poterlo fare. Ora era lui a dover essere di sostegno a Gojyo, senza contare che dopo avrebbe dovuto risollevare anche una persona ben più emotiva di lui e attaccata a Sanzo più di qualsiasi altra persona al mondo. Aveva solo voglia di andarsene da li, di svegliarsi da quel brutto incubo, la stanchezza, le ferite, quella perdita improvvisa…ma era la realtà, non ci potevano fare niente.

 

- E che cosa dovrei fare secondo te? Ma ti rendi conto di cosa è successo. E’ mai possibile che tu non faccia mai una piega in situazioni del genere, Hakkai? -

 

Avrebbe voluto urlare, urlare a Gojyo che non era vero, che se fuori dimostrava sicurezza e calma, dentro era tutto il contrario. Credeva forse di essere l’unico a sentirsi male in quel momento?

Però preferì tacere, lasciare a lui solo il privilegio di sfogarsi, tenersi tutto dentro. Dove sarebbero arrivati altrimenti?

- Lo so che stai soffrendo, Gojyo. so bene che non eravate quel che si dice buoni amici, e che ciononostante ti senti male per la sua morte, ma disperarci non potrà che aggravare la nostra condizione. Credimi, anch’io mi sento come te, anch’io vorrei credere che non sia vero, che sia solo un incubo. Ma dobbiamo farci forza e andare avanti, perché se non lo facciamo noi come farà lui? - Gojyo e Hakkai si voltarono verso Goku dormiente. Aveva un’aria così innocente, ma era stranamente serio nel sonno, quasi avesse percepito che c’era qualcosa di brutto nell’aria. O forse era solo una coincidenza, forse, conoscendolo, aveva solo fame.

 

- La persona che più teneva a lui e il suo carnefice contemporaneamente. Che razza di destino. - commentò il rosso.

- Già. A volte la vita è davvero crudele, non trovi. Goku che uccide colui che per lui era il sole con il sorriso sulle labbra. La sua reazione sarà ben peggiore della nostra. Ora non ci resta da fare che una cosa: dovremo dare degna sepoltura al corpo di Sanzo, prendere Goku e andare via. Questo sole potrebbe rivelarsi fatale nelle nostre condizioni. -

- Faremo come dici tu. - Che strano che era. Strano ma allo stesso tempo dolorosamente vero. Quel bonzo maledetto gli aveva detto tante volte, “alla vostra morte non pregherò per voi” “giuro che vi ammazzo”. Era piuttosto ironico, ora che a scavargli la fossa dovevano essere loro. Il pensiero lo fece stare anche peggio. Come diceva Hakkai tra loro non correva buon sangue, ma erano sempre compagni. Di certo lo avrebbe ammazzato tante volte, ma di fronte al fatto compiuto non l’avrebbe pensata a quel modo. Inoltre quello era un momento di sicuro inadatto per fare commenti o battute di spirito, Hakkai stavolta non si sarebbe limitato ad una semplice occhiataccia, e francamente non se ne sentiva in vena. Decise quindi di tacere, iniziando a scavare una fossa mentre Hakkai si occupava di Goku.

 

Ma improvvisamente un nuovo bagliore vi fu nell’aria, stavolta proveniente dal corpo di Sanzo.

- Che diavolo sta succedendo? -

Gojyo e Hakkai si ripararono gli occhi, la luce era davvero troppo forte. E quando aprirono gli occhi e si voltarono per constatare l’accaduto, videro solo della terra sporca di sangue, il sutra che giaceva nell’erba.

 

Di Sanzo neanche l’ombra.

 

- Che cos’è successo? E Sanzo…è sparito! Dov’è? non può essere sparito nel nulla, così, senza una spiegazione! -

- Non può essere -

- Che cosa può essere stato? -

- Non ne ho idea. Però…-

- Continua, Hakkai-

- La sua è una sparizione improvvisa, e il sutra è rimasto qui. Questo vuol dire che non può essere stato un demone o qualcuno intenzionato a rubarlo. Non vorrei dare conclusioni affrettate, però potrebbe essere stato l’intervento di un dio. -

- Un dio? Ma come può essere? E che cosa se ne farebbero del cadavere di un bonzo? -

- Questo proprio non lo so. La mia era solo una teoria, e non sono sicuro del fatto che sia vera, anzi, sono quasi convinto del contrario. Non so come mi sia venuta un’idea del genere. Eppure, ho avuto la sensazione che si trattasse di qualcosa di simile. -

- Comunque sia…ora non c’è più motivo di scavare questa fossa. E dire che mi ero pure impegnato, nonostante quella scimmia mi abbia rotto le ossa…guarda tu cosa mi è toccato fare. -

Nonostante le lugubri condizioni Hakkai riuscì ad accennare ad un sorriso. Non sapeva perché ma la sparizione del corpo di Sanzo, sebbene possa essere presa come un fatto negativo, dato che sarebbe rimasto senza sepoltura e ora in chissà che mani era, lo rassicurò molto, e gli diede nuova speranza. E a quanto poteva vedere era la stessa cosa per Gojyo.

- Ora che ci penso, Kogaiji e Dokugakuji sono spariti - disse quest’ultimo.

- Dopo che Sanzo aveva attirato l’attenzione di Goku hanno approfittato di quel momento per ritornare al castello - gli rispose Hakkai.

- Dannati vigliacchi…- commentò Gojyo.

- Del resto non li si può biasimare, rimanere sarebbe stata pura follia.- rispose giustamente Hakkai.

- Però, non avrei potuto fare lo stesso. Scappare da una stupida scimmia? Questo mai. - Gojyo era sicuro e deciso della sua affermazione. Dare la soddisfazione a un idiota come quello di essere visto scappare via con la coda fra le gambe?

Piuttosto la morte.

- Probabilmente la pensa così anche Kogaiji.- disse Hakkai senza sapere che in quel momento Gojyo avesse pensato le stesse identiche parole di Kogaiji pochi minuti prima - Però rischiare la vita in uno scontro difficile è pensabile da farsi. Ma combattere una battaglia già persa in partenza e pagando con la vita sarebbe stato del tutto inutile, senza contare che così facendo non si avrebbe poi una seconda possibilità di riuscire nel proprio intento. -

- Probabilmente hai ragione tu. - ammise e aggiunse: - Beh, dato che non abbiamo più niente da fare qui andiamo. -

- Per ovvi motivi dovremo cambiare strada, per fortuna siamo ancora in tempo per prendere quella che ci porterà al villaggio più vicino. -

Già, è vero, la contesa di poche ore fa. Ormai sembrava così remota che neanche se la ricordavano più, ma ricordarsela era solo doloroso per i due. Meglio non pensarci. Hakkai raccolse il sutra da terra e si diresse verso Hakuryu, trasformato in jeep, pronto a partire. Per fortuna il piccolo draghetto era rimasto fuori dal combattimento, se non avesse potuto trasportarli che fine avrebbero fatto? Gojyo invece prese Goku, abbandonato per terra, sulle spalle e seguì il compagno.

 

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Jiroshin entrò improvvisamente nella stanza.

- Kanzeon Bosatsu, non immaginerete neanche cosa è successo durante la vostra assenza. Si tratta di  Genjo Sanzo, in un duro scontro ….-

- ….ha perso la vita, dico bene?- disse la dea senza neanche distogliere lo sguardo da ciò che stava facendo, insolitamente seduta davanti alla sua scrivania a svolgere quelli che, secondo il suo servo erano i suoi reali compiti,.

- Ma voi….come facevate a saperlo? - stavolta Jiroshin era rimasto davvero impressionato.

- I miei occhi vedono al di la di ciò che si possa osservare realmente… o forse era solo

scritto che fosse così.- rispose.

- dunque voi sapevate tutto?- Jiroshin era incredulo, se era a conoscenza dei fatti che sarebbero accaduti perché non era intervenuta?

- Le mie previsioni si sono rivelate esatte, mettiamola su questo punto. E non è la prima volta che accade, dato che quella che deve occuparsi di tutto qui dentro sono io, e nessuno si accorge di quello che sta succedendo nonostante sia ovvio. La vita di un dio è proprio dura- disse con un falso tono di lamentela.

- Ad ogni modo ora devo proprio andare, si è fatto molto tardi- concluse alzandosi dalla sedia.

- Un momento- la interruppe Jiroshin - Non penserete di andarvene così e in un momento simile, dopo quello che è successo! E poi dove state andando mia signora? Avevate un impegno?

- Diciamo di sì. Una specie, e sarà meglio che non arrivi in ritardo, non voglio certo perdermi il risveglio di un affascinante addormentato. Chissà che non mi stia già aspettando…- Kanzeon sogghignò tra se e se - Jiroshin, affido a te il controllo del mondo terrestre nonché le mie mansioni fino al momento del mio ritorno. E immagino che le ricoprirai con molto zelo, non è vero? -

- Ai suoi ordini - sospirò il vecchio, conscio di aver ricevuto un gravoso quanto ingrato incarico: Kanzeon Bosatsu non era conosciuta nel regno celeste per la generosità dei suoi stipendi, ne per somme aggiuntive per ore straordinarie.

 

La sua padrona con i secoli diventava sempre più stravagante ed enigmatica, e ora chissà che cosa le passava per la testa. 

 

 

FINE PRIMO CAPITOLO

 

 

 

E’ così finalmente ce l’ho fatta ad arrivare fino alla fine! Proprio non mi aspettavo di scrivere così tanto nel 1 capitolo, e sinceramente me lo immaginavo un po’ diverso, ma non importa! Inutile dire che sono esaurita ormai, nonostante in effetti l’abbia finito di scrivere ieri, ma questo  è solo un dettaglio. Avevo da troppo tempo questa storia in mente e solo ora, dopo mesi che ho conosciuto siti vari di fanfic ho deciso di scriverla, e posso dire di esserne soddisfatta. Quello che non vi ho ancora detto è che questa è la mia prima fanfic.

Troverete di sicuro incoerenze da qualche parte nella storia, ma le ho messe perché mi servivano per fare quadrare la trama. Nel caso avessi scritto qualche gravissimo errore mi scuso in anticipo e vi prego di avvisarmi!!

Poi…che dire…non vi do anticipazioni del prossimo capitolo, l’unica cosa che posso dire è rivolta alle fan di Sanzo (come me peraltro, nonostante no gli abbia fatto fare una fine delle migliori…): non preoccupatevi, non è del tutto sparito da questa storia, presto lo si rincontrerà, anche troppo presto, dato che quello che gli succederà sarà ben peggiore di quello che ho già scritto, e spero di rimanere ancora in vita dopo…ma non vi anticipo niente.

Ringrazio prima di tutti Miku, la prima a leggere e commentare a voce questa fanfic; solo grazie al suo sostegno sono riuscita a scriverla e scriverò gli alti capitoli. Un ringraziamento particolare va anche a Mattia, che l’ha letta per secondo. Auguri per la tua prossima fanfic!

Per tutti quelli che volessero commentare qui c’è il mio indirizzo e-mail: soniagorla@msn.com.

Bene, direi di aver scritto tutto e di non essermi dimenticata di niente e di nessuno. Ciao ciao e al prossimo capitolo!!

 

 

 

 

19.43  13/03/2005

  
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