Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Giuka    15/03/2009    7 recensioni
Raccolta su Jared e Kim, la mia coppia preferita nella saga di Twilight. Nono capitolo: Il sentimento che ci univa era già oltre a tutti i problemi adolescenziali. Era uno scalino superiore, un tale livello di coinvolgimento e adorazione che nemmeno la morte avrebbe potuto spezzare. Ora sapevo che saremmo potuti stare lontani anche anni: il nostro amore eravamo noi stessi. Perderlo avrebbe voluto dire perdere la nostra identità.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jared Cameron, Kim
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più libri/film
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

My Gravity – Jared and Kim

 

Cry Baby

 

Non ero mai stata un ragazza goffa: la mia corporatura esile mi aveva sempre consentito una buona agilità nei movimenti ed anche una discreta forza fisica, nonostante le apparenze. Alla scuola elementare non mi feci mai male durante le lezioni di educazione fisica: le maestre mi trattavano con particolare cura ed attenzione, sempre attente che non mi ferissi, ed io ero sveglia abbastanza per tenermi lontana da ogni possibile rischio. Perciò fin tanto che frequentavo la scuola primaria la mia misera statura e l’esilità non erano mai state un problema: lo diventarono con l’inizio della scuola superiore, quando tutte le mie amiche cominciarono a maturare fisicamente ed io invece rimasi un cosino minuscolo ed invisibile.
Da quel momento educazione fisica diventò una tortura: cominciai ad astenermi dal basket e dalla pallavolo, dato che i miei compagni finivano sempre con l’ investirmi durante la foga della partita, ed a sfruttare la mia agilità per schivare pallonate/botte/compagni-grossi-come-orsi.
Inoltre c’era un nuovo fattore da tenere in considerazione: Jared. A causa del suo… particolare rapporto con me Jared tende ad essere un pochino iperprotettivo. O per meglio dire, cerca di tenermi ad almeno dieci metri da qualsiasi fonte di dolore, che si tratti di un essere umano, un oggetto inanimato o un animale. Perciò se qualcuno durante la lezione mi ferisse – Dio non voglia - Jared andrebbe sicuramente in panico e quel qualcuno probabilmente dovrebbe vedersela con un licantropo super arrabbiato.
Quindi pensandoci bene proprio non mi spiego come sia potuto succedere: agilità + super-attenzione+ scaltrezza = niente guai. Questo è ciò di cui ero sicura. Evidentemente mi sbagliavo.
Ero ad educazione fisica: come al solito mi stavo scaldando tranquillamente correndo rasente il muro della palestra mentre i miei compagni giocavano a basket. Naturalmente pensavo a Jared: non penso a nient’altro che lui da quando è cominciata la nostra storia. Occupava la mia mente anche prima, ma era un po’ come un mito irraggiungibile, qualcuno che non mi avrebbe mai guardato. Ora invece è il mio Jared.
Ora che ci ripenso probabilmente fu la mia distrazione che causò il disastro: è stata tutta colpa mia. Perché, accidenti, non vidi proprio quel dannato pallone da basket che ad una velocità supersonica si dirigeva minaccioso verso di me. Non sentii le urla di avvertimento dei compagni e del professore, tanto meno quelle di Alex, meglio detto colui-che-lanciò-la-palla. Sentii solo una gran botta sul lato destro del viso. L’urto mi fece sbattere la guancia sinistra sul muro. Poi, il nero.

 

~

 

C’è qualcosa di sbagliato, ma non riesco a capire cosa.

Riconosco innanzitutto l’aria gelida che mi solletica i piedi senza scarpe; poi sento la luce del sole che mi scalda il viso e nient’altro, dato che sono infagottata in qualcosa che credo sia una coperta. Vorrei aprire gli occhi, ma non li trovo. Avverto dolore alla testa: pulsa fastidiosamente e l’andatura ondeggiante di chi mi tiene in braccio non aiut- Un attimo.
Ecco cosa è sbagliato. Le braccia che mi reggono non sono calde. O meglio lo sono, ma non di quel calore. Sono tiepide e deboli in confronto ad altre più forti che mi reggerebbero senza farmi ondeggiare in questo modo. La consapevolezza che non sia Jared a portarmi mi da il panico e mi spinge ad aprire gli occhi: la luce mi acceca e peggiora il mal di testa, ma non mi importa. Prendo coraggio ed alzo lo sguardo.

 

No no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no.

Alex Harrison. Quello che Jared odia più di tutti. Oddio, no: perché tutte a me?
Non che io lo odi, anzi: Alex è un bravo ragazzo, sebbene abbia deciso di confessarmi il suo amore proprio quando cominciò la mia storia con Jared. Per essere esatti disse di amarmi il giorno successivo alla grande confessione (licantropi, imprinting, vampiri ecc), con un tempismo che sarebbe stato quasi divertente se Jared non l’avesse presa così male. È terribilmente geloso anche se non ne ha motivo, dato che io amo solo lui. Jared però tende a non rendersene conto ed in più Alex è odioso nei suoi confronti: lo stuzzica in tutti i modi possibile ed immaginabili.
“Alex?” chiedo in un sussurro, ma sono talmente vicina a lui che mi sente ugualmente.
Subito abbassa la testa verso di me con un’espressione così colpevole sul viso che mi pento immediatamente di aver pensato brutte cose di lui in questi pochi secondi.
“Kim, Kim, scusami! Non volevo colpirti ma ero troppo preso dalla partita! E non ho visto che correvi e tu non ti sei accorta di niente e-“
“Alex, respira. Va tutto bene. Mi fa solo un po’ male la testa...” lo rassicuro, sebbene il mal di testa sia più un martellare continuo e senta anche un doloroso prurito alla guancia sinistra.
“Il professore ha escluso un trauma cranico, quindi non preoccuparti. Il problema è…” si interrompe e la sua espressione si fa ancora più colpevole: non capisco.
“Cosa Alex?”
“Niente, non preoccuparti… Siamo arrivati.” risponde entrando in infermeria e chiamando la Signorina Loren, l’infermiera. La reazione della donna mi preoccupa: spalanca la bocca e corre subito verso di noi, aiutando Alex ad entrare in una piccola stanzetta adiacente. Mi stendono delicatamente su un lettino vicino alla finestra ed Alex mi aiuta a sistemarmi meglio, sempre con quell’espressione dispiaciuta sulla faccia. Poverino.
Sento l’infermiera armeggiare nell’armadietto delle medicine mentre Alex, ancora accanto a me, mi sfiora la guancia sinistra con la mano. Mi ritraggo subito, cercando di gettargli un’occhiata torva: non credo di esserci riuscita perché lui risponde con un sorriso dispiaciuto.
“Scusami, ti fa male?” chiede preoccupato.
“Non molto, perché?” in effetti non mi sono scostata per il dolore.
Il sorriso svanisce dalle sue labbra “Mi dispiace Kim.” ripete di nuovo. Ah, ho capito. Non sono stupida, non lo sono mai stata: logicamente ricevere una pallonata su una guancia e sbattere addosso ad un muro con l’altra lascia un segno su una semplice faccia umana. Ora devo solo capire quanto grande sia il danno.
“Quanto si vede, Alex?”
Lui capisce ed abbassa lo sguardo “Hai tutta la guancia sinistra sbucciata, Kim. Mi dispiace così tanto!”
Perfetto:ora da ragazza poco carina sarò diventata inguardabile. Grazie Alex.
“Jared sa che sono qui?” chiedo in un sussurro.
“Certo. Claire ha insistito per andarlo a chiamare. Diceva che sarebbe stato peggio se l’avesse scoperto da solo.” dice facendo una smorfia: forse ha capito di essere nei guai, dato che sa benissimo quanto Jared sia protettivo nei miei confronti.
“Allora è meglio che tu te ne vada, Alex.”
Lui annuisce “Mi ucciderà, vero?”
Sorrido “Se riesco a parlagli prima che ti veda forse riesco a salvarti la vita.”
Alex sospira, chinandosi a baciarmi la fronte. Trattengo il respiro, arrabbiata, ma non dico niente: in fondo è stato gentile a portarmi fin qui e comunque si stacca quasi subito, facendo qualche passo verso l’uscita.

 

“Kim.”

 

Oddio. È Jared: lo cerco subito con lo sguardo finché non incontro i suoi occhi preoccupati. Lo vedo trattenere il respiro e poi, un battito di ciglia dopo, mi trovo ad un centimetro dal suo volto, contratto in un’ espressione così addolorata che sembra stia per mettersi a piangere. Mi sfiora anche lui la guancia con le dita, ma il suo tocco caldo ha il potere di placare il dolore alla testa e la nausea.
“Jared…” sussurro felice avvicinandomi al suo volto: sono quasi due ore che non lo vedo. Mi è mancato.
“Ti fa male?” chiede crucciato senza smettere di accarezzarmi con la punta delle dita.
“Assolutamente no.” rispondo chiudendo gli occhi: con lui il dolore sembra non esistere.
Jared sospira fissandomi dispiaciuto negli occhi “Mi dispiace così tanto, Kim!”
Apro di scatto gli occhi.  Come può scusarsi per qualcosa che non ha fatto?
“Non è colpa tua!” esclamo.
I suoi occhi si fanno arrabbiati in un attimo “Chi è stato Kim? Claire non ha voluto dirmelo, quindi è qualcuno che conosco.”
Con la coda dell’occhio cerco Alex, ma mi accorgo che fortunatamente non è più nella stanza: non riesco a mentire a Jared, per cui se fosse stato presente probabilmente ci sarebbe stato uno spargimento di sangue.
“È stato un incidente. Ho perso l’equilibrio.” sussurro abbassando gli occhi. Sento le mie guancie andare a fuoco.
“Kim, lo sai che non sei capace di mentirmi. Chi è stato?” chiede ancora.
Voglio mentire, lo voglio davvero. Ma non ci riesco: non è nel mio carattere e soprattutto non con Jared.
Perciò, sospirando, dico la verità.
 “Alex, con una pallonata. Come al solito da cretina quale sono non mi sono accorta di nulla. Mi hanno chiamata ed hanno cercato di avvisarmi, ma ero sovrappensiero…”
“…”
“…”
“…”
“Jared?”
“…”
“Jared? Stai bene?”
“Certo.” dice in un sussurro. Poi comincia a tremare: proprio quello che volevo evitare.
Avvolgo le sue mani con le mie, fissandolo negli occhi “Calmati, Jared.” ordino.
“Scusami Kim” dice mentre il tremore già si attenua “Ora però devo lasciarti. Vado ad uccidere Harrison.”
“NO!” esclamo disperata, spalancando gli occhi e stringendo di più le sue mani.
“Ti ha ferita.” ringhia, in una voce talmente bassa e arrabbiata che mette i brividi anche a me. No, non voglio che Jared sia arrabbiato con Alex, perché è tutta colpa mia. Se deve arrabbiarsi con qualcuno, quel qualcuno sono io.
“È successo solo perché durante una partita di basket una cretina come me è distratta e non guarda dove mette i piedi…” mormoro mentre sento i miei occhi diventare lucidi. Mi odio per essere così dannatamente emotiva, ma non riesco a farci nulla. Dannata, lamentosa ed insopportabile Kim
Un secondo dopo sono premuta contro un petto caldo e solido, mentre le braccia di Jared mi avvolgono la schiena ed il suo respiro mi solletica il collo. Singhiozzo contro la sua maglietta bagnandola con le mie lacrime, sfogando lo spavento, il sollievo per la sua vicinanza ed anche l’irritazione verso me stessa.
Piagnucolo un po’, dimostrando ancora una volta tutta la mia infantilità, mentre lui invece è come al solito paziente nel cullarmi dolcemente. Come posso meritarmi tutto questo amore? Come può amare una ragazzina infantile come me? Non riesco a capire perché abbia avuto l’imprinting con me: cosa ho più di Allison, la ragazza che gli piaceva più? Perché io? Glielo ho chiesto tante volte e Jared non ha saputo darmi una risposta. Sam ritiene che i lupi abbiamo l’imprinting per generare licantropi più forti, rifletto arrossendo, ma io non credo sia per questo. Penso semplicemente che serva loro una persona che possa amarli, comprenderli e aiutarli nella loro missione, ma questo non spiega perché proprio io, la ragazzina più infantile e sfigata di La Push, debba avere questa fortuna.
Cerco di staccarmi per asciugarmi gli occhi e smettere di fare la bambina, ma lui me lo impedisce stringendomi più forte. Completamente sconfitta mi abbandono tra le sue braccia avvolgendogli il collo con le mani, ancora singhiozzante. Jared mi accarezza piano la schiena con le mani calde, baciandomi di tanto in tanto i capelli. Odiosamente adorabile.
“Eh-ehm…”sento la Signorina Loren tossicchiare nervosa e cerco nuovamente di staccarmi da Jared: stavolta mi lascia fare, seppur continuando a tenermi stretta a lui, e rivolge all’infermiera uno sguardo indecifrabile.
“Dovrei disinfettarle la guancia, Signorina Najera, ed anche applicarle un cerotto.” chiarisce dispiaciuta di interromperci. Io le sorrido timidamente per poi spingere con decisione sul petto di Jared. Lui si allontana subito, incrociando le braccia e rimanendo vicino al lettino.
L’infermiera si avvicina con un batuffolo di cotone imbevuto di disinfettante: deglutisco terrorizzata, afferrando la mano di Jared, e gemo di dolore quando poggia lo poggia sulla mia guancia. Brucia da morire e gli occhi mi diventano di nuovo lucidi, mentre gli stringo forte per non piangere di nuovo: non credo che potrei sopportarmi se lo facessi.
Sento Jared sobbalzare a fianco a me, ma gli stringo più forte la mano e lui si calma: resta immobile per tutta la medicazione, senza togliere il suo sguardo dalle mani della Signorina Loren, protettivo come al solito. Non mi stupisco della velocità con cui l’infermiera mi applica il cerotto, né di come scappi via –letteralmente-  borbottando qualcosa su delle pratiche, chiaramente in soggezione dallo sguardo di Jared.
La sento chiudere la porta e restiamo soli nella stanza. Io osservo imbarazzata  i miei pantaloni da ginnastica e sento i suoi occhi fissarmi con insistenza. Mi accorgo di stringere ancora la sua mano e lo mollo di scatto, ma lui subito mi avvolge la mano con la sua, molto più grande, e se la porta alle labbra. Finalmente alzo lo sguardo e rimango senza parole.
Gli occhi lucidi di Jared sono così addolorati da lasciarmi senza fiato per la sorpresa. Fissa la mia guancia con espressione torturata e poggia le labbra tremanti sulle mie dita, baciandomele una per una, centimetro per centimetro.
Di riflesso, il suo dolore è il mio: non riesco a sopportare che lui soffra così per me. Non è giusto che l’imprinting lo costringa ad amarmi in questo modo assoluto, non è giusto che sia costretto a preoccuparsi per me, a coccolarmi, a viziarmi. Jared fa tutto quello che voglio e pensa in continuazione a rendermi felice ed il brutto è che io sono talmente egoista da essere al settimo cielo per questa situazione: ogni volta che incontro il suo sguardo adorante, preoccupato o amorevole il mio cuore galoppa di gioia ed io non posso evitarlo. E mi sento in colpa ogni volta e non glielo dico, perché poi si sentirebbe male perché io sto male e non finirebbe più. Siamo così io e Jared: soffro quando soffre, soffre quando soffro. Lui però è costretto, mentre io lo amo per scelta.
Sospirando stringo la sua mano e la tiro con decisione verso di me, allungandomi verso di Jared. Lui si piega subito ed io poggio le mie labbra sulle sue; Jared mi avvolge con le braccia, sollevandomi dal letto senza sforzo, ed io lo stringo di più a me senza smettere di baciarlo. Sento le sue mani alzare un po’ la mia maglietta e accarezzarmi la pelle nuda e tiepida, per poi avvolgermi completamente il busto e prendermi quasi in braccio, tanta è la foga che ci mette. Naturalmente io non mi lamento ed anzi lo aiuto a sollevarmi, scaldata dal suo calore e finalmente tranquilla: l’agitazione, il dolore, la preoccupazione… Tutto scivola via.
Quando ci stacchiamo, entrambi senza fiato, la sua espressione è più serena. Sorrido, felice di averlo tranquillizzato, e lui trattiene rumorosamente il respiro, fissandomi abbagliato: per un attimo sono felice per la sua adorazione, poi mi invade il senso di colpa.
“Devi smetterla di preoccuparti per me.” affermo ansimante e sconvolta.
Lui sorride dolcemente “Lo sai che non posso farlo. Non sai quanto mi fa male vederti ferita… ”
“Mi dispiace, la prossima volta starò più attenta.” dico arrossendo.
“Ti prego, cerca di farlo. Non riesco nemmeno a guardarti, Kim.” sussurra distrutto.
“Ci proverò, ma non ti assicuro niente.”
Lui corruga le sopraciglia “E comunque dovrò dire due paroline ai tuoi compagni di classe.”
“No Jared, ti prego non farlo! Sarebbe tremendamente imbarazzante…”
Lui mi fissa negli occhi con un’espressione seria e ardente “Insisto.” dice ed io riesco semplicemente ad annuire. Lo odio quando fa così. Maledetto lupo super-protettivo e super-affascinante.
“Niente spargimenti di sangue, però...” sussurro disperata abbassando la testa. Spero che Alex riesca a non farsi mai trovare da lui.
“Ti farebbe stare meglio?” chiede Jared, alzandomi il mento con la mano, delicatamente.
“No, anzi.” sussurro rapita. I suoi occhi sono del più bel marrone che abbia mai visto.
“Allora niente sangue.” assicura sorridendo “Chiederò semplicemente di fare più attenzione a non colpire quella piccola ragazzina piagnucolona che corre intorno alla palestra!”
Io arrossisco e lui mi da un buffetto sul naso “Scusami, ma non riesco a non prenderti in giro quando piangi. Mi serve per sdrammatizzare” dice sorridendo colpevole “Comunque  pensi di riuscire ad alzarti, cry baby?” mi chiede prendendomi in giro. Io scuoto la testa e allungo le braccia verso di lui, ammiccando con un sorriso. Jared sorride di rimando e mi prende in braccio senza sforzo, mentre io appoggio la testa nell’incavo della sua spalla.

D’accordo, non me lo merito; d’accordo, è troppo per me; d’accordo, mi rende assurdamente felice. Ma io amo Jared, lo amo di quell’amore con la A maiuscola, più di Allison e di tutte le oche che lo vogliono solo per il suo bel viso, e gli darò tutto ciò che posso dargli in cambio del suo amore: me stessa. Perché sarò anche una piagnucolona, ma sono la sua piagnucolona ed è tutto quello che conta.

La sua cry baby.

 

 

 

***

 

Personalmente credo che Kim assomigli sempre di più ad una Mary Sue: se sembra così anche a voi vi prego di dirmelo, perché è proprio quello che voglio evitare. Vorrei caratterizzare Kim come una ragazza timida ed alle prese con un amore troppo grande per un semplice essere umano. È il centro della vita di un’altra persona che dipende in tutto e per tutto da lei e non penso sia così facile da sopportare! Spero di averlo reso bene e di farvela stare simpatica. In fondo è una semplice adolescente.

In uno dei prossimi capitoli riprenderò il fatto che Kim senta l’amore di Jared verso di lei come qualcosa a cui lui è stato obbligato: ci tengo particolarmente e sto già scrivendo quel capitolo.

 

Sono contenta da morire: da quattro recensioni sono passata ad otto! Non so davvero come ringraziarvi. Grazie alle quattro fedelissime recensitrici ma anche alle nuove persone che hanno trovato il tempo di lasciarmi un commento. Grazie di cuore a tutte voi.

MartinaCullen: *inchino* Sembro la Meyer? Oddio, grazie di cuore. È un super complimento, dato che sono una sua grandissima fan! Grazie grazie grazie.

Jo Hale: *doppio inchino* sono felice che il capitolo ti sia piaciuto. Il fatto di Kat-Kim era per sottolineare che Jared non l’avesse proprio mai considerata e poi, di colpo, cambia tutto. Grazie di cuore per tutti i tuoi complimenti, anche perché è stato un capitolo difficile da scrivere: l’imprinting è una cosa seria cavoli!

Maka Envy: cara, sono contenta di farti innamorare di questa coppia! Veramente, farla amare anche ad altre persone è fantastico, anche perché le persone che si concentrano anche su altri personaggi oltre ai Cullen sono davvero poche e tu, recensendo la mia piccola raccolta, dimostri di saper amare anche i poveri esclusi. Quindi grazie di cuore e spero che Kim ti sia piaciuta in questo capitolo come nell’altro!

Virgi_lycanthrope: grazie grazie grazie. Kim, poverina, vorrei piacesse a tutti. Quindi se tu la apprezzi sono felice, così come sono felice di aver reso bene l’imprinting. E sarò felice se recensirai anche questo capitolo, cara!

Princess of vegeta6: *inchino con ola* Tesoro, leggendo la tua recensione mi sono commossa, uccisa dal ridere ed emozionata, nell’ordine. Sapere che mi apprezzi così tanto come scrittrice è… WOW! Cioè mi riempie di una gioia assurda, quindi GRAZIE, con tutto il cuore. Per quanto riguarda il trattato sull’acciaio giuro che ho riso per un quarto d’ora. Poi sono andata a rileggere quella parte ed ho pensato: cavoli, ha ragione! Quindi sono felice che tu abbia apprezzato il “mio” imprinting, perché ci ho messo l’anima: volevo proprio far vedere il cambiamento di Jared, costretto da una forza più grande di lui ad amare in modo assoluto una persona. E comunque, essere l’imprinting di un lupo è il mio sogno proibito! Non capisco come tante ragazze possano sognare che un vampiro di innamori di loro: cavoli, i lupi sono super alti, super muscolosi e super caldi! Cosa si può volere di più? Va beh, vaneggi a parte grazie di cuore per aver recensito e per avermi fatto tutti quei complimenti, sono contenta che la mia fanfiction ti abbia aiutata in una giornata nera: non potrei desiderare di meglio. Spero davvero che questo capitolo ti sia piaciuto come l’altro.

Pazzerella_92: grazie mille!

FlyDreamer: grazie anche a te! Sono felice che Jared ti piaccia.

Niky_95: non sono una licantropa anche se ammetto che mi piacerebbe! Sono d’accordo con te, la Meyer ama troppo gli amori complicati ed impossibili per potersi soffermare su una storia semplice come quella di Jared e Kim. Proprio per questo scrivo di loro: hanno bisogno che qualcuno dedichi loro un po’ di spazio, poverini! Se continuerai a seguirmi mi farai super felice, davvero! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e grazie per aver letto e recensito.

 

Grazie anche a tutti coloro che hanno messo nei preferiti!

Baci,

Giuka.

 


  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Giuka