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Autore: _Cthylla_    19/01/2016    3 recensioni
Ora che gli schieramenti sono stati fatti, i giochi possono iniziare.
Gli Insorti coi loro alleati, nonostante i danni riportati, sono determinati raggiungere i propri obiettivi: l'Uomo nella Luna e Pitch Black devono morire.
L'esercito radunato da Nightlight, che comprende anche quattro dei cinque Guardiani, si rivelerà sufficientemente stabile da non crollare davanti all'unione degli avversari?
Ma quanti sono realmente i giocatori al tavolo? Parti estranee al conflitto mischieranno ancora le carte in tavola...o tenteranno direttamente di bruciare il mazzo?
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, I Cinque Guardiani, Nuovo personaggio, Pitch, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Luna Dorata'
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Capitolo 2

= svitati ed infuriati =





«c’è anche la sala cinema? Seriamente?»

Incuranti di guerre, problemi e quant’altro, Jack Frost e Harlequin Saturnali si erano imbucati di nascosto nel corridoio che portava alla sala cinema della locanda, con tutta l’intenzione di svagarsi un po’. Un comportamento tipico per Harlequin, che sembrava prendere ben poche cose sul serio, ma che Jack lo seguisse faceva letteralmente cadere le braccia.

«oh sì. Con un sacco di posti e altrettanti film disponibili, anche in anteprima» disse Harlequin «ora di apertura: dieci del mattino. Ora di chiusura: due di notte. Giorno di chiusura: giovedì».

Frost, incompreso dai suoi colleghi e soprattutto dalla propria compagna, aveva deciso semplicemente di evitare potenziali nuove discussioni con essi finché ne aveva l’opportunità. Proprio perché erano in un brutto periodo, e gli attimi di pace in futuro minacciavano di essere ben pochi, intendeva godersi quelli che restavano con quanta più leggerezza possibile, e con i suoi colleghi ciò era impraticabile. Bastava pensare a come si erano comportati quattro giorni prima. 
Tutti loro, più Nightlight ed Aiko, erano stati ricevuti da Manny in infermeria, appena questi era stato in condizione di farlo. Lui li aveva ringraziati per il sostegno che gli stavano dando, e per la loro lealtà, ed era stato a quel punto che Jack gli aveva fatto la domanda.


“sentite, ah…principe, già che siamo qui non è che potreste dirmi come mai mi avete lasciato gironzolare sulla Terra per tre secoli senza dirmi perché?”


Non gli pareva di aver chiesto chissà cosa, o detto alcunché di male, ma i suoi amici e colleghi l’avevano zittito in primo luogo, e Dentolina lo aveva rimproverato in seguito.

 

“Jack, questo non è il momento per fare certe domande! Ti pareva il caso? Manny è ancora molto debole e fragile, e c’è una guerra in corso, e poi-”
“Dentolina, se non adesso quando avrei dovuto farlo?! Una volta che tutto questo sarà finito, lui se ne tornerà sulla Luna, sempre se sarà ancora vivo e se lo saremo anche noi, e addio ad ogni possibilità di ricevere uno straccio di risposta”.
“lo so, posso capire, ma non è il momento di pensare a se stessi, perché-”
“scusa ma permetti che, avendone l’opportunità, io voglia che mi dica finalmente perché? Non mi pare di aver chiesto chissà cosa, e non vedo il problema…a meno che, semplicemente, ‘quello nuovo’ non sia degno di fare domande!”

 

L’aveva presa fin troppo male, lo sapeva. 
Aveva esagerato come era successo quando gli altri avevano parlato di fargli conoscere anche Shu Yin, sapeva anche questo. 
Ma quella faccenda, alimentata anche dalla “lieve” presa in giro da parte di Eve Hallows il giorno precedente, lo aveva seccato oltremodo, e gli altri non sembravano dare a ciò la giusta importanza.
Indi, seppur con sommo dispiacere e diversi sensi di colpa -sentendosi anche un po’vigliacco, a dirla tutta, nell’evitare Dentolina così invece che cercare di parlarle- si era avvicinato agli altri spiriti, Saturnali maschio in particolare. Gli sembrava un tipo troppo giusto, che era un peccato non aver conosciuto prima, e voleva cercare di rimediare.

«Harlequin, non so come dirtelo, ma oggi È giovedì! Ehm…quelli che sorvegliano l’ingresso della sala sono tre troll?!»

Proprio: tre grossi troll vestiti come buttafuori moderni, muniti di clave un po’meno moderne. Uno dei tre aveva poggiato la propria sul pavimento, e se ne stava seduto a terra mezzo addormentato con la schiena poggiata contro la parete, ma gli altri due sembravano piuttosto vigili.

L’uomo minimizzò con un cenno della mano. «nulla di che. Guarda come si fa».

A quelle parole, la mazza posata a terra si sollevò da sola, e colpì il troll sfaticato dritto in testa. Questi si rizzò immediatamente in piedi arrabbiatissimo e, convinto che il colpevole di quell’affronto fosse stato uno dei suoi due colleghi, assestò un colpo a entrambi. Tempo due secondi, e i tre troll iniziarono una rissa tale che, se fosse passato vicino loro un elefante dipinto di verde, non si sarebbero neppure accorti.

Cercando di contenere l’ovvia sghignazzata, i due spiriti corsero all’interno della sala, chiudendosi la porta alle spalle. «ok, ormai non ho più dubbi, la telecinesi è utile. Farebbe comodo anche a me!» disse Jack.

«sarebbe più utile se funzionasse anche sugli esseri viventi, invece che soltanto sugli oggetti, e se fosse più forte, ma non mi lamento lo stesso» Saturnali fece spallucce «andiamo a scegliere il film, sono centinaia, tutti on demand!»

«sì, solo…posso farti una domanda?» gli chiese Jack, seguendolo lungo la scalinata a lato delle poltroncine.

«spara».

«in questi giorni non ti ho mai chiesto come e quando sei diventato uno spirito, e anche tua sorella. Manny ha scelto anche voi?»

Harlequin rispose con una breve risata. «eppure c’eri quando ho detto di essere un patrizio romano. Sono un po’più vecchio del tuo Uomo nella Luna. Tu fai conto che nel 42 d.C. avevo venticinque anni precisi, che poi come vedi è l’età a cui mi sono fermato» si passò una mano tra i capelli ricci e neri, tentando inutilmente di sistemarli un po’ «essere scelto da Manny non è il solo modo, per chi non è nato tale, di diventare immortale. Uh, ho fatto la rima».

«e tu come ci sei riuscito?» Jack si appollaiò su una poltroncina, decisamente incuriosito.

«sai fin troppo bene che le “divinità” greche sono vere, no? Ebbene, vale la stessa cosa anche per diverse delle leggende che li riguardano, in particolare quella delle mele d’oro nel giardino delle Esperidi, che fanno diventare immortale chi ne mangia una. Vedi, io ero un esploratore fatto e finito, ero bravo, avevo sesterzi a sufficienza da potermelo permettere e vivevo solo già da un pezzo. Non andavo molto d’accordo coi miei familiari».

«ah, mi spiace. Una cosa…sesterzi?»

«soldi».

«ah».

«dicevo, ho passato in nave molta della mia vita da mortale, e in uno di questi viaggi…bam! Ho trovato il giardino delle Esperidi. Inizialmente non credevo ai miei occhi, per ovvie ragioni, ma era tutto vero, e quelle mele d’oro erano veramente lì! Non è stato affatto semplice, ma alla fine sono riuscito a rubarne ben due senza farmi beccare. Una l’ho conservata, l’altra l’ho mangiata, e…»

«“e”?» lo incalzò Jack.

«niente. Inizialmente avevo pensato che fosse tutta una fregatura, non era cambiato nulla, o così mi sembrava. Poi però, tornato nella mia domus, ho iniziato a vederle. Tutte quelle piccole e strane creature nel mio giardino. Il primo pensiero è stato “bene, Titus Quinctius Saturninus, sei diventato pazzo sul serio”! Ovviamente sbagliavo, come ho compreso in seguito».

«come hai capito che non era così?»

«oh, è stato proprio un fatto divertente» Harlequin si guardò le unghie «mio padre si ammalò gravemente circa un paio d’anni dopo e, benché non andassimo d’accordissimo, l’eredità e il titolo di paterfamilias sarebbero andati a me. Solo che al mio fratellastro, un figlio bastardo nato da una concubina, non stava affatto bene. Così una notte si è infiltrato in casa mia, mi ha sorpreso nel sonno e mi ha dato…uhm…una decina di coltellate al ventre, più o meno, e mi ha lasciato lì a languire».

Jack lo sguardò con gli occhi sbarrati, sia per quel che aveva detto, sia per la noncuranza con cui l’aveva fatto. «ma dici sul serio? È una cosa orribile!»

«sì, abbastanza. Comunque sia, con mio sommo sconcerto, le ferite avevano iniziato a guarire fin da subito: nulla di miracoloso, ma abbastanza da mantenermi in vita e permettermi, in seguito, di riprendermi» disse. Senza una particolare motivazione, si tolse la maschera colorata che gli copriva metà volto, e iniziò a giocherellarci. «venuto a conoscenza della cosa, il mio fratellastro capì di essere un uomo finito, e per evitare la pena cercò di fuggire. Altri al suo posto avrebbero scelto di suicidarsi, sarebbe stato più onorevole, ma non lui».

«e quindi è riuscito a scappare?»

Harlequin sorrise sottilmente. «ahimè, no. Pare che l’abbiano trovato morto in una latrina pubblica, con la testa infilata in una delle sellae pertusae. Chissà com'è successo».

«ehm...erano tipo dei water?» intuì Jack. Iniziò anche a pensare che Harlequin potesse essere in qualche modo coinvolto nell'omicidio del suo fratellastro ma, si disse, sicuramente si era fatto un'idea sbagliata.

«più o meno. Ma torniamo a noi: ho passato alcuni degli anni seguenti a stringere amicizia con le creature magiche del mio giardino, cosa che mi è riuscita abbastanza bene, e in seguito con altri esseri fatati ancora, altrove. Mangiare quella mela mi aveva predisposto alla magia, e grazie a quelle creature ho imparato qualche trucchetto come quello della telecinesi, che hai visto prima, o a rendermi invisibile agli umani…o a far volare una nave» aggiunse, con un sorriso quasi sognante «fu bellissimo, Jack. Vendetti molto di quel che avevo, ricavai quanto più oro era possibile, imbarcai tutto in una nave da carico e, nottetempo, partii! Provai una sensazione di libertà semplicemente indescrivibile. Su quella nave volante mi sentivo il padrone del mondo. I miei unici limiti ormai consistevano solo nei bisogni fisiologici, che purtroppo ho mantenuto, ma non sono mai stati un gran problema. Cambiai nome, divenni dapprima “Saturninus”, poi “Saturnali”, che era la mia festa preferita. Nel tempo ho continuato a cercare di ampliare le mie conoscenze sulla magia…poi ho incontrato April, e ho finito per darle l’altra mela. Altra lunga storia. Non ho combinato molto, devo dirlo».

«ha alcune parti drammatiche, ma è una bella storia» disse Jack «la mia è più noiosa. Io e mia sorella giocavamo su un lago col ghiaccio troppo sottile, ho salvato lei, e sono annegato io. Manny mi ha riportato in vita senza dirmi altro che il mio nuovo nome, e sono andato a zonzo congelando cose per tre secoli. Fine».

«su con la vita, tu almeno avevi consanguinei che valeva la pena salvare» l’uomo fece nuovamente spallucce, e da una tasca dei pantaloni tirò fuori un cellulare, giusto per controllare l’ora.

«devo procurarmene uno anche io, prima o poi» disse Frost, indicando il telefono «io e Nord abbiamo detto ai nostri amici umani, quei bambini che ci hanno aiutati ad aprile, che ci saremmo tenuti in contatto, ma in questi giorni non l’abbiamo fatto».

«che problema c’è? Ti do il mio di riserva» dalla stessa tasca di prima, Saturnali tirò fuori un altro cellulare, e lo diede a Jack «i tuoi amici saranno preoccupati».

«grazie, grazie veramente tanto!» esclamò il Guardiano. Mentre toccava lo schermo tentando di raggiungere il proprio profilo Facebook, però, notò un particolare che lì per lì gli era sfuggito. «quindi tu non ritieni inutile che uno spirito faccia amicizia con degli umani? Alcuni dei nostri simili sì, da quel che ho sentito dire qui».

«non potrei mai ritenerlo inutile, è così che ho conosciuto April».

Jack avrebbe voluto chiedergli di raccontare anche quella storia, ma quel che lesse una volta entrato nella chat avviata con Jamie tempo prima lo fece impallidire ulteriormente, e irrigidire. C’erano diversi nuovi messaggi da parte del ragazzino, uno più disperato dell’altro, e Jack avrebbe tanto voluto non dover credere a una sola parola.

«cos’è successo?»

Il giovane Guardiano non rispose, e si fiondò verso l’entrata della sala. Doveva avvisare gli altri il prima possibile. Stentava ancora a credere che i loro avversari potessero essere davvero arrivati a fare una cosa del genere, ma non sapeva proprio dire perché.

Perché?!

Una cosa però la sapeva: molto probabilmente, quella era la fine del breve periodo di calma vissuto.



*** Polo Nord, circa un’ora e mezza prima ***



«che dei corvi ci ronzino intorno da più di cinque giorni non è normale, perché i corvi non vivono al Polo Nord, e considerando questo, più il contesto in cui ci troviamo, tantomeno credo sia casuale. Sono convintissimo che siano le spie di qualcuno dei nostri avversari, il che significa che loro sanno dove siamo, ma noi non sappiamo dove si nascondono loro. La cosa mi piace più o meno quanto starmene sdraiato su questo letto».

Poco importava che la stanza fosse calda e accogliente, o che il letto fosse grande e pieno di cuscini morbidi: Atticus Del Sol non vedeva l’ora di alzarsi, e studiare qualcosa per porre fine a quella situazione stagnante che si era venuta a creare coi loro avversari. Peccato che Cecilia non intendesse permettergli di muoversi fino a quando lei stessa e Galaxia avessero stabilito che si era completamente ripreso da un colpo che, andava detto, non era stato mortale per pura fortuna.

«si è detto de aspettare fino a domani, per sicurezza, y tu aspetterai. Claro? Sfrutta al meglio esto momento de calma e non metterti a stressarmi anche tu, por favor».

Se ad Atticus l’idea di essere spiati non piaceva, a Cecilia piaceva ancora meno. I grifoni sembravano essere all’altezza del proprio compito, ossia distruggere qualunque cosa, persona o animale si avvicinasse e non fosse dalla loro parte, ma era una delle poche buone notizie.

Diversi dei loro alleati, stanziati in ogni locale disponibile all’interno della Fabbrica -che per fortuna era un edificio bello grande- stavano diventando sempre più irrequieti, impazienti di fare qualcosa di più che frequentare pagine Facebook altamente trash, e tenerli a bada lì, fuori da Conca De El Sol, avrebbe presto iniziato a diventare complicato; Sandelle era ancora ben lontana dal riprendersi, e il colpevole di quella crudele mutilazione non aveva ancora nome e volto; nome e numero degli spiriti “estranei” unitisi a Nightlight era sconosciuto e, come se il resto non fosse bastato, c’era anche Calmoniglio coi suoi dubbi e le sue domande.

Quello però era il problema minore, perché le due persone -Galaxia e Sandelle- che avrebbero potuto fargli accidentalmente capire qualcosa non sapevano nulla, e il Guardiano aveva il suo bel daffare a cercare di non irritare circa duecento immortali dai quali aveva ricevuto un’accoglienza piuttosto freddina.
Avevano specificato a tutti che il Pooka aveva scelto di stare dalla loro parte perché avevano un obiettivo in comune, ossia la morte dell’Uomo Nero, ma i “concasoliani” non avevano dimenticato il -presunto, anzi, inesistente- tradimento di Jack Frost, che loro sapevano aver approfittato dell’ingenuità di Sandelle per arrivare a Conca De El Sol e distruggerla.
Oltre a ciò, c’era anche un ulteriore motivo per cui Calmoniglio aveva altro a cui pensare. Inizialmente gli yeti erano in uno stato confusionale post-possessione, e comunque non ci sarebbe stato nessuno in grado di capire quel che dicevano ma, qualche tempo dopo il suo arrivo, a Ljuba non c’era voluto molto tempo per ricavare da loro un’informazione molto interessante: Sandman aveva soccorso l’Uomo Nero, e lo aveva portato via con sé. 
Aveva intralciato ulteriormente quella che secondo Calmoniglio era “la giusta condanna”, e il Pooka non era stato felice di saperlo.
Per niente.

«è proprio per questo che dico quel che dico, voglio alzarmi e aiutarti. Questo momento di stasi è terribilmente snervante, noi qui, loro chissà dove!»

«il fatto que ci spiino da cinque giorni y non abbiano fatto ancora nada può significare que ora non si sentano in grado de affrontarci in un attacco diretto, y esto es positivo».

«lo so, ma non può rimanere tutto fermo per sempre. Voglio Manny e l’Innominato morti il prima possibile. Oh, e naturalmente dovremo pensare anche alla nostra cara “sorella”» aggiunse, con rabbia «l’ho aiutata, le ho dato un nome, l’abbiamo aiutata ancora, le avevamo offerto un posto tra noi, e Shu Yin cos’ha fatto?!»

«va’ tranquillo que quando arriverà el momento a lei ci penserò yo. Ora calmati» gli si sedette accanto e gli baciò delicatamente la fronte «una cosa per volta».

«sì. Giusto. Comunque qui urge che qualcuno si muova, ed è bene che quel “qualcuno” siamo noi. Meglio giocare secondo i nostri tempi e le nostre regole, piuttosto che aspettare ancora un assalto nemico. Quindi la domanda è: come staniamo i nostri topolini?»

«c’è Calmoniglio aqui, potremmo siempre usarlo como ostaggio» propose Cecilia «o ci danno l’Innominato y Manny, o lui muore».

«da quando un alfiere vale quanto il re? Il Guardiano della Speranza è prezioso, sì, ma insostituibile? Non credo. I Guardiani magari non ragionerebbero in modo così cinico, ma dobbiamo ricordarci che non sono soli, e che tra gli altri con loro ci sono Nightlight e Manny stesso. Calmoniglio non potrebbe essere sacrificato senza controversie, ma credo che i dissidenti potrebbero essere forzati a farsene una ragione, e poi desumo che lui sia considerato una specie di traditore, al momento. No, non è abbastanza, serve dell’altro, io…» Atticus si fermò a metà frase, con l’aria di chi aveva appena ricevuto un’illuminazione «forse ho avuto un’idea».

Prima che Cecilia chiedesse delucidazioni, però, la porta della stanza si aprì. «sono stata da Sandelle» esordì Ljuba «averle “ricostruito” le mani con l’oscurità ha migliorato le cose a livello fisico, ma a livello mentale…d’yavol, piange ogni volta che le guarda, e come darle torto?»

Cecilia sospirò. «già. Ha detto nada su chi è stato?»

«njet. O piange o sta lì seduta, in silenzio, come sempre. Non ha avuto reazioni diverse neppure con Spring, che è con lei adesso, e sai che lei e Samuel si piacciono. Di che parlavate, comunque?»

«si parlava de far uscire allo scoperto i nostri nemici, in qualche modo».

«fate un mini consiglio di guerra senza avvisarmi? Vergognatevi!» li riproverò Ljuba, sedendosi in fondo al letto «se magari pensavate di utilizzare Calmoniglio in qualche modo, vi direi di lasciar perdere. È-»

«prezioso ma non insostituibile, l’abbiamo già concluso» la interruppe Atticus «ed è per questo motivo che qualcuno di noi deve recarsi a Burgess il prima possibile».

«Burgess? Pochemu? Perché?» Ljuba diede un’occhiata perplessa sia a lui che a Cecilia «pensavo fosse stato colpito alla schiena, non in testa. Perché dovremmo andare a Burgess? Dubito seriamente che possano essersi nascosti lì, anche perché se non erro a Burgess abita quel gruppo di bambini che…»

Ammutolì.
Forse aveva iniziato ad intuire vagamente quel che aveva in mente Atticus, ma sperava di sbagliarsi.

«parli veramente de coinvolgere dei niños en una guerra?» Cecilia sollevò un sopracciglio, per nulla convinta dell’idea.

«njet! Non se ne parla proprio, toglitelo dalla testa!» sbottò Ljuba «c’è un limite a tutto, e coinvolgere dei bambini va decisamente oltre».

«tu dici? Mi sembra che ad aprile dell’anno scorso i Guardiani l’abbiano fatto eccome, quando l'Innominato li ha attaccati» le ricordò Atticus «statemi almeno a sentire, prima di dire no. Poniamo di prendere in ostaggio uno qualsiasi di quel gruppo di bambini, farlo sapere ai nostri avversari e proporre lo scambio “bambino/a per Manny e l’Innominato”. Se lo facessimo, ogni mossa che potrebbero mettere in atto gli altri sarebbe sbagliata: se ci dessero retta e ci consegnassero i due che vogliamo, perderebbero la guerra. Anzi, praticamente eviterebbero di farla iniziare sul serio. Fin qui mi seguite?»

«da» disse piano Ljuba.

«se invece non ci dessero retta, per loro si metterebbe comunque male: l’Uomo nella Luna si erge a grande protettore dei bambini, “ci sta apposta”, detta in breve, ed è lo stesso motivo per cui ha "scelto" i Guardiani. Se Manny si dimostrasse pronto a lasciar morire un bambino per salvarsi la pelle, e i Guardiani lo appoggiassero, o fossero costretti ad appoggiarlo, vanificherebbe il solo e unico motivo per cui valga la pena difenderlo, che poi è la ragione principale del conflitto. L’idea di un bambino che muore non piace a nessuno, e “la morte di uno per salvarne tanti” è un ragionamento che lui e i Guardiani non possono permettersi senza passare da viscidi ipocriti, non dopo tutto il buonismo esasperante mostrato. Perché tutto l’esercito che hanno radunato dovrebbe aiutarli, a quel punto?»

«eto khorosho, va bene, loro perderebbero credibilità, ma uccidere un bambino potrebbe spingere gli altri a darci addosso lo stesso, perché non saremmo mostri migliori dell’Innominato» ribatté Ljuba.

«ma se andrà todo como dice Atticus non ci sarà bisogno de uccidere per davvero l’ostaggio: persi credibilità y alleati que potrebbero fare contro de noi? Li sistemeremmo facilmente y, una volta finito, el niño tornerebbe a casa illeso».

«“se ci dessero retta”, “se non ci dessero retta”, “se facessero”, “se non facessero”…se, se, se! Un conto è procedere con i “se” quando siamo coinvolti solamente noi, ma mettere in mezzo un innocente in una faccenda piena di “se” non mi piace. Avete tenuto in considerazione l’idea che possano attaccarci per provare a liberare il bambino, o non credere che siamo davvero disposti a ucciderlo? E con Calmoniglio come la mettiamo?»

«provare ad attaccarci mettendo a rischio la vita dell’ostaggio? Noi ci siamo presi l’oscurità, ricordi? Per loro adesso siamo tutti svitati ed infuriati. Magari potrebbero provare a fare qualcosa in sordina, ma ci troverebbero preparati anche in quel caso. Quanto al resto, Calmoniglio verrà a saperlo solo a cose fatte, e vedremo di non farlo avvicinare al bambino. Nel frattempo gli spiegheremo che è l’unico modo che ci è venuto in mente perché l’Innominato -diremo solo l’Innominato, badate bene: per quel che ne sa lui, noi siamo convinti che Manny sia morto!- ci venga consegnato. Se i suoi colleghi, e Nightlight, sono davvero le persone che si vantano di essere, ci daranno chi vogliamo senza se e senza ma, e l’ostaggio non avrà problemi. In caso contrario…beh…questa faccenda chiarirà ben bene le idee a Calmoniglio sulle persone con cui e per cui ha lavorato, giusto? Ovviamente non approverà, ma se provasse a fare qualcosa di strano potremmo fermarlo agevolmente».

«esta faccenda rovinerà ulteriormente el rapporto que ha coi suoi colleghi, i quali se domanderanno como abbia potuto Calmoniglio permettere y approvare una cosa del genere» aggiunse Cecilia «altro punto a favore».

Cecilia era sempre più convinta di quel piano, Ljuba riusciva a vederlo bene. Lei non lo era altrettanto, continuava a pensare che fosse sbagliato, più o meno come l’essersi quasi trovata a dover uccidere Nord cinque giorni prima. «volete proprio farlo, eh?»

«ascolta, l’idea di mettere in mezzo chi non c’entra nulla non piace neppure a me, e bada che sono sincero» disse Atticus «ma cos’altro fare, se no? Se hai delle idee migliori dille, qui siamo tutt’orecchi».

Tuttavia, per Ljuba, anche quella era una situazione analoga: più rifletteva su quale altra strategia poter adottare, meno idee le venivano in mente, e iniziava a pensare che quella potesse essere la sola e unica via percorribile. Forse Atticus aveva ragione, forse avrebbero ceduto e sarebbe finita così, senza bagni di sangue. «non ne ho. Eto khorosho, allora parto immediatamente».

«que?! Tu? Pensavo de andare yo, dal momento que tu non sembravi molto felice» disse Cecilia.

«che ne sia felice o meno non importa, se una cosa dev’essere fatta bisogna abbassare la testa e farla».

«portati dietro Galaxia però. Dopo quel che è successo a Sandelle, che giri da sola non mi va» si raccomandò Atticus «se non foste così paranoiche sarei venuto con te io stesso…»

«njet! Tu rimani a letto fino a domani, dovessimo incatenartici sopra. Ci vediamo dopo».

Se ne andò e si chiuse la porta alle spalle, senza aspettare una risposta dai due. Intendeva sbrigare quella brutta faccenda il prima possibile. Lei, Ljuba St.North, rapire bambini! Meglio non stare a pensarci troppo. 
Allora, dove poteva essere andata a finire Galaxia?...ah, eccola lì, bella raggomitolata davanti al camino.
Con Calmoniglio.
Il fatto che Aster avesse appoggiato l’idea di uccidere Pitch, che Calmoniglio fosse spesso senza compagnia alcuna, e soprattutto quel che era accaduto a Sandelle -che loro due avevano soccorso assieme- aveva fatto sì che si trovassero a stare insieme abbastanza spesso. Da quel che diceva Galaxia, comunque, a parte questo non era cambiato nulla tra loro due: sei giorni nello stesso edificio non potevano cancellare quattrocento anni di lontananza.

Appena la vide farle un cenno silenzioso, Galaxia si congedò dall’ex compagno senza tante spiegazioni, e senza che questi facesse in tempo a vedere Ljuba.
Laxie la raggiunse nel corridoio, guardandola con aria interrogativa. Avanzarono senza parlare fino a quando non raggiunsero una porta che conduceva all’esterno dell’edificio, sorvegliata da una dozzina di grifoni. «che succede?» chiese il coniglio.

«andiamo a Burgess» fattasi strada tra i grifoni, Ljuba spalancò la porta, ed entrambe vennero investite da una folata di vento gelido. «rapiremo uno di quei bambini amici dei Guardiani».

«che?!! Stai scherzando, vero?!» allibì Galaxia «non puoi parlare seriamente!»

Invece no, era tutto vero, e per capirlo bastava guardarla in faccia, ma era semplicemente assurdo. Cosa stava passando per la testa dei suoi “fratelli”? Di certo Ljuba non aveva preso da sola quella decisione, e dovevano esserci delle motivazioni valide.

«ti spiegherò mentre voliamo lì. Speriamo di trovarne almeno uno in tempo decente, l’unica cosa che sappiamo è che non possono abitare troppo lontani dalla radura».

Il volo procedette spedito nei limiti del possibile, e all’imbrunire le due arrivarono oltre la radura di Burgess, nel punto dove iniziavano ad esserci le abitazioni, senza intoppi. Dopo le dovute spiegazioni, benché Galaxia non approvasse ancora del tutto, se non altro aveva iniziato a capire le ragioni dietro a quell’apparente follia. «se non fosse che questa potrebbe rivelarsi un’idea decente, direi che non conviene lasciare ad Atticus Bla Bla troppo tempo per pensare».

«da, su questo concordo. Il nostro Atticus è sempre stato quello con le idee pericolose, e non vorrei che l’oscurità finisse con l’acuire questo suo aspetto» Ljuba si sfregò le mani, con aria pensosa «tu controlla le case della via a destra, io quelle della via a sinistra».

«ok».

Galaxia corse via, a spiare dalle finestre della prima casa che si trovò davanti. Ljuba non era la sola a sperare di concludere in fretta quel lavoro, e sperava anche che quella mossa portasse a una conclusione veloce della guerra.
Non riuscì a evitare di pensare che Aster non avrebbe affatto apprezzato quel che volevano fare. Dicendo a Ljuba che tra loro due non era cambiato nulla non aveva mentito, ma ciò non toglieva che le dispiaceva deluderlo ulteriormente. Lui stava cercando di fare ammenda nei suoi confronti, dopotutto…e lei si metteva a rapire bambini!

«…avuto notizie dai Guardiani?»

“Guardiani?”

Le sue sensibili orecchie avevano captato qualcosa d’interessante, specie perché le parole che aveva sentito sembravano essere state pronunciate da qualcuno con una voce femminile e molto giovane. Si mosse dunque in quella direzione, spostandosi rapidamente da un cespuglio dall’altro, da uno steccato all’altro, e così via.

«no. Non mi hanno fatto sapere niente, e questo mi preoccupa. Se non pensassi che è inutile, perché non sono sicuro che Jack abbia ancora un cellulare, proverei a scrivergli su Facebook. Abbiamo quel globo di neve, è vero, ma usarlo per andare da loro senza sapere dove sono e come stanno sarebbe assurdo».

Erano due ragazzini, un maschio e una femmina, entrambi coi capelli scuri. A vederli così, dovevano avere circa undici o dodici anni.

«lo sai Jamie, mi sembra ancora strano pensare che Jack sia su Facebook».

Jamie? Bene, ora Galaxia aveva capito chi aveva davanti. Il primo ragazzino che aveva visto Jack, quello di cui Sandelle aveva soccorso la sorella minore.

«non dirlo a me. L’unica cosa buona è che almeno i loro nemici non si sono fatti vedere».

“e avrei preferito continuare a non farmi vedere, credimi” pensò Galaxia, continuando a star loro dietro silenziosamente. 
Chi prendere? Jamie? La ragazzina?

«già…beh, se vieni a sapere qualcosa dimmelo subito, ok? Non mi piace questo silenzio».

«lo farò di sicuro, tranquilla. Ci vediamo, Pippa».

Sembrava dirigersi verso la porta della casa davanti a lui. Ottimo, ora sapeva dove abitava.
“lui o lei?”
Chi avrebbe potuto risultare meno problematico come ostaggio? Chi dei due avrebbe fatto meno tentativi di liberarsi?

Una bambina bionda decisamente piccola uscì dalla casa, e andò allegramente incontro al ragazzino. «Jamie, Jamie!»

«Sophie! Non puoi uscire di casa senza cappotto, se no poi chi la sente mamma?» la rimproverò lui, preoccupato anche per se stesso «dai, rientriamo» borbottò, precedendola di qualche passo.

Sophie, obbediente, fece per seguirlo, quando…

«pssst! Ehi!»

La bambina si voltò a guardare indietro, un po’perplessa, ma quando vide chi l’aveva interpellata sgranò i grandi occhioni verdi in un’espressione stupefatta: era una grande coniglia dal pelo bianco e nero, che le stava facendo cenno di avvicinarsi. Sophie non l’aveva mai vista prima, ma sicuramente doveva essere un’amica del Coniglietto di Pasqua, o la sua fidanzatina, perché erano della stessa razza. Trotterellò rapidamente verso di lei, curiosa di vederla più da vicino. «ciao».

«ciao, Sophie».

«tu sei la fida…fidanzatina» sillabò con un po’di fatica «del Coniglietto di Pasqua?»

«ehm. No. Ma siamo amici. E anche la Donnina del Sonno è mia amica, te la ricordi? Quella tutta d’oro».

«sì!» esclamò la bambina «bella e buona! Mi ha aiutata!»

«anche lei si ricorda di te. Ti piacerebbe rivederla? Posso portarti da lei per un pochino, e farti conoscere anche altri amici» le propose, sentendosi uno schifo. Quella bambina aveva un fratello e una madre che si sarebbero preoccupati e avrebbero sofferto moltissimo per la sua sparizione, anche se fosse durata solo pochi giorni. Non perse tempo a chiedersi se la loro causa giustificasse una cosa del genere: la risposta era “no”, e lo sapeva benissimo, ma al momento non poteva lasciare che le importasse.

«sì! Portami dalla Donnina del Sonno!»

Galaxia la prese in braccio senza indugiare oltre. Jamie non aveva torto a dire che avrebbe dovuto indossare un cappotto, ma quello era qualcosa cui, grazie ai poteri rubati, sia lei che Ljuba potevano facilmente ovviare, scaldandola durante il volo.

«Sophie!!!»

Il ragazzino era tornato fuori. Meglio filare via.

«ci dispiace, credimi, ci dispiace!» esclamò, prima di dare le spalle a Jamie e correre via come una forsennata, stringendo saldamente Sophie. Doveva trovare Ljuba, dovevano andare via da quel posto. «Ljuba!» gridò, correndo verso il punto dove presumeva fosse la sua amica «ce l’ho!»

«otlichno! Ottimo! Andiamocene!»

Si sollevarono in volo il più velocemente possibile, Galaxia per una volta dimentica del suo poco amore per le altezze elevate, col pensiero rivolto soltanto alla bambina che stava tra le sue braccia e alle grida del fratello, che le sue orecchie -purtroppo- riuscivano a captare in lontananza.

«chi è?»

«la sorella di Jamie. La bambina che Sandelle aveva aiutato, per capirci» specificò «è venuta con me spontaneamente, non avrà nemmeno cinque anni, è così ingenua…»

«meglio così. Se le cose andranno come devono andare le sembrerà tutto uno strano sogno».

“e se invece dovessero andare male?” pensò Galaxia.

Ma era una domanda che, almeno per il momento, non aveva il coraggio di formulare ad alta voce.




Salve!
Sappiate che il rapimento di Sophie era qualcosa che avevo in mente all'incirca dal ventesimo capitolo della storia precedente, solo che non avevo trovato una scusa che fosse più o meno valida. Adesso invece è venuta fuori, per cui...ecco. Presumo che ciò farà scemare ulteriormente la vostra stima (?) verso tutta questa gente :'D

Ad ogni modo, benché fosse qualcosa di previsto, inizialmente non era mia intenzione metterlo in questo capitolo. Fate conto che l'avevo strutturato -nonché iniziato- in tutt'altro modo, e che la parte con Jack e Saturnali, prima, stava alla fine :'D spero che il rimescolamento non abbia generato qualcosa di troppo confusionario (oltre che corto) O_o

Comunque sia, ringrazio Enivelsa, che ha inserito la storia tra le seguite e le preferite (hai parecchia fiducia xD), Ialeya, per aver recensito ed inserito la storia tra le seguite, vermissen_stern e KunoichiBeastKnightress per la recensione, e _Kuro_Neko_ per averla inserita tra le storie seguite :)

Alla prossima,

_Dracarys_

 

   
 
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