Note: spiego alcune cose
utili per la storia.
Xenia e Gabria sono
ovviamente le controparti AU-esche (??) di Xena e
Olympia
(nell’originale Gabriella), lol. Comicon vuol dire comic convention – per farla
breve, le fiere di
fumetti/videogiochi/film/telefilm.
Connodi
sarebbe Collodi,
nel nostro universo. XD
Il manga che Bibi ha scritto... Credo che sia impossibile non cogliere
il
riferimento. C:
OTP sta per one true pairing. La
coppia che piace di più, insomma. Che poi le persone abbiano
tremila OTP è un
altro discorso. ù__ù
Starroads sarebbe un omaggio a Star
Trek.
Questa shot è ambientata in un AU. Siete avvisati! ;)
Buona
lettura!
...
Non prendete
sul serio quello che state per leggere! Non scherzo quando dico che
molto di tutto questo vi farà fare facepalm ogni due per tre!
De Saturis Lancibus
Tragicomico(n)
Per
convincere suo
padre Kyros a lasciarla andare alla fiera del fumetto più
grande del Paese,
Rebecca aveva dovuto sfoderare tutti i propri assi nella manica: prima
aveva
sventolato davanti alla faccia di Kyros tutti i suoi dvd di Xenia la principessa gladiatrice,
spiegandogli che aveva sempre desiderato sentirsi come Xenia almeno per
un
giorno; poi aveva deciso che basta,
se suo padre non
l’avrebbe accompagnata lei
ci sarebbe andata facendo l’autostop; alla fine aveva
dimostrato la propria
passione per quella serie televisiva riproducendo il costume di Xenia
con le
proprie mani.
Ehi,
alla fine
quella cotta di maglia fatta con paillettes
dorate non venuta neanche
così
male. Certo, a Kyros venne un colpo quando la vide, ma fu costretto ad
ammettere che Rebecca aveva mostrato che cosa era in grado di fare pur
di
convincerlo ad accompagnarla.
Così,
dopo
una
serie infinita di sospiri e raccomandazioni, Kyros fece salire Rebecca
e Viola
– l’unica che riuscisse a star dietro al suo
piccolo vulcano – in macchina e
partirono per Alubarna, in un pomeriggio di Giugno.
Alubarna
era un
inferno di fuoco. Rebecca non aveva mai visto l’aria
tremolare per il caldo:
per sua fortuna, il suo completo da Xenia era particolarmente adatto
alle alte
temperature, nonostante le paillettes.
Viola,
che avrebbe
accompagnato Rebecca dentro la fiera, aveva optato per un vestito di
danza
tradizionale di Dressrosa. Kyros non era convinto neanche del costume
della
cognata, figuriamoci di quello di sua figlia! D’accordo,
Rebecca sapeva badare
benissimo a se stessa, questo era fuor di dubbio, guardando alla vita
della
loro famiglia (e all'abilità di Rebecca a tirar di spada);
ma sapete, un padre come Kyros non poteva non
preoccuparsi della
propria bambina, anche quando suddetta bambina aveva ormai sedici anni
e una
zia che le ripeteva che era diventata una donna bellissima, proprio
come sua
madre Scarlett.
Ad
ogni modo,
Kyros aveva trascorso la maggior parte del viaggio in auto a ripetere
che cosa
dovevano e non
dovevano fare. Viola aveva liquidato la questione con un
«Kyros,
siamo in grado di sopravvivere a una fiera di fumetti, non
c’è bisogno di
agitarsi», mentre Rebecca guardava fuori dal finestrino e,
con diversi «Sì,
Kyros, ho capito», aveva
cominciato a fantasticare
su quello che l’avrebbe aspettata nei padiglioni della fiera.
Alubarna
era una
città piuttosto vivace: simile a Dressrosa, per certi
aspetti, ma fin da quando
avevano messo piede nella prima città dopo il confine
regionale
si erano trovati immersi nel profumo delle spezie. A Dressrosa diversi
piatti
tradizionali richiedevano l’aggiunta di pepe o di zafferano,
però a Nanohana
l’odore era stato così intenso che Kyros
scoprì di essere allergico alla
paprika (l’auto smise di ondeggiare a destra e a sinistra
soltanto quando Viola
comprò una confezione di antistaminico per il povero
malcapitato alla guida!).
«Alubarna!»
Esclamò Viola, con una mano fuori dal finestrino.
«Mi piacerebbe molto visitare
la torre dell’orologio e il vecchio palazzo reale!»
«Non
provare
a
lasciare Rebecca da sola.»
«Lo
so,
Kyros, non
ho intenzione di separarmi da lei. Ma di sera potremmo fare un giro per
la
città, no? Domani sera, prima di ripartire!»
A
Rebecca Viola
piaceva. Era una di quelle zie vivaci e volitive che tengono testa
agli
zucconi peggiori (come Kyros): sapeva che con lei si sarebbe divertita
in
fiera.
Come
previsto,
Viola aveva sfoggiato il suo vestito da ballo che, seppur lungo, era
abbastanza
leggero, adatto al caldo cocente di Alubarna. Kyros aveva ripetuto le
proprie
raccomandazioni un’ultima volta, aveva abbracciato forte
Rebecca e fatto un
cenno a Viola; infine le aveva salutate fino a quando non erano
scomparse nella
folla che attendeva l’apertura dei padiglioni.
Riku
aveva parlato
bene di un suo vecchio amico ad Alubarna, un certo Nefertari Cobra:
Kyros aveva
deciso di andare a trovare quest’uomo di cui suo suocero
aveva parlato così
bene. E poi, visto che sembrava che anche Cobra avesse una figlia,
forse
sarebbe riuscito a parlare di Rebecca con qualcuno che potesse
condividere le
sue preoccupazioni di padre!
«Mia
figlia
Bibi?
Oggi non è in casa, era attesa alla fiera di fumetti e
videogiochi che si tiene
appena fuori dalla città.»
Viola
aveva
mantenuto fede alla parola data, questo Rebecca l’avrebbe
riferito a Kyros
senza alcun indugio: il problema era che Rebecca assomigliava così tanto a Xenia che una
quantità
infinita di persone le avevano chiesto di fare una foto con loro, per
ricordo.
Rebecca non aveva mai partecipato a una fiera così grande,
per cui aveva
pensato che non molti l’avrebbero notata, che per la maggior
parte della
giornata sarebbe rimasta tranquilla, per conto proprio, insomma. Aveva
pensato
che avrebbe avuto il tempo di partecipare a qualche conferenza riguardo
l’high
fantasy che le piaceva un mondo, e invece –
invece aveva
messo un piede dentro
il primo padiglione ed ecco, subito, lei e Viola erano state
accerchiate da un
gruppo nutrito di fan della serie tv che la pregarono di farsi
fotografare.
All’inizio
Viola
le aveva dato una piccola spinta e Rebecca si era messa in posa per
qualche
scatto: poi ragazzini e ragazzine si erano complimentati con lei e se
n’erano
andati, per essere immediatamente sostituiti da altri fanatici con
macchine
fotografiche. Insomma, Viola e Rebecca si erano cambiate nei bagni alle
otto e
mezza del mattino, alle nove erano entrate in fiera e alle undici non
si erano
mosse più di tanto dall’ingresso
dell’edificio. Se non altro in quel momento
capirono come si può sentire una modella sotto i riflettori,
anche se quello non era una grande consolazione.
A
un certo punto
un giovane uomo aveva scavalcato il gruppetto di fan di Xenia e si era
inginocchiato davanti a Viola, lodando la sua bellezza e la sua
compostezza –
per poi invitarla a bere un caffè. Sua zia aveva guardato
Rebecca e lei aveva
annuito: dopotutto il bancone del bar era poco distante, e dalle
seggioline
alte Viola avrebbe potuto tenere d’occhio la nipotina. Un
caffè non avrebbe
fatto del male a nessuno, tutt’altro, e il ragazzo che glielo
aveva offerto
sembrava beneducato. Insomma, che cosa sarebbe andato storto sotto gli
occhi
vigili di Viola? Rebecca sapeva che non ci sarebbero stati problemi,
per cui
Viola si allontanò con il cuore leggero.
A
quel punto la
folla di fotografi in erba defluì verso altri cosplayer e
Rebecca poté
finalmente respirare e guardare il
padiglione – davvero, prima non aveva avuto né
tempo né visuale per dare
un’occhiata alle bancarelle. Si trattava di
un edificio
enorme: il soffitto
era piuttosto alto, i tavoli erano pieni di gadget e manga interessanti
che
Rebecca non aveva mai trovato nella fumetteria della sua
città – Dressrosa, per
quanto fosse importante, aveva solo da poco un negozio di fumetti che
potesse
definirsi tale. Gli organizzatori avevano poi completato
l’opera con tocchi
originali, tipici della calorosa (in tutti i sensi) capitale della
regione di
Alabasta: c’erano tappeti ovunque, ghirlande di fiori (fiori
veri!)
profumatissimi e tante altre meraviglie che per il momento, senza
Viola,
sarebbero rimaste sconosciute a Rebecca. Diede un’altra
occhiata al bancone del
bar e vide sua zia chiacchierare con il principe sconosciuto,
perciò tornò a
spulciare tra i volumetti della bancarella poco distante.
Un
manga in
particolare
l’aveva colpita: in copertina c’erano dei ragazzi
che avevano tutta l’aria di
essere pirati, visto il jolly
roger che sventolava sulla barca sullo
sfondo.
Sembrava una lettura affascinante—
«Ti
piace?
L’ho
disegnato io. In realtà è un volume unico, ma ho
intenzione di fare una
raccolta di storie a tema piratesco.»
A
parlare era
stata una ragazza più o meno dell’età
di Rebecca. Era comparsa di fianco a lei
d’improvviso – Rebecca, perlomeno, non se
n’era accorta – e le aveva sorriso,
in attesa di una risposta.
Un
momento...
Rebecca conosceva benissimo il vestito che quella ragazza indossava!
«Xenia
e
Gabria!
Xenia e Gabria!» Gridò qualcuno.
La
massacrante
sfilata sarebbe cominciata di nuovo.
Rebecca se lo sentiva.
Quando
Rebecca
provò a indietreggiare, la voce di una fan assatanata la
bloccò sul posto. «Voi
due siete la mia OTP e io non mi lascerò sfuggire
l’occasione!»
«OTP?»
La
ragazza che
indossava il vestito di Gabria sorrise di nuovo, ma stavolta era
più
un’espressione di circostanza che di pura
curiosità. «Spero nulla di
pericoloso.»
«Vi
conoscete?»
Rebecca
e la
cosplayer di Gabria dissero di no.
«Va
bene
uguale!
Baciatevi!»
Una
schiera
di—fan, maniaci, curiosi, non era
ben chiaro
cosa accerchiò le due povere malcapitate come se
fossero state una
cittadella su una rocca, l’ultimo baluardo di ragione contro
degli assedianti
fuori di testa.
«Ehi,
Bibi!» Uno
strano personaggio, uscito forse da un libro di Connodi, si fece largo
tra la
folla e raggiunse Gabria—cioè, Bibi, a quanto
sembrava Bibi era il suo nome.
«Nami ti stava cercando!»
«Un
attimo
solo,
Usop,» rispose la ragazza, dando un’occhiata a
Rebecca. «Ci stai?»
Cos—
«A baciarti?»
«Propongo
un
accordo: noi ci facciamo fare una singola foto, in cambio loro se ne
vanno e
noi andiamo a cambiarci e a mettere abiti civili
– non pensavo che ci fossero ancora persone che diventassero
matti davanti a
una cosplayer di una serie così vecchia.»
«Forse
è come Starroads,»
pensò Rebecca ad alta voce,
«i fan non dimenticano mai.»
«È
probabile.» Poi
l’altra sorrise di nuovo, in maniera più convinta.
«Mi chiamo Bibi. Tu?»
«Rebecca.»
«Allora,
Rebecca,
proviamo a proporre questo accordo?»
In
confidenza, la
nostra eroina non era del tutto convinta di questa messinscena:
insomma, non
che Bibi non fosse carina – lo era parecchio, sempre
in confidenza, eh! –, ma baciare una ragazza per
soddisfare i viaggi mentali di chissà chi non le andava
giù particolarmente.
Non era per una questione di orgoglio, ma di—forse di
integrità morale. Non le
piaceva abbracciare le persone, figuriamoci baciarle! E poi era
imbarazzante,
davanti a tutta quella gente. D’accordo, nessuno
l’avrebbe mai riconosciuta
–
arrivava da Dressrosa, dopotutto –,
però rimaneva imbarazzante
per lei stessa.
Gli altri non avevano importanza: le critiche degli
sconosciuti non avevano
mai avuto
importanza.
«Se
non ti
ispira
l’idea, possiamo pensare a qualcos’altro.»
Bibi
sembrava una
ragazza estremamente gentile e premurosa. Non voleva mettere Rebecca in
una
situazione di disagio.
«A
te non
dà
fastidio?»
Bibi
sorrise.
«Non
mi era mai capitato di incontrare una Xenia con il tuo portamento. Si
vede che
segui un corso di spada, anche se non saprei dire bene quale.»
Ehi,
quella non
era una risposta come si deve, quindi forse anche Bibi era in
imbarazzo. Doveva
trovare qualche altra idea da proporre alla banda di fan in attesa!
«Ti
ricordi
la
puntata in cui Xenia mu—»
Niente.
Niente da
fare. L’idea di Rebecca di recitare un pezzettino di un
episodio venne bocciata
ancora prima che potesse essere esposta integralmente,
perché qualche stupido privo di senno aveva cominciato a
gridare e a sbraitare contro qualcun
altro
(probabilmente altrettanto stupido): la piccola baruffa verbale divenne
una zuffa vera e propria
nel giro
di due secondi netti. I due contendenti passarono alle mani –
meglio: ai
calci e
ai tiri di spada di legno –
e il litigio
cominciò a mangiare
spazio al resto dei
partecipanti alla fiera.
Bibi
poi
scoprì
che, come al solito, Sanji e Zoro avevano cominciato a litigare per la
solita
stupidaggine e, nella zuffa, erano finiti addosso ad alcuni dei fan di
Xenia e
Gabria, che a loro volta erano finiti addosso a Bibi, che a sua volta
era
finita addosso a Rebecca.
Alla
fine, i fan
più fortunati ebbero comunque una foto ricordo in cui Gabria
prendeva coraggio
e baciava la principessa guerriera Xenia, ma a che prezzo! La
confusione fu
tale che arrivò uno della sicurezza – uno dalla
faccia poco raccomandabile,
almeno di primo acchito – a dover mettere a posto il macello
combinato dalle
due teste calde.
Bibi
e Rebecca si
erano allontanate come due poli della stessa carica in due diversi
magneti: in
quel momento uno della folla aveva gridato: «Ora guardate
nell’obiettivo, dai!»
ed entrambe, ormai convinte che tanto peggio di così non
sarebbe andato, si
misero in posa.
Mentre
Rebecca era
assolutamente non convinta di tutta quella storia, Bibi rise
amabilmente
(davvero, se Nami l’avesse scoperto Zoro e Sanji sarebbero
finiti all’inferno!)
e prese le mani della sua Xenia. Nonostante i guanti, Bibi
avvertì il calore mostruoso delle mani di Rebecca: doveva
essere davvero in difficoltà, ma stava resistendo bene, come
una vera principessa forgiata nel fuoco di estenuanti battaglie. Poi
Bibi sfoderò la migliore
espressione che aveva nel
repertorio dei sorrisi di circostanza e sussurrò:
«Questa è l’ultima, te lo
giuro.»
Rebecca
annuì, ma
rimase davvero poco convinta lo stesso.
«Io
vi
ammazzo!»
Ecco,
come
previsto, Nami avrebbe inseguito quei due idioti per tutti i primi tre
padiglioni della mostra. Questa era la punizione per la loro sfuriata
in
pubblico: per un motivo davvero indecente, per di più! Per
una volta che Sanji
aveva dimostrato di essere un vero cavaliere –
perché sì, lo era sul serio, ma
il più delle volte non era proprio chiaro che codice
cavalleresco seguisse – e
aveva invitato a bere un caffè una donna, senza strani
volteggi e vocine fuori
dal mondo...!
«Rebecca!
Per
fortuna che ti ho ritrovato!»
«Zia?»
Esclamò
Rebecca.
«Zia?!»
Ripeté
Sanji, sconvolto. Con l’ultimo canto del cigno
cercò di diventare un tutt’uno
con il pavimento. Troppe emozioni diverse in troppo poco tempo.
Viola
si
preoccupò
prima della figlia di sua sorella, e poi dell’uomo biondo del
caffè – che sì,
era proprio Sanji. Rufy, che era arrivato sul luogo
dell’incidente con un
piatto pieno di spiedini cotti alla griglia e di cotolette, si
guardò in giro,
ingoiò uno spiedino (ricordandosi di sputare il pezzetto di
legno che teneva
insieme le varie carni) e scoppiò a ridere a crepapelle.
«Credo
che
Rufy
abbia reagito nella maniera migliore a tutta questa storia,»
disse Bibi,
passandosi un fazzoletto sulla fronte.
«Stai
bene, Rebecca?»
«Sì,
Viola,
grazie.»
Nami
e Bibi
cominciarono a discutere sul da farsi: con la coda
dell’occhio Rebecca vide
Bibi annuire e sorridere. Infine, quando i due
litiganti furono
costretti a chiedere scusa all’agente di sicurezza, Bibi fece
un cenno alla
nostra Xenia.
«Volevo
scusarmi,»
disse Bibi, «quello che è successo
non—»
«Non
importa.»
Rebecca aveva recuperato lo sguardo determinato che l’aveva
sempre
contraddistinta sul campo d’allenamento, a Dressrosa.
«Ma se vuoi, potete
sempre offrire a me e Viola un gelato.»
«Gelato?»
«Rufy,
non
sarebbe
per te a prescindere!»
Gridò Nami.
«Allora,
vi
siete
divertite, oggi?» Chiese Kyros, quando vide figlia e cognata
rientrare nella
camera d’albergo.
La
giovane si
buttò sul proprio lettino e lasciò parlare Viola:
d’accordo, Bibi era stata
carina e quant’altro, ma anche dover sopportare il quarto
grado di un padre
curioso...!
E
poi sentire la
faccia
bruciare perché
forse—forse!—s’era
presa una cotta per
Bibi. O per Gabria. Non
le era chiaro. Una cotta seria, non quelle che Kyros chiamava
scherzosamente
“cotte di maglia”.
«Usop,
volevo
chiederti,» disse Bibi, quella stessa sera, «non
è che tu hai scattato una foto
a Rebecca e me?»
«Ho
vinto!» E Nami
ricevette ben dieci berry da Usop, che si lamentò del
proprio futuro e della
propria misera vita come un bravo attore.
«Che
scommessa
avete fatto, stavolta?»
«Abbiamo
puntato
qualche berry su quando ci avresti chiesto della fotografia. Io pensavo
che te
ne saresti ricordata domani, ma comunque—» Usop
prese la macchina fotografica e
ci armeggio un po’, scorrendo le varie foto fino a che non
trovò quella in cui
Xenia e Gabria si tenevano per mano, una perplessa, l’altra
con un’aria
estremamente diplomatica.
«In
fondo
non è
venuta male.» Osservò Zoro, comparso da non si
bene dove, non si sa bene
quando. «Siete anche molto simili alle originali.»
«Ehi,
io
sono un
ottimo fotografo!»
«Lo
so,
Usop!»
«Ah,
vedere,
vedere!» Gridò Sanji. Poi, quando poté
ammirare le sue eroine dell’infanzia in
versione meravigliosa (non che le
attrici originali fossero brutte, ma per Sanji Bibi e Nami erano due
dee, e
Rebecca era adorabile in quel vestito), cadde a terra, forse svenuto,
forse in
preda a un attacco di cuore.
Note Autrice:
... Now KISS! XD
Qualcuno ha notato gli occhi vigili di Viola? E il principe? (Mi sento molto triste quando metto queste piccole cose nelle storie, lol).
All’inizio
volevo
davvero
scrivere qualcosa di tragicomico, ma alla fine sono ripiegata
su una
sottospecie di... demenziale? Lol, non lo so, avevo voglia di riderci
su un
po’. L’immagine mi piace tanto, ma davvero non
sapevo come caspita svilupparla.
Fortunatamente esiste tumblr ed esistono infiinite masterlist di
prompt, dove
ho trovato il seguente: We meet on a
convention and you are dressed as the other half of my OTP and now we
are
kissing for a picture and I think I am in heaven AU. Diciamo
che non ho
seguito il prompt per filo e per segno, ma pazienza, mi ci sono
divertita
comunque, è stato solo l’ispirazione giusta!
Alcune
cose
scritte qui ricalcano avventure vissute direttamente o indirettamente
dalla
sottoscritta nelle varie fiere del fumetto sparse per
l’Italia. Forse è per
questo motivo che la shot è diventata più comica
che tragica. Ops.
Comunque
sì, ho
visto gente che è rimasta ore a farsi fotografare.
Poverini...! Ecco perché io
vado sempre in incognito (???).
Ora,
come dire, ho
paura che i personaggi non siano proprio IC. Però mi fanno
ridere (soprattutto
Zoro e Sanji, lol), mentre Viola è epica e quindi ho deciso
di aggiungerla alla
storia – anche perché far andare in giro una
sedicenne con un vestito del
genere in un mondo quasi normale... non è normale. Il mondo
di One Piece non
conta. Quindi una sorta di “custode” ci voleva,
ecco. -w- A dire il vero,
pensavo che sarei riuscita a terminare prima la Smoker/Law, ma mi
sono messa
di buona lena e ho scritto tutta questa shot tutto in una
volta.
Scusate
il
titolo but some like them stupid, no pun intended
Spero
vi sia
piaciuta, vi abbia fatto almeno sorridere, ecco.
Grazie soprattutto a zenzero e Nami93_Calypso per le loro parole. Un ringraziamento anche per aver
letto! C:
claws_Jo
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Eiichiro Oda; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.