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Autore: CullenGirl18    15/03/2009    7 recensioni
E’ chiaro a tutti che generalmente le fanciulle in età da matrimonio, almeno nel nostro secolo, non sono davvero a conoscenza del vero significato della seduzione, alcune ne apprendono la conoscenza la notte stessa delle proprie nozze, altre vivono le loro fragili vite senza mai conoscerne pienamente il significato. Le graziose dame che abitavano l’elegante cittadina di Wallingford (Surrey, Inghilterra) tuttavia ne conoscevano tutte il significato, per loro essa aveva anche un nome, e quello era Edward Cullen.
Genere: Romantico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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dsfmwf  Bene! Vedo con piacere che non è passato inosservato il fatto che sto rileggendo per l'ennesima volta Orgoglio e Pregiudizio! :P
Sono contenta che la storia vi piaccia, spero continuerà ad essere così!
Vi lascio il nuovo capitolo.




20 giugno 1801 sera.
-Passate una bella serata e non crescete troppo mia Isabella!-
Isabella si chinò verso il padre che sedeva dinanzi il camino e ripose un bacio delicato sulla sua fronte.

Indossava un lungo vestito blu cobalto pieno di ricami e merletti lavorati con una fantasia dorata che si espandeva su tutto il davanti della gonna. Il corpetto, ben stretto in vita, risaltava i suoi seni candidi e lasciava le scapole ed il collo completamente scoperti.
I folti capelli bruni erano raccolti in un'acconciatura elaborata tenuta insieme da un fermaglio d'oro giallo che richiamava la fantasia del vestito, il viso tuttavia era incorniciato da due ciocche che ricadevano morbide ai lati del viso lasciando compunque la fronte larga scoperta.

- Mio caro Charles è ora che lasciate andare Isabella, sono sicura che stasera ruberà i cuori di tutti i giovani della sala, le altre madri proveranno una tale invidia...- disse compiaciuta sua moglie, Renèe, che vibrava ogni qualvolta vi era aria di matrimonio.

Con una smorfia sir Charles lasciò andare via la sua Isabella con la madre, che era l'unica che l'accompagnava alle feste, egli ormai si diceva troppo vecchio per tali frivolezze, ed era sicuro che vedere la sua bambina corteggiata da baldi giovanotti gli avrebbe spezzato il cuore.
Preferiva di gran lunga rimanere in casa, immaginando ancora la sua Isabella che canticchiava sulle sue ginocchia.


Quando pose il primo piede fuori dalla carrozza, Isabella sentì l'eccitazione risalirle per tutto il corpo quasi da farla tremare. Sua madre le accarezzò delicatamente la spalla, quasi avesse percepito le sue sensazioni.
Quello che Isabella ancora non sapeva era che la sera del debutto era quella che le donne inglesi di qualsiasi età non avrebbero mai e poi mai dimenticato per il resto della loro vita.
Ed anche Isabella non l'avrebbe mai dimenticata.

La sala brulicava di gente ben vestita e di luci e di addobbi festosi, ed Isabella pensava di non avere ma visto nulla di più bello.
Con eleganza, salutò sua madre con un inchino e raggiunse le sue amiche che sapeva partecipare al ballo, nell'attesa del momento che bravama, ma da cui allo stesso tempo era spaventata : la sua presentazione alla società di Wallingford.

-Isabella!- le corse incontro Angela Weber, una sua cara amica di infanzia che nonostante avesse debuttato un anno prima come era di norma non aveva ancora trovato marito.
Era una ragazza dolce, ma forse i giovani la trovavano fin troppo ingenua.
Di certo però non poteva essere paragonata alla ragazza che stava avanzando verso di loro, miss Jessica Stanley.
Miss Jessica era una giovane donna che di puro probabilmente non aveva più niente, e di certo il fatto che non avesse ancora trovato marito non era per il suo aspetto, piuttosto per la sua condotta.
Era difficile da credere che tre fanciulle sì diverse potevano essere così tanto amiche.

-Dolce Isabella, finalmente anche voi parteciperete ai balli! E' meraviglioso! Promettetemi però che non vi accaserete tanto presto, ho sentito fin troppo la vostra mancanza!-

Isabella rise per le parole dell'amica che sapeva avessero come sempre un significato nascosto. Aveva imparato a conoscere le su frivolezze dalle tante visite che aveva ricevuto dall'amica.

-Guardate... notate qualcuno in particolare?- chiese miss Jessica civettuosamente.

-Basta chiedere e vi daremo tutte le informazioni che desiderate!- aggiunse miss Angela.

Isabella si fece rossa in viso, in fondo sentiva di essere ancora una fanciulla e non era di certo abituata ad avere certi pensieri sui giovani uomini.
Si voltò osservando la sala dall'alto dove si trovava con le sue due amiche, ma era fin troppo pudica per esprimere un'opinione.
Le confidenze delle sue amiche per lei non avevano alcun significato, non sapeva cosa un uomo poteva procurare in una donna e per questo si sentiva sempre in difetto rispetto alle donzelle che in quel momento l'affiancavano.

-Isabella! Isabella! E' giunto il momento seguitemi!- arrivò agitandosi mrs Renèe.
-Ragazze, scendete di sotto se non vorrete perdervi la presentazione di Isabella.-

-Certamente mrs Swan.- risposero in coro, e dopo essersi inchinate verso quest'ultima si avviarono verso la sala principale.

Ogni fibra del corpo di Isabella stava tremando ed in quel momento ella desiderava soltanto che tutto fosse finito, si sentiva un pò sciocca nel provare tale emozione per qualcosa che di norma faceva andare su di giri le fanciulle più frivole, e di certo questo non era il suo caso.
Decise così di fare un respiro profondo e di tenere gli occhi chiusi mentre aspettava nello stanzino buio che fosse pronunciato il suo nome e fosse presentata alla società.

La fibrillazione non appena era stato richiamato il silenzio in sala era alle stelle, tutti aspettavano di vedere la presentazione di Isabella Swan che nonostante molti non vedessero da quando era bambina, era già una delle dame più ambite della cittadina.

-Buona sera graziose dame e baldi giovanotti, come molti sapete questa fanciulla non ha potuto compiere il suo debutto un anno addietro a causa di un lutto doloroso, perciò accogliamo fra noi miss Isabella Swan...-

Le dame ed i gentiluomini accompagnarono l'entrata di Isabella con un applauso educato, e quando ella fu al centro della sala e fece un bell'inchino sentì una bellissima melodia avvolgere la sala illuminata da numerosissimi candelabri.
 
Quando fu nuovamente in posizione eretta vide avvicinarsi a lei gente che non vedeva da anni, e le persone che prima avevano formato uno spazio vuoto al centro, adesso si sparpagliavano nuovamente per tutta la sala.
Mentre la confusione l'avvolgeva e gente di cui in quell'istante non riconosceva i volti le parlava, le tentava di allungare il collo per scoprire quale fosse la fonte di tale melodia.

Dopo un paio di conversazioni educate finalmente vide in lontananza un bellissimo pianoforte a coda.
Un giovane che le dava le spalle faceva scorrere le dita velocemente sui tasti d'avorio.
Isabella era come ipnotizzata dalla bravura del pianista che stava a circa cinque metri da lei, ma dopo un paio di minuti la composizione terminò ed il giova che l'aveva incantata con la sua bravura si voltò per raggiungere alcune persone vicino il pianoforte.

Era il viso più bello che avesse mai visto.
In quell'istante le lodi riguardanti la fanciullezza del padre furono come dimenticate.
Il suo corpo ardeva.
Ardeva di un qualcosa finora a lei sconosciuto. Sentiva che il suo corpo bramava quel giovane, quei capelli ramati, quegli occhi color oro e quella pelle così singolarmente diafana.

Incapace di muovere un passo rimase con gli occhi fissi sul giovane, ed egli, quasi come se avesse percepito gli occhi della fanciulla su di lui, si voltò rivolgendole un sorriso sghembo, catturando la vista della fanciulla in uno sguardo magnetico.

Isabella si sentiva morire e sapeva malgrado la sua volontà, di essere sua. Non riusciva come poteva essere caduta così facilmente, lei che possedeva un'ingegno superiore rispetto alle altre fanciulle.
Quello che provava in quell'istante la spiazzava poichè era del tutto irrazionale, e tutto ciò che non è mediato da ragione per ella rimaneva un mistero.

-Isabella quanto tempo!- esclamò una voce maschile riportando la fanciulla alla festa.

Isabella distolse lo sguardo da quella meraviglia della natura per rivolgerlo al suo interlocutore.
-Oh Micheal buonasera!- disse facendo un inchino e rivolgendogli un sorriso garbato.

-E' passato davvero molto tempo da quando strigliavo il vostro pony e vi accompagnavo nelle nostre avventure boscaiole! Vi ricordate?-
Micheal Newton era un giovanotto di bell'aspetto che Isabella aveva frequentato un anno in cui la sua famiglia era stata invitata dai Newton nella loro residenza di campagna per passare l'estate.

-Certo che mi ricordo Micheal! E' impossibile per me dimenticare quanto ci dilettavamo nel fare dispetti alle mie sorelle che erano ancora fanciulle!-

-Eravate proprio un maschiaccio, non lo dimenticherò mai. Ma ora... siete un' incanto.- disse con  una vena di imbarazzo, e prese la mano candida della fanciulla e la baciò delicatamente.

Isabella sorrise e ringraziò il giovane mentre aveva cominciato a ricercare il giovane pianista con lo sguardo.
-Vedo che vi siete incontrati!- esclamò miss Jessica seguita da miss Angela, con quella che Isabella colse come una vena di malignità che si era accentuata dal modo in cui miss Jessica osservava sir Micheal.

-Era davvero tanto tempo che non vedevo Micheal!- disse educatamente, mentre Micheal sorrise rapito.

- Oh Micheal mi perdonerete se vi rubo la dolce Isabella per qualche istante no?-

-No, certamente miss Jessica.- rispose Micheal leggermente turbato, mentre miss Jessica tirò a se Isabella con un'insolita fretta.

-Dunque avete visto qualcuno che stimoli il vostro interesse?- chiese curiosa la donzella al suo fianco.

Isabella si morse il labbro, sapeva che non era un'azione che si addiceva ad una fanciulla educata, ma l'imbarazzo la stava divorando e il suo viso assunse istantaneamente un colorito che si avvicinava moltissimo ad i tendaggi vermigli alle loro spalle.

-Lo sapevo! Dovete parlare, avanti!- esclamo, seguita da un risolino eccitato di Miss Angela.

-Vi era un giovane che suonava il pianoforte prima, aveva capelli ramati e gli occhi color dell'oro e...-

-Oh cara Isabella!- esclamò miss Angela sgomenta.

-Cosa vi succede? Ho detto qualcosa di sbagliato?- chiese arrossendo nuovamente.

-Isabella costui di cui parlate è Edward Cullen- spiegò miss Jessica

- è il figlio più giovane del dottor Carlisle Cullen e sua moglie Esme- continuò miss Angela.

-e... come dire è la ragione principale per cui la maggior parte delle fanciulle a Wallingford arriva impura al matrimonio.- concluse miss Jessica.
-E' decisamente una creatura che non appartiene a questo pianeta, ma non è di certo affidabile come futuro marito. Non potete sperare di sposarlo.-

-E' l'unico dei Cullen che non è ancora accasato nostante la sua agghiacciante bellezza, e sua madre Esme Cullen se ne dispera ogni giorno.- disse miss Angela.

-Pare abbia un debole per le vergini, vi prego Isabella di stare attenta.- la intimò miss Jessica.

-Certamente, grazie amiche mie delle informazioni. Ma è così strano per me potere immaginare che una creatura così discola si trovi in un tale corpo da angelo.-

- Comprendiamo pienamente Isabella.- risposero le sue amiche.

Da lì a poco ebbero inizio le danze ed il giovane Newton fu il primo a chiedere un ballo ad Isabella.
La serata procedeva bene e Mrs Swan era contentissima che quasi tutti gli scapoli più ricercati avevano ballato con Isabella, di certo avrebbe avuto di che vantarsi con le sue amiche al prossimo thè.

Isabella si era molto divertita durante le danze, ed era certamente lusingata dal fatto che diversi giovanotti l'avessero invitata a ballare, ma era come se avesse una voragine nel petto quando pensava che quel giovane non l'avesse invitata.
Ciò è un bene, si diceva, poichè le sue amiche l'avevano avvertita sulla natura del giovane, ma ella non poteva fare a meno di ripensare a quelle fattezze regali.

-Perdonatemi Eric- disse facendo un'inchino - ho bisogno d'un pò d'aria.-
Il giovane la imitò inchinandosi e la salutò con un baciamano.

Ella prese con le mani la gonna pesante e si diresse verso la terrazza che dava sulla tenuta del Sindaco.
Con piacere notò che essa era vuota e si appoggiò alla ringhiera di marmo assaporando il leggero venticello e lo spettacolo che le stelle regalavano quella notte.
Chiuse gli occhi rimanendo ad ascoltare il silenzio di quel luogo, finchè un rumore di passi alle sue spalle la fece sussultare.

- Mi dispiace di avervi spaventata.- disse una voce melodica e maledettamente sensuale, mentre il rumore di passi le era sempre più vicino.

Isabella si voltò e sentì quasi il cuore scoppiarle dal petto appena vide dinanzi a lei il giovane Edward Cullen.
In un attimo si accorse che il giudizio che aveva concepito la prima volta che l'aveva visto non gli aveva reso giustizia.
Era di certo ancor più bello se osservato da più vicino.

-Permettetemi di presentarmi, il mio nome è Edward Cullen, sono il figlio del dottor Cullen, il direttore dell'ospedale di Wallingford.- disse con una tale affabilità che fece tremare Isabella.

-Il mio nome è Isabella Swan- disse con un inchino sperando di non tradire il suo autocontrollo - mi hanno parlato molto di voi signor Cullen.- disse mentre entrambi ritornarono alla ringhiera che dava sulla vasta tenuta.

-Tutte malignità suppongo.- disse mostrandole di nuovo quello stesso sorriso che le aveva dedicato nella sala.

-Come fate a saperlo?-

-Mia cara Isabella, non è così difficile per me decifrare i pensieri delle dame e dei gentiluomini di questa cittadina... Anche se vi sarei davvero grato se poteste rendermi partecipe dei suoi pensieri in questo momento...-

- Signor Cullen, non vi sembra un pò impudente chiedere i pensieri più intimi di una donzella?- disse rendendosi conto di aver cominciato a fare la civetta con il signor Cullen.

-Vi prego, chiamatemi per nome. Non ritengo che io sia in ogni modo superiore a voi, quindi esigo che voi mi chiamiate per nome...-

-D'accordo Edward.- disse facendo un inchino di riconoscenza.

-Ad ogni modo... Ritengo che domandarvi dei vostri pensieri sia un chiaro gesto di interesse piuttosto che una dimostrazione di poca educazione.-

- Se proprio insistete mio signore... Stavo pensando a cosa la gente potrebbe pensare se mi vedesse qui con voi.- disse curvando leggermente le labbra in un garbato sorriso.

Edward le si fece più vicino tanto che Isabella senti quasi le sue fragili gambe cedersi.
Il viso del giovane era a pochi centimetri dal suo e le labbra di costui si allargarono presto in quel sorriso che tanto le piaceva.
-Potranno solo pensare che si sta intrattenendo con il giovane più affascinante della sera.-

- Mio caro Edward non sapevo disponeste di tale modestia.- disse Isabella indagando quel suo sguardo che la penetrava.

Edward rise, piacevolmente sorpreso dall'ironia della fanciulla.
- Non potrei definirmi in altro modo dal momento che ho catturato l'attenzione della fanciulla più bella della serata.-

-Cosa vi fa pensare che abbiate davvero catturato la mia attenzione? Non vi viene in mente che potrei essere rimasta qui solo per pietà?-
disse Isabella mentre in cuor suo sapeva che in quel momento avrebbe risposto di si ad ogni proposta del giovane.

-Se provate pietà per me vi prego di mettere immediatamente fine al vostro tormento.- disse Edward deciso a rispondere con la stessa arma.
Ma Isabella non sapeva cosa rispondere, era rimasta completamente ipnotizzata da tale bellezza.
- Il vostro collo...- sussurrò senza toglierle gli occhi di dosso.

-Vi è qualcosa di sbagliato nel mio collo?- chiese la fanciulla trovando sempre più difficile respirare regolarmente.

-Non immaginate quanto sia invitante...- disse con voce suadente, tracciando linee irregolari sul collo della fanciulla con un dito, che lasciava una scia di fuoco sulla sua pelle.

-Signore io..- cominciò confusa dalle emozioni provocate da quel tocco, ma in quell'istante varco la soglia della terrazza Renèe Swan con aria affaccendata.

-Isabella, oh..ehm..- si bloccò non appena vide l'identità del giovane che era in compagnia della figlia.

-Madre.- disse Isabella confusa ed imbarazzata distogliendo lo sguardo dal giovane.

- Mrs Swan è un piacere rivedervi.- disse Edward con un'inchino.

La signora Swan fece anch'ella un inchino e disse: - Anche per me signorino Cullen. E' con sommo dispiacere che devo richiamare Isabella per un altro giro di conoscenze, spero di non arrecarvi un dispiacere.-

-Non vi preoccupate Mrs Swan.- disse e prese la mano di Isabella baciandola.
-E' stata una delizia fare la vostra conoscenza.- disse e con un inchino lasciò la terrazza.

- Oh mia dolce figliuola! Speravo che le vostre amiche vi avessero informato della condotta del signor Cullen...-

-L'hanno fatto infatti madre.- rispose Isabella.

-Oh mia cara, perchè allora vi intrattenevate con costui?-

-E' stato il signor Cullen ad approcciarmi. Ritenevo fosse un gesto sgarbato il rifiutare la sua conoscenza.-

-Oh ma certo certo.. Ma state attenta. E promettetemi che non parlerete più con questo giovanotto poco affidabile.-

Con somma amarezza Isabella fu costretta a rispondere:
-Ve lo prometto madre.-






  
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