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Autore: Aracne90    20/01/2016    2 recensioni
Dal capitolo 1: "[...] -Agente Lea, le presento il tenente Victor Nerio…- continuò il Capitano, ritirando la zampa dietro la scrivania, ed alzandosi in piedi, seguendo il mio esempio. -Tenente Nerio, le presento l’Agente Sarah Lea.
L’uomo posò con lentezza gli occhi verdi su di me, con lo stesso atteggiamento che aveva caratterizzato il suo arrivo; il suo sguardo mi studiò a lungo, con minuzia, quasi a voler esser certo di non parlare senza aver vagliato prima tutte le possibili ipotesi. -Non avevo capito di dover lavorare con una Banshee.
Alzai gli occhi verso di lui, con cautela. Poi mi girai verso il Capitano, poi ricondussi gli occhi sull’uomo.
Silenzio.
Nessuna emozione proveniva da quella persona, nemmeno la più piccola agitazione; e questo, nella mia esperienza, voleva dire solo una cosa.
-Non avevo capito di dover lavorare con un Vampiro.[...]"
Genere: Dark, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il motore dell'auto aveva appena scoppiettato quando finalmente Lea era uscita dal garage, indirizzando la sua guida verso il Commissariato, e fu solo allora che distolsi lo sguardo dal cancello per rivolgerlo verso la porta che mi divideva dall'interno della casa, scrollando le spalle. Era passato un bel po' di tempo da quando le prime luci dell'alba avevano interrotto così bruscamente il mio lavoro sul campo, ed effettivamente cominciavo a sentire in maniera più pesante la stanchezza; l'unica cosa che volevo al momento era solo un bel bagno per togliermi l'odore del sangue dell'Uomo morto dalla pelle (lo riuscivo a percepire sulle mie mani nonostante non avessi mai toccato il cadavere) per poi buttarmi tra le lenzuola del mio letto, così da fare il sonno di cui avevo il fisiologico bisogno.
-Wow.
La voce di mio fratello mi fece voltare nuovamente verso l'interno del garage, guardandolo come se si fosse appena presentato. Ero palesemente molto stanco; mi ero completamente dimenticato che fosse a cinque passi di distanza.
-Una Banshee, eh?- continuò Sabe, portandosi la mano dietro il collo per carezzarsi lentamente l'attaccatura bassa dei capelli, un minimo sorriso abbozzato sul viso. -Non ne vedevo una da un bel po'… Non ricordavo fossero così…
-L'Agente Lea è mia collega.- lo interruppi io, rigirandomi verso la porta e facendo un passo in avanti in quella direzione. -Gradirei che non ne parlassi come delle tue conquiste amorose, Sabe.
Il sorriso sul viso di mio fratello si ampliò considerevolmente, mettendo in mostra i canini bianchi e lucenti, ma ancora di dimensioni accettabili. -Conquiste amorose? Oh, fratellino, hai completamente frainteso quello che volevo dire sull'Agente Lea.
-Oh, davvero?- chiesi, senza voltarmi, con la completa consapevolezza che lui fosse subito dietro di me. -E cosa volevi effettivamente intendere?
Sabe scosse la testa, con una minima scrollata di spalle, allungandosi davanti a me per afferrare la maniglia, in modo tale da aprire la soglia e concedermi il passo. -Puro esercizio fisico, Victor. Intendevo la semplice pratica sessuale, nulla di più, nulla di meno.
Al suono di quelle parole mi fermai, rimanendo immobile a fissarlo, la bocca leggermente aperta. Non sapevo per quale motivo, ma le parole di Sabe mi avevano scosso nel profondo, facendomi leggermente scaldare di fastidio; non mi avevano mai toccato le allusioni ben poco nascoste che mio fratello faceva quasi quotidianamente nei confronti dei rapporti carnali, ma il pensiero che si fosse riferito alla mia collega mi scosse alla gola, in un sintomo proprio della rabbia.
-Come, scusa?
Sabe rise appena, scuotendo la testa e facendo ondeggiare appena i suoi capelli biondi, lunghi fino sotto il mento. -Suvvia, fratellino, non dirmi che non lo sapevi! Le Banshee sono le creature più dedite al sesso che esistono sulla Terra. I migliori bordelli si distinguono per avere almeno un esemplare della loro Specie.
Lo continuai a fissare, con gli occhi sempre più sgranati dallo stupore, senza minimamente accennare a muovermi. -Cosa?
-È una cosa praticamente naturale e fisiologica, per loro.- continuò Sabe, intimandomi di camminare con lo sguardo, così intensamente che effettivamente feci un paio di passi senza nemmeno accorgermene. -Devono farlo, si cibano di Emozioni. E non esiste un'Emozione più forte e succosa del Piacere derivante dal coito, Victor.- terminò, richiudendosi la porta dietro le spalle. -Dovresti saperlo, no?
Aprii e chiusi le palpebre un paio di volte, completamente confuso e stupito. -Come fai a conoscere queste cose?
Sabe ridacchiò ancora, superandomi un'altra volta e guidandomi verso la Sala che si trovava dall'altra parte della casa, camminando come al suo solito con distratta ed affabile eleganza quasi in punta di piedi. -Ah, ne agganciai una, qualche decade fa, molto prima della Guerra. Cosa era quella donna… Una delle esperienze più interessanti della mia vita, di entrambe le mie vite.- concluse ormai arrivato in Sala, allungandosi verso il tavolino vicino alla poltrona in pelle nera, su cui sostavano quattro bicchieri di cristallo ed una bottiglia dello stesso materiale ricolma di un liquido color rubino. -AB Positivo? Stasera sono per i sapori forti.
Lo guardai accigliato, allungandomi verso il divano posto sulla sinistra del tavolino, per poi sedermici senza pensarci due volte dopo aver sbottonato la giacca, che ricadde aperta lungo i miei fianchi. -Non avevo queste informazioni sulle Banshee.
-Oh, beh… Non è che lo sbandierano ai quattro venti, sai. Vogliono mantenere la loro aria di imperturbabilità, ma anche loro hanno i loro punti deboli.- disse mio fratello, porgendomi il bicchiere ricolmo di sangue caldo a 37 gradi che bevvi senza farmelo dire due volte, assaporandone con avidità ogni goccia. -Come tutti noi, d'altronde.
Abbassai il bicchiere, passandomi la lingua sulle labbra, leggermente più sazio. Non mi ero reso conto di quanto fossi affamato, non fino a quando non avevo posato quella prelibatezza sulla mia bocca; decisi che prima del bagno avrei fatto una puntatina alla dispensa, per dissetarmi ancora un poco. -In ogni caso mi infastidisce che vedi Lea in quel modo, Sabe.
Il mio Consanguineo sorrise ancora, prendendo un sorso dal suo bicchiere. -Qual è il problema? Lei non può captare nulla da noi, i miei pensieri rimarranno nascosti nella mia mente.
-Non significa nulla.- ribattei, stendendomi appena un poco di più e porgendogli il mio bicchiere vuoto, per farmelo riempire nuovamente. -È comunque la mia collega per questo caso, ed è davvero competente, nonostante le sue abilità. Ed inoltre...- aggiunsi, alzando lo sguardo verso la porta opposta a dove eravano posizionati noi, che dava verso le stanze da letto. -… Tu sei sempre sposato.
-Melanie non bada a queste cose, lo sai.- disse Sabe con una mezza alzata di spalle. -Se si focalizzasse sulla fedeltà coniugale, il nostro matrimonio sarebbe già finito da sessant'anni, se non di più. Per questo va a dormire molto presto; non vuole sapere, preferisce così. Magari potrei coinvolgerla di più… Ma non so se lo farebbe effettivamente. Tu che dici?
Scossi la testa, incrociando le gambe l'una sull'altra. -Non mi interessa, Sabe.
Mio fratello si portò il bicchiere alle labbra, con un fastidioso sorrisetto che saliva sulla sua bocca. -Non mi dirai che sei geloso, vero?
Sbarrai gli occhi, rimettendomi diritto. -Non dire assurdità, la conosco da cinque ore.- esclamai a voce leggermente più alta, muovendo con calma la testa in segno di diniego. -Probabilmente quando il caso sarà chiuso terminerò ogni possibile rapporto con lei, e non la vedrò mai più. Di solito le cose vanno così, lo sai no?
Sabe si rabbuiò appena, prendendo anche lui posto sulla poltrona alla sua sinistra. -Il Consiglio vuole risultati, Victor. Questa storia degli omicidi è troppo particolare ed atipica per non essere presa bene in considerazione, non va bene. Non possiamo permettere che si vengano a ricreare situazioni di sfiducia verso la nostra Specie.
Tirai indietro la testa, avvertendo la stanchezza che prendeva completamente possesso del mio cervello. -Abbiamo un problema, Sabe.- dissi, chiudendo piano le palpebre. -C'è stata un'altra vittima stanotte. Un Umano.
Mio fratello rimase in silenzio, ma avvertii il suono delle rotelle che si muovevano all'interno del suo cranio anche a quella distanza, e non dovetti aprire gli occhi per sapere qual'era l'espressione sul cuo viso. -Questo è un bel problema.- aggiunse alla fine lui, accompagnando le parole con un lungo sorso dal bicchiere che ancora stringeva. -Dobbiamo assolutamente venire a capo di questa situazione. Tu devi venire a capo di questa situazione.
Aprii gli occhi, rimettendomi diritto. -Lo so. Io ho accettato questo compito.- risposi, alzandomi in piedi ed avvicinandomi al tavolino per posare il bicchiere di cristallo, che tintinnò appena quando venne a contatto con la superficie dura e fredda. -Devo andare a riposare, Sabe. Dovresti farlo anche tu, noi non siamo fatti per restare svegli di giorno.- continuai, avvicinandomi alla porta e dandogli le spalle.
Sabe annuii, guardandomi camminare, senza staccare lo sguardo dalla mia schiena. -Spero per te che la tua collega sia valida come dici, Victor.- esclamò alla fine quando aprii la porta. Io non risposi, ma chiusi senza voltarmi l'uscio dietro di me, indirizzandomi verso la dispensa. Dovevo assolutamente fare un'altro spuntino prima di andare a letto.

Spazio Autrice:
Salve a tutti ancora una volta!
Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo... Fatemi sapere cosa ne pensate!!! Su, non siate timidi, non mordo mica!!! :D
Baciotti
Dia
   
 
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