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Autore: Tay66    21/01/2016    6 recensioni
“Potrebbe funzionare!” disse il tedesco ad alta voce, dando voce ad uno dei suoi pensieri.
Feliciano, era ingenuo,ma non stupido, si era voltato verso il capitano, capendo benissimo i suoi pensieri.
“Cosa?” chiese l'americano.
“Alfred ti andrebbe di entrare nella squadra di pallavolo?”
Le coppie di questa storia saranno : Usuk, Gerita, Spamano, Rupru e Franada
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“...Però non sottovalutarmi”

 

“Alfred ti andrebbe di entrare nella squadra di pallavolo?” le parole gli uscirono un po' troppo velocemente. Troppa era la fretta, troppa la paura di ricevere una negazione.

Alfred inclinò la testa di lato, mentre sbatteva in maniera compulsiva le ciglia.

“Come?” chiese confuso.

“Ti andrebbe di entrare nella squadra di pallavolo?” ridomandò.

Per pochi minuti cadde il silenzio nella palestra.

“Io?Ma non so giocare!” disse l'americano rompendo il silenzio

“Non ti preoccupare per questo, ti insegnerò tutto io” disse brusco, quasi violento.

Alfred a quell'improvviso cambio di tono alzò un sopracciglio, guardandolo stranito, da dietro le lenti degli occhiali.

Feliciano decise di intervenire mettendosi in mezzo ai due.

“Alfred non entrerai nella squadra in maniera definitiva, dovrai solamente sostituire Sadiq” sorrise l'italiano.

“Non avete riserve?” chiese l'americano

“No” disse il tedesco “Non abbiamo riserve” abbassò lo sguardo perché era troppo umiliante dire quelle parole “Il preside ha deciso di “sponsorizzare” le altre attività sportive della scuola esclusa quella di pallavolo, dato che negli ultimi anni questa non ha portato nessun risultato soddisfacente per la scuola” i suoi pugni si strinsero lungo i fianchi “Non avendo fondi e risultati nessuna matricola ha deciso di iscriversi, siamo arrivati ad avere giusto sei membri ….prima che Sadiq si infortunasse”

“Senza un componente non potremo partecipare alle regionali” intervenne Feliciano, appoggiando la mano sul braccio dell'americano.

Alfred guardò prima l'espressione frustrata di Ludwig e poi quella determinata dell'italiano.

Sospirò forte.

“Verro solo a dare un'occhiata” si porto un braccio dietro la nuca, toccandosi i capelli, gesto che era solito a fare nei momenti di tensione ed imbarazzo “Se mi piacerà allora accetterò di far parte della squadra in caso contrario me ne andrò”

Feliciano sorrise, portandosi le mani al petto, persino Ludwig si lasciò sfuggire un leggero sorriso.

“Allora vieni domani alle 15:30” disse il capitano allungando una mano verso l'americano che la strinse energicamente.

“Lo sai che se entro nella squadra mi dovrai aiutare in matematica per tutto l'anno scolastico?” sorrise innocentemente Alfred.

Ludwig impallidì.

“Come?”

“Se perderò le ore pomeridiane qui al corso come farò a studiare matematica?”

Il tedesco sospirò rassegnato, aveva veramente bisogno di lui per poter partecipare alle competizioni nazionali.

“Ok” disse

“Vee Lud allora puoi aiutare anche me ?” domandò Feliciano saltellando sul posto.

Si girò per guardare in maniera truce il ragazzo, ma quando i suoi occhi si persero in quelli caldi di quell'altro le parole gli morirono in gola.

“Che bello Lud in questa maniera riuscirò a capire matematica” esclamò vittorioso l'italiano

“Ma io non ho detto niente!”

“Allora non mi aiuterai ?” chiese abbassando lo sguardo e guardandolo da sotto le ciglia.

Ludwig sentì distintamente suonare una batteria, ma era strano dato che il corso di musica era finito da qualche ora. Che fosse il suo cuore a battere a quella velocità e con quella intensità?

“Va bene aiuterò entrambi” sospirò.

“Ahahahah!!Grazie mille amico!” disse Alfred regalandogli una pacca energica sulla spalla.

“Ha la forza necessaria” pensò il capitano, sentendo l'energia e la forza del tocco dell'americano.

“Ricordati di venire domani alle 15:30” ricordò il capitano.

“Si si si, non ti preoccupare” disse l'americano voltando le spalle agli altri due e dirigendosi verso la porta “Sarò puntualissimo!” esclamò con enfasi prima di sparire.

Quando il ragazzo con gli occhiali se ne andò Ludwig si lasciò scappare un sospiro di sollievo.

“Non ci credo che siamo riusciti a convincere il ragazzo più popolare di tutta la scuola ad unirsi al nostro club” disse compiaciuto Feliciano.

“Sicuramente è un' ottima pubblicità per il club” cominciò il tedesco “Ma quel ragazzo nasconde del potenziale”

“Riuscirai ad allenarlo in tempo per le regionali?”

“Ci devo riuscire!” esclamò con determinazione, senza accorgersi dello sguardo di ammirazione con cui lo stava guardando l'altro.

“Ricordati che non sei solo” disse con dolcezza, arrossendo e facendo arrossire l'altro “Infondo siamo una squadra no?”

“Hai ragione”

“Vee allora diamo il massimo!” Feliciano cominciò a saltellare fino alla porta dell'edificio “Mi impegnerò al meglio per cercare delle squadre con cui allenarci”.

Il ragazzo sparì lasciando da solo l'altro che, esasperato, si guardò la chiazza di sudore sulla maglia che ancora trionfante troneggiava sul suo ventre.

“Per oggi è meglio finire qui” disse stanco.

Recuperò le sue cose che consistevano in un borsone con dentro dei vestiti puliti, una bottiglietta d'acqua e lo zaino di scuola.

Stanco ma sicuro si diresse verso le docce.

Guardò un' ultima volta la palestra, le pareti da intonacare, il pavimento ormai consumato, le finestre grandi da cui entravano i caldi raggi del Sole che illuminavano l'ambiente, dandogli sfumature arancioni-rosse.

Quello era il suo mondo e lui stava lottando per il suo sogno.

Chiuse la porta, tralasciando quei pensieri romantici e con passo deciso si diresse verso gli spogliatoi.

 

 

 

Matthew stava aspettando suo fratello da ormai quindici minuti.

Si era seduto sul marciapiede difronte alla sua scuola, con il borsone sistemato accanto a lui e la giacca dell'uniforme della sua squadra, buttata sulle spalle per coprirlo da quel minimo di vento che tirava.

Suo fratello era proprio stupido, ancora una volta si era dimenticato di venirlo a prendere in tempo. Dannato lui e la sua macchina.

“Voglio una macchina!” esclamò tra sé e sé abbattuto, appoggiando la testa sulle ginocchia.

Alfred era suo fratello gemello ma, in quanto fratello maggiore di pochi secondi, si era autoproclamato proprietario della vecchia macchina della madre.

“Questa è l'ultima volta che mi faccio fregare da lui” si disse, mentre si alzava e cominciava ad avanzare a piedi, tanto ormai era abituato.

Non ebbe problemi a fare i primi metri, ma dopo poco sentì la stanchezza degli allenamenti concentrarsi tutta sulle gambe.

Nonostante il dolore sorrise soddisfatto, era grazie ai suoi duri allenamenti e alla sua volontà se era riuscito ad entrare nella squadra di pallavolo come titolare. Questa cosa lo rincuorava, non solo perché era bello per una volta non essere invisibile agli occhi degli altri, ma anche perché in quella scuola non doveva temere confronti con suo fratello.

Aveva fatto di tutto per convincere i suoi genitori a non farlo andare nella scuola di Alfred, aveva studiato come non mai, compilando decine di test di ammissione a varie scuole e alla fine aveva vinto la borsa di studio per la *Stuyvesant High School, scuola di prestigio famosa, soprattutto per i club sportivi.

Quando era arrivato si era sentito invincibile, più temerario e spavaldo. Nessuno l'avrebbe più etichettato come “Il fratello di Alfred” adesso lui era Matthew.

L'inizio non fu facile, anche perché nonostante i buoni propositi la timidezza vinse e questo lo colpì, lui aveva sempre associato il suo carattere debole alla presenza di Alfred, ma a quanto pareva non era il suo gemello la causa di tutto, ma solo se stesso.

Matthew pianse quel giorno, pensava di lasciarsi tutto alle spalle e poter ricominciare, ma quella consapevolezza lo spezzò.

Non aveva mai provato odio per suo fratello, nonostante il suo egoismo, era un bravo ragazzo, lui aveva sempre provato invidia.

Avrebbe voluto avere il suo carisma, la sua sicurezza e il suo carattere vivace.

Fu in quel giorno di tristezza che tutto cambiò.

Matthew si era rifugiato in bagno per poter piangere in santa pace, ma per fortuna qualcuno lo scoprì.

Quel qualcuno si era rivelato essere il capitano della squadra di pallavolo.

Matthew lo conosceva di vista e come non poteva?

Il suo nome era sulla bocca di tutti, non solo per il suo aspetto insolito e la media dei voti eccellenti, ma perché quel ragazzo era una promessa della pallavolo.

Aveva provato una forte ammirazione per quel giovane, ed era per questo che si era impegnato per entrare nella squadra di pallavolo e con ancora più fatica era riuscito ad ottenere il posto da titolare.

Grazie al capitano si era fatto conoscere da tutti, aveva stretto amicizia con i suoi compagni di squadra e quando passava per i corridoi tutti lo guardavano con rispetto. Nonostante tutto il suo carattere timido e riservato, non era cambiato.

Il biondo era immerso nei suoi pensieri finché non sentì un clacson suonare in maniera fastidiosa.

Si girò riconoscendo la macchina e suo fratello all'interno che come un idiota continuava a suonare il clacson.

Matthew si fermò irritato.

La macchina si fermò e il biondo entrò infastidito.

“Finalmente sei arrivato!” sbraitò

“Matt non sai cosa mi è successo oggi!” urlò Alfred ignorando il gemello.

“Non mi interessano le tue “eroiche” avventure disse sottolineando eroiche.

“Il capitano della squadra d pallavolo della mia squadra mi ha proposto di essere un membro titolare”

“Cosa?!”

“Ho detto che il cap-”

“Si si ho capito, ma tu cosa hai risposto?”

“Inizialmente ho rifiutato, ma loro mi hanno implorato” si vantò “Non ho potuto fare a meno di accettare”

“Ma tu non sai giocare!” gli ricordò il fratello

Alfred arrossì, gonfiando le guance.

“Tu che ne sai?” chiese brusco.

Per un po' nessuno dei due disse niente.

“Come mai hai accettato di entrare nella squadra?” chiese il fratello “Voglio sapere il vero motivo”

Conosceva bene Alfred, tanto da sapere che il ragazzo aveva accettato per secondi fini, suo fratello era troppo egocentrico per aiutare gli altri senza ricavarci niente.

“Non avevano abbastanza membri” rispose “Mi hanno fatto..pena”

Il gemello fu abbastanza sorpreso da quella rivelazione.

“Quindi sei entrato per altruismo?”

“Il capitano ha promesso di aiutarmi in matematica” rise l'altro.

Eccolo il motivo, per quanto buzzurro e semplice Alfred aveva accettato per ottenere una mano in matematica, dato che non era un segreto che il ragazzo avesse molte lacune in quella materia.

“Lo sai che saremo avversari alle regionali?” domandò Matthew

“Davvero?” chiese sorpreso l'altro.

“Si da il caso che anch'io giochi a pallavolo!” si lamentò l'altro.

“Ahahh mi ero dimenticato!” rise l'altro, come se fosse la cosa più divertente del mondo.

Per quanto Matthew ci provasse ad essere arrabbiato con suo fratello, non ci riusciva non solo perché quel ragazzo aveva un carisma capace di ipnotizzare qualsiasi essere vivente, ma anche perché era ingenuamente stupido.

Alfred non era una cattiva persona, era solo dannatamente preso da se stesso per accorgersi degli altri, purtroppo.

“E' per questo che ci hai messo così tanto per venire a prendermi?”

“Yep!” esclamò l'altro “Un eroe deve sempre aiutare gli altri!”

Matthew decise di non rispondere, limitandosi a sprofondare nel sedile.

La notizia di Alfred l'aveva, inizialmente, spaventato. Per un attimo aveva avuto il timore di ritornare agli anni in cui veniva sempre paragonato al fratello, poi si era calmato, ricordandosi di appartenere ad una squadra forte che sarebbe stata sicuramente una delle favorite alla vittoria.

“Allora saremo rivali?” chiese il minore

“Si” rispose l'altro “Però non sottovalutarmi”

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice:

Eccomi qui con il secondo capitolo.

Come avete letto ho voluto approfondire alcuni caratteri, perché non mi piaceva l'idea di banalizzarli e stereotiparli.

* La scuola esiste realmente ma non ha nessuna influenza nella storia, mi piaceva solo il nome ed ho pensato di usarlo (anche perché faccio schifo ad inventare i nomi -.-)

Questo capitolo è un po' pesante, ma il prossimo sarà più leggero e divertente, in più appariranno altri personaggi.

Volevo dedicare un piccolo spazio ad una mia cara amica, che ha un profilo instagram e che fa disegni su richiesta.

Quindi se volete un disegno in stile manga, vi basta contattarla privatamente.

Per quanto riguarda i costi, lei lavora gratis *-* (sotto l'angolo dell'autrice vi inserirò il nome della ragazza e un disegno, che mi sono fatta fare su richiesta, con un tipo di grafica che piace a me).
Il suo nome é  Hagen_rylei
 (avrei voluto inserire uno dei suoi bellissimi disegni, ma non so come fare)
Volevo ringraziare le persone che hanno letto la storia.

Piccola nota, da oggi gli aggiornamenti saranno più frequenti a seconda delle vostre recensioni, non è per impormi su di voi, ma ho notato che molte di voi hanno letto la mia storia e l'hanno inserita tra le preferite/ seguite/ ricordate.

Non sono arrabbiata, semplicemente ci sono rimasta male :/

Detto questo vi saluto.

Baci.

Tay66

P.s. : Chi sarà il capitano della squadra di Matthew ?
 

 

  
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