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Autore: Soul Mancini    21/01/2016    2 recensioni
"Camilla, una ragazza angelica.
Generosa, saggia, spigliata, intelligente, allegra.
Una migliore amica, una bella famiglia, voti al di sopra della sufficienza.
Insomma, proprio un tesoro.
Ma, si sa, non è tutto oro ciò che luccica.
Un'estate per cambiare, per trovare se stessa, per capire che la perfezione non esiste."
Ciao! ;)
Premetto che quando, anni fa, ho cominciato a scrivere questa storia, non avrei mai pensato che sarebbe andata a finire così.
Vi spiego da cosa è nata quest'idea: dopo aver letto innumerevoli romanzi e storie, mi sono decisamente stancata di protagonisti simpatici, saggi, mai in torto. Allora mi sono chiesta: "Perché non scrivere una storia dove la protagonista è così insopportabile da non trovare nessun modo per giustificarla?"
Ed ecco cosa ne è venuto fuori. Sarò riuscita nell'intento di farla odiare anche a voi lettori?
Se pensate di conoscere le persone peggiori del pianeta, leggete e cambierete idea! ;)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sicurezza



Mi sorprendevo di quanto stesse trascorrendo in fretta il tempo. Luglio era iniziato ormai da due settimane e faceva un caldo infernale.

Tra me e Diego era tutto risolto. Sapeva che stavo con Ismaele, ma non gliene parlavo in continuazione perché ero certa che non si fosse ripreso del tutto. Era un ragazzo molto sensibile e sapevo che, quando frequentava una persona, teneva davvero a lei.

Con Ismaele andava tutto a meraviglia: ci vedevamo sempre nel boschetto dietro casa sua, ci avevamo passato così tanto tempo che ormai ero in grado di riconoscerne ogni singolo dettaglio e non mi perdevo più al suo interno. Quando lo esploravamo mi sentivo come quando, da piccola, andavo in vacanza e mi avventuravo nella pineta in riva al mare con mio cugino. Mi era sempre piaciuto particolarmente arrampicarmi sugli alberi, così mi divertivo a farlo anche durante i pomeriggi trascorsi con Ismaele.

Seduta su un ramo con le gambe penzoloni, i gomiti sulle cosce e il mento sui palmi delle mani, rimanevo incantata ad osservare il paesaggio e riflettere accanto al mio ragazzo. Era bellissimo stare con lui, anche se spesso rimanevamo in silenzio uno vicino all'altra.

Un pomeriggio, mentre mi riposavo appollaiata sul mio albero preferito, il mio cellulare cominciò a trillare nella tasca dei jeans. Lo afferrai e lessi il nome sul display: Die.

Mmh?” risposi.

Cami?”

Sì, chi pensavi di aver chiamato?” ribattei.

Rise. “È colpa tua che non dici «pronto» quando rispondi al telefono!”

E sono costretta?”

Lasciamo stare, non ti ho certo chiamato per questo!”

Dai, vediamo se entro le otto di stasera riesci a dirmi il motivo” lo punzecchiai ironica.

Sei tu che non mi lasci parlare! Comunque, ti ho chiamato perché sono felicissimo! Ho appena ricevuto una notizia grandiosa!” esclamò trapanandomi il timpano destro.

Davvero? Sentiamo!”

Ad agosto Gaia e la sua famiglia verranno qui per due settimane, così la potrò finalmente incontrare!” strillò in preda all'euforia.

Non seppi spiegarmi perché, ma quella non mi parve affatto una bella notizia, ma mi sforzai di sembrare felice.

Wow... davvero?”

Sì, ha detto che vuole conoscere anche te. Le ho parlato molto di te, non vede l'ora di essere qui!”

Questa cosa mi irritò ancora di più.

Oh, beh, sono felice.”

Non si direbbe...”

E invece lo sono, Diego!” dissi bruscamente.

Sospirò. “Dove sei?” domandò.

A casa” mentii, non capendo proprio cosa potesse importargli.

A Diego parlavo di tutto, ma il boschetto doveva rimanere un segreto tra me e Ismaele.

Esci stasera?”

Non posso, ho già un impegno con Vale.”

E non possiamo uscire in tre?” propose.

No, oggi no, dobbiamo fare una cosa importante solo io e lei” tagliai corto.

Infatti quel giorno dovevo parlare con Charlie per la mia amica e non volevo che Diego si intromettesse in questa faccenda, non erano affari suoi.

Peccato.”

Già. Ora devo andare a prepararmi, ciao.”

Ciao Cami.”

Scesi dall'albero e mi diressi verso casa.

Alle cinque e mezza passai a prendere Vale a casa sua e andammo dritte al parco.

Sei sicura che oggi Charlie ci sarà?” le chiesi.

Me l'ha detto lui. Deve andare con i suoi cugini.”

Ma se è con i suoi cugini, come faccio ad avvicinarmi a lui?” domandai con ton0 ovvio.

Beh, non sta tutto il tempo con loro, sono piccoli e vanno a giocare sugli scivoli. Più di una volta mi ha chiesto di fargli compagnia.”

Questo mi fece pensare al mio Ismaele che portava la sorellina a giocare al parco. Mi faceva tenerezza, passava tutte le sere da solo pur di far svagare la piccola Rosemary. Era un angelo.

Quando arrivammo, prendemmo posto su una panchina e Valentina si guardò attorno. “No, non ci sono ancora” sentenziò.

Chiacchierammo finché non notammo Charlie entrare al parco seguito da due bambini di circa otto anni.

Quindi... cosa devo fare quando vado a parlarci?” chiesi.

Niente di che: lo saluti, ti presenti, ci parli un po' del più e del meno e poi gli dici quello che gli devi dire. No?”

Ma io non so da dove cominciare per dirglielo. Io non ho confidenza con lui, non ci ho mai parlato!”

Eh dai, Cami, lo sappiamo tutte e due che non è vero. Tu riesci a fare amicizia con chiunque, entrerete sicuramente in confidenza fin da subito. Poi lui è un ragazzo molto simpatico!” mi incoraggiò Valentina con un sorriso.

Okay, ti credo.”

Guarda, i bambini sono andati a giocare, ora è da solo! È la tua occasione, Cami!” saltò su lei entusiasta.

Osservai il ragazzo che piaceva alla mia amica: aveva i capelli castano chiaro mossi e lunghi fino alle spalle, era abbastanza alto e aveva un viso simpatico.

Devo ammettere che non è male... sembra simpatico” commentai.

Cinque minuti dopo stavo camminando in direzione di Charlie, che si era accomodato su una panchina all'ombra di un albero.

Non appena mi vide, alzò lo sguardo e mi osservò sorpreso. Aveva due occhi stupendi, verde smeraldo, così profondi che ti ci potevi perdere. Ma non c'era paragono con quelli luminosi e puri di Ismaele, i più belli che avessi mai visto in vita mia.

Tuttavia, osservandolo meglio, dovetti ammettere a me stessa che era proprio un bel ragazzo e che lui e Valentina sarebbero stati una coppia perfetta.

Ciao! Come va?” esordii con disinvoltura.

Ciao. Ci conosciamo?”

No, io sono Camilla! Posso sedermi o aspetti qualcuno?” domandai.

Lui mi guardò disorientato. Sicuramente stava pensando che fossi pazza; del resto nessuno rivolgeva la parola ad un perfetto sconosciuto senza un motivo ben preciso. Io un motivo ce l'avevo eccome, ma ancora Charlie non lo sapeva.

Mi sedetti senza attendere la sua risposta. “Allora... tu sei Charlie, giusto?” indagai.

Annuì. “Come fai a conoscermi?”

Sono la migliore amica di Valentina” spiegai.

Oh, Vale. È una brava ragazza lei.”

Concordo, a volte anche troppo.”

E come mai sei venuta a parlare proprio con me?” si informò, osservandomi con circospezione. Era diffidente, questo mi faceva pensare che volesse accertarsi della mia sanità mentale, prima di darmi troppa confidenza. Mi piaceva il suo modo di fare, in un certo senso ci assomigliavamo.

Beh, mi incuriosisci.”

Wow, ero proprio brava a improvvisare!

Io? Dici sul serio?”

Gli sorrisi. “Certo!”

Cominciammo a conversare allegramente. Inizialmente rimase un po' sulle sue, ma grazie al mio carattere allegro ed espansivo, riuscii a farlo uscire dal suo guscio. Ci divertimmo un sacco, mi dimenticai che Valentina mi stava aspettando e ci osservava nascosta da qualche parte. Ma, in fondo, era stata lei a dirmi di prendermi tutto il tempo necessario, no? Quindi che male c'era se ci parlavo un po' più a lungo? Era un ragazzo semplice, divertente e con dei grandi valori. Era difficile trovare dei ragazzi del genere, al giorno d'oggi.

Mi confessò di avere una cerchia di amici molto ristretta, ma che gli andava bene così.

Però scommetto che piaci ad un sacco di ragazze!” esclamai sinceramente convinta. Era molto carino, nonostante non avesse il fisico di un modello, ma che importava? Avevo un viso angelico e uno sguardo innocente che gli conferiva un'aria da bravo ragazzo. Era molto sensibile, non mi sorprendeva che Valentina avesse perso la testa per lui.

Verso le sette mi accorsi di aver abbandonato la mia amica per troppo tempo.

Adesso devo andare, una mia amica mi sta aspettando” dissi.

Okay, ciao, ci vediamo presto!”

Ciao Charlie!” lo salutai, stampandogli due sonori baci sulle guance.

Uscii dal parco e mandai un messaggio a Valentina:


Sono fuori dal parco vieni


Lei mi raggiunse dopo circa cinque minuti. “Scusa, dovevo uscire senza farmi vedere da lui, ci ho messo un po'. Allora, com'è andata? Gliel'hai detto? E lui cos'ha risposto?” chiese Valentina impaziente.

Ops. Mi ero dimenticata del vero motivo per cui ero andata a parlare con Charlie.

No, non ce l'ho fatta, Vale! Non è una cosa semplice da dire, poi non lo conosco ancora bene...” mi giustificai, mentendo spudoratamente.

Certo tesoro, non fartene una colpa. È normale, non puoi fare tutto in una volta. Prima devi entrare maggiormente in confidenza con lui, magari qualche volta potremmo uscire in tre. Rilassati, le cose vengono da sé” mi rassicurò sorridendo.

La adoravo, era sempre così comprensiva e paziente, che a volte pensavo di non meritarmi la sua amicizia. Era una delle persone migliori che avessi mai conosciuto, lei non era impulsiva ed egoista come Nadia o scorbutica e acida come Chiara. Lei non sembrava avere difetti, il problema era che la gente non vedeva la bellezza del suo carattere.

Grazie Vale, tu mi capisci davvero.”

Camminammo per le soleggiate e strette vie della periferia, finché non arrivammo davanti ad un locale.

Mi fermai di botto in mezzo al marciapiede, osservando la grande vetrata ad angolo e l'insegna riportante la scritta Lovers.

Questo è il locale che frequentavamo io e Die” mormorai.

Davvero carino” commentò Valentina, osservando la colorata e allegra facciata.

Dai, entriamo!” proposi presa dall'entusiasmo del momento.

Cosa? No, ma sei pazza? È un bar per coppiette, ci prenderanno per lesbiche! E poi sinceramente non ho voglia di stare a guardare gente che si sbaciucchia come se non ci fosse un domani” ribatté Valentina.

Sbuffai. “Non è un bar solo per le coppie, ci sono anche altre persone. Dai!” la incitai.

Ho detto di no! Entra da sola, io me ne vado a casa!”

Certo che quando voleva ottenere qualcosa, Valentina faceva di tutto per raggiungere il suo obiettivo.

E va bene, andiamocene!” mi arresi, tanto era inutile discutere.

Avrei soltanto voluto fare un salto nel passato, rivivere i ricordi della relazione tra me e Diego, ma per il momento dovetti rinunciarci e accettare che Valentina non mi avrebbe accompagnato.

Continuammo a camminare senza una meta, finché il sole non tramontò. Accompagnai Valentina a casa e, prima di rientrare, feci un salto nel mio boschetto. Mi sedetti per dieci minuti sul mio albero preferito, il più alto, quello da cui potevo scorgere la sagoma della casa di Ismaele.

Chissà cosa stava facendo in quel momento, se mi stava pensando, se stava giocando con Rosemary...

Ismaele era molto simile a Charlie, entrambi sensibili e timidi, sarebbero andati sicuramente d'accordo.

Qualsiasi cosa accada, Mae, io non ti abbandonerò mai” promisi a me stessa posandomi una mano sul cuore. “Sei il migliore, questi alberi sono testimoni del nostro amore e lo custodiranno per sempre” recitai come fosse una preghiera.

Era quello che volevo. In quel momento fu come se gli alberi intorno a me avessero ascoltato le mie parole e mi avessero trasmesso la loro energia positiva.

Saltai giù dal ramo e mi lasciai alle spalle il crepuscolo mentre rincasavo.

   
 
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