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Autore: Dreamer_imperfect    22/01/2016    1 recensioni
[Audrey/Percy]
Tratto dal testo:
George si avvicina silenziosamente a Percy, intento ad abbottonarsi il cappotto. È giusto un sussurro.
"A Fred sarebbe piaciuta".
È un sussurro, ma è abbastanza.
(è anche troppo)
***
Percy Weasley stava urlando e non potevo proprio non ascoltarlo e anche perché la guerra, se non si è da soli, può fare meno paura.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Audrey, Percy Weasley | Coppie: Audrey/Percy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Secondo capitolo.
Smell like teen spirit, Nirvana.
 


With the lights out, it's less dangerous 
Here we are now, entertain us 
I feel stupid and contagious 
Here we are now, entertain us
 
 
 
 
Percy è sicuro che alcuni di quei libri, se fossero animati o pensanti, saprebbero riconoscere il suo tocco. Quella è la parte del Ghirigoro che preferisce di più, più isolata e appartata da tutti gli altri, ha quattro scaffali a coprirla dalla vista dei clienti. Il corridoio su cui si affacciano centinaia di libri è illuminato da una lampada antica, la luce è quanto basta per riuscire a leggere i titoli dei volumi. Percy chiude un attimo gli occhi, trascina le dita lungo i libri: sente le copertine ruvide e lucide, quelle sottili, lisce, i titoli rialzati; traccia i percorsi di quelle lettere alla cieca, con delicatezza, leggerezza, prosegue quel percorso senza sapere bene dove volere andare, per poi fermarsi. Il libro su cui sono posati i suoi polpastrelli è grande, molto vecchio a giudicare da come è rilegato, la copertina è sbiadita verso il fondo, ma guardando con attenzione Percy riesce ancora a vedere l’orlo delle vesti dell’uomo raffigurato. Si chiama “La magia ai tempi dei greci”, scritto decenni prima da Bathilda Bath e Percy, appena legge il nome dell’autrice, comincia subito il primo capitolo. Nutre una profonda stima nei confronti di quella donna, come milioni di persone crede che “Storia della magia” sia uno dei libri meglio scritti che possano esistere, tiene la sua copia, a casa, con estrema cura.
Spesso e volentieri, Percy si lamenta su come le persone tendano ad evitare la lettura di certi libri, eppure sa benissimo che se in quel corridoio ci fosse qualche persona in più, ne sarebbe altamente infastidito, anche se ovviamente, di fronte al commesso con cui si scambia spesso opinioni sui libri, non lo ammetterebbe mai (nonostante lui lo abbia già capito). Quello scaffale è un piccolo angolo di libri che sente suoi ed è troppo tempo che Percy non condivide nulla con nessun’altro.
Gli piace camminare per Diagon Alley, gli è sempre piaciuto. D’altronde, anche da piccolo ogni tanto disobbediva ai suoi genitori che gli intimavano di stare loro vicino, solo per anticipare i loro passi e vedere tutta quella magia con i suoi occhi. Percy pensa che sia impossibile scordarsi della prima volta a Diagon Alley perché si sente appartenenti a qualcosa di meraviglioso, di speciale, si capisce cosa sia veramente in grado di fare la magia. Quando passa davanti alla Gelateria Florean si rivede piccolo con la bocca sporca di Stracciatella, ci ripensa con un sorriso lieve, invisibile quando gira l’angolo e si ritrova davanti la sfarzosa vetrina dei Tiri Vispi Weasley.
Quasi come un’abitudine, si Disillude con un rapido movimento di bacchetta e si avvicina sempre di più a quell’ammasso di colori, fino a quando appoggia la fronte alla vetrina per sbirciare dentro. Ci sono come sempre tante persone, vede un gruppo di ragazze davanti ai filtri d’amore e una bambina giocare con una Puffola Pigmea, nota lo sguardo esasperato di una madre mentre rincorre il suo bambino per quegli scaffali e poi, semplicemente, li vede.
Guardano tutta la scena dall’alto, sorridendosi fra loro con aria compiaciuta, è impossibile non notare quanto siano soddisfatti per il loro piccolo grande sogno. Coi loro completi di pelle di drago sembrano più grandi, ma è un’impressione che dura giusto un attimo perché poi li vede scambiarsi lo stesso sguardo malandrino e a Percy sembrano tornati gli stessi che gli nascondevano le pergamene per spedire le lettere, ma niente è lo stesso e Percy, mentre stringe nelle tasche i pugni e cerca di mandare giù quel nodo che gli si è formato in gola, desidera solo essere ancora loro fratello.
 
 
 
***
 
 
I capelli di Olivia dondolano seguendo i suoi movimenti. Audrey, con i gomiti appoggiati alla ringhiera del piccolo balcone del suo appartamento, pensa che sia proprio bella con gli occhi chiusi e la testa che si muove seguendo la musica che risuona nella stanza.
‹‹ With the light out, it’s less dangerous … ›› Olivia canticchia, inconsapevole di avere gli occhi della sua migliore amica su di sé. Audrey si muove con leggerezza, non vuole che Olly la senta: rovinerebbe quel piccolo paradiso che la sua migliore amica riesce a trovare solo con la musica. Arriva al tavolino di fronte al divano, sul quale era bellamente accomodata fino a poco prima con Olivia, e prende la Polaroid appoggiataci sopra. Se la porta all’occhio e click.
‹‹ Ti proibisco di attaccarla alla parete, buttala subito, Aud ›› salta su Olivia. Non si ritiene particolarmente fotogenica e la sola idea che qualcuno che non sia Audrey veda un momento di così ampia intimità con se stessa la mette a disagio. Si mordicchia il labbro sperando che Audrey la ritenga una foto orrenda, ma capisce già di avere speranze vane quando la vede osservare lo scatto con le labbra inclinate in un sorriso.
‹‹ Sei troppo bella per essere buttata nella pattumiera, – dice, mentre Olivia si accascia pesantemente contro lo schienale del divano – vuoi forse privare i miei ospiti di una visione così meravigliosa? ›› attacca la fotografia alla parete con un rapido movimento di bacchetta, per poi scriverci sotto Smell like teen spirit. Olly fissa la foto: è Babbana, non si muove, ma si riescono comunque ad intuire i suoi movimenti, la luce le contorna il profilo del viso e i capelli lisci, tanto da farli sembrare una sfumatura più chiara di quel che in realtà sono. Lì, sembra quasi graziosa e spensierata.
‹‹ Ti odio ›› borbotta di rimando.
‹‹ Non è vero ››.
‹‹ Lo so. E ti odio anche per questo ›› scoppiano a ridere entrambe.
‹‹ Senti, come stai? Meglio? ›› dice Audrey, sedendosi nuovamente di fianco a lei, poco dopo. Questa volta è seria, lo si capisce da come la fissa. Con la schiena ritta e il mento alto, com’è ora, Olivia si ricorda della sua educazione da Purosangue.
‹‹ Credo di stare un po’ meglio, sì ›› dice infine, sospirando. La verità è che no, non sta per niente meglio - ed Audrey questo lo ha già capito -, ma vuole esserlo. Vuole essere una persona migliore, vuole saper affrontare tutto questo dolore e vuole reagire, ma lei non è come Audrey, che appena cade prova a rialzarsi, che percepisce il dolore senza renderlo padrone di sé. Lei è Olivia ed è sopraffatta da tutto questo male, che lacera l’anima, le strappa i capelli, le stringe i polsi e le blocca il respiro. Non riesce neanche a parlarne, quando ci ha provato, la voce ha iniziato a tremarle, si è rifugiata fra le braccia della sua migliore amica come una bambina di cinque anni. Le ci sono voluti diciassette minuti per calmarsi.
‹‹ Olly, – sospira Aud – starai meglio, te lo prometto. Dai tempo a te stessa ›› sussurra infine, mentre le stringe delicatamente il braccio: lei c’è, vuole che lo sappia. Olivia annuisce appena, con lo sguardo perso fuori dalla finestra.
‹‹ Mi sa che abbiamo bisogno di qualcosa in grado di risollevarti il morale … ›› riprende Audrey, mentre si tormenta un labbro. Non doveva andare così. Si era ripromessa di chiederlo con calma, magari introducendo prima l’argomento del solito “Come va a lavoro?”, per poi piano piano farle quella domanda. Suo padre le ha sempre ripetuto che non c’è un momento giusto, ma che siamo noi fare sì che lo sia, eppure avrebbe voluto aspettare, anche se non è mai stata brava a farlo.
‹‹ Davvero? Ti vorrei ricordare com’è finita l’ultima volta che mi hai fatta ubriacare ›› Olivia ride, smorzando l’attenzione e alleviando i sensi di colpa di Audrey.
‹‹ Non è successo nulla di così orribile … ›› inizia a dire.
‹‹ No, mica. Ho solamente detto al ragazzo che mi piaceva i miei sentimenti, per poi vomitargli sulle scarpe ››.
‹‹ Credo sia stato il momento più esilarante della mia vita, ma comu- ››.
‹‹ Non della mia, Aud, non della mia ›› borbotta Olivia.
‹‹ Ma comunque mi riferivo alla tua medicina preferita: Titanic ››Audrey, ora in piedi con il dvd in mano, guarda Olivia dall’alto in basso con un sorriso malandrino ‹‹ Credo sia passata una settimana dall’ultima volta che l’abbiamo visto, dobbiamo recuperare ››.
                                                                                                                             
***
 
 
 
 
Via Renè Magritte n°25,
Bruxelles, Belgio
Da Ruben Beckers.
 
 
Cara Audrey,
Come stai? Bene? Lo spero. La notizia del ritorno di Tu-Sai-Chi è arrivata anche qua e, se devo essere sincero, il fatto che l’ex Ministro Caramell abbia fatto il possibile per diradare certe voci, mi indigna leggermente. Il nostro Ministro, come penso il vostro attuale, ha già cercato di prendere la situazione in mano, d’altronde non penso importi quanto si è lontani: se Lui vuole, ottiene. La nonna, l’altro giorno, ha fatto talmente tanta spesa che basta per almeno due mesi perché “Sono tempi oscuri e non voglio che tu sia denutrito”, nella tragicità della cosa, sono riuscito a ridere. Noi giovani non siamo molto spaventati e Bruxelles, almeno per il momento, sembra quella di sempre, eppure non ci vuole molto ad accorgersi per strada dello sguardo terrorizzato di chi ha vissuto anche la Prima Guerra Magica, nonostante non abbiano combattuto direttamente e, probabilmente, non abbiano subito perdite di famigliari e amici, credo che si ricordino bene il terrore di quel tempo. Io, almeno per il momento, continuo la mia vita di sempre, come penso tu. A questo proposito, sorella, volevo chiederti - anche a nome della nonna e dei nostri genitori - di fare attenzione. Per quanto Tu-Sai-Chi sappia e possa arrivare a chiunque, tu, abitando a Londra, in Inghilterra, hai più rischi di pericolo di tutti noi qua. Ti conosco benissimo e so che la guerra, che con molte probabilità ci spetta, non ti spaventa a tal punto da perdere la tua lingua lunga, la tua impulsività e il tuo coraggio e anche se ti spaventa moltissimo … tu le cose le affronti, non fai finta che non esistano e fai sempre del tuo meglio in quello a cui tieni ed io ti ammiro enormemente per questo: ti ho vista rispondere a tono ai ragazzi a scuola, agli insegnanti, agli adulti, a chiunque da quando eri piccola, d’altronde sei cresciuta con me, però, ti prego, stai attenta. Non deve accaderti nulla, promettimelo. A lavoro, nel Ministero, in piazza, ovunque stai attenta a con chi parli e a ciò che dici, evita il più possibile l’argomento perché se spaventate e minacciate le persone sono in grado di fare di tutto. Sii prudente, che passerà anche questo periodo un po’ più difficile.
Qua è abbastanza caldo per le nostre abituali temperature, è estate, sì, ma non ricordo di aver patito mai così tanto caldo nella nostra Bruxelles. Londra è sempre la solita città piovosa? Spero presto di venirti a trovare, siccome non penso che tu faccia un salto prima delle solite vacanze natalizie! Come stanno i tuoi amici? E Olivia? La nonna dice che sarà felice di cucinare anche per lei a Natale, a meno che, ovviamente, non preferisca andare da sua madre. Dille comunque che è la benvenuta e che papà non vede l’ora di parlare con lei sui quei Batles? Betles? Beatles? Noemiè sta molto bene, le manchi! (Ciao Aud, torna presto!!!) E ormai la nostra convivenza procede divinamente! Non avendoti più fra i piedi, a casa, mi ero scordato di quante micromanie aveste voi donne, però non abbiamo ancora rotto la lavastoviglie e i vicini non si lamentano più del suono del mio violino alle ore improbabili. Dopo tre anni che stiamo assieme e sei mesi di convivenza, penso ancora che non sia possibile amare una persona così tanto. Il fatto che fosse tua amica, prima della mai fidanzata, mi è ritornato utile un sacco di volte e probabilmente non smetterò di ringraziarti mai abbastanza per tutti i consigli che mi hai dato, beato che vi capisce, voi donne. Ora che lei è sotto la doccia, posso scriverti senza la paura che sbirci, perché voglio sposarla. Sei mesi fa credevo fossimo prossimi alla rottura, andando a vivere insieme, invece il fatto che siamo ancora qui, insieme mi ha fatto capire un sacco di cose e voglio stare qui, insieme a lei per tutta la vita (non alzare gli occhi al cielo!). Che mi dici? Pessima idea? Secondo te, accetta? Mi sento un dannato tredicenne a farmi tutte queste paranoie mentali. So bene che non puoi capirmi, ora come ora, ma è una cosa assurda amare e essere amati. Penso di riuscire a sopportare le settimane senza carboidrati e i film strappalacrime il mercoledì sera (di Titanic non ne posso già più, vieta ad Olivia di consigliare, d’ora in poi, un qualsiasi film a Noemiè) per tutto il resto della vita.
Il lavoro mi occupa sempre di più, ma è quello che ho sempre desiderato e esserci veramente arrivato mi soddisfa talmente tanto che non riesco neanche esprimermi a parole. L’altro giorno ho dovuto operare un bambino, ero nervoso: con un bambino di cinque anni non si scherza. Credo mi tremassero un po’ le mani e mi sentivo sotto pressione come non mai, non mi stupisce che cinque anni fa il mio vecchio professore credeva non diventassi medico per questo. L’operazione è andata bene, comunque, la madre del bambino mi ha detto “Non la ringrazierò mai abbastanza” ed io sono rimasto senza parole. Penso che il problema verrà fuori poi, quando non riuscirò a salvare qualcuno, a portare a termine bene l’operazione e mi sentirò distrutto e impotente: me lo dissi tu, anni fa, in una serata d’estate come questa, con la differenza che eravamo vicini e potevo ancora stringerti durante i film dell’orrore, usando come scusa la tua paura (che non c’è mai stata).
Noemiè sta uscendo dalla doccia, quindi concludo questa lettera qui. Mi raccomando: fai attenzione.
Un abbraccio Aud,
tuo fratello.

 
 
Audrey, qualche sera dopo, quando legge la lettera poco prima di andare a letto, pensa che sia impossibile volere così tanto bene ad una persona. Ama suo fratello con ogni fibra del suo corpo, non vede l’ora di poterlo abbracciare di nuovo, sentirlo fin nelle ossa. È qualcosa che va oltre alla comprensione di molti, il fatto che nel sangue di Ruben ci sia un po’ anche il suo non è un legame da sottovalutare. C’è una parte di Audrey in quel sangue, in quegli occhi che hanno visto il mondo con lei, in quelle mani forti che ricordano ancora le sue quando se le stringevano per attraversare la strada da bambini, in quella bocca che le ha sussurrato, parlato, urlato contro e in quell’anima che ha condiviso tutto con lei. La cosa più importante è che Ruben sia al sicuro, che stia bene, il resto poi è tutta un’altra storia.
Non riesce ad addormentarsi. Sdraiata nel letto con le coperte fino a metà busto e lettere, documenti e pratiche ad occupare la parte vuota del letto, Audrey ha la mente altrove. Il suo diario è appoggiato nel comodino, il disco che Olivia le ha prestato la settimana scorsa riempie il silenzio in quella stanza. La tenda della finestra è malamente scostata, si vede la luna piena in cielo che le illumina il viso e le permette di distinguere le forme attorno a lei. È bella la luna. Sembra sorriderle, nota Audrey. Le piace come la culli di notte, quando si lascia andare a pensieri nostalgici e malinconici e riesce a trovare conforto solo nel silenzio attorno a lei e nelle parole dentro di lei. Quella scena ha un che di familiare, di rassicurante. Non scambierebbe quei momenti con niente al mondo, le sembra di avere una presenza affianco che la stringe senza fare domande: ci sta bene con se stessa, Audrey. Non che le dispiaccia la compagnia di altre persone, anzi, spesso e volentieri si concede uscite con amici e lunghe passeggiate nel caos di Londra, ma si vuole troppo bene per rinunciare ai momenti dedicati interamente a sé: ha bisogno di rigenerarsi con un bagno caldo e passare del tempo a scrivere cose che nessuno leggerà mai.
Come la luna illumini il bordo della tenda leggermente scostata e il pavimento sottosante le sembra particolarmente bello, dalla sua posizione si riesce a vedere uno scorcio di cielo, non ci sono stelle: è la luna che domina interamente la scena.
Si alza delicatamente e si dirige in salotto, poco dopo torna con la macchina fotografica che pende dal collo e si rimette nel posto di prima. Il disco di Olivia è finito, nella stanza si sente solo un click. 









Lele's corner.

Dopo tre mesi, eccomi qui. Quando ho postato il primo capitolo di questa storia non credevo che poi la mia vita sarebbe stata un tale casino, mi dispiace tantissimo di farmi sentire dopo così tanto.
Allooooorraa, per prima cosa: le parti su Percy saranno di questo tipo per un po' di tempo, ho bisogno di mettervi chiarezza sulla sua situazione prima di travolgere tutto, sono un po' lenta a partire! Anche nel capitolo successivo c'è un pezzo dedicato completamente a lui, voglio che capiate bene i suoi sentimenti riguardo il suo lavoro e la sua situazione familiare. E non scordata quel pezzo di "intimità" al Ghirigoro perchè ritornerà ;-) 
Olly/Aud un piccolo scorcio utilizzato soltanto per intrudurre la parte finale. Il personaggio di Olivia è uno di quelli che ho più pensato, non è impossibile capire cosa ha e cosa farà, anzi, ma ci vorrà molto per farlo venire fuori perchè è un personaggio fragile che vuole provare ad essere forte e chissà se ci riesce. Prima che riesca a parlare liberamente di questa cosa anche ad Audrey, che è la persona più importante della sua vita, ci vorrà abbastanza. 
L'ultima parte è solo per lasciarvi a poco a poco il personaggio di Audrey. Per Percy sapete già un sacco di cose più o meno della sua situazione, Audrey invece è un personaggio completamente nuovo, che devo scrivere da capo e mi piace pensarà che forse a fine della storia avrete un grado completo, introducendo vari personaggi nella sua vita e descrivendo piccole scene. 
Mi piacerebbe veramente tantissimo sapere cosa ne pensate, giuro che non mordo. E se avete delle critiche, fatemele! Credo che confrontarsi sia una cosa abbastanza importante e ci tengo che questa storia venga fuori il meglio possibile :)
Vi auguro un sereno weekend,
Lele. 
p.s. giuro: non mi farò resentire tra tre mesi. 
  
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