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Autore: Penna stilografica    23/01/2016    0 recensioni
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
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Capitolo  1:Genesi

Era buio, così buio da confondersi completamente con esso. Buio,spento e morto; nemmeno un alito di vita osava interrompere quella calma spettrale. Solo buio, solo freddo.Ma un giorno quell'oscurità immensa venne devastata e confinata dalla luce e l'equilibrio regnò sulla Terra.
E' questo ciò che narra la leggenda, "una luce venuta dall'oscurità potrà sconfiggere la Madre stessa". Ma nessuno ormai crede più a queste parole, nessuno ha più la voglia di sperare in un nuovo ritorno della luce. Si son tutti abituati alla tirannia, al dolore ,all'acre odore di distruzione e morte. Ed io? Ed io son solo un povero aedo che tramanda le grandi gesta del mondo. Nessuno di realmente importante, solo qualcuno che ha visto tramite altri occhi la fine ed il nuovo inizio di questo mondo.
L'inverno era alle porte ad Harren, una piccola cittadella in provincia di Colunes.Faceva abbastanza freddo ma la gente non si privava di camminare per le strade del borgo. I turisti eran molti , la gente felice ed allegra alloggiava nelle taverne per poi ripartire vari giorni dopo.Fra tutti i nuovi arrivati una coppia mi colpì in particolare... Un uomo su un destriero nero teneva in braccio una fanciulla avvolta in un mantello rosso. Sembrava esser priva di sensi ma decisi di non entrare nei particolari. Alloggiarono alla solita taverna per qualche giorno ed infine decisero di prender dimora proprio qui ad Harren. Rimasi stupito dalla loro scelta, in pochi avevano questo desiderio visto che la Capitale era molto più affollata e rifornita. Molti mi dessero d'aver incontrato la ragazza, il volto sempre coperto  ed i capelli rossi perennemente legati in una specie di chignon. Non parlava,appena provavi a porgerle un saluto lei scappava impaurita . Molto nascondevano le piccole iridi castane, come un grande male che ha paura d'uscire allo scoperto. Il padre decise d'aprire una fucina per mantenersi, la figlia ovviamente piccolina non poteva fare altro che aiutarlo nelle piccole cose. La sua forza era molto inferiore a quella degli altri bambini della sua età ma un'agilità ed una rapidità del genere non l'avevo mai vista se non dai migliori sportivi di Colunes. Stava li tutto il giorno ad osservare ed imparare, si sforzava pur le sue capacità poco sviluppate in campo. Alla morte del padre tutto cambiò. Ella che qualche mese prima aveva deciso di trasferirsi in Capitale ove una nuova vita l'aveva beata di gioia e dolori, delusioni amorose ed amicizie varie, per non parlare degli strani eventi con le creature del bosco che ho letto da un suo libro; dovette tornare di nuovo alla fucina a lavorare  ed è li che inizia la nostra storia...
E' inverno, di nuovo. Son due anni che vive li e lavora giorno e notte a quella che ormai è diventata l'unica ragione di vita. Il rumore metallico pervade l'intera zona insieme all'odore del fumo proveniente dalla fornace. I colpi di martello sul metallo son sempre ben assestati mentre l'altra mano s'accinge ad impugnar la pinza tenendo fermo il materiale. Ed eccola, con qualche annetto in più ma coi soliti capelli legati ed i soliti occhi ormai spenti, aridi, morti. Le labbra si cuciono mentre si concentra per poi immergere la creazione dentro un secchio d'acqua fredda. Il fumo inonda la stanza per poi al suo dissolversi mostrar una nuova figura chiudersi la porta alle spalle posta all'entrata della fucina.
   
 
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