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Autore: Dreamer In Love    24/01/2016    1 recensioni
Questa è la storia di come Lione e Black (personaggio originale) si sono conosciuti e innamorati.
" - Non scherzare con me, ragazzina. Sai con chi hai a che fare? -, sibilò nella notte.
I loro volti erano a pochi centimetri e, nuovamente, la ragazza poteva scorgere le iridi chiare di Black, sempre nascoste sotto il mantello. Questa sfoderò un ghigno ironico.
- Con una spia o, meglio, un assassino? Credi di farmi paura? Tu non sai con chi hai a che fare. –" (estratto dal capitolo 1) Questo è una sorta di spin-off di The Rebel - si, se non mi complico la vita non sono contenta - ambientato cinque anni prima gli avvenimenti di The rebel. Buona lettura
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lione, Nuovo Personaggio
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Rebel'
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1. Primo incontro
 
- Che cosa posso servirti straniero? -, domandò una voce leggera dall’altra parte del tavolo.
L'uomo non alzò nemmeno lo sguardo e passò distratto un dito fra le incanalature del legno.
 - Una birra. -, pronunciò, infine, arricciando le labbra sottili.
La sua ricerca lo aveva condotto in una squallida locanda di Mari dove l'insegna di un leone barcollava sulla porta d'ingresso. L'ambiente era angusto e poco illuminato; i clienti, poi, erano contadini che si ritrovavano a bere e a spendere soldi con i dadi. Sarebbe stato facile mantenere l’anonimato e cavare fuori da qualche balordo ubriaco interessanti informazioni.
- Nient'altro? Facciamo un’ottima zuppa. -, insistette la ragazza ancora accanto a lui.
Immerso nei pensieri, non si era nemmeno accorto che la cameriera non se ne era andata e che lo stava scrutando insistente. Decise, infastidito, di prestare attenzione alla donna che, probabilmente, stava solo cercando di aumentare gli incassi della serata. Aveva circa quindici anni, ben sette meno di lui; era avvolta in un abito scuro di pessima fattura e sulla vita teneva legato un lercio grembiule. Non era particolarmente bella: lineamenti semplici, un colorito sano, delle curve morbide e capelli color di carota raccolti in una coda alta. Poi, si soffermò sulle iridi castane della ragazza: occhi luminosi e gentili che lo osservavano determinati. Forse fu quella sicurezza nello sguardo e le labbra delicate incurvate in un'espressione serena o, semplicemente, lo stomaco che improvvisamente si era fatto vuoto ma il ragazzo desistette e ordinò la zuppa. L’arancio sorrise raggiante e annuì per poi avviarsi verso il bancone.
Il giovane si passò, confuso, una mano tra i capelli neri nascosti dalla stoffa del mantello e si lasciò sfuggire un ghigno. Con le iridi chiare seguì la figura agile della fanciulla che si destreggiava tra i tavoli e i clienti. Questa sparì oltre la porta della piccola cucina per uscirne, dopo qualche minuto, con un piatto fumante e un boccale di liquido ambrato.
La cameriera appoggiò il cibo al tavolo e sfoderò il palmo della mano in attesa dei soldi.
L’uomo con il cappuccio estrasse dalla tasca del mantello nero un fagottino e acchiappò alcune monete. Allungò la mano per darle all’arancio ma tergiversò.
- Conosci una certa Lione, figlia di Wohl? -, domandò noncurante.
Le iridi castane della giovane si fecero scure e sospettose. L’uomo la vide mordersi il labbro inferiore.
- Non conosco nessuno con quel nome. –
Il tono di voce si era fatto duro, in contrasto con la gentilezza di poco prima. Il moro alzò le spalle e diede le monete alla ragazza che, senza esitazione, si voltò per andarsene.
Veloce, lo straniero gli afferrò il braccio.
- Eppure, -, sibilò ironico, - ho l’impressione che tu la conosca. –
La donna si voltò lentamente e incontrò, per la prima volta, le iridi verdi del commensale. Aveva un volto duro ma virile e sulle labbra gli aleggiava un sorriso strafottente.
- Chi la sta cercando? -, decise di domandare.
Non si fidava di quell’uomo: non lo aveva mai visto da quelle parti e, sotto il mantello, la ragazza scorgeva la sagoma di una piccola elsa; per molti sarebbe passata inosservata ma non ha lei, che aveva passato anni circondata da lame di tutti i tipi. Eppure, negli occhi dello sconosciuto, apparentemente indifferenti, vi leggeva una certa disperazione.
Vide il ragazzo ghignare alla sua domanda.
- In pochi conoscono il mio nome, signorina. E ancor di meno sono quelli ancora vivi per pronunciarlo. –
Con uno strattone, la ragazza liberò il braccio. Soppesò per qualche istante il proprio sguardo sulle iridi chiare dell’uomo.
- Mi dispiace, signore, ma non è con le minacce che otterrà ciò che vuole. Se vuole scusarmi, ho altri clienti da servire. –, e si allontanò.
- Black. –
La cameriera si fermò a qualche passo di distanza dal tavolo. Era stato solo un sussurro ma lo aveva sentito chiaramente. Stranita, si voltò nuovamente verso il cliente.
- Come? –
- Non c’è bisogno che lo ripeta. –, rispose l’uomo, scrutando intensamente la ragazza, come per sfidarla.
L’arancio fece qualche passo verso il tavolo.
- E cosa vuoi da Lione? -, domandò, troppo curiosa per trattenersi.
Con uno sbuffo irritato il ragazzo rispose.
- Ti pagherò profumatamente per il tuo servizio e il tuo silenzio. Ora, dimmi, dove trovarla.–
- Credi che Lione incontri chiunque? Devi darmi qualche garanzia, altrimenti non ti porterò da lei.–
- Non ti basta sapere il mio nome? -, domandò Black cantilenante ed esasperato.
La ragazza si limitò ad alzare un sopracciglio, in attesa.
Infine, il moro sospirò.
- Riguarda una lama… particolare.–
Infine, alzò lo sguardo e scorse sulle labbra dell’arancio un sorriso soddisfatto.
- Aspettami fino alla chiusura. -, gli disse solo e, andandosene, la cameriera gli strizzò l’occhio.
 

Black attendeva quieto in un angolo buio del vicolo ormai da quasi un'ora. Dall'esterno, le luci dell'osteria apparivano tenui e timide. L'arancio lo aveva invitato ad aspettarla all'esterno e ghignò tra sè immaginando l'anonima cameriera che puliva i pavimenti. Quella ragazzina gli aveva dato filo da torcere.
Era abituato a donne infami e losche non certo a brillanti occhi nocciola, specchio dell’ anima, da cui aveva letto ogni emozione, ogni pensiero, della ragazza; ma non per questo l'aveva sottovalutata: infatti, l’arancio aveva dimostrato determinazione e prudenza. La giovane sapeva con chi aveva a che fare, Black era conosciuto nel Regno, eppure non lo temeva. Probabilmente si era cacciato nell'ennesima trappola, l'ennesimo tentativo di mettergli un cappio al collo e vendicare le morti di cui lui era solo un esecutore, ma, nonostante quei sospetti, aspettava.
Non aveva altra scelta.  Doveva sapere. Non poteva più attendere. Dopo aver perso, nuovamente, tutto quello che aveva costruito, aveva sentito la necessità di ripartire dal suo passato, quell'infanzia che gli era stata negata e che era finita nel dimenticatoio, insieme al suo vero nome. Si voltò di scatto, scorgendo sulla porta del Leone una figura incappucciata che armeggiava con la serratura. Il moro fece qualche passo avanti uscendo dall'oscurità e lasciando che il timido spicchio di luna che brillava nel cielo lo illuminasse.
La cameriera, al movimento di Black, si voltò e sorrise leggermente.
- Pensavo te ne fossi andato. -, cominciò la ragazza avvicinandosi.
- Lo speravi?-, domandò il moro con un ghigno strafottente.
- Sinceramente, sì ma sei disperato-, concluse la cameriera.
L'uomo alzò un sopracciglio a quell’affermazione.
- Allora? – esortò, fingendosi noncurante dell'espressione gongolante della ragazza.
Questa piegò la testa di lato, tirando le labbra in un sorriso. Allungò la mano.
Black, impassibile, fissava la ragazza.
- Prima dimmi quello che sai e, poi, avrai i tuoi soldi.
- Farò di più: ti porterò da Lione. Prima, però, … -
La cameriera lasciò in sospeso la frase mentre con un sorriso sornione muoveva la mano per incitarlo al pagamento.
Il moro perse le staffe. Con un passo si avvicinò alla ragazza, la afferrò per la vita e, tenendola contro di sè, gli punto un pugnale alla gola.
- Non scherzare con me, ragazzina. Sai con chi hai a che fare? -, sibilò nella notte.
I loro volti erano a pochi centimetri e, nuovamente, la ragazza poteva scorgere le iridi chiare di Black, sempre nascoste sotto il mantello. Questa sfoderò un ghigno ironico.
- Con una spia o, meglio, un assassino? Credi di farmi paura? Tu non sai con chi hai a che fare. –, e fece pressione con la lama, che teneva stretta nella mano, sullo stomaco del moro; non era l’unico a essere armato.
Vide le pupille dell’uomo dilatarsi e lo sguardo assottigliarsi.
- Hai davanti a te la persona che stai cercando e, ora, se vuoi scusarmi, dopo una giornata di lavoro, gradirei mettermi più a mio agio. -
Mentre Lione parlava, la presa del ragazzo si faceva meno salda fino a scomparire. Le iridi verdi di Black erano fisse in quelle castane di lei e la studiavano sospettose.
La giovane mantenne fiera quello sguardo per poi voltarsi e avviarsi verso casa.
Appena svoltò l'angolo sentì i passi di Black dietro di lei. Sorrise apertamente.
 
La stanza era composta di due spazi: una cuccetta con un comodino e un grande baule e la sala principale, dove si trovavano tavolo e camino. L’arredamento era spartano ma tutto ben pulito e curato. Lione mise dell’acqua sul fuoco e si sedette, poi, di fronte al suo ospite che la attendeva accasciato sulla sedia.
- Ebbene? Come posso aiutarti? -, lo invitò la donna appoggiando i gomiti sul tavolo, in attesa.
Black estrasse dalla cintola il suo pugnale e lo lanciò malamente sul legno. La lama uscì leggermente dalla custodia e l’arancio allungò le mani per portarsela davanti agli occhi.
Alla luce della piccola lampada, situata tra loro, esaminò le eleganti lavorazioni e soffermò la sua attenzione sulla piccola incisione che si trovava sull’elsa.
- Dove l’hai presa? -, domandò, tornando a posare lo sguardo sul suo ospite.
Questo, si mosse agitato sulla sedia per, poi, sporsi sul tavolo.
- Siamo in confidenza, per caso?-, ribatté ironico mentre l’arancio alzava gli occhi al cielo esasperata.
- Ascolta, bello. -, cominciò Lione e Black ghignò. – Non voglio farmi i fatti tuoi ma saperlo mi aiuterebbe a capire a chi appartiene. È per questo che sei venuto da me, giusto?–
Vide l’uomo bloccarsi come per soppesare le sue parole. Infine, si calò il cappuccio del mantello e si strofinò il viso tra le mani. I corti capelli neri ricadevano malamente sulla fronte lattea.
- Mi stai facendo disperare ragazzina. -, commentò in un suono soffocato.
Poi, con un lungo respirò, cominciò a parlare.
-Sospetto che sia l’unico cimelio di famiglia che mi rimane e l’unico ricordo del mio passato.–
L’arancio assottigliò lo sguardo.
-L’unico ricordo? –
Black si alzò bruscamente dalla sedia che strisciò sul pavimento. Spazientito, afferrò la lama e la rimise alla cintola. Afferrò, poi, qualche moneta e le appoggio sul tavolo.
- Non sono qui per confidarmi. Me ne vado. –
Si diresse a grandi falcate verso la porta. Stava per aprire l’uscio ma la voce della ragazza lo fermò.
- Aspetta. –
Il moro si voltò appena per scorgere la giovane, in piedi, con le mani al grembo e la testa bassa.
- La lama è stata fatta da mio padre ma è l’unica cosa che ho potuto costatare. Riprenditi i tuoi soldi, io non ti sono stata di alcun aiuto.–
L’uomo si era ormai girato completamente verso Lione.
Fermarlo era stato spontaneo per l’arancio, nonostante l’istinto le dicesse di stare in guardia da quell’uomo bello e terribile.
Le iridi chiare di Black si fermarono in quelle scure della ragazza. La diffidenza coinvolgeva ogni lineamento del viso dell’uomo. Poi, con una mossa veloce, l’uomo si calò il cappuccio sul volto e, in un attimo, sparì oltre il legno dell’appartamento. Lione rimase sola nella stanzetta mentre la porta aperta sbatteva nel vano per una ventata di aria fredda.



Salve,salvino!
Eccomi tornata a incasinarmi la vita. Questa ff sarà composta da pochi capitoli (tra i 5 e i 10, non so nemmeno io precisamente) e raccontano un po' la sotira di LIone e Black. Questa necessità è nata durante la stesura del capitolo 28 di The Rebel. Infatti, il capitolo è lungo già di per se, se avessi pure aggiunto tutte ste cose, avreste impiegato 5 giorni per leggerlo. La pubblicazione di questa ff non dovrebbe andare oltre i due mesi, per cui sarà una volta ogni 1/2 settimane in base anche ai miei impegni. Spero di non deludervi e di ricevere le vostre recensioni
un bacio
Ele
  
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