Uscirono da una porta secondaria che li introdusse in uno stretto corridoio completamente spoglio e
che a Morganne ricordò un ospedale.
‘’Vi ho già avvisato per quanto riguarda la… stranezza della regina.’’
‘’Più che strana a me è sembrata una pazza schizofrenica.’’
Morganne e Farbenea sorrisero, attente a non scoppiare a ridere. Mykahyl e Cyrus rimasero invece
impassibili, puntando uno sguardo severo su Jared, che intanto si atteggiava come un adolescente
ribelle.
Alla fine del corridoio si stagliavano un migliaio di porte, colorate ognuna secondo ciascuna
sfumatura dell’arcobaleno. In cima alle due porte che si trovarono di fronte, si materializzarono le
parole –Lezabel- e –Legahnf-, incorniciate da ghirigori spiralici dorati.
Proprio quando Morganne si voltò verso Jared incontrando i suoi occhi grigi qualcosa la spinse in avanti,
facendole attraversare la porta e cadere a carponi con un tonfo sordo.
‘’Principessa, posso aiutarla a tirarsi su?’’
Mykahyl era arrossita violentemente ed ora giocherellava coi suoi capelli rosso fuoco. Senza rispondere,
Morganne si alzò lentamente ed iniziò a guardarsi intorno: sul pavimento era stesa una moquette color
porpora, abbinata perfettamente al colore delle poltrone in pelle disposte intorno ad un basso tavolo in
ceramica nera. Quello doveva essere il salotto, pensò. Proseguì ritrovandosi in un corridoio stretto e non
troppo lungo, le cui pareti erano di un fastidioso rosa confetto con disegni spiralici gialli, viola, blu e
verdi. Anche il bagno era stretto ma comunque confortevole. Arrivata in quella che sarebbe dovuta
essere la sua camera, trovò tre donne: una seduta sul letto, una sulla sedia ed un’altra all’impiedi
accanto alla finestra, con la tenda scostata ed una sigaretta stretta tra le lunghe dita. Le tre si voltarono
in contemporanea, mostrando un qualcosa di simile tra loro. Quella seduta sulla sedia aveva la pelle
nivea, i capelli biondi sciolti sulle spalle ed i lineamenti delicati e tondeggianti. Ciò che spiccava su quel
viso tanto perfetto da rasentare la finzione erano gli occhi: due cerchi liquidi contrastanti il bianco
gesso delle sclere. Quella seduta sul letto aveva la stessa pelle nivea, ma la morbidezza dei lineamenti
non le apparteneva: la mascella era tanto dura da sembrare quella di un uomo ed andava chiudendosi
con un mento geometrico, quasi quadrato. I capelli bruni, scuri come la terra bagnata dopo un
temporale, erano tirati all’indietro in un alto chignon circondato da una treccia a spina di pesce. Gli
occhi grandi e leggermente ammandorlati erano intermedi tra il verde scuro ed il color nocciola,
circondati da folte e lunghe ciglia, in contrasto con la durezza e la spigolosità dei lineamenti. La terza
donna, quella affacciata alla finestra, aspirò l’ultima boccata di fumo prima di gettare il filtro. La sua
pelle, dello stesso colore del cioccolato fondente, appariva morbida e liscia. I capelli tirati in una coda
alta le arrivavano sino ai fianchi in una cascata di disordinati riccioli neri. Il viso era elegant con zigomi
alti, labbra carnose ed occhi grandi ed espressivi, dello stesso colore della lava incandescente. Le tre si
inchinarono profondamente prima di avvicinarsi e presentarsi a Morganne: la prima si chiamava Chellie
ed aveva la passione oltre che l’abilita nella modistica antica e moderna; la seconda, Helena, era la
parrucchiera di corte e l’unica fata ad avere quest’abilità nel sangue; infine, Minnesota, era un’esperta in
maquillage e conosceva tutta la storia del make up. Solo dopo Morganne si soffermò ad osservarle: notò
l’abbigliamento parigino di Chellie con tanto di cappellino da ‘’artista’’, i lustrini nell’acconciatura di
Helena ed il perfetto trucco all’egiziana di Minnesota. ‘’E voi sareste qui per impapucchiarmi tutta in
occasione del ballo?’’ ‘’Si’’ risposero le tre all’unisono. Poi tutte le cinque donne nella stanza si sorrisero.
Dopo non ricordava quanto tempo, Jared uscì dalla propria camera vestito di tutto punto: il gilet nero
dal collo alto aveva ghirigori e disegni spiralici e floreali argentei sulle maniche, sul colletto e sulla parte
in cui veniva chiuso; sotto il gilet una camicia bianca e lucida dalla quale fuoriusciva un fazzoletto
argentato legato al collo. I pantaloni scuri fasciavano perfettamente il corpo dell’angelo dalla vita alle
caviglie, dopo le quali spiccavano delle scarpe eleganti nere e lucide. Un cilindro nero e basso, che
copriva i capelli di Jared tirati all’indietro in una piccola coda di cavallo, si abbinava perfettamente al
bastone da passeggio che aveva tra le mani e che terminava con un’impugnatura argentea a becco.
Anche Cyrus era abbigliato a quel modo, l’unica differenza era il colore: il suo completo era color
porpora e lilla. Ad aiutarli nella preparazione fu una fata estremamente raffinata e fascinosa. Il maschio
aveva una corporatura femminea e si era identificato col nome di ‘Faesh’. Mentre ripensava ai bizzarri
pantaloni a zampa d’elefante di Faesh la porta accanto alla sua si aprì e ne uscirono tre donne: la prima,
bionda, aveva ali trasparenti come quelle delle libellule; la seconda, bruna aveva le ali come quelle delle
farfalle che si vedono all’inizio della primavera, tra il giallo pallido ed il bianco gesso; la terza, di
colore, aveva delle ali meravigliose, uguali a quelle delle farfalle monarca. Accanto a loro, Mykahyl
era chiaramente a disagio in un abito grigio e lungo che risaltava le sue curve, fasciandola fino alla vita. Poi,
lo sguardo di Jared la trovò: il vestito le fasciava le braccia, i seni e la vita, proseguendo verso il basso in
una morbida gonna bombata posteriormente e con varie balze dello stesso colore del cielo notturno.
Dalla gonna s’intravedevano delle scarpe col tacco scure ma non eccessivamente alte. Il vestito, con una
scollatura rettangolare, aveva motivi curvilinei argentei, argentei come i guanti che coprivano le mani ed
i polsi di Morganne. Sulle spalle aveva un mantello blu scuro ed i capelli, tirati alti in un semplice ma
elegante chignon, facevano da attaccatura ad un velo celeste abbinato alla tinta di base del vestito. Il
trucco, infine, non era altro che una sfumatura dal bianco all’azzurro, dall’azzurro al blu e dal blu al
nero. Su tutta la palpebra era stesa una sottilissima linea di eye-liner terminante in una virgola all’insù
che rassomigliava le ciglia, scurite, curvate ed allungate dal mascara. Sugli zigomi si notava un accenno
di rosa così come sulle labbra ora lucide.
‘’Sei bellissima’’
Lei calò lo sguardo e balbettando rispose, facendo sorridere Jared.
‘’Nemmeno tu sei male.’’
I due si guardarono, alzando lentamente le palpebre per poi restare con gli sguardi incatenati.
‘’Permetti?’’ chiese Jared porgendole il braccio.
Morganne accettò l’offerta ed insieme si avviarono verso la sala del ballo dalla quale già si udiva una
melodia allegra. Cyrus e Mykahyl, tenendosi anch’essi a braccetto, li guidavano ed intanto si
guardavano sorridendo, compiaciuti.