Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Pherenike    24/01/2016    1 recensioni
Dopo anni di assenza da Forks la nostra cara famiglia Cullen decide di tornarvici, molte sorprese li attenderanno, ritroverranno vecchi amici, e ne conosceranno di nuovi, le cose però si complicheranno quando in Italia si risveglia l'interesse dei Volturi. Chi sarà questa volta a salvare i nostri amati vampiri dall'essere assimilati dal crudele esercito italiano?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Esperimenti
 
La visione di Alice diventava sempre più nitida, quindi più certa, quei due giorni sarebbero stati i più lunghi della mia esistenza, superati forse solo dai giorni della mia trasformazione e da quelli passati con la paura che i volturi ci avrebbero sterminati, dopo la nascita di Renesmee.
 
Io ed Edward eravamo in casa nostra, ogni tanto ci rifugiavamo lì per avere qualche momento solo nostro e delle volte c’era anche Ness con noi, come adesso, ma non appena si fu levato il sole scappò per andare da Jake, tra gli sbuffi spazientiti di mio marito.
«è davvero convinta che non ci accorgiamo di lei? Devo ricordarle che non è proprio quello che si dice… una vampira aggraziata» disse voltandosi verso di me per abbracciarmi.
Io presi a fare dei ghirigori sulla sua spalla mentre mi perdevo nell’oro dei suoi occhi, in quei momenti eri impossibile non cancellare tutto quello che ci circondava, ogni pensiero dubbio o paura svanivano. Lo baciai.
 
«Non essere geloso, comunque dovrai abituarti all’idea che, prima o poi, costruirà una famiglia con Jake» dissi baciandolo di nuovo.
«In questo caso spero che abbia la stessa repulsione del matrimonio che avevi tu» disse serio.
«Non avevo la repulsione per il matrimonio» dissi, ma il suo sguardo come per dire “a no?” non mi diede scampo« Ok va bene, forse un pochino, ma ricordo benissimo che alla fine abbiamo stabilito un compromesso vincente, e ricordo anche che non appena vedetti il mio futuro sposo tutte le incertezze sparirono immediatamente» ammisi. Chiusi gli occhi e per un attimo scavai dentro di me, cercando quei ricordi umani, che tanto mi era difficile mettere a fuoco, ma questo era uno dei più belli. Io indecisa che cammino verso l’altare al braccio di mio padre per andare incontro all’unico uomo della mia vita. Liberai la mia mente e permisi a Edward di condividere quel ricordo con me. Lui sospirò.
«Ancora mi sembra impossibile poterti vedere dentro, anche se in maniera limitata» sorrise baciandomi «Credo che dovremmo andare, tra poche ore arriverà Nahuel» disse preoccupato.
«Hai detto bene, perché andare ora, quando potremmo impiegare il nostro tempo in attività più interessanti» dissi guardandolo con malizia mentre con l’indice percorrevo la linea perfetta dei suoi addominali.
«Sai per una volta sono d’accordo con te» e mi saltò addosso.
 
Un’ora dopo ci dirigemmo verso casa Cullen, e trovammo l’intera famiglia ad attenderci, lupi compresi.
 
«A quanto ho sentito il debito pubblico si è ristabilito» disse Emmett riferendosi a me ed Edward.
«Sai Emm, il fatto che non sia io la più forte del gruppo non ti da il diritto di fare battute inappropriate, soprattutto davanti mia figlia, quindi dacci un taglio subito se non vuoi finire male» dissi ringhiando.
«Accidenti, qualcuno si è alzato dalla parte sbagliata del letto sta mattina, ce l’avete ancora un letto vero?» chiese sempre ridendo.
 
In quel momento vidi un masso dalle dimensioni impossibili sfrecciarmi a fianco, schivò Emmett di pochi millimetri, d'altronde, anche se lo avesse colpito il problema sarebbe stato del masso.
«Piantala Emm» lo minacciò Edward.
«Quanto siamo permalosi oggi» ribatté Emmett.
«Dai Emm, sappiamo tutti quanto sai essere fastidioso se vuoi» ammise Jasper.
«Una coalizione contro di me chi è il primo? Avanti fatevi sotto» disse lui con un ghigno minaccioso.
 
Era solito di Emmett risolvere il tutto con una bella rissa familiare, nella quale fortunatamente nessuno poteva farsi male, Jasper si era appena accovacciato in posizione da caccia, quando Alice s’immobilizzò improvvisamente, più del solito almeno.
 
«Sta arrivando» disse Edward confermando i nostri dubbi.
 
A quel punto tutti rimanemmo in silenzio, l’unico rumore era il cuore di Renesmee e quello dei lupi che battevano quasi all’unisono. Eravamo tutti concentrati per carpire il minimo cambiamento intorno a noi, un cuore in più sarebbe stato notato facilmente dal nostro udito quindi attendemmo. Dopo cinque minuti d’immobilità assoluta una piccola pulsazione, accelerata dalla corsa, attirò la nostra attenzione. Eravamo già voltati verso di lui perché grazie ad Alice sapevamo dove guardare, quindi quando quel ragazzino dalla pelle imbrunita uscì allo scoperto nessuno di noi rimase sorpreso, se non di vederlo in abiti molto più adatti al momento rispetto alla prima volta che lo avevamo visto. Ci fu un attimo di stupore sul suo viso, poi però guardo verso Alice e si sorrisero a vicenda.
 
«Ben tornato Nahuel» disse Edward amichevole, sicuramente i problemi non li avrebbe portati lui.
«Salve Edward, ti ringrazio. Sono venuto fin qui per motivi urgenti… però sono tre giorni che non mangio e non vorrei iniziare qualche faida, ricordo bene la vostra legge che vieta la caccia qui» disse serio, poi continuò con un po’ d’imbarazzo «Vi dispiacerebbe invitarmi a cena?» disse timoroso.
 
Noi tutti scoppiammo a ridere, sapeva benissimo quali fossero le nostre regole e sapeva anche che avendo Renesmee probabilmente avevamo anche cibo umano, ovviamente fu Esme a farsi avanti per cucinare.
 
«Dammi qualche minuto e ti preparo qualcosa di sostanzioso, Ros dammi una mano» disse rivolgendosi alla mia biondissimo sorella.
«Ma perché quando si tratta di cucinare blocchi sempre me, chiedilo ad Emmett qualche volta» Nemmeno il tempo di finire che Emmett era sparito dalla vista «Grazie tante caro» urlò Rosalie, e una risatina da orso ci giunse tra gli alberi.
 
Il gruppo si divise, Renesmee corse ad aiutare la nonna e la zia mentre io Edward, Alice, Jasper, Carlisle e i tre lupi rimanemmo fuori con l’ospite inatteso, beh più o meno inatteso.
 
«Immaginavo che avrei ricevuto un’accoglienza simile, anche se avrei preferito che i motivi fossero di gran lunga migliori di quelli che mi hanno spinto fin qui» disse sospirando.
«A tal proposito, quale motivo ti ha spinto a venire qui di corsa senza nemmeno darti il tempo di sfamarti?» chiese Carlisle con una cortesia d’altri tempi ma che ormai conoscevo benissimo.
«Mio padre, è diretto qui per.. credo sia meglio parlarne in casa » disse guardandosi intorno.
«Impossibile» affermò Edward stupito, probabilmente aveva scorto qualcosa dai pensieri di Nahuel.
«Già, quello che ho detto anche io» ribatté lui «Non è facile convivere con questo problema» continuò Nahuel.
«Bella attiva lo scudo per ognuno di noi» mi disse Edward con un tono preoccupato, quindi acconsentii e subito ogni vampiro, ibrido o lupo di colpo fu invaso dal mio scudo scintillante.
«Bene, ora credo sia meglio entrare, Esme dovrebbe aver finito» disse Edward facendo una smorfia. Il cibo umano era pronto.
 
Entrammo e ci dirigemmo tutti verso la sala da pranzo, dopo di noi arrivò anche Jake, che mi parve guardare di traverso il nostro ospite e solo in quel momento mi resi conto che aveva un possibile rivale, e un sorriso mi si aprì sul volto, Jacob Black di nuovo coinvolto in un triangolo amoroso, ance se in questo caso aveva il 99% di riuscita. Quando fummo davanti la tavola un odore orrendo, come di carne avariata, mi punse il naso, e quando guardai il piatto capii perché. Esme come sempre era riuscita a soddisfare entrambi i lati di Nahuel, aveva preparato una bistecca, dalle dimensioni spropositate, rigorosamente al sangue. Certo non le si poteva dire che non sapesse cucinare.
«So che l’odore può darvi fastidio quindi se volete potremmo continuare dopo il discorso» disse Nahuel nuovamente in imbarazzo.
«Se non è un problema per te io e mia moglie rimaniamo, se vuoi puoi mangiare basterà che mi parli con la mente» disse prendendomi la mano e facendomi sedere. Nel frattempo altri si spostarono, certi di poter sentire la conversazione da un’altra stanza, a parte Jake che, ne ero certa, non avrebbe mollato l’intruso nemmeno per un momento.
 
Lui ovviamente aveva già carpito metà delle informazioni, e di solito quando mi metteva davanti la scelta di sedermi era perché la notizia che aveva non era certo delle migliori. Nahuel annuì e iniziò a mangiare.
 
«Entro pochi giorni suo padre sarà qui.. e sarà accompagnato, da suo nipote?» chiese Edward come se la mente di Nahuel potesse aver mandato un messaggio sbagliato.
«esatto» rispose semplicemente il suo interlocutore silenzioso mentre riprendeva a mangiare.
«Joham è riuscito a persuadere sua figlia maggiore ad avere un rapporto con un altro vampiro, generando così un altro ibrido, ma probabilmente più potente visto che frutto di un  unione tra un ibrida e un altro vampiro, infatti Michael ha il potere di connettersi con un suo simile alla volta per potergli leggere la mente, in qualsiasi posto si trovi» disse Edward, e in quel momento una strana sensazione m’invase il torace, probabilmente ansia.
«è un segugio?» chiesi a Edward.
«Molto peggio, un segugio è in grado di seguire una scia e se non è molto in gamba si può facilmente distrarre, ricordi con James?» annuii, e come scordarsi il motivo per cui per mesi sono stata perseguitata da una pazza furiosa qual’era Victoria. «Michael invece potendo entrarti nella mente può prendere un qualsiasi dettaglio e trasformarlo in indizio, ma come fa a sapere che noi ci troviamo qui?» chiese a Nahuel che aveva appena posato il coltello e la forchetta sul tavolo.
«Purtroppo il suo potere è molto forte, ho provato a distrarlo il più possibile ma alla fine ha visto questo posto ed ha deciso che fosse giusto tentare..» improvvisamente tacque.
 
E altrettanto improvvisamente Edward mi sorprese dando un pugno sul tavolo, che fortunatamente non si ruppe.
 
«Mai, non permetterò che accada una cosa del genere» ringhiò Edward.
«Gli ho spiegato più volte che non avresti accettato ma ha insistito che ti avrebbe convinto che è tutto a favore della scienza» disse buttandosi con la schiena all’indietro.
«Non permetterò che mia figlia venga usata come cavia per i suoi perversi esperimenti» la parola figlia e cavia nella stessa frase fecero suonare un campanello d’allarme.
«Che cosa intendi? Una cavia, Renesmee, e in che modo?» chiesi sconcertata.
«Vuole chiederci il permesso di concedere Renesmee a suo nipote, per vedere i frutti di un’unione tra due ibridi» mi chiarì Edward con disprezzo.
«Hai voglia di scherzare?» chiese Jake tremante.
«Ti sembro uno che ha voglia di scherzare?» disse Nahuel sprezzante.
«Scusate, devo uscire» e Jake sparì, seguito dal suono di uno strappo.
 
Per la prima volta in cento anni non sapevo cosa dire, non riuscivo nemmeno a pensare, guardavo Nahuel con la speranza di un ma, un però e invece nulla, lui fissava noi, noi fissavamo lui. Alla fine decisi che qualcuno doveva parlare.
 
«Cosa dovremmo fare?» chiesi ad Edward.
«Per il momento possiamo solo aspettare il suo arrivo» mi guardò un attimo meditabondo poi continuò «So che ti chiedo uno sforzo oltre il consentito… ma pensi di poter reggere lo scudo su di noi finché lui non sarà qui?» mi chiese.
«Edward è mia figlia, a costo di dover tenere sottocontrollo tutta Forks la proteggerò» dissi seria.
 
Lui mi guardò come fossi l’ultima luce rimasta sul pianeta, poi mi diede un rapido bacio e tornò a rivolgersi a Nahuel.
 
«Ti ringrazio per averci avvisato, puoi considerarti nostro ospite, rimani fin quando vuoi» disse Edward molto diplomaticamente.
«Accetto la vostra ospitalità, resterò finché non si sarà risolta la situazione, è mio fratello di sangue ma è come se fosse uno sconosciuto per me» si alzò guardò Edward fisso che annuì e usci dalla stanza.
«Sputa il rospo» lo incalzai.
«Non ti sfugge niente, mi ha detto che sua zia li sta tenendo d’occhio, quindi di stare tranquilli per il momento» sorrise.
«Ora ci tocca una vera punizione» dissi ridendo al solo pensiero.
«Cioè?» chiese lui.
«Credo sia il caso di comunicarlo alla diretta interessata» dissi avviandomi verso la camera di nostra figlia.
«Peggio del momento in cui dicemmo a tuo padre che ci eravamo fidanzati e che da li a pochi mesi ci saremmo sposati» sorrise e mi seguì.
 
Era possibile chiedere una vita normale, per quanto lo possa essere quella di un vampiro? Sapendo quanto fosse speciale la mia famiglia mi resi conto che una giornata normale per noi sarebbe stata stranamente noiosa. Salimmo le scale e ci preparammo a dare la notizia a Renesmee, che sono certa non l’avrebbe presa con la stessa diplomazia che usavano avere suo padre e suo nonno.
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Pherenike